A GUARDARE ALLE COLLINE  10 SETTEMBRE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.















UNA BELLA CRICCA !



MERITA LA LETTURA



REDDITO DI CITTADINANZA
Questo l'inizio dell'articolo di Boeri&Perotti: C'è una tesi molto popolare di questi tempi (…) Secondo questa tesi, che per comodità chiameremo "il divano di cittadinanza", le imprese faticherebbero a trovare i lavoratori di cui hanno bisogno perché questi se ne stanno comodamente sdraiati su di un divano con in tasca il Reddito di Cittadinanza.
Non uno degli estensori di questa teoria si è preoccupato di raccogliere un dato per corroborare la sua tesi. A nessuno è venuto in mente di guardare i dati disponibili (a partire dall'ultimo Rapporto Annuale dell'Inps) su chi sono i percettori del Reddito di cittadinanza. Se lo avessero fatto, si sarebbero resi conto che solo un terzo di questi è in grado di lavorare e ha sottoscritto un Patto per il Lavoro e che, fra questi, una percentuale rilevante deve comunque ricevere formazione prima di essere collocabile.
Quasi un milione e mezzo di famiglie, tre milioni e mezzo di persone, con un importo medio per nucleo di 579 euro: è questa la platea del Reddito di cittadinanza secondo l'ultimo aggiornamento dell'Inps, pubblicato alla fine di agosto e che riguarda i primi sette mesi di quest'anno. Secondo la Caritas nell'ultimo rapporto annuale, il Reddito non raggiunge il 56% degli aventi diritto mentre beneficia famiglie che in effetti non sono povere: il 36% dei percettori.
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MISTER GIACCHETTINA IN TOUR
Mister Giacchettina, al secolo il nostro ministro degli esteri, questa settimana ha seguito una utile e importante lezione di geografia. Ha infatti visitato di corsa [quindi ha scoperto che c’erano anche questi paesi] niente.poco.di.meno.che Tashkent in Uzbekistan (33) poi è volato a Dusambe in Tajikistan (9: meno della Lombardia), poi via a Doha nel Qatar (3: ma qui contano i soldi e le armi, mica la popolazione) per concludere Islamabad in Pakistan (217). I numeri tra parentesi sono i milioni di abitanti nel 2019. Se voi prendete una cartina e cercate questi stati dell’Asia centrale vedrete che stanno tutti attorno all’Agfanistan e non si comprende come mai –già che c’era!- non abbia  fatto una scappata anche ad Ashgabat  capitale del Turkmenistan (6). Già che ci siamo mettiamoci anche l’Iran coi suoi 83 milioni di abitanti.
Come vedete questi paesi –esclusi Pakistan ed Iran- sono grandi come delle medio grandi regioni italiane (parlo della popolazione) ed è abbastanza facile immaginare che non sappiano nemmeno dove stia l’Italia e che cavolo c’abbiano a che fare loro con noi.
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DOV'ERI L'11SETTEMBRE2001?
FINALMENTE SOLI
Se appartieni alla categoria delle «persone veramente importanti»  sarai interpellato con questa domanda e naturalmente ricorderai esattamente quante volte ti sei soffiato il naso quel giorno e che modello di scarpe indossavi. Io invece non ricordo niente di quel giorno tranne il fatto di avere appreso al TG3 di mezzo giorno cos’era accaduto. Purtroppo non ho una segretaria che mi tiene l’agenda. La mia reazione –da vent’anni in qua- fu che al mondo c’è sempre qualcuno più furbo capace e violento di te. Man mano che passavano le ore mi convincevo che un paese di bulli e violenti come gli USA che si fanno fregare da un manipolo di cavernicoli sembrava più un film di Bud Spencer che qualcosa di serio. Invece era così.

L’ultimo soldato sovietico, il generale Boris Gromov, lasciò l’Afghanistan il 15 febbraio del 1989. Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino. L’Urss si dissolse nel Natale del 1991. L’impero comunista non sopravvisse alla sconfitta a Kabul e Berlino. L’11 settembre 2001 ci furono una serie di quattro attacchi suicidi coordinati compiuti contro obiettivi civili e militari degli Stati Uniti d'America da un gruppo di terroristi appartenenti all'organiz zazione terroristica al Qaida. Il 31 agosto 2021  toccherà al maggior generale Chris Donahue essere l’ultimo militare Usa ad andare via da Kabul. Il dipartimento della Difesa lo celebrerà con un tweet. Che non esisteva nel 1989.
(...)

PERCHE' I BERGAMASCHI ODIANO I MAESTRI DEL PAESAGGIO?
I bergamaschi odiano i Maestri del Paesaggio. Li odiano talmente che undici anni di manifestazioni regalate alla città (la manifestazione sopravvive per gli autori-sponsor) non hanno modificato nemmeno di un millimetro quell'odio. Odiano i Maestri del Paesaggio soprattutto i baristi della città, gente uscita appena ieri dall'osteria del villaggetto e calati in città con la prospettiva di fare i soldi in fretta. Odiano i Maestri del Paesaggio soprattutto gli automobilisti, razza particolarmente aggressiva se abitante in città alta cui anche un vasetto di primule grande come uno yogurt sottrae il parcheggio. Odiano i Maestri del Paesaggio la maggior  parte delle imprese di manutenzione del verde sorte negli ultimi venti anni come via di salvezza di una generazione di ex coltivatori ridotti alla fame dalla politica UE. E' un odio pervasivo intenso sempre in buona parte sottotraccia e per capirne l'origine basta fare il periplo delle Mura ed osservare i mega giardini privati dell'elitè economica e culturale cittadina che ha costruito i propri palazzetti  sotto le Mura. Sono li da vedere: non distingui se sono reperti di ex boschi o piantumazioni con relitti di ex vivai in via di dismissione.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































REDDITO DI CITTADINANZA
Questo l'inizio dell'articolo di Boeri&Perotti: C'è una tesi molto popolare di questi tempi (…) Secondo questa tesi, che per comodità chiameremo "il divano di cittadinanza", le imprese faticherebbero a trovare i lavoratori di cui hanno bisogno perché questi se ne stanno comodamente sdraiati su di un divano con in tasca il Reddito di Cittadinanza.
Non uno degli estensori di questa teoria si è preoccupato di raccogliere un dato per corroborare la sua tesi. A nessuno è venuto in mente di guardare i dati disponibili (a partire dall'ultimo Rapporto Annuale dell'Inps) su chi sono i percettori del Reddito di cittadinanza. Se lo avessero fatto, si sarebbero resi conto che solo un terzo di questi è in grado di lavorare e ha sottoscritto un Patto per il Lavoro e che, fra questi, una percentuale rilevante deve comunque ricevere formazione prima di essere collocabile.
Quasi un milione e mezzo di famiglie, tre milioni e mezzo di persone, con un importo medio per nucleo di 579 euro: è questa la platea del Reddito di cittadinanza secondo l'ultimo aggiornamento dell'Inps, pubblicato alla fine di agosto e che riguarda i primi sette mesi di quest'anno. Secondo la Caritas nell'ultimo rapporto annuale, il Reddito non raggiunge il 56% degli aventi diritto mentre beneficia famiglie che in effetti non sono povere: il 36% dei percettori.

Basterebbe che i nostri politici ed anche  gli studiosi dei grandi numeri facessero due-tre anni  gli assessori sociali di un comune per rendersi conto di come  non funziona l'welfare italiano e comprendere che nel Paese esiste  da SEMPRE una platea discretamente numerosa di persone che non sono in grado di lavorare per diversi motivi tutti bene accertati ed accertabili. Come esiste una forte platea di lavoratori che se perdono il lavoro non sono per niente riprofessionalizzabili e quindi vanno indirizzati verso lavori socialmente utili. Come esiste una platea di consistenza variabile che  di volta in volta ha bisogno per un certo periodo e del reddito di cittadinanza (modulato sul costo reale della vita nella regione) assieme ad una forte iniziativa di ricollocazione e riprofessionalizzazione possibile.

In testa a tutto questo c'è però la necessità che siano resi noti i nominativi dei percettori del RdC come di tutti gli aiuti che i vari Comuni danno ai cittadini. Apriti cielo! E la tutela della privatezza?. Siamo in una situazione esattamente identica a quella della vaccinazione per il covid19 e della relativa certificazione: la mancata pubblicazione dei nominativi di chi non si vaccina acconsente a questi di stare in giro a fare gli untori del prossimo.
Rendere noti i nominativi dei percettori del RdC (e degli altri aiuti comunali) vuol dire svuotare i divani semmai siano pieni. Vuol dire che nello spazio di pochi mesi il sistema di ripulisce da solo.

L'esistenza di una platea  pressoché stabile di persone non in grado di lavorare mantiene se stessa generando altri disoccupati soprattutto perché generano giovani poco scolarizzati, genera i NEET e persone con nessuna specializzazione e quindi prossimi percettori in prima persona del RdC.

Poi  esistono perfino aree geografiche che cancellano o creano RdC. Prendiamo la nostra provincia. Non è un caso che l'avvento degli ISIS [Istituto Statale di Istruzione Superiore] avvenuto prima degli altri altrove quelli dislocati in Valle Seriana (pur tenendo conto del problema trasporti) abbia costituito un ottimo motore per ridurre disoccupazione e neet in quella plaga.
La questione è che da un lato manca il lavoro nel senso che mancano imprese che sanno cosa produrre come ci sono imprese che sopravvivono perfettamente sfruttando il lavoro in nero dei clandestini e della manodopera dell'est Europa con paghe di fame. Interi settori stanno in piedi in questo modo. Vai in un cantiere edile e troverai muratori rumeni o polacchi per due terzi. Arriveranno al 90% autisti sempre polacchi o rumeni. Poi scoprirai che la maggior parte di elettricisti idraulici impiantisti di vario genere sono giovani italiani in buona parte diplomati. Per non dire i lavapiatti  a ore oppure quelli che seguono la produzione di verdure dalla semina alla quarta gamma.

MISTER GIACCHETTINA IN TOUR
Mister Giacchettina, al secolo il nostro ministro degli esteri, questa settimana ha seguito una utile e importante lezione di geografia. Ha infatti visitato di corsa [quindi ha scoperto che c’erano anche questi paesi] niente.poco.di.meno.che Tashkent in Uzbekistan (33) poi è volato a Dusambe in Tajikistan (9: meno della Lombardia), poi via a Doha nel Qatar (3: ma qui contano i soldi e le armi, mica la popolazione) per concludere Islamabad in Pakistan (217). I numeri tra parentesi sono i milioni di abitanti nel 2019. Se voi prendete una cartina e cercate questi stati dell’Asia centrale vedrete che stanno tutti attorno all’Agfanistan e non si comprende come mai –già che c’era!- non abbia  fatto una scappata anche ad Ashgabat  capitale del Turkmenistan (6). Già che ci siamo mettiamoci anche l’Iran coi suoi 83 milioni di abitanti.
Come vedete questi paesi –esclusi Pakistan ed Iran- sono grandi come delle medio grandi regioni italiane (parlo della popolazione) ed è abbastanza facile immaginare che non sappiano nemmeno dove stia l’Italia e che cavolo c’abbiano a che fare loro con noi.
Fatto questo quadro è abbastanza facile  pensare che  il Pakistan in competizione con l’Iran   coltivi l’intenzione di mettere definitivamente le mani sul’Afganistan e non tanto per le potenziali ricchezze del sottosuolo ma proprio perché è una potenza nucleare e come vediamo dal 1945 in avanti, questi paesi hanno una maggiore mano libera rispetto agli altri. Basti pensare a Francia e  Inghilterra in Europa. Non è poi fattore di secondo piano l’esempio del Pakistan come capacità di tenere assieme 4 diverse etnie una delle quali – la pashtun- è prevalente anche nel vicino Afganistan. Del resto basta un’occhiata alle cartine di Limes per verificare come almeno il 40% dell’Afganistan sia sempre stato sotto l’influenza pachistana.
Mister  Giacchettina è andato a visitare questi Paesi promettendo che se si faranno carico degli afgani in fuga riceveranno aiuti dall’Italia. Vale a dire è andato la a vendere cristiani –pardon: musulmani-  a dei Paesi che semmai guardano agli interessi della Russia (oltre che propri: Pakistan). Così dopo l’ignominiosa fuga dal’A. adesso aggiungiamo anche l’accattonaggio di poveri cristi.

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DOV'ERI L'11SETTEMBRE2001?
FINALMENTE SOLI
Se appartieni alla categoria delle «persone veramente importanti»  sarai interpellato con questa domanda e naturalmente ricorderai esattamente quante volte ti sei soffiato il naso quel giorno e che modello di scarpe indossavi. Io invece non ricordo niente di quel giorno tranne il fatto di avere appreso al TG3 di mezzo giorno cos’era accaduto. Purtroppo non ho una segretaria che mi tiene l’agenda. La mia reazione –da vent’anni in qua- fu che al mondo c’è sempre qualcuno più furbo capace e violento di te. Man mano che passavano le ore mi convincevo che un paese di bulli e violenti come gli USA che si fanno fregare da un manipolo di cavernicoli sembrava più un film di Bud Spencer che qualcosa di serio. Invece era così.

L’ultimo soldato sovietico, il generale Boris Gromov, lasciò l’Afghanistan il 15 febbraio del 1989. Il 9 novembre 1989 cadde il Muro di Berlino. L’Urss si dissolse nel Natale del 1991. L’impero comunista non sopravvisse alla sconfitta a Kabul e Berlino. L’11 settembre 2001 ci furono una serie di quattro attacchi suicidi coordinati compiuti contro obiettivi civili e militari degli Stati Uniti d'America da un gruppo di terroristi appartenenti all'organiz zazione terroristica al Qaida. Il 31 agosto 2021  toccherà al maggior generale Chris Donahue essere l’ultimo militare Usa ad andare via da Kabul. Il dipartimento della Difesa lo celebrerà con un tweet. Che non esisteva nel 1989.
Quest’America che si ritrae dall’Euro pa e dal Medio Oriente che dal 1492 sono stati l’alfa&omega del mondo per volgersi  verso il suo ovest lascia sbigottiti ed impauriti i suoi agenti ideologici sparsi nelle mille redazioni europee  e adesso  l’Europa deve provvedere entro pochi anni a mettere in piedi un(a parvenza di) proprio esercito, finanziarlo e quindi deve rifare i conti dei propri bilanci riducendo altre spese che sono state il lievito della civiltà europea: scuola salute lavoro libertà civili benessere materiale.
Gli USA se ne vanno dall’Eu ropa dopo avere nel frattempo conseguito dei vantaggi. Il primo è che mentre nel 2001 dipendevano dall’estero per il 40% per i propri bisogni energetici oggi sono largamente autosufficienti anche se importano ancora petrolio e gas da altrove. Un altro aspetto è che da molti anni gli USA chiedevano all’Europa un maggiore impegno economico nel mantenimento della NATO. Due anni or sono Trump avvertì: “Ci aspettiamo che un numero crescente di nazioni soddisfi il requisito minimo del 2 per cento del Pil: per affrontare le sfide odierne, tutti i membri dell’alleanza devono adempiere ai loro obblighi e non hanno scelta”, ha detto Trump. L’obiettivo del 2 per cento del Pil in spese militari è stato deciso nel vertice gallese del 2014, e a distanza di cinque anni sono molti i membri dell’alleanza a non rispettarlo – l’Italia per esempio è ferma poco sopra all’1 per cento. Il Regno Unito e gli Stati Uniti, insieme a Estonia, Lettonia Polonia e Grecia, sono gli unici dei 26 paesi membri che superano il due per cento, con giganti come la Germania all’1,24 – aspetto che più volte è stato criticato e che sta dietro a parte delle polemiche tra Trump e la cancelliera Angela Merkel.

Il ritiro NATO-USA dall’Asia centrale avviene infine dopo che la Camera Usa ha approvato due settimane dopo il Senato la proposta di bilancio da 3.500 miliardi di dollari con cui Joe Biden vuole «trasformare l’America» e le cui risorse dovranno servire soprattutto a finanziare la lotta ai cambiamenti climatici e settori come la sanità, l’assistenza e l’istruzione.
Nei vent’anni successivi al 2001 il terrorismo jadista non è stato ne sconfitto ne contenuto [basta rilevare la perenne  “sorpresa” con cui i media internazionali apprendono e presentano un episodio di terrorismo] anche perché l’Occidente non  ha compreso nulla di come si articola quel mondo e quindi come ragione e conseguentemente come reagirvi in anticipo.
Del resto se in poche ore è crollato il regime fantoccio di  Ashraf Ghani e gli USA+ NATO si sono trovati a dovere sloggiare in due settimane era chiaro che non sapessero neppure loro cosa stessero li a fare .


PERCHE' I BERGAMASCHI ODIANO I MAESTRI DEL PAESAGGIO?
I bergamaschi odiano i Maestri del Paesaggio. Li odiano talmente che undici anni di manifestazioni regalate alla città (la manifestazione sopravvive per gli autori-sponsor) non hanno modificato nemmeno di un millimetro quell'odio. Odiano i Maestri del Paesaggio soprattutto i baristi della città, gente uscita appena ieri dall'osteria del villaggetto e calati in città con la prospettiva di fare i soldi in fretta. Odiano i Maestri del Paesaggio soprattutto gli automobilisti, razza particolarmente aggressiva se abitante in città alta cui anche un vasetto di primule grande come uno yogurt sottrae il parcheggio. Odiano i Maestri del Paesaggio la maggior  parte delle imprese di manutenzione del verde sorte negli ultimi venti anni come via di salvezza di una generazione di ex coltivatori ridotti alla fame dalla politica UE. E' un odio pervasivo intenso sempre in buona parte sottotraccia e per capirne l'origine basta fare il periplo delle Mura ed osservare i mega giardini privati dell'elitè economica e culturale cittadina che ha costruito i propri palazzetti  sotto le Mura. Sono li da vedere: non distingui se sono reperti di ex boschi o piantumazioni con relitti di ex vivai in via di dismissione.
L'odio lo vedi perfino nella mano di uno dei migliori (maggiori? Boh?!) architetti cittadini nel passaggio o piazza Luigi Angelini compreso il Passaggio Ca Longa. L'odio lo vedi sui Colli della Città e lì c'è un vero “Manuale dell'Odio”. Mancano solo i cinghiali e i lupi per completare il quadro.
Ho cercato di capire o risalire alle ragioni di quest'odio e penso derivi dal fatto che siamo una società  con ancora profonde radici contadine e di poca istruzione. Vedere gli allestimenti de i Maestri del Paesaggio  ci fa tornare in mente anni di fame miseria che non vogliamo nemmeno ricordare. Quel prato che i Maestri del Paesaggio propongono ci ricorda troppo il prato dove portavamo  la capretta a pascolare. No: li non vogliamo tornare.
Del resto quest'odio del cittadino ha penetrato anche gli amministratori e la bocciatura della prima assessora all'ambiente della giunta Gori –poi mandata al Parco dei Colli: più sei incapace sarai premiato: è la politica- ne è stata l'evidenza. Chi le è succeduta pare si muova meglio –Gori ha annusato che la mancata rielezione di LeylaCiagà era anche una sua sconfitta- ma mezzo secolo di abbandono del verde cittadino non lo recuperi miracolosamente in un quinquennio. Sopra tutto se in città mancano professionisti e imprese che hanno una diversa cultura. Soprattutto se hai un assessorato ormai derelitto come risorse umane ed economiche.
Viceversa i Maestri del Paesaggio piacciono moltissimo alle madamine ed ai signorini che frequentano i salotti buoni della destra e della sinistra. Non capiscono un cazzo ma per loro basta la novità. Del resto a loro basta distinguersi dal popolo bovino che odia i Maestri del Paesaggio.
Bisogna anche dire che la comunicazione degli organizzatori della manifestazione  non ha tenuto conto della qualità del campo dove seminava. Pensavano che il buon esempio bastasse a convertire la gggente delle pizzette e della stracciatella che si poteva godere di un giardino fiorito senza doverlo mai irrigare. Bagnare. Come i bambini che fanno la pipi.

Leggo che adesso il sindaco Gori, più o meno incolpevole reduce di una mezza dozzina di manifestazioni  buco nell'acqua il sindaco, ha deciso di chiedere a Nigel Dunnett «di fare delle cose per noi: alcune piccole, ma poi, spero, anche un intervento più importante, di carattere per­manente, per rendere più bella la città. E questa dovrebbe di­ventare, da quest'anno, la linea di collaborazione con i più gran­di progettisti del mondo che a fi­ne estate verranno a Bergamo». Dove il Nigel Dunnett sarebbe l'autore del progetto 2021.
Basta osservare l'intervento in Piazza Vecchia per verificare che non siamo proprio sulla buona strada. Il verde fiorito non è la città ma è il vaso sul balcone del bar. Domani invecchia e si butta.

Non so' se per creare una cultura nei cittadini occorrano grandi manifestazioni come i Maestri del Paesaggio ma dopo pochi anni dall'inizio mi sono convinto che il Comune di Bergamo doveva e poteva benissimo mantenere per tutto l'anno delle grandi e belle aiuole fiorite in Piazza Mercato delle Scarpe, lungo il Passaggio Angelini, in Piazza Vecchia (già strutturalmente brutta di suo per l'abbandono in cui versano gli edifici), in Piazza Mascheroni Cittadella e Colle Aperto. Invece imperversa il cemento e il parcheggio salvo che tre settimane all'anno arrivano i vasetti dei Maestri del Paesaggio e poi scompaiono.
Il verde usa e getta. Il paesaggio usa e getta.
Comprendo che  per le crape del centrosinistra distribuire a pioggia migliaia di bonus ai poveri fa parte del loro dna. Vivessimo tutti in una città più bella  ci sarebbero anche meno poveri e meno casino.