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UN PAESE CHE NON CRESCE DA VENT'ANNI SENZA OPPOSIZONE
Il neosindaco Saccogna ha dichiarato trionfante al settimanale
protofascista locale che la vittoria se l'è giocata alla Marigolda.
Quella che doveva essere la tomba dell'ex maggioranza dopo tutte le
stronzate combinate da sua madre -l'ex sindaca Gamba- assieme
all'assessora Rota (sport socialità scuola) ed alla dirigente dei
servizi sociali Caligiuri sarebbe stato invece il quartiere che l'ha
fatto vincere. Curiosi siamo andati a vedere pur tenendo conto che il
centrodestra aveva a suo tempo modificato la composizione delle varie
sezioni elettorali così che non fosse più coglibile con esattezza il
comportamento elettorale nelle varie sezioni (sono individuate con le
vie comunali).
Per esempio le vie ad ovest della provinciale 470 sono inserite nelle Sezioni 4 (via Brembo con via Gandhi?) , 5 e 6.
Naturalmente Saccogna si guarda bene dal rendere noti i risultati
elettorali da cui si potrebbe capire anche quali sono le classi d'età
che si sono astenute e da cui si potrebbe dedurre da dove arrivano le
preferenze degli otto eletti di Vivere Curno ma da quel che si può
vedere i candidati eletti nelle vie della Marigolda sono stati il
maschio Pelliccioli con 187, a seguire un altro anziano maschio
Capitanio con 59 preferenze ed infine il giovane maschio Crotti con 46
preferenze. Si nota come l'unica donna candidata nel quartiere (via
Veneto) non sia stata eletta. Quindi la Marigolda di sicuro ha
premiato i maschi e cassato le femmine.
Per quel poco che si deduce da questi numeri a noi balzano all'occhio
due aspetti: (1) sono stati premiati tre uomini ed uno é un ex sindaco
(forse con la speranza che il Comune la smetta di fare cappellate come
ha sempre fatto il centro sinistra alla Marigolda) (2) magrissimo il
risultato del vispo nonnino Capitanio (in teoria secondo l'ex
amministrazione Gamba i vecchietti erano stati trattati come fiori)
rispetto anche ad uno sconosciuto architetto decisamente giovane.
La Marigolda ci pare abbia dato il benservito alle vecchie e alle nuove
madamine della maggioranza passata che si ripresentano già con le
unghie affilate per zompare il posto in giunta. Nonostante il neo
sindaco predichi il rinnovamento chiudendo la biblioteca di pomeriggio
perché non hanno i solcc per riparare l'impianto di condizionamento.
(.........)
L'ARESI S'E' PERSONO LUNGO IL BREMBO
Il Paolo Aresi ha scritto un “significativo” articolo in merito del
percorso lungo il fiume Brembo. Significativo perché illustra
perfettamente l'aggressità con cui il cittadino va in campagna.
Credendola sua proprietà. Credendolo suo diritto. Non è così. La natura
ha un'anima come ce l'hanno le persone e va trattata con rispetto. Che
non consiste solo nel portarsi a casa i propri rifiuti.
Prima di tutto bisogna dire che finalmente con la costruzione della
pista di Curno e del ponte sul torrente Quisa si è realizzata la
possibilità di percorrere la sponda sinistra del fiume da Ponte san
Pietro fino alla sua foce nell'Adda come esiste un percorso sulla
sponda destra per cui dalla foce si può tornare a Ponte san Pietro.
Dire “un percorso” è piuttosto limitativo in quanto esiste IL percorso
più diretto (quindi meno lungo) ma attorno a questi due tracciati
(RIPETO: sulla sponda destra e sulla sponda sinistra) c'è un fitto
intrecciarsi di sentieri che consentono di esplorare il territorio.
Siccome i due percorsi passano attraverso diversi Comuni c'è la
possibilità di creare un proprio itinerario secondo il proprio tempo e
curiosità. Bisogna tenere conto che il percorso da Ponte san Pietro
alla foce del fiume nell'Adda e il ritorno sulla sponda opposta
significa percorre una quarantina di chilometri quasi interamente su
strade sterrate: il che significa che occorre una bici adatta (non
quella di Aresi nell'articolo: quella va bene per andare a prendere un
gelato), occorre avere un adeguato allenamento, occorre avere una bella
forza di volontà perchè è psicologicamente impegnativo per la memoria
dell'insieme, occorre avere scarpe adatte. Occorre non avere timori
della puntura di qualche zanzara odi un tafano. Che non sono peggiori
dei “tafani ciclisti”.
(...)
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COLLEGAMENTO ALLA PAGINA WEB DELLA CARTA DEI PERCORSI
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UN PAESE CHE NON CRESCE DA VENT'ANNI SENZA OPPOSIZONE
Il neosindaco Saccogna ha dichiarato trionfante al settimanale
protofascista locale che la vittoria se l'è giocata alla Marigolda.
Quella che doveva essere la tomba dell'ex maggioranza dopo tutte le
stronzate combinate da sua madre -l'ex sindaca Gamba- assieme
all'assessora Rota (sport socialità scuola) ed alla dirigente dei
servizi sociali Caligiuri sarebbe stato invece il quartiere che l'ha
fatto vincere. Curiosi siamo andati a vedere pur tenendo conto
che il centrodestra aveva a suo tempo modificato la composizione delle
varie sezioni elettorali così che non fosse più coglibile con esattezza
il comportamento elettorale nelle varie sezioni (sono individuate con
le vie comunali).
Per esempio le vie ad ovest della provinciale 470 sono inserite nelle Sezioni 4 (via Brembo con via Gandhi?) , 5 e 6.
Naturalmente Saccogna si guarda bene dal rendere noti i risultati
elettorali da cui si potrebbe capire anche quali sono le classi d'età
che si sono astenute e da cui si potrebbe dedurre da dove arrivano le
preferenze degli otto eletti di Vivere Curno ma da quel che si può
vedere i candidati eletti nelle vie della Marigolda sono stati il
maschio Pelliccioli con 187, a seguire un altro anziano maschio
Capitanio con 59 preferenze ed infine il giovane maschio Crotti con 46
preferenze. Si nota come l'unica donna candidata nel quartiere (via
Veneto) non sia stata eletta. Quindi la Marigolda di sicuro ha
premiato i maschi e cassato le femmine.
Per quel poco che si deduce da questi numeri a noi balzano all'occhio
due aspetti: (1) sono stati premiati tre uomini ed uno é un ex sindaco
(forse con la speranza che il Comune la smetta di fare cappellate come
ha sempre fatto il centro sinistra alla Marigolda) (2) magrissimo il
risultato del vispo nonnino Capitanio (in teoria secondo l'ex
amministrazione Gamba i vecchietti erano stati trattati come fiori)
rispetto anche ad uno sconosciuto architetto decisamente giovane.
La Marigolda ci pare abbia dato il benservito alle vecchie e alle nuove
madamine della maggioranza passata che si ripresentano già con le
unghie affilate per zompare il posto in giunta. Nonostante il neo
sindaco predichi il rinnovamento chiudendo la biblioteca di pomeriggio
perché non hanno i solcc per riparare l'impianto di condizionamento.
Come si vede dalla tabella che abbiamo elaborato in vent'anni gli
elettori sono cresciuti del 5,4% mentre i votanti sono calati del 30%.
In venticinque anni (quello di adesso durerà fino al 2027) sono stati
eletti 4 sindaci di liste civiche di centrosinistra e uno di
centrodestra. I voti dei sindaci delle civiche di centrosinistra sono
scesi del 25% mentre quelli dei candidati di centrodestra sono scesi
del 35-36%. Il centrodestra all'opposizione prendeva più voti con più
liste che con una lista unitaria: a indicare che nemmeno stavolta
hanno compreso che non basta la colla per vincere quando sei senza un
candidato sindaco valido.
Curno si conferma quindi come il comune “minore” della periferia
cittadina per il reddito medio della sua popolazione nettamente
inferiore ai comuni vicini. Condizione bene evidenziata anche dalla
forza-debolezza di tutta la destra all'opposizione dove la smisurata
ego dei suoi c.d. leader (pensiamo a Pedretti ed a Locatelli).
Il boom del grande commercio avviato negli anni '70 dal tripartito DC
PSI e PCI e poi confermato anche dalla Lega ha trasformato il paese
nella periferia-ricettacolo commerciale della provincia SENZA nemmeno
godere della vicinanza di un aeroporto com'è accaduto all'OrioCenter.
Senza nemmeno un governo intelligente com'è stato per l'OrioCenter: a
Curno il commerciale è inteso con un orrendo insieme di capannoni in
schiera: vedi TS1. Dove ogni speculatore aggiusta o amplia la sua in
attesa non sanno bene cosa tranne i lucrosi affitti.
La monocultura commerciale che venne impressa al paese e che resta
tuttora ferma nella crapa dei partiti -Vivere Curno come Obiettivo
Curno- si scontra sempre con chi voglia fare industria e artigianato di
qualità. Vedi le difficoltà che Vivere Curno ha sempre opposto alla
FreniBrembo.
E la storia dei salari italiani insegna che nel settore commerciale
prevalgono i contratti a tempo indeterminato e la minore qualificazione
professionale (in sostanza sono le “occupazioni rifugio degli ultimi
della classe”). Da qui il reddito medio curnese inferiore ai vicini.
Invece accade che l'unica grande impresa attiri occupazione da ogni
dove e quindi gli ottimi stipendi distribuiti vadano… altrove.
Soddisfatto l'assessore Conti -è stato lui “la mente” che ha continuato
questa situazione- che in vent'anni il paese sia cresciuto solo del 5%
della popolazione per potere così alimentare una società che vive al di
sopra dei propri mezzi, non crea troppi problemi sociali perché la
tassazione del commerciale fa arrivare parecchi soldi, i ragazzini
delle scuole migrano altrove per trovare migliore servizio e qualità e
gli anziani vivacchiano pretenziosi sapendo che ci sarà sempre la
coppia Rota-Caligiuri di turno che distribuisce dindini a vanvera.
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L'ARESI S'E' PERSONO LUNGO IL BREMBO
Il Paolo Aresi ha scritto un “significativo” articolo in merito del
percorso lungo il fiume Brembo. Significativo perché illustra
perfettamente l'aggressità con cui il cittadino va in campagna.
Credendola sua proprietà. Credendolo suo diritto. Non è così. La natura
ha un'anima come ce l'hanno le persone e va trattata con rispetto. Che
non consiste solo nel portarsi a casa i propri rifiuti.
Prima di tutto bisogna dire che finalmente con la costruzione
della pista di Curno e del ponte sul torrente Quisa si è realizzata la
possibilità di percorrere la sponda sinistra del fiume da Ponte san
Pietro fino alla sua foce nell'Adda come esiste un percorso sulla
sponda destra per cui dalla foce si può tornare a Ponte san Pietro.
Dire “un percorso” è piuttosto limitativo in quanto esiste IL percorso
più diretto (quindi meno lungo) ma attorno a questi due tracciati
(RIPETO: sulla sponda destra e sulla sponda sinistra) c'è un fitto
intrecciarsi di sentieri che consentono di esplorare il territorio.
Siccome i due percorsi passano attraverso diversi Comuni c'è la
possibilità di creare un proprio itinerario secondo il proprio tempo e
curiosità. Bisogna tenere conto che il percorso da Ponte san Pietro
alla foce del fiume nell'Adda e il ritorno sulla sponda opposta
significa percorre una quarantina di chilometri quasi interamente su
strade sterrate: il che significa che occorre una bici adatta (non
quella di Aresi nell'articolo: quella va bene per andare a prendere un
gelato), occorre avere un adeguato allenamento, occorre avere una bella
forza di volontà perchè è psicologicamente impegnativo per la memoria
dell'insieme, occorre avere scarpe adatte. Occorre non avere timori
della puntura di qualche zanzara odi un tafano. Che non sono peggiori
dei “tafani ciclisti”.
Sopra tutto quello che non bisogna avere è la pretesa che ci sia sempre
“qualcuno” che ti prepara la pappa, te la serve in tavola e poi alla
fine sparecchia e ti lava i piatti. Magari ti leva anche la babaglia.
Mi riferisco al discorso delle segnalazioni. Davvero vogliamo
trasformare la natura in una selva di cartelli e freccette come hanno
ridotto la montagna? Non basta una normale intelligenza: quella che
serve a leggere google maps?. Che –lo spero!- gli insegnanti delle
scuole elementari insegnino a tutti i loro allievi come si legge e come
si usa visto che ce l'hanno tutti “aggratis” sul cellulare da
mille euro.
Dopo la creazione (ha avuto bisogno di sette anni di gravidanza!) della
pista di Curno e del ponte sul Quisa il sottoscritto ha creato una
carta –poggiata su google maps- con rin-tracciati i percorsi principali
sulla sponda destra e sinistra. Ho usato proprio google maps perché chi
ce l'ha in mano trova immediatamente il percorso che non è affatto un
mezzo caos come vuole fare intendere Aresi. I percorsi sono tutti BEN
rinvenibili e tracciati. Un adulto dovrebbe sapere dove sta il nord o
l'ovest e dovrebbe sapere orientarsi con una carta: altrimenti ha
buttato qualche anno di scuola. Un po' più complesso seguire quelli
tratteggiati sulla carta.
La carta indica anche con una numerazione alcuni punti che nei prossimi
mesi saranno oggetto di integrazione come informazioni ma che nel
frattempo spero stimolino gli utenti ad andare a vedere per…
rintracciarli vederli e capire dove sono cosa fanno cos'anno attorno.
Insomma non sono in un sacco chiuso come degli orbi. Poi magari si
fanno anche una ricerca in rete punto per punto e vedranno com'è che il
Brembo mentre riceve le code della roggia Serio (che proviene dal Serio
di Albino) oppure anche dall'Adda e manda le sue acque fino nel
trevigliese. Un tratto di fiume quindi dove sono state tracciate rogge
a partire dal 1200: ce n'è una che pezzo dopo pezzo parte da Ponte san
Pietro ed arriva nel trevigliese. Delle ideuzze di gente analfabeta
sette secoli or sono ed anche un migliaio di anni.
Un fiume che –non ci fosse stata la sua acqua- non sarebbe sorta
l'acciaieria Dalmine. Non ci sarebbe stato un canapificio e un
linificio che erano in prevalenza industrie militari. Un fiume che fino
al 1955 aveva in qualche parte una ampiezza fino a quasi un chilometro
e adesso è diventato un canale-torrente. Un fiume che prima che
costruire tutte le dighe sulle Alpi, inondava la pianura una dozzina di
volte ogni anni e la faceva galleggiare inondandovi sotto uno strato di
acqua che la rendeva fertile. Un fiume sulle cui sponde sono
arrivati milioni di semi di ogni sorta di pianta o fiori portati a
valle dalle piene create dallo scioglimento delle nevi alpine per fare
scoprire che le mitiche osannate orchidee non sono state portate li da
qualche sconosciuto esploratore proveniente dalle Indie ma arrivano da
ben più vicino.
La costruzione delle dighe sulle Alpi cambia del tutto la piana a
valle: il fiume viene più facilmente rapinato delle sue ghiaie e piano
piano sprofonda diventando quello che vedete adesso: un canale
torrente. La mancanza delle piene e delle loro esondazioni aumenta la
sterilità delle campagne e quindi i consumi di acqua derivata. Cambia
addirittura il clima. Quando il fiume aveva un letto amplissimo e poco
profondo ed era sempre pieno d'acqua i temporali estivi
scavalcavano dall'ovest verso est portandovi piogge copiose e
altrettante copiose grandinate. Man mano il letto diventa asciutto e
roccioso e più ristretto e più profondo aumenta la temperatura e si
crea un corrente di aria calda che si leva dalle ghiaie del fiume
creando una sorta di muro che impedisce ai temporali di scavalcare il
corso.
Si può stimare sulla scorta dei rilievi che il letto del fiume si sia abbassato in 70 anni di 7-12metri.
Sul Brembo si sono versate intelligenze superbe. Pensiamo solo all'ing.
Pasinetti che ideò il canale Adda > Brembo> Serio > Oglio
negli anni '50-'60. Un'opera ciclopica che rievoca l'epopea delle
bonifiche del Rinascimento. Pensate solo all'idea di portare l'acqua da
Ponte alla centrale di Bonate e poi indirizzare una condotta fino allo
stabilimento della Dalmine. Ma pensate soprattutto che avvennero in
epoca in cui non esisteva il digitale, i satelliti, il CAD, i personal
computer.
Il Brembo nella sua parte finale è quindi una storia complessa che
incrocia e mescola natura paesaggio scienza economia: che è lo specchio
dell'Italia. Di una sua parte importante.
Il Brembo quindi non è solo un'asta dove sfogarsi su una ciclabile ma è
un'esperienza esistenziale storico culturale che –ridotto a una
ciclabile- è un'offesa. Una enorme offesa.
La carta di cui sopra la si può acquistare presso La Tecnica di
Curno cui ho lasciato il file grafico con una modesta spesa (da
cui non traggo un centesimo di profitto). Se poi c'è qualcuno che
vuole aggiungerci qualcosa non ci sono limiti. Ma ricordatevi: il
Brembo non esiste solo per la ciclabile.
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