A GUARDARE ALLE COLLINE  03 MARZO 2022

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















MEGLIO CHE L'UCRAINA STIA FUORI DALL'UE
Tutti con l'emetto in testa nei palazzi d'Europa e dintorni. "Per la prima volta in assoluto l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco". A dirlo è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, annunciando il sostegno all'Ucraina: “È un momento spartiacque”. La leader dell'organo di governo europeo ha anche detto che “l'Ucraina è una di noi e la vogliamo nell'Unione" europea.
Pure Andrea Bonanni su Repubblica s'è calato l'emetto in testa  e annuncia seccamente: “Venti Paesi europei hanno deciso di mandare armi leggere e pesanti che uccideranno i soldati di Putin in Ucraina. Tra questi ci sono la Svezia neutrale, la Germania pacifista che ora si riarma, l'Italia ostaggio del gas russo, perfino il microscopico Lussemburgo che non possiede forze armate. L'Unione europea spenderà mezzo miliardo di un «fondo per la pace», nome ereditato dal vecchio genoma pacifista, nell'acquisto di altre armi per alimentare la resistenza di Kiev. Un gesto senza precedenti, su cui nessun governo ha sollevato obiezioni”.
L'Ue sta anche valutando l'attivazione dell'European Peace Facility, strumento fuori dal budget concepito finanziamento di azioni operative nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa. Il tema sarà sul tavolo della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri prevista oggi. Si tratterrebbe di un sostegno in fondi ed equipaggiamenti per l'Ucraina.
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TRASPORTO FERROVIARIO A CURNO
LE CONTRADDIZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA
[ Il testo scritto  in rosso è del volantino comunale. Il testo scritto in blu sono le nostre proposte alternative]
Non è importante sapere chi siano gli autori di questo volantino Curno&Mozzo ma consigliamo agli autori di essere meno ballisti, più realisti e soprattutto di cambiare osteria. Lo diciamo per amicizia ed asciutta ironia perché se dopo qualche anno da quando hanno posto la questione e iniziato ad affrontarla, questi cosiddetti amministratori sono ancora a questo punto o livello, meglio che sbaracchino alla svelta. Perché sono i migliori alleati dei loro avversari in Regione.
Prima di tutto NON esiste una delibera consigliare (parliamo di Curno) votata perlomeno dalla maggioranza in cui siano approvati questi orientamenti: (vogliamo) un trasporto di tipo metropolitano e suburbano (...)


















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































MEGLIO CHE L'UCRAINA STIA FUORI DALL'UE
Tutti con l'emetto in testa nei palazzi d'Europa e dintorni. "Per la prima volta in assoluto l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco". A dirlo è la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, annunciando il sostegno all'Ucraina: “È un momento spartiacque”. La leader dell'organo di governo europeo ha anche detto che “l'Ucraina è una di noi e la vogliamo nell'Unione" europea.
Pure Andrea Bonanni su Repubblica s'è calato l'emetto in testa  e annuncia seccamente: “Venti Paesi europei hanno deciso di mandare armi leggere e pesanti che uccideranno i soldati di Putin in Ucraina. Tra questi ci sono la Svezia neutrale, la Germania pacifista che ora si riarma, l'Italia ostaggio del gas russo, perfino il microscopico Lussemburgo che non possiede forze armate. L'Unione europea spenderà mezzo miliardo di un «fondo per la pace», nome ereditato dal vecchio genoma pacifista, nell'acquisto di altre armi per alimentare la resistenza di Kiev. Un gesto senza precedenti, su cui nessun governo ha sollevato obiezioni”.
L'Ue sta anche valutando l'attivazione dell'European Peace Facility, strumento fuori dal budget concepito finanziamento di azioni operative nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa. Il tema sarà sul tavolo della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri prevista oggi. Si tratterrebbe di un sostegno in fondi ed equipaggiamenti per l'Ucraina.
Il 22 marzo 2021 il Consiglio "Affari esteri" ha adottato la decisione 2021/509 del Consiglio che istituisce lo strumento europeo per la pace (EPF). Da qui la dichiarazione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
L'EPF è uno strumento fuori bilancio volto a consolidare la capacità dell'Unione di prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale, consentendo il finanziamento di azioni operative nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC) che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa.
L'EPF dispone di un massimale finanziario di 5 692 milioni di EUR a prezzi correnti (5 000 milioni di EUR a prezzi 2018) per il periodo 2021-2027, con un massimale annuo che passa da 420 milioni di EUR nel 2021 a 1 132 milioni di EUR nel 2027. I contributi saranno determinati sulla base di un criterio di ripartizione fondato sul reddito nazionale lordo (RNL).
Parallelamente alla decisione EPF, il Consiglio ha adottato gli orientamenti generali e le priorità proposte per le misure di assistenza durante il periodo iniziale (2021-2023), nonché il documento relativo alle salvaguardie dell'EPF, in cui sono stabiliti i principi di base per la conformità e il controllo che l'UE applicherà al momento di fornire tecnologia e attrezzature militari nel quadro dell'EPF.
A metà settembre 2021  Usa, Gran Bretagna e Australia lanciarono a sorpresa un patto di sicurezza nell'area Indo-Pacifica, una sorta di Nato del Pacifico che si chiama Aukus (acronimo dei tre Paesi) e che prevede la vendita di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra, una tecnologia che Washington aveva condiviso finora solo con Londra. Suggellata da una videoconferenza congiunta di Joe Biden, del premier Boris Johnson e del primo ministro australiano Scott Morrison, la mossa ha fatto ovviamente infuriare la Cina, dato che l'alleanza mira proprio a contrastare la minaccia del Dragone nella regione, pur non nominandolo mai.
La Nato era stata il braccio armato che in nome della difesa dell'aggressività sovietica aveva garantito protetto custodito la lenta e inesorabile creazione dentro l'UE  di un nuovo impero (economico in primis) germanico. Man mano che i vari stati dell'ex dominio sovietico si liberavano a partire dal 1989,  aderivano all'Ue e diventavano soci della Nato.
E' sempre esistita una ferrea volontà del sistema economico finanziario occidentale di mettere le mani su questi paesi per farseli vassalli dando agli stessi una migliore condizione di vita e non per nulla sono stati al centro di una forte reindustrializzazione ad opere delle imprese occidentali che ne hanno approfittato per l'enorme quantità di aiuti UE forniti a quei Paesi.

Basta dare un'occhiata alla posizione geografica ed alle dimensioni dell'Ucraina per comprendere come una UE che in qualche modo la integrasse  nella comunità (anche solo per gli scambi ) l'UE diverrebbe –dopo gli USA e la Cina- una delle maggiori potenze internazionali.
Il fatto che a distanza di un anno dalla sua creazione cominci a prendere consistenza una qualche operazione all'interno dello strumento europeo per la pace (EPF) nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune (PESC) con implicazioni nel settore militare o della difesa da alla Russia per prima un segnale: noi ci siamo e cominciamo a muoverci.

Va detto senza timidezze che l'ingresso dell'Ucraina nell'UE significherebbe un grave danno all'agricoltura italiana. Sia in termini di risorse da ricevere dall'UE che in termini di mercato. Probabile una perdita di Pil italiano del settore tra il 15% e il 25%. Vale a dire una marginalizzazione. E' la posizione geografica dell'Ucraina e la sua conformazione naturale che la rendono nostra altissima competitrice.

Va detto senza altre timidezze che la messa in campo proprio verso la Russia per prima dell'EPF ci mette nella situazione per cui quel pazzo di Putin potrebbe muovere anche contro l'UE. Il che non è il massimo.
Pensiamo che contro l'aggressione russa all'Ucraina si debba rispondere applicando ferramente l'esclusione delle banche russe dal sistema Swift e non certo donare armi e nel contempo verificare come si possono-devono compensare quei paesi che  subiscono maggiori svantaggi.
Poi viene il resto. Fanno un po' pena tutti quelli che  dall'alto di ricchi stipendi e ricche pensioni –giornalisti intellettuali politici- non si interessano più di tanto delle bollette energetiche che affliggon


TRASPORTO FERROVIARIO A CURNO
LE CONTRADDIZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA
[ Il testo scritto  in rosso è del volantino comunale. Il testo scritto in blu sono le nostre proposte alternative]
Non è importante sapere chi siano gli autori di questo volantino Curno&Mozzo ma consigliamo agli autori di essere meno ballisti, più realisti e soprattutto di cambiare osteria. Lo diciamo per amicizia ed asciutta ironia perché se dopo qualche anno da quando hanno posto la questione e iniziato ad affrontarla, questi cosiddetti amministratori sono ancora a questo punto o livello, meglio che sbaracchino alla svelta. Perché sono i migliori alleati dei loro avversari in Regione.
Prima di tutto NON esiste una delibera consigliare (parliamo di Curno) votata perlomeno dalla maggioranza in cui siano approvati questi orientamenti: (vogliamo) un trasporto di tipo metropolitano e suburbano
-    Sì perché i cittadini vogliono poter raggiungere l'ospedale, l'università, le stazioni di Ponte San Pietro e Bergamo e il centro di Bergamo e Milano velocemente e senza usare l'auto;
Questa è la prima clamorosa balla raccontata: nessuno dei cittadini che stanno sulla direttrice Calusco-Bergamo oppure Ambivere-Bergamo ha mai posto questo problema dal momento che esistendo l'asse interurbano da oltre vent'anni,  l'intera periferia ovest della città di Bergamo verso l'Adda e il Lecchese si è poggiata sull'asse interurbano e le sue diramazioni. Il quale asse tocca gli ospedali di Merate Ponte Bergamo (due) Seriate Albano. Il quale asse tocca le scuole superiori a Ponte Bergamo Seriate. Semmai occorre risolvere l'accesso alle scuole superiori ed all'ospedale di Ponte dalla Valle san Martino e  Imagna e dall'Isola medio-bassa.
-    Sì per diminuire il traffico veicolare e il conseguente inquinamento dell'aria sulla Strada Briantea e sulla Via Fermi che la collega al Centro Commerciale;
Altra balla. La “vecchia Briantea” dalla città verso ovest è una strada urbana dal momento che  esiste un continuità urbana che la ferrovia non potrebbe risolvere visto che non ci sono spazi ne per le stazioni ne per i parcheggi coerenti. La riduzione del traffico veicolare privato (e gli autocarri?) ci potrebbe essere con una linea tranviaria nella stessa sede della Briantea. Hai voglia!.
Quanto alla via Fermi l'unica soluzione è la bretella dalla via Ruffilli  alla rotonda Failomi-Brambilla (chissà perché Bergamo non le ha dato un nome!?).
-    Sì per avere un servizio moderno, efficiente, di qualità: andare con un treno leggero da Mozzo e Curno a Bergamo sarebbe una bellissima novità e comodità!.
Anche questa è una balla dal momento che esiste un'ottima linea automobilistica che penetra  profondamente Curno Mozzo e Ponte san Pietro. Varrebbe semmai la pena di porla “in sede propria” partendo dall'ospedale di Ponte e attraversando i paesi vecchi arrivasse fino all'ospedale di Seriate. Vale a dire sostituire i bus con una tranvia.

Prosegue il volantino. Curno e Mozzo da tre anni dicono no al tipo di raddoppio progettato da RFI e commissionato da Regione Lombardia che spende 170 milioni di euro per
-    un raddoppio con passaggio di treni "normali" ogni quindici minuti e senza fermate in centro ai paesi (ed i lavori sono ad oggi finanziati solo fino al centro di Curno e poi verso Ponte 5. Pietro, NULLA).
Qui non si capisce se gli autori del volantino siano disinformati oppure cacciano balle. Sui binari RFI ci possono transitare SOLO un certo tipo di treni perché così stabilisce la legge europea nazionale e il contratto di Trenord. Quanto poi al fatto che il raddoppio parta dal quartiere di san Tomaso ed arrivi 200 mt a est della via Roma…basta ed avanza per fare danni. Per esempio non verrà ampliato il ponte sulla ferrovia della Circonvallazione Leuceriano. Chissà quando sarà realizzato il sottopasso di via MLKing.
Gli amministratori di Curno e Mozzo e quelli che si sono messi in coro con loro non hanno il coraggio di dire che a RFI-Trenord del raddoppio di questa linea ferroviaria importava zero in quanto del tutto priva di passeggeri. E' stata una scelta politica del governo  che ha imposto a RFI di metterla in programma per evidenti appoggi politici alle maggioranze locali. Poi davanti a una polpettona di 170 milioni (ma saranno almeno 250 a opera finita semmai finirà…) di euro nessuno s'é più tirato indietro.
-    la conseguente installazione di barriere acustiche alte fino a 7,5 metri lungo il percorso, compreso il centro di Curno (il muro di Berlino era alto 3,6 metri!)
-    la chiusura per sempre di Via Roma al traffico veicolare che deturperà e dividerà definitivamente il centro del paese di Curno in due causando serissimi problemi di viabilità e di vivibilità.
TUTTE le maggioranze che hanno governato Curno dopo il 25 aprile 1945 hanno promesso la fermato del treno proprio su via Roma  MA NESSUNA ha provveduto nei vari PRG-PGT a inserire una stazione a monte del Comune anche quando non era costruito com'è adesso. Gli amministratori di Curno  sono stati espressione del mondo bottegaio locale e non la volevano proprio. L'avvento del Centro Commerciale è stato sostanzialmente imposto dalla DC PCI PSI e MSI nazionali agli amministratori locali spedendo nella DC locale un alto rappresentante della Confindustria provinciale.
Ancora adesso dalla Piazza del Comune potrebbe partire una bretella stradale che sottopassa la ferrovia e sbocca in via Manzù e si potrebbe conservare il sottopasso pedonale di via Roma con un sistema di scale mobilia pendenza moderata e ampiezza maggiorata per passare con la bici condotta a mano. Un'abile progettazione risolverebbe il problema (meglio non affidare il progetto allo straccione di turno che essendo senza lavoro fa l'offerta più vantaggiosa…).
Barriere antirumore. Tutte le abitazioni possono di questi tempi dotarsi di barriere del genere sulla propria abitazione sfruttando il 110%. Invece dei paventati 7,5 mt di barriere RFI (anche) quella spesa potrebbe essere destinata alla abitazioni.

Morale della favola. Quel gineceo che i Curnesi hanno eletto come amministratrici assieme al gineceo della burocrazia comunale hanno dimostrato dopo 15 anni di governo di essere meno preparate e nel contempo meno capaci ed altrettanto iper-clientelari della dc. Ai tempi del “compromesso storico commerciale dc-pci-psi-msi” non provvedettero a risolvere i problemi trasporti-viabilistici del paese. Non li hanno risolti i 4 lustri di governo di Lega (tranne via Europa voluta dalla Brembo, però…) e neanche il CDX. Non li hanno risolti nemmeno i quattro lustri delle sindacature Morelli Serra(2) Gamba. Adesso eccole qui le madamine a piangere contro quei cattivoni di RFI e la Terzi. E il Conti sempre li a vigilare.