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SE LA VITA VALE ZERO
Una laurea triennale nel 2019 in scienze psicologiche e adesso a 26
anni laureando in Psicologia all'Università Cattolica di Milano era ad
Ardesio -alpe Vodala- per partecipare come volontario al Progetto
Pasturs (un programma che si occupa di facilitare la convivenza tra
grandi predatori e pastorizia sulle Alpi). Matteo Carminati è stato
trovato senza vita, in fondo ad un canalone dopo essere precipitato da
un terrazzo naturale a strapiombo ai piedi del Timogno, ad Ardesio.
Assieme c'era pure morto il suo cane pastore tedesco.
Due sorelle di 14 e 16 anni di Castenaso, figlie di un sardo al secondo
matrimonio con una sorellastra figlia del primo matrimonio del padre,
stavano aspettando un treno per rientrare a casa: hanno attraversato i
binari alle 6,40 del mattino alla stazione di Rimini quando arrivava il
freccia rossa che le ha travolte. Giulia aveva 16 anni, iscritta a una
scuola per estetiste mentre Alessia 14 anni era una liceale di non si
sa bene che liceo. Le due sorelle non erano passate inosservate nella
stazione, per i gesti e per la camminata. Quasi tutti i testimoni le
hanno definite stanche e spossate forse dopo una serata passata
sveglie. Come molti ragazzini avevano preso il treno per Riccione con
l'intenzione di tornare a casa la mattina dopo aver ballato magari
tutta la notte. Riccione dista da Castenaso circa 120 km.
(,,,)
CHE L'ABBIA RESTAURATA UN GESSISTA DI VALSECCA?
.....
Dopo una presentazione del “fine lavori” avvenuta piuttosto in sordina
in quanto adesso occorre ancora l’intervento di A2A per quanto riguarda
la parte idrica (una fontana senz’acqua …) la vista del monumento
“restaurato” lascia decisamente perplessi dal momento che sembra
eseguito da un abile stuccatore di Valsecca. Oltracciò l’insieme appare
imbellettato di una vernice plasticosa che rende l’insieme
particolarmente carezzabile ma che ha cancellato la sensazione che…
trattasi di marmo. Seppure di Zandobbio e quindi “minore” rispetto a
quello di Carrara. Indubbiamente il risultato piacerà alle madamine che
si commuovono davanti ad ogni gesto del mitico Gori ma pensiamo che
l’esito del restauro susciterà parecchie polemiche da parte degli
addetti ai lavori. In buona sostanza sulla fontana – che probabilmente
già nel 1780 non aveva doti di particolare finezza nell’esecuzione-
appare applicato un materiale bianco che chiude le fessure, tappa i
buchi e sostanzialmente non fa capire com’è che era scolpita
quest’opera. Per quello che ricordiamo il restauro della facciata delle
Biblioteca non aveva sortito un esito simile anche se occorre dare
per scontato che la vena ed anche la cava di marmo da cui hanno
ricavato i pezzi per scolpire la fontana del Contarini non siano gli
stessi della facciata della biblioteca e quindi non si possa pretendere
o immaginare la medesima grana e tessitura del marmo. Il risultato
insomma ci perplime.
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI
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SE LA VITA VALE ZERO
Una laurea triennale nel 2019 in scienze psicologiche e adesso a 26
anni laureando in Psicologia all'Università Cattolica di Milano era ad
Ardesio -alpe Vodala- per partecipare come volontario al Progetto
Pasturs (un programma che si occupa di facilitare la convivenza tra
grandi predatori e pastorizia sulle Alpi). Matteo Carminati è
stato trovato senza vita, in fondo ad un canalone dopo essere
precipitato da un terrazzo naturale a strapiombo ai piedi del Timogno,
ad Ardesio. Assieme c'era pure morto il suo cane pastore tedesco.
Due sorelle di 14 e 16 anni di Castenaso, figlie di un sardo al secondo
matrimonio con una sorellastra figlia del primo matrimonio del padre,
stavano aspettando un treno per rientrare a casa: hanno attraversato i
binari alle 6,40 del mattino alla stazione di Rimini quando arrivava il
freccia rossa che le ha travolte. Giulia aveva 16 anni, iscritta a una
scuola per estetiste mentre Alessia 14 anni era una liceale di non si
sa bene che liceo. Le due sorelle non erano passate inosservate nella
stazione, per i gesti e per la camminata. Quasi tutti i testimoni le
hanno definite stanche e spossate forse dopo una serata passata
sveglie. Come molti ragazzini avevano preso il treno per Riccione con
l'intenzione di tornare a casa la mattina dopo aver ballato magari
tutta la notte. Riccione dista da Castenaso circa 120 km.
Due tragedie che hanno come protagonisti persone apparentemente del
tutto diverse ma poi quando vai a leggere il quadro sociale familiare
scolastico delle stesse ti rendi conto che c'è qualcosa che non ruota
per il verso giusto. Poi leggendo con attenzione e riflessione ti rendi
conto dche società abbiamo messo in piedi.
Nel caso del povero Carminati c'è da capire e interrogarsi quale
interesse ci fosse da parte di un laureando un psicologia di andare a
fare una esperienza nel Progetto Pastorus. Spiegazione ufficiale. Il
progetto intende mitigare il rischio per i pastori delle Orobie
bergamasche dovuto all'arrivo dei grandi predatori attraverso la
formazione di volontari in grado di fornire loro conoscenze e aiuto
concreto sul campo in tutti gli aspetti della vita lavorativa. La
mitigazione di questo rischio aumenta il livello di convivenza tra
pastori e grandi predatori, riducendo il rischio di estinzione per gli
ultimi.
I volontari apportano al mondo dell'allevamento competenze specifiche e
buone pratiche in tema di conservazione degli ecosistemi, i pastori
mettono in campo il loro contributo di esperienza e conoscenza del
territorio. Lo scambio proficuo di esperienze e l'individuazione di
proposte di marketing territoriale legate al tema porta a una
diminuzione del conflitto tra pastori e grandi predatori, che si
traduce nella riduzione dei danni, nella tutela della razza
autoctona “pecora bergamasca” e nel miglioramento del rapporto di
fiducia tra mondo ambientalista e dell'allevamento.
Il Progetto Pastours viene invece giudicato dalle categorie
professionali degli allevatori come una nefandezza inventata per
sprecare denaro pubblico senza alcun risultato dal momento che la
crescita numerica dei lupi orsi cinghiali ha ormai travolto ogni
possibilità di convivenza col resto del mondo. Il paradosso sta nel
fatto che i cacciatori sono tra i principali sostenitori di quest'idea.
Nel caso di Alessia e Giulia emerge uno spaccato di due ragazzine ormai
donne, senza alcuna prospettiva davanti, cui viene concesso e
finanziato dal genitore un viaggio chissà dove mantenendosi assenti
dalla sera alla mattina. Assenti e sveglie: forse. Probabile che questo
accadesse ogni fine settimana e in ogni stagione. Interessante sapere
che una frequentava un liceo ignoto a 14 anni – quindi aveva appena
terminato il primo anno e chissà dove sarebbe arrivata: prossima
parrucchiera?- mentre sua sorella s'era già avviata in una delle più
classiche e note professioni di ignoto futuro: estetista. Nella scala
del successo femminile quella di estetista e parrucchiera sono le
ultime prima del reddito di cittadinanza e di qualche gravidanza senza
matrimonio. Non succede solo in Emilia Romagna: è un classico del
BelPaese.
Il futuro di un Paese in mano a UN pirla. DUE pirla. TRE pirla. Una consolazione.
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CHE L'ABBIA RESTAURATA UN GESSISTA DI VALSECCA?
Si è conclusa la prima parte del cantiere per il restauro della Fontana
Contarini in Piazza Vecchia, a Città Alta, un progetto voluto dal
Comune di Bergamo e realizzato grazie al so-stegno di Rigoni Asiago,
affiancata da Fondaco Italia.
In Piazza Vecchia esistono due opere realizzate col medesimo materiale
orobico: il marmo bianco di Zandobbio. La principale è il Palazzo Nuovo
oggi Biblioteca Angelo Mai che -per non smentirci mai di essere
italiani- venne edificato impiegando soltanto 5 secoli: iniziato nel
1604 terminerà solo nel 1959 con l’apposizione delle sei statue sulla
facciata e un passaggio intermedio nel 1928 con la creazione della
medesima su progetto di Ernesto Pirovano (autore anche del cimitero
monumentale) e infine con la posa nel 1959 delle sei statue
dello scultore zandobbiasco Tobia Vescovi, raffiguranti: l'agricoltura
e l'artigianato, il commercio e l'industria e i fiumi Serio e Brembo.
L’altra opera è del 1780 ed è la fontana posta in mezzo a Piazza
Vecchia. Fabbricata e scolpita in marmo di Zandobbio, la fontana
è composta da una vasca principale con base ottagonale, al cui centro
uno zampillo fa sgorgare l'acqua. Questa è circondata da statue
ornamentali disposte in modo simmetrico: in primis due piccole sfingi
contrapposte tra loro (l'una che osserva in direzione del palazzo della
Ragione e l'altra indirizzata verso la biblioteca civica), alla base
delle quali sono poste altrettante piccole vasche che raccolgono
l'acqua che sgorga dalla loro bocca, con la quale è possibile
abbeverarsi.
A fianco di ognuna delle piccole vasche si trovano due piccole colonne,
sulle quali sono scolpiti elementi zoomorfi quali serpenti e leoni. Su
ognuno dei lati rimasti sguarniti, si collocano in modo equidistante
due statue rappresentanti un leone, simbolo della Serenissima, che in
quel tempo comandava la città.
La fontana deve il suo nome ad Alvise Contarini, podestà della
Repubblica di Venezia, che la regalò alla cittadinanza nel 1780, quando
lasciò il suo incarico nella città orobica. L'intento dell'allora
rettore cittadino era sia quello di abbellire la centralissima Piazza
Vecchia, che di fornire agli abitanti un prezioso strumento
utilizzabile per fini domestici e contro la siccità. Nel corso del 1858
la fontana fu soggetta ad un rifacimento quasi completo, che ne
modificò parzialmente le caratteristiche. In pieno periodo
risorgimentale, precisamente nel 1885, la fontana fu smontata per far
posto al monumento di Giuseppe Garibaldi. Qualche decennio più tardi
all'inizio del XX secolo, venne rimontata nella sua originale
posizione, mentre il monumento dell'eroe dei due mondi venne collocato
in Città Bassa.
L’intervento, eseguito da Lares Restauri sotto la supervisione
dell’assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo, ha
riguardato il restauro degli elementi lapidei e metallici della
fontana. È stato necessario intervenire sulle cause del degrado (che
incidono sia sulla conservazione del monumento ma anche sulla sua
fruibilità) rimuovendo gli effetti che queste cause hanno prodotto. In
particolare, la rimozione dello strato di calcare all’interno del
bacile ha permesso di verificare lo stato conservativo del marmo e di
intervenire anche a livello statico. Sono state poi consolidate tutte
le parti distaccate e stuccate le innumerevoli fessurazioni per
bloccare il processo di degrado.
La seconda parte del cantiere riguarda l’impianto idraulico (del valore
di 40mila€), inter-vento che prevede lavori della durata di un paio di
settimane, in vista dell’appuntamento con il Landscape Festival.
La scelta di restaurare la Fontana è avvenuta grazie a una votazione
online che ha visto par-tecipare oltre 300.000 persone in una sfida
all’ultimo voto con la città di Genova.
Dopo una presentazione del “fine lavori” avvenuta piuttosto in sordina
in quanto adesso occorre ancora l’intervento di A2A per quanto riguarda
la parte idrica (una fontana senz’acqua …) la vista del monumento
“restaurato” lascia decisamente perplessi dal momento che sembra
eseguito da un abile stuccatore di Valsecca. Oltracciò l’insieme appare
imbellettato di una vernice plasticosa che rende l’insieme
particolarmente carezzabile ma che ha cancellato la sensazione che…
trattasi di marmo. Seppure di Zandobbio e quindi “minore” rispetto a
quello di Carrara. Indubbiamente il risultato piacerà alle madamine che
si commuovono davanti ad ogni gesto del mitico Gori ma pensiamo che
l’esito del restauro susciterà parecchie polemiche da parte degli
addetti ai lavori. In buona sostanza sulla fontana – che probabilmente
già nel 1780 non aveva doti di particolare finezza nell’esecuzione-
appare applicato un materiale bianco che chiude le fessure, tappa i
buchi e sostanzialmente non fa capire com’è che era scolpita
quest’opera. Per quello che ricordiamo il restauro della facciata delle
Biblioteca non aveva sortito un esito simile anche se
occorre dare per scontato che la vena ed anche la cava di marmo da cui
hanno ricavato i pezzi per scolpire la fontana del Contarini non siano
gli stessi della facciata della biblioteca e quindi non si possa
pretendere o immaginare la medesima grana e tessitura del marmo. Il
risultato insomma ci perplime.
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