|
|
|
|
LA CITTÀ «POROSA»? TUTTO IL CONTRARIO DI QUEL CHE HANNO
FATTO FINORA QUELLI DI VIVERE CURNO
L’AVEVAMO GIÀ PROPOSTA NELLE OSSERVAZIONI AL PGT
APPROVATO DALLA GIUNTA SERRA.BOCCIATA.
Meno di due dozzine di cittadini hanno partecipato alla conferenza
Verso Una Città Porosa la prima della serie della campagna elettorale
della sindaca Gamba. Emanuele Garda ci ha insufflato per 45 minuti
mentre gli altri due sono stati più gentili. 25 minuti Alessio Cardaci
e poco meno di venti Gabriele Rinaldi.
A parte Rinaldi che è sempre appiccicato al suo orticello che non può
mancare di lodare, la “città porosa” proposta nel titolo della
conferenza sarebbe una città dove si diradano gli edifici e dove si
toglie quanta più possibile pavimentazione. Traduzione: si abbattono
per creare spazi permeabili.
Che è l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare
le varie giunte dc-pci-psi-parrocchia travestite da liste civiche in
quel di Curno.
Aumentare la porosità delle città significa diminuire l’accumulo e la
concentrazione del calore che è uno dei motivi della attuale crisi
climatica. La porosità creata viene riempita da nuove alberature che
funzionano da serbatoi della Co2.
Peccato che tutti e tre i relatori, nonostante la lunghezza degli
interventi, abbiano dimenticato che la quantità di calore accumulato
dagli-negli edifici e nelle infrastrutture non derivi solo
dall’insolazione su un particolare tipologia di materiali ma anche dai
consumi di energia elettrica dentro gli edifici e di carburanti sulle
strade.
(.............)
RISTRUTTURAZIONE ELETTORALE DELLE CASE POPOLARI
Prevedono di spendere poco meno di 2,6 milioni di euro per la
riqualificazione della case popolari tra via IV Novembre e via S.Jesus.
Poco meno di due milioni per il muratore.
Le ipotesi di progetto in previsione consistono in:
A) Riqualificazione energetica dell'involucro e degli impianti mediante:
1.Realizzazione vespaio areato comprensivo di isolamento termico, guaina impermeabile e barriera al Radon;
2.Realizzazione di cappotto interno costituito da controparete isolante
in parte con lana di roccia o equivalente ed in parte con Aerogel,
realizzati nel rispetto delle previsioni delle risultanze del progetto
di cui alla L. 10/91;
3.Sostituzione serramenti esistenti nel rispetto dei limiti previsti
dalla nonnativa vigente in materia di isolamento termico ed acustico;
(....)
TRENI ELETTORALI PER IL 2023
La stampa locale oggi annuncia lauti finanziamenti per due opere la cui
realizzazione chissà quando potrà avvenire. Sicuramente sono
finanziamenti per infinocchiare gli elettori in vista delle elezioni
2022 o 2023. Ieri è stata firmata la convenzione tra il Consorzio Bim
- Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi
Brembo e Serio e Teb - Tramvie Elettriche Bergamasche per lo studio di
fattibilità dell'estensione del progetto della Linea tramviaria T2
Bergamo - Villa d'Almè fino a San Giovanni Bianco e di un nuovo
collegamento da Villa d'Almè fino a Ponte San Pietro.
(....)
ASTINO E MASNADA: COME SOTTRARRE AI CITTADINI DEI BENI PUBBLICI E
REGALARLI A DEI PRIVATI PREVIA RISTRTTURAZIONE COI SOLDI PUBBLICI
Astino e Villa Masnada: due esempi da non imitare (così).
Nella conferenza elettorale organizzata da Vivere Curno non poteva
mancare l'intervento del poltronaro per eccellenza. Sindacalista della
FIM-Cisl (e sappiamo bene come i sindacalisti d'antan siano riusciti a
moltiplicarsi la pensione rispetto a quanto avrebbero percepito con
loro normale lavoro) il nostro governa qualcosa ai vertici nell'antenna
europeo del romanico dalle parti di Almenno, governa qualcosa ai
vertici nel turismo in Valle Imagna, fa il Petrini in terra bergamasca,
governa con una cooperativa i vigneti di Villa Masnada ed anche i
frutteti del podere di Astino, governa qualcosa nel micro supermercato
che è la Porta del parco a Mozzo. Normalmente i pensionati dovrebbero
lasciare il posto ai giovani disoccupati anziché collezionare poltrone
e forse anche altri introiti oltre la pensione. Senza contare che
varrebbe la pena di domandarsi se cotanto poltronaro abbia “la patente”
della repubblica italiana per fare quel che fa. Petto in fuori non
poteva ieri sera pure appuntarsi un po' di merito nel progetto “La
biodiversità dentro la città: laValle d'Astino”- che ha vinto il
Landscape Award 2021, il Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa».
Astino e la valle disegnata nei secoli dai monaci vallombrosani e oggi
recuperata dal lavoro delle cooperative sociali. Scrive Carlo Dignola
inviato di L'Eco a Roma per fare la cronaca della consegna del premio.
Come abbiamo già scritto per Astino, qui è successo che i colletti
bianchi provinciali hanno tolto le castagne dal fuoco ai privati
(padroni di Astino) facendo tornare pubblico un bene che il pubblico
aveva venduto ai privati facendo l'occhiolino di una bella speculazione
edilizia che non è mai arrivata. E chi se non la MIA poteva accollarsi
Astino?. Fatta l'operazione MIA succhiandole un sacco di risorse e
lasciandole addosso anche un po' di debito verso le banche, il sedime è
stato assegnato prima di tutto ai tre importanti ristoratori cui hanno
costruito anche le cucine. Poi a un coltivatore di luppolo, un
coltivatore di pesche, un triangolino per fare la Valle della
Biodiversità in maniera da lucrare un po' di soldi dalla Regione e da
Roma, non poteva mancare un coltivatore di lino e tutti noi sappiamo
quanto lino venisse coltivato storicamente in pianura. Ristoratori a
parte, una cooperativa fa la parte del leone.
(...)
|
|
|
|
|
TRENI ELETTORALI PER IL 2023
La stampa locale oggi annuncia lauti finanziamenti per due opere la cui
realizzazione chissà quando potrà avvenire. Sicuramente sono
finanziamenti per infinocchiare gli elettori in vista delle elezioni
2022 o 2023. Ieri è stata firmata la convenzione tra il Consorzio
Bim - Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi
Brembo e Serio e Teb - Tramvie Elettriche Bergamasche per lo studio di
fattibilità dell'estensione del progetto della Linea tramviaria T2
Bergamo - Villa d'Almè fino a San Giovanni Bianco e di un nuovo
collegamento da Villa d'Almè fino a Ponte San Pietro.
Già immaginare che senso abbia un consorzio che comprenda i bacini dei
fiumi Serio Brembo e il Lago di Como occorre la fantasia di uno che s'è
fatto di roba assai pesante. E adesso questo scopre di disporre
la bellezza di 540mila euro per studiare la fattibilità del
prolungamento ferroviario da Almè fino a San Giovanni Bianco. A questo
finanziamento si aggiunge un altro di llOmila euro per lo studio di
fattibilità di un nuovo collegamento da Villa d'Almè a Ponte San
Pietro.
Già il codice degli appalti nazionale è una legislazione criminogena
fatto su misura dai progettisti per arricchirsi impunemente alla faccia
dei cittadini ed anche questi 650mila euro finiranno in saccoccia a dei
progettisti per dei progetti che quando si appalteranno accadrà
qualcosa di simile alla Ossenesga-Sedrina. Passata da 140 milioni a 400
milioni. Quindi tutto da rifare.
Già la tratta ferroviaria dalla città ad Almè fa venire i brividi
dal momento che è impensabile che il traffico dalla ValBrembana si
fermi ad Almè (dove non esiste nemmeno lo spazio per parcheggiare) per
salire sulla T2. A questa cretinata si aggiunge il fatto che gran parte
dell'antico sedime ferroviario da Almè in su è stato rimesso a posto
come pista ciclopedonale e quindi verrà distrutta per farvi
passare la ferrovia.
Se tutta la tratta ferroviaria dalla città a S.Giovanni Bianco venisse
realizzata contemporaneamente (non come la galleria di Zogno, però…) e
la T2 fosse collegata fisicamente con RFI alla stazione di Bergamo
allora si che si farebbe un passo avanti. Messa come la annunciano le
gazzette appare evidente: siccome vogliono far fuori l'ospedale di SGB,
ecco che gli scodellano il trenino perché così… cambiamo il discorso,
dai!.
Un'altra ideuzza niente male per distribuire soldi agli ingegneri è
quella del trenino da Almé a Ponte san Pietro. Dimenticando il
particolare che di mezzo c'è un fiume e la sezione è larga mediamente
un chilometro: ragion per cui già si stanno fregando le zampine
davanti all'idea di un viadotto di mille metri. Progettisti e imprese
hanno scovato un'altra gallina dalle uova d'oro. Senza contare che ci
sarà di mezzo il problemino dell'impatto ambientale e del vento visto
che pure l'asse interurbano l'hanno dovuto abbassare rispetto
all'origine altrimenti avrebbero dovuto porre il limite di 30-50km
orari agli autocarri telonati che lo percorrevano.
Chissà quali studi del traffico di persone stanno dietro all'idea del
treno Almè-Ponte dal momento che la Valle Brembana è legata stabilmente
alla città e alla bassa piuttosto che all'Isola. Solo una struttura
della sanità provinciale che collega la ValBrembana con Ponte san
Pietro può avere una giustificazione ma non tiene conto che adesso gli
ospedali non sono luoghi di cura lungodegenti ma “usa e getta” ragion
per cui ci stai pochi giorni se non poche ore.
Insomma siamo sempre alle solite: l'assalto alla diligenza dei colletti bianchi.
|
|
LA CITTÀ «POROSA»? TUTTO IL CONTRARIO DI QUEL CHE HANNO
FATTO FINORA QUELLI DI VIVERE CURNO
L’AVEVAMO GIÀ PROPOSTA NELLE OSSERVAZIONI AL PGT
APPROVATO DALLA GIUNTA SERRA.BOCCIATA.
Meno di due dozzine di cittadini hanno partecipato alla conferenza
Verso Una Città Porosa la prima della serie della campagna elettorale
della sindaca Gamba. Emanuele Garda ci ha insufflato per 45
minuti mentre gli altri due sono stati più gentili. 25 minuti
Alessio Cardaci e poco meno di venti Gabriele Rinaldi.
A parte Rinaldi che è sempre appiccicato al suo orticello
che non può mancare di lodare, la “città porosa” proposta nel titolo
della conferenza sarebbe una città dove si diradano gli edifici e dove
si toglie quanta più possibile pavimentazione. Traduzione: si abbattono
per creare spazi permeabili.
Che è l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare
le varie giunte dc-pci-psi-parrocchia travestite da liste civiche in
quel di Curno.
Aumentare la porosità delle città significa diminuire l’accumulo e la
concentrazione del calore che è uno dei motivi della attuale crisi
climatica. La porosità creata viene riempita da nuove alberature che
funzionano da serbatoi della Co2.
Peccato che tutti e tre i relatori, nonostante la lunghezza degli
interventi, abbiano dimenticato che la quantità di calore accumulato
dagli-negli edifici e nelle infrastrutture non derivi solo
dall’insolazione su un particolare tipologia di materiali ma anche dai
consumi di energia elettrica dentro gli edifici e di carburanti sulle
strade.
Per quelli come noi che siamo diventati ambientalisti partendo dalle
lotte operaie per la salute nelle fabbriche e quella delle loro
famiglie nella città questo approccio è un tentativo smaccato di
spostare il problema climatico da una questione di classe ad una
questione “neutra”. Della serie: ci stiamo dentro tutti e quindi sotto
tutti a sgobbare per contenere e ridurre l’aumento della temperatura.
Mentre in realtà non è proprio vero.
Basta ascoltarli per comprendere come la visione ambientalista di
questi neofiti derivi direttamente dalle trentennali trasmissioni
Geo&Geo che mescolano promozione turistica con temi “neutri”
che neutri non sono affatto.
I 310 Gwh di energia elettrica consumati nel 2018, sommati ai 130mila
Ktep consumati dai trasporti su gomma vanno tutti a incrementare la
temperatura degli edifici e i veicoli che funzionano da elementi
radianti e si disperdono nell’ambiente. A questo si unisce anche
l’insolazione e la capacità di assorbimento accumulo dispersione
di edifici strade piante.
Va detto che qualche sfumatura di novità l’ha data il Cardaci quando ha
parlato della verifica attraverso riprese aeree con telecamere
termoscanner per “leggere” il territorio in termini di
accumulo-dispersione di energia. La questione è che queste riprese
leggono la situazione nel momento del passaggio aereo ma non l’interi
ciclo giornaliero, sebbene questo si possa in qualche modo ricostruire.
L’attuazione di una certa porosità della città deve fare i conti su
strade e piazze con l’esercito degli automobilisti (quindi con chi
riscuote i due terzi del prezzo della benzina per tenere in piedi lo
Stato) mentre il solo immaginare di rendere porosa la città
diradando con l’abbattimento degli edifici deve fare i conti con
soggetti agguerritissimi.
Blangiardo dell’ISTAT ipotizza che mantenendo l’attuale decrescita
della natalità tra il 2020 e il 2040 la popolazione italiana
scenderà di circa quattro milioni (e il Pil scenderebbe del 6,9%).
Che poi la porosità sia-sarà anche una conseguenza-necessità indiretta
del fatto che la popolazione italiana è destinata a passare dai
60 milioni attuali a 56 tra vent’anni è un fato evidente.
Breve cenno da parte di tutti i relatori al fatto che essendo gli
alberi accumulatori e distruttori di CO2, la porosità della città
favorendo le piantumazioni. L’anidride carbonica non viene solo
trasformata in glucosio che sostenta la pianta, crea steli e foglie (e
poi finisce sulle nostre scrivanie sotto forma di fotocopie che
getteremo in pochi giorni nel cestino), ma dà luogo anche a un fenomeno
noto come sequestro biologico del carbonio (BCCS). In breve, le foreste
“mature”, insieme al loro fitto sistema radicale, sono connesse tramite
un vero e proprio network fungino, una rete di miceli dominata da una
delle proteine più importanti della biosfera: la glomalina.
Nel giro di circa 150 anni, grazie alla glomalina e al suo “internet
sotterraneo” di funghi e batteri, le piante sono in grado di
immagazzinare tonnellate di CO2 in depositi stabili che si decompongono
aerobicamente (in presenza di ossigeno) e vanno a nutrire le piante più
piccole vicine. È ciò che di norma chiamiamo ecosistema.
La questione è che dal 1950 ad oggi in tutto l’areale montuoso italiano
sono pressoché scomparsi i prati e i pascoli sostituti dall’avanzare
dei boschi. Basta guardare alle aerofotografie dell’IGM. La Carta
Forestale del 1936 indicava in 6,028 milioni di ettari la superficie
boschiva nazionale che aumenterà fino a 11,732 milioni nel 2016.
Nonostante questo dalle 300 PPM di CO2 del 1950 siamo arrivati alle 400
PPM del 2013. Stando alle misurazioni dell’Osservatorio a Mauna Loa, i
livelli di anidride carbonica hanno raggiunto al 2 giugno, il valore
dia 417,9 ppm. Si tratta della più alta lettura mensile mai registrata,
come hanno tenuto a spiegare gli scienziati della NOAA e Scripps
Institution of Oceanography dell’Università della California di San
Diego.
|
|
ASTINO
E MASNADA: COME SOTTRARRE AI CITTADINI DEI BENI PUBBLICI E REGALARLI A
DEI PRIVATI PREVIA RISTRTTURAZIONE COI SOLDI PUBBLICI
Astino e Villa Masnada: due esempi da non imitare (così).
Nella conferenza elettorale organizzata da Vivere Curno non poteva
mancare l'intervento del poltronaro per eccellenza. Sindacalista della
FIM-Cisl (e sappiamo bene come i sindacalisti d'antan siano riusciti a
moltiplicarsi la pensione rispetto a quanto avrebbero percepito con
loro normale lavoro) il nostro governa qualcosa ai vertici nell'antenna
europeo del romanico dalle parti di Almenno, governa qualcosa ai
vertici nel turismo in Valle Imagna, fa il Petrini in terra bergamasca,
governa con una cooperativa i vigneti di Villa Masnada ed anche i
frutteti del podere di Astino, governa qualcosa nel micro supermercato
che è la Porta del parco a Mozzo. Normalmente i pensionati
dovrebbero lasciare il posto ai giovani disoccupati anziché
collezionare poltrone e forse anche altri introiti oltre la
pensione. Senza contare che varrebbe la pena di domandarsi se cotanto
poltronaro abbia “la patente” della repubblica italiana per fare quel
che fa. Petto in fuori non poteva ieri sera pure appuntarsi un po' di
merito nel progetto “La biodiversità dentro la città: laValle
d'Astino”- che ha vinto il Landscape Award 2021, il Premio del
paesaggio del Consiglio d'Europa». Astino e la valle disegnata
nei secoli dai monaci vallombrosani e oggi recuperata dal lavoro delle
cooperative sociali. Scrive Carlo Dignola inviato di L'Eco a Roma per
fare la cronaca della consegna del premio. Come abbiamo già scritto per
Astino, qui è successo che i colletti bianchi provinciali hanno tolto
le castagne dal fuoco ai privati (padroni di Astino) facendo tornare
pubblico un bene che il pubblico aveva venduto ai privati facendo
l'occhiolino di una bella speculazione edilizia che non è mai arrivata.
E chi se non la MIA poteva accollarsi Astino?. Fatta l'operazione MIA
succhiandole un sacco di risorse e lasciandole addosso anche un po' di
debito verso le banche, il sedime è stato assegnato prima di tutto ai
tre importanti ristoratori cui hanno costruito anche le cucine. Poi a
un coltivatore di luppolo, un coltivatore di pesche, un triangolino per
fare la Valle della Biodiversità in maniera da lucrare un po' di soldi
dalla Regione e da Roma, non poteva mancare un coltivatore di lino e
tutti noi sappiamo quanto lino venisse coltivato storicamente in
pianura. Ristoratori a parte, una cooperativa fa la parte del leone.
Qualcosa del genere è accaduto anche col vigneto di Villa Masnada che-
regalato al Comune di Mozzo, adesso è in mano ad una cooperativa che ha
rifatto l'impianto del vigneto e produce vino. Ovviamente bio sotto la
supervisione – ad Astino come a Mozzo- del nostro poltronaro.
Il quale deve stare malmesso visto che domenica mattina non
aveva i soldi per pagarsi la brioss e s'è bevuto il cappuccio cinese
coi dolcetti offerti da Vivere Curno. Capita quando hai troppe poltrone
sotto il culo di non avere 1,30 euro per la brisoss.
IRONIA semiseria a parte qual'è il risultato di tutte queste operazioni
inventate dalla politica in associazione con delle coop?. Succede che
dei fondi diventano pubblici coi soldi di tutti ma sostanzialmente sono
SOTTRATTI all'uso pubblico. Perché sono in mano a dei privati e delle
coop. Nessun mozzese può andare a prendere il sole nei vigneti
della Masnda. Come nessun bergamasco può distendersi nei prati di
Astino: c'hanno tutti un gestore-padrone.
Non meraviglia nemmeno la faccia tosta di tutti quelli che propongono
la condizione attuale dei due sedimi come qualcosa di ecologica. Uno
immagina che il paesaggio agrario nei due sedimi sarebbe stato
ricostruito –partendo dalle aerofotografie IMG del 1954- com'era
stato per almeno nei 500 anni precedenti. Invece no. Il paesaggio
agrario se lo sono inventati da capo a piedi creando delle coltivazioni
specializzate che NON c'erano mai state. Non contenti di questi hanno
anche oltraggiato lo spirito benedettino: l'orto del convento l'hanno
fatto diventare le cucine (interrate) dei ristoranti e la sala pranzo
all'aperto. Neanche hanno immaginato il restauro del paesaggio:
l'hanno semplicemente reinventato per comodo loro.
La sostanza della cose è che i cittadini sono esclusi dall'entrarvi a
meno che non abbiano 50 euro cadauno per pagarsi un pranzo.
Poi ovviamente proprio perché sono colletti bianchi non poteva mancare
il premio europeo per infinocchiare i cittadini. Fasö u fasì e daga föc.
|
|
RISTRUTTURAZIONE ELETTORALE DELLE CASE POPOLARI
Prevedono di spendere poco meno di 2,6 milioni di euro per la
riqualificazione della case popolari tra via IV Novembre e via S.Jesus.
Poco meno di due milioni per il muratore.
Le ipotesi di progetto in previsione consistono in:
A) Riqualificazione energetica dell'involucro e degli impianti mediante:
1.Realizzazione vespaio areato comprensivo di isolamento termico, guaina impermeabile e barriera al Radon;
2.Realizzazione di cappotto interno costituito da controparete isolante
in parte con lana di roccia o equivalente ed in parte con Aerogel,
realizzati nel rispetto delle previsioni delle risultanze del progetto
di cui alla L. 10/91;
3.Sostituzione serramenti esistenti nel rispetto dei limiti previsti
dalla nonnativa vigente in materia di isolamento termico ed acustico;
4.Sostituzione portoncini di ingresso blindati.
5.Sostituzione davanzali e soglie onde raccordare i serramenti con le pareti a cappotto.
6.Sostituzione generatori di calore con nuove caldaie a condensazione per ogni singola unità abitativa;
7.Adeguamento degli impianti elettrici contestualmente alla realizzazione del cappotto interno;
8.Rifacimento completo degli impianti idraulici ed elettrici esistenti
negli appartamenti a piano terra oggetto di realizzazione di isolamento
pavimentazione e vespaio areato;
9.Adeguamento degli impianti idraulici contestualmente alla realizzazione del cappotto interno.
10.Opere di miglioramento sismico consistente nella incamiciatura in
c.a. di pilastri e pareti, placcatura e fasciatura con materiali
compositi.
Sarebbe interessante prendere in mano il progetto originale e
verificare se quanto previsto al punto 1 non siano stati lavori
previsti ma non realizzati a suo tempo visto che i progettisti non
erano degli sprovveduti.
Purtroppo nella relazione e nemmeno nella delibera di giunta c'è
scritto quanti metri quadrasti assommino queste abitazioni. Un
“dettaglio” dimenticato che è significativo.
Fuori dubbio che dopo 50 anni (sono del 1975) una abitazione debba
essere completamente rifatta in tutte le sue finitura anche se va dato
atto che – a prima vista- non si rivelano cedimenti strutturali
che –visto il terreno che c'è sotto- c'era da aspettarseli.
Quasi sicuramente questo lavoro sarà finanziato da una regalia
governativa dal momento che il Comune di Curno quei soldi non li
ha ma ci pare arrivino tardi pure per il PNRR. Vedremo.
Senza contare che in quella case è stabilmente presente una sorta di
“forza ONU di dissuasione” che costa oltre dieci mila euro l'anno al
comune. Perché il divertimento maggiore di alcuni degli affittuari pare
sia quello di litigare coi vicini e quindi c'è bisogno dell'ONU.
Certo è che un Comune che non è proprietario dell'edifico della scuola
materna ma è proprietario di questa casba e adesso decide di
gettare quasi tre milioni (semmai basteranno: chi pagherà
l'affitto per sistemare le famiglie nei tempi dei lavori?) per
mantenerli meglio così possono litigare con maggior vigore, forse
cogliere l'occasione per svuotarlo definitivamente (almeno le
parti nuove) e ristrutturalo come edificio per la scuola materna, non
sarebbe una cattiva.
|