LA RESISTENZA DELLA CRISTIANUCCIA PREVIDENTE
Dopo due lustri di figuracce nella celebrazione del 25 aprile col
ricordo della tragedia cominciata con l'inutile assalto a Villa
Masnada alle Crocette e terminata nei boschi di Almè ed alla fine
contarono otto fucilati di cui un corpo addirittura scomparso, adesso
le madamine della maggioranza hanno scoperto (da Dalmine) un altro
soggetto degno di nota e ricordo: Bianca Riva. Ecco come viene motivata
dall'autrice la ricerca sulla Riva: “Questa pagina, omaggio a donne e
madri che furono protagoniste silenziose di stagioni difficili, è stata
ricavata da una più ampia ricerca in corso di realizzazione sul tema
della memoria tra documenti ufficiali, carte private e testimonianze
orali. Essa è finalizzata al recupero, alla conoscenza e alla
fruizione, da parte di un ampio pubblico, di pagine poco note del
nostro passato recente, avvalendosi anche della prospettiva femminile,
con analisi nuove, rispetto a quelle militari o politiche generalmente
più usate, dei grandi accadimenti nei quali, a rendere complessa la
storia, si incunea la quotidianità fatta di gioie, di dolori, di
generosità, di vili prevaricazioni e di grande solidarietà”. Non poteva
mancare una spolveratina di femminismo.
Degli otto fucilati (dai fascisti) a seguito dell'inutile assalto a
Villa Masnada uno solo –sposato con una figlia piccola- risiedeva
a Curno anche se era originario di Mozzo. Ad organizzare l'assalto fu
un comandante partigiano che era anche il curato dell'oratorio di Almè
don Antonio Milesi, Questi si era messo a capo di una gruppo di
partigiani delle Fiamme Verdi (erano formazioni cattoliche). L'assalto
andò a vuoto perché la caserma deposito era stata svuotata dai tedeschi
e buona parte del materiale (del genio trasmissioni) fosse stato
depositato nel cinema di Curno che sorgeva nel municipio.
Invece la Bianca Riva, figlia di un negoziante curnese, dopo l'8
settembre 1943 coll'inizio dell'occupazione tedesca e col paese già
orientato a liberarsi del fascismo e dei tedeschi, pensò bene di
costituirsi qualche potenziale benemerenza verso i prossimi vincitori e
si dette da fare assieme ad altre persone per aiutare qualcuno dei
prigionieri scappati dal campo di concentramento della Grumellina. La
pelosa generosità non andò del tutto a buon fine perché la signorina
venne arrestata con altre sei persone e finì a Sant'Agata prima e San
Vittore poi. Arrestata a fine luglio 1994 in carcere ci rimase
fortunatamente pochi giorni visto che a fine novembre '44 venne
liberata per via di un'ammistia.
Ma la ragazza era una di quelle sveglie e si era premurata assieme alla
sua famiglia di costituirsi pedegree antifascista così che quando finì
la guerra il materiale divenne di pubblico dominio e adesso alla
Bianca riva hanno intitolato l'ex scuola Rodari.
Stranamente di questa Bianca Riva e dei suoi amici arrestati non ne
hanno mai parlato molti curnesi che gli ultimi due anni di guerra li
vissero nascosti a Curno.
C'è qualcosa di tragico ridicolo e comico in questa estenuante e
pervicace volontà dei cristianucci “progressisti” di cui fanno
parte molte delle madamine della maggioranza di volere
“costruire” una “Resistenza cattolica” in paese bello da vivere.
Utilizzando tra l'altro degli episodi che il buonsenso e un minimo di
intelligenza suggerirebbero di accantonare visto cosa la drammatica
tragedia combinata dal don Antonio Milesi e vista la furbizia della
Riva di conservare “a futura memoria” quelle carte.
Chissà perchè le madamine cristianucce della maggioranza non si
interrogano non su fonti “pressappoco” ma su fonti ufficiali. Per
esempio negli ultimi dieci anni del fascismo nella
parrocchia di S. Maria Assunta c'era il curato don Mario Frizzi classe
1911 "uno che ascoltava sfrontatamente nello studio, che aveva le
finestre sul sagrato, Radio Londra con alcuni noti antifascisti locali;
che si sospettava aiutasse i partigiani di Giustizia e Libertà e si era
rifiutato anche di presenziare al trasporto funebre di un soldato
repubblicano"[ Ho fatto il prete, di Barbara Curtarelli] . Non contento
di questo il Frizzi quando il comandante partigiano il garibaldino
Gianni Artifoni (G. Artifoni, Memorie della Resistenza, Corponove,
Bergamo, 2015) mise al muro gli otto militari che dovevano
custodire il materiale che fu rubato dal cinema (essendo dell'esercito
disciolto apparteneva alla futura Repubblica), per intervento del
curato Frizzi- nel maggio 1945 quel gruppetto di otto concittadini fu
salvato dalla fucilazione dopo che avevano assaltato l'edificio
comunale rubando materiale elettrico e meccanico. Uno di quei ladroni
divenne un importante artigiano del paese col negozio di elettricista
sulla piazza del paese: proprio partendo da quella refurtiva mai
riconsegnata.
Certo che ci furono i cattolici nella Resistenza. Ma ci furono anche
gli Andreotti a Roma e mons. Luigi Cortesi a Bergamo. O un don
Buelli (era il prevosto di don Frizzi…) cui i fedeli inchiodarono
due assi in croce sulla porta della chiesa perché era leggermente nero…
due volte.
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CRISI IDRICA ED ALTRI ARGOMENTI
L'Eco di Bergamo (ma non solo questo quotidiano) da alcuni giorni
stanno pubblicando articoli per prepararci “morbidamente” alla prossima
crisi idrica che coinvolgerà tutto il settentrione italiano. Da
dicembre 2021 alla fine di aprile 2022 mancano almeno 500 mm di pioggia
sul territorio bergamasco. Cinquanta centimetri: più o meno –anzi:
siamo a 60-70cm in certe zone- mezzo metro di acqua che non è piovuta.
Non è caduta ne come acqua ne come neve ed è sicuro che questa
estate dovremo razionare l'acqua dal momento che se in un anno in
bergamasca ne cadono all'incirca 142 cm significa che abbiamo un
deficit superiore a 1/3. Per di più nella stagione che è più necessaria
sia per abbeverare l'uomo e gli animali che per irrigare le campagne.
Ormai al problema delle perdite idriche delle condotte dell'acqua
potabile (che “dicunt” da noi sono contenute o accettabili) sta
sostituendosi con la vera e propria mancanza d'acqua che semplicemente
non è arrivata. Soprattutto al nord Italia.
C'è anche da augurarsi che nei prossimi mesi di maggio e giugno la
media delle precipitazioni non venga recuperata dal momento che saremmo
travolti da inondazioni e frane dappertutto.
Si può dire … andiamo bene!: dal covid alla guerra alla siccità. Non ne
basta uno alla volta: nel 2022 ne abbiamo addosso addirittura tre.
Adesso scatterà la solita “operazione suore poverelle” vale a dire una
serie di raccomandazioni sulla riduzione dei consumi dell'acqua
potabile e di uso domestico.
Coll'acqua l'Occidente fa come la Russia col gas e il petrolio: sta
buttando via il proprio futuro. Probabilmente oltre alle navi
rigassificatrici avremo bisogno di un buon numero di dissalatori che
rimettono in circolo l'acqua dal momento che -é una verità rivelata- la
quantità di acqua sulla terra è sempre la stessa e quindi occorre
rimettere in sesto il ciclo. Una volta l'acqua evaporava dal mare
saliva in cielo e pioveva in terra: descritta spannometricamente. Oggi
– anzi: da domani- il ciclo sarà dissalare l'acqua del mare, riportarla
a terra e lasciarla defluire a mare dopo averne bevuto una parte ed
usata la restante per irrigare le campagne.
Mancando 1/3 dell'acqua al settentrione italiano questo significa una
perdita della produzione agricola forse anche maggiore con tutte le
conseguenze in cascata. Se l'annata si conclude mantenendo questo
deficit idrico possiamo dire che perderemo l'1% o l'1,5% del Pil
nazionale.
La giunta Gamba ha pubblicato “Relazione di fine mandato per gli anni
2017-2022 ai sensi dell'art. 4, comma 5, del D.Lgs. 6 settembre 2011,
n. 149, come modificato dall'art. 11 del D.L. 6 marzo 2014, n. 16,
convertito dalla legge 2 maggio 2014, n. 68”. Sono 202 (avete letto
giusto: 202) pagine che meriterebbero una lettura e una
riflessione da parte dei cittadini –per primi- e dei partiti che si
presentano alle prossime elezioni in quanto sono riassunte le
principale entrate e spese do dove-come sono state allocate le
risorse comunali da parte della maggioranza.
Noi qui solleviamo pochi temi .
Un documento del genere andrebbe spedito a tutte le famiglie e imprese
operanti in paese ma come si vede dallo screenshot che pubblichiamo,
nonostante abbiamo ingrandito la pagina del 250% è comunque un
documenti illeggibile. Un insulto ai cittadini.
Poi vi si legge che mentre la popolazione di in 17-18 anni è rimasta
pressoché stabile sui 7.500 -a segnare come il paese non sia
attrattivo nonostante le potenzialità residenziali che consentirebbero
almeno altri 1.500 abitanti- però negli ultimi cinque anni –sindaca
Gamba- vi si legge che le entrate in 5 anni sono cresciute del 35%
mentre le spese sono cresciute del 45%. La mancata crescita della
popolazione e questo incremento del 10% delle spese oltre le entrate
indica che siamo un paese che sopravvive godendosi la pensione. Siamo
un paese dove la popolazione NON ha alcuna relazione col tessuto
fertile e il proprio sistema produttivo. Dissociati.
Nonostante la stabilità della popolazione residente si legge che le
spese correnti per i servizi alle persone ed alle famiglie passa
da 1,34 milioni del 2017 a 1,69 milioni nel 2021 e così la % delle
spese allocate alle persone ed alle famiglie resta sostanzialmente
stabile passando dal 29,1% al 30,6%. Viceversa le spese correnti
del comune crescono da 4, 6 milioni del 2017 al 5,5 nel 2021. Insomma
la “struttura” si mantiene mentre alle famiglie – nonostante il covid
negli ultimi due anni- arriva sempre lo stesso piatto di minestra.
Poi scorrendo la serie dei c.d. servizi dati alle famiglie si verifica
che servono soprattutto a pagare una serie di soggetti-iniziative che
inventano e le propongono al comune e che servono solo a cavarci lo
stipendio per chi le fa e il profitto per chi le organizza: infatti
mentre la spesa per famiglia è rimasta stabile la spesa in
generale è aumentata del 10%.
Potremmo –dovremmo anche fermarci sul fatto che la tragedia del covid19
è stata una “fortuna” per Curno dal momento che ci sono piovuti addosso
1,3 milioni (noi invece pensiamo che siano almeno 1,5 di milioni). Poi
ci sono piovuti addosso anche altri 1,8milioni di contributi extra per
–diciamo in generale- opere pubbliche.
Sintesi neanche troppo spanno metrica. Un quinquennio di governo
che ha visto oltre 2,8 milioni di introiti – seppure in massima
parte a destinazione vincolata- ha consentito di largheggiare in
una spesa clientelare –senza che vi sia mai stato alcuna certificazione
della qualità dei servizi forniti- che non ha visto investimenti
per la popolazione fertile ma è stata destinata a rimettere in sesto
quello che invece si doveva mantenere anche negli anni precedenti.
Tradotto. A Curno non fanno normale manutenzione dei beni finché
a un certo punto bisogna rimetterli in piedi da cima a fondo: vedi i
due CVI1, vedi le case popolari, vedi le scuole dell'obbligo, vedi la
viabilità pedonale, vedi il verde pubblico fatto solo da aiuole
vecchie di mezzo secolo.
Non per nulla Curno è un paese brutto che non cresce, da dove scappano
gli scolari, dove mezzo paese quando non è abbandonato è
abbondantemente sovra destinato rispetto alle reali necessità.
Ultima battuta sui… carciofi egiziani. L'Italia è diventata un paese
che importa (anche) carciofi egiziani!. Un tempo eravamo tra le nazioni
produttrici esportatrici e consumatrici e adesso li importiamo
dall'Egitto e li travestiamo da italiani. Oltre ad avere raddoppiato il
prezzo (non c'entra l'Ucraina…) adesso si presentano mosci mosci in
quanto l'appassimento per il lungo viaggio ne è la prima causa. Quando
abbiamo letto la prima etichetta pensavamo che fosse solo un caso
Esselunga. Poi siamo andati alla iperCOOP e i carciofi erano sempre
egiziani. Siamo andati anche al mercato di Curno ed anche quelli erano
egiziani. Povero Regeni: pure coi carciofi ti insultano e li lasciamo
insultare. Italiani! Gridava Totò.
Della BRT ne parleremo alla prossima pagina.
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LIBERAZIONE DELL'UCRAINA
Su queste pagine abbiamo espresso fin dall'inizio l'idea che l'Ucraina
non fosse così europea da essere inserita come il 29 stato dell'UE. E
non per il regolamento europeo che stabilisce le condizioni per
l'adesione ma perché come tutti gli stati usciti dalla dominazione
dell'URSS hanno ancora inculcato un'idea della democrazia non compiuta.
Quei paesi hanno sicuramente compreso che stare in Europa significava
stare meglio economicamente e civilmente ma l'ha compreso prima di
tutto la Germania e in cascata tutti i paesi –l'Italia tra i primi- con
l'economia legata alla Germania che valeva la pena avere “qui vicino”
un terzo mondo da sfruttare senza pagare dazio. L'espansione ad est
della NATO è stata la condizione sine qua non quei paesi non sarebbero
entrati nell'UE. Si dirà che non per tutti è stato così: ma si deve
anche ammettere che delle contraddizioni ci sono sempre state.
Sostanzialmente quei paesi dell'ex impero sovietico sono stati rimessi
in piedi dall'UE –Germania Francia e Italia principalmente-
rispetto alle condizioni di sottosviluppo in cui erano ridotte alla
fine degli anni '80.
Questi paesi dell'ex URSS erano anche poco popolati rispetto all'Unione
Europea. La Polonia aveva 38 milioni nel 1990 e ne aveva ancora
altrettanti all'ingresso nella Nato (1999) e nell'UE (2004). La Romania
ne aveva 23 milioni. L'Ungheria ne aveva 10 milioni. L'RDT ne aveva sui
17 milioni. La Cecoslovacchia ne aveva 16 milioni. Non era un grosso
problema per l'Europa inserire comunità poco popolate che sarebbero
state motori di sviluppo per il commercio delle grandi nazioni già
nell'UE.
Poi nel 2014 la Russia conquista e sottomette i due milioni di abitanti
della Crimea tra il disinteresse generale dell'UE. Poche settimane or
sono la Russia riconosce le repubbliche separate dall'Ucraina del
Donetsk e Luhansk (3,7 milioni di abitanti tra tutte e due).
Ultimo l'aggressione invasione del resto dell'Ucraina che ha una
popolazione sui 40 milioni di abitanti escluse le due repubbliche
separate.
Anche per l'Unione Europea a 28 stati con 447 milioni di abitanti non
era-è-sarà un problema semplice inserirsi una Ucraina con 40 o 44
milioni di abitanti.
La fornitura di armi occidentali ed UE all'Ucraina per combattere
l'aggressione invasione russa parte da una prospettiva internazionale
diversa da quella del 1939-1945 che si chiuse il 6 agosto 1945.
Sostanzialmente Putin sta dicendo al resto del mondo che o la NATO
accetta di creare una corona di stati neutrali (e come neutrali?)
prossimi alla Russia oppure lui creerà le condizioni perché quella
trincea sia tale. Come? O quegli stati accettano di rientrare
nell'orbita russa oppure lui provvederà a seminare un certo
numero di ordigni nucleari che renderanno quei territori inagibili per
centinaia d'anni. Non prima di averli decisamente malmenati e spopolati
delle rispettive popolazioni “scaricate” addosso all'Occidente.
Del resto il tempo lavora per lui. Per Putin. Per l'UE sottrarsi alle
forniture energetiche russe non basteranno tre anni. In tre anni
l'economia europea se non cola a picco mancherà poco.
Scrive Fubini sul Corriere il giorno di Pasqua: Il leader di un grande
Paese africano ha scritto su Twitter: «La maggioranza dell'umanità, che
non è bianca, sostiene la posizione della Russia in Ucraina». È una
verità sgradevole ma incontestabile. Corrisponde alla mappa dei Paesi
che non applicano sanzioni economiche contro Mosca. Vi figurano la
maggior parte dell'Asia, Medio Oriente incluso; Africa e America
latina. La Russia viene trattata come un partner rispettabile dentro
quello che fu definito come il club dei Paesi emergenti, l'alternativa
al G7, cioè i Brics (Brasile Russia India Cina Sudafrica). Un membro
della Nato, la Turchia, si dissocia dalle sanzioni; così come Israele e
l'Arabia Saudita che pure godono da decenni di aiuti militari americani
essenziali. La più grande delusione per Joe Biden su questo fronte
viene da Delhi. Il governo nazionalista indù di Narendra Modi stava
proseguendo un avvicinamento strategico verso gli Stati Uniti in
funzione anti-cinese; però non se l'è sentita di guastarsi i rapporti
con l'altra superpotenza vicina, la Russia.
Quando descriviamo un Vladimir Putin isolato dovremmo aggiungere:
rispetto a noi occidentali, più qualche alleato di ferro dell'America
come Giappone Corea del Sud Australia. L'insieme della coalizione pro
Ucraina che applica sanzioni rappresenta pur sempre la maggioranza del
Pil mondiale; ma non la maggioranza delle nazioni né tantomeno della
popolazione.
Ecco perché occorre che l'Ucraina cacci la Russia dalla sua terra. Ecco perché non basta “la pace” e “il disarmo”.
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