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CUCINA NOSTRANA IN ATTESA DEL 12 GIUGNO
Il centrodestra curnese ( o quello che si richiama ad esso: forzisti
leghisti fascisti chissà chi) non ha ancora presentato il candidato
sindaco e nemmeno uno dei tanti candidati (12) necessari. Azzardo
un'ipotesi. Secondo me il candidato sindaco Locatelli non è dato
vincente ne da molti di quelli della sua stessa lista e nemmeno da
parte dei partiti (più o meno di riferimento) a livello provinciale. Ma
mano che lo conoscono anche i suoi futuri colleghi si rendono conto che
non ha la stoffa per tenere insieme una lista e nemmeno per governare.
Si trova nella situazione di non totale fiducia da parte dei suoi
candidati ma questi si rendono anche conto che è l'unico che ha il
minimo di esperienza per creare una lista. Del resto ha alle spalle due
insuccessi e il buonsenso dovrebbe consigliargli che lista che perde
meglio cambiare almeno il capolista. Poi si sa che a livello
locale c'è un gran pezzo di elettorato leghista che manco morti
lo voterebbero e quindi sarebbe il caso di farsi da parte e curare
assieme al suo socio Conti (vicesindaco della giunta Gamba e sempiterno
sostenitore del grande commerciale) la lottizzazione che i rispettivi
padri hanno lasciato loro in eredità. In certi casi meglio non metter
mai più naso in comune.
Vivere Curno aveva iniziato a presentare i suoi candidati (oltre
al delfino della sindaca: suo figlio) con la mitica assessora Rota.
Seguita subito dopo col “curato laico” dell'oratorio di Curno: Fabio
Ravasio. Ravasio è uno di quelli che non hanno la faccia tosta: lui ce
la mette. E fa bene visto che l'oratorio di Curno se non ci
fossero i finanziamenti del Comune per le varie attività che s'inventa,
dovrebbe chiudere i battenti. Il Comune per la parrocchia è una
generosa mammella: peccato che nessuna delle sue attività per le quali
riceve lauti finanziamenti da parte del comune siano CERTIFICATE.
Insomma: non si capisce se servono distribuire un po' di mance ai
volontari che li fanno oppure servono ai ragazzi che frequentano
oppure appartengano a quel “maxi babysitteraggio” che è il piano
del diritto allo studio partorito dalle acute menti della maggioranza e
votato in blocco anche dalla minoranza. La torta più è grande meglio
spartirsela in due?. Le persone trasparenti che ricevono finanziamenti
dal comune (non personali ma dell'organizzazione che manovrano)
non dovrebbero mai fare il salto passando da ricchi percettori di
finanziamenti pubblici al ruolo di chi li dispone nel futuro. Ma forse
queste sottigliezze fanno finta di non capirle. Scusi Ravasio: ma è
vero che i volontari che fanno le attività co-finanziate dal comune li
pagate in nero?. Sono voci che si sentono da parte di certe mamme
nei bar. Può smentire?.
Ci mancava proprio uno come lui. Uno che legge la sua allocuzione al
popolo bove: votatemi. E' comparso stasera nel tinello di casa col
papiro-allocuzione in mano. E' un altro di quelli che non c'è assemblea
(di Vivere Curno) che non perde l'occasione di mollare una
generosa leccata di culo alla maggioranza. Speriamo che poi si
disinfetti il cavo orale. Va bene che ha fatto l'esperia e non il
classico però fare sempre la figura del prezzemolo che va in tutte le
salse, forse…. Così abbiamo saputo che è nientemeno che il presidente
di “trasporto amico”.
Capitanio è un altro come Ravasio che sopravvivono coi
fondi del comune. Non personalmente ma l'organizzazione che reggono.
Anche lui è uno di quelli che non ha capito che in queste condizoni
sarebbe meglio stesse a casa o solo a capo dell'associazione. Invece
passa da percettore di fondi pubblici e distributore degli stessi.
Manco l'abc della trasparenza e della democrazia conoscono questi due.
Per fare dignitosamente il consigliere comunale bisognerebbe avere alle
spalle almeno una decina di anni di studio accurato delle
delibere-determinazioni del proprio comune. Bisognerebbe conoscere la
legge sugli appalti per come l'hanno esaminata quelli che ne conoscono
il dritto e il rovescio. Se non altro per essere in grado di capire se
i dirigenti la applicano con formale e ineccepibile fellonia o nel
rispetto dei suoi principi. L'Italia dal 2007 in avanti sé data una
legge sugli appalti che è il lievito madre di una nuova tangentopoli.
Il bello è che via via l'hanno peggiorata invocando semplificazione
sviluppo trasparenza. Ormai gli appalti o l'assegnazione degli
incarichi è un affare privato tra pochi fortunati e il
funzionario. Il quale ovviamente –non si dica mai!- non è imboccato
dalla politica. Anziché fare gare d'appalto con regole ferrate e aperte
a tutti che garantiscono la qualità vengono usati protocolli il più
colabrodo possibile. Ragion per cui l'impresario più ammanigliato o
peggiore oppure il professionista disoccupato saranno quelli che
vincono. Esemplare la storia dei CVI. Non contenti di questo ecco che
mettono in lista direttamente quelli che finora hanno ricevuto i fondi
dal comune: di sicuro loro hanno già l'esperienza di sapere come si fa.
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INAUGURATA LA PISTA PEDONALE E CICLABILE LUNGO IL FIUME
CINEGIORNALE D'EPOCA
Con un filmato lungo quasi un'ora dal titolo romantico “un sogno che
diventa realtà” la sindaca Gamba celebra l'inaugurazione della pista
ciclabile lungo il fiume Brembo e la passerella sul Quisa. Qualcosa che
fa ricordare un mix tra la settimana INCOM e i filmini in superotto del
ragionier Fantozzi. Non a Rimini ma sul Brembo. Ne diamo il
collegamento: https://www.youtube.com/watch?v=NWSwCzZl8yw
Una spesa pazzesca per un'opera del tutto fuori misura che offende il
buonsenso e l'ambiente. Portata a termine in oltre cinque anni di
inutili e costosi traffici cartacei combinati da persone che miravano
soprattutto a inventarsi ogni sorta di trappola per guadagnarsi un
incarico e quindi emettere una parcella. Occhio croce la carta è
costata più della pista.
Un'opera che durerà neanche fino alla prossima primavera dal momento
che è una sorta di autostrada per ciclisti elettrici sovrappeso.
Vedi filmato con quelli di FIAB.
Nonostante la vagonata di soldi che hanno speso l'opera è a rischio
idraulico (negli ultimi vent'anni il torrente e il fiume hanno sommerso
almeno una decina di volte il livello più alto della passerella) e
l'insieme è di uno squallore atroce: manca una vedovella. Manca qualche
seduta. La staccionata sta in piedi per miracolo. C'è persino una
recinzione di metallo plastificato. Non c'è un albero uno. Non c'è un
cestino per gettarvi la pattumiera.
La Gamba era tutta gasata per la conclusione di quest'opera ma
oltre a dimenticare la spesa spaventosa dimentica che è stato possibile
realizzarla perché quando venne approvato il PRIMO PRG comunale
qualcuno propose di inserire una norma di protezione dell'area
che –nonostante i magheggi della dc prima e della lista Serra&Gamba
poi- verde era e verde è rimasta. Non è diventata quel casino che
è il Parco Callioni e l'ex area del frantoio Benzoni subito a
valle di Curno.
L'Isolotto apparteneva a tre proprietari. Due sono rimasti tal quali
senza cedere un metro quadro al Comune ma facendosi pagare un
lauto compenso per cedere i diritti di passaggio ai costruttori della
centralina. Il terzo con la cessione di circa 90.000 metri quadri
inseriti nell'Isolotto, ha ottenuto dal Comune di Ponte san Pietro un
terreno edificabile di proprietà comunale, circa 5.000 metri quadri in
prossimità del Policlinico con la possibilità di edificarvi 15mila mc
di residenziale e in aggiunta a circa 400.000 euro che il Comune dovrà
sborsare, anche a rate, per la differenza fra il valore d'esproprio
dell'area dell'Isolotto ed il minore valore commerciale dell'area
comunale, visto l'enorme divario delle superfici oggetto della permuta.
Senza contare che il pubblico ha guadagnato anche dalla cessione dei
diritti per costruire la centralina idroelettrica.
La storia di questa parte di Isolotto diventato pubblico ha qualche
collegamento anche col paese bello da vivere in quanto prima
apparteneva a un dottore delle vene varicose che operava al Policlinico
come la cascinetta in cima a via Marigolda a ridosso della SP470
(sui cui parte di terreni verrà costruita la rotonda di via Lecco)
salvo poi passare post mortem ai nipoti. Sempre della medesima stirpe
erano le aree attorno a S. Olorio.
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