A GUARDARE ALLE COLLINE  05 DICEMBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















LA CITTÀ «POROSA»? TUTTO IL CONTRARIO DI QUEL CHE HANNO
FATTO FINORA QUELLI DI VIVERE CURNO
L’AVEVAMO GIÀ PROPOSTA NELLE OSSERVAZIONI AL PGT
APPROVATO DALLA GIUNTA SERRA.BOCCIATA.
Meno di due dozzine di cittadini hanno partecipato alla conferenza Verso Una Città Porosa la prima della serie della campagna elettorale della sindaca Gamba. Emanuele Garda ci ha insufflato per 45 minuti  mentre gli altri due sono stati più gentili. 25 minuti Alessio Cardaci e poco meno di venti Gabriele Rinaldi.
A  parte Rinaldi che  è sempre appiccicato al suo orticello che non può mancare di lodare, la “città porosa” proposta nel titolo della conferenza sarebbe una città dove si diradano gli edifici e dove si toglie quanta più possibile pavimentazione. Traduzione: si abbattono per creare spazi permeabili.
Che è l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare le varie giunte dc-pci-psi-parrocchia travestite da liste civiche in quel di Curno.
Aumentare la porosità delle città significa diminuire l’accumulo e la concentrazione del calore che è uno dei motivi della attuale crisi climatica. La porosità creata viene riempita da nuove alberature che funzionano da serbatoi della Co2.
Peccato che tutti e tre i relatori, nonostante la lunghezza degli interventi, abbiano dimenticato che la quantità di calore accumulato dagli-negli edifici e nelle infrastrutture non derivi solo dall’insolazione su un particolare tipologia di materiali ma anche dai consumi di energia elettrica dentro gli edifici e di carburanti sulle strade.
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RISTRUTTURAZIONE ELETTORALE DELLE CASE POPOLARI

Prevedono di spendere poco meno di 2,6 milioni di euro per la riqualificazione della case popolari tra via IV Novembre e via S.Jesus. Poco meno di due milioni per il muratore.
Le ipotesi di progetto in previsione consistono in:
A) Riqualificazione energetica dell'involucro e degli impianti mediante:
1.Realizzazione vespaio areato comprensivo di isolamento termico, guaina impermeabile e barriera al Radon;
2.Realizzazione di cappotto interno costituito da controparete isolante in parte con lana di roccia o equivalente ed in parte con Aerogel, realizzati nel rispetto delle previsioni delle risultanze del progetto di cui alla L. 10/91;
3.Sostituzione serramenti esistenti nel rispetto dei limiti previsti dalla nonnativa vigente in materia di isolamento termico ed acustico;
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TRENI ELETTORALI PER IL 2023
La stampa locale oggi annuncia lauti finanziamenti per due opere la cui realizzazione chissà quando potrà avvenire. Sicuramente sono finanziamenti per infinocchiare gli elettori in vista delle elezioni 2022 o 2023. Ieri è stata firmata la convenzione  tra il Consorzio Bim - Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio e Teb - Tramvie Elettri­che Bergamasche per lo studio di fattibilità dell'estensione del progetto della Linea tramvia­ria T2 Bergamo - Villa d'Almè fino a San Giovanni Bianco e di un nuovo collegamento da Vil­la d'Almè fino a Ponte San Pie­tro.
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ASTINO E MASNADA: COME SOTTRARRE AI CITTADINI DEI BENI PUBBLICI E REGALARLI A DEI PRIVATI PREVIA RISTRTTURAZIONE COI SOLDI PUBBLICI
Astino e Villa Masnada: due esempi da non imitare (così).
Nella conferenza elettorale organizzata da Vivere Curno non poteva mancare l'intervento del poltronaro per eccellenza. Sindacalista della FIM-Cisl (e sappiamo bene come i sindacalisti d'antan siano riusciti a moltiplicarsi la pensione rispetto a quanto avrebbero percepito con loro normale lavoro) il nostro governa qualcosa ai vertici nell'antenna europeo del romanico dalle parti di Almenno, governa qualcosa ai vertici nel turismo in Valle Imagna, fa il Petrini in terra bergamasca, governa con una cooperativa i vigneti di Villa Masnada ed anche i frutteti del podere di Astino, governa qualcosa nel micro supermercato che è la Porta del parco a Mozzo.  Normalmente i pensionati  dovrebbero lasciare il posto ai giovani disoccupati anziché collezionare poltrone e forse anche  altri introiti oltre la pensione. Senza contare che varrebbe la pena di domandarsi se cotanto poltronaro abbia “la patente” della repubblica italiana per fare quel che fa. Petto in fuori non poteva ieri sera pure appuntarsi un po' di merito nel progetto “La biodiversità dentro la città: laValle d'Astino”- che  ha vinto il Landscape Award 2021, il Premio del pae­saggio del Consiglio d'Europa». Astino e la  valle disegnata nei secoli dai monaci vallombrosani e oggi recuperata dal lavoro del­le cooperative sociali. Scrive Carlo Dignola inviato di L'Eco a Roma per fare la cronaca della consegna del premio. Come abbiamo già scritto per Astino, qui è successo che i colletti bianchi provinciali hanno tolto le castagne dal fuoco ai privati (padroni di Astino) facendo tornare pubblico un bene che il pubblico aveva venduto ai privati facendo l'occhiolino di una bella speculazione edilizia che non è mai arrivata. E chi se non la MIA poteva accollarsi Astino?. Fatta l'operazione MIA succhiandole un sacco di risorse e lasciandole addosso anche un po' di debito verso le banche, il sedime è stato assegnato prima di tutto ai tre importanti ristoratori cui hanno costruito anche le cucine. Poi a un coltivatore di luppolo, un coltivatore di pesche, un triangolino per fare la Valle della Biodiversità in maniera da lucrare un po' di soldi dalla Regione e da Roma, non poteva mancare un coltivatore di lino e tutti noi sappiamo quanto lino venisse coltivato storicamente in pianura. Ristoratori a parte, una cooperativa fa la parte del leone.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
































































































































































































































TRENI ELETTORALI PER IL 2023
La stampa locale oggi annuncia lauti finanziamenti per due opere la cui realizzazione chissà quando potrà avvenire. Sicuramente sono finanziamenti per infinocchiare gli elettori in vista delle elezioni 2022 o 2023. Ieri è stata firmata la convenzione  tra il Consorzio Bim - Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio e Teb - Tramvie Elettri­che Bergamasche per lo studio di fattibilità dell'estensione del progetto della Linea tramvia­ria T2 Bergamo - Villa d'Almè fino a San Giovanni Bianco e di un nuovo collegamento da Vil­la d'Almè fino a Ponte San Pie­tro.
Già immaginare che senso abbia un consorzio che comprenda i bacini dei fiumi Serio Brembo e il Lago di Como occorre la fantasia di uno che s'è fatto di roba assai pesante. E adesso questo scopre di disporre  la bellezza di 540mila euro per studiare la fattibilità del prolungamento ferroviario da Almè fino a San Giovanni Bianco. A questo finanziamento si aggiunge un altro di llOmila euro per lo studio di fattibilità di un nuovo collegamento da Villa d'Almè a Ponte San Pietro.
Già il codice degli appalti nazionale è una legislazione criminogena fatto su misura dai progettisti per arricchirsi impunemente alla faccia dei cittadini ed anche questi 650mila euro finiranno in saccoccia a dei progettisti per dei progetti che quando si appalteranno accadrà qualcosa di simile alla Ossenesga-Sedrina. Passata da 140 milioni a 400 milioni. Quindi tutto da rifare.
Già la tratta ferroviaria  dalla città ad Almè fa venire i brividi dal momento che è impensabile che il traffico dalla ValBrembana si fermi ad Almè (dove non esiste nemmeno lo spazio per parcheggiare) per salire sulla T2. A questa cretinata si aggiunge il fatto che gran parte dell'antico sedime ferroviario da Almè in su è stato rimesso a posto come pista ciclopedonale e quindi  verrà distrutta per farvi passare la ferrovia.
Se tutta la tratta ferroviaria dalla città a S.Giovanni Bianco venisse realizzata contemporaneamente (non come la galleria di Zogno, però…) e la T2 fosse collegata fisicamente con RFI alla stazione di Bergamo allora si che si farebbe un passo avanti. Messa come la annunciano le gazzette appare evidente: siccome vogliono far fuori l'ospedale di SGB, ecco che gli scodellano il trenino perché così… cambiamo il discorso, dai!.

Un'altra ideuzza niente male per distribuire soldi agli ingegneri è quella del trenino da Almé a Ponte san Pietro. Dimenticando il particolare che di mezzo c'è un fiume e la sezione è larga mediamente un chilometro: ragion per cui già si stanno fregando le zampine  davanti all'idea di un viadotto di mille metri. Progettisti e imprese hanno scovato un'altra gallina dalle uova d'oro. Senza contare che ci sarà di mezzo il problemino dell'impatto ambientale e del vento visto che pure l'asse interurbano l'hanno dovuto abbassare rispetto all'origine altrimenti avrebbero dovuto porre il limite di 30-50km orari agli autocarri telonati che lo percorrevano.
Chissà quali studi del traffico di persone stanno dietro all'idea del treno Almè-Ponte dal momento che la Valle Brembana è legata stabilmente alla città e alla bassa piuttosto che all'Isola. Solo una struttura della sanità provinciale che collega la ValBrembana con Ponte san Pietro può avere una giustificazione ma non tiene conto che adesso gli ospedali non sono luoghi di cura lungodegenti ma “usa e getta” ragion per cui ci stai pochi giorni se non poche ore.
Insomma siamo sempre alle solite: l'assalto alla diligenza dei colletti bianchi.

LA CITTÀ «POROSA»? TUTTO IL CONTRARIO DI QUEL CHE HANNO
FATTO FINORA QUELLI DI VIVERE CURNO
L’AVEVAMO GIÀ PROPOSTA NELLE OSSERVAZIONI AL PGT
APPROVATO DALLA GIUNTA SERRA.BOCCIATA.
Meno di due dozzine di cittadini hanno partecipato alla conferenza Verso Una Città Porosa la prima della serie della campagna elettorale della sindaca Gamba. Emanuele Garda ci ha insufflato per 45 minuti  mentre gli altri due sono stati più gentili. 25 minuti Alessio Cardaci e poco meno di venti Gabriele Rinaldi.
A  parte Rinaldi che  è sempre appiccicato al suo orticello che non può mancare di lodare, la “città porosa” proposta nel titolo della conferenza sarebbe una città dove si diradano gli edifici e dove si toglie quanta più possibile pavimentazione. Traduzione: si abbattono per creare spazi permeabili.
Che è l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare le varie giunte dc-pci-psi-parrocchia travestite da liste civiche in quel di Curno.
Aumentare la porosità delle città significa diminuire l’accumulo e la concentrazione del calore che è uno dei motivi della attuale crisi climatica. La porosità creata viene riempita da nuove alberature che funzionano da serbatoi della Co2.
Peccato che tutti e tre i relatori, nonostante la lunghezza degli interventi, abbiano dimenticato che la quantità di calore accumulato dagli-negli edifici e nelle infrastrutture non derivi solo dall’insolazione su un particolare tipologia di materiali ma anche dai consumi di energia elettrica dentro gli edifici e di carburanti sulle strade.

Per quelli come noi che siamo diventati ambientalisti partendo dalle lotte operaie per la salute nelle fabbriche e quella delle loro famiglie nella città  questo approccio è un tentativo smaccato di spostare il problema climatico da una questione di classe ad una questione “neutra”. Della serie: ci stiamo dentro tutti e quindi sotto tutti a sgobbare per contenere e ridurre l’aumento della temperatura. Mentre in realtà non è proprio vero.
Basta ascoltarli per comprendere come la visione  ambientalista di questi neofiti derivi direttamente dalle trentennali trasmissioni Geo&Geo che mescolano promozione turistica con temi “neutri” che  neutri non sono affatto.

I 310 Gwh di energia elettrica consumati nel 2018, sommati ai 130mila Ktep consumati dai trasporti su gomma vanno tutti a incrementare la temperatura degli edifici e i veicoli che funzionano da elementi radianti e si disperdono nell’ambiente. A questo si unisce  anche l’insolazione e la capacità di assorbimento accumulo  dispersione di edifici strade piante.

Va detto che qualche sfumatura di novità l’ha data il Cardaci quando ha parlato della verifica attraverso riprese aeree con telecamere termoscanner per “leggere” il territorio in termini di accumulo-dispersione di energia. La questione è che queste riprese leggono la situazione nel momento del passaggio aereo ma non l’interi ciclo giornaliero, sebbene questo si possa in qualche modo ricostruire.

L’attuazione di una certa porosità della città deve fare i conti su strade e piazze con l’esercito degli automobilisti (quindi con chi riscuote i due terzi del prezzo della benzina per tenere in piedi lo Stato) mentre  il solo immaginare di rendere porosa la città diradando con l’abbattimento degli edifici deve fare i conti con soggetti agguerritissimi.

Blangiardo dell’ISTAT ipotizza che mantenendo l’attuale decrescita della natalità  tra il 2020 e il 2040 la popolazione italiana scenderà di circa quattro milioni (e il Pil scenderebbe del 6,9%).
Che poi la porosità sia-sarà anche una conseguenza-necessità indiretta del fatto che la popolazione italiana  è destinata a passare dai 60 milioni attuali a 56 tra vent’anni è un fato evidente.

Breve cenno  da parte di tutti i relatori al fatto che essendo gli alberi accumulatori e distruttori di CO2, la porosità della città favorendo  le piantumazioni. L’anidride carbonica non viene solo trasformata in glucosio che sostenta la pianta, crea steli e foglie (e poi finisce sulle nostre scrivanie sotto forma di fotocopie che getteremo in pochi giorni nel cestino), ma dà luogo anche a un fenomeno noto come sequestro biologico del carbonio (BCCS). In breve, le foreste “mature”, insieme al loro fitto sistema radicale, sono connesse tramite un vero e proprio network fungino, una rete di miceli dominata da una delle proteine più importanti della biosfera: la glomalina.
Nel giro di circa 150 anni, grazie alla glomalina e al suo “internet sotterraneo” di funghi e batteri, le piante sono in grado di immagazzinare tonnellate di CO2 in depositi stabili che si decompongono aerobicamente (in presenza di ossigeno) e vanno a nutrire le piante più piccole vicine. È ciò che di norma chiamiamo ecosistema.

La questione è che dal 1950 ad oggi in tutto l’areale montuoso italiano sono pressoché scomparsi i prati e i pascoli sostituti dall’avanzare dei boschi. Basta guardare alle aerofotografie dell’IGM. La Carta Forestale del 1936 indicava in 6,028 milioni di ettari la superficie boschiva nazionale che aumenterà fino a 11,732 milioni nel 2016. Nonostante questo dalle 300 PPM di CO2 del 1950 siamo arrivati alle 400 PPM del 2013. Stando alle misurazioni dell’Osservatorio a Mauna Loa, i livelli di anidride carbonica hanno raggiunto al 2 giugno, il valore dia 417,9 ppm. Si tratta della più alta lettura mensile mai registrata, come hanno tenuto a spiegare gli scienziati della NOAA e Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California di San Diego.


ASTINO E MASNADA: COME SOTTRARRE AI CITTADINI DEI BENI PUBBLICI E REGALARLI A DEI PRIVATI PREVIA RISTRTTURAZIONE COI SOLDI PUBBLICI
Astino e Villa Masnada: due esempi da non imitare (così).
Nella conferenza elettorale organizzata da Vivere Curno non poteva mancare l'intervento del poltronaro per eccellenza. Sindacalista della FIM-Cisl (e sappiamo bene come i sindacalisti d'antan siano riusciti a moltiplicarsi la pensione rispetto a quanto avrebbero percepito con loro normale lavoro) il nostro governa qualcosa ai vertici nell'antenna europeo del romanico dalle parti di Almenno, governa qualcosa ai vertici nel turismo in Valle Imagna, fa il Petrini in terra bergamasca, governa con una cooperativa i vigneti di Villa Masnada ed anche i frutteti del podere di Astino, governa qualcosa nel micro supermercato che è la Porta del parco a Mozzo.  Normalmente i pensionati  dovrebbero lasciare il posto ai giovani disoccupati anziché collezionare poltrone e forse anche  altri introiti oltre la pensione. Senza contare che varrebbe la pena di domandarsi se cotanto poltronaro abbia “la patente” della repubblica italiana per fare quel che fa. Petto in fuori non poteva ieri sera pure appuntarsi un po' di merito nel progetto “La biodiversità dentro la città: laValle d'Astino”- che  ha vinto il Landscape Award 2021, il Premio del pae­saggio del Consiglio d'Europa». Astino e la  valle disegnata nei secoli dai monaci vallombrosani e oggi recuperata dal lavoro del­le cooperative sociali. Scrive Carlo Dignola inviato di L'Eco a Roma per fare la cronaca della consegna del premio. Come abbiamo già scritto per Astino, qui è successo che i colletti bianchi provinciali hanno tolto le castagne dal fuoco ai privati (padroni di Astino) facendo tornare pubblico un bene che il pubblico aveva venduto ai privati facendo l'occhiolino di una bella speculazione edilizia che non è mai arrivata. E chi se non la MIA poteva accollarsi Astino?. Fatta l'operazione MIA succhiandole un sacco di risorse e lasciandole addosso anche un po' di debito verso le banche, il sedime è stato assegnato prima di tutto ai tre importanti ristoratori cui hanno costruito anche le cucine. Poi a un coltivatore di luppolo, un coltivatore di pesche, un triangolino per fare la Valle della Biodiversità in maniera da lucrare un po' di soldi dalla Regione e da Roma, non poteva mancare un coltivatore di lino e tutti noi sappiamo quanto lino venisse coltivato storicamente in pianura. Ristoratori a parte, una cooperativa fa la parte del leone.

Qualcosa del genere è accaduto anche col vigneto di Villa Masnada che- regalato al Comune di Mozzo, adesso è in mano ad una cooperativa che ha rifatto l'impianto del vigneto e produce vino. Ovviamente bio sotto la supervisione – ad Astino come a Mozzo- del nostro poltronaro.
Il quale deve stare  malmesso visto che domenica mattina  non aveva i soldi per pagarsi la brioss e s'è bevuto il cappuccio cinese coi dolcetti offerti da Vivere Curno. Capita quando hai troppe poltrone sotto il culo di non avere 1,30 euro per la brisoss.

IRONIA semiseria a parte qual'è il risultato di tutte queste operazioni inventate dalla politica in associazione con delle coop?. Succede che dei fondi diventano pubblici coi soldi di tutti ma sostanzialmente sono SOTTRATTI all'uso pubblico. Perché sono in mano a dei privati e delle coop. Nessun  mozzese può andare a prendere il sole nei vigneti della Masnda. Come nessun bergamasco può distendersi nei prati di Astino: c'hanno tutti un gestore-padrone.

Non meraviglia nemmeno la faccia tosta di tutti quelli che propongono la condizione attuale dei due sedimi come qualcosa di ecologica. Uno immagina che il paesaggio agrario  nei due sedimi sarebbe stato ricostruito –partendo dalle aerofotografie IMG del 1954- com'era stato  per almeno nei 500 anni precedenti. Invece no. Il paesaggio agrario se lo sono inventati da capo a piedi creando delle coltivazioni specializzate che NON c'erano mai state. Non contenti di questi hanno anche oltraggiato lo spirito benedettino: l'orto del convento l'hanno fatto diventare le cucine (interrate) dei ristoranti e la sala pranzo all'aperto. Neanche hanno immaginato il restauro  del paesaggio: l'hanno semplicemente reinventato per comodo loro.
La sostanza della cose è che i cittadini sono esclusi dall'entrarvi a meno che non abbiano 50 euro cadauno per pagarsi un pranzo.
Poi ovviamente proprio perché sono colletti bianchi non poteva mancare il premio europeo per infinocchiare i cittadini. Fasö u fasì e daga föc.


RISTRUTTURAZIONE ELETTORALE DELLE CASE POPOLARI

Prevedono di spendere poco meno di 2,6 milioni di euro per la riqualificazione della case popolari tra via IV Novembre e via S.Jesus. Poco meno di due milioni per il muratore.
Le ipotesi di progetto in previsione consistono in:
A) Riqualificazione energetica dell'involucro e degli impianti mediante:
1.Realizzazione vespaio areato comprensivo di isolamento termico, guaina impermeabile e barriera al Radon;
2.Realizzazione di cappotto interno costituito da controparete isolante in parte con lana di roccia o equivalente ed in parte con Aerogel, realizzati nel rispetto delle previsioni delle risultanze del progetto di cui alla L. 10/91;
3.Sostituzione serramenti esistenti nel rispetto dei limiti previsti dalla nonnativa vigente in materia di isolamento termico ed acustico;
4.Sostituzione portoncini di ingresso blindati.
5.Sostituzione davanzali e soglie onde raccordare i serramenti con le pareti a cappotto.
6.Sostituzione generatori di calore con nuove caldaie a condensazione per ogni singola unità abitativa;
7.Adeguamento degli impianti elettrici contestualmente alla realizzazione del cappotto interno;
8.Rifacimento completo degli impianti idraulici ed elettrici esistenti negli appartamenti a piano terra oggetto di realizzazione di isolamento pavimentazione e vespaio areato;
9.Adeguamento degli impianti idraulici contestualmente alla realizzazione del cappotto interno.
10.Opere di miglioramento sismico consistente nella incamiciatura in c.a. di pilastri e pareti, placcatura e fasciatura con materiali compositi.

Sarebbe interessante prendere in mano il progetto originale e verificare se quanto previsto al punto 1 non siano stati lavori previsti ma non realizzati a suo tempo visto che i progettisti non erano degli sprovveduti.
Purtroppo nella relazione e nemmeno nella delibera di giunta c'è scritto quanti metri quadrasti assommino queste abitazioni. Un “dettaglio” dimenticato che è significativo.
Fuori dubbio che dopo 50 anni (sono del 1975) una abitazione debba essere completamente rifatta in tutte le sue finitura anche se va dato atto che – a prima vista- non si rivelano cedimenti  strutturali che –visto il terreno che c'è sotto- c'era da aspettarseli.

Quasi sicuramente questo lavoro sarà finanziato da una regalia governativa dal momento che il Comune di Curno quei soldi non li ha  ma ci pare arrivino tardi pure per il PNRR. Vedremo.
Senza contare che in quella case è stabilmente presente una sorta di “forza ONU di dissuasione” che costa oltre dieci mila euro l'anno al comune. Perché il divertimento maggiore di alcuni degli affittuari pare sia quello di litigare coi vicini e quindi c'è bisogno dell'ONU.
Certo è che un Comune che non è proprietario dell'edifico della scuola materna  ma è proprietario di questa casba e adesso decide di gettare   quasi tre milioni (semmai basteranno: chi pagherà l'affitto per sistemare le famiglie nei tempi dei lavori?) per mantenerli  meglio così possono litigare con maggior vigore, forse cogliere l'occasione per svuotarlo  definitivamente (almeno le parti nuove) e ristrutturalo come edificio per la scuola materna, non sarebbe una cattiva.