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LA CAMPAGNA ELETTORALE DELLA GAMBA ADESSO MIRA AGLI ANZIANI
C’erano tutti. Quasi tutti. Ne mancavano tre: il marmista, il fiorista,
le pompe funebri. Quello della tomba. Quello del cuscino di fiori sulla
bara. Il fiorista per la corona di fiori. Peccato perché sarebbe stata
davvero una condivisione davvero totale per vivere e finire in
felicittà. Una volta si poteva dire che avevano preso un colpo di sole.
Adesso si può solo pensare che siano gli effetti tardivi dell’infezione
da covid19. Fossimo dei politici sopraffini scriveremmo che quando
nacque il PD “lo storico cattolico Pietro Scoppola teorizzò apertamente
la natura “post-ideologica” del nuovo partito. Per tenere insieme le
diverse tradizioni della cultura politica democratica, nessuna di
queste poteva prevalere: il nuovo partito doveva/poteva reggersi solo
sulla convergenza programmatica, a partire ciascuno dalla propria
storia e identità. Sulla carta, poteva funzionare; ma la storia del Pd
ha dimostrato che un partito, privo di un proprio autonomo profilo di
cultura politica, alla fine implode, e può sopravvivere solo come un
assemblaggio di cordate di potere.”
Il sovranismo a livello sociale e politico nazionale si declina col
liberi tutti del duo Meloni&Salvini e dei NoVax mentre a livello
individuale o famigliare si declina in felicittà. Giustamente ciascuno
si fa i cazzi propri: e quindi il comune si piega ad assecondarli. In
felicittà. Al cittadino la Costituzione riconosce il diritto di voto,
quindi di autodeterminazione mentre il comune concede al cittadino di
di-pendere da esso. In felicittà. Basta con questo obsoleto diritto
all’autodeterminazione che comporta di diventare grande, adulto,
responsabile, reattivo quanto necessario. Adesso basta che il cittadino
si metta sul divano e cellulare in mano chiama un numero 800 e invoca
ed ha diritto alla felicittà. Gli portano la pensione a casa i
carabinieri pagati dallo Stato. Gli portano la spesa a casa i volontari
pagati dieci euro all’ora dal Comune. Lo portano a fare le visite
mediche e il vaccino con l’auto dei volontari pagata e pagati dal
Comune. Gli fanno l’isee gratis per mano dei sindacati pagati dallo
Stato. Generalmente chi aspetta seduto sul divano non utilizza i
farmaci generici perché ha diritto giustamente a un supplemento di
qualità: quelli originali glieli portano a casa i volontari pagati dal
Comune. Hanno a disposizione lo strizza cervelli pagato dal Comune ed
anche le truppe cattoliche di interposizione sempre pagate dal Comune
per evitargli scazzottare coi vicino di pianerottolo e quelli del piano
di sotto e di sopra.
(...)
LA POLITICA PENSA ALLA PENSIONE PIUTTOSTO CHE ALLA SALUTE ED ALLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI
Dobbiamo pensare che l’anno 2022 porterà buone cose?
Cominciamo l’anno nuovo con tre problemi niente affatto piccoli.
Il primo (positivo) è la crescita stimata della nostra economia ed anche di quella dei paesi europei e oltre.
Il secondo è la pandemia di cui nessuno sa prevedere l’evoluzione.
Il terzo è la crisi energetica e quanto la medesima si strascina appresso.
Ce ne sarebbe un quarto: le elezioni anticipate e il fallimento del PNRR.
Le ultime previsioni dell’eco- nomia internazionale del Fondo Monetario
e dell’Ocse (formulate un paio di mesi fa) ci indurrebbero a crederlo.
Meglio non farsi troppe illusioni.
Più recentemente nel saggio di Paul Beaudry e Tim Willems On the
Macroecono- mic Consequences of Over-Optimism (gennaio 2022
dell’American Economic Journal: Macroeconomics) si documenta, sulla
base di dati del Fondo Monetario che aspettative eccessivamente
ottimistiche per un Paese inducono, dopo qualche anno, a brusche
contrazioni economiche. Quindi, meglio essere cauti.
Le previsioni, su cui è basata la legge di bilancio 2022, rispecchiano,
in grande misura, quelle di Ocse, Fondo Monetario, Banca centrale
europea e modello econometrico del Ministero dell’economia e finanza:
delineano un forte balzo nel 2021 – crescita del Pil del 6% circa –
seguito da un rallentamento nel 2022 – 4,5% circa.
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LA POLITICA PENSA ALLA PENSIONE PIUTTOSTO CHE ALLA SALUTE ED ALLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI
Dobbiamo pensare che l’anno 2022 porterà buone cose?
Cominciamo l’anno nuovo con tre problemi niente affatto piccoli.
Il primo (positivo) è la crescita stimata della nostra economia ed anche di quella dei paesi europei e oltre.
Il secondo è la pandemia di cui nessuno sa prevedere l’evoluzione.
Il terzo è la crisi energetica e quanto la medesima si strascina appresso.
Ce ne sarebbe un quarto: le elezioni anticipate e il fallimento del PNRR.
Le ultime previsioni dell’eco- nomia internazionale del Fondo Monetario
e dell’Ocse (formulate un paio di mesi fa) ci indurrebbero a crederlo.
Meglio non farsi troppe illusioni.
Più recentemente nel saggio di Paul Beaudry e Tim Willems On the
Macroecono- mic Consequences of Over-Optimism (gennaio 2022
dell’American Economic Journal: Macroeconomics) si documenta, sulla
base di dati del Fondo Monetario che aspettative eccessivamente
ottimistiche per un Paese inducono, dopo qualche anno, a brusche
contrazioni economiche. Quindi, meglio essere cauti.
Le previsioni, su cui è basata la legge di bilancio 2022, rispecchiano,
in grande misura, quelle di Ocse, Fondo Monetario, Banca centrale
europea e modello econometrico del Ministero dell’economia e finanza:
delineano un forte balzo nel 2021 – crescita del Pil del 6% circa –
seguito da un rallentamento nel 2022 – 4,5% circa.
Attenzione però: nel 2022 torneremmo ad un reddito pro-capite analogo a
quello del 2019, che a sua volta era inferiore, però, a quello del
2000. Vent’anni senza crescita di produttività hanno fatto sì che il
reddito pro-capite italiano che nel 2000 era superiore alla media
dell’Unione europea, nel 2019 era inferiore a tale media.
Qualche stima numerica? Se il timone resta saldo, la crescita ci sarà
nel 2022 ma appena attorno al 2% a ragione delle determinanti
internazionali. Se il timoniere guarda ad altro e di conseguenza la
ciurma starnazza si torna al zero virgola. Se non peggio.
Sull’evoluzione della pandemia c’è poco da scrivere dal momento che
nemmeno gli scienziati fanno previsioni. Di oggi (04 gennaio) la
previsione (o la speranza?) di Yascha Mounk Ci sono due modi, però, in
cui potrebbe finire la pandemia quest’anno : «il primo è biologico:
scoprire che Omicron non fa ammalare in modo grave la netta maggioranza
delle persone e che l’esposizione a questa variante, se vaccinati,
protegge da ceppi futuri; così l’oggettiva minaccia del Covid
cesserebbe di essere significativa». Ma questa per ora è una
congettura. Il secondo modo in cui la pandemia Covid potrebbe finire è
sociale. «Consiste nel dire che ci siamo abituati al fatto che la
nostra vita implicherà più rischi nel 2022 rispetto al 2019, ma
collettivamente e individualmente scegliamo che vivere in modo più
normale valga la pena di correre quei rischi». «Anche se Omicron
dovesse essere più pericolosa di quanto speriamo e anche se varianti
future dovessero essere più gravi, sceglieremo di tornare ad una nuova
normalità e non al lockdown».
Il dato più importante della situazione, a mio parere, è l’attuale
inadeguatezza della macchina vaccinale in Italia: il numero di
vaccinazioni giornaliere (circa 400 mila al giorno) è largamente
insufficiente a fronteggiare la domanda. Molti continuano a ragionare
come se il problema fosse solo l’ostinato rifiuto del vaccino da parte
di 5 o 6 milioni di No Vax adulti, senza vedere l’altro enorme
problema, quello degli “scaduti”: 18 milioni di persone che si sono
vaccinate nei primi 8 mesi del 2021, vorrebbero fare la terza dose, ma
in tanti casi devono ancora attendere a lungo, in quanto gli hub
vaccinali e le farmacie sono sopraffatte dalle richieste.
Non saprei dire come reagirà la popolazione costretta a vivere facendo
(magari…) due-tre vaccinazioni all’anno per stare al sicuro rispetto
all’infezione. Sarebbe una strana normalità.
Il terzo è la crisi energetica e quanto la medesima si strascina appresso.
Scrive l’Arera che “i nuovi straordinari record al rialzo dei prezzi
dei prodotti energetici all'ingrosso (quasi raddoppiati nei mercati
spot del gas naturale e dell'energia elettrica nel periodo
settembre-dicembre 2021) e dei permessi di emissione di CO2, avrebbero
portato ad un aumento del 65% della bolletta dell'elettricità e del
59,2% di quella del gas.
L'Autorità ha confermato l'annullamento transitorio degli oneri
generali di sistema in bolletta e potenziato il bonus sociale alle
famiglie in difficoltà, in base a quanto previsto dalla Legge di
Bilancio 2022, con cui il Governo - oltre a ridurre l'Iva sul gas al 5%
per il trimestre - ha stanziato le risorse necessarie agli interventi,
con ciò consentendo di alleggerire l'impatto su 29 milioni di famiglie
e 6 milioni di microimprese.
Malgrado gli interventi, tuttavia, l'aumento per la famiglia tipo in
tutela sarà comunque del +55% per la bolletta dell'elettricità e del
+41,8% per quella del gas per il primo trimestre del 2022. Ad oggi
nessun ente o studioso ha calcolato quanto influenzerà negativamente
l’aumento dei costi dell’energia rispetto alla crescita stimata.
Non pare un azzardo ipotizzare che nel 2022 la crescita sarà tra il 4%e il 5% ma assai più prossima al numero inferiore.
Meglio non ragionare troppo sul quarto aspetto: le elezioni anticipate
e il fallimento del PNRR. Quel che si vede nella politica nazionale è
terribile. Da una parte i politici temono la fine anticipata della
legislatura per la nota fame di soldi di cui sono tutti assatanati e
dall’altra parte vogliono fare la pelle al PdC Draghi di cui non
sopportano più il decisionismo. Però nessun raggruppamento politico ha
in mano i voti per eleggere il prossimo PdR. Quando le famiglie
cominceranno pagare i maxi aumenti del prezzo del metano e
continueranno a pagare il maxxi aumento del prezzo della benzina
avranno davanti un Parlamento che non riesce a eleggere un PdR e
presumibilmente avranno “bruciato” anche Draghi il quale a baldoria
finita senza dire niente a nessuno salirà al colle a consegnare
le dimissioni: andate avanti voi che a me viene da piangere.
Intanto il Paese che si sta spaccando tra chi non ce la fa ad andare
avanti per la disoccupazione la precarietà l’aumento dei prezzi e sotto
la cappa della pandemia e chi invece si ingrassa alla grande. La gente
si interroga nel vedere circolare una sacco di auto costosissime e
legge che il Caravaggio è tornato al milione di passeggeri
sbolognati al mese. Le gente si interroga sugli statali lavorano da
casa e loro e i loro figli che non lavorano o hanno contratti a tempo
determinato che si ripetono da troppi anni. E non possono sposarsi. Non
possono comprare o affittare la casa. Non possono fare figli.
Poi arriva Mattarella che davanti a un Paese ridotto in questa
situazione predica che la coesione è un grande obiettivo della
Repubblica e, in questo momento, deve essere ancor più il metodo di
lavoro, di collaborazione leale e costruttiva, di partecipazione al
bene comune.
C’hai voglia.
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LA CAMPAGNA ELETTORALE DELLA GAMBA ADESSO INFINOCCHIA GLI ANZIANI
C’erano tutti. Quasi tutti. Ne mancavano tre: il marmista, il fiorista,
le pompe funebri. Quello della tomba. Quello del cuscino di fiori sulla
bara. Il fiorista per la corona di fiori. Peccato perché sarebbe stata
davvero una condivisione davvero totale per vivere e finire in
felicittà. Una volta si poteva dire che avevano preso un colpo di sole.
Adesso si può solo pensare che siano gli effetti tardivi dell’infezione
da covid19. Fossimo dei politici sopraffini scriveremmo che quando
nacque il PD “lo storico cattolico Pietro Scoppola teorizzò apertamente
la natura “post-ideologica” del nuovo partito. Per tenere insieme le
diverse tradizioni della cultura politica democratica, nessuna di
queste poteva prevalere: il nuovo partito doveva/poteva reggersi solo
sulla convergenza programmatica, a partire ciascuno dalla propria
storia e identità. Sulla carta, poteva funzionare; ma la storia del Pd
ha dimostrato che un partito, privo di un proprio autonomo profilo di
cultura politica, alla fine implode, e può sopravvivere solo come un
assemblaggio di cordate di potere.”
Il sovranismo a livello sociale e politico nazionale si declina col
liberi tutti del duo Meloni&Salvini e dei NoVax mentre a
livello individuale o famigliare si declina in felicittà. Giustamente
ciascuno si fa i cazzi propri: e quindi il comune si piega ad
assecondarli. In felicittà. Al cittadino la Costituzione riconosce il
diritto di voto, quindi di autodeterminazione mentre il comune concede
al cittadino di di-pendere da esso. In felicittà. Basta con questo
obsoleto diritto all’autodeterminazione che comporta di diventare
grande, adulto, responsabile, reattivo quanto necessario. Adesso basta
che il cittadino si metta sul divano e cellulare in mano chiama un
numero 800 e invoca ed ha diritto alla felicittà. Gli portano la
pensione a casa i carabinieri pagati dallo Stato. Gli portano la spesa
a casa i volontari pagati dieci euro all’ora dal Comune. Lo
portano a fare le visite mediche e il vaccino con l’auto dei
volontari pagata e pagati dal Comune. Gli fanno l’isee gratis per mano
dei sindacati pagati dallo Stato. Generalmente chi aspetta seduto sul
divano non utilizza i farmaci generici perché ha diritto giustamente a
un supplemento di qualità: quelli originali glieli portano a casa i
volontari pagati dal Comune. Hanno a disposizione lo strizza cervelli
pagato dal Comune ed anche le truppe cattoliche di interposizione
sempre pagate dal Comune per evitargli scazzottare coi vicino di
pianerottolo e quelli del piano di sotto e di sopra.
Lo scrivono con una bella dose di baldanza e faccia di tolla: “i
principi su cui si basa il progetto “felicittà” sono quelli della
prossimità, della domiciliarità e del coinvolgimento di tutta la
comunità per prendersi cura dei cittadini più anziani, con attività e
servizi erogati sia presso la se¬de principale di Felicittà, in via IV
Novembre, e in modo diffuso sul territorio, specie nel quartie¬re della
Marigolda, che si è rive¬lato quello con il maggiore indi-ce di
fragilità, vale a dire il più lontano dal centro e dai servizi e
contemporaneamente quello con la più alta percentuale di po¬polazione
anziana”. Magari gli inventori della felicittà farebbero meglio a stare
lontani dalla Marigolda dopo la vicenda del CVI2.
Chi conosce la storia del paese sa com’è nata e quando e da ci
venne abitata la Marigolda: è la generazione che ha conosciuto e
contribuito al boom economico nazionale. La generazione che s’è fatta
la casa col mutuo. La generazione figlia di chi aveva fatto la guerra
ed era nato cresciuto durante il fascismo. Una generazione che ha
sempre votato: un diritto niente affatto disprezzabile. Una generazione
che –oggi come oggi- ha delle pensioni di “lusso” rispetto a quelle che
saranno quelle dei loro figli e nipoti. Una generazione la metà dei
quali è andata in pensione con largo anticipo chi per una facilitazione
e chi per un’altra. Una generazione che ha sempre ragionato che
“io mia moglie non la mando a lavorare: in famiglia basto io a
mantenerla”. La famiglia, non solo la moglie. Messa così cosa serviva
l’asilo?.
Una generazione rimbambita in massa dai 750 canali tivù. Che consuma
tonnellate di antipertensivi e statine. Che compra gli occhiali da
vista alla esselunga e ha perso metà dei decibel dell’udito ma non l’ha
ancora capito e allora accende la tivù quando si alza e la spegne
quando va a letto. Ad alto volume: però. Che si tiene allenata la mente
con le parole crociate e leggendo la pagina dei morti su l’eco.
Felicittà si ripromette di prendere in mano tutto questo popolo.
Prenderlo per mano e condurlo alla morte in felicittà. Appunto. Con un
servizio completo ed ad ampio raggio.
La politica della giunta Gamba non è quella di costruire
l’autonomia delle persone ma quella di accentuarne vieppiù la
dipendenza. Che è poi la “sostanza” della politica della destra nella
sanità e nel sociale. Vedi il caso sanità. Hai un problema? Vai al
pronto soccorso e in ospedale. Hai bisogno di un esame? Non ti
preoccupi più di tanto se l’ospedale pubblico te lo promette tra sei
dodici ventiquattro mesi. C’hai i soldi di una buona pensione e puoi
scontarli dal reddito e quindi vai da un privato. Non hai una buona
pensione o hai un isee modesto? fai domanda al comune. La carità non la
nega a nessuno.
Ma poi alla fine tutto questo finisce sempre in gloria come tutte le
cose della Repubblica. Formalmente dovrebbe funzionare (quasi) tutto
alla perfezione ma poi alla fine va tutto spannometricamente. Perché se
ci sono da fare quattro progetti quattro per arrivare all’appalto della
pista ciclabile stai sicuro che i soldi per pagare le quattro parcelle
quattro ci sono. Per il resto briciole. Perchè le prime e più potenti
idrovore nelle finanze comunali non sono i cittadini ma la gran massa
di esperti professionisti che i burocrati degli uffici comunali- tutti
della stessa categoria dei professionisti privati- chiamano alla
bisogna. Dai lavori pubblici ai servizi sociali.
Insomma tutto si tiene: prima i colletti bianchi poi manteniamo anche
il popolo bove. Importante che resti popolo bove così non s’avvede
troppo di dove si spendono i soldi. Ed a chi vanno in tasca. Del resto
vedi l’ultima legge di bilancio e la redistribuzione dell’irpef.
Felicittà, esattamente come il PdS (piano del diritto allo studio) non
è un progetto per costruire autonomia del cittadino ma per schiacciarlo
e mantenerlo nella dipendenza: un babysitteraggio pagato dal Comune
attuato dalla solita onlus o coop amica. Felicittà come il PdS come
l’intervento sulla popolazione delle case popolari, come lo
strizzacervelli per gli anziani servono in primis a mantenere una
grande massa di professionisti (che lavorano senza che non ci sia
mai uno straccio di valutazione dei risultati e della qualità degli
interventi) e secondariamente a dare non un servizio al
cittadino bensì il contrario: tenerlo legato con una catena
(economica: per la più parte) alla politica. Locale e provinciale.
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IL PAESE BELLO DA VIVERE NON SI FA MANCARE NIENTE: ANCHE I TAMPONI NONVAX
Basta una veloce ricerca in rete per capire da che parte politica
“pende” questa organizzazione non si sa bene da chi sia diretta sotto
il profilo medico sanitario. Certo è che va avanti da almeno due mesi a
fare tamponi (ma saranno veri o fasulli?) senza che venga fermato.
L'associazione che l'ha messa in piedi ha sede nella vicina Longuelo ed
è collegata alla destra-destra NO-VAX dei fratellini d'italia: basta
vedere il tipo di conferenze e relatori che mette in campo benchè
camuffata da benefattrice dei poveri nostrani. SOLO ITALIANI però. Per
schivare fermi arresti e qualche nottata in via Gleno ha operato a
Scanzorosciate Curno Bergamo (in vari posti e parcheggi) dando
appuntamenti spesso solo con google maps.
Nei giorni scorsi una certa pubblicità era stata data anche sul sito
“sei di Curno se…” quando era approdata nell'edificio tra via Bergamo e
via Manzù dove stanno la birreria Keller e il bar Viceversa. Che non
c'entrano con la faccenda.
Sarebbe interessante far verificare se i tamponi, benché fatti alla
garibaldina tra una fuga e l'altra da un posto all’altro, siano stati
davvero tali o non siano stati una finta. Verificato quel che si legge
:”Mi reco con i miei figli, faccio un'ora di fila perché chi ha il
carnet ha la precedenza. All'interno del- l'hub rimango sconvolta: il
nome “Neolalia” è scritto su un pezzo di cartone, non c'è alcun
arredo, alcuna divisione tra positivi e non e tra persone in
quarantena e non». Prosegue il racconto: «La ragazza di fianco a me
riceve l'esito positivo del tampone ed esulta e salta di gioia perché
finalmente potrà avere un Super Green pass per sei mesi senza vaccino.
Senza parole e stanca, ottengo un tampone positivo. L'addetta mi
chiede se non sono felice. Le rispondo seccamente di no: devo andare a
lavoro e sono ferma da dieci giorni. Ma mi ribatte con un sorriso,
dicendomi che c'è gente che pagherebbe per avere l'esito del tampone
positivo». L'utente definisce la «situazione davvero al limite
dell'incredibile”. Insomma anche stavolta ci siamo smentiti:
altro che “faro de Curen”. Quando ci mettiamo, non scherziamo. Peccato
che questi facciano tamponi a ufa da due mesi senza essere fermati.
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