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PRIMA ASSEMBLEA SUL PGT
Sabato alle ore 11 marzo 2022 si è tenuta la prima assemblea organizzata dalla
giunta Gamba per l'inaugurazione del “Laboratorio di comunità - Pgt
partecipato” vale a dire (secondo la sindaca) lo spazio per la
partecipazione dei cittadini alla costruzione del Piano di Governo del
Territorio per la Curno del 2030. Non ci fossero le elezioni comunali
nel prossimo mese di maggio o giugno potremmo ritenerlo normale ma
presumibilmente la Gamba si sente già sindaco per la seconda volta (e
non a torto, vista il nullismo dell'opposizione) e quindi non si pone
certo un interrogativo sulla legittimità politica che una
amministrazione in scadenza decida di avviare la revisione del PGT.
(...)
CINQUE SINDACATURE IMMOBILI
Nell'ultimo quarto di secolo delle amministrazioni comunali del paese
bello da vivere i cinque anni della sindacatura Gamba sono stati i più
fortunati dal punto di vista economico. Neanche i cinque anni di
sindacatura Morelli (2002-2007) furono così fortunati per le finanze
comunali nonostante l'Italia non fosse nella crisi nera che l'ha
strangolata negli anni successivi. Il resto se non fu “pane e acqua”
poco ci mancava.
In questi ultimi 25 anni il Comune di Curno ha terminato solo due opere
–impiegando più o meno tutti i cinque lustri…- che però erano già state
finanziate una dalla Lega: la biblioteca auditorium ai tempi del primo
sindaco Bianchi e l'altra dal centrosinistra ai tempi della sindaca
Morelli: la nuova scuola Rodari. Poi i costi ovviamente sono aumentati
assieme ai danni subiti dagli immobili abbandonati.
In questo quarto di secolo il patrimonio comunale è stato “tenuto in
piedi alla meglio” e mentre per la nuova Rodari i costi di finizione
sono stati complessivamente poco rilevanti, per concludere e
ammodernare la biblioteca–auditorium si sono spesi gli oneri ottenuti
dai centrini commerciali sull'ex area del parcheggio zebra (un'altra
**** combinata dalla lega col silenzio del centrosinistra del tempo) e
non solo. Il risultato non è stato eclatante e l'edificio appare ancora
adesso in tutto il suo stato derelitto adattato alla meno peggio.
(....)
SE 140 MILIONI DI PERSONE SI SCOPRONO UNO STATO CANAGLIA
Due verità vanno dette subito. Uno. Putin-Russia debbono abbandonare
l’Ucraina (quella ante 2014) e smettere la guerra. Due. L’Ucraina non è
un paese col livello minimo di standard democratici per stare in Europa
e nel mondo occidentale: come sistema politico mafioso criminale nella
gestione del potere, delle risorse economiche e naturali, nel rispetto
della democrazia è malmessa come la Russia, forse anche peggio. Certo è
che non può essere piacevole per la Russia e buona parte dei Russi:
sono 144 milioni più o meno suddivisi in 200 gruppi etnici – compresi
quelli non filo putiniani- sentirsi popolo “reietto” nel mondo. Come
l’Iran. Come la Siria. Come l’Afganistan. Per qualche verso come
Israele. E Putin vorrebbe riportare la Russia ai fasti zaristi ! ? .
Esattamente come fu per l’Iraq l’Ucraina è al centro delle brame russe
ed occidentali. Queste ultime ben più avanti nel mettere le mani sulle
grandi risorse naturali del paese. All’Occidente importa zero della
mancanza della mancanza di democrazia in Ucraina – ci sarà bene una
ragione se in vent’anni quella nazione ha perso il 10% della
popolazione- gli basta disporre mafiosamente delle sue ricchezze.
(...)
RAZIONERANNO L'ACQUA POTABILE
L'Eco si fa portavoce dei produttori di energia elettrica senza leggere
le due pagine come una richiesta di aiuti economici al governo per le
imprese idroelettriche. Questo inverno non è mai nevicato e da quattro
mesi la Bergamasca non vede una goccia di acqua. Il problema non sta
soltanto nella ridotta produzione elettrica bensì nella certezza che o
dovremo attenderci una primavera piovosissima (con conseguenze
irreparabili sotto il profilo ambientale) oppure in una stagione estiva
all'insegna della sospensione per molte ore del consumo dell'acqua
alimentare potabile. In Bergamasca il sistema di raccolta e
regolamentazione dei rilasci d'acqua è limitato alle alte Alpi che però
costituiscono un bacino pari alla metà del resto del territorio montano
nel quale non esistono bacini di raccolta. Questo significa che in caso
di forti piogge nelle prossime settimane tutte le acque delle prealpi e
delle colline si riverseranno a valle e possiamo stare sicuri che
scatteranno inevitabili alluvioni da torrenti e fiumi oltre che l'ormai
accertata inadeguatezza dei sistemi fognari nei paesi.
(...)
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PRIMA ASSEMBLEA SUL PGT
Sabato alle ore 11 si è tenuta la prima assemblea organizzata dalla
giunta Gamba per l'inaugurazione del “Laboratorio di comunità - Pgt
partecipato” vale a dire (secondo la sindaca) lo spazio per la
partecipazione dei cittadini alla costruzione del Piano di Governo del
Territorio per la Curno del 2030. Non ci fossero le elezioni comunali
nel prossimo mese di maggio o giugno potremmo ritenerlo normale ma
presumibilmente la Gamba si sente già sindaco per la seconda volta (e
non a torto, vista il nullismo dell'opposizione) e quindi non si pone
certo un interrogativo sulla legittimità politica che una
amministrazione in scadenza decida di avviare la revisione del PGT.
Della legittimità politica una come la Gamba se ne frega. Nella prima
riunione presenti una quarantina di persone in massima parte della
solita claque sindacale (assente il vicesindaco Conti assessore
delegato al PGT entrato a fine cerimonia con una faccia più nera del
carbone- ci siamo dovuti sorbire tre pipponi da parte della sindaca,
dell'architetto addetto alle pubbliche relazioni e del progettista
della prossima variante del PGT. In buona sostanza la maggioranza
mette di mezzo una testa di gomma (appartiene alla categoria di
chi s'inventa un mestiere visti i tempi grami per gli architetti) che
dovrebbe fare da cambretta tra “il popolo” (bove: ce l'hanno detto in
faccia) e la maggioranza che poi decide. Ovviamente è un imbroglio dal
momento che ci ha già detto che la maggioranza deciderà come meglio
crede e questo lo sapevamo già dal 1970 quando venne varato il primo
PRG firmato da un ingegnere della vecchia scuola. Con la differenza che
50 anni or sono sentimmo parole più sincere, più ricche di cultura
(discutibile ma c'era), più ricche di visione. Vale a dire capaci di
proiettare nella testa delle persone un'idea di futuro. Ieri invece
abbiamo ascoltato il vuoto. Ne diciamo una. Questi personaggi
interpelleranno i giovanissimi di Curno sul futuro che quelli si
aspettano e se del caso chiameranno anche il supporto dei compagni di
Fridays for Future: vale a dire la città che viene a catechizzare la
provincia. Qualcuno li avverta che i giovani non s'aspettano il futuro
A Curno ma se lo aspettano già NEL mondo. L’assemblea rischiava di
chiudere senza interventi da parte del pubblico (è la «partecipazione»
come la intende la putiniana Gamba) ed infatti ecco puntuali due
leccaculate dei soliti noti. Segue buffet scadente e arrivederci
il 30 marzo.
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CINQUE SINDACATURE IMMOBILI
ell'ultimo quarto di secolo delle amministrazioni comunali del paese
bello da vivere i cinque anni della sindacatura Gamba sono stati i più
fortunati dal punto di vista economico. Neanche i cinque anni di
sindacatura Morelli (2002-2007) furono così fortunati per le finanze
comunali nonostante l'Italia non fosse nella crisi nera che l'ha
strangolata negli anni successivi. Il resto se non fu “pane e acqua”
poco ci mancava.
In questi ultimi 25 anni il Comune di Curno ha terminato solo due opere
–impiegando più o meno tutti i cinque lustri…- che però erano già state
finanziate una dalla Lega: la biblioteca auditorium ai tempi del primo
sindaco Bianchi e l'altra dal centrosinistra ai tempi della sindaca
Morelli: la nuova scuola Rodari. Poi i costi ovviamente sono aumentati
assieme ai danni subiti dagli immobili abbandonati.
In questo quarto di secolo il patrimonio comunale è stato “tenuto in
piedi alla meglio” e mentre per la nuova Rodari i costi di finizione
sono stati complessivamente poco rilevanti, per concludere e
ammodernare la biblioteca–auditorium si sono spesi gli oneri ottenuti
dai centrini commerciali sull'ex area del parcheggio zebra (un'altra
**** combinata dalla lega col silenzio del centrosinistra del tempo) e
non solo. Il risultato non è stato eclatante e l'edificio appare ancora
adesso in tutto il suo stato derelitto adattato alla meno peggio.
Questo per Riconfermare l'ODIO del centrosinistra verso quest'opera.
Del resto basta osservare la programmazione culturale che la giunta
Gamba ha avviato: probabilmente per fare concorrenza all'oratorio o
alle suore.
In 25 anni il Comune si ritrova con un grande patrocinio edilizio
–tralasciando i minialloggi per carità di patria- di cui non sa neanche
che farne. Il c.d. “oratorio laico” è stato vuoto per anni e adesso
ospita i quattro gatti di “felicittà”: finchè dura. La vecchia Rodari
galleggia semiabbandonata con mille progetti che finiscono tutti nel
cestino tranne le solite assegnazioni clientelari. IN Provincia
crescono centri per l'autismo mentre quello di Curno… nessuno se lo
fila per non avere a che fare con la Gamba. Lo stato della scuole medie
e delle elementari del Brembo è li da vedere: andrebbero demolite e
ricostruite visto che hanno la veneranda età di oltre 50 anni.
Basterebbe confrontare Curno con Gorle: due paesi posti allo sbocco delle rispettive vallate. Del Brembo e del Serio.
Chissà perché il valore medio delle case a Gorle è del 10-25% maggiore
rispetto a Curno nonostante non vi passi la ferrovia, non ci sia l'asse
interurbano e una provinciale per la valle e sia inchiodato
dall'attraversamento obbligato del proprio centro per passare oltre
Serio. Pure il reddito medio dei residenti – 23mila a Curno e 30mila a
Gorle- indicano una distanza enorme (nel 2019).
Curno da punto di vista dei trasporti e dei servizi è stato
fortunatissimo. Dalla ferrovia che l'attraversò dal lontano 1863 alla
via Lecco che sostituì nel 1928 le vie Dorotina-Crocette con la nuova
opera per farvi passare la tranvia. Alla fine degli anni '60 passò la
Dalmine Almè ed alla fine degli anni '80 l'asse interurbano. Dagli anni
'70 l'ATB transita dentro il paese.
Entri in Gorle e ti pare di entrare in un paese moderno. Passi dalle
Crocette e ti pare di attraversare uno slums. E via Cesare Battisti? E
via Gamba?.
Per puro caso è approdata la Freni Brembo (merito di una Finanziaria di
un governo Amato: non degli amministratori che l'hanno sempre odiata in
quanto non riuscivano a piazzarvi i propri raccomandati) ma siamo
riusciti a fare scappare una Tesmec che è diventata leader
internazionale nella costruzione di macchine posacavi. E' scappata una
Bossong diventata leader europeo nel settore restauri post terremoti.
Se n'è andata anche la Cartemani verso Milano. Temiamo fermamente che
se ne andrà anche la Losma e non è detto che pure la Brembo non verrà
acquistata da qualche grande industria tedesca (wolskwagen?) o
americana alla morte del fondatore.
Poi basta andare a vedere per esempio il quadrilatero DeAmicis-2
Giugno-Repubblica- C. Battisti e scopri che non c'è un metro quadro di
verde, non c'è un metro lineare di marciapiede, non c'è un parcheggio.
Stessa situazione tra la via Marconi e la ferrovia. E comprendi come
mai i Curnesi hanno settemila euro di reddito meno dei Gorlesi. Mica
perché tutti i ricchi della Bergamasca sono cascati a Mozzo e Gorle.
Siamo stati uno dei comuni più fortunati della provincia e anziché
guidare lo sviluppo ci siamo adagiati comodamente lasciandoci mantenere
dal poco che il commerciale ci dava: lussuosi piani del diritto allo
studio che distribuivano ricchezza sprecandola in massima parte; due
centri sportivi ma nessuno creato dal comune e sempre gestiti e
mantenuti in massima parte delle società sportive. Ci hanno regalato un
pacco di edilizia popolare finita abbandonata a se stessa per 50 anni.
In più di mezzo secolo i vari amministratori che si sono succeduti alla
guida del comune non si sono neanche curati di cambiare la lastra di
granito (UNA lastra 25x50ccm) all'ingresso del municipio che s'era
fessurata appena aperto l'edificio. La sciatteria al cubo come politica
e soldi a palate per conquistare il consenso a breve: i piani servizi
sociali affidati ai privati senza mai nessun rendiconto.
Edifici pubblici che paiono delle “capunere” dal punto di vista
energetico che dovevano essere sistemati già da 10-12 anni or
sono forse -forse?- verranno un po' rabberciati negli anni a
venire semmai arriveranno i solcc da Roma. Che dire della pista
ciclabile che dal quadrifoglio tra via Lecco e la SP470 salirà “a mezza
costa” la ripa di via Lecco lato sud per arrivare in via Buelli?. Un
unicum nazionale: immaginatela innevata e ghiacciata da percorre in
discesa… .
Un Comune che ancora ai tempi della Morelli era un grande calderone
dove pubblico e privato interagivano in autonomia adesso è diventato un
dispensatore di servizi privatizzati. 25 anni or sono la popolazione si
organizzava e proponeva il proprio volontariato al servizio del paese.
Oggi non sono più i cittadini che si auto-organizzano ma ci sono dei
veri e propri gruppi di pressione che a livello nazionale regionale
provinciale locale inventano bisogni e propongono soluzioni ai vari
enti locali che le adottano per non apparire “più indietro” degli altri
comuni. Oggi il Comune paga tutto assegnando il servizio ad un privato.
Importante che sia una onlus o una cooperativa. Il Comune paga la
fattura a fine mese e ciao stai bene: c'è il numero 800 se hai dei
problemi.
L'acqua potabile è una repubblica dove il comune non mette bocca.
Il gas idem come l'acqua. La nettezza urbana è stata una autentica
capocciata della Serra1: siamo diventati concorrenti dell'A2A salvo che
all'A2A dobbiamo versare i nostri rifiuti finchè l'A2A non comprerà la
SPA di cui siamo diventati incauti azionisti. Intanto i costi aumentano
ma sono nascosti attribuendo la colpa al covid.
Il piano del diritto allo studio vede arrivare alle scuole meno dei 15
dell'intero ammontare mentre a vari gruppi privati –parrocchia in
primis- arrivano soldi per ogni virgola di volontariato e questi soldi
– al netto delle spese necessarie- finiscono come compensi versati ai
vari volontari. In nero? Boh!?.
In 25 anni il Comune non è più uno dei motori dello sviluppo locale ma
solo un dispensatore di risorse pubbliche. Dalla carità pelosa dei
servizi sociali ai 300mila metri cubi regalati alle immobiliari padrone
dei capannoni che ospitano i mille centri commerciali del paese.
In 25 anni il Comune non ha costruito una strada.
Non ha costruito un parco.
Per realizzare 1200 mt di pista ciclabile ha sprecato sette anni di
carta. La carta dei progetti e degli studi (in massima parte dei copia
incolla) basterebbe a lastricare la pista. Ma la pista NON è finita:
nel senso che non si riesce a passare da Curno a Ponte. Chissà.
In compenso ha dimenticato di ridurre le volumetrie anabolizzate
permesse dalle criminali leggi nazionali così che il paese ogni tanto
ci sono dei palazzi ipertrofici del tutto fuori contesto: sempre come
regalo alle immobiliari.
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SE 140 MILIONI DI PERSONE SI SCOPRONP UNO STATO CANAGLIA
Due verità vanno dette subito. Uno. Putin-Russia debbono
abbandonare l’Ucraina (quella ante 2014) e smettere la guerra. Due.
L’Ucraina non è un paese col livello minimo di standard democratici per
stare in Europa e nel mondo occidentale: come sistema politico mafioso
criminale nella gestione del potere, delle risorse economiche e
naturali, nel rispetto della democrazia è malmessa come la Russia,
forse anche peggio. Certo è che non può essere piacevole per la Russia
e buona parte dei Russi: sono 144 milioni più o meno suddivisi in 200
gruppi etnici – compresi quelli non filo putiniani- sentirsi
popolo “reietto” nel mondo. Come l’Iran. Come la Siria. Come
l’Afganistan. Per qualche verso come Israele. E Putin vorrebbe
riportare la Russia ai fasti zaristi ! ? .
Esattamente come fu per l’Iraq l’Ucraina è al centro delle brame russe
ed occidentali. Queste ultime ben più avanti nel mettere le mani sulle
grandi risorse naturali del paese. All’Occidente importa zero della
mancanza della mancanza di democrazia in Ucraina – ci sarà bene una
ragione se in vent’anni quella nazione ha perso il 10% della
popolazione- gli basta disporre mafiosamente delle sue ricchezze.
La questione quindi non è quella degli italiani “né-né” ma quella delle
imprese italiane (ed europee…) che hanno in mano l’economia ucraina:
cosa pensano di fare? da che parte vogliono stare? che contributo
vogliono dare perché l’Ucraina diventi un paese democratico?. Abbiamo
il forte sospetto che alle imprese italiane ed europee che saccheggiano
dal 1991 l’Ucraina importi zero che ci sia Zelensky oppure un fantoccio
putiniano: importante che consenta di portare via le ricchezze con
tasse e salari bassi ai lavoratori.
Nel periodo gennaio-ottobre del 2021 le esportazioni italiane in
Ucraina sono ammontate a 1,6 miliardi di euro: più dello stesso periodo
del 2020 (1,3 miliardi) ma meno delle cifre registrate nel 2019 (1,7
miliardi).
Il nostro paese esporta verso Kiev principalmente macchinari e
apparecchiature (399 milioni di euro nel 2020), tabacco (152), prodotti
chimici (147), abbigliamento (129), prodotti alimentari (125).
Nei primi dieci mesi del 2021 le importazioni dall’Ucraina, invece,
sono valse 2,64 miliardi di euro: un valore superiore anche a quello
registrato in tutto il 2019, prima della pandemia (2,5), e in tutto il
2018 (2,62).
L’Italia ha importato soprattutto prodotti metallurgici (964 milioni) e
– in misura nettamente inferiore – prodotti alimentari (292) e agricoli
(250).
Per capire la differenza tra i differenti rapporti economici
dell’Italia con la Russia e l’Ucraina siamo nell’ordine di 20 miliardi
di interscambio con la Russia contro i 3 coll’Ucraina.
Purtroppo già oggi il 30% del Pil mondiale avviene in paesi retti da
regimi autoritari: lo zoccolo duro del nuovo ordine globale è
consistente. L’indebolimento oggettivo di Mosca si trasforma quindi in
opportunità per la Cina che ha già firmato contratti per 118 miliardi
di dollari di gas, ha fatto incetta di cereali russi, e gli investitori
di Shanghai si avventano su aziende russe in liquidazione. L’esodo in
massa delle multinazionali occidentali da Mosca e San Pietroburgo viene
considerato un’opportunità per le loro concorrenti cinesi.
E l’Europa? Nella tragedia ucraina sembra un pollaio pieno zeppo di
galli (magari sono solo dei capponi…) che fanno a gara a telefonare a
Putin per raccomandargli di non chiudere i rubinetti del gas
mentre quello fa orecchio di mercante sulla guerra.
Il paradosso da superare è questo. Un paese di 140 milioni di abitanti
che –a torto o ragione- oltre che nel PIL si sente privato di un ruolo
nel mondo e minacciato da un’Europa –altri 450 milioni di abitanti- che
agita il suo braccio armato –la Nato- mentre sostanzialmente non sa
trovare una linea politica comune del come stare nel mondo.
Di fronte gli USA contenti della propri autosufficienza energetica e una Cina che può comprare tutto e tutti.
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RAZIONERANNO L'ACQUA POTABILE
L'Eco si fa portavoce dei produttori di energia elettrica senza leggere
le due pagine come una richiesta di aiuti economici al governo per le
imprese idroelettriche. Questo inverno non è mai nevicato e da quattro
mesi la Bergamasca non vede una goccia di acqua. Il problema non sta
soltanto nella ridotta produzione elettrica bensì nella certezza che o
dovremo attenderci una primavera piovosissima (con conseguenze
irreparabili sotto il profilo ambientale) oppure in una stagione estiva
all'insegna della sospensione per molte ore del consumo dell'acqua
alimentare potabile. In Bergamasca il sistema di raccolta e
regolamentazione dei rilasci d'acqua è limitato alle alte Alpi che però
costituiscono un bacino pari alla metà del resto del territorio montano
nel quale non esistono bacini di raccolta. Questo significa che in caso
di forti piogge nelle prossime settimane tutte le acque delle prealpi e
delle colline si riverseranno a valle e possiamo stare sicuri che
scatteranno inevitabili alluvioni da torrenti e fiumi oltre che l'ormai
accertata inadeguatezza dei sistemi fognari nei paesi.
La situazione è pressoché identica in tutto il nord Italia e di
conseguenza ci saranno anche dei problemi per irrigare le produzioni
agricole nella pianura padana.
Considerando “in che mani siamo” c'è da prevedere che arriveremo al
dunque senza alcuna soluzione tranne che la sospensione dei consumi che
non potrà che essere volontaria.
Se l'energia elettrica è in qualche modo importabile a prezzi esosi
visto che l'Italia è assediata da centinaia di centrali atomiche in
Francia Svizzera Austria e Slovenia l'acqua o c'è oppure restiamo a
secco.
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