A GUARDARE ALLE COLLINE  17 SETTEMBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.























ALLE MADAMINE
TUTTI I LORO COLLEGHI
BAGNANO IL NASO
Credono di essere le mosche cocchiere in quanto femmine e invece sono indietro una spoletta di refe.
(...)

MANCANO  400MILA LAVORATORI
MA DOV’É LA SCUOLA?
(E LA PROFESSIONALITÀ  E LE PAGHE?...)
In Italia ci sono 2,3 milioni di disoccupati occupabili (vale a dire che potrebbero riprendere lavoro da qualche parte). L'Istat –commentando i dati a fine giugno 2021- annotava altresì che "l'occupazione rimane ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019". Le donne sono ancora 370 mila in meno, con un -3,7% rispetto al -2,3% degli uomini. Anche per i giovani vale lo stesso discorso: forte recupero nel secondo trimestre, ma ancora 199 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Idem per gli stranieri: nell'ultimo trimestre analizzato il numero di occupati stranieri è salito del 4,4% contro il +2,1% degli italiani, ma rispetto al secondo trimestre 2019 il gap è del 7,7% rispetto al -2,3%. Il raffronto annuo, ovvero con il secondo trimestre 2020 quando è esplosa l'emergenza del Covid, mostra dinamiche simili. "L'aumento dell'occupazione (+523 mila unità, +2,3%) - dettaglia l'Istat - coinvolge soltanto i dipendenti a termine (+573 mila, +23,6%); continua infatti, seppur con minore intensità, il calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-29 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-21 mila, -0,4%)”.

DALMINE-ALME':SOLUZIONI RAFFAZZONATE E CRIMINALI
Due giorni or sono la Provincia ha pubblicato sul sito istituzionale una vistosa ripresa (https://youtu.be/XNaLaS05BDg) dei lavori  sulla SP470 dir (la Dalmine-Almè) partendo da Curno fino a Ossenesga. Merita di essere visto perché “illumina” che razza di crape ci siano nella politica e nei tecnici che obbediscono alla politica.
La prima chicca la troviamo a Curno tra il distributore Esso e la concessionaria Fiat dove hanno creato un incrocio a T tra  quattro strade di chi scende dalla valle, chi esce dal distributore e dal centrino e si trova davanti chi sale dalla rotonda di via Europa verso la Fiat e il distributore e il centrino commerciale di lato.
La seconda chicca –doppia!- la troviamo al sottopaso di via Brembo tra il muretto di recinzione del fiorista che cade in testa ai pedoni che salgono sotto il ponte e dall’altra parte della SP la stradina svergolante di accesso ai vari fondi agricoli. Chissà perché non è dritta.
La terza chicca la troviamo all’uscita dalla SP verso via Marigolda (in discesa dalla Valle) oppure l’entrata dalla Briantea. Non si comprende la ragione di quel tratto stradale che termina con uno STOP.
(...)


















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































ALLE MADAMINE
TUTTI I LORO COLLEGHI
BAGNANO IL NASO
Mettiamo in file le notizie anche se a prima lettura parrebbero abbastanza scollegate tra di loro.  Il 26 luglio 2021 la sindaca Gamba scrive al ministro Brunetta ed ai due presidenti ANCI nazionale e lombardo lamentando che  “Un Comune come quello di Curno di circa 7.500 abitanti - per rimanere ai soli ultimi dieci anni - nel rigoroso e costante rispetto degli infiniti provvedimenti restrittivi e limitativi in materia di spese di personale avvicendatisi negli anni (seguono ventisette righe di citazioni di provvedimenti legislativi) ha perso più del 20% dei propri dipendenti.
Il Comune di Curno il 3 agosto 2021 “Visto che  “l'Amministrazione Comunale è intenzionata a realizzare un centro polifunzionale per la popolazione anziana di Curno, che abbia come sede principale gli spazi presenti al piano terra della Palazzina del Donatore di Via IV Novembre, dato atto che tale Centro non è pensato esclusivamente come uno spazio fisico e delimitato ma diffuso in modo capillare sul territorio di Curno, così che dalla sede principale i servizi e le “attenzioni” si diramino in tutto il paese grazie al sistema - comunità che si verrà a creare; atteso che gli obiettivi che l'A.C. intende perseguire sono:
■    Fornire servizi parasanitari finalizzati a prolungare il più possibile lo stato di benessere e autosufficienza, specie degli anziani che vivono soli, e la cura di sé (attività igienico sanitarie)
■    Contenere la solitudine e “curare” il sentimento di isolamento e di abbandono; sollecitare le risorse personali residue per placare le ansie e gli atteggiamenti depressivi tipici dell'età avanzata (attività aggregative)
■    Aprire nuove prospettive di contatto, di incontro, di socializzazione, mediante l'offerta di opportunità di relazioni (attività socializzanti)
■    Migliorare la vita di relazione ed il benessere civile attraverso il riconoscimento dei diritti sociali, l'attivazione di “luoghi e spazi di comunicazione” e la valorizzazione delle potenzialità residue (attività di informazione).
Sabato 11 settembre L'Eco  pubblica un trafiletto probabilmente sfuggito alla maggioranza visto com'era collocato: L'Ats, Agenzia per la tutela della salute di Bergamo sta raccogliendo da parte di enti pubblici e privati, soggetti istituzionali e realtà sanitarie e socio sanitarie, progetti e «manifestazioni di interesse» per iniziative legate alle «mission» del Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo sanitario (ingente è lo stanziamento di fondi con il Piano per progetti innovativi in sanità che, tra l'altro, prevedono il potenziamento della medicina territoriale, come case di comunità e ospedali di comunità, che vengono declinati, a livello locale, anche nella revisione della legge sociosanitaria regionale).
Domenica 12 settembre è stata inaugurata a Treviolo una nuova RSA: Centoventi posti letto, 6 minialloggi, un poliambulatorio medico aperto anche ai pazienti esterni, spazi per la riabilitazione e la fisioterapia, due palestre e una casa del commiato.
Sabato 11 settembre l'Ats, Agenzia per la tutela della salute di Bergamo ha avvisato di raccogliere da parte di enti pub­blici e privati, soggetti istitu­zionali e realtà sanitarie e so­cio sanitarie, progetti e «mani­festazioni di interesse» per iniziative legate alle «mission»
del Piano nazionale di ripresa e resilienza in campo sanitario (ingente è lo stanziamento di fondi con il Piano per progetti innovativi in sanità che, tra l'altro, prevedono il potenzia­mento della medicina territo­riale, come case di comunità e ospedali di comunità, che ven­gono declinati, a livello locale.
I progetti che l'Ats sta racco­gliendo verranno poi sottopo­sti all'esame della Regione Lombardia, per il possibile av­vio dell'iter per l'inserimento nei progetti finanziabili con il Piano nazionale di ripresa.
Oggi 17 settembre  c'è la notizia che il Comune di Sorisole ha messo in progetto  una nuova RSA in quel di Petosino.
Oggi 17 settembre sempre L'Eco riporta la notizia dell'allontanamento delle anziane ospiti della Casa delle Angeline di Vertova che, dopo il blitz dei Nas (Nuclei antisofisticazione e sanità) di Brescia, affiancati da funzionari dell'Ats di Bergamo, stanno per essere trasferite in una nuova sistemazione. La ragione? Quello che avrebbe dovuto essere un «ricovero di sollievo», quindi con carattere temporaneo in aiuto alle famiglie, in realtà si trasformava in una lungodegenza, attività per la quale la struttura non avrebbe le autorizzazioni necessarie. Ecco, dunque, scattare per le 25 ospiti –tra le quali una nonna di 103 anni- presenti nella struttura al momento del sopralluogo, il ritorno alle proprie abitazioni o il ricovero, per 21 di loro, in altre Rsa. A tutto questo si aggiunge il problema dei costi delle famiglie che finora ammontavano solo a 1500 euro  mensili mentre dentro le RSA saliranno se non sorpasseranno i due mila euro.

Come si vede il paese bello da vivere nonostante navighi dal 1990 nell'oro visto l'enorme sviluppo del commerciale, non solo non è mai riuscito a concludere un'opera pubblica nei tempi previsti “dopo” il primo governo della Lega (dal secondo governo del sindaco Bianchi la Lega deraglia quanto a tempistiche dei Lavori pubblici per evidenti ragioni interne) , ma addirittura tutto attorno a Curno fioriscono iniziative che il paese bello da vivere chiacchiera continuamente senza concluderne una che sia una. E viste le chiacchiere  finora ascoltate dal parte della giunta Serra ieri e Gamba oggi non vorremmo sbagliarci ma la trombonata annunciata  il 4 agosto è probabile che si concluda entro pochi mesi dall'apertura in una vicenda  come quella della Casa delle Angeline di Vertova.

MANCANO  400MILA LAVORATORI
MA DOV’É LA SCUOLA?
(E LA PROFESSIONALITÀ  E LE PAGHE?...)
In Italia ci sono 2,3 milioni di disoccupati occupabili (vale a dire che potrebbero riprendere lavoro da qualche parte). L'Istat –commentando i dati a fine giugno 2021- annotava altresì che "l'occupazione rimane ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019". Le donne sono ancora 370 mila in meno, con un -3,7% rispetto al -2,3% degli uomini. Anche per i giovani vale lo stesso discorso: forte recupero nel secondo trimestre, ma ancora 199 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Idem per gli stranieri: nell'ultimo trimestre analizzato il numero di occupati stranieri è salito del 4,4% contro il +2,1% degli italiani, ma rispetto al secondo trimestre 2019 il gap è del 7,7% rispetto al -2,3%. Il raffronto annuo, ovvero con il secondo trimestre 2020 quando è esplosa l'emergenza del Covid, mostra dinamiche simili. "L'aumento dell'occupazione (+523 mila unità, +2,3%) - dettaglia l'Istat - coinvolge soltanto i dipendenti a termine (+573 mila, +23,6%); continua infatti, seppur con minore intensità, il calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-29 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-21 mila, -0,4%)”.

Ieri Luca Piana su repubblica scriveva che in Italia ci sono 2,3 milioni di disoccupati. Eppure, migliaia di aziende non trovano le figure che cercano. In autunno 400 mila posti scoperti. Quasi tutti i profili che le imprese stanno ricercando sono di tipo tecnico e dovrebbero rappresentare la nor­malità in un sistema economico come il no­stro, dove le produzioni di massa sono state ormai dislocate altrove e si punta tutto sul know how, l'eccellenza, l'innovazione. Pur­troppo, però, alcuni di questi profili le imprese fanno molta fatica a individuarli.
Se in estate i ristoranti non trova­vano cuochi e camerieri, il proble­ma strutturale riguarda le professio­ni che devono trainare la svolta tec­nologica. Non si trova il 50% degli in­formatici e fisici che servono, il 48% degli operai meccanici, il 46% dei tecnici di produzione. Le ragioni del baratro che sta inghiottendo tante opportunità di lavoro hanno radici profonde. Un elenco minimo com­prende il mancato orientamento verso le professioni che tirano, l'ab­bandono scolastico, gli stipendi bas­si e i contratti che spingono i giova­ni a emigrare, i pochi laureati in ma­terie scientifiche, lo scarso numero di donne che lavorano.
La situazione purtroppo è grave, per molti motivi diversi. C'è una re­sponsabilità delle imprese, che spes­so investono poco in formazione, quando in realtà si tratta degli unici investimenti certamente remunera­tivi. Poi c'è il clima culturale, che ri­guarda la scuola: quando ci capita di chiedere ai giovani perché non hanno scelto le materie scientifi­che, alcuni ci rispondono “perché sono troppo difficili”.
Se si guarda l'intero insieme de­gli operai specializzati e in grado di condurre macchinari industriali, le imprese offrivano 76.930 posti di la­voro già in agosto e, in quattro casi su dieci, non trovavano i candidati giusti.
Per l'anno scolastico 2021-2022 i Licei continuano ad essere scelti da oltre uno studente su due: quest'anno il 57,8% delle domande ha riguardato un indirizzo liceale (era il 56,3% un anno fa). Rimane sostanzialmente stabile il Classico, scelto dal 6,5% delle ragazze e dei ragazzi (il 6,7% un anno fa). Ancora in crescita l'interesse per gli indirizzi del Liceo scientifico, che passano dal 26,2% delle preferenze di un anno fa al 26,9% di quest'anno. Scendendo nel dettaglio, ha scelto lo Scientifico tradizionale il 15,1% dei ragazzi (un anno fa era il 15,5%), il 10% ha scelto l'opzione Scienze applicate, che è in crescita (l'8,9% l'anno scorso), confermata la scelta delle sezioni dello Scientifico a indirizzo Sportivo da parte dell'1,8% delle studentesse e degli studenti.
Il Linguistico scende dall'8,8% all'8,4% delle scelte. Cresce l'Artistico, dal 4,4% al 5,1%. In aumento anche l'interesse per il Liceo delle Scienze umane, dall'8,7 al 9,7% delle preferenze. In particolare, l'indirizzo tradizionale sale dal 6% al 6,5%, l'opzione Economico-Sociale sale dal 2,7% al 3,2%. Stabile il dato per i Licei ad indirizzo Europeo e internazionale (0,5%). I Licei musicali e coreutici scendono dall'1% allo 0,7%.
Un terzo delle scelte è ancora per i Tecnici che, sostanzialmente, tengono: li sceglie il 30,3% delle studentesse e degli studenti (il 30,8% un anno fa). Il settore Economico scende al 10% dall'11,2%, cresce il Tecnologico, dal 19,6% al 20,3%. Gli Istituti professionali segnano un calo dal 12,9% all'11,9% delle scelte.
In Lombardia i licei sono stati scelti dal 52% degli studenti  e deve notare come  nel 2011-2012, i liceali ammontavano al 44% scarso. In un decennio i licei lombardi hanno visto aumentare i propri iscritti dell'8% a scapito soprattutto degli istituti professionali, travolti da ben due riforme e dal taglio consistente delle ore di materie professionalizzanti.

Appare quindi evidente come le famiglie italiane  la scuola e le imprese siano pochissimo permeabili alle rispettive attese del futuro. Soprattutto non tengano conto del futuro delle generazioni.  Ovvio che la situazione nazionale sia a macchie dove questa permeabilità è più accentuata o dove meno.
Del resto un esempio di come la scuola, presidiata da 170 sigle sindacali e in mano a governi del tutto disomogenei ma tutti armati di machete, badi soprattutto ai propri diritti o vantaggi che a quelli degli studenti, s'è visto  nel paese bello da vivere, dove nella primaria sono stati aboliti i pomeriggi così che adesso il 40,2% degli aventi diritto ha cercato “scuola” altrove.

Non ultima c'è la questione salariale perché se osserviamo la tabella dell'andamento degli stipendi nei principali paesi europei e della Svizzera tra i 12,8 mila euro netti in Italia e i 18,1 in Germania un giovane italiano non resta proprio a casa sua. Per non parlare dei 20mila in Inghilterra.
Non siamo affatto convinti che il PNRR alla fine della sua realizzazione (2027) riuscirà a colmare le differenze circa la disponibilità di  personale adeguatamente preparato, stipendi giustamente correlati,  posti di lavoro capaci di assorbire il personale.

DALMINE-ALME':SOLUZIONI RAFFAZZONATE E CRIMINALI
Due giorni or sono la Provincia ha pubblicato sul sito istituzionale una vistosa ripresa (https://youtu.be/XNaLaS05BDg) dei lavori  sulla SP470 dir (la Dalmine-Almè) partendo da Curno fino a Ossenesga. Merita di essere visto perché “illumina” che razza di crape ci siano nella politica e nei tecnici che obbediscono alla politica.
La prima chicca la troviamo a Curno tra il distributore Esso e la concessionaria Fiat dove hanno creato un incrocio a T tra  quattro strade di chi scende dalla valle, chi esce dal distributore e dal centrino e si trova davanti chi sale dalla rotonda di via Europa verso la Fiat e il distributore e il centrino commerciale di lato.
La seconda chicca –doppia!- la troviamo al sottopaso di via Brembo tra il muretto di recinzione del fiorista che cade in testa ai pedoni che salgono sotto il ponte e dall’altra parte della SP la stradina svergolante di accesso ai vari fondi agricoli. Chissà perché non è dritta.
La terza chicca la troviamo all’uscita dalla SP verso via Marigolda (in discesa dalla Valle) oppure l’entrata dalla Briantea. Non si comprende la ragione di quel trato stradale che termina con uno STOP.
Risalendo verso Mozzo la 470 scavalca la Ferrovia ma il ponte non è stato allargato. Facile immaginare che pacco di soldi voleva RFI come diritti.
Sempre salendo verso la valle arrivati a Mozzo al di sopra dei distributori sulla sinistra c’è l’ingrasso direttamente sulla SP 470 con un semplice STOP di tutto il traffico  necessario al centrino commerciale ed al tessuto produttivo dell’ampia zona. Una uscita sulla SP470 con uno STOP!.
Salendo qualche centinaio di metri incontriamo sulla destra la sistemazione delk nuovo corso del torrente Riolo, scoperto a destra e sottoterra in mezzo ai capannoni a sinistra. Più avanti la strada si biforca perché in mezzo stanno costruendo la parte di SP interrata  che sottopassa la c.d. “Rotonda delle Cornelle”.
Proseguendo contro il Vivaio Cattaneo si incrocia il sovrappasso della SP della via Kenendy che collegherà il centro di Valbrembo alla sede del Vivaio.
Subito dopo questo sovrappasso stanno creando una delle vasche di raccolta delle acque del tratto in trincea della SP470. Speriamo in bene.
La SP prosegue in trincea sotto passando via Villino e poi vira verso ovest per poi tornare a  orientarsi verso est  al sottopasso di via Padre Murialdo a monte del quale c’è una mega rotonda che dovrebbe disimpegnare il traffico della  SP470 con quello proveniente dal mega sottopasso Paladina-Sedrina.

Già percorrendo quel che è in costruzione ci si accorgeva delle enormi capocciate realizzate ma vederle in un video originale del “padrone di casa” magari al cittadino comune che ha sprecato migliaia di ore e di litri di carburante tutto questo appare come un sogno di prossimo raggiungimento ma “lo stato delle cose” grida davvero vendetta al cospetto di Dio perché tutte ma proprio tutte le soluzioni escogitate per risolvere i mille problemi viabilistici dei cittadini e delle aziende operanti sono stati risolti non con la cura dell’intelligenza ma la pratica del fare alla cazzo di cane.
Non solo il sistema viabilistico escogitato poteva avere una dimensione e una planimetria nettamente migliore e forse anche a costi inferiori ma questo sistema di strade principali a doppia corsia (facile immaginare che schianti frontali…) e contro strade con precedenze e stop in entrata uscita dalla SP unitamente alle immense aree laterali … chi le manutenzionerà? Come verranno sistemate?.
Non discutiamo ne della “Rotonda delle Cornelle” e neppure del tratto  in trincea davanti a Valbrembo perché ne abbiamo già parlato a sufficienza ma siamo curiosi nel vedere come saranno realizzate la vasche di laminazione all’aperto (ne sono previste tre) sul lato est della SP e cosa accadrà al torrente Riolo intubato sotto i capannoni fino alla Quisa.
Poi è chiaro che per gli abitanti della valle Brembana, trattati come minus abens, ormai sono disposti ad accettare tutto pur di uscire in qualche modo dal caos in cui versano da decenni. Così come gli abitanti di Mozzo e Valbrembo in zone sostanzialmente privi di un sistema di raccolta rispetto alle ondate di pioggia che ormai si riversano in zona, hanno poco da bene sperare. La piana del Pascolo dei Tedeschi e la parte  a ovest del Gussa è sostanzialmente un mega catino impermeabilizzato dalla costruzioni e dalla monocoltura ai cui abitanti hanno dato il contentino delle vasche di laminazioni: di cui dubitiamo l’efficacia viste le dimensioni. Di chi abbiamo parecchi dubbi paesaggistici viste le dimensioni e l’impatto… di  tre vasche che restino piene  di acqua sozza due tre volte all’anno per 2-3-4 settimane di seguito.