A GUARDARE ALLE COLLINE  10 MARZO 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LE OPINIONI DEGLI ALTRI

UCRAINA:E' IL CASO DI PARTIRE
Per fermare Putin occorre un'Europa disposta a passare due-tre mesi al freddo, al buio, a km zero ed a mandare la sua gioventù a morire per Kiev e non solo. Morire per Kiev? Non pensiamo che l'Europa sia disponibile. Nemmeno gli USA. Anzi: pensiamo che la maggioranza degli Europei coi propri rappresentanti politici europei e nazionali aspettino che “adda passà 'a nuttata!”.
La questione è che stavolta –a differenza delle balle anglo americane su SaddamHussein- Putin le armi di distruzione di massa le ha davvero. Anche se c'è la speranza che gli USA e la Nato costituiscano  un deterrente e riescano a mantenere la guerra dentro i confini tradizionali di quelle che abbiamo visto finora attorno al Mediterraneo. La questione è che l'Europa non è la Libia o la Siria e nemmeno il Montenegro.
(...)

DA 24 A 46 MILIONI: UN VERGOGNA DI STRADA
Meno di cinque chilometri per 46 milioni. E mancano ancora gli allacciamenti elettrici (avranno almeno pagato l'allacciamento all'enel?) per fare funzionare le pompe di svuotamento programmato delle vasche di raccolta delle acque piovane e l'illuminazione. Poi ci sono tutte le sistemazioni esterne che non si sa quando verranno effettuate e se la spesa è già contenuta nei 46 milioni oppure dovranno mettersi a cercare altri denari per questo appalto. Bisogna dare atto a chi ha fatto questo progetto per avere centrato sia gli obiettivi costruttivi iniziali (messi in appalto) sia i costi: da 24 a 46 milioni. Una piccola differenza. Insignificante. Senza contare la strage di territorio che hanno fatto: li da vedere nel filmato di Bgnews. Dovevano fare una strada più ampia e ne anno fatte tre: una genialata. Che premia quelle teste d'uovo che ne hanno voluta una interrata e in galleria per non perdere il cannocchiale visivo sui Colli di Bergamo. Giusto: così li vedranno attraverso  quattro file di auto. Così dopo avere gentilmente regalato all'impresa Vitali che s'era sostituita alla Fabiani vincitrice dell'appalto tre lustri or sono il modesto aumento dei lavori da 23 a 46 milioni, Provincia e Regione e qualche sindaco erano in prima fila ad inaugurare il tratto Curno-Ossenesga.  Tra i 15 della prima fila a reggere il nastro tricolore non poteva che esserci l'assessora regionale Terzi, niente affatto visibile col suo cappottone rosa fucsia fosforescente e i capelli bicolore coi led incorporati. Ma forse era il sole che li faceva brillare.
(...)

CATTOLICI ANTIFASCISTI PRO DOMO PROPRIA
Imperversa la maligna rivisitazione della storia patria del paese bello da vivere da parte della peggiore componente cattolica della maggioranza. Non contente –le madamine putiniane della giunta-  delle ripetute celebrazioni dei morti a seguito dell'assalto a Villa Masnada delle Crocette condotta da un prete pazzo alla guida di un manipolo di giovani che  lo stimavano assai più di quanto meritasse, adesso hanno scovato anche sette curnesi (più o meno) che colpevoli per il regime nazi fascista post 8 settembre 1943 di avere aiutato i prigionieri fuggiti dal campo di concentramento della Grumellina, vennero condannati “con sentenza dell'8 novembre 1944, condannati a due anni di carcere e al pagamento delle spese processuali. Fortunatamente il decreto di amnistia ed indulto che era stato emesso il 28 ottobre 1944 permise la loro scarcerazione a fine novembre 1944”. Purtroppo avevano  scontato nel frattempo la prigionia  dal 29 luglio 1944: si può dire che tutto sommato se la cavarono bene.
(...)

NON SI FARA' LA STAZIONE DI CURNO
L'inutile discussione sul finto raddoppio per evidenti motivi politici (il governo nazionale ha voluto premiare clientelarmente le tre amministrazioni di c.d. centrosinistra: Bergamo Curno e Mozzo) finirà come abbiamo previsto. I 170 milioni di spesa per fare felici le imprese del settore per un intervento che non servirà affatto a migliorare i collegamenti da Bergamo a Milano sulla direttrice alta via Calusco-Paderno dal momento che sostanzialmente l'unico miglioramento sarà l'abolizione dei passaggi a livello e una dose di elettronica nel  governo della sicurezza, Curno  s'arrangerà col suo buco pedonale su via Roma e sul sottopasso di via fermi che si allagherà ogni volta che piove vista la professionalità del Comune nel gestire  questo tipo di problema.
La Terzi ha lanciato la notizia che addirittura non si farà nemmeno la stazione di Curno e questa è una bella notizia visto che non serve a nessun Curnese.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































NON SI FARA' LA STAZIONE DI CURNO
L'inutile discussione sul finto raddoppio per evidenti motivi politici (il governo nazionale ha voluto premiare clientelarmente le tre amministrazioni di c.d. centrosinistra: Bergamo Curno e Mozzo) finirà come abbiamo previsto. I 170 milioni di spesa per fare felici le imprese del settore per un intervento che non servirà affatto a migliorare i collegamenti da Bergamo a Milano sulla direttrice alta via Calusco-Paderno dal momento che sostanzialmente l'unico miglioramento sarà l'abolizione dei passaggi a livello e una dose di elettronica nel  governo della sicurezza, Curno  s'arrangerà col suo buco pedonale su via Roma e sul sottopasso di via fermi che si allagherà ogni volta che piove vista la professionalità del Comune nel gestire  questo tipo di problema.
La Terzi ha lanciato la notizia che addirittura non si farà nemmeno la stazione di Curno e questa è una bella notizia visto che non serve a nessun Curnese.
Noi restiamo del parere che (1) sia utile la bretella da via Fermi alla rotonda  sulla Circonvallazione Leuceriano col prolungamento di via Ruffilli (2) il collegamento viabilistico della Piazza del Comune con via Bergamo può essere il tratto giallo della foto qui sopra (3) il sottopasso pedonale di via Roma deve essere ampio quanto la strada attuale e deve avere ai lati una coppia di scale mobili andata e ritorno per chi vuole passare a piedi e di lato un percorso per le biciclette (4) pensare a una riconversione di un quota importante  del commerciale tra via Bergamo e via Trento in senso abitativo.

E' IL CASO DI PARTIRE
Per fermare Putin occorre un'Europa disposta a passare due-tre mesi al freddo, al buio, a km zero ed a mandare la sua gioventù a morire per Kiev e non solo. Morire per Kiev? Non pensiamo che l'Europa sia disponibile. Nemmeno gli USA. Anzi: pensiamo che la maggioranza degli Europei coi propri rappresentanti politici europei e nazionali aspettino che “adda passà 'a nuttata!”.
La questione è che stavolta –a differenza delle balle anglo americane su SaddamHussein- Putin le armi di distruzione di massa le ha davvero. Anche se c'è la speranza che gli USA e la Nato costituiscano  un deterrente e riescano a mantenere la guerra dentro i confini tradizionali di quelle che abbiamo visto finora attorno al Mediterraneo. La questione è che l'Europa non è la Libia o la Siria e nemmeno il Montenegro.
Tra l'altro pensiamo che non sia così facile  azzerare le importazioni energetiche –gas e petrolio- dalla Russia e sostituirne la parte russa mancante per tenere aperti i servizi necessari ad una economia di guerra. Italia e Germania sono le più vulnerabili: chi resterà tragicamente nudo saranno due pesi massimi dell'economia europea, Germania e Italia. Quello che verrà recuperato da fornitori alternativi rischia di essere polverizzato dal feroce aumento dei prezzi del gas e del greggio.
Ad essere sinceri pensavamo  ad un blitzkrieg russo in Ucraina: arrivare all'occupazione della parte orientale della nazione in pochi giorni. Una settimana. Invece sul campo, la Russia prosegue nella sua strategia ceceno-siriana di distruzione. Ci rendiamo conto che l'esercito russo non appare messo bene e sembrerebbe che più che un'occupazione rapida e violenta stiano smaltendo la grande massa di materiale bellico obsoleto che ancora occupa i magazzini di tutto quel che corre in rete, arresto dei dissidenti-  ci sono ma sostanzialmente la situazione è un colabrodo per l'invasore e una tragedia per il popolo ucraino.
L'obiettivo non sarebbe necessariamente quello di riprendersi i paesi ex Patto di Varsavia ma almeno infliggere loro gravi danni, ad esempio attraverso emigrazioni di massa o provocazioni interne ai paesi con comunità russofone, come i baltici. Un costoso logoramento che aumenta il rischio di escalation con coinvolgimento diretto della NATO.
Che la situazione sia a somma fortemente negativa è un dato di fatto. La Russia subirà un crollo economico di portata simile a un evento bellico, l'Europa verrà colpita pesantemente. La domanda resta la stessa: chi resisterà di più? Quanto e come la popolazione russa resterà aggrappata a suggestioni nazionalistiche e vittimistiche, tali da giustificare una crescente repressione del dissenso interno?
Putin ha saputo bene applicare pro domo sua la scelta americana di ritrarsi dall'Europa –tanto loro sono ormai autosufficienti dal punto di vista energetico- volgendo verso il Pacifico ed ha saputo assai meglio dei governi Europei gestire le risorse energetiche per  impiccare gli ingenui europei. Germania e Italia  per prime.
I limiti della visione politiche della Merkel che ha fatto della Germania il neo impero tedesco  nell'Europa allargata ad est appaiono del tutto evidenti assieme a quelli dei governi italiani che da trent'anni scodinzolano dietro la Germania. La NATO è stata manescamente usata dalla Germania per costruirsi l'impero e garantirselo vendendo la facile merce del consumismo abbinato alla democrazia.
Adesso senza energia l'impero si sfascia.
Come si sfasciano anche le mutue tedesche che hanno investito nei gasdotti molti dei loro fondi.
L'invasione russa dell'Ucraina avrà effetti  ben peggiori rispetto alla pandemia che non abbiano ancora superato. Tra l'altro è difficile immaginare che un esercito europeo messo insieme  alla garibaldina in pochi giorni o settimane riesca a fermare anche lo scombinato esercito russo. Ed abbiamo qualche dubbio che nonno Biden sia davvero disposto a mandare la sua gioventù a morire per Kiev e l'Europa.
L'ingenuità europea è arrivata fino alla follia mettendo il proprio destino nelle mani di Putin.
L'Europa anziché imitare quel che hanno fatto Obama e Trump : rendere gli Stati Uniti autosufficienti dal punto di vista energetico, si sono comodamente  appisolati al tepore del gas russo immaginando che pure l'orso sovietico facesse altrettanto.
Pazzesca la miopia dell'Unione Europea che ha impostato il problema del proprio futuro non sull'autosufficienza energetica ma su quella puramente ambientale come fosse un modesto studentello di scuola elementare. E che dire dei governi dei paesi che si sono accodati alla politica merkeliana di legarsi l'ombelico energetico a un qualche nord stream?.
Non c'è che da concludere amaramente la scarsa se non nulla capacità europea di essere leader internazionale confermando la sua moidesta se non nulla statura politica: mentre sfotteva Russia Cina USA gettando loro in faccia d'essere culla della cultura e della democrazia nel mondo.
Adesso Putin spegne la luce all'Europa e gli USA stanno a guardare lontani mille chilometri.
Riguardo al PNRR, a oggi mi pare evidente che lo status quo sia insostenibile. Nel senso che i piani di spesa sono saltati o sarebbero massacrati dall'esplosione dei costi. Quindi forse serve una approfondita riflessione su tempi e modi del piano. Altrimenti si finirà contro un muro e avremo dilapidato un patrimonio di credibilità prima che di denaro.
Ultimo punto di queste riflessioni in ordine sparso: quale è la soglia di prezzo delle materie prime che innesca distruzione della domanda? Lo scopriremo tra non molto, temo. Quello che al momento pare difficilmente evitabile è il razionamento energetico nei paesi più vulnerabili. Servirà protezione sociale in relazione a questo, oltre che sullo shock stagflazionistico che oggi sembra difficilmente evitabile.
Adesso è la guerra.

DA 24 A 46 MILIONI: UN VERGOGNA DI STRADA
Meno di cinque chilometri per 46 milioni. E mancano ancora gli allacciamenti elettrici (avranno almeno pagato l'allacciamento all'enel?) per fare funzionare le pompe di svuotamento programmato delle vasche di raccolta delle acque piovane e l'illuminazione. Poi ci sono tutte le sistemazioni esterne che non si sa quando verranno effettuate e se la spesa è già contenuta nei 46 milioni oppure dovranno mettersi a cercare altri denari per questo appalto. Bisogna dare atto a chi ha fatto questo progetto per avere centrato sia gli obiettivi costruttivi iniziali (messi in appalto) sia i costi: da 24 a 46 milioni. Una piccola differenza. Insignificante. Senza contare la strage di territorio che hanno fatto: li da vedere nel filmato di Bgnews. Dovevano fare una strada più ampia e ne anno fatte tre: una genialata. Che premia quelle teste d'uovo che ne hanno voluta una interrata e in galleria per non perdere il cannocchiale visivo sui Colli di Bergamo. Giusto: così li vedranno attraverso  quattro file di auto. Così dopo avere gentilmente regalato all'impresa Vitali che s'era sostituita alla Fabiani vincitrice dell'appalto tre lustri or sono il modesto aumento dei lavori da 23 a 46 milioni, Provincia e Regione e qualche sindaco erano in prima fila ad inaugurare il tratto Curno-Ossenesga.  Tra i 15 della prima fila a reggere il nastro tricolore non poteva che esserci l'assessora regionale Terzi, niente affatto visibile col suo cappottone rosa fucsia fosforescente e i capelli bicolore coi led incorporati. Ma forse era il sole che li faceva brillare.
Come detto manca l'illuminazione elettrica, mancano le colonnine di soccorso, verrà chiusa quando piove perché non c'è alimentazione delle pompe, mancano le due vasche di raccolta delle acque piovane del comprensorio Pascolo dei Tedeschi (a carico della Regione) e tutto attorno c'è da sistemare. Pare che la strada ad est del nuovo tracciato verrà abolita e rifatti i campi come prima. Pare che:quindi non è detto che.
Nel frattempo chi di dovere sta già lavorando per mettere in cantiere altri progeti ed altri appalti.
Troppo grosso quello che prevede 450 milioni di spesa per la lunghissima galleria da Ossenesga a Sedrina: li bisogna muoversi con la debita accortezza perché l'ANAC insomma. Invece stanno progettando un sottopasso alla rotonda dell'Arlecchino in modo che la viabilità diretta tra la valle e la pianura non interferisca con quella locale. Una bottarella se paragonata alla Curno Ossenesga di almeno cento milioni in attesa dei 450 della direttissima con … ampia curva.
La Valle Brembana  benché poco abitata – 42 mila persone- sostanzialmente sta in piedi dipendendo del tutto dalla pianura. In Valle Brembana quel che occorre per abitarci neanche il 10% è a… km zero. Tutto bisogna portarlo dalla pianura: così metà del traffico è formato da autocarri e furgoni. Poi ci sono le poche attività in valle che portano le materie prime e i lavori finiti a valle.
E così la TEB 2 è un trami-mino che si ferma ad Almè. Non si può nemmeno collegare con la rete RFI-Trenord. La vecchia ferrovia è stata trasformata in ciclabile e quindi se venisse riattivata bisogna rifare la pista.
Il bello è che il coro di quelli politicamente corretti inneggiano alla TEB2, alla mega galleria Ossenesga-Sderina, alla pista ciclabile, alle tre strade tra Mozzo ed Ossenesga: insomma a tutto ed a tutto il suo contrario. Una voce unica: quella dei costruttori edilizi.

CATTOLICI ANTIFASCISTI PRO DOMO PROPRIA
Imperversa la maligna rivisitazione della storia patria del paese bello da vivere da parte della peggiore componente cattolica della maggioranza. Non contente –le madamine putiniane della giunta-  delle ripetute celebrazioni dei morti a seguito dell'assalto a Villa Masnada delle Crocette condotta da un prete pazzo alla guida di un manipolo di giovani che  lo stimavano assai più di quanto meritasse, adesso hanno scovato anche sette curnesi (più o meno) che colpevoli per il regime nazi fascista post 8 settembre 1943 di avere aiutato i prigionieri fuggiti dal campo di concentramento della Grumellina, vennero condannati “con sentenza dell'8 novembre 1944, condannati a due anni di carcere e al pagamento delle spese processuali. Fortunatamente il decreto di amnistia ed indulto che era stato emesso il 28 ottobre 1944 permise la loro scarcerazione a fine novembre 1944”. Purtroppo avevano  scontato nel frattempo la prigionia  dal 29 luglio 1944: si può dire che tutto sommato se la cavarono bene.
Ad una di queste persone –la signorina Riva Bianca- le madamine putiniane della giunta hanno deciso di intitolare l'edificio della ex scuola Rodari, sulla base di una articolo di Mariella Tosoni una distinta professoressa ipercattolica specializzata nella microstoria patria pubblicata (per fortuna un solo libro) da case editrici iper religiose.
Così mentre il prete pazzo che aveva condotto al massacro un gruppetto di giovini venne spedito dalla Curia bergamasca in Svizzera perché stesse defilato onde evitare d'essere ammazzato da qualche parente dei giovani fucilati  ecco che si scopre che qualcuno della famiglia Riva ha conservato tutto l'incartamento dell'arresto e della condanna (mai applicata, però) per ottenere “un "Certificato Alexander", il n. 48022/69869, rilasciato ai componenti il gruppo di Curno, "Per l'aiuto dato ai soldati delle Forze Armate degli Alleati che li ha messi in grado di evadere od evitare di essere catturati dal nemico".
Insomma le cose si fanno col cuore ma tenendo sempre presente il vantaggio successivo: mica per nulla sono cattolici.
Curno ha avuto due suoi concittadini partigiani. Gamba Tarcisio, classe 1925- ammazzato da partigiano alle Case Cicogna di Pecorara (PC) il 18 dicembre 1944, e l'altro Emilio Nava –mozzese di nascita ma sposato e con una figlia a Curno quando era militare- morto a Taleggio. A Curno durante il fascismo c'era il curato Mario Frizzi  classe 1911 “uno che si era rifiutato anche di presenziare al trasporto funebre di un soldato repubblicano”.  Il comandante partigiano della piazza Artifoni salvò -per intervento del curato Frizzi- nel maggio 194S un gruppetto di otto concittadini dalla fucilazione che avevano assaltato l'edificio comunale rubando materiale elettrico e meccanico (che essendo dell'esercito disciolto apparteneva alla futura repubblica). Il curato Mario Frizzi classe 1911 era  "uno che ascoltava sfrontatamente nello studio, che aveva le finestre sul sagrato, Radio Londra con alcuni noti antifascisti locali; che si sospettava aiutasse i partigiani e si era rifiutato anche di presenziare al trasporto funebre di un soldato repubblicano".
Insomma chi davvero rischiò la pelle e qualche volta la persero sono stati dimenticati. Invece questi “bravi resistenti” cattolici ben attenti a conservare le carte per future benemerenze avranno una scuola intitolata.