A GUARDARE ALLE COLLINE  24 OTTOBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















FRAGILITA'
Ci sono voluti decenni ma alla fine ci sono arrivati a scoprire l'acqua fredda. Ovviamente per via di un algoritmo (cosa se non l'algoritmo?!) che combina CF (o meglio: l'età) e i medicinali che certuni cittadini assumono giornalmente o le cure cui si sono sottoposti ( non si sa da quanto tempo). L'ATS per merito di questo algoritmo che ha trovato un elevato numero di cittadini ultra 65 anni potenzialmente fragili che sono stati contattati da un team di operatori riuscendo così a individuare sicuramente 2500 persone. Peccato che questi siano stati trovati SOLO nel 40% dei potenziali, vale a dire quelli che hanno accettato di incontrare un operatore.
Quindi se tanto ci da tanto in Bergamasca ci sono almeno 6.300 cittadini sicuramente  da prendere per mano. Quanto e come non si sa. Fosse vero che sono SOLO 6.300 potremmo fare salti di gioia
Niente di nuovo in ordine ai bisogni manifestatati da questi “sconosciuti” dal momento le otto criticità prese in esame erano già del tutto conosciute e adesso (forse) l'ATS comprenderà meglio quanto e come potenziare i singoli servizi.
Possiamo aggiungere che fin dai primi anni di questo secolo abbiamo suggerito al Comune di assumere  qualche esperto per mandarli a intervistare a casa propria accompagnati da un vigile tutte le persone di oltre 70 anni e ci fu risposto bruscamente che c'era di mezzo la privacy. Ad un esperto nel proprio mestiere intervistare un anziano e vedere casa sua com'è messa basta ed avanza per capire i problemi fondamentali del cittadino.
Adesso c'è arrivata l'ATS sfruttando la potenza dei calcolatori nella selezione. Meglio così semmai abbiano inserito nell'algoritmo anche l'ISEE laddove  esistente.
(...)

COMINCIA A ROMPERSI UNO DEI GIOCATTOLONI INDIGENI?
Da alcuni giorni il Corriere-BG bastona di brutto il presidente Franco Gatti, noto per i capelli modello “scarola dei Colli di bergamo” del Consorzio di Bonifica della media Pianura Bergamasca. Che detto lateralmente è in quota Lega. L'attacco al vaporoso (per i capelli: che noi invidiamo) presidente deriva dalle enorme spese di rappresentanza del CdB stesso e finora – è il-un caso?- hanno messo becco  nella polemica Umberto Dolci  componente del CdA dell'ente per conto della Federconsumatori BG ed a seguire Dario Violi del M5S e Niccolò Carretta di Azione.
Chi legge questo blog sa che il Consorzio di Bonifica come la MIA e la Fondazione Istituti Educativi sono i tre enti –il primo è del 1955- in cui confluiscono e si risolvono  quasi tutti i problemi politici più complicati della provincia  ex bianca ora verde nera. Sono le tre stanze di compensazione dove gli interessi di molti soggetti si scontrano e si risolvono o si sciolgono per il bene comune. Basta leggerne i bilanci e la storia togliendosi le fette di salame dagli occhi per capirlo. Non senza dimenticare che la rispettiva potenza economica dei tre enti genera a ripetizione una serie di investimenti che combinando la spesa pubblica con quella dei singoli enti ne fanno tre importanti operatori economici. Dei veri produttori di PiL.
Qualcosa di simile a questi tre enti era una volta la Hidrogest poi comprata da Uniacque spa ma non del tutto defunta: Hservizi spa cura per esempio la manutenzione dei cimiteri oppure distribuisce metano, posta e fa abbonamenti telefonici.
(...)

IN 31 NON VOGLIONO PERDERE ANCHE QUESTO TRENO
Grande successo ha riscosso la manifestazione congiunta di Curdomo (cioè dei sindaci di Curno e Mozzo) per non perdere anche questo treno: sul raddoppio della ferrovia da Montello e Ponte san Pietro. Non si è compreso bene la ragione di questa convocazione che ha visto la partecipazione neanche dei classici quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di due (erano solo in 31 e almeno la metà erano di Boccaleone dove pure sono in lite con RFI) se non che al momento se non fai una manifestazione di sabato mattina come i nopass nonvac si fascio finisci per essere un signor nessuno e quindi eccoli in strada. Parliamo degli amministratori del paese bello da vivere, in particolare dell'attuale maggioranza che non è che l'ultima versione dei mille travestimenti adottati da democristiani e comunisti (con forti inflessioni sovraniste) pur di stare incollati assieme.
(...)

TE LA DO IO LA ZECCA
Nell’ambito del ciclo “molte fedi sotto lo stesso cielo” attendevamo da alcuni anni la comparsa dell’ex sindaca di Curno Serra, tuttora capogruppo della maggioranza benché non più abitante nel paese bello da vivere, un tempo anche segretaria provinciale del centrosinistra ed anche guida turistica in città. Dai e dai quest’anno ce l’ha fatta. Per esempio compare quale novella nel filmato https://fb.watch/8QEHiqkHBA/ dal titolo “sbirciare la bellezza. L’ex palazzo della zecca medioevale” in Città Alta. Che sarebbe uno dei gioielli che accompagnano le molte fedi ecc. ecc. Ci ha attirato la visione del filmato perché  questa storia del palazzo della zecca ci incuriosiva ben sapendo che buona parte della storia muraria di città alta è in gran parte abbellita quando non inventata, pronta per essere scodellata al turista che un minuto dopo le parole della guida non le ricorda neppure più.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





































































































































































































































TE LA DO IO LA ZECCA
Nell’ambito del ciclo “molte fedi sotto lo stesso cielo” attendevamo da alcuni anni la comparsa dell’ex sindaca di Curno Serra, tuttora capogruppo della maggioranza benché non più abitante nel paese bello da vivere, un tempo anche segretaria provinciale del centrosinistra ed anche guida turistica in città. Dai e dai quest’anno ce l’ha fatta. Per esempio compare quale novella nel filmato https://fb.watch/8QEHiqkHBA/ dal titolo “sbirciare la bellezza. L’ex palazzo della zecca medioevale” in Città Alta. Che sarebbe uno dei gioielli che accompagnano le molte fedi ecc. ecc. Ci ha attirato la visione del filmato perché  questa storia del palazzo della zecca ci incuriosiva ben sapendo che buona parte della storia muraria di città alta è in gran parte abbellita quando non inventata, pronta per essere scodellata al turista che un minuto dopo le parole della guida non le ricorda neppure più.
Quando uno vede l’intero filmato alla fine scopre che non c’è uno straccio di prova che certifichi che dietro quelle mura ci sia stata davvero la zecca cittadina gestita da un certo Rivola che proveniva da un territorio (Gromo) dove  c’erano delle miniere d’argento e d’oro (no, non è vero. Oro e argento c’erano un tempo dappertutto). Non è mai stata trovata nel territorio provinciale una moneta una  fusa in città. La guida asserisce che la prima moneta fusa a Bergamo è dell’epoca dei Franchi –ottavo secolo- ed è stata trovata nei Grigioni e sarebbe  stata fusa a Bergamo per via del nome scritto sul verso della medesima. Chissà. L’altra moneta sarebbe il pergaminus coniata a partire dal 1200 per concessione dell'Imperatore Federico Barbarossa. Per non farsi mancare niente il pergaminus  venne adottato sette secoli dopo come logo dell’UniBg forse per far passare il messaggio che una laurea indigena consente maggiori guadagna (?).
In effetti il perimetro esterno del sito fa pensare  a qualcosa di molto importante e bene strutturato ma poi quando si va all’interno del palazzo si vede benissimo come –di quel che vogliono far passare- sia rimasto nulla e quindi zecca si o zecca no?. Adesso il palazzo è una  gipsoteca privata e già l’idea di piazzare una gipsoteca dentro un ex palazzo della zecca fa pensare assai male ma il bello nel filmato deve ancora venire ed è l’accesso ad una vasca interrata che raccoglieva le acque potabili per la città prima di quella, ben maggiore, esistente sotto Piazza Mercato delle Scarpe. Alla fine della fiera non si capisce cosa c’entri la zecca coi soldini trovati  chissà dove, il logo UniBg con la vasca sotto la gipsoteca e la muratura fatta di pietre  abbastanza squadrate e messe ordinatamente orizzontali (quando invece i restauri dei muretti sulle Mura sono stati fatti mettendo le pietre in verticale…).
Insomma alla fine resta  non dico una sequenza di bufale ma il sapore di una pietanza confezionata ad usum del turista mordi (la pizzetta) e fuggi (al Caravaggio). Ovvio che queste mezze o intere balle non le ha inventate la Serra e lei ne sia solo esternatrice ma in molte fedi sotto lo stesso cielo ci possono anche stare.


FRAGILITA'
Ci sono voluti decenni ma alla fine ci sono arrivati a scoprire l'acqua fredda. Ovviamente per via di un algoritmo (cosa se non l'algoritmo?!) che combina CF (o meglio: l'età) e i medicinali che certuni cittadini assumono giornalmente o le cure cui si sono sottoposti ( non si sa da quanto tempo). L'ATS per merito di questo algoritmo che ha trovato un elevato numero di cittadini ultra 65 anni potenzialmente fragili che sono stati contattati da un team di operatori riuscendo così a individuare sicuramente 2500 persone. Peccato che questi siano stati trovati SOLO nel 40% dei potenziali, vale a dire quelli che hanno accettato di incontrare un operatore.
Quindi se tanto ci da tanto in Bergamasca ci sono almeno 6.300 cittadini sicuramente  da prendere per mano. Quanto e come non si sa. Fosse vero che sono SOLO 6.300 potremmo fare salti di gioia
Niente di nuovo in ordine ai bisogni manifestatati da questi “sconosciuti” dal momento le otto criticità prese in esame erano già del tutto conosciute e adesso (forse) l'ATS comprenderà meglio quanto e come potenziare i singoli servizi.
Possiamo aggiungere che fin dai primi anni di questo secolo abbiamo suggerito al Comune di assumere  qualche esperto per mandarli a intervistare a casa propria accompagnati da un vigile tutte le persone di oltre 70 anni e ci fu risposto bruscamente che c'era di mezzo la privacy. Ad un esperto nel proprio mestiere intervistare un anziano e vedere casa sua com'è messa basta ed avanza per capire i problemi fondamentali del cittadino.
Adesso c'è arrivata l'ATS sfruttando la potenza dei calcolatori nella selezione. Meglio così semmai abbiano inserito nell'algoritmo anche l'ISEE laddove  esistente.

In questi giorni si sta discutendo di pensioni: il governo intende rimpiazzare Quota 100 con Quota 102 e poi con Quota 104, dopodiché presumibilmente si tornerebbe alla “legge Fornero”. Ma non sono le pensioni l'argomento di cui vogliamo parlare.
La questione è che nessuno parla della necessità di insegnare alla popolazione ad invecchiare. Non possiamo immaginare la vecchiaia sempre più lunga (e sicuramente accompagnata con pensioni assai inferiori assai alle attuali) e con un consumo di medicinali e cure del livello attuale da parte dell'anziano medio.
Non senza dimenticare che oggi la maggioranza degli anziani ha un discreto gruzzoletto risparmiato mentre l'anziano tra vent'anni non avrà nulla. Nemmeno la liquidazione.
Poi c'è che la natalità si riduce di anno in anno. Per effetto di queste forze, secondo l'Istat, il rapporto tra “anziani” (ultra sessantacinquenni) e “giovani” (dai 15 ai 65 anni) passerebbe dall'attuale 36 per cento al 58 per cento fra vent'anni, per poi crescere ulteriormente. Questo significa che, senza un aumento dell'età di pensionamento, i “giovani” dovrebbero rinunciare a quote crescenti del loro reddito per passarlo al crescente numero di “anziani”.
C'è quindi bisogno che la suddivisione delle spese sanitarie tra i vari capitoli veda un potenziamento dell'educazione sanitaria per fare arrivare i prossimi anziani a consumare la  metà dei medicinali  presi abitualmente oggi e ad avere bisogno di minori cure ospedaliere.
Fatto che peraltro contribuirebbe anche a mantenere un clima migliore, se proprio vogliamo sottilizzare.

Adesso il problema quindi non è solo quello di adattare l'esistente facendolo collimare meglio con la realtà ma è necessario scoprire quel 60% che non si è intercettato e la faccenda non è di quelle semplici. Noi restiamo sempre dell'idea che un operatore e un vigile urbano visiti (pazientemente) i vari cittadini partendo solo dall'anagrafe per arrivare a compilare una scheda più o meno completa dalla quale muoversi laddove necessario.
Insomma si torna ai Comuni.


COMINCIA A ROMPERSI UNO DEI GIOCATTOLONI INDIGENI?
Da alcuni giorni il Corriere-BG bastona di brutto il presidente Franco Gatti, noto per i capelli modello “scarola dei Colli di bergamo” del Consorzio di Bonifica della media Pianura Bergamasca. Che detto lateralmente è in quota Lega. L'attacco al vaporoso (per i capelli: che noi invidiamo) presidente deriva dalle enorme spese di rappresentanza del CdB stesso e finora – è il-un caso?- hanno messo becco  nella polemica Umberto Dolci  componente del CdA dell'ente per conto della Federconsumatori BG ed a seguire Dario Violi del M5S e Niccolò Carretta di Azione.
Chi legge questo blog sa che il Consorzio di Bonifica come la MIA e la Fondazione Istituti Educativi sono i tre enti –il primo è del 1955- in cui confluiscono e si risolvono  quasi tutti i problemi politici più complicati della provincia  ex bianca ora verde nera. Sono le tre stanze di compensazione dove gli interessi di molti soggetti si scontrano e si risolvono o si sciolgono per il bene comune. Basta leggerne i bilanci e la storia togliendosi le fette di salame dagli occhi per capirlo. Non senza dimenticare che la rispettiva potenza economica dei tre enti genera a ripetizione una serie di investimenti che combinando la spesa pubblica con quella dei singoli enti ne fanno tre importanti operatori economici. Dei veri produttori di PiL.
Qualcosa di simile a questi tre enti era una volta la Hidrogest poi comprata da Uniacque spa ma non del tutto defunta: Hservizi spa cura per esempio la manutenzione dei cimiteri oppure distribuisce metano, posta e fa abbonamenti telefonici.
Come potete leggere nelle pagine riprodotte tutto il bordello messo in piedi dal Corriere nasce da due eventi: il taglio del nastro della Cascina San Giuliano a Medolago vale a dire un evento costato oltre 51 mila euro, l'inaugurazione della Roggia Martinenga, che supera i 30 mila euro. Cifre assolutamente impensabili, con questi chiari di luna, per una pubblica amministrazione. Evidentemente non per il Consorzio di Bonifica, che paga senza batter ciglio. E non c'è nemmeno bisogno di fare gare d'appalto: sono tutti affidamenti diretti con un solo partecipante (sotto i 40 mila euro si può) e un solo, medesimo firmatario, responsabile unico del procedimento: Giovanni Radice, vice direttore generale.
Segue la descrizione dettagliata che diamo tanto per arrabbiarci un poco di più.
Entriamo nel dettaglio la lista delle spese, partendo dall'inaugurazione della Roggia Martinenga. Realizzazione e stampa brochure e inviti: 4.170 euro. Predisposizione grafica inviti, brochure e totem: 4.350 euro. Food: 2.160 euro. Minibus per i gentili ospiti: 2.720 euro. Produzione, regia: 4.280 euro. Noleggio materiale video: 4.300 euro. Servizio fotografico, riprese video e assistenza ufficio stampa: 2.600 euro. Press tour: 3.200 euro. Allestimento palco: 4.850 euro. totale: 32.630 euro. Cifre che stupiscono. E oltre al costo del video (dove non si paga una ditta soltanto, ma due, una che noleggia il materiale, l'altra che produce), balza all'occhio l'allestimento del palco: quasi 5 mila euro (?) solo per montarlo. Viene da chiedersi, peraltro, quale reale utilità potesse avere un palco da concerto in quell'occasione, per parlare (una persona alla volta) davanti non a una platea vera e propria ma — racconta chi è stato presente — a una cinquantina di persone che mangiucchiava distrattamente dal ricco buffet con trionfo di salumi e un prelibalo risottino prezzemolo e formaggi.
Tra le tante cose da ricordare ci sarebbero le vasche di Astino per impedire l'alluvione di Longuelo: lo studio di Sergio Papiri dell'Università di Pavia di vasche ne prevede addirittura tre per 9 milioni e 170 mila euro in tutto. A giugno 2020 ne è partita lentamente una per una spesa di 1,9 milioni. A giugno 2021 il CdB ricordava che da  quando hanno iniziato la progettazione non avrebbe perso un minuto di tempo. Sulla messa in sicurezza della valletta avrebbe investito, insieme al Comune, oltre 5 milioni di euro (di cui 2 milioni di finanziamento statale, ndr). L'anno prossimo dovrebbe partire la costruzione della seconda vasca, in fondo a via della Bechela e il golf club.
Facile immaginare che alla fine dei lavori, spalmati su una decina di anni, il CdB nella Valle di Astino spenderà almeno una decina di milioni. Poi aggiungiamo i 25-30 milioni di bilancio annuali e si comprende la potenza di fuoco politica ed economica dell'ente.
Questa sequenza di articoli del Corriere prelude probabilmente a qualche inchiesta della magistratura ed alla rimozione non del solo Gatti ma di una intera catena di governo dell'ente che finirà “in altre mani” non si comprende bene se piddine o di qualcun altro più a destra della Lega.

IN 31 NON VOGLIONO PERDERE ANCHE QUESTO TRENO
Grande successo ha riscosso la manifestazione congiunta di Curdomo (cioè dei sindaci di Curno e Mozzo) per non perdere anche questo treno: sul raddoppio della ferrovia da Montello e Ponte san Pietro. Non si è compreso bene la ragione di questa convocazione che ha visto la partecipazione neanche dei classici quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di due (erano solo in 31 e almeno la metà erano di Boccaleone dove pure sono in lite con RFI) se non che al momento se non fai una manifestazione di sabato mattina come i nopass nonvac si fascio finisci per essere un signor nessuno e quindi eccoli in strada. Parliamo degli amministratori del paese bello da vivere, in particolare dell'attuale maggioranza che non è che l'ultima versione dei mille travestimenti adottati da democristiani e comunisti (con forti inflessioni sovraniste) pur di stare incollati assieme. Non per nulla alla manifestazione c'era il vicesindaco di Curno, Conti, che da 30 anni è il regista della peggiore trasformazione del paese, emerito erede seguace ed esecutore di quelle che furono le scelte  urbanistiche della dc del trio Lodetti Foiadelli Arnoldi e via via con tutti gli altri – il segretario PCI Pelizzoli e il segretario PSI- accodati a battere le mani. Conti poi ha firmato assieme alle sindache Serra (ieri) e Gamba (oggi) quel piccolo regalino al commerciale che si calcola tra i 300 e i 400 mila metri cubi aggiuntivi all'esistente.
Ovvio che intanto che pensavano al commerciale non abbiano avuto il tempo di inserire nei PRG-PGT quel minimo di norme per proteggere le aree necessarie al raddoppio della ferrovia e per la stazione in paese. Che i bottegai del paese non vogliono in centro per non perdere le nonnine da spennare. Al dunque RFI ha deciso la  finta di raddoppiare da Montello a Ponte san Pietro mentre in realtà pare che sarà fatto solo dalla stazione di Bergamo a Curno. Neanche fino a Seriate.
Siamo stato presenti alle allocuzioni in piazza dei due sindaci e del vice Conti in quanto immaginavamo che  avrebbero comunicato gli sviluppi della situazione rispetto a quanto finora noto e invece la sceneggiata è stata un replay di quanto si sapeva già. Due testicoli!.
La giunta Gamba davanti a questo problema manifesta un mix di ipocrisia ignoranza doppiezza che uno che segua la vicenda non si raccapezza più. Ignoranza perché RFI è una “repubblica” che è nata addirittura prima dell'Unità d'Italia e quindi questa è dotata di una prassi tutta sua che non cura gli interessi della Repubblica del 1947. Ignoranza perché i treni funzionano con la corrente che si distingue in continua ed alternata e sono alimentati  con due diversi voltaggi. Ipocrisia perché se per  65 anni te ne sei fregata di tutelare il tuo territorio in vista del raddoppio della linea ferroviaria e non l'ha fatto, adesso devi subirne le conseguenze. Se poi non hai il coraggio di fare delle scelte “prima” per puro puntiglio ideologico per non ledere gli interessi di una parte del tuo elettorato, stai certo che prenderai legnate peggiori. Doppiezza perché il raddoppio della linea tra Montello e Ponte è una bufala per di più inutile visto che esattamente parallela alla ferrovia corre l'asse interurbano. Doppiezza perchè la giunta Gamba fa finta di non capire che esiste solo nel contesto delle linee regionali e solo per ragioni politiche RFI investe nel miserrimo raddoppio tra Bergamo e Curno. Altro che tra Montello e Ponte. Divertente il fatto che i sindaci chiedano o pretendano sulla tratta parecchie corse (10?) ogni ora sulla tratta. Magari s'aspettano anche una vettura-bar con ciclista aggiusta ruote forate a bordo.
Quindi ecco le ragioni del successo della manifestazione di sabato con ben 31 partecipanti al corteo.