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SCUOLA RODARI: NON POTEVA MANCARE UNA BEGA LEGALE ANCHE PER LA PALESTRA
Quando venne affidato l'appalto per la costruzione della palestra
della nuova Rodari scommettemmo con alcuni amici che non sarebbe
terminata prima delle prossime elezioni comunali: giugno 2022. Che
sarebbero emersi contrasti tra impresa e comune ragion per cui di nuovo
i lavori non si sarebbero conclusi nei tempi previsti. Dopo la
ventennale storia per realizzare le aule intra-vedevamo di nuovo
all'opera una attenta furba discreta regia della minoranza per bloccare
anche stavolta i lavori. Infatti è accaduto puntualmente di nuovo.
Il Comune è in bega con l'impresa per farle finire i lavori: che adesso sono fermi.
Quando siamo andati a verificare dove fosse localizzata la benedetta
impresa romana che aveva vinto l'appalto per la costruzione della
palestra abbiamo scoperto che non aveva un sito web (stiamo parlando
del momento della conquista dei lavori) ma abbiamo verificato che stava
in un condominio su una strada pedonale con tanto di scalinata da una
parte.
Su questo tipo di lavori che nascono da finanziamenti nazionali
trasferiti a livello regionale con destinazione ad hoc (dei lavori
pubblici esattamente indicati) siamo andreottiani. Nel senso che
quando vengono approvate queste leggi nazionali la politica se li sia
già spartiti: tot al pd, tot alla lega, tot ai fratellini d'Italia, tot
a ciascuno la sua fettina. Niente ai grillini perché al tempo non
c'erano: sarebbero arrivati dopo.
(...)
MATTARELLA.2:L'USATO SICURO
Saremo pure qualunquisti ma quest'idea di riaffidarsi all'usato sicuro
costringendo un anziano di 80 anni a tornare al Colle dipende soltanto
dalla necessità dei parlamentari di portarsi a casa un altro anno di
stipendio visto che tra un anno almeno un quarto di loro sarà un
disoccupato. Cinque anni di seggio parlamentare hanno consentito a
questi scappati di casa –avete letto il diario romano di Violi?- di
farsi una bella casa e pagarsi le spese elettorali e mettere da parte
non meno di 2-300mila euro rispetto agli 840mila riscossi (in cinque
anni). Altro che –come si legge su importanti quotidiani- dire che il
Parlamento ha ripreso in mano il proprio destino alla faccia dei mille
king-makers che volevano governare il destino d'Italia. Questi hanno
deciso che i soldi valgono benissimo un altro anno di caos non fosse
altro per via del pacco di miliardi in arrivo dall'UE. Uno come Salvini
se non ci fossero quei miliardi e la pressione delle imprese a non
mollare la presa e il controllo, sarebbe già uscito dalla maggioranza.
Non é così per una come la sorellina d'Italia dal momento che le
imprese che fanno riferimento alla sua formazione politica sono da
decenni ammanigliate –forse anche da un secolo- nella spartizione
ruberia delle risorse pubbliche. Pensate quanto controlla la destra
fascista delle risorse comunali al Comune di Roma per esempio.
(...)
1-BERGAMASCHI PIENI DI SOLDI
I mesi della pandemia «gonfiano» i depositi bancari dei bergamaschi
L'indagine. Dal report di Intesa Sanpaolo emerge una maggiore
propensione al risparmio A ottobre 2021 sui conti correnti delle
famiglie in provincia parcheggiati 25 miliardi di euro
Lento ma inesorabile cresce ogni mese il tesoretto delle famiglie
bergamasche parcheggiato sui conti correnti. Dopo l'impennata del 2020
- tra ottobre 2019 e ottobre 2020 l'aumento dei depositi è stato di
circa il 9% - nei 12 mesi seguenti è aumentato di 1,5 miliardi di euro,
con un tasso di crescita del 6,52%, superiore di poco alla media
lombarda (più 6,44%). Una tendenza tutta italiana, se consideriamo che
l'anno scorso la liquidità sui conti correnti è aumentata di 110
miliardi. Certo la pandemìa ha portato ad un'accelerazione del
fenomeno, dato che l'incertezza sul futuro è sempre più dominante in
molte decisioni di spesa e investimento.
(...)
2-BERGAMASCHI PIENI DI SOLDI
Dunque a Bergamo i depositi totali sono passati da 36.484 milioni
all'inizio 2021 a 37.637 milioni a fine ottobre, mese in cui si è
registrato il maggior incremento (più 2,71%). Bergamaschi scarpe grosse
cervelli fini recita il proverbio. Infatti. Purtroppo non viene mai
detto dove siano allocati questi risparmi: probabilmente sono per il
90% investiti in titoli di debito pubblico che rendono praticamente
meno dell'inflazione.
Questa disponibilità di denaro ha vivacizzato il mercato edilizio con
grande soddisfazione delle banche che riescono ad alleggerirsi di
qualche NPL di troppo che in genere si sono create da sole in quanto
non hanno ancora imparato a gestire il mercato dei prestiti e mutui nel
settore. Sperando non sia così anche in altri settori. Un mercato
edilizio sostanzialmente mutilato in quanto i giovani hanno
massicciamente contratti a tempo determinato e quindi nonostante
l'agevolazione possibile agli Under 36 coniugata coi bassi tassi di
interessi questi non si muovono nemmeno.
(...)
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A TITOLO DI INFORMAZIONE
A
titolo di mera informazione il RUP è un dipendente comunale che faceva
il sindaco di una maggioranza di centrodestra a Lallio ed ha
avuto in mano tutta la storia dei lavori dall'inizio ai giorni nostri.
Tuttora è vicesindaco e assessore ai LLPP sempre a Lallio. Sempre per
informazione il RUP del RUP è un ingegnere locale che quando è
stato nominato RUP del RUP era assessore esterno nella giunta
Lega-Fi-Fdi nel Comune di Calcinate. Nel qual mentre viene nominato RUP
del RUP (la nomina è per mano del RUP) ha anche in corso una
lottizzazione (che noi riteniamo del tutto abusiva fin dal 1967) di un
terreno di uno degli sponsor della lista Vivere Curno. Poi scompare
come attore della lottizzazione e compare al suo posto un ex
consigliere di una giunta Lega-Fi-Fdi di Curno di un decennio or sono.
Noi queste coincidenze le abbiamo raccontate via via diventano notizia
accertata e a un certo punto al RUP locale che era dirigente dei
lavori pubblici per tutto il comune viene sollevato del gravoso impegno
e gli viene affidato SOLO la palestra e il provveditorato comunale.
Nello studio del legale nominato c'è anche un candidato sindaco
di Fi al Comune di Ponte san Pietro. Quelli di Vivere Curno sono
davvero delle brave persone: hanno impiegato un quarto di secolo per
capire quello che nel paese bello di vivere hanno capito tutti.
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1-BERGAMASCHI PIENI DI SOLDI
I mesi della pandemia «gonfiano» i depositi bancari dei bergamaschi
L'indagine. Dal report di Intesa Sanpaolo emerge una maggiore
propensione al risparmio A ottobre 2021 sui conti correnti delle
famiglie in provincia parcheggiati 25 miliardi di euro
Lento ma inesorabile cresce ogni mese il tesoretto delle famiglie
bergamasche parcheggiato sui conti correnti. Dopo l'impennata del 2020
- tra ottobre 2019 e ottobre 2020 l'aumento dei depositi è stato di
circa il 9% - nei 12 mesi seguenti è aumentato di 1,5 miliardi di euro,
con un tasso di crescita del 6,52%, superiore di poco alla media
lombarda (più 6,44%). Una tendenza tutta italiana, se consideriamo che
l'anno scorso la liquidità sui conti correnti è aumentata di 110
miliardi. Certo la pandemìa ha portato ad un'accelerazione del
fenomeno, dato che l'incertezza sul futuro è sempre più dominante in
molte decisioni di spesa e investimento.
In assoluto la provincia più ricca della Lombardia - Milano - ha
incrementato stabilmente i depositi delle famiglie passando dai 93.665
milioni di gennaio 2021 ai 98.427 milioni di ottobre, con picchi vicini
al più 1% a marzo e ottobre. In Bergamasca, nello stesso periodo, i
depositi bancari sono aumentati da 24.544 a 25.398 milioni, con una
crescita più altalenante: si è registrato un incremento di quasi due
punti percentuali a febbraio, ma ci sono state lievi flessioni a marzo
e settembre. Anche Brescia, che si conferma la seconda provincia
lombarda più ricca, di poco superiore a Bergamo, ha registrato segni
negativi a giugno e settembre. A gennaio i depositi bancari ammontavano
a 28.956 milioni e hanno raggiunto quota 29.856 milioni a ottobre.
Una recente indagine a campione di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi
mette in evidenza due fenomeni contrapposti: l'aumento delle quote di
risparmio contestualmente a riduzioni di reddito subite da molte
famiglie con la crisi pandemica. Secondo il campione rilevato, l'anno
scorso i risparmiatori sono diminuiti da 55% a 48,6% per effetto delle
ridotte disponibilità economiche, ma è altresì aumentato di quasi sette
punti percentuali il numero di chi ha intrapreso il risparmio in modo
involontario, essenzialmente per non essere riuscito a consumare
nell'anno della pandemìa per le restrizioni in atto.
I dati raccolti dalla Banca d'Italia evidenziano che famiglie e imprese
hanno incrementato le quote di risparmio non investito. In Lombardia i
depositi riferiti a tutta la clientela sono cresciuti costantemente
anche nel 2021, dai 443 miliardi di gennaio ai 466 miliardi di ottobre,
con un picco di aumento di quasi il 3% nell'ultimo mese disponibile. A
Bergamo i depositi totali sono passati da 36.484 milioni a inizio 2021
a 37.637 milioni a ottobre, mese in cui si è registrato il maggior
incremento (più 2,71%).
Una recente indagine elaborata dall'Osservatorio Hybrid Lifestyle di
Nomisma con Crif sul rapporto tra italiani e banche evidenzia come la
pandemìa abbia spinto i correntisti ad una maggiore digitalizzazione,
attraverso il mobile banking. Oltre il 68% dei clienti, in maggioranza
uomini (70%) compresi nelle fasce più giovani (74% tra i 18 e i 29
anni), si rapporta con il proprio istituto di credito attraverso l'uso
del cellulare. Dai risultati di questo studio emerge che le principali
motivazioni che spingono i correntisti a preferire l'home banking sono
la gestione del conto corrente semplice e intuitiva, una visione
complessiva e immediata del proprio patrimonio e un insieme di servizi
che semplificano la gestione dell'economia familiare.
Dopo il lungo periodo di «congelamento» del denaro sui conti correnti,
dall'indagine di Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi emerge che il 36% del
campione è costituito da risparmiatori più dinamici (giovani, laureati
e appartenenti al ceto medio-alto e alto) che sono ormai pronti a
riprendere i consumi e gli investimenti.
Cristina Signorelli
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SCUOLA RODARI: NON POTEVA MANCARA UNA BEGA LEGALE ANCHE PER LA PALESTRA
Quando venne affidato l'appalto per la costruzione della palestra
della nuova Rodari scommettemmo con alcuni amici che non sarebbe
terminata prima delle prossime elezioni comunali: giugno 2022. Che
sarebbero emersi contrasti tra impresa e comune ragion per cui di nuovo
i lavori non si sarebbero conclusi nei tempi previsti. Dopo la
ventennale storia per realizzare le aule intra-vedevamo di nuovo
all'opera una attenta furba discreta regia della minoranza per bloccare
anche stavolta i lavori. Infatti è accaduto puntualmente di nuovo.
Il Comune è in bega con l'impresa per farle finire i lavori: che adesso sono fermi.
Quando siamo andati a verificare dove fosse localizzata la benedetta
impresa romana che aveva vinto l'appalto per la costruzione della
palestra abbiamo scoperto che non aveva un sito web (stiamo parlando
del momento della conquista dei lavori) ma abbiamo verificato che stava
in un condominio su una strada pedonale con tanto di scalinata da
una parte.
Su questo tipo di lavori che nascono da finanziamenti nazionali
trasferiti a livello regionale con destinazione ad hoc (dei lavori
pubblici esattamente indicati) siamo andreottiani. Nel senso
che quando vengono approvate queste leggi nazionali la politica
se li sia già spartiti: tot al pd, tot alla lega, tot ai fratellini
d'Italia, tot a ciascuno la sua fettina. Niente ai grillini perché al
tempo non c'erano: sarebbero arrivati dopo.
Già la nuova Rodari aveva avuto una storia travagliata fin dalla
nascita, impiantata li per una vendetta della giunta social comunista
Morelli volta a cancellare gli spazi esterni della biblioteca (un
ettaro di giardino per la biblioteca e le scuole medie) e ovviamente
lasciare ai posteri il proprio monumento: una scuola lunga con 170
metri (avete letto bene: è lunga 170 metri!) di corridoio da cima a
fondo e la vasca d'idromassaggio. Con un dislivello tra cima e fondo di
2-3 metri.
Ne è uscita una bella polleria –chi ricorda quella che c'era al posto
del centro Le Fontane a Curnasco?- inaugurata in pompa magna
dalla sindaca Serra (fu l'assessora che l'aveva cominciata ai tempi
della Morelli sindaco) e pochi anni or sono è arrivato un altro
milioncino di euro da Roma ladrona per la palestra. Il cantiere
della scuola era durato 20 anni ed aveva collezionato anche un operaio
morto mai saputo il perchè. Quando i lavori per la costruzione
della palestra sono assegnati ai romani non iniziano neppure perchè
scoppiò la pandemia.
La giunta Gamba prevede che i lavori saranno seguiti da un RUP interno
(responsabile unico del procedimento: il geometra dell'UUTT) e questo
nomina a sua volta un RUP del RUP vale a dire un ingegnere libero
professionista esterno al comune che assisterà il geometra. Dunque la
palestra nasce con un RUP e un RUP del RUP: quindi con due padrini.
Già la scuola era nata sotto cattive stelle di suo ma anche quando si
avvia a conclusione sotto la sindacatura Serra, succede che uno
stravento la allaga e i danni vengono assunti dal comune pur di
arrivare a conclusione del lavoro. Ma siccome non c'è un allagamento
senza un secondo allagamento, la faccenda si ripete sia pure con danni
minori. A un certo punto il Comune scopre che (1) gli scarichi della
fogna interna sono otturati e ci sarà bisogno di una video ispezione di
cui non vengono resi noti gli esiti. Poi per evitare altre alluvioni
ecco che creano un (2) secondo allacciamento alla fogne comunali. Poi
siccome le aule sono tutte piuttosto buie –le finestre delle aule
voltano tutte a nord- (3) creano un bel numero di lucernari sul tetto.
Durante la costruzione ci si avvede che –va bene siamo nell'UE…- le
murature esterne della palestra sono fatte da blocchi fabbricati in
Germania mentre le travi lamellari provengono dall'Alto Adige. Travi
che dovranno aspettarle per otto mesi per… colpa del covid:
dicono il RUP e il RUP del RUP. Non ovviamente di chi per risparmiare
soldi –nonostante i due RUP che controllano ed erogano i soldi- non le
ha ordinate subito a inizio lavori. Poi siccome le casseforme
originali per le mura di basamento non ci sono più, ecco che escogitano
una simil-finitura del nuovo rispetto al vecchio e per completare
l'opera siccome la palestra anziché essere mezza interrata come
nel progetto originale sporge del tutto fuori terra, le viene applicato
in alto un luminoso gonnellone di lamiera sberluccicante. Due figate
con un colpo solo. Gli umarelli locali borbottano che il
gonnellone volerà via con qualche stravento ma si sa che
loro sono abituati a parlare sempre male.
Ma la sfiga è ancora in agguato e nonostante l'apertura della
bellissima scuola dotata di vasca di idromassaggio l'amministrazione
comunale con una assessora docente universitaria deve prendere
un'altra botta: il 40% degli scolari curnesi non vuole andare alla
Rodari ma va altrove.
Per concludere in bellezza agli inizi di febbraio con un cantiere fermo
da oltre un paio di mesi ecco scodellata una determinazione del RUP:
“considerato che l'Impresa IT Energy oltre a non aver ultimato le opere
come prescritto nel verbale di ultimazione dei lavori e nei vari ordini
di servizio inoltrati dalla Direzione dei Lavori, ha sollevato, con
alcune lettere inviate tramite PEC, contestazioni afferenti i citati
ordini di servizio; considerato che l'Amministrazione Comunale,
oltre ad aver intrapreso tutte le azioni previste dal Codice degli
appalti, ha sollecitato le parti, D.L. e Impresa, in vari incontri per
la soluzione dei problemi rilevati, auspicando una veloce consegna
dell'immobile per poter essere utilizzata dalla scuola primaria Rodari;
ritenuto opportuno, per quanto sopra esposto, affidarsi ad uno studio
legale specializzato in diritto amministrativo, quale necessaria
assistenza legale nel procedimento amministrativo in atto, volto alla
tutela degli interessi dall'Amministrazione Comunale, per la
conclusione dell'opera pubblica; (…) determina di affidare allo Studio
Legale Associato Avvocati Tucci di Bergamo (BG), (…) il servizio
di assistenza stragiudiziale per la conclusione dell'appalto dei lavori
di realizzazione della nuova palestra scolastica di via Gandhi. Insomma
siamo alla bega.
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MATTARELLA.2:L'USATO SICURO
Saremo pure qualunquisti ma quest'idea di riaffidarsi all'usato sicuro
costringendo un anziano di 80 anni a tornare al Colle dipende soltanto
dalla necessità dei parlamentari di portarsi a casa un altro anno di
stipendio visto che tra un anno almeno un quarto di loro
sarà un disoccupato. Cinque anni di seggio parlamentare hanno
consentito a questi scappati di casa –avete letto il diario romano di
Violi?- di farsi una bella casa e pagarsi le spese elettorali e mettere
da parte non meno di 2-300mila euro rispetto agli 840mila
riscossi (in cinque anni). Altro che –come si legge su importanti
quotidiani- dire che il Parlamento ha ripreso in mano il proprio
destino alla faccia dei mille king-makers che volevano governare il
destino d'Italia. Questi hanno deciso che i soldi valgono benissimo un
altro anno di caos non fosse altro per via del pacco di miliardi in
arrivo dall'UE. Uno come Salvini se non ci fossero quei miliardi e la
pressione delle imprese a non mollare la presa e il controllo, sarebbe
già uscito dalla maggioranza. Non é così per una come la sorellina
d'Italia dal momento che le imprese che fanno riferimento alla sua
formazione politica sono da decenni ammanigliate –forse anche da un
secolo- nella spartizione ruberia delle risorse pubbliche. Pensate
quanto controlla la destra fascista delle risorse comunali al Comune di
Roma per esempio.
Queste elezioni hanno nuovamente segnalato come le donne non abbiano
voluto farsi avanti. La faccenda ci ha stupito perché dopo tanto
lamentarsi ci aspettavamo che si formassero dei comitati nazionali per
segnalarne una dozzina e invece sono state silenziose aspettando
semmai che i maschi ne mandassero qualcuna allo sbaraglio. Le poche
donne di destra che hanno accettato erano talmente squalificate
per la loro storia politica pregressa che sono partite già come una
vecchia barzelletta da barbiere maschile. Insomma la politica resta
sempre massicciamente un mestiere maschile.
Ricordiamo che avevamo proposto come candidata Elena Cattaneo.
Quello che ci ha stupito non è stato scoprire che la presidente del
senato già gasatissima di suo per la nomina, anche dopo la mazzata non
aveva neanche colto il colpo.
Ci ha stupito che abbiano messo di mezzo Elisabetta Belloni direttore
generale del Dis, il Dipartimento per le informazioni e la sicurezza,
il vertice dei nostri Servizi. E che alla trovata abbiano lavorato con
spregiudicato entusiasmo e con la collaborazione di un condannato in
via definitiva detenuto ai domiciliari (Denis Verdini), un ex ministro
dell'interno e vicepresidente del consiglio (Matteo Salvini) un
altrettanto spregiudicato ex presidente del Consiglio (Giuseppe Conte),
e la leader di una destra con ambizioni di governo (Giorgia Meloni),
senza avvertire, neppure per un istante, l'enormità di un passaggio
senza soluzione di continuità di un'eccellente civil servant, quale la
Belloni è, dal vertice dei Servizi al ruolo di garante dell'unità
nazionale e della Costituzione, è il segnale della catastrofe del
rapporto tra politica e apparati.
A noi pare che –a differenza del fiorentino- che la Belloni non
si poteva neanche indicare come candidata non perché ha diretto per
pochi mesi il DIS ma perché di lei nessuno sa come la pensa. Tra
l'altro non si può discriminare politicamente per legge un italiano per
una qualche funzione svolta.
Tutto l'insieme conferma nuovamente che la Destra e la Lega non hanno
una classe dirigente per governare il Paese. Tragicomiche e
divertentissime le piroette di Salvini che ne inventa a getto continuo
salvo smentirsi pochi minuti dopo. Come niente fosse dopo la collezione
di figuracce ha chiesto udienza a Draghi per dargli le dritte della
Lega sui prossimi passi del governo. L'impressione è che Salvini senta
avvicinarsi la sua fine politica costruita sulle disgrazie altrui.
Peccato che buona parte del popolo leghista abbia estremo bisogno di
immigrati clandestini da sfruttare: dall'imprenditore agricolo del sud
che deve raccogliere a mano i pomodori agli imprenditori cuneesi o
veneti per raccogliere la frutta. Idem nel settore edilizia o nei
trasporti. Una santa alleanza tra gli anziani che hanno bisogno
di una badante mezza clandestina cogli approvvigionatori di manodopera
in nero.
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2-BERGAMASCHI PIENI DI SOLDI
Dunque a Bergamo i depositi totali sono passati da 36.484 milioni
all'inizio 2021 a 37.637 milioni a fine ottobre, mese in cui si è
registrato il maggior incremento (più 2,71%). Bergamaschi scarpe grosse
cervelli fini recita il proverbio. Infatti. Purtroppo non viene mai
detto dove siano allocati questi risparmi: probabilmente sono per il
90% investiti in titoli di debito pubblico che rendono praticamente
meno dell'inflazione.
Questa disponibilità di denaro ha vivacizzato il mercato edilizio con
grande soddisfazione delle banche che riescono ad alleggerirsi di
qualche NPL di troppo che in genere si sono create da sole in quanto
non hanno ancora imparato a gestire il mercato dei prestiti e mutui nel
settore. Sperando non sia così anche in altri settori. Un mercato
edilizio sostanzialmente mutilato in quanto i giovani hanno
massicciamente contratti a tempo determinato e quindi nonostante
l'agevolazione possibile agli Under 36 coniugata coi bassi tassi di
interessi questi non si muovono nemmeno.
Nonostante le massicce ciospate dei vari ecobonus sisma bonus bonus
casa che ovviamente nel BelPaese funzionano del tutto regolarmente (…)
i Bergamaschi hanno ingrassato il malloppo che avevano in banca.
Se alziamo lo sguardo alla raccolta e redistribuzione del credito in
bergamasca ci rendiamo conto che noi Bergamaschi non contiamo più una
mazza. Sostanzialmente in Bergamasca operano banche che raccolgono il
nostro risparmio e lo investono piuttosto altrove. Perfino gli ultimi
baluardi delle BCC stanno andando verso contesti regionali e
nazionali.
Vero è che il sistema economico è ormai di livello europeo e
internazionale ma la questione è un'altra. La bergamasca ha un grosso
deficit infrastrutturale che se fosse risolto farebbe compiere
all'insieme un bel balzo in su del Pil.
Ricordo solo alcuni problemi. L'interramento della ferrovia tra Curno e
Seriate per liberare la città da questo muro invalicabile. Lo
spostamento sulla circonvallazione sud da Dalmine a Seriate dell'A4. La
trasformazione della linea ferroviaria BG-MI in metropolitana. Le
tratte ferroviarie –perfettamente integrate con RFI- dalla città alle
parti alte –Piazza Brembana e Ardesio- delle due Valli. La strada della
ValCavallina da S.Paolo fino a Lovere. Un “bretella est” che colleghi
Seriate- Antegnate con la A35. Un Campus Universitario unico.
Noi pensiamo che nell'arco di 10-15 anni combinando una parte del
risparmio privato provinciale e i finanziamenti UE nazionale e
regionali queste opere si potrebbero realizzare anche pagando meglio
quanto a interessi il risparmio locale.
La questione è che con le provincie ridotte allo stremo attuale, manca
un interlocutore locale nei confronti di Roma e Bruxelles visto che le
Regioni sono sostanzialmente solo una grande mutua.
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