A GUARDARE ALLE COLLINE  04 OTTOBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.






















DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE A QUELLA AMBIENTALE:
IL FUTURO DEL PAESE BELLO DA VIVERE SARÀ NELL’ORTO BOTANICO
E QUANTO C’È ATTORNO E INSIEME
Non basteranno cinque anni per vedere realizzati finalmente quei 1200 mt di pista pedociclabile lungo il fiume Brembo che la sindaca Gamba sbolognava in una filmato elettorale e verrà ricordata come l'opera pubblica che è costata più di carta che di opere dal momento che è servita soprattutto a finanziare una miriade di professionisti i quali si sono guadagnati la pagnotta copia incollando quel che altri avevano già studiato e pubblicato. La Gamba quando taglierà il nastro tricolore starà in consiglio da una decina d'anni, assieme alla sua mentore l'ex sindaca Serra adesso capogruppo della maggioranza.
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COSA FARA' DA GRENDE IL LORENZO ROTA?
Incontro tra il Gruppo Flora Alpina Bergamasca e il direttore dell'Orto Botanico Lorenzo Rota per  discutere e rispondere o rispondersi alla domanda: l'Orto Botanico di Bergamo è rilevante per la società?. Va detto subito che l'OBBLR è un servizio del Comune di Bergamo non essendo derivato e dipendente da una Università o altro centro di ricerca nazionale.  Poi uno si domanda cosa ci facciano tre micro musei in Piazza Cittadella di cui due sono un doppione l'uno dell'altro. Creato  49 anni or sono dall'ingegnere capo del Comune di Bergamo Luciano Malanchini, appassionato di scienze naturali, e da Guido Isnenghi, agrotecnico, conoscitore della flora locale. Un classico dei tempi: quando la città andava a scoprire il contado.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































DALLA MONOCOLTURA COMMERCIALE A QUELLA AMBIENTALE:
IL FUTURO DEL PAESE BELLO DA VIVERE SARÀ NELL’ORTO BOTANICO
E QUANTO C’È ATTORNO E INSIEME
Non basteranno cinque anni per vedere realizzati finalmente quei 1200 mt di pista pedociclabile lungo il fiume Brembo che la sindaca Gamba sbolognava in una filmato elettorale e verrà ricordata come l'opera pubblica che è costata più di carta che di opere dal momento che è servita soprattutto a finanziare una miriade di professionisti i quali si sono guadagnati la pagnotta copia incollando quel che altri avevano già studiato e pubblicato. La Gamba quando taglierà il nastro tricolore starà in consiglio da una decina d'anni, assieme alla sua mentore l'ex sindaca Serra adesso capogruppo della maggioranza.
Con alle spalle un quarto di secolo di governo del c.d. “verde centrosinistra” comunque travestito (giunta Morelli, giunte Serra 1 e 2, giunta Gamba) il paese ha assistito senza battere ciglio alla totale riconferma delle varianti peggiorative del centrodestra leghista al PRG e poi, a confermare la critica di un segretario piddino (generosamente risarcito delle spese processuali da una generosa sentenza) che non si poteva fare una modifica alla sola parte di piano del centro commerciale, la giunta Serra  -con l'urbanistica sempre in mano al solito Conti [causalmente cugine del segretario piddino di prima] da trent'anni in qua- ha regalato al paese sia il poderoso TS1 che il TS2 coi suoi 300-350mila metri cubi di commerciale in aggiunta all'esistente.  C'è da precisare che anche il TS1 ha avuto il suo bel premio volumetrico, specie sull'ex parcheggio Zebra. Guarda caso quel parcheggio doveva essere uno standard pubblico e invece – quando il c.d. centrosinistra stava all'opposizione- questo dimenticò di verificare che fosse firmata la debita convenzione, ragion per cui adesso ci sono tre centrini commerciali.
Non ancora contenti del malfatto quando è uscita la legge che premiava gli aumenti volumetrici nella ricostruzione degli edifici abbandonati, la giunta di centrosinistra ha dimenticato di approvare una delibera che riconduceva le volumetrie all'origine. Ragion per cui adesso in paese ci sono degli edifici che paiono usciti da un trattamento anabolizzante. Forse perché c'era di mezzo anche  la vineria del cognato del segretario piddino?.
La sindaca Gamba non contenta degli sfracelli combinati con le varianti TS1 e TS2 oppure con le vicende del CVI2 e poi del CVI1, felicissima che le morti da covid19 abbiano ingrassato potentemente le casse comunali di oltre un milione di euro (oltre i notevoli risparmi p.e. sul piano del diritto allo studio) ha pensato bene di destinare le risorse pervenute alla totale ristrutturazione dei due CVI nonché alla creazione (futura) di un centro  per autismo dagli ignoti contenuti ma di sicuro costo: 1,3 milioni in cinque anni.

Le finanze comunali alla faccia del parlare male dei centri commerciali, fondano la loro ricchezza sulla poca IMU che riscuotono,  sulle sovratasse personali, sugli oneri per le nuove costruzioni ripartite decisamente sia occupando spazi vuoti che ristrutturando del vecchio.
Curno ha supinamente accettato di essere una monocultura commerciale e malissimamente sopporta la FreniBrembo anche perché questo andazzo consente alla politica di appaltare ad una serie di privati milionate di soldi pubblici per i vari piani del diritto allo studio, la rumenta, le manutenzioni dei beni pubblici ragion per cui destra centro e sinistra pescano tutti generosamente nelle finanze comunali attraverso capitolati fatti pedestremente e sempre in vantaggio dell'esecutore. Quindi perché lamentarsi?.

Tra il centro storico del paese e la zona commerciale si stende l'area del c.d. “orto botanico” affiancato dal CVI1 e dal bloco scuole-biblioteca (e cimitero…).
Un cittadino ben pensante immagina che delle maggioranze che si dichiarano contrarie al commerciale si dedichino a cercare soluzioni alternative ma quando si tratta di porre mano a quel complesso di aree a destinazione “orto botanico” per trasformare quei cinque sei ettari di spazi in un motore verde di una  qualche forma di economia alternativa al commerciale, non si muove foglia.
Un Comune che aveva già sul proprio territorio il Vivaio Forestale Regionale s'è fatto scippare dal Comune di Bergamo quella cacata che è poi diventata la Valle della Biodiversità ridotta in un orto  non più grande dell'ortaggi di un pensionato indigeno. Quello che spacciava abusivamente ortaggi in piazza davanti alla verduriera oggi chiusa.
Uno spazio che poteva diventare un polo attrattivo per almeno 50mila visitatori all'anno e dare lavoro ad almeno una ventina di persone resta li inutilizzata per il 60%.
Col sovrappiù che gli investimenti necessari non sarebbero stati messi dal Comune di Curno ma da altri enti, fin dentro il PNRR.
Poi scopri che la “verde” Serra organizza la raccolta della plastica staccandola dalla merda secca degli arbusti in Brembo oppure attuando la tariffa puntuale salvo dimenticare di raccontare che sarà una solenne fregatura alle tasche dei Curnesi. Ma siccome la Serra c'ha l'ombelico legato alla catena cattocomunista cittadina, mica poteva smentire i suoi soci e quindi la Valle della Biodiversità anziché finire in un'area pubblica a Curno è  approdata su un'area privata che serve a dare lustro e clienti ai ristoranti dentro il Convento di Astino. Cosa vuol dire lavorare per il nemico, insomma.

Adesso  cominciano le manovre per le prossime elezioni comunali. Vedremo quali saranno le liste che mettono al centro del programma un “destino verde” del paese proprio partendo dall'utilizzo della vasta area  “orto botanico, CVI1 1 scuole biblioteca” in un'ottica di una profonda modifica se non riconversione dell'economia locale dal commerciale all'ambientale in senso largo. Purtroppo i Curnesi non riescono a staccarsi dall'idea  che per fare soldi devi avere una cler da alzare  ogni mattina, mentre quella zona se “messa a punto in maniera intelligente” potrebbe dare occupazione, riuso del patrimonio abitativo storico ormai abbandonato e degradato, scuola, turismo e perché no? perfino la detestata cultura.

COSA FARA' DA GRENDE IL LORENZO ROTA?
Incontro tra il Gruppo Flora Alpina Bergamasca e il direttore dell'Orto Botanico Lorenzo Rota per  discutere e rispondere o rispondersi alla domanda: l'Orto Botanico di Bergamo è rilevante per la società?. Va detto subito che l'OBBLR è un servizio del Comune di Bergamo non essendo derivato e dipendente da una Università o altro centro di ricerca nazionale.  Poi uno si domanda cosa ci facciano tre micro musei in Piazza Cittadella di cui due sono un doppione l'uno dell'altro. Creato  49 anni or sono dall'ingegnere capo del Comune di Bergamo Luciano Malanchini, appassionato di scienze naturali, e da Guido Isnenghi, agrotecnico, conoscitore della flora locale. Un classico dei tempi: quando la città andava a scoprire il contado.
Siamo andati all'incontro perché ci aveva meravigliato scoprire “la necessità” del GFAB di incontrare l'OBB per interrogarsi sulla rilevanza o meno dell'OBB  nella società bergamasca. Basta una ricerca in internet per verificare che attorno ai vari aspetti botanici della Bergamasca ci sono almeno una dozzina di gruppi e questo significa che esiste una bella battaglia tra i galli e i capponi botanici della provincia.
Se il direttore dell'OBBLR ha ritenuto utile snocciolare il numero di visitatori al Lorenzo Rota e alla Valle della Biodiversità nonché le tre o quattro dozzine di compartecipazioni dell'OBBLR a iniziative nazionali e internazionali, alla fine dell'esposizione si scopre che vi lavorano stabilmente tre  dipendenti comunali. Il che fa pensare che il fumo sia moltissimo ma il risultato parecchio meno visto che anche ai dipendenti del Comune di Bergamo le giornate durano 24 ore e nemmeno tutte lavorative.
A noi è parso che il tema vero della serata stesse nella domanda: cosa farà l'OBBLR da grande visto che l'anno prossimo compirà mezzo secolo?.
In realtà essendo una struttura non collegata-dipendente di una università ma ad un ente locale, il suo futuro è del tutto aleatorio dal momento che sostanzialmente non si tratta di un servizio che il Comune DEVE fornire ai cittadini.
Un orto botanico non c'entra con un comune: semmai è un reperto che non si può buttare per non fare una figuraccia in tempi di Geo&Geo.
I Bergamaschi –ed Isnenghi e Malanchini erano dei bergamaschi “dur per durà”- con una caratteristica: quello  di fare sempre un passo in meno rispetto all'utile ed al necessario per non mostrarsi spendaccioni. Per esempio il nuovo ospedale era nato col progetto di 10 torri e ne hanno realizzate solo sette. Forse  tra dieci anni arriverà l'ottava. Che dire della tangenziale sud e del tratto da Dalmine a Sedrina?. Sempre in tema pensiamo all'allestimento dell'ospedale da campo preso la Fiera di Bergamo e del caos scoppiato a un certo punto tra enti pubblici per lo sgombero. Pensiamo alla Valle della Biodiversità infilata in cima ad un sedime di oltre 30 ettari. Stai li buona ed accontentatevi del pezzo e ringraziateci pure.
Malanchini&Insenghi non potevano che immaginare di utilizzare quel buco pubblico ed abbandonato in cima alle Mura per farci un giardino alpino ed appartenendo loro stessi a quella piccola borghesia cittadina che s'era messa a scalare le Alpi e le PreAlpi, quello non poteva che essere un simil orto alpino. Peccato che dopo mezzo secolo l'OBBLR stia ancora li in quel buco ed abbia anche corso il rischio di smantellamento.
Cosa farà da grande l'OBBLR è molto semplice: diventare un ramo dell'Università che però non pare ne abbia grande voglia.
Oggi come oggi la funzione prevalente dell'OBBLR resta un pezzo di museo mentre  quello di insegnare ai cittadini ed ai ragazzini delle scuole che contrariamente a quel che gli passa Geo&Geo –nella Valle della Biodiversità- non è seminando la farina che si ottiene fare il pane ma bisogna seminare il grano per poi mulirne  semi  e dalla farina e fare il pane. Non è piantando le patatine Amica che crescono le patate vere e crude. Non è lavando i piatti dove hanno cibato la pastasciutta che poi crescono i pomodori. In buona sostanza l'OBBLR resta un pezzo di museo  mentre la Valle della Biodiversità è sostanzialmente un supporto alla scuola peraltro abbastanza in contraddizione con quel che viene servito in mensa ai  ragazzi. Basta leggere i vomitevoli menù. Supporto non solo per i ragazzi ma per le intere generazioni che da quando sono uscite dalla scuola dell'obbligo non sanno nemmeno donde viene il pane, la passata o la marmellata. Che non è fatta con la frutta ma con parecchio d'altro.
Cosà farà l'OBBLR da grande lo deciderà ancora una volta la politica mentre la dozzina di gruppi botanici locali continueranno nel loro tran tran graffiandosi tra di loro ed una volta ogni lustro si incontreranno per domandarsi:  a chi serviamo noi? Poi torneranno da soli sui propri passi.

P.S.: mai possibile che a nessun gruppo botanico e ambientalista locale sia mai vento in mente di chiedere di trasformare quella distesa di lamiere che è il tetto dell'ospedale in un giardino … almeno utile per le api?.