TE LA DO IO LA ZECCA
Nell’ambito del ciclo “molte fedi sotto lo stesso cielo” attendevamo da
alcuni anni la comparsa dell’ex sindaca di Curno Serra, tuttora
capogruppo della maggioranza benché non più abitante nel paese bello da
vivere, un tempo anche segretaria provinciale del centrosinistra ed
anche guida turistica in città. Dai e dai quest’anno ce l’ha fatta. Per
esempio compare quale novella nel filmato https://fb.watch/8QEHiqkHBA/
dal titolo “sbirciare la bellezza. L’ex palazzo della zecca medioevale”
in Città Alta. Che sarebbe uno dei gioielli che accompagnano le molte
fedi ecc. ecc. Ci ha attirato la visione del filmato perché
questa storia del palazzo della zecca ci incuriosiva ben sapendo che
buona parte della storia muraria di città alta è in gran parte
abbellita quando non inventata, pronta per essere scodellata al turista
che un minuto dopo le parole della guida non le ricorda neppure più.
Quando uno vede l’intero filmato alla fine scopre che non c’è uno
straccio di prova che certifichi che dietro quelle mura ci sia stata
davvero la zecca cittadina gestita da un certo Rivola che proveniva da
un territorio (Gromo) dove c’erano delle miniere d’argento e
d’oro (no, non è vero. Oro e argento c’erano un tempo dappertutto). Non
è mai stata trovata nel territorio provinciale una moneta una
fusa in città. La guida asserisce che la prima moneta fusa a Bergamo è
dell’epoca dei Franchi –ottavo secolo- ed è stata trovata nei Grigioni
e sarebbe stata fusa a Bergamo per via del nome scritto sul verso
della medesima. Chissà. L’altra moneta sarebbe il pergaminus coniata a
partire dal 1200 per concessione dell'Imperatore Federico Barbarossa.
Per non farsi mancare niente il pergaminus venne adottato sette
secoli dopo come logo dell’UniBg forse per far passare il messaggio che
una laurea indigena consente maggiori guadagna (?).
In effetti il perimetro esterno del sito fa pensare a qualcosa di
molto importante e bene strutturato ma poi quando si va all’interno del
palazzo si vede benissimo come –di quel che vogliono far passare- sia
rimasto nulla e quindi zecca si o zecca no?. Adesso il palazzo è
una gipsoteca privata e già l’idea di piazzare una gipsoteca
dentro un ex palazzo della zecca fa pensare assai male ma il bello nel
filmato deve ancora venire ed è l’accesso ad una vasca interrata che
raccoglieva le acque potabili per la città prima di quella, ben
maggiore, esistente sotto Piazza Mercato delle Scarpe. Alla fine della
fiera non si capisce cosa c’entri la zecca coi soldini trovati
chissà dove, il logo UniBg con la vasca sotto la gipsoteca e la
muratura fatta di pietre abbastanza squadrate e messe
ordinatamente orizzontali (quando invece i restauri dei muretti sulle
Mura sono stati fatti mettendo le pietre in verticale…).
Insomma alla fine resta non dico una sequenza di bufale ma il
sapore di una pietanza confezionata ad usum del turista mordi (la
pizzetta) e fuggi (al Caravaggio). Ovvio che queste mezze o intere
balle non le ha inventate la Serra e lei ne sia solo esternatrice ma in
molte fedi sotto lo stesso cielo ci possono anche stare.
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FRAGILITA'
Ci sono voluti decenni ma alla fine ci sono arrivati a scoprire l'acqua
fredda. Ovviamente per via di un algoritmo (cosa se non l'algoritmo?!)
che combina CF (o meglio: l'età) e i medicinali che certuni cittadini
assumono giornalmente o le cure cui si sono sottoposti ( non si sa da
quanto tempo). L'ATS per merito di questo algoritmo che ha trovato un
elevato numero di cittadini ultra 65 anni potenzialmente fragili che
sono stati contattati da un team di operatori riuscendo così a
individuare sicuramente 2500 persone. Peccato che questi siano stati
trovati SOLO nel 40% dei potenziali, vale a dire quelli che hanno
accettato di incontrare un operatore.
Quindi se tanto ci da tanto in Bergamasca ci sono almeno 6.300
cittadini sicuramente da prendere per mano. Quanto e come non si
sa. Fosse vero che sono SOLO 6.300 potremmo fare salti di gioia
Niente di nuovo in ordine ai bisogni manifestatati da questi
“sconosciuti” dal momento le otto criticità prese in esame erano già
del tutto conosciute e adesso (forse) l'ATS comprenderà meglio quanto e
come potenziare i singoli servizi.
Possiamo aggiungere che fin dai primi anni di questo secolo abbiamo
suggerito al Comune di assumere qualche esperto per mandarli a
intervistare a casa propria accompagnati da un vigile tutte le persone
di oltre 70 anni e ci fu risposto bruscamente che c'era di mezzo la
privacy. Ad un esperto nel proprio mestiere intervistare un anziano e
vedere casa sua com'è messa basta ed avanza per capire i problemi
fondamentali del cittadino.
Adesso c'è arrivata l'ATS sfruttando la potenza dei calcolatori nella
selezione. Meglio così semmai abbiano inserito nell'algoritmo anche
l'ISEE laddove esistente.
In questi giorni si sta discutendo di pensioni: il governo intende
rimpiazzare Quota 100 con Quota 102 e poi con Quota 104, dopodiché
presumibilmente si tornerebbe alla “legge Fornero”. Ma non sono le
pensioni l'argomento di cui vogliamo parlare.
La questione è che nessuno parla della necessità di insegnare alla
popolazione ad invecchiare. Non possiamo immaginare la vecchiaia sempre
più lunga (e sicuramente accompagnata con pensioni assai inferiori
assai alle attuali) e con un consumo di medicinali e cure del livello
attuale da parte dell'anziano medio.
Non senza dimenticare che oggi la maggioranza degli anziani ha un
discreto gruzzoletto risparmiato mentre l'anziano tra vent'anni non
avrà nulla. Nemmeno la liquidazione.
Poi c'è che la natalità si riduce di anno in anno. Per effetto di
queste forze, secondo l'Istat, il rapporto tra “anziani” (ultra
sessantacinquenni) e “giovani” (dai 15 ai 65 anni) passerebbe
dall'attuale 36 per cento al 58 per cento fra vent'anni, per poi
crescere ulteriormente. Questo significa che, senza un aumento dell'età
di pensionamento, i “giovani” dovrebbero rinunciare a quote crescenti
del loro reddito per passarlo al crescente numero di “anziani”.
C'è quindi bisogno che la suddivisione delle spese sanitarie tra i vari
capitoli veda un potenziamento dell'educazione sanitaria per fare
arrivare i prossimi anziani a consumare la metà dei
medicinali presi abitualmente oggi e ad avere bisogno di minori
cure ospedaliere.
Fatto che peraltro contribuirebbe anche a mantenere un clima migliore, se proprio vogliamo sottilizzare.
Adesso il problema quindi non è solo quello di adattare l'esistente
facendolo collimare meglio con la realtà ma è necessario scoprire quel
60% che non si è intercettato e la faccenda non è di quelle semplici.
Noi restiamo sempre dell'idea che un operatore e un vigile urbano
visiti (pazientemente) i vari cittadini partendo solo dall'anagrafe per
arrivare a compilare una scheda più o meno completa dalla quale
muoversi laddove necessario.
Insomma si torna ai Comuni.
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COMINCIA A ROMPERSI UNO DEI GIOCATTOLONI INDIGENI?
Da alcuni giorni il Corriere-BG bastona di brutto il presidente Franco
Gatti, noto per i capelli modello “scarola dei Colli di bergamo” del
Consorzio di Bonifica della media Pianura Bergamasca. Che detto
lateralmente è in quota Lega. L'attacco al vaporoso (per i capelli: che
noi invidiamo) presidente deriva dalle enorme spese di rappresentanza
del CdB stesso e finora – è il-un caso?- hanno messo becco nella
polemica Umberto Dolci componente del CdA dell'ente per conto
della Federconsumatori BG ed a seguire Dario Violi del M5S e Niccolò
Carretta di Azione.
Chi legge questo blog sa che il Consorzio di Bonifica come la MIA e la
Fondazione Istituti Educativi sono i tre enti –il primo è del 1955- in
cui confluiscono e si risolvono quasi tutti i problemi politici
più complicati della provincia ex bianca ora verde nera. Sono le
tre stanze di compensazione dove gli interessi di molti soggetti si
scontrano e si risolvono o si sciolgono per il bene comune. Basta
leggerne i bilanci e la storia togliendosi le fette di salame dagli
occhi per capirlo. Non senza dimenticare che la rispettiva potenza
economica dei tre enti genera a ripetizione una serie di investimenti
che combinando la spesa pubblica con quella dei singoli enti ne fanno
tre importanti operatori economici. Dei veri produttori di PiL.
Qualcosa di simile a questi tre enti era una volta la Hidrogest poi
comprata da Uniacque spa ma non del tutto defunta: Hservizi spa cura
per esempio la manutenzione dei cimiteri oppure distribuisce metano,
posta e fa abbonamenti telefonici.
Come potete leggere nelle pagine riprodotte tutto il bordello messo in
piedi dal Corriere nasce da due eventi: il taglio del nastro della
Cascina San Giuliano a Medolago vale a dire un evento costato oltre 51
mila euro, l'inaugurazione della Roggia Martinenga, che supera i 30
mila euro. Cifre assolutamente impensabili, con questi chiari di luna,
per una pubblica amministrazione. Evidentemente non per il Consorzio di
Bonifica, che paga senza batter ciglio. E non c'è nemmeno bisogno di
fare gare d'appalto: sono tutti affidamenti diretti con un solo
partecipante (sotto i 40 mila euro si può) e un solo, medesimo
firmatario, responsabile unico del procedimento: Giovanni Radice, vice
direttore generale.
Segue la descrizione dettagliata che diamo tanto per arrabbiarci un poco di più.
Entriamo nel dettaglio la lista delle spese, partendo
dall'inaugurazione della Roggia Martinenga. Realizzazione e stampa
brochure e inviti: 4.170 euro. Predisposizione grafica inviti, brochure
e totem: 4.350 euro. Food: 2.160 euro. Minibus per i gentili ospiti:
2.720 euro. Produzione, regia: 4.280 euro. Noleggio materiale video:
4.300 euro. Servizio fotografico, riprese video e assistenza ufficio
stampa: 2.600 euro. Press tour: 3.200 euro. Allestimento palco: 4.850
euro. totale: 32.630 euro. Cifre che stupiscono. E oltre al costo del
video (dove non si paga una ditta soltanto, ma due, una che noleggia il
materiale, l'altra che produce), balza all'occhio l'allestimento del
palco: quasi 5 mila euro (?) solo per montarlo. Viene da chiedersi,
peraltro, quale reale utilità potesse avere un palco da concerto in
quell'occasione, per parlare (una persona alla volta) davanti non a una
platea vera e propria ma — racconta chi è stato presente — a una
cinquantina di persone che mangiucchiava distrattamente dal ricco
buffet con trionfo di salumi e un prelibalo risottino prezzemolo e
formaggi.
Tra le tante cose da ricordare ci sarebbero le vasche di Astino per
impedire l'alluvione di Longuelo: lo studio di Sergio Papiri
dell'Università di Pavia di vasche ne prevede addirittura tre per 9
milioni e 170 mila euro in tutto. A giugno 2020 ne è partita lentamente
una per una spesa di 1,9 milioni. A giugno 2021 il CdB ricordava che
da quando hanno iniziato la progettazione non avrebbe perso un
minuto di tempo. Sulla messa in sicurezza della valletta avrebbe
investito, insieme al Comune, oltre 5 milioni di euro (di cui 2 milioni
di finanziamento statale, ndr). L'anno prossimo dovrebbe partire la
costruzione della seconda vasca, in fondo a via della Bechela e il golf
club.
Facile immaginare che alla fine dei lavori, spalmati su una decina di
anni, il CdB nella Valle di Astino spenderà almeno una decina di
milioni. Poi aggiungiamo i 25-30 milioni di bilancio annuali e si
comprende la potenza di fuoco politica ed economica dell'ente.
Questa sequenza di articoli del Corriere prelude probabilmente a
qualche inchiesta della magistratura ed alla rimozione non del solo
Gatti ma di una intera catena di governo dell'ente che finirà “in altre
mani” non si comprende bene se piddine o di qualcun altro più a destra
della Lega.
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IN 31 NON VOGLIONO PERDERE ANCHE QUESTO TRENO
Grande successo ha riscosso la manifestazione congiunta di Curdomo
(cioè dei sindaci di Curno e Mozzo) per non perdere anche questo treno:
sul raddoppio della ferrovia da Montello e Ponte san Pietro. Non si è
compreso bene la ragione di questa convocazione che ha visto la
partecipazione neanche dei classici quarantaquattro gatti in fila per
tre col resto di due (erano solo in 31 e almeno la metà erano di
Boccaleone dove pure sono in lite con RFI) se non che al momento se non
fai una manifestazione di sabato mattina come i nopass nonvac si fascio
finisci per essere un signor nessuno e quindi eccoli in strada.
Parliamo degli amministratori del paese bello da vivere, in particolare
dell'attuale maggioranza che non è che l'ultima versione dei mille
travestimenti adottati da democristiani e comunisti (con forti
inflessioni sovraniste) pur di stare incollati assieme. Non per nulla
alla manifestazione c'era il vicesindaco di Curno, Conti, che da 30
anni è il regista della peggiore trasformazione del paese, emerito
erede seguace ed esecutore di quelle che furono le scelte
urbanistiche della dc del trio Lodetti Foiadelli Arnoldi e via via con
tutti gli altri – il segretario PCI Pelizzoli e il segretario PSI-
accodati a battere le mani. Conti poi ha firmato assieme alle sindache
Serra (ieri) e Gamba (oggi) quel piccolo regalino al commerciale che si
calcola tra i 300 e i 400 mila metri cubi aggiuntivi all'esistente.
Ovvio che intanto che pensavano al commerciale non abbiano avuto il
tempo di inserire nei PRG-PGT quel minimo di norme per proteggere le
aree necessarie al raddoppio della ferrovia e per la stazione in paese.
Che i bottegai del paese non vogliono in centro per non perdere le
nonnine da spennare. Al dunque RFI ha deciso la finta di
raddoppiare da Montello a Ponte san Pietro mentre in realtà pare che
sarà fatto solo dalla stazione di Bergamo a Curno. Neanche fino a
Seriate.
Siamo stato presenti alle allocuzioni in piazza dei due sindaci e del
vice Conti in quanto immaginavamo che avrebbero comunicato gli
sviluppi della situazione rispetto a quanto finora noto e invece la
sceneggiata è stata un replay di quanto si sapeva già. Due testicoli!.
La giunta Gamba davanti a questo problema manifesta un mix di ipocrisia
ignoranza doppiezza che uno che segua la vicenda non si raccapezza più.
Ignoranza perché RFI è una “repubblica” che è nata addirittura prima
dell'Unità d'Italia e quindi questa è dotata di una prassi tutta sua
che non cura gli interessi della Repubblica del 1947. Ignoranza perché
i treni funzionano con la corrente che si distingue in continua ed
alternata e sono alimentati con due diversi voltaggi. Ipocrisia
perché se per 65 anni te ne sei fregata di tutelare il tuo
territorio in vista del raddoppio della linea ferroviaria e non l'ha
fatto, adesso devi subirne le conseguenze. Se poi non hai il coraggio
di fare delle scelte “prima” per puro puntiglio ideologico per non
ledere gli interessi di una parte del tuo elettorato, stai certo che
prenderai legnate peggiori. Doppiezza perché il raddoppio della linea
tra Montello e Ponte è una bufala per di più inutile visto che
esattamente parallela alla ferrovia corre l'asse interurbano. Doppiezza
perchè la giunta Gamba fa finta di non capire che esiste solo nel
contesto delle linee regionali e solo per ragioni politiche RFI investe
nel miserrimo raddoppio tra Bergamo e Curno. Altro che tra Montello e
Ponte. Divertente il fatto che i sindaci chiedano o pretendano sulla
tratta parecchie corse (10?) ogni ora sulla tratta. Magari s'aspettano
anche una vettura-bar con ciclista aggiusta ruote forate a bordo.
Quindi ecco le ragioni del successo della manifestazione di sabato con ben 31 partecipanti al corteo.
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