|
|
SEMMAI E' LUI CHE LA FA DIMENTICARE
|
|
COL PETROLIO VENDUTO LA RUSSIA FA LA GUERRA ALL'UCRAINA
Un report dell'organizzazione non governativa Transport &
Environment mostra che l'anno scorso gli introiti russi dalla vendita
di prodotti petroliferi hanno sfiorato i 180 miliardi di dollari (110
solo di greggio) contro i 54 incassati dalla vendita di gas. Più di 100
miliardi sono arrivati da Ue e Gran Bretagna. La Germania primo
compratore per quantità. Percentualmente i Paesi più dipendenti sono
Slovacchia, Polonia, Finlandia e Lituania. “Se potessimo fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo
faremmo automaticamente. Non è una questione se lo vogliamo o no, ma
quanto siamo dipendenti“. La ministra degli Esteri tedesca Annalena
Baerbock ha riassunto così, da Bruxelles, il dilemma sul greggio di
Mosca. Il nuovo pacchetto di sanzioni che arriverà al vertice dei capi
di Stato e di governo del 24 marzo è ancora privo di una delle sue armi
più potenti: l’embargo sul petrolio russo. E Berlino è tra coloro che
hanno frenato: tra i grandi Paesi europei, la Germania è infatti quello
con la maggior quota di importazioni di gas dalla Russia, davanti
all’Italia, e lo stesso vale (di gran lunga) per il petrolio. Che è
tornato nel mirino della Ue non a caso: il maggior flusso di ricavi per
il Cremlino arriva proprio da greggio e prodotti petroliferi. Per un
valore che l’anno scorso, ricorda un report dell’organiz- zazione non
governativa Transport & Environment, ha sfiorato i 180 miliardi di
dollari (110 solo di greggio) contro i 54 incassati dalla vendita di
gas.
(...)
RADDOPPIO FERROVIARIO:LE MINORANZE SI SONO SVEGLIATE
Le due minoranze consigliari –la fasciofemminista Carrara e il (forse
ancora) fozaitaliota Locatelli- hanno presentato le loro proposte in
ordine alla viabilità dopo che RFI abolirà i due passaggi a livello nel
paese bello da vivere. In teoria essendo della stessa parte politica
che governa la Regione “dovrebbero” avere maggiore udienza ma siamo
sicuri che per Regione ed RFI il problema dei due passaggi a livello di
Curno sia solo una inutile seccatura derivata dagli “scambi di favori”
politici che avvengono nel Transatlantico romano. Tra l'altro le due
minoranze non si pongono nemmeno il problema della stazione ferroviaria
a… Curno.
(...)
TERMINA LA STAGIONE IN CUI UNIBG OBBEDIVA CIECAMENTE AL COMUNE
Com'è sotto gli occhi di tutti l'università di Bergamo è stata
“distribuita” nella città e in parte anche sul territorio con la scusa
di non farne un corpo estraneo al tessuto sociale ed economico. In
realtà le motivazioni –fin da quando nacque- fu quella –prima- di non
concentrare troppo gli studenti in un unico campus per creare le
condizioni ottimali di un sessantotto –seconda- di distribuire quanto
più possibile gli studenti così che fossero mungibili non da pochi
commercianti e affittacamere ma dal maggior numero possibile e –terzo-
sfruttare i volumi antichi ormai svuotati perché in massima parte
ridotti in brandelli da rimettere in sesto coi soldi di Roma ladrona.
Quarto creare una università poco costosa per gli studenti per
favorirne una crescita in qualche modo drogata.
(...)
CUCINA CASALINGA
Le madamine della maggioranza che –con la Serra avanti col bandierone –
erano abituate a fare le prime della classe, recentemente stanno
ricevendo ceffoni politici dal popolo bove a ripetizione. Senza
elencarli in ordine cronologico quando è cominciata l'invasione russa
dell'Ucraina in un anonimo capannone di Curno, senza avvisare ne comune
ne parrocchia, l'associazione Zlaghoda, composta da ucraini che
abitano nella Bergamasca, ha avviato una raccolta di beni di prima
necessità da inviare nel Paese invaso dai russi. In pochi giorni il
magazzino si è riempito di migliaia di pacchi di cibo, medicinali e
vestiti caldi, donati dai bergamaschi. «La gente è buona e sensibile,
l'adesione alla nostra iniziativa sta andando oltre le migliori
aspettative - dice Yaroslava Vyshnevska, presidente di Zlaghoda -.
Siamo in contatto con parenti e amici rimasti in Ucraina: nessuno si
sente sicuro lì. È una tragedia per il nostro popolo».
(...)
|
|
|
|
|
CUCINA CASALINGA
Le madamine della maggioranza che –con la Serra avanti col bandierone –
erano abituate a fare le prime della classe, recentemente stanno
ricevendo ceffoni politici dal popolo bove a ripetizione. Senza
elencarli in ordine cronologico quando è cominciata l'invasione russa
dell'Ucraina in un anonimo capannone di Curno, senza avvisare ne comune
ne parrocchia, l'associazione Zlaghoda, composta da ucraini che
abitano nella Bergamasca, ha avviato una raccolta di beni di prima
necessità da inviare nel Paese invaso dai russi. In pochi giorni il
magazzino si è riempito di migliaia di pacchi di cibo, medicinali e
vestiti caldi, donati dai bergamaschi. «La gente è buona e sensibile,
l'adesione alla nostra iniziativa sta andando oltre le migliori
aspettative - dice Yaroslava Vyshnevska, presidente di Zlaghoda -.
Siamo in contatto con parenti e amici rimasti in Ucraina: nessuno si
sente sicuro lì. È una tragedia per il nostro popolo».
Nel frattempo le madamine della maggioranza avevano iniziato –fine
gennaio 22- felicittà presso l'oratorio laico di via IV Novembre con
una iniziativa –citiamo solo quella e capirete il perché- del pranzo in
comune destinato in primis agli anziani ma anche ad altri cittadini
fornito a un prezzo –diciamo- politico. Scrivono che “Felicittà nasce
con l'obiettivo di permettere alle persone di invecchiare bene e con
serenità a casa propria, con il supporto necessario a mantenere la
propria autonomia in collegamento con la propria rete sociale e la
comunità di appartenenza”.
Felicittà non è un'idea curnese ma circola dappertutto (sono dei
“Comuni Virtuosi”) tanto che p.e. nel “centro per tutte le età”
del Monterosso (quartiere cittadino) ha preso inizio anche li la mensa
di comunità come un'opportunità in più d'incontro e d'inclusione
aperta a tutti, ma con un occhio di riguardo ad anziani, fragili e
persone sole. L'obiettivo di questa iniziativa è proprio lo stare
insieme, creare relazioni e vivere in serenità; tutti aspetti della
vita di cui oggi c'è tanto bisogno».
Se però ci si ferma un momento a riflettere non si può
dimenticare che i Comuni da molti anni forniscono alle persone povere o
ammalate un pranzo a prezzo politico che viene fornito generalmente
dalla stessa ditta che fornisce la mensa scolastica. Questo pranzo
viene in genere consegnato a domicilio.
L'iniziativa del “pranzo insieme” ha qualcosa di sottilmente classista
che va riflettuto. Questi non sono poveri allettati o disabili ma sono
persone fragili. La fragilità è una somma di problemi che stanno
addosso alla persona. Poi a questa può capitare anche la malattia. Così
accade che nell'opinione comune farsi portare il pranzo a casa
diventa segno negativo, invece questa operazione di mettersi insieme
risolve prima di tutto un problema sottaciuto che è la povertà
economica che poi si accompagna anche a una povertà relazionale.
Quando uno arriva alla terza età nella condizione di povertà economica
e relazionale, felicittà è solo una bustina di nimesulide somministrata
ad uno che ha un cancro. La questione è che la povertà relazionale la
eviti fin da piccolo.
L'ultimo autobus che le madamine hanno perso l'abbiamo letto
stamattina sul Bugiardino e ci siamo rimasti male. Anzi: di brutte
notizie oggi ne abbiamo lette due.
Riportiamo l'inizio dell'articolo. Lingue straniere, a turno le scuole
d'eccellenza. Tre giorni di convegno. Da mercoledì 30al primo aprile
assemblea generale del l'AlSLi. Visite guidate culturali e turistiche.
L'eccellenza delle scuole di lingue straniere, da tutta Italia a Cumo,
per una tre giorni di convegno e visite guidate in chiave culturale c
turistica. Si terrà da mercoledì 30 marzo a venerdì 1 aprile
l'assemblea generale dcll'AISLi - Associazione Italiana Scuole di
Lingue - organizzata dalla Anderson House di via Bergamo 25 a Curno
che lo scorso 2021 ha compiuto i 25 anni di attività. A fare gli onori
di casa sarà Peter Anderson co-titolare e direttore generale della
scuola. «AISLi è stata fondata nel 1979ed è nata per rendere chiari c
trasparenti gli standard di qualità nel settoredelle scuole di lingue
straniere. Raggruppa circa 50 scuole di lingue sparse sul territorio
italiano», spiega Anderson. La scelta di organizzare l'assemblea
generale in città non c casuale. Non solo per festeggiare il 25°
anniversario della scuola di Curno, ma vuole essere anche un preludio
a Bergamo-Brescia Capitale della Cultura2023.
Ma guarda tu! Invece di chiedere in uso il meraviglioso auditorium
DeAndre questi qua manco ci cagano a si fanno i cavolacci tutto da
soli. Sempre per confermare la serie: meglio stare lontani il più
possibile dalla madamine?.
Invece. Invece Sabato 26/03 saremo a Curno, nello splendido Auditorium
F. De André si terrà una Jam di Improvvisazione Teatrale . L'ingresso
sarà assolutamente gratuito, basta prenotare alla biblioteca di Curno.
Un ottimo modo per portare i vostri amici e avvicinarli al fantastico
mondo del Match Di Improvvisazione Teatrale. Cos'è una Jam di
improvvisazione teatrale?. E farsi i cazzi propri su un palco e
pretendere che sia spettacolo o anche cultura. Ci può stare in
base a chi sono i presenti. La “Jam session d'improvvisazione teatrale”
è senza costumi, senza scenografia, senza copione o canovaccio;
utilizzando solo gli elementi dati dal pubblico, sapientemente
mescolati e rielaborati da abili “giocAttori”. Tutto interamente creato
sul momento, fuori dal palco, anche in mezzo ai tavoli..senza nessuna
barriera tra il pubblico ed gli attori. seguono storie, poesie,
canzoni, arringhe e spot e tanto divertimento. Insomma un po' di simil
tv trash all'ombra del gonnellone di Maria Assunta.
|
|
COL PETROLIO VENDUTO LA RUSSIA FA LA GUERRA ALL'UCRAINA
Un report dell'organizzazione non governativa Transport &
Environment mostra che l'anno scorso gli introiti russi dalla vendita
di prodotti petroliferi hanno sfiorato i 180 miliardi di dollari (110
solo di greggio) contro i 54 incassati dalla vendita di gas. Più di 100
miliardi sono arrivati da Ue e Gran Bretagna. La Germania primo
compratore per quantità. Percentualmente i Paesi più dipendenti sono
Slovacchia, Polonia, Finlandia e Lituania
“Se potessimo fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo
faremmo automaticamente. Non è una questione se lo vogliamo o no, ma
quanto siamo dipendenti“. La ministra degli Esteri tedesca Annalena
Baerbock ha riassunto così, da Bruxelles, il dilemma sul greggio di
Mosca. Il nuovo pacchetto di sanzioni che arriverà al vertice dei capi
di Stato e di governo del 24 marzo è ancora privo di una delle sue armi
più potenti: l’embargo sul petrolio russo. E Berlino è tra coloro che
hanno frenato: tra i grandi Paesi europei, la Germania è infatti quello
con la maggior quota di importazioni di gas dalla Russia, davanti
all’Italia, e lo stesso vale (di gran lunga) per il petrolio. Che è
tornato nel mirino della Ue non a caso: il maggior flusso di ricavi per
il Cremlino arriva proprio da greggio e prodotti petroliferi. Per un
valore che l’anno scorso, ricorda un report dell’organiz- zazione non
governativa Transport & Environment, ha sfiorato i 180 miliardi di
dollari (110 solo di greggio) contro i 54 incassati dalla vendita di
gas.
Unione europea e Gran Bretagna sono ovviamente ottimi clienti con un
esborso 2021 di 104 miliardi di dollari: il più alto dal 2014, l’anno
dell’annessione della Crimea e delle prime misure restrittive degli
scambi. Nel 2020 c’è stato ovviamente un crollo, poi con la fame di
carburante per i trasporti e gli usi industriali legata alla ripresa
post Covid gli acquisti sono raddoppiati facendo salire la spesa a 285
milioni di dollari al giorno. Oggi ben di più, considerato che il
barile è rincarato dai 70 dollari medi del 2021 a più di 100. E’ questo
flusso di liquidità a consentire a Mosca, almeno nel breve periodo, di
reggere l’onda d’urto della prima tornata di sanzioni e finanziare la
sua avanzata in Ucraina. La ong, che da tempo chiede un embargo sul
petrolio russo, ha messo a punto un eloquente grafico che mostra come
il valore delle importazioni europee di petrolio dalla Russia appaia
direttamente correlato con l’anda- mento della spesa russa per la
difesa sulla base dei dati dell’Istituto internazionale di ricerca
sulla pace di Stoccolma. “Il budget del ministero russo della Difesa è
legato al prezzo del petrolio. Vista la costante e affidabile domanda
di petrolio dalla Ue, è chiaro che Bruxelles ha dato un contributo
chiave alla modernizzazione delle forze armate russe”, nota T&E.
Tenuto conto che la Russia vale un quarto delle importazioni di greggio
della Ue a 18, un embargo sul petrolio sarebbe evidentemente assai
doloroso anche per i compratori, come non ha mancato di sottolineare il
portavoce di Vladimir Putin. La Germania è appunto lo Stato più esposto
in valori assoluti: stando agli ultimi dati importa da Mosca un quarto
del greggio comprato dall’intera Ue (più Londra), oltre 28 milioni di
tonnellate l’anno contro le 18 della Polonia e le 13 dei Paesi Bassi.
L’Italia si ferma a 5,6 milioni di tonnellate.
Se invece si guarda alla percentuale di greggio e prodotti petroliferi
importati dalla Russia sul totale delle importazioni, i Paesi più
dipendenti sono Slovacchia (78,4%), Polonia, Finlandia e Lituania, con
oltre due terzi. Per Berlino la quota è del 29,7%, per Parigi del
13,3%, per Roma del 12,5%. Anche se questi dati, avverte Transport
& Environment, non tengono conto dell’uso di prodotti raffinati in
altri paesi europei da materia prima russa.
La stragrande maggioranza del petrolio importato dalla Russia arriva
via mare. Dieci grandi porti gestiscono più del 50% dei flussi: in
testa c’è Rotterdam con oltre 26 milioni di tonnellate l’anno, seguita
da Gdansk in Polonia. Trieste e Genova sono al terzo e sesto posto,
mentre Le Havre e Marsiglia sono i grandi hub di arrivo per la Francia.
Anche solo un embargo limitato allo scalo dei Paesi Bassi, nota il
rapporto, avrebbe “un impatto significativo su quanto petrolio di Putin
viene importato nel continente”.
Chiara Brusini | 21 MARZO 2022
|
|
RADDOPPIO FERROVIARIO:LE MINORANZE SI SONO SVEGLIATE
Le due minoranze consigliari –la fasciofemminista Carrara e il (forse
ancora) fozaitaliota Locatelli- hanno presentato le loro proposte
in ordine alla viabilità dopo che RFI abolirà i due passaggi a livello
nel paese bello da vivere. In teoria essendo della stessa parte
politica che governa la Regione “dovrebbero” avere maggiore udienza ma
siamo sicuri che per Regione ed RFI il problema dei due passaggi a
livello di Curno sia solo una inutile seccatura derivata dagli “scambi
di favori” politici che avvengono nel Transatlantico romano. Tra
l'altro le due minoranze non si pongono nemmeno il problema della
stazione ferroviaria a… Curno.
La proposta di un sottopasso veicolare a senso alternato in via Roma
non ci convince affatto (il passaggio sarebbe sincronizzato col
semaforo di via Buelli-Roma). Non ci convince neppure l'idea del
sottopassino pedonale posto di fianco per mezzo di scale e ascensori
(coi problemi che pongono le prime per la pulizia e i secondi per i
vandali). E ci convince ancora meno l'altra idea di un sottopasso
pedonale che va verso via Mozart per tornare verso la zona Poste. I
sottopassi troppo lunghi sono presi come pericolosissimi per chi vi
transita.
L'abolizione del passaggio a livello di via Fermi verrebbe risolta
secondo le minoranze con diverse alternative tra le quali (1) un
collegamento diretto della via Fermi alla rotonda dell'ospedale
passando da via Ruffilli (2) una strada che da via Ruffilli correndo
lungo il confine comunale sottopassa la ferrovia ed approda o a una
nuova rotonda su via Bergamo oppure alla rotonda Locatelli.
Ci siamo già espressi favorevolmente alla soluzione 1. Se i sindaci di
Curno e Treviolo “temono” che l'area attraversata diventi
edificabile… sarebbe colpa loro. Quanto all'ipocrisia che l'area abbia
particolare valore ambientale è vero: infatti vi si pratica la
monocultura maidicola da 30 anni con quel che comporta quanto a diserbi
e concimi chimici. Ma tanto i sindaci e i cittadini neo ambientalisti
educati da geo&geo queste cose non le capiscono nemmeno quindi.
L'idea che tutta l'area commerciale a sud di Curno poggi su una
viabilità esclusiva è una scelta positiva per “liberare” il paese
abitato da ogni traffico parassita. Infatti gli “ambientalisti” di
Vivere Curno vogliono il sottopasso di via Fermi per mescolare
traffico esterno e quello interno a creare inquinamento.
Conclusioni. Tante idee e complessivamente piuttosto confuse
–esattamente come quelle della maggioranza- dal momento che tra la
maggioranza che vorrebbe una copia di TEB tra Montello e Ponte e queste
proposte… c'hai voglia di immaginare un futuro per il paese.
A raddoppio finito a Curno transiteranno 144 treni al giorno: li vedete
nello schema di questa pagina estratto dal un documento ufficiale di
progetto di RFI-Trenord. 144 convogli SE distribuiti tra le 5 e le 21
di ogni giorno fanno 5-6 treni ogni ora. Uno ogni dieci minuti. I
convogli sono gli ETR245 (saranno 72: una ricerca in rete ve li
mostra) ed i 72 TSR (un elettrotreno a potenza distribuita con motori
su ogni carrozza) sono quelli presenti anche sul passante
ferroviario milanese. Il TSR offre elevate prestazioni con
accelerazioni simili a quelle di una metropolitana e una velocità
massima di 140 km/h. L'ETR245 ha prestazioni elevate: la velocità
massima è di 160 km/h ma molto meno efficiente come accelerazione.
Vedi: https://www.trenord.it/chi-siamo/la-flotta/
Resta un mistero capire come riescano a gestire in sicurezza il
transito di 144 convogli tra Ponte san Pietro e Bergamo con una linea
di 4 binari diventa a due binari da Curno a Ponte. Ingestibile anche un
aumento delle fermate come richiesto sia da Curno che da Mozzo e
quindi, oltre i nuovi sistemi di controllo dei convogli lungo la linea,
restano treni che fanno un’unica fermata per comune e ciao stai bene.
|
|
TERMINA LA STAGIONE IN CUI UNIBG OBBEDIVA CIECAMENTE AL COMUNE
Com'è sotto gli occhi di tutti l'università di Bergamo è stata
“distribuita” nella città e in parte anche sul territorio con la
scusa di non farne un corpo estraneo al tessuto sociale ed economico.
In realtà le motivazioni –fin da quando nacque- fu quella –prima- di
non concentrare troppo gli studenti in un unico campus per creare le
condizioni ottimali di un sessantotto –seconda- di distribuire
quanto più possibile gli studenti così che fossero mungibili non da
pochi commercianti e affittacamere ma dal maggior numero possibile e
–terzo- sfruttare i volumi antichi ormai svuotati perché in massima
parte ridotti in brandelli da rimettere in sesto coi soldi di Roma
ladrona. Quarto creare una università poco costosa per gli studenti per
favorirne una crescita in qualche modo drogata.
Ovviamente queste motivazioni non furono mai così esplicite perché da
bravi “'mpustur catolec” i Bergamaschi sono abituati a indorare anche
il veleno dell'aspide. Mica per nulla i Bergamaschi sono stati il
gruppo più numeroso dei Mille ma adesso sono anche gli elettori più
fedeli della Lega e del centrodestra.
La vicenda delle due caserme che dovrebbero in massima parte diventare
sedi universitarie è la penultima operazione di dispersione dell'UniBG
in molte sedi sparse dappertutto. L'ultimo approdo dovrebbe essere l'ex
sede dell'Accademia della Guardia di Finanza in via Statuto.
Il nuovo CdA dell'UniBG non ha “obbedito” come avevano sempre fatto i
precedenti CdA alle decisioni “condivise” dall'alto Comune di Bergamo e
stavolta chiederà un parere all'AdE prima di aderire al protocollo del
Comune. Non è difficile immaginare come il rebelotto messo in piedi per
le due caserme dal Comune non possa piacere ad una università che sarà
pure un super liceo provinciale ma adesso pure li dentro insegnanti ed
allievi si rendono conto di stare dentro una centrifuga fatta girare
alla massima velocità da una Comune che la usa come fiore
all'occhiello. Che poi fiore non pare proprio sia a sentire la malevole
concorrenza (i Bresciani! La Cattolica! Il Poli di Milano!...) ed anche
molti laureati che trovano si abbastanza facilmente lavoro ma stortano
il naso.
Forse è una nostra impressione ma questo CdA darà una svolta alla
storia di una fortunata università di provincia mirando prima di tutto
ad unificare il vari micro-campus in un unico e poi –più che rincorrere
la clientela coi costi bassi- ricorrere la qualità con cosati corretti.
|