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L'HANNO PRESA SUL SERIO (CON LE BOMBOLETTE)
Sarà una semplice coincidenza ma nello stesso giorno (più o meno
uno-due) in cui compare sul sito del Comune il “PROGETTO GIOVANI CURNO”
ovviamente affidato alla solita cooperativa (se non è una coop è una
onlus: a Curno lavorano solo loro) nella cui locandina compare un bel
cestone di bombolette di colore spray, sul sito “sei di Curno se “
compare la foto di una abitazione di via Gamba angolo Roggia Curna
“debitamente” imbrattata dal solito artista con le bombolette di colore
spray. Ovviamente –lo diciamo per chi ha la coda di paglia e si
sentisse chiamato in causa- tra l'un episodio e l'altro non abbiamo
contezza esista un qualche rapporto.
Però non è privo di significato che un Comune abbia avuta la pessima
idea di chiamare degli imbrattatori a disegnare sulla parete di quel
volume inutilizzato che adesso è “felicittà” due angioli o chissà chi
che si legano imitando in maniera pessima qualcosa che fu di un
“piturelo” che risponde al nome di Chagall. Però a nostro modesto
avviso c'è anche la cultura dei “baci perigina”.
Detto questo, possiamo dire che tra la sconcezza degli imbrattatori (di
“felicittà” e di via Gamba) e la sconcezza del restauro della casa di
via Gamba c'è una tenace linea culturale e politica che li lega.
Consapevolmente o meno.
(...)
SE GLI ANZIANI NON ESISTESSERO BISOGNEREBBE INVENTARLI
“La relazione è fondamentale per contrastare la solitudine che è il
male peggiore per un anziano” afferma la sindaca Gamba in una
intervista. Ha ragione. Relazione indica una pluralità di atti che
vanno dalla semplice conoscenza per passare all'amicizia fino a finire
a letto. La questione è che –senza fare lo strizzacervelli a ufa- la
solitudine dell'anziano è tutta e solo farina del suo sacco e non
certo per demerito di tutti quelli che stanno al mondo. Per l'anziano
qualsiasi intervento per loro resta solo un'occasione per passare il
tempo senza assumersi responsabilità . Qualcosa che ritiene gli sia
dovuto automaticamente sulla base del principio che l'anziano ha
diritto di tutto a priori. La questione è che se un anziano ha bisogno
di relazioni, non c'è terapia che risolva il problema. La solitudine
dell'anziano oggi deriva dalla sua ignoranza, dalla sua scarsa
generosità, dal suo egoismo. Tutti fattori predisponenti che non si
possono rimuovere con felicittà. Quando un anziano resta solo
significa che le sue sinapsi sono essicate. In pochissimi casi per
motivi sanitari ma sempre auto inflittisi da un modello di vita del
tutto sregolato– e nella maggioranza dei casi per ignoranza. Nel senso
che via via la sua vita è stata un sistematico progetto di
autodistruzione. Basterebbe per esempio prestare attenzione alle pagine
che legge di un quotidiano per capire il deserto nel suo cervello. O
ascoltare i tg di BergamoTV. Immaginare che riunire due volte alla
settimana quattro gatti con qualcuno che legge loro il giornale ed una
“domestica” che gli serve il caffè fatto con la macchinetta a capsule
costituisca una soluzione alla solitudine dell'anziano è una
illusione. L'idea stessa che ci sia bisogno di qualcuno che gli legga
anche il giornale (sol)levando loro anche (di) questa incombenza, vuol
dire aumentare il loro egoismo. Se semini sul cemento armato, al
massimo i semi servono ai passeri che li beccano: nessuno di loro
riuscirà a diventare una piantina di grano con la spiga.
(...)
IL DRAGHI ESAURITO
Chissà se davvero il caimano si è ritirato dalla corsa al colle o se
invece non sia una mossa che nasconde qualche altra trappola vista la
naturale perspicacia dei suoi avversari. Al momento in cui dettiamo
questo paiono comparsi o gettati in corsa una donna Elisabetta Belloni
una diplomatica ‘cresciuta’ alla Farnesina e promossa da tutti i
partiti. Scrive di lei Il Fatto. Forlivese di origine, 63 anni, il suo
percorso diplomatico è iniziato nel 1985 e dal 1999 ha scalato le
posizioni all'interno del ministero degli Esteri senza mai uscirne. Da
Berlusconi a Monti, fino ai governi del Pd, tutti contribuiranno alla
sua ascesa. Con Draghi, a maggio, passa alla presidenza del Consiglio
per guidare il Dis. Ma nella sua carriera non si è mai legata a una
famiglia politica, rimanendo prima di tutto una donna delle
istituzioni.
(...)
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L'HANNO PRESA SUL SERIO (CON LE BOMBOLETTE)
Sarà una semplice coincidenza ma nello stesso giorno (più o meno
uno-due) in cui compare sul sito del Comune il “PROGETTO GIOVANI CURNO”
ovviamente affidato alla solita cooperativa (se non è una coop è una
onlus: a Curno lavorano solo loro) nella cui locandina compare un bel
cestone di bombolette di colore spray, sul sito “sei di Curno se “
compare la foto di una abitazione di via Gamba angolo Roggia Curna
“debitamente” imbrattata dal solito artista con le bombolette di colore
spray. Ovviamente –lo diciamo per chi ha la coda di paglia e si
sentisse chiamato in causa- tra l'un episodio e l'altro non
abbiamo contezza esista un qualche rapporto.
Però non è privo di significato che un Comune abbia avuta la pessima
idea di chiamare degli imbrattatori a disegnare sulla parete di quel
volume inutilizzato che adesso è “felicittà” due angioli o chissà
chi che si legano imitando in maniera pessima qualcosa che fu di
un “piturelo” che risponde al nome di Chagall. Però a nostro
modesto avviso c'è anche la cultura dei “baci perigina”.
Detto questo, possiamo dire che tra la sconcezza degli imbrattatori (di
“felicittà” e di via Gamba) e la sconcezza del restauro della casa di
via Gamba c'è una tenace linea culturale e politica che li lega.
Consapevolmente o meno.
La casa di via Gamba è una abitazione costruita sicuramente dopo lo
scavo della roggia Curna (che si deduce dalle carte sia arrivata li
dopo il 1550). Infatti a quella data a Curno esisteva solo la chiesetta
di via Gamba (e sarebbe interessante andare a vedere quanti affreschi
sono stati coperti dopo il manesco restauro subito) e molto
intelligentemente quella roggia, che serviva sia per portare acqua che
per portarla via quando ce n'era troppa, aggirò volutamente la
chiesetta. Che probabilmente aveva di lato una piccola costruzione
(adesso diventata una bella palazzina penso nel 7-800) per ospitare il
povero prete.
La costruzione è fatta da pietre cavate dal Monte Gussa (la collina di
Mozzo), sostanzialmente una pietra –il ferretto- che altrove è
pietra serena.
Chi ha deciso il restauro della costruzione, che era una cascina, ha
pensato bene di “scarnificare” le pareti per rendere visibili le pietre
angolari o quelle di maggior pregio (a parere suo). Era un sistema
adottato massicciamente nei primi anni '60 che venne proebito dalla
Soprintendenza. Esiste un bellissimo volume di Carlo Leidi che
documenta fotograficamente le oscenità perpetrate con queste
scarnificazioni in numerosi edifici della città e dintorni.
Non contenti di questo chi ha progettato e diretto i lavori ha pensato
bene di incollare alla base un rivestimento di un marmor veneto e per
non spendere troppo ha seguito l'andamento del pavimento con un
risultato obi-style. Non ancora contenti hanno anche pensato bene
di fare i davanzali non in pietra serena ma con marmor composti da due
lastre incollate per fare spessore. Che è una soluzione figata davvero
figata.
La Curno in mano ai democristiani o alla destra con la supervisione di
un architetto eletto nella lista di centrosinistra nella sua storia ha
collezionato una bella serie di cappellate in ordine alla conservazione
del proprio patrimonio. Ne faccio un primo elenco (non esaustivo).
Il Castello della Marigolda trasformato in un museo di paccottiglia improbabile col costruito.
La chiesetta di via C. Battisti cui hanno abbattuto il portale d'ingresso e ne hanno reinventato un altro.
La necropoli tra via Roma e Buelli i cui pezzi sono spariti senza che fossero mai denunciati ed esaminati dalla Soprintendenza.
La necropoli di via Marconi sacrificata agli interessi del privato
quando il Comune poteva benissimo comprare l'area. Il materiale è
immagazzinato al Museo Archeologico di Bergamo e il Comune è bene
attento a non farne restaurare qualche parte e riportarla a Curno.
La tomba che c'era ai piedi della cappelletta in cima a via Marigolda
demolita quando venne edificata la SP470. I material rivenuti nella
tomba sono stati illustrati in un disegno conservato alla Angelo
Mai ma sono spariti.
La facciata della scuola elementare di Largo Vittoria: non hanno
salvato nessuno dei portali e delle spalle delle finestre. Finite in
discarica.
La lapide coi morti nelle guerre trasferita al cimitero. Hanno rifatto
il monumento ai caduti senza nome dei caduti. Per una bega tra chi
voleva solo i morti in guerra e chi voleva anche il nome dei civili
(camice nere) ammazzati nei dintorni.
Le due discariche abusive. Quella che ha riempito la cava davanti alla
Cascina Frigeni (c'era una teleferica che portava la sabbia al frantoio
Benzoni in fondo a via Lungobrembo). Quella nuova su via Europa a nord
ella gobba tra il sottopasso e la discesa al parcheggio della
Brembo.
Vogliamo sottilizzare? La rete di irrigazione che dal Mulino si
dirigeva verso la testata di via Repubblica e da li verso la Dorotina.
Cancellata.
Dopo avere sterminato una foresta di carta (digitale:per fortuna) è
pronto per essere messo in appalto il progetto della rotonda su via
Lecco davanti al mobilificio Colleoni. Costo sulla carta di 495mila
euro. Che diventeranno 540 mila coi lussuosi annessi e connessi.
Dovrebbe servire –il condizionale è d'obbligo perché a Curno le cose si
fanno solo per spendere i soldi ma sempre per finta- agli abitanti di
Ponte san Pietro, della Merena Marigolda e Lungobrembo di
svoltare sulla ex Briantea in direzione di Lecco. Bisogna dire
che il Comune di Curno si manifesta come sempre generoso: infatti
benché serva anche agli abitanti di Ponte e Mozzo non ha chiesto un
soldo di compartecipazione alla spesa agli altri due comuni.
Vale la pena di dare un'occhiata al progetto per capire con quale
sottilissima sottigliezza hanno agito per compensare quanti più
professionisti possibili e di come il progetto sia fatto da gente che
probabilmente non sa nemmeno come stiano le cose sul posto.
1-Il Comune ha in progetto la realizzazione di una pista ciclabile
dalla Merena lungo via Lecco fino a via Buelli (dove si innesta sulla
via Lecco) che occuperà l'antico sedime della tranvia. Peccato che nel
fare il progetto della rotonda NON ne abbiano tenuto conto. Facile
immaginare con quale sgaggia i ciclisti e i pedoni attraverseranno la
rotonda e le due corsie senza una soluzione adeguata che doveva essere
già inserita in QUESTO progetto.
2- Nell'assemblea alla Marigolda presente l'impresa Vitali per la
sistemazione del sottopasso di via Brembo alla SP470 (e contorni vari)
il tecnico della Vitali aveva dichiarato che tra le interferenze
trovate sotto il ponte della SP470 su via Lecco c'era “una linea in
fibra ottica dell'Esercito Italiano”. Si presume che passi sul
marciapiedi esistente che è l'ex sedime della tranvia da Ponte a
Bergamo. Nel progetto non c'è traccia visto che dovranno operare ruspe
per scavi e reinterri vari e quindi…
3- sono previsti tre pozzi perdenti per le acque piovane. Sarebbe stato
utile che fossero vasche accessibili per la pulizia OGNI ANNO dal
momento che il contenuto delle acque piovane che lavano l'asfalto
finiscono per creare una sedimentazione grassa compatta dura e
impermeabile ed esaurire man mano la capacità di disperdimento dei
pozzi. Ergo allagamenti.
4- osservando il confine tra la 470 e la villetta-laboratorio di
maglieria fine a lato NO del sottopasso della via Lecco si nota un
passaggio largo 100-150 cm tra il muro di sostegno della SP e la
proprietà. “Penso” che si trattasse un antico diritto d'acqua per
portare l'acqua della roggia Curna verso la Dorotina. Siccome il
Catasto ha una attendibilità molto bassa se quello spazio non è
del Luogo Pio Colleoni è un diritto pubblico. Quindi se c'è a nord ci
sarà anche a sud visto che l'acqua proveniva da via Repubblica.
5- non si comprende (visto che non ci sono studi sul traffico allegati
al progetto) come mai scendendo da Curno verso Ponte si entri nella
rotonda con DUE corsie e si esca con UNA corsia. Mentre salendo da
Ponte si entri nella rotonda con due corsie.
6-questa rotonda è in buona sostanza una finta dal momento che chi sale
dalla Merena con l'ampiezza della via Lecco sarà sempre portato a fare
una inversione di marcia sfruttando anche le aree dei benzinai ANZICHE'
imbucarsi in una rotonda in cima alla strada. Bisognava pensare di
istallare sulla via Lecco a partire dal confine con Mozzo una yersey e
poi restringere le corsie alla misura di legge in modo che il traffico
si abitui a scorrere in ordine anziché creare caos con inversioni di
marcia.
7- una rotonda su via Lecco aveva senso all'altezza della ex pesa
Locatelli. Messa dove l'hanno progettata è inutile. Con un semplice
yersey potevano benissimo obbligare gli automobilisti a usare mezzo
quadrifoglio. Senza spendere mezzo milione di euro.
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SE GLI ANZIANI NON ESISTESSERO BISOGNEREBBE INVENTARLI
“La relazione è fondamentale per contrastare la solitudine che è il
male peggiore per un anziano” afferma la sindaca Gamba in una
intervista. Ha ragione. Relazione indica una pluralità di atti
che vanno dalla semplice conoscenza per passare all'amicizia fino a
finire a letto. La questione è che –senza fare lo strizzacervelli a
ufa- la solitudine dell'anziano è tutta e solo farina del suo
sacco e non certo per demerito di tutti quelli che stanno al mondo. Per
l'anziano qualsiasi intervento per loro resta solo un'occasione per
passare il tempo senza assumersi responsabilità . Qualcosa che ritiene
gli sia dovuto automaticamente sulla base del principio che l'anziano
ha diritto di tutto a priori. La questione è che se un anziano ha
bisogno di relazioni, non c'è terapia che risolva il problema. La
solitudine dell'anziano oggi deriva dalla sua ignoranza, dalla sua
scarsa generosità, dal suo egoismo. Tutti fattori predisponenti che non
si possono rimuovere con felicittà. Quando un anziano resta solo
significa che le sue sinapsi sono essicate. In pochissimi casi per
motivi sanitari ma sempre auto inflittisi da un modello di vita
del tutto sregolato– e nella maggioranza dei casi per ignoranza.
Nel senso che via via la sua vita è stata un sistematico progetto di
autodistruzione. Basterebbe per esempio prestare attenzione alle pagine
che legge di un quotidiano per capire il deserto nel suo
cervello. O ascoltare i tg di BergamoTV. Immaginare che riunire due
volte alla settimana quattro gatti con qualcuno che legge loro il
giornale ed una “domestica” che gli serve il caffè fatto con la
macchinetta a capsule costituisca una soluzione alla solitudine
dell'anziano è una illusione. L'idea stessa che ci sia bisogno di
qualcuno che gli legga anche il giornale (sol)levando loro anche (di)
questa incombenza, vuol dire aumentare il loro egoismo. Se semini sul
cemento armato, al massimo i semi servono ai passeri che li beccano:
nessuno di loro riuscirà a diventare una piantina di grano con la
spiga. Osservate le due foto tratte dal filmino sul sito FB della
maggioranza.
Questi anziani bisognosi di compagnia non sono profughi da terre
insanguinate dalla guerra ma sono il gruppo sociale che attualmente
gode di un reddito garantito (spesso anche ampiamente anticipato
rispetto alla naturale data della pensione) tutt'altro che
disprezzabile: le loro pensioni sono mediamente il doppio di quanto
percepito dalla maggioranza di giovani lavoratori. Anche la donna
vedova che non aveva mai lavorato sotto padrone nella sua vita attiva
(perché il marito era orgoglioso di tenerla a casa significando che la
sua paga bastava a mantenere l'intera famiglia) non vive certo del
minimo e quasi sempre ha una abitazione di proprietà. Poi fanno finta
di non vedere o sapere che i loro nipoti (se non addirittura i figli)
hanno redditi modesti che –paragonando i costi della vita- rispetto ai
redditi loro a pari età, adesso sono meno della metà.
L'idea stessa di creare questi “ospizi a funzionamento bisettimanale”
serva a trarre dalla solitudine queste persone serve solo a finanziare
qualche soggetto privato messo li a… servire il caffè. Questi
vecchiacci non si degnano neppure di farsi il caffè da soli per di più
anche gratuito. E VANNO PURE SERVITI!.
Da tempo seguo degli anziani (un anziano che cura anziani: un ossimoro)
e naturalmente questi due anni di pandemia mi hanno costretto o
stimolato o obbligato a riflessioni che altrimenti non avrei mai fatto.
La riflessione più turbante e irrisolvibile (per me) è stata la
constatazione che in ValSeriana la strage degli innocenti ha
colpito una popolazione che vota massicciamente leghista e
centrodestra. Poi siccome mi è capitato di trasportare una quarantina
di anziani alle vaccinazioni, ho dovuto ascoltare le interminabili
litanie dei vaccinandi contro la sanità lombarda. Litanie intrecciate a
evidenti battute razziste e qualunquiste quando vedevano in fila
qualche “negro” li per vaccinarsi: “i ma roba anche ol vaccino”.
Nonostante una sanità regionale in ferrea mano del centrodestra che non
ha saputo cogliere l'esplosione della pandemia ad Alzano e Nembro; che
non è riuscita neppure a organizzare le prenotazioni dei vaccini
ed è stata costretta a passare l'incombenza alle poste; che aveva
assistito imbelle alla strage degli innocenti i lombardi hanno donato
(al luglio 2020) 195 milioni di euro. Ignoto l'ammontare alla
fine del 2021 e nemmeno la destinazione di quanto speso, di come sia
stato speso e quanto ci sia ancora in cassa.
Nonostante tutto questo ne la conferenza dei sindaci ne i
consiglieri regionali si sono immaginati o sognati di chiedere che
l'ospedale Papa Giovanni anziché essere un pezzo dell'ASST diventasse
un AO: azienda ospedaliera. Basta una ricerca in rete per capire le
differenze delle due attribuzioni. C'è voluta una campagna di L'Eco
suggerita da alcuni medici dell'ospedale.
Spesso capita che la risposta a certe riflessioni non ti arrivi
direttamente ma da una serie di fatti differenti che ti schizzano
addosso.
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IL DRAGHI ESAURITO
Chissà se davvero il caimano si è ritirato dalla corsa al colle o se
invece non sia una mossa che nasconde qualche altra trappola vista la
naturale perspicacia dei suoi avversari. Al momento in cui dettiamo
questo paiono comparsi o gettati in corsa una donna Elisabetta Belloni
una diplomatica ‘cresciuta’ alla Farnesina e promossa da tutti i
partiti. Scrive di lei Il Fatto. Forlivese di origine, 63 anni, il suo
percorso diplomatico è iniziato nel 1985 e dal 1999 ha scalato le
posizioni all'interno del ministero degli Esteri senza mai uscirne. Da
Berlusconi a Monti, fino ai governi del Pd, tutti contribuiranno alla
sua ascesa. Con Draghi, a maggio, passa alla presidenza del Consiglio
per guidare il Dis. Ma nella sua carriera non si è mai legata a una
famiglia politica, rimanendo prima di tutto una donna delle
istituzioni.
E’ ricomparso anche Pier Ferdinando Casini, bolognese, uno che ha
navigato attraverso TUTTI i partiti dal centro destra al centrosinistra
Cattolico divorziato e sposato due volte. Uno dei centomila sugheri
della classe politica nazionale le cui qualità – le ha elencate lui
stesso dalla Gruber- sono l’onestà e l’aver servito la politica, essere
stato presidente della Camera. Pier Ferdinando Casini è ben noto in
Vaticano. Gli viene riconosciuto il merito, infatti, di essere stato
finora l’unico presidente della Camera ad aver riportato un Pontefice,
era Karol Wojtyla, a Montecitorio, in quel palazzo dove anticamente
veniva amministrata la giustizia in nome del Papa re.
Non bastasse un Casini dalle file del PD si fa avanti la candidatura di
Andrea Riccardi. In Vaticano farebbero salti di gioia davanti ai
nomi di Casini e Riccardi potenziali o effettivi inquilini del
Quirinale, già Palazzo dei Papi (ne lessero 4 fino quando non
vennero cacciati). Il fiorentino ha dato per buono il bolognese e per
spacciato il romano. Sai che soddisfazione per gli italiani del
nord passare da un presidente siciliano a uno romano: personale
notoriamente sensibile al nostro mondo ed al nostro paese.
Nei sacri palazzi il nome di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità
di Sant’Egidio, è quello che desta ovviamente maggiore sicurezza. Il
professore, amico personale di Francesco, Sergio Mattarella e Angela
Merkel, non viene, infatti, percepito come un “interlocutore
privilegiato”, bensì come un “interlocutore di casa”. Riccardi, che è
stato ministro per la Cooperazione internazionale c l’integrazione nel
governo di Mario Monti, è tra i consiglieri più ascoltati e fidati di
Bergoglio. La sua, ci tengono a ribadire Oltretevere, non è una
“candidatura di bandiera”, bensì una “candidatura-messaggio”.
Elisabetta Belloni, capo del Dipartimento delle informazioni per la
sicurezza, non dispiace alle gerarchie ecclesiastiche. Il suo
curriculum, passato in rassegna nei sacri palazzi appena è iniziato a
circolare il suo nome tra quelli papabili per il Quirinale, viene
universalmente ritenuto di altissimo livello e rassicurante per il suo
impegno umanitario. Un interlocutore sicuramente attento alle richieste
sociali di Francesco e al suo costante richiamo ai governi di tutto il
mondo a contrastare la “globalizzazione dell’indifferenza”. Ciò che
affascina di più della Belloni, soprattutto in Segreteria di Stato, è
la sua brillante carriera diplomatica che la rende un candidato molto
gradito anche Oltretevere. Una personalità che, se da un lato non ha
ancora frequentazioni stabili con i sacri palazzi, dall’altro suscita
ammirazione ed è garanzia di imparzialità e autorevolezza.
Gira e rigira insomma i cattolici non vogliono mollare il Colle e
siccome la destra non ha uno straccio di nome spendibile (Tremonti?
Casellati? Pera? Cartabia?) le ennemila televisioni si stanno
attrezzando per sfiancare il popppppolo italiano con centinaia di ore
di talkshow sul nulla.
Intanto gli Italiani cominciano a vedersi aumentare il costo della
spesa alimentare. Il costo del metano . Il costo dell’energia
elettrica. Il prezzo della benzina. E tutto quel che segue a catena.
Almeno per il metano e l’energia elettrica il governo poteva sospendere
l’iva sull’iva tutta la parte di bolletta extra il prezzo base
della materia e invece per adesso nulla salvo la previsione che
entro tre mesi gli aumenti saranno riassorbiti. La promessa-previsione.
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