A GUARDARE ALLE COLLINE  07 DICEMBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CE L'ABBIAMO FATTA!
GLI INNESTI SONO RIUSCITI TUTTI
DOPO DUE ANNI ECCOLI
BEN VITALI

L'OPPOSIZIONE S'E' SVEGLIATA?
Il (triste) tramonto dei "farò" de Cùren
Il titolo del nostro articolo, un po' scherzoso, che fa riferimento al nomignolo attribuito, ingiustamente, agli abitanti di Curno, calza invece perfettamente a questa amministrazione ed al vuoto che questa lascerà nel 2022, quando saranno indette le elezioni amministrative: anni di soli annunci, di "specchietti per le allodole", di "tanto fumo e niente arrosto", con, paradossalmente, sprechi inauditi di risorse pubbliche.
Curno avrebbe bisogno di strutture adeguate per i suoi cittadini, tra le quali:
1.    un vero Centro Diurno Anziani, considerando che oltre il 25% dei cittadini ha più di 65 anni. [la questione è che dire “centro diurno anziani” significa tutto e niente dal momento che se si tratta di un posto per giocare a carte c'è già, (semmai ne occorrerebbe uno anche alla Marigolda) mentre occorrere dare indicazioni precise (come le abbiamo date anche noi) sul contenuto e sul suo mantenimento. Soprattutto c'è da domandarsi come mai il GAP (Gruppo Anziani e Pensionati) nacque da solo e si organizzava da solo ed assieme alle scuole mentre adesso è scomparso e il Comune prevarica gli anziani invece di stimolarli all'autonomia spedendo tra di loro la solita cooperativa che in teoria dovrebbe fare miracoli. Forse che i “vecchi di una volta” erano più svegli del “vecchi di adesso” oppure che adesso la Gamba li strumentalizza a  fini elettoral-clientelari?]. Ovvio che quando un gruppo vede che il Comune  PAGA  degli intrattenitori mentre loro dovrebbero farlo GRATIS, questi smettano di darsi da fare. Ma la sindaca, l'assessora addetta e la dirigente del servizio a questa BANALE riflessione-conclusione proprio non ci arrivano da sole.]
(...)

GLI IDIOTI D'EUROPA
Domenica era partito di slancio il direttore di Repubblica Maurizio Molinari: “la pressione militare russa ai confini con l’Ucraina e le minacce della Repubblica Srpska contro la Bosnia-Erzegovina descrivono la volontà di Mosca di aprire un fronte di crisi con l’Occidente nell’Europa Sud-Orientale. Offrendo all’Unione Europea un’occasione importante per affermare una propria politica di sicurezza comune, accelerando il cammino del Compasso Strategico”. Già si immaginava pronto a offrire il sangue degli altri alla patria: finalmente mostriamo i coglioni!. Prosegue il direttore: “oggi il presidente Vladimir Putin ha bisogno dell’Ucraina per rafforzare lo slancio strategico russo verso il Caucaso, il Mediterraneo, i Balcani e l’Europa al fine di rimettere in discussione a proprio favore l’equilibrio internazionale sancito dalla fine della Guerra Fredda. Ecco perché quanto sta maturando fra il Donbass e Banja Luka si profila come la più seria delle sfide alla sicurezza europea: attorno alla difesa delle rivendicazioni etnico-nazionali delle minoranze russofone e serbe, Putin vuole iniziare a ridisegnare la mappa del Vecchio Continente”.
Come se la Russia non navigasse liberamente nel Mediterraneo e non avesse messo molto più di “un piede” quella che era casa nostra: la Libia.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


























colleti bianchi made in bg







































































































































































































L'OPPOSIZIONE S'E' SVEGLIATA?
Il (triste) tramonto dei "farò" de Cùren
Il titolo del nostro articolo, un po' scherzoso, che fa riferimento al nomignolo attribuito, ingiustamente, agli abitanti di Curno, calza invece perfettamente a questa amministrazione ed al vuoto che questa lascerà nel 2022, quando saranno indette le elezioni amministrative: anni di soli annunci, di "specchietti per le allodole", di "tanto fumo e niente arrosto", con, paradossalmente, sprechi inauditi di risorse pubbliche.
Curno avrebbe bisogno di strutture adeguate per i suoi cittadini, tra le quali:
1.    un vero Centro Diurno Anziani, considerando che oltre il 25% dei cittadini ha più di 65 anni. [la questione è che dire “centro diurno anziani” significa tutto e niente dal momento che se si tratta di un posto per giocare a carte c'è già, (semmai ne occorrerebbe uno anche alla Marigolda) mentre occorrere dare indicazioni precise (come le abbiamo date anche noi) sul contenuto e sul suo mantenimento. Soprattutto c'è da domandarsi come mai il GAP (Gruppo Anziani e Pensionati) nacque da solo e si organizzava da solo ed assieme alle scuole mentre adesso è scomparso e il Comune prevarica gli anziani invece di stimolarli all'autonomia spedendo tra di loro la solita cooperativa che in teoria dovrebbe fare miracoli. Forse che i “vecchi di una volta” erano più svegli del “vecchi di adesso” oppure che adesso la Gamba li strumentalizza a  fini elettoral-clientelari?]. Ovvio che quando un gruppo vede che il Comune  PAGA  degli intrattenitori mentre loro dovrebbero farlo GRATIS, questi smettano di darsi da fare. Ma la sindaca, l'assessora addetta e la dirigente del servizio a questa BANALE riflessione-conclusione proprio non ci arrivano da sole.]
2.    una nuova scuola dell'infanzia, con relativo asilo nido, considerando che quello esistente è inadeguato per tale funzione, essendo disposto su due piani, non avendo né un giardino né parcheggi, oltre ad essere ormai obsoleto. [stiamo dicendo da quando hanno liberato la vecchia Rodari di scambiare l'edificio appollaiato sull'incrocio attuale sfigati sisma sede dalla materna S.G.B. con l'ex scuola elementare. Qui non ricordiamo tutta la proposta ma alla fine non ci sarebbe scambio di beni ma solo scambio di utilizzo. In questo modo il Comune  sarebbe PROPRIETARIO dell'edificiod ella scuola materna che sarebbe gestita ancora dalla S.G.B. mentre la sede appollaiata sull'incrocio diverrebbe sede di una parte del Comune.]
3.     un parco sul Brembo importante, con una pista ciclabile che colleghi Ponte San Pietro con Treviolo (ad oggi c'è solo un progetto, la cui pista ciclabile non sarà però collegata con il nuovo attraversamento realizzato da Ponte San Pietro sul torrente Quisa, che insiste su aree pagate dall'amministrazione comunale oltre 100.000 euro, anziché, come prevede il Piano dei Servizi del P.G.T., acquisite con cessione di diritti edificatori, a costo zero per il Comune!).[mi risulta che le cose non stiano così dal punto di vista economico. Dal punto di vista progettuale tutto l'insieme è una solenne cappellata come solo il trio Gamba Conti Bondesan potevano immaginare.]
4.    una rete di piste ciclabili organica e funzionale: quelle sulla Briantea e sulla via Fermi (a scavalco del canale Piccolo Serio, a confine con Treviolo), riguardano progetti approvati da anni e legati ad operazioni urbanistiche di migliaia di metri cubi, con le costruzioni finite da anni e le piste nemmeno iniziate.[Abbiamo sempre giudicato la pista ciclabile che va verso l'ospedale l'ennesima cazzata del duo Gamba&Conti: immaginate la nonnina che va all'ospedale in bici alle 17 del 6 dicembre- col borsone della biancheria di ricambio del principe consorte ricoverato? Dove siete rimasti? Ai tempi di Carlo Codega?). Invece il Comune di Bergamo arriverà prima di Natale con la pista ciclabile sul confine di Curno e Curno non ha nemmeno il progetto.]
5.    un vero orto botanico, da utilizzare anche a fine didattico per i nostri ragazzi, come polmone tra la zona commerciale (tanto cara a questa amministrazione, che ne ha permesso un ulteriore, spaventoso, sviluppo, i cui risultati li stiamo già vedendo, con aumento esponenziale del traffico e dello smog, a danno dei Curnesi) e il centro abitato di Curno: un polmone divisivo dalla zona commerciale, e non di collegamento come previsto da questa amministrazione. [ l'Orto Botanico per Vivere Curno NON S'HA DA FARE esattamente come la cagnata che hanno fatto con la biblioteca (vi pare messa a posto o rabberciata alla peggio?). Il problema è che la capogruppo di Vivere Curno è “culo e camicia” col direttore dell'orticello di Astino e quindi  non vuole fargli concorrenza. Oltretutto lei da pensionata fa la guida turistica e quindi in città può portare i suoi clienti. Vievre Curno ha la mentalità del terrone statalista ragion per cui tutto deve venire dal comune e deve essere controllato dalla politica. Quello che non possono manovrare loro non va mai bene. Vedi che legnata hanno dato al GS Marigolda per tentare di farlo fuori]
6.    un adeguamento dei due centri sportivi, CVI1 e CVI 2, che versano in uno stato precario da anni e per i quali sono stati sprecati, soprattutto per il CVI 2, centinaia di migliaia di euro tra studi, consulenze, bandi e progetti, con il risultato che tutti vediamo: un totale abbandono. [Qui dissentiamo nettamente. Curno non ha bisogno di due CVI così come sono messi adesso. I bisogni sportivi della società di adesso non sono più quelli del 1960. Bisogna togliere alcuni impianti e trasformare gran parte dei CVI in spazi verdi attrezzati cambiando del tutto le alberature che ormai rendono inabitabili i due CVI.]
7.    un vero rilancio del centro storico, con politiche di incentivazione per la riqualificazione dello stesso, quali rifacimento della pavimentazione e dei sotto servizi, ripristino dei segni storici del paese (fontane, lavatoio, arredo urbano,ecc,), revisione della toponomastica con i nomi storici delle vie, ecc., per le quali questa amministrazione non ha nemmeno approvato le necessarie procedure previste dalla normativa regionale, in scadenza il 31.12.2021. [Ormai il destino del centro storico è segnato se non si sviluppa l'idea dell'Orto Botanico come un sistema complesso –tutto da inventare- che coniughi scuola laboratori e turismo per attrarre un po' di gente che vi abiti. Senza contare che nell'intero paese ci sono  quartieri dove trovare verde, parcheggi, percorsi pedonali sicuri: vale a dire occorre un generale disegno di ricucitura dell'esistente. Inimma ginabile con le testine che hanno dentro Vivere Curno. Quelle al massimo arrivano agli esempi di via DeAmicis o via IV Novembre o via Mascagni o via Curnasco: “casualmente” tutti ben targati politicamente.]
Il gruppo Vivere Curno, principale sponsor di questa amministrazione comunale assieme al PD, già in campagna elettorale da qualche mese, sta organizzando manifestazioni per il 2022, invitando importanti esponenti politici provinciali e regionali, organizzando incontri sul consumo del suolo e sulla transizione ecologica per migliorare Curno: non abbiamo parole per descrivere il trasformismo di queste persone! Hanno approvato una variante generale al Piano di Governo del Territorio a 10 giorni dalle elezioni del 2017, inserendo volumetrie per oltre 400.000 me ed, ora, ci parlano di contenimento del consumo del suolo e di transizione ecologica. Cari Signori, i cittadini di Curno non sono stupidi e non dimenticano!
Nella speranza di un nuovo anno cogliamo l'occasione per augurare, a tutti i Curnesi, buon feste di Natale e buon anno!.

GLI IDIOTI D'EUROPA
Domenica era partito di slancio il direttore di Repubblica Maurizio Molinari: “la pressione militare russa ai confini con l’Ucraina e le minacce della Repubblica Srpska contro la Bosnia-Erzegovina descrivono la volontà di Mosca di aprire un fronte di crisi con l’Occidente nell’Europa Sud-Orientale. Offrendo all’Unione Europea un’occasione importante per affermare una propria politica di sicurezza comune, accelerando il cammino del Compasso Strategico”. Già si immaginava pronto a offrire il sangue degli altri alla patria: finalmente mostriamo i coglioni!. Prosegue il direttore: “oggi il presidente Vladimir Putin ha bisogno dell’Ucraina per rafforzare lo slancio strategico russo verso il Caucaso, il Mediterraneo, i Balcani e l’Europa al fine di rimettere in discussione a proprio favore l’equilibrio internazionale sancito dalla fine della Guerra Fredda. Ecco perché quanto sta maturando fra il Donbass e Banja Luka si profila come la più seria delle sfide alla sicurezza europea: attorno alla difesa delle rivendicazioni etnico-nazionali delle minoranze russofone e serbe, Putin vuole iniziare a ridisegnare la mappa del Vecchio Continente”.
Come se la Russia non navigasse liberamente nel Mediterraneo e non avesse messo molto più di “un piede” quella che era casa nostra: la Libia.
Prosegue il direttore: Sarebbe un grave errore per l’Unione Europea non comprendere che questa crisi le impone di accelerare il percorso verso una efficace difesa comune, capace di essere operativa in tempi stretti. Dall’intervista all’Alto rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Ue, Josep Borrell, emerge che è il momento di far seguire alle parole i fatti accelerando il percorso del Compasso Strategico ovvero il concetto-chiave della difesa comune che dovrà essere adottato dall’Ue durante la presidenza di turno francese, nella prima metà del prossimo anno. L’Italia è fra i partner più determinati in questa direzione, al fine di consentire alla Unione Europea di “diventare il garante della sicurezza dei propri cittadini”, in un quadro d’intesa con la Nato, per poter disporre in tempi stretti delle risorse necessarie per poter essere credibili sul piano strategico.
A seguire Franco Venturini si domanda se per caso “dovremo forse morire per Kiev, come i nostri padri morirono per Danzica?”. L’America di Biden rimprovera alla Russia di Putin di aver portato 90 mila uomini in assetto da combattimento a ridosso del confine orientale ucraino in previsione di «importanti atti aggressivi» , e l’avverte che se non cambierà strada andrà incontro a «gravi conseguenze». Il Cremlino nega di pianificare una invasione, accusa Washington di aver compiuto in novembre una esercitazione aerea di attacco nucleare alla Russia, ammonisce l’Occidente a non superare le «linee rosse» di Mosca e avverte che non accetterà l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Ma prosegue Venturini: “Dalla caduta del Muro di Berlino nell’89, la Nato non ha mai smesso di allargarsi territorialmente verso Est. In modo assolutamente lecito, accogliendo le richieste di Stati indipendenti e con una non breve procedura. La Russia afferma invece che c’era un accordo con l’America proprio per evitare che la Nato si avvicinasse ai suoi nuovi confini. Ma questo accordo, se è esistito, non ha mai preso forma scritta e impegnativa. Ora Putin cavalca il braccio di ferro sull’Ucraina per esigere «garanzie di sicurezza» questa volta formali, che escludano un ulteriore allargamento del territorio Nato verso oriente. E per cominciare, escludano l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza. Cosa dovremmo fare, spiega il Cremlino, se una Ucraina atlantica schierasse al nostro confine missili capaci di raggiungere Mosca senza darci il tempo di approntare difese?.
La questione è che quell’allargarsi territorialmente verso Est in modo assolutamente lecito da parte della NATO non è affatto avvenuto in maniera davvero “lecita”. Indubbiamente non c’è stata una guerra  combattuta militarmente ma tutta giocata sui media e sull’economia che hanno convinto quelle popolazioni a  spostarsi con la Germania e chiedere la protezione della NATO.
Se vai a vedere le economie di Estonia Lettonia Lituania Polonia Ucraina Romania e Bulgaria sono sostanzialmente alla dipendenza della grande industria tedesca. Senza contare la Cechia e la Slovacchia e l’Ungheria.
A meta novembre l'Autorità in Germania ha sospeso la certificazione perché Gazprom deve cedere la parte tedesca della rete. Il contratto di riferimento per l'Europa balza in doppia cifra percentuale. Il via libera al gasdotto Nordstream 2 che collega la Russia direttamente alla Germania arriverà - se arriverà - nel 2022 inoltrato.
Alcuni sospettano che Putin abbia anche tenuto i rubinetti semichiusi negli ultimi mesi per spingere la Germania e l’Ue ad accelerare l’approvazione di Nord Stream 2. Altri (in particolare la Polonia, ma anche l’Amministrazione Biden) ritengono che Putin stia utilizzando il gas per destabilizzare l’Europa, come fa con soldati e armi al confine dell’Ucraina e con i migranti (attraverso Alexander Lukashenka) al confine tra Bielorussia e Polonia. Le richieste dei paesi europei alla Russia di aumentare le forniture attraverso il mercato spot sono rimaste inascoltate. La Moldavia si è vista tagliare il gas e il suo contratto è stato rinnovato solo quando il governo pro occidentale ha accettato di rimettere in discussione i suoi accordi commerciali con l’Ue. Nel frattempo, il gasdotto “Fratellanza” che transita attraverso l’Ucraina rimane sottoutilizzato da Gazprom, privando Kiev di entrate finanziarie significative. Anche Yamal, che passa dalla Bielorussia, non viene usato a pieno regime, ma Lukashenka minaccia comunque di chiudere il transito.
Niente meno che un grosso avvertimento. Sul mercato del gas lo "stop" a Nordstream 2 si è fatto immediatamente sentire con un brusco rialzo del 10% del prezzo, schizzato ai massimi del mese (88 euro per megawattora). Il prezzo del gas è già protagonista da mesi di una spirale di rialzi con evidenti ripercussioni sulle bollette. Una volta concluso l'iter autorizzativo, il gasdotto russo-tedesco garantirebbe 55 miliardi di metri cubi di gas alla Germania e all'Europa, bypassando però l'Ucraina, tradizionale Paese di transito dell'oro blu che arriva dalla Russia.
L’Italia importa dalla Russia –anno 2019- il 47,1% del gas e la riduzione del 25% della portata del gas da parte di Putini sta mettendo in crisi le  famiglie e le imprese italiane messe davanti ad aumenti di prezzo esorbitanti.
Sorgono delle domande. Che interesse ha l’Italia a sostenere la linea della NATO-UE che mira vieppiù a sottrarre alla Russia nazioni con la guerra ibrida condotta finora visto che poi quelle nazioni vanno a favorire il nostro maggiore concorrente in Ue, cioè la Germania?.
C’è un interesse da parte dell’UE  a continuare a inglobare nazioni dell’ex impero sovietico che poi finiscono governate da soggetti criminali e inaffidabili?.
Ha senso come UE a minacciare Putin di chissà quali sanzioni quando poi l’UE non riesce a mettersi d’accordo che sulla dimensione delle zucchine mentre Putin ed Erdogan- altro rifiutato dall’Ue- sono diventati padroni del Mediterraneo orientale assieme ad Israele ed Egitto?.
Qui non è questione di porsi la domanda se vale la pena di morire per Kiev Donbass Ucraina Krimea piuttosto che consolidare la ripresa in atto per portarci se non altro ai livelli pre-covid19?.