|
|
LE OPINIONI DEGLI ALTRI
|
|
UCRAINA:E' IL CASO DI PARTIRE
Per fermare Putin occorre un'Europa disposta a passare due-tre mesi al
freddo, al buio, a km zero ed a mandare la sua gioventù a morire per
Kiev e non solo. Morire per Kiev? Non pensiamo che l'Europa sia
disponibile. Nemmeno gli USA. Anzi: pensiamo che la maggioranza degli
Europei coi propri rappresentanti politici europei e nazionali
aspettino che “adda passà 'a nuttata!”.
La questione è che stavolta –a differenza delle balle anglo americane
su SaddamHussein- Putin le armi di distruzione di massa le ha davvero.
Anche se c'è la speranza che gli USA e la Nato costituiscano un
deterrente e riescano a mantenere la guerra dentro i confini
tradizionali di quelle che abbiamo visto finora attorno al
Mediterraneo. La questione è che l'Europa non è la Libia o la Siria e
nemmeno il Montenegro.
(...)
DA 24 A 46 MILIONI: UN VERGOGNA DI STRADA
Meno di cinque chilometri per 46 milioni. E mancano ancora gli
allacciamenti elettrici (avranno almeno pagato l'allacciamento
all'enel?) per fare funzionare le pompe di svuotamento programmato
delle vasche di raccolta delle acque piovane e l'illuminazione. Poi ci
sono tutte le sistemazioni esterne che non si sa quando verranno
effettuate e se la spesa è già contenuta nei 46 milioni oppure dovranno
mettersi a cercare altri denari per questo appalto. Bisogna dare atto a
chi ha fatto questo progetto per avere centrato sia gli obiettivi
costruttivi iniziali (messi in appalto) sia i costi: da 24 a 46
milioni. Una piccola differenza. Insignificante. Senza contare la
strage di territorio che hanno fatto: li da vedere nel filmato di
Bgnews. Dovevano fare una strada più ampia e ne anno fatte tre: una
genialata. Che premia quelle teste d'uovo che ne hanno voluta una
interrata e in galleria per non perdere il cannocchiale visivo sui
Colli di Bergamo. Giusto: così li vedranno attraverso quattro file di
auto. Così dopo avere gentilmente regalato all'impresa Vitali che s'era
sostituita alla Fabiani vincitrice dell'appalto tre lustri or sono il
modesto aumento dei lavori da 23 a 46 milioni, Provincia e Regione e
qualche sindaco erano in prima fila ad inaugurare il tratto
Curno-Ossenesga. Tra i 15 della prima fila a reggere il nastro
tricolore non poteva che esserci l'assessora regionale Terzi, niente
affatto visibile col suo cappottone rosa fucsia fosforescente e i
capelli bicolore coi led incorporati. Ma forse era il sole che li
faceva brillare.
(...)
CATTOLICI ANTIFASCISTI PRO DOMO PROPRIA
Imperversa la maligna rivisitazione della storia patria del paese bello
da vivere da parte della peggiore componente cattolica della
maggioranza. Non contente –le madamine putiniane della giunta- delle
ripetute celebrazioni dei morti a seguito dell'assalto a Villa Masnada
delle Crocette condotta da un prete pazzo alla guida di un manipolo di
giovani che lo stimavano assai più di quanto meritasse, adesso hanno
scovato anche sette curnesi (più o meno) che colpevoli per il regime
nazi fascista post 8 settembre 1943 di avere aiutato i prigionieri
fuggiti dal campo di concentramento della Grumellina, vennero
condannati “con sentenza dell'8 novembre 1944, condannati a due anni di
carcere e al pagamento delle spese processuali. Fortunatamente il
decreto di amnistia ed indulto che era stato emesso il 28 ottobre 1944
permise la loro scarcerazione a fine novembre 1944”. Purtroppo avevano
scontato nel frattempo la prigionia dal 29 luglio 1944: si può dire
che tutto sommato se la cavarono bene.
(...)
NON SI FARA' LA STAZIONE DI CURNO
L'inutile discussione sul finto raddoppio per evidenti motivi politici
(il governo nazionale ha voluto premiare clientelarmente le tre
amministrazioni di c.d. centrosinistra: Bergamo Curno e Mozzo) finirà
come abbiamo previsto. I 170 milioni di spesa per fare felici le
imprese del settore per un intervento che non servirà affatto a
migliorare i collegamenti da Bergamo a Milano sulla direttrice alta via
Calusco-Paderno dal momento che sostanzialmente l'unico miglioramento
sarà l'abolizione dei passaggi a livello e una dose di elettronica nel
governo della sicurezza, Curno s'arrangerà col suo buco pedonale su
via Roma e sul sottopasso di via fermi che si allagherà ogni volta che
piove vista la professionalità del Comune nel gestire questo tipo di
problema.
La Terzi ha lanciato la notizia che addirittura non si farà nemmeno la
stazione di Curno e questa è una bella notizia visto che non serve a
nessun Curnese.
(...)
|
|
|
|
|
NON SI FARA' LA STAZIONE DI CURNO
L'inutile discussione sul finto raddoppio per evidenti motivi politici
(il governo nazionale ha voluto premiare clientelarmente le tre
amministrazioni di c.d. centrosinistra: Bergamo Curno e Mozzo) finirà
come abbiamo previsto. I 170 milioni di spesa per fare felici le
imprese del settore per un intervento che non servirà affatto a
migliorare i collegamenti da Bergamo a Milano sulla direttrice alta via
Calusco-Paderno dal momento che sostanzialmente l'unico miglioramento
sarà l'abolizione dei passaggi a livello e una dose di elettronica
nel governo della sicurezza, Curno s'arrangerà col suo buco
pedonale su via Roma e sul sottopasso di via fermi che si allagherà
ogni volta che piove vista la professionalità del Comune nel
gestire questo tipo di problema.
La Terzi ha lanciato la notizia che addirittura non si farà nemmeno la
stazione di Curno e questa è una bella notizia visto che non serve a
nessun Curnese.
Noi restiamo del parere che (1) sia utile la bretella da via Fermi alla
rotonda sulla Circonvallazione Leuceriano col prolungamento di
via Ruffilli (2) il collegamento viabilistico della Piazza del Comune
con via Bergamo può essere il tratto giallo della foto qui sopra (3) il
sottopasso pedonale di via Roma deve essere ampio quanto la strada
attuale e deve avere ai lati una coppia di scale mobili andata e
ritorno per chi vuole passare a piedi e di lato un percorso per le
biciclette (4) pensare a una riconversione di un quota importante
del commerciale tra via Bergamo e via Trento in senso abitativo.
|
|
E' IL CASO DI PARTIRE
Per fermare Putin occorre un'Europa disposta a passare due-tre mesi al
freddo, al buio, a km zero ed a mandare la sua gioventù a morire per
Kiev e non solo. Morire per Kiev? Non pensiamo che l'Europa sia
disponibile. Nemmeno gli USA. Anzi: pensiamo che la maggioranza degli
Europei coi propri rappresentanti politici europei e nazionali
aspettino che “adda passà 'a nuttata!”.
La questione è che stavolta –a differenza delle balle anglo americane
su SaddamHussein- Putin le armi di distruzione di massa le ha davvero.
Anche se c'è la speranza che gli USA e la Nato costituiscano un
deterrente e riescano a mantenere la guerra dentro i confini
tradizionali di quelle che abbiamo visto finora attorno al
Mediterraneo. La questione è che l'Europa non è la Libia o la Siria e
nemmeno il Montenegro.
Tra l'altro pensiamo che non sia così facile azzerare le
importazioni energetiche –gas e petrolio- dalla Russia e sostituirne la
parte russa mancante per tenere aperti i servizi necessari ad una
economia di guerra. Italia e Germania sono le più vulnerabili: chi
resterà tragicamente nudo saranno due pesi massimi dell'economia
europea, Germania e Italia. Quello che verrà recuperato da fornitori
alternativi rischia di essere polverizzato dal feroce aumento dei
prezzi del gas e del greggio.
Ad essere sinceri pensavamo ad un blitzkrieg russo in Ucraina:
arrivare all'occupazione della parte orientale della nazione in pochi
giorni. Una settimana. Invece sul campo, la Russia prosegue nella sua
strategia ceceno-siriana di distruzione. Ci rendiamo conto che
l'esercito russo non appare messo bene e sembrerebbe che più che
un'occupazione rapida e violenta stiano smaltendo la grande massa di
materiale bellico obsoleto che ancora occupa i magazzini di tutto quel
che corre in rete, arresto dei dissidenti- ci sono ma
sostanzialmente la situazione è un colabrodo per l'invasore e una
tragedia per il popolo ucraino.
L'obiettivo non sarebbe necessariamente quello di riprendersi i paesi
ex Patto di Varsavia ma almeno infliggere loro gravi danni, ad esempio
attraverso emigrazioni di massa o provocazioni interne ai paesi con
comunità russofone, come i baltici. Un costoso logoramento che aumenta
il rischio di escalation con coinvolgimento diretto della NATO.
Che la situazione sia a somma fortemente negativa è un dato di fatto.
La Russia subirà un crollo economico di portata simile a un evento
bellico, l'Europa verrà colpita pesantemente. La domanda resta la
stessa: chi resisterà di più? Quanto e come la popolazione russa
resterà aggrappata a suggestioni nazionalistiche e vittimistiche, tali
da giustificare una crescente repressione del dissenso interno?
Putin ha saputo bene applicare pro domo sua la scelta americana di
ritrarsi dall'Europa –tanto loro sono ormai autosufficienti dal punto
di vista energetico- volgendo verso il Pacifico ed ha saputo assai
meglio dei governi Europei gestire le risorse energetiche per
impiccare gli ingenui europei. Germania e Italia per prime.
I limiti della visione politiche della Merkel che ha fatto della
Germania il neo impero tedesco nell'Europa allargata ad est
appaiono del tutto evidenti assieme a quelli dei governi italiani che
da trent'anni scodinzolano dietro la Germania. La NATO è stata
manescamente usata dalla Germania per costruirsi l'impero e
garantirselo vendendo la facile merce del consumismo abbinato alla
democrazia.
Adesso senza energia l'impero si sfascia.
Come si sfasciano anche le mutue tedesche che hanno investito nei gasdotti molti dei loro fondi.
L'invasione russa dell'Ucraina avrà effetti ben peggiori rispetto
alla pandemia che non abbiano ancora superato. Tra l'altro è difficile
immaginare che un esercito europeo messo insieme alla garibaldina
in pochi giorni o settimane riesca a fermare anche lo scombinato
esercito russo. Ed abbiamo qualche dubbio che nonno Biden sia davvero
disposto a mandare la sua gioventù a morire per Kiev e l'Europa.
L'ingenuità europea è arrivata fino alla follia mettendo il proprio destino nelle mani di Putin.
L'Europa anziché imitare quel che hanno fatto Obama e Trump : rendere
gli Stati Uniti autosufficienti dal punto di vista energetico, si sono
comodamente appisolati al tepore del gas russo immaginando che
pure l'orso sovietico facesse altrettanto.
Pazzesca la miopia dell'Unione Europea che ha impostato il problema del
proprio futuro non sull'autosufficienza energetica ma su quella
puramente ambientale come fosse un modesto studentello di scuola
elementare. E che dire dei governi dei paesi che si sono accodati alla
politica merkeliana di legarsi l'ombelico energetico a un qualche nord
stream?.
Non c'è che da concludere amaramente la scarsa se non nulla capacità
europea di essere leader internazionale confermando la sua moidesta se
non nulla statura politica: mentre sfotteva Russia Cina USA gettando
loro in faccia d'essere culla della cultura e della democrazia nel
mondo.
Adesso Putin spegne la luce all'Europa e gli USA stanno a guardare lontani mille chilometri.
Riguardo al PNRR, a oggi mi pare evidente che lo status quo sia
insostenibile. Nel senso che i piani di spesa sono saltati o sarebbero
massacrati dall'esplosione dei costi. Quindi forse serve una
approfondita riflessione su tempi e modi del piano. Altrimenti si
finirà contro un muro e avremo dilapidato un patrimonio di credibilità
prima che di denaro.
Ultimo punto di queste riflessioni in ordine sparso: quale è la soglia
di prezzo delle materie prime che innesca distruzione della domanda? Lo
scopriremo tra non molto, temo. Quello che al momento pare
difficilmente evitabile è il razionamento energetico nei paesi più
vulnerabili. Servirà protezione sociale in relazione a questo, oltre
che sullo shock stagflazionistico che oggi sembra difficilmente
evitabile.
Adesso è la guerra.
|
|
DA 24 A 46 MILIONI: UN VERGOGNA DI STRADA
Meno di cinque chilometri per 46 milioni. E mancano ancora gli
allacciamenti elettrici (avranno almeno pagato l'allacciamento
all'enel?) per fare funzionare le pompe di svuotamento programmato
delle vasche di raccolta delle acque piovane e l'illuminazione. Poi ci
sono tutte le sistemazioni esterne che non si sa quando verranno
effettuate e se la spesa è già contenuta nei 46 milioni oppure dovranno
mettersi a cercare altri denari per questo appalto. Bisogna dare atto a
chi ha fatto questo progetto per avere centrato sia gli obiettivi
costruttivi iniziali (messi in appalto) sia i costi: da 24 a 46
milioni. Una piccola differenza. Insignificante. Senza contare la
strage di territorio che hanno fatto: li da vedere nel filmato di
Bgnews. Dovevano fare una strada più ampia e ne anno fatte tre: una
genialata. Che premia quelle teste d'uovo che ne hanno voluta una
interrata e in galleria per non perdere il cannocchiale visivo sui
Colli di Bergamo. Giusto: così li vedranno attraverso quattro
file di auto. Così dopo avere gentilmente regalato all'impresa Vitali
che s'era sostituita alla Fabiani vincitrice dell'appalto tre lustri or
sono il modesto aumento dei lavori da 23 a 46 milioni, Provincia e
Regione e qualche sindaco erano in prima fila ad inaugurare il tratto
Curno-Ossenesga. Tra i 15 della prima fila a reggere il nastro
tricolore non poteva che esserci l'assessora regionale Terzi, niente
affatto visibile col suo cappottone rosa fucsia fosforescente e i
capelli bicolore coi led incorporati. Ma forse era il sole che li
faceva brillare.
Come detto manca l'illuminazione elettrica, mancano le colonnine di
soccorso, verrà chiusa quando piove perché non c'è alimentazione delle
pompe, mancano le due vasche di raccolta delle acque piovane del
comprensorio Pascolo dei Tedeschi (a carico della Regione) e tutto
attorno c'è da sistemare. Pare che la strada ad est del nuovo tracciato
verrà abolita e rifatti i campi come prima. Pare che:quindi non è detto
che.
Nel frattempo chi di dovere sta già lavorando per mettere in cantiere altri progeti ed altri appalti.
Troppo grosso quello che prevede 450 milioni di spesa per la
lunghissima galleria da Ossenesga a Sedrina: li bisogna muoversi con la
debita accortezza perché l'ANAC insomma. Invece stanno progettando un
sottopasso alla rotonda dell'Arlecchino in modo che la viabilità
diretta tra la valle e la pianura non interferisca con quella locale.
Una bottarella se paragonata alla Curno Ossenesga di almeno cento
milioni in attesa dei 450 della direttissima con … ampia curva.
La Valle Brembana benché poco abitata – 42 mila persone-
sostanzialmente sta in piedi dipendendo del tutto dalla pianura. In
Valle Brembana quel che occorre per abitarci neanche il 10% è a… km
zero. Tutto bisogna portarlo dalla pianura: così metà del traffico è
formato da autocarri e furgoni. Poi ci sono le poche attività in valle
che portano le materie prime e i lavori finiti a valle.
E così la TEB 2 è un trami-mino che si ferma ad Almè. Non si può
nemmeno collegare con la rete RFI-Trenord. La vecchia ferrovia è stata
trasformata in ciclabile e quindi se venisse riattivata bisogna rifare
la pista.
Il bello è che il coro di quelli politicamente corretti inneggiano alla
TEB2, alla mega galleria Ossenesga-Sderina, alla pista ciclabile, alle
tre strade tra Mozzo ed Ossenesga: insomma a tutto ed a tutto il suo
contrario. Una voce unica: quella dei costruttori edilizi.
|
|
CATTOLICI ANTIFASCISTI PRO DOMO PROPRIA
Imperversa la maligna rivisitazione della storia patria del paese bello
da vivere da parte della peggiore componente cattolica della
maggioranza. Non contente –le madamine putiniane della giunta-
delle ripetute celebrazioni dei morti a seguito dell'assalto a Villa
Masnada delle Crocette condotta da un prete pazzo alla guida di un
manipolo di giovani che lo stimavano assai più di quanto
meritasse, adesso hanno scovato anche sette curnesi (più o meno) che
colpevoli per il regime nazi fascista post 8 settembre 1943 di avere
aiutato i prigionieri fuggiti dal campo di concentramento della
Grumellina, vennero condannati “con sentenza dell'8 novembre 1944,
condannati a due anni di carcere e al pagamento delle spese
processuali. Fortunatamente il decreto di amnistia ed indulto che era
stato emesso il 28 ottobre 1944 permise la loro scarcerazione a fine
novembre 1944”. Purtroppo avevano scontato nel frattempo la
prigionia dal 29 luglio 1944: si può dire che tutto sommato se la
cavarono bene.
Ad una di queste persone –la signorina Riva Bianca- le madamine
putiniane della giunta hanno deciso di intitolare l'edificio della ex
scuola Rodari, sulla base di una articolo di Mariella Tosoni una
distinta professoressa ipercattolica specializzata nella microstoria
patria pubblicata (per fortuna un solo libro) da case editrici iper
religiose.
Così mentre il prete pazzo che aveva condotto al massacro un gruppetto
di giovini venne spedito dalla Curia bergamasca in Svizzera perché
stesse defilato onde evitare d'essere ammazzato da qualche parente dei
giovani fucilati ecco che si scopre che qualcuno della famiglia
Riva ha conservato tutto l'incartamento dell'arresto e della condanna
(mai applicata, però) per ottenere “un "Certificato Alexander", il n.
48022/69869, rilasciato ai componenti il gruppo di Curno, "Per l'aiuto
dato ai soldati delle Forze Armate degli Alleati che li ha messi in
grado di evadere od evitare di essere catturati dal nemico".
Insomma le cose si fanno col cuore ma tenendo sempre presente il vantaggio successivo: mica per nulla sono cattolici.
Curno ha avuto due suoi concittadini partigiani. Gamba Tarcisio, classe
1925- ammazzato da partigiano alle Case Cicogna di Pecorara (PC) il 18
dicembre 1944, e l'altro Emilio Nava –mozzese di nascita ma sposato e
con una figlia a Curno quando era militare- morto a Taleggio. A Curno
durante il fascismo c'era il curato Mario Frizzi classe 1911 “uno
che si era rifiutato anche di presenziare al trasporto funebre di un
soldato repubblicano”. Il comandante partigiano della piazza
Artifoni salvò -per intervento del curato Frizzi- nel maggio 194S un
gruppetto di otto concittadini dalla fucilazione che avevano assaltato
l'edificio comunale rubando materiale elettrico e meccanico (che
essendo dell'esercito disciolto apparteneva alla futura repubblica). Il
curato Mario Frizzi classe 1911 era "uno che ascoltava
sfrontatamente nello studio, che aveva le finestre sul sagrato, Radio
Londra con alcuni noti antifascisti locali; che si sospettava aiutasse
i partigiani e si era rifiutato anche di presenziare al trasporto
funebre di un soldato repubblicano".
Insomma chi davvero rischiò la pelle e qualche volta la persero sono
stati dimenticati. Invece questi “bravi resistenti” cattolici ben
attenti a conservare le carte per future benemerenze avranno una scuola
intitolata.
|