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MERITA LA LETTURA
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CVI2:SEMPER COLPA DI OTER!
Dunque il ritardo nella finitura dei lavori di completa
ristrutturazione del CVI2 sono dovuti –secondo la sindaca Gamba e
l'ass.Conti- ai seguenti motivi:
1 - l'avere dovuto fare una gara europea per aggiudicare i lavori che
non ha consentito di verificare la reale capacità delle imprese ad
eseguire lavori così complessi (sic!).
2 – l'impresa campana avrebbe delle difficoltà a trovare manodopera
specializzata al sud che venga a lavorare al nord (sai la novità:
quanto vengono pagati?).
Semmai sindaca ed assessore dovrebbero piuttosto domandarsi perché [3]
l'appalto NON è stato vinto da una impresa bergamasca, notoriamente
riconosciuti a livello internazionale come i migliori muratori del
mondo. A parte il fatto che è stata [4] l'impresa bergamasca che rifarà
il fondo sintetico del campo di calcio ad avere stimolato una sua
collaboratrice di Sarno con la quale lavorava da quelle parti a
partecipare anche a questa gara. E vincerla.
Come dovrebbero domandarsi come [5] mai anche l'appalto della palestra
della Rodari è stato vinto da uno studio torinese e da un'impresa
romana che non ha nemmeno un sito web.
(...)
CRISI INDUSTRIALI: GIORGETTI E ORLANDO ANNASPANO
COME DIMAIO. LE BANCHE SI MUOVONO: ECCOME
SI MUOVONO.
Esattamente come il loro predecessore DiMaio anche i bravi Giorgetti e
Orlando annaspano nel vuoto senza risolvere nessuna delle crisi (oltre
150) industriali presenti. Sostanzialmente da quando è iniziata a
questa legislatura nel 2018 non ne è stata risolta una: qualunque sia
stata la maggioranza di governo. Come non è stata risolta la situazione
MPS che dovrà aspettare fin dopo il 6 ottobre.
Secondo le stime di Banca d'Italia, il 12 per cento delle imprese è a
rischio di sottocapitalizzazione. Ancora peggiori sono le analisi di
Cerved, secondo cui il 6 per cento delle imprese è addirittura a
rischio di insolvenza nel 2021, con tassi di sofferenza più acuti nel
settore dei servizi e fra le piccole imprese (studio Cerved Rating
Agency, Il Sole–24 Ore, 10 febbraio 2021).
Per effetto del D.L. n. 118/2021, slitta ufficialmente al 16 maggio
2022 l'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e
dell'insolvenza; per l'effetto traslato, vengono rinviate al 31
dicembre 2023 le collegate procedure di allerta e di composizione
assistita della crisi. Ma il provvedimento riscrive il calendario di
entrata in vigore del Codice della crisi anche sotto altri aspetti: ad
esempio, per la nuova composizione negoziata della crisi si prevede un
primo step al 24 settembre, data entro la quale il Ministero della
Giustizia dovrà definire la piattaforma unica nazionale di accesso e il
test di autodiagnosi, con avvio della procedura dal 15 novembre. È
stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 202 del 24 agosto il D.L.
n. 118/2021 che rivede le regole sulla crisi d'impresa e riscrive il
calendario di entrata in vigore del Codice della crisi. A rendere
necessario, da una parte, l'ulteriore rinvio del D.Lgs. n. 14/2019 (in
particolar modo del sistema di allerta) e dall'altra, l'introduzione di
un nuovo percorso di emersione delle difficoltà gestorie di impresa, a
carattere volontario ed extragiudiziale, è proprio la crisi economica
innescata dalla pandemia da Covid-19, rispetto alla quale gli strumenti
previsti dal Codice non sono più adeguati.
Il punto di partenza, da cui muove l'intervento governativo, è la
consapevolezza che - una volta esauritisi gli effetti dei provvedimenti
economici di sostegno, che hanno mitigato gli effetti del Covid -
saranno molte le imprese, soprattutto medio-piccole, non più in grado
di garantire la continuità aziendale (con irreversibili effetti
economici sul Sistema Paese).
(...)
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CRISI INDUSTRIALI: GIORGETTI E ORLANDO ANNASPANO
COME DIMAIO. LE BANCHE SI MUOVONO: ECCOME
SI MUOVONO.
Esattamente come il loro predecessore DiMaio anche i bravi
Giorgetti e Orlando annaspano nel vuoto senza risolvere nessuna delle
crisi (oltre 150) industriali presenti. Sostanzialmente da quando è
iniziata a questa legislatura nel 2018 non ne è stata risolta una:
qualunque sia stata la maggioranza di governo. Come non è stata risolta
la situazione MPS che dovrà aspettare fin dopo il 6 ottobre.
Secondo le stime di Banca d'Italia, il 12 per cento delle imprese è a
rischio di sottocapitalizzazione. Ancora peggiori sono le analisi di
Cerved, secondo cui il 6 per cento delle imprese è addirittura a
rischio di insolvenza nel 2021, con tassi di sofferenza più acuti nel
settore dei servizi e fra le piccole imprese (studio Cerved Rating
Agency, Il Sole–24 Ore, 10 febbraio 2021).
Per effetto del D.L. n. 118/2021, slitta ufficialmente al 16 maggio
2022 l'entrata in vigore del Codice della crisi d'impresa e
dell'insolvenza; per l'effetto traslato, vengono rinviate al 31
dicembre 2023 le collegate procedure di allerta e di composizione
assistita della crisi. Ma il provvedimento riscrive il calendario di
entrata in vigore del Codice della crisi anche sotto altri aspetti: ad
esempio, per la nuova composizione negoziata della crisi si prevede un
primo step al 24 settembre, data entro la quale il Ministero della
Giustizia dovrà definire la piattaforma unica nazionale di accesso e il
test di autodiagnosi, con avvio della procedura dal 15 novembre. È
stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 202 del 24 agosto il D.L.
n. 118/2021 che rivede le regole sulla crisi d'impresa e riscrive il
calendario di entrata in vigore del Codice della crisi. A rendere
necessario, da una parte, l'ulteriore rinvio del D.Lgs. n. 14/2019 (in
particolar modo del sistema di allerta) e dall'altra, l'introduzione di
un nuovo percorso di emersione delle difficoltà gestorie di impresa, a
carattere volontario ed extragiudiziale, è proprio la crisi economica
innescata dalla pandemia da Covid-19, rispetto alla quale gli strumenti
previsti dal Codice non sono più adeguati.
Il punto di partenza, da cui muove l'intervento governativo, è la
consapevolezza che - una volta esauritisi gli effetti dei provvedimenti
economici di sostegno, che hanno mitigato gli effetti del Covid -
saranno molte le imprese, soprattutto medio-piccole, non più in grado
di garantire la continuità aziendale (con irreversibili effetti
economici sul Sistema Paese).
In un'Italia perennemente imbambolata, attraversata dalle scorribande
del covid19, l'unico evento deciso è stata l'acquisizione da parte di
Intesa di Ubi e la cessione di un bel gruppo di sportelli alla BPER.
Poi Credit Agricole s'è preso CreVal.
Adesso in attesa della trasformazione in spa anche della Popolare
di Sondrio, Unipol già azionista della Popolare al 9,01%, che è anche
il primo azionista di Bper con il 19%, aveva già comunicato
l'intenzione di raggiungere il 9,5% di Bp Sondrio. Questa ulteriore
crescita è vista dagli esperti come preparatoria ad una possibile
fusione con BPER Banca, già conosciuta in passato come Banca Popolare
dell'Emilia-Romagna, controllata al 19% proprio dalla UnipolSai di
Carlo Cimbri.
Se andrà in porto l'operazione il destino di BPM –Banca Popolare di Milano- è segnato.
Molto sinteticamente e schematicamente le banche lombarde sono finite
in mano a gruppi piemontesi-lombardi ed emiliani. E sarà una vera e
propria strage di addetti e sportelli. Peraltro attese visto che
spostare soldi è inutilmente costoso e tenere personale senza
particolari qualifiche costa.
ESTATE VUOTA POI DUE FINE SETTIMANA CON SETTE SERATE A CAVALLO DELL'INIZIO DELLA SCUOLA
Non fossero in maggioranza donne, madri di famiglia, maestre e
professoresse uno non ci crederebbe nel dovere constatare come non
abbiano neanche il minimo sentire di come vive la popolazione del paese
che amministrano. Tutto il mondo “deve girare” secondo i loro
programmi, il resto della popolazione non esiste. Non ha ne diritto di
parola ne di dire la propria.
Per mezzo mese di giugno, interi luglio e agosto il Comune non ha
investito un euro per i cittadini rimasti a casa –in massima parte
anziani o famiglie in ristrettezze per via del poco lavoro da
pandemia- in maniera che godessero di qualche positiva occasione
(GRATUITA) per uscire la sera senza dovere andare obbligatoriamente
alla tavola delle Tersa de Loi. Non c'é bisogno di mangiare bistecche
di volpe per capire che il comune s'è ritratto proprio per dare il
massimo spazio possibile all'incasso economico del ristorante
parrocchiale previo travestimento religioso. L'anno scorso il Comune ha
regalato 35 mila euro (di debito pubblico nazionale: soldi stanziati a
Roma per il covid ) alla parrocchia per non aver potuto organizzare il
ristorante. C'è stata quest'anno la fanfaronata della Banda di
Brusaporto diretta da un indimenticabile narciso olimpionico (
l'olimpiade non era quella della musica) ed uno si domanda dove stia
scritto che il concerto pagato dal comune debba sempre avvantaggiare le
bande (stra)paesane mentre altre orchestre private (orchestre:
non improvvisatori amici delle amiche) non vengono nemmeno invitate di
striscio.
Ma prendiamola con ironia da incazzati.
Passati nel vuoto due mesi e mezzo ecco che a cavallo dell'inizio delle
scuole, proprio quando le famiglie vedono spolparsi il conto corrente
(per la scuola) e nel bel mezzo del caos da covid19 calano addosso ai
cittadini tre fine settimana consecutivi di svago con qualche
condimento culturale ed alcune chicche davvero notevoli che diciamo
subito: uno spettacolo di Danza del Ventre ed uno di Fachirismo. L'anno
prossimo ci sarà uno spogliarello di Rocco Siffredi e la donna cannone
ma non vi possiamo dire chi é. La privacy!.
Le prime quattro rappresentazioni teatrali –dal 9 al 12 settembre- nei
cortili del paese sono appaltate alla solita Compagnia la Pulce pagata
ancora prima della rappresentazione con 4mila euro. Invece il programma
dal 17 al 19 settembre spazierà come contenuti e “locations”.
Mica paglia le locations. Peccato che le madamine che hanno avuto
l'idea del teatro nei cortili (ma a ingresso contingentato…) non
abbiano riflettuto sul fatto che se uno spettatore coglione lancia una
cicca accesa sui porticati-fienili, scoppia un incendio da fare
concorrenza con quello di via Antonini a Milano e quello davanti a
Porta Nuova torinese. Bisognerebbe ci fosse un'autobotte dei pompieri
ogni sera: ma chi la paga?. Quello che fu IL problema fin dalla
prima volta quando si pensò – venti anni oro sono- di fare qualcosa di
simile, queste neanche se lo sono immaginato.
Non mancherà ovviamente l'attesa mano di femminismo strapaesano “Dalla
ferita alla rinascita, le risposte di una comunità alla violenza,
presentazione del corto “Aspetti il prossimo” di Emilio Guizzetti.
Interventi del gruppo Impronte, Guenda Pelizzoli e Giusy Elettuari,
mamma di Marisa Sartori. Moderatrice della serata Roberta Ribon,
Consigliera di Parità della Provincia di Bergamo”. Magari almeno una di
queste potrebbe starsene a casa.
Non mancherà un po' di simil-osteria nientepocodimeno che con
“Storia contemporanea: i giovani e la pandemia. I ragazzi del 2003
raccontano la loro esperienza di passaggio all'età adulta in un momento
storico particolare”. Saranno i corti raccolti dall'ineffabile Bellezza
l'anno scorso? Boh. A seguire la consegna di una copia della
Costituzione ai ragazzi neo maggiorenni. Ultimi due
l'intitolazione dell'aula di musica ad Achille Leidi co-fondatore degli
“Amici della Lirica” seguito da un concerto lirico in ricordo dello
stesso. Leidi non conosceva la musica e tantomeno sapeva suonare uno
strumento ma tant'é. C'aveva solo un po' d'orecchio ed era un buon
elettricista. Meglio di chi ha creato l'impianto di videoregistrazione
delle sedute consigliari.
Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha votato all'unanimità un
mostruoso piano del diritto allo studio da 760 mila euro e i
consiglieri di maggioranza ed opposizione, che avrebbero dovuto fare
salti di gioia davanti alle mostruose cifre spiattellate
dall'assessora Ivana Rota, l'hanno fatto passare schiscio
schiscio quasi vergognandosi. L'assessora Ivana Rota che ha
l'abitudine di correggere il prossimo col lapis rosso blu ha
dimenticato di dire ai consiglieri che all'Istituto Comprensivo Carlo
Gatti di Curno (che comprende anche le scuole di Mozzo) arriveranno dal
Governo 37.345,48 € vale a dire risorse a disposizione dei dirigenti
scolastici. 37mila euro (da dividersi tra Cumo e Mozzo in proporzione
agli alunni) sono quasi 1/4 di quanto il Comune di Curno assegna alle
scuole (nel Piano del Diritto allo Studio per un uso proprio, vale a
dire deciso in autonomia dalle scuole stesse). Invece arriveranno solo
per Curno altri 12.091,00 € da destinare a interventi per ripartire in
sicurezza con il prossimo anno scolastico e per «alleggerire» le
classi numerose, le classi pollaio.
Certo è che solo un manipolo di donne com'è l'attuale consiglio
comunale può ridurre la biblioteca a centro di prenotazione spazi
sportivi e l'auditorium per celebrare convegni femministi ed essere
così disorganizzate- classica crapa da maestra: d'estate sono in ferie
e non le smuovi- da concentrare una mole di iniziative (stavamo
per scrivere: mezze cazzate) in due fine settimana senza nemmeno
rendersi conto che non hanno ne sugo ne consistenza e soprattutto non
tengono conto che siamo un paese di “anziani” i cui bisogni non
collimano con quelli dei ragazzini dell'oratorio e della scuola. Che
non bisogna dimenticare ma NEMMENO fare affogare in sette
manifestazioni in dieci-dodici giorni.
Quei 760mila euro Buttati nel piano del diritto allo studio servono
alla Gamba per farsi rieleggere (ma mira anche a diventare assessora
provinciale…) comprando il consenso dei genitori dopo la sconfitta di
avere perduto oltre il 40% degli scolari delle elementari (proprio
nella loro scuola “gioiello”!) quando c'è una miseria investiti
per gli adulti e gli anziani. Ah” dimenticavo! I nonni alla sera stanno
a casa a vedere rete quattro.
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MORTO UN RE SE NE TROVA UN ALTRO:
LUNGA VITA AI TALIBANI. IMPORTANTE
CHE LASCINO FARE I NOSTRI AFFARI
Ce la faranno i talibani a tenere in piedi l’Afganistan appena
riconquistato ma mai perduto? Sarà dura. Basta osservare quanto scrive
il Corriere oggi per verificare come quel Paese non stia in piedi se
non con gli aiuti stranieri. Addirittura nel 2009 quel paese è stato in
piedi soltanto con gli aiuti stranieri mentre ancora nel 2020 questi
ammontavano a, 42,9 % del PiL. Tutto questo mentre il Paese poteva
trafficare la propria moneta sui mercati internazionali mentre adesso
circa nove miliardi di dollari di riserve di valuta estera sono
congelate dagli USA e inaccessibili per i nuovi padroni del Paese.
Se poi andiamo a vedere da quali paesi provenivano quegli aiuti
si scopre che sostanzialmente provenivano dagli USA (4893 milioni di
dollari nel 2019) rispetto ai 1230 provenienti dall’Europa
(Germania 424, Istituzioni UE 438, Inghilterra 368).
Vale a dire che ai maggiori paesi contribuenti NATO –USA in primis-
l’occupazione militare dell’Afganistan era anche un redditizio affare.
Comprensibile quindi il “disappunto” che si sia interrotta una generosa
mammella utile per fare soldi alle rispettive imprese nazionali.
Senza contare che poi quando gli aiuti internazionali arrivavano in
Afganistan venivano in massima parte intermediate da personale locale e
quindi facile immaginare il livello di borsa nera esistente.
In buona sostanza l’Afaganistan non è “caduto” perché la NATO s’è
levata di mezzo a gambe levate ma perché quattro afgani su dieci
campavano sicuramente di aiuti esterni ma è probabile che almeno
altrettanti campassero distribuendo quegli aiuti. Era un paese finto
dove quel che appariva sulla scena era qualcosa di assai differente da
quel che funzionava concretamente. La libertà permessa alla popolazione
era congruente con la necessità di arricchirsi di chi maneggiava la
maggior parte del PIL. Una delle ragioni per cui la presa del potere
dei Talibani non ha suscitato reazioni nella popolazione: per i poveri
non sarebbe cambiato nulla. O quasi.
Adesso ovviamente l’Occidente commina ordini e dichiarazioni solenni ai
neo governanti: i soldi torneranno se saranno rispettati i diritti
delle donne e in generale le libertà civili. Dichiarazione che può
essere letta dopo 20 anni di occupazione: se lasciate che l’Occidente
continui a fare i suoi affari in pace non vi romperemo più di tanto,
salvo versare ogni scadenza politica qualche lacrimuccia.
E infatti nonostante le pressioni da parte delle organizzazioni
umanitarie, l’amministrazione Biden non ha alcuna intenzione di
sbloccare i miliardi in oro, investimenti e riserve di valuta estera
parcheggiati negli Stati Uniti. Però il dipartimento del Tesoro, però,
che è il ministero che «disegna» le sanzioni, la settimana scorsa ha
rilasciato una licenza specifica per consentire la consegna di cibo,
medicine e servizi medici in Afghanistan. Sempre il Tesoro ha fatto
sapere alla Western Union e ad altre banche che può riprendere l’invio
delle rimesse personali da chi è uscito dal Paese verso le famiglie
rimaste indietro. L’Unione europea ha annunciato che quadruplicherà
l’aiuto umanitario per l’Afghanistan, compresi fondi per i Paesi vicini
per aiutarli ad assorbire il flusso dei rifugiati (la maggior parte
sono tra Iran e Pakistan). Insomma: ragazzi fate i bravi che la pacchia
di prima continua. Che poi a rubare i soldi siano i talibani piuttosto
che un Ashraf Ghani, il presidente afgano sostenuto dagli Usa e
riconosciuto dalla comunità internazionale, fuggito da Kabul nei giorni
scorsi di fronte all'avanzata dei Talebani, portando con sé
l'equivalente di 169 milioni di dollari sottratti alle casse dello
Stato non importa più di tanto.
I venti anni di occupazione militare da parte della NATO non solo non
sono stati in grado di “esportavi la democrazia” ma sicuramente hanno
insegnato all’elite afgana che si può sopravvivere benissimo
togliendo 6 pasti su 10 al popolino. Ecco perché occorre che
l’Occidente sospenda del tutto gli aiuti e impedisca l’accesso ai fondi
sequestrati: tocca agli Afgani levare di mezzo i talibani.
Inimmaginabile che i paesi della NATO sospendano gli aiuti anche
militari ai talibani. La Turchia fa parte della NATO. Il Qatar è un
ombelico USA. Lunga vita ai talibani, insomma.
CVI2:SEMPER COLPA DI OTER!
Dunque il ritardo nella finitura dei lavori di completa
ristrutturazione del CVI2 sono dovuti –secondo la sindaca Gamba e
l'ass.Conti- ai seguenti motivi:
1 - l'avere dovuto fare una gara europea per aggiudicare i lavori
che non ha consentito di verificare la reale capacità delle imprese ad
eseguire lavori così complessi (sic!).
2 – l'impresa campana avrebbe delle difficoltà a trovare manodopera
specializzata al sud che venga a lavorare al nord (sai la novità:
quanto vengono pagati?).
Semmai sindaca ed assessore dovrebbero piuttosto domandarsi perché [3]
l'appalto NON è stato vinto da una impresa bergamasca, notoriamente
riconosciuti a livello internazionale come i migliori muratori del
mondo. A parte il fatto che è stata [4] l'impresa bergamasca che rifarà
il fondo sintetico del campo di calcio ad avere stimolato una sua
collaboratrice di Sarno con la quale lavorava da quelle parti a
partecipare anche a questa gara. E vincerla.
Come dovrebbero domandarsi come [5] mai anche l'appalto della palestra
della Rodari è stato vinto da uno studio torinese e da un'impresa
romana che non ha nemmeno un sito web.
Come dovrebbero domandarsi come un Comune può inventarsi [6] la
cacchiata di far fare una pratica del genere ad una dirigente dei
servizi sociali. Che è come affidare a un ciabattino un'appendicectomia.
Chissà se in “Terra bergamasca” tra le imprese edili quando leggono di
un appalto del Comune di Curno [7] non corra voce di sfancularlo perché
ci saranno un mare di casini con tutti ma proprio tutti quelli del
comune: a partire dal sindaco fino all'ultimo stradino (che per fortuna
non c'è nemmeno).
Le vere ragioni del ritardo nascono da un progetto fatto male per la
scarsa attenzione del progettista e del comune allo stato delle cose
così come le abbiamo via via illustrate su queste pagine. Esattamente
com'è nata male per incompetenza e testardaggine della sindaca l'intera
vicenda del CVI2 che alla fine della storia sarà costata al Comune un
sacco di soldi per progettazioni studi gare varianti in corso d'opera
ed affidamenti mirabolanti a operatori improvvisati con clausole
discutibili.
Senza contare che un quartiere come la Marigolda meritava alla fine del
suo “primo ciclo vitale” un intervento molto più vasto di portata socio
culturale ben maggiore del rifare… un centro sportivo esattamente
com'era nato mezzo secolo or sono.
La giunta Gamba ha creduto e crede che comprare un maggiolino di
mezzo secolo sia meglio che una golf del 2022. Il tragicomico è che
pretende che la popolazione condivida una cazzata del genere.
Senza contare poi che la giunta Gamba non si confronta con nessuno. O
meglio: fa finta di confrontarsi per scoprire come la pensano per
fotterli meglio. Ormai l’hanno capito tutti.
Torno un momento sul quartiere della Marigolda che ho inquadrato come
“alla fine del suo primo ciclo vitale”. Tutta la struttura abitativa
del quartiere è modulata su criteri di 50 anni or sono. Oggi nella
stessa superficie di un condominio con 20 appartamenti ne trarrebbero
almeno trenta. E' un tipo di edilizia che non soddisfa più i criteri
moderni che prevedono abitazioni più piccole e complessivamente più
performanti che nemmeno il mitico 110% riesce a dare a quel che è nato
in epoca di gran lavoro e grandi risparmi zero tecnologia. Adesso hanno
scoperto che va di moda il paddle e sotto con quello… salvo che tra
pochi mesi s'accorgeranno che i capannoni del paddle crolleranno tutti
sotto la prima nevicata.
Poi quando leggi l'ennesima ripetizione delle solite cazzate che la
stampa proto leghista vende ogni giorno – non si trova manodopera!- da
parte di politici che non sono stati nemmeno in grado di fare un
progetto attendibile, che dire?. Che siamo nella merda.
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