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MEGLIO CHE L'UCRAINA STIA FUORI DALL'UE
Tutti con l'emetto in testa nei palazzi d'Europa e dintorni. "Per la
prima volta in assoluto l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la
consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco". A dirlo è la
presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, annunciando
il sostegno all'Ucraina: “È un momento spartiacque”. La leader
dell'organo di governo europeo ha anche detto che “l'Ucraina è una di
noi e la vogliamo nell'Unione" europea.
Pure Andrea Bonanni su Repubblica s'è calato l'emetto in testa e
annuncia seccamente: “Venti Paesi europei hanno deciso di mandare armi
leggere e pesanti che uccideranno i soldati di Putin in Ucraina. Tra
questi ci sono la Svezia neutrale, la Germania pacifista che ora si
riarma, l'Italia ostaggio del gas russo, perfino il microscopico
Lussemburgo che non possiede forze armate. L'Unione europea spenderà
mezzo miliardo di un «fondo per la pace», nome ereditato dal vecchio
genoma pacifista, nell'acquisto di altre armi per alimentare la
resistenza di Kiev. Un gesto senza precedenti, su cui nessun governo ha
sollevato obiezioni”.
L'Ue sta anche valutando l'attivazione dell'European Peace Facility,
strumento fuori dal budget concepito finanziamento di azioni operative
nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno
implicazioni nel settore militare o della difesa. Il tema sarà sul
tavolo della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri prevista
oggi. Si tratterrebbe di un sostegno in fondi ed equipaggiamenti per
l'Ucraina.
(...)
TRASPORTO FERROVIARIO A CURNO
LE CONTRADDIZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA
[ Il testo scritto in rosso è del volantino comunale. Il testo scritto in blu sono le nostre proposte alternative]
Non è importante sapere chi siano gli autori di questo volantino
Curno&Mozzo ma consigliamo agli autori di essere meno ballisti, più
realisti e soprattutto di cambiare osteria. Lo diciamo per amicizia ed
asciutta ironia perché se dopo qualche anno da quando hanno posto la
questione e iniziato ad affrontarla, questi cosiddetti amministratori
sono ancora a questo punto o livello, meglio che sbaracchino alla
svelta. Perché sono i migliori alleati dei loro avversari in Regione.
Prima di tutto NON esiste una delibera consigliare (parliamo di Curno)
votata perlomeno dalla maggioranza in cui siano approvati questi
orientamenti: (vogliamo) un trasporto di tipo metropolitano e suburbano (...)
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MEGLIO CHE L'UCRAINA STIA FUORI DALL'UE
Tutti con l'emetto in testa nei palazzi d'Europa e dintorni. "Per la
prima volta in assoluto l'Unione europea finanzierà l'acquisto e la
consegna di armi ed equipaggi per un Paese sotto attacco". A dirlo è la
presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, annunciando
il sostegno all'Ucraina: “È un momento spartiacque”. La leader
dell'organo di governo europeo ha anche detto che “l'Ucraina è una di
noi e la vogliamo nell'Unione" europea.
Pure Andrea Bonanni su Repubblica s'è calato l'emetto in testa e
annuncia seccamente: “Venti Paesi europei hanno deciso di mandare armi
leggere e pesanti che uccideranno i soldati di Putin in Ucraina. Tra
questi ci sono la Svezia neutrale, la Germania pacifista che ora si
riarma, l'Italia ostaggio del gas russo, perfino il microscopico
Lussemburgo che non possiede forze armate. L'Unione europea spenderà
mezzo miliardo di un «fondo per la pace», nome ereditato dal vecchio
genoma pacifista, nell'acquisto di altre armi per alimentare la
resistenza di Kiev. Un gesto senza precedenti, su cui nessun governo ha
sollevato obiezioni”.
L'Ue sta anche valutando l'attivazione dell'European Peace Facility,
strumento fuori dal budget concepito finanziamento di azioni operative
nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune che hanno
implicazioni nel settore militare o della difesa. Il tema sarà sul
tavolo della riunione straordinaria dei ministri degli Esteri prevista
oggi. Si tratterrebbe di un sostegno in fondi ed equipaggiamenti per
l'Ucraina.
Il 22 marzo 2021 il Consiglio "Affari esteri" ha adottato la decisione
2021/509 del Consiglio che istituisce lo strumento europeo per la pace
(EPF). Da qui la dichiarazione della presidente della Commissione
europea Ursula von der Leyen.
L'EPF è uno strumento fuori bilancio volto a consolidare la capacità
dell'Unione di prevenire i conflitti, costruire la pace e rafforzare la
sicurezza internazionale, consentendo il finanziamento di azioni
operative nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune
(PESC) che hanno implicazioni nel settore militare o della difesa.
L'EPF dispone di un massimale finanziario di 5 692 milioni di EUR a
prezzi correnti (5 000 milioni di EUR a prezzi 2018) per il periodo
2021-2027, con un massimale annuo che passa da 420 milioni di EUR nel
2021 a 1 132 milioni di EUR nel 2027. I contributi saranno determinati
sulla base di un criterio di ripartizione fondato sul reddito nazionale
lordo (RNL).
Parallelamente alla decisione EPF, il Consiglio ha adottato gli
orientamenti generali e le priorità proposte per le misure di
assistenza durante il periodo iniziale (2021-2023), nonché il documento
relativo alle salvaguardie dell'EPF, in cui sono stabiliti i principi
di base per la conformità e il controllo che l'UE applicherà al momento
di fornire tecnologia e attrezzature militari nel quadro dell'EPF.
A metà settembre 2021 Usa, Gran Bretagna e Australia lanciarono a
sorpresa un patto di sicurezza nell'area Indo-Pacifica, una sorta di
Nato del Pacifico che si chiama Aukus (acronimo dei tre Paesi) e che
prevede la vendita di sottomarini a propulsione nucleare a Canberra,
una tecnologia che Washington aveva condiviso finora solo con Londra.
Suggellata da una videoconferenza congiunta di Joe Biden, del premier
Boris Johnson e del primo ministro australiano Scott Morrison, la mossa
ha fatto ovviamente infuriare la Cina, dato che l'alleanza mira proprio
a contrastare la minaccia del Dragone nella regione, pur non
nominandolo mai.
La Nato era stata il braccio armato che in nome della difesa
dell'aggressività sovietica aveva garantito protetto custodito la lenta
e inesorabile creazione dentro l'UE di un nuovo impero (economico
in primis) germanico. Man mano che i vari stati dell'ex dominio
sovietico si liberavano a partire dal 1989, aderivano all'Ue e
diventavano soci della Nato.
E' sempre esistita una ferrea volontà del sistema economico finanziario
occidentale di mettere le mani su questi paesi per farseli vassalli
dando agli stessi una migliore condizione di vita e non per nulla sono
stati al centro di una forte reindustrializzazione ad opere delle
imprese occidentali che ne hanno approfittato per l'enorme quantità di
aiuti UE forniti a quei Paesi.
Basta dare un'occhiata alla posizione geografica ed alle dimensioni
dell'Ucraina per comprendere come una UE che in qualche modo la
integrasse nella comunità (anche solo per gli scambi ) l'UE
diverrebbe –dopo gli USA e la Cina- una delle maggiori potenze
internazionali.
Il fatto che a distanza di un anno dalla sua creazione cominci a
prendere consistenza una qualche operazione all'interno dello strumento
europeo per la pace (EPF) nell'ambito della politica estera e di
sicurezza comune (PESC) con implicazioni nel settore militare o della
difesa da alla Russia per prima un segnale: noi ci siamo e cominciamo a
muoverci.
Va detto senza timidezze che l'ingresso dell'Ucraina nell'UE
significherebbe un grave danno all'agricoltura italiana. Sia in termini
di risorse da ricevere dall'UE che in termini di mercato. Probabile una
perdita di Pil italiano del settore tra il 15% e il 25%. Vale a dire
una marginalizzazione. E' la posizione geografica dell'Ucraina e la sua
conformazione naturale che la rendono nostra altissima competitrice.
Va detto senza altre timidezze che la messa in campo proprio verso la
Russia per prima dell'EPF ci mette nella situazione per cui quel pazzo
di Putin potrebbe muovere anche contro l'UE. Il che non è il massimo.
Pensiamo che contro l'aggressione russa all'Ucraina si debba rispondere
applicando ferramente l'esclusione delle banche russe dal sistema Swift
e non certo donare armi e nel contempo verificare come si
possono-devono compensare quei paesi che subiscono maggiori
svantaggi.
Poi viene il resto. Fanno un po' pena tutti quelli che dall'alto
di ricchi stipendi e ricche pensioni –giornalisti intellettuali
politici- non si interessano più di tanto delle bollette energetiche
che affliggon
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TRASPORTO FERROVIARIO A CURNO
LE CONTRADDIZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA
[ Il testo scritto in rosso è del volantino comunale. Il testo scritto in blu sono le nostre proposte alternative]
Non è importante sapere chi siano gli autori di questo volantino
Curno&Mozzo ma consigliamo agli autori di essere meno ballisti, più
realisti e soprattutto di cambiare osteria. Lo diciamo per amicizia ed
asciutta ironia perché se dopo qualche anno da quando hanno posto la
questione e iniziato ad affrontarla, questi cosiddetti amministratori
sono ancora a questo punto o livello, meglio che sbaracchino alla
svelta. Perché sono i migliori alleati dei loro avversari in Regione.
Prima di tutto NON esiste una delibera consigliare (parliamo di Curno)
votata perlomeno dalla maggioranza in cui siano approvati questi
orientamenti: (vogliamo) un trasporto di tipo metropolitano e suburbano
- Sì perché i cittadini vogliono poter raggiungere
l'ospedale, l'università, le stazioni di Ponte San Pietro e Bergamo e
il centro di Bergamo e Milano velocemente e senza usare l'auto;
Questa è la prima clamorosa balla raccontata: nessuno dei cittadini che
stanno sulla direttrice Calusco-Bergamo oppure Ambivere-Bergamo ha mai
posto questo problema dal momento che esistendo l'asse interurbano da
oltre vent'anni, l'intera periferia ovest della città di Bergamo
verso l'Adda e il Lecchese si è poggiata sull'asse interurbano e le sue
diramazioni. Il quale asse tocca gli ospedali di Merate Ponte Bergamo
(due) Seriate Albano. Il quale asse tocca le scuole superiori a Ponte
Bergamo Seriate. Semmai occorre risolvere l'accesso alle scuole
superiori ed all'ospedale di Ponte dalla Valle san Martino e
Imagna e dall'Isola medio-bassa.
- Sì per diminuire il traffico veicolare e il
conseguente inquinamento dell'aria sulla Strada Briantea e sulla Via
Fermi che la collega al Centro Commerciale;
Altra balla. La “vecchia Briantea” dalla città verso ovest è una strada
urbana dal momento che esiste un continuità urbana che la
ferrovia non potrebbe risolvere visto che non ci sono spazi ne per le
stazioni ne per i parcheggi coerenti. La riduzione del traffico
veicolare privato (e gli autocarri?) ci potrebbe essere con una linea
tranviaria nella stessa sede della Briantea. Hai voglia!.
Quanto alla via Fermi l'unica soluzione è la bretella dalla via
Ruffilli alla rotonda Failomi-Brambilla (chissà perché Bergamo
non le ha dato un nome!?).
- Sì per avere un servizio moderno, efficiente, di
qualità: andare con un treno leggero da Mozzo e Curno a Bergamo sarebbe
una bellissima novità e comodità!.
Anche questa è una balla dal momento che esiste un'ottima linea
automobilistica che penetra profondamente Curno Mozzo e Ponte san
Pietro. Varrebbe semmai la pena di porla “in sede propria” partendo
dall'ospedale di Ponte e attraversando i paesi vecchi arrivasse fino
all'ospedale di Seriate. Vale a dire sostituire i bus con una tranvia.
Prosegue il volantino. Curno e Mozzo da tre anni dicono no al tipo di
raddoppio progettato da RFI e commissionato da Regione Lombardia che
spende 170 milioni di euro per
- un raddoppio con passaggio di treni "normali" ogni
quindici minuti e senza fermate in centro ai paesi (ed i lavori sono ad
oggi finanziati solo fino al centro di Curno e poi verso Ponte 5.
Pietro, NULLA).
Qui non si capisce se gli autori del volantino siano disinformati
oppure cacciano balle. Sui binari RFI ci possono transitare SOLO un
certo tipo di treni perché così stabilisce la legge europea nazionale e
il contratto di Trenord. Quanto poi al fatto che il raddoppio parta dal
quartiere di san Tomaso ed arrivi 200 mt a est della via Roma…basta ed
avanza per fare danni. Per esempio non verrà ampliato il ponte sulla
ferrovia della Circonvallazione Leuceriano. Chissà quando sarà
realizzato il sottopasso di via MLKing.
Gli amministratori di Curno e Mozzo e quelli che si sono messi in coro
con loro non hanno il coraggio di dire che a RFI-Trenord del raddoppio
di questa linea ferroviaria importava zero in quanto del tutto priva di
passeggeri. E' stata una scelta politica del governo che ha
imposto a RFI di metterla in programma per evidenti appoggi politici
alle maggioranze locali. Poi davanti a una polpettona di 170 milioni
(ma saranno almeno 250 a opera finita semmai finirà…) di euro nessuno
s'é più tirato indietro.
- la conseguente installazione di barriere acustiche
alte fino a 7,5 metri lungo il percorso, compreso il centro di Curno
(il muro di Berlino era alto 3,6 metri!)
- la chiusura per sempre di Via Roma al traffico
veicolare che deturperà e dividerà definitivamente il centro del paese
di Curno in due causando serissimi problemi di viabilità e di
vivibilità.
TUTTE le maggioranze che hanno governato Curno dopo il 25 aprile 1945
hanno promesso la fermato del treno proprio su via Roma MA
NESSUNA ha provveduto nei vari PRG-PGT a inserire una stazione a monte
del Comune anche quando non era costruito com'è adesso. Gli
amministratori di Curno sono stati espressione del mondo
bottegaio locale e non la volevano proprio. L'avvento del Centro
Commerciale è stato sostanzialmente imposto dalla DC PCI PSI e MSI
nazionali agli amministratori locali spedendo nella DC locale un alto
rappresentante della Confindustria provinciale.
Ancora adesso dalla Piazza del Comune potrebbe partire una bretella
stradale che sottopassa la ferrovia e sbocca in via Manzù e si potrebbe
conservare il sottopasso pedonale di via Roma con un sistema di scale
mobilia pendenza moderata e ampiezza maggiorata per passare con la bici
condotta a mano. Un'abile progettazione risolverebbe il problema
(meglio non affidare il progetto allo straccione di turno che essendo
senza lavoro fa l'offerta più vantaggiosa…).
Barriere antirumore. Tutte le abitazioni possono di questi tempi
dotarsi di barriere del genere sulla propria abitazione sfruttando il
110%. Invece dei paventati 7,5 mt di barriere RFI (anche) quella spesa
potrebbe essere destinata alla abitazioni.
Morale della favola. Quel gineceo che i Curnesi hanno eletto come
amministratrici assieme al gineceo della burocrazia comunale hanno
dimostrato dopo 15 anni di governo di essere meno preparate e nel
contempo meno capaci ed altrettanto iper-clientelari della dc. Ai tempi
del “compromesso storico commerciale dc-pci-psi-msi” non provvedettero
a risolvere i problemi trasporti-viabilistici del paese. Non li hanno
risolti i 4 lustri di governo di Lega (tranne via Europa voluta dalla
Brembo, però…) e neanche il CDX. Non li hanno risolti nemmeno i quattro
lustri delle sindacature Morelli Serra(2) Gamba. Adesso eccole qui le
madamine a piangere contro quei cattivoni di RFI e la Terzi. E il Conti
sempre li a vigilare.
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