A GUARDARE ALLE COLLINE 04 AGOSTO 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















SE LA VITA VALE ZERO
Una laurea triennale nel 2019 in scienze psicologiche e adesso a 26 anni laureando in Psicologia all'Università Cattolica di Milano era ad Ardesio -alpe Vodala- per partecipare  come volontario al Progetto Pasturs (un programma che si occupa di facilitare la convivenza tra grandi predatori e pastorizia sulle Alpi). Matteo Carminati  è stato trovato senza vita, in fondo ad un canalone dopo essere precipitato da un terrazzo naturale a strapiombo ai piedi del Timogno, ad Ardesio. Assieme c'era pure morto il suo cane pastore tedesco.
Due sorelle di 14 e 16 anni di Castenaso, figlie di un sardo al secondo matrimonio con una sorellastra figlia del primo matrimonio del padre, stavano aspettando un treno per rientrare a casa: hanno attraversato i binari alle 6,40 del mattino alla stazione di Rimini quando arrivava il freccia rossa che le ha travolte. Giulia aveva 16 an­ni, iscritta a una scuola per estetiste mentre Alessia 14 anni era una liceale di non si sa bene che liceo. Le due sorelle non erano passate inosservate nella stazione, per i gesti e per la camminata. Quasi tutti i testimoni le hanno definite stanche e spossate forse dopo una serata passata sveglie. Come molti ragazzini avevano preso il treno per Riccione con l'intenzione di tornare a casa la mattina dopo aver ballato magari tutta la notte. Riccione dista da Castenaso circa 120 km.
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CHE L'ABBIA RESTAURATA UN GESSISTA DI VALSECCA?
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Dopo una presentazione del “fine lavori” avvenuta piuttosto in sordina in quanto adesso occorre ancora l’intervento di A2A per quanto riguarda la parte idrica (una fontana senz’acqua …) la vista del monumento “restaurato” lascia decisamente perplessi dal momento che sembra eseguito da un abile stuccatore di Valsecca. Oltracciò l’insieme appare imbellettato di una vernice plasticosa che rende l’insieme particolarmente carezzabile ma che ha cancellato la sensazione che… trattasi di marmo. Seppure di Zandobbio e quindi “minore” rispetto a quello di Carrara. Indubbiamente il risultato piacerà alle madamine che si commuovono davanti ad ogni gesto del mitico Gori ma pensiamo che l’esito del restauro susciterà parecchie polemiche da parte degli addetti ai lavori. In buona sostanza sulla fontana – che probabilmente già nel 1780 non aveva doti di particolare finezza nell’esecuzione- appare applicato un materiale bianco che chiude le fessure, tappa i buchi e sostanzialmente non fa capire  com’è che era scolpita quest’opera. Per quello che ricordiamo il restauro della facciata delle Biblioteca  non aveva sortito un esito simile  anche se occorre dare per scontato che la vena ed anche la cava di marmo da cui hanno ricavato i pezzi per scolpire la fontana del Contarini non siano gli stessi della facciata della biblioteca e quindi non si possa pretendere o immaginare la medesima grana e tessitura del marmo. Il risultato insomma ci perplime.







COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI











































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































SE LA VITA VALE ZERO
Una laurea triennale nel 2019 in scienze psicologiche e adesso a 26 anni laureando in Psicologia all'Università Cattolica di Milano era ad Ardesio -alpe Vodala- per partecipare  come volontario al Progetto Pasturs (un programma che si occupa di facilitare la convivenza tra grandi predatori e pastorizia sulle Alpi). Matteo Carminati  è stato trovato senza vita, in fondo ad un canalone dopo essere precipitato da un terrazzo naturale a strapiombo ai piedi del Timogno, ad Ardesio. Assieme c'era pure morto il suo cane pastore tedesco.
Due sorelle di 14 e 16 anni di Castenaso, figlie di un sardo al secondo matrimonio con una sorellastra figlia del primo matrimonio del padre, stavano aspettando un treno per rientrare a casa: hanno attraversato i binari alle 6,40 del mattino alla stazione di Rimini quando arrivava il freccia rossa che le ha travolte. Giulia aveva 16 an­ni, iscritta a una scuola per estetiste mentre Alessia 14 anni era una liceale di non si sa bene che liceo. Le due sorelle non erano passate inosservate nella stazione, per i gesti e per la camminata. Quasi tutti i testimoni le hanno definite stanche e spossate forse dopo una serata passata sveglie. Come molti ragazzini avevano preso il treno per Riccione con l'intenzione di tornare a casa la mattina dopo aver ballato magari tutta la notte. Riccione dista da Castenaso circa 120 km.
Due tragedie che hanno come protagonisti persone apparentemente del tutto diverse ma poi quando vai a leggere il quadro sociale familiare scolastico delle stesse ti rendi conto che c'è qualcosa che non ruota per il verso giusto. Poi leggendo con attenzione e riflessione ti rendi conto dche società abbiamo messo in piedi.
Nel caso del povero Carminati  c'è da capire e interrogarsi quale interesse ci fosse da parte di un laureando un psicologia di andare a fare una esperienza nel Progetto Pastorus. Spiegazione ufficiale. Il progetto intende mitigare il rischio per i pastori delle Orobie bergamasche dovuto all'arrivo dei grandi predatori attraverso la formazione di volontari in grado di fornire loro conoscenze e aiuto concreto sul campo in tutti gli aspetti della vita lavorativa. La mitigazione di questo rischio aumenta il livello di convivenza tra pastori e grandi predatori, riducendo il rischio di estinzione per gli ultimi.
I volontari apportano al mondo dell'allevamento competenze specifiche e buone pratiche in tema di conservazione degli ecosistemi, i pastori mettono in campo il loro contributo di esperienza e conoscenza del territorio. Lo scambio proficuo di esperienze e l'individuazione di proposte di marketing territoriale legate al tema porta a una diminuzione del conflitto tra pastori e grandi predatori, che si traduce nella riduzione dei danni,  nella tutela della razza autoctona “pecora bergamasca” e nel miglioramento del rapporto di fiducia tra mondo ambientalista e dell'allevamento.
Il Progetto Pastours viene invece giudicato dalle categorie professionali degli allevatori come una nefandezza inventata per sprecare denaro pubblico senza alcun risultato dal momento che la crescita numerica dei lupi orsi cinghiali ha ormai travolto ogni possibilità di convivenza col resto del mondo. Il paradosso sta nel fatto che i cacciatori sono tra i principali sostenitori di quest'idea.
Nel caso di Alessia e Giulia emerge uno spaccato di due ragazzine ormai donne, senza alcuna prospettiva davanti, cui viene concesso e finanziato dal genitore un viaggio chissà dove mantenendosi assenti dalla sera alla mattina. Assenti e sveglie: forse. Probabile che questo accadesse ogni fine settimana e in ogni stagione. Interessante sapere che una frequentava un liceo ignoto a 14 anni – quindi aveva appena terminato il primo anno e chissà dove sarebbe arrivata: prossima parrucchiera?- mentre sua sorella s'era già avviata in una delle più classiche e note professioni di ignoto futuro: estetista. Nella scala del successo femminile quella di estetista e parrucchiera sono le ultime prima del reddito di cittadinanza e di qualche gravidanza senza matrimonio. Non succede solo in Emilia Romagna: è un classico del BelPaese.
Il futuro di un Paese in mano a UN pirla. DUE pirla. TRE pirla. Una consolazione.


CHE L'ABBIA RESTAURATA UN GESSISTA DI VALSECCA?
Si è conclusa la prima parte del cantiere per il restauro della Fontana Contarini in Piazza Vecchia, a Città Alta, un progetto voluto dal Comune di Bergamo e realizzato grazie al so-stegno di Rigoni Asiago, affiancata da Fondaco Italia.

In Piazza Vecchia esistono due opere realizzate col medesimo materiale orobico: il marmo bianco di Zandobbio. La principale è il Palazzo Nuovo oggi Biblioteca Angelo Mai che -per non smentirci mai di essere italiani- venne edificato impiegando soltanto 5 secoli: iniziato nel 1604 terminerà solo nel 1959 con l’apposizione delle sei statue sulla facciata e un passaggio intermedio nel 1928 con la creazione della medesima su progetto di Ernesto Pirovano (autore anche del cimitero monumentale)  e infine con la posa nel 1959  delle sei statue dello scultore zandobbiasco Tobia Vescovi, raffiguranti: l'agricoltura e l'artigianato, il commercio e l'industria e i fiumi Serio e Brembo.

L’altra opera è del 1780 ed è la fontana posta in mezzo a Piazza Vecchia. Fabbricata  e scolpita in marmo di Zandobbio, la fontana è composta da una vasca principale con base ottagonale, al cui centro uno zampillo fa sgorgare l'acqua. Questa è circondata da statue ornamentali disposte in modo simmetrico: in primis due piccole sfingi contrapposte tra loro (l'una che osserva in direzione del palazzo della Ragione e l'altra indirizzata verso la biblioteca civica), alla base delle quali sono poste altrettante piccole vasche che raccolgono l'acqua che sgorga dalla loro bocca, con la quale è possibile abbeverarsi.
A fianco di ognuna delle piccole vasche si trovano due piccole colonne, sulle quali sono scolpiti elementi zoomorfi quali serpenti e leoni. Su ognuno dei lati rimasti sguarniti, si collocano in modo equidistante due statue rappresentanti un leone, simbolo della Serenissima, che in quel tempo comandava la città.
La fontana deve il suo nome ad Alvise Contarini, podestà della Repubblica di Venezia, che la regalò alla cittadinanza nel 1780, quando lasciò il suo incarico nella città orobica. L'intento dell'allora rettore cittadino era sia quello di abbellire la centralissima Piazza Vecchia, che di fornire agli abitanti un prezioso strumento utilizzabile per fini domestici e contro la siccità. Nel corso del 1858 la fontana fu soggetta ad un rifacimento quasi completo, che ne modificò parzialmente le caratteristiche. In pieno periodo risorgimentale, precisamente nel 1885, la fontana fu smontata per far posto al monumento di Giuseppe Garibaldi. Qualche decennio più tardi all'inizio del XX secolo, venne rimontata nella sua originale posizione, mentre il monumento dell'eroe dei due mondi venne collocato in Città Bassa.
L’intervento, eseguito da Lares Restauri sotto la supervisione dell’assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Bergamo, ha riguardato il restauro degli elementi lapidei e metallici della fontana. È stato necessario intervenire sulle cause del degrado (che incidono sia sulla conservazione del monumento ma anche sulla sua fruibilità) rimuovendo gli effetti che queste cause hanno prodotto. In particolare, la rimozione dello strato di calcare all’interno del bacile ha permesso di verificare lo stato conservativo del marmo e di intervenire anche a livello statico. Sono state poi consolidate tutte le parti distaccate e stuccate le innumerevoli fessurazioni per bloccare il processo di degrado.
La seconda parte del cantiere riguarda l’impianto idraulico (del valore di 40mila€), inter-vento che prevede lavori della durata di un paio di settimane, in vista dell’appuntamento con il Landscape Festival.
La scelta di restaurare la Fontana è avvenuta grazie a una votazione online che ha visto par-tecipare oltre 300.000 persone in una sfida all’ultimo voto con la città di Genova.

Dopo una presentazione del “fine lavori” avvenuta piuttosto in sordina in quanto adesso occorre ancora l’intervento di A2A per quanto riguarda la parte idrica (una fontana senz’acqua …) la vista del monumento “restaurato” lascia decisamente perplessi dal momento che sembra eseguito da un abile stuccatore di Valsecca. Oltracciò l’insieme appare imbellettato di una vernice plasticosa che rende l’insieme particolarmente carezzabile ma che ha cancellato la sensazione che… trattasi di marmo. Seppure di Zandobbio e quindi “minore” rispetto a quello di Carrara. Indubbiamente il risultato piacerà alle madamine che si commuovono davanti ad ogni gesto del mitico Gori ma pensiamo che l’esito del restauro susciterà parecchie polemiche da parte degli addetti ai lavori. In buona sostanza sulla fontana – che probabilmente già nel 1780 non aveva doti di particolare finezza nell’esecuzione- appare applicato un materiale bianco che chiude le fessure, tappa i buchi e sostanzialmente non fa capire  com’è che era scolpita quest’opera. Per quello che ricordiamo il restauro della facciata delle Biblioteca  non aveva sortito un esito simile  anche se occorre dare per scontato che la vena ed anche la cava di marmo da cui hanno ricavato i pezzi per scolpire la fontana del Contarini non siano gli stessi della facciata della biblioteca e quindi non si possa pretendere o immaginare la medesima grana e tessitura del marmo. Il risultato insomma ci perplime.