A GUARDARE ALLE COLLINE  22 AGOSTO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















GORI TI SPIA IN CITTA' ALTA



A FERRAGOSTO IL BUGIARDINO DEDICA CINQUE PAGINE CONSOLATORIE AL REDDITO DI CITTADINANZA ED ALL'OCCUPAZIONE IN BERGAMASCA

Due articoli del Bugiardino del 18-19 agosto ci avvertono che la disoccupazione in bergamasca si ferma a quota 3%: è il valore più contenuto degli ultimi 5 anni. Avvertenza: il dato Istat è riferito al 2020 e sarebbe il tasso di disoccupazione più basso d'Italia dal 2016.
Nonostante la buona volontà dei due autori Maurizio Ferrari e Francesca Belotti si legge in controluce che non solo non è tutto oro quel che brilla ma trattasi di una patacca piuttosto evidente. Il lavoro di qualità cresce poco mentre è ripreso quello meno qualificato nei servizi agricoltura edilizia. Soprattutto l'ultima che viaggia nella bolla del 110% salvo che poi scopriremo quanto polistirolo c'è in giro.
Siamo profondamente scettici  a credere veritiero questo 3%  a fine 2020 considerando l'”esplosione” delle infezioni negli ultimi tre messi dell'anno scorso.
E poi: che senso ha pubblicare dopo otto mesi questo risultato (imho taroccato).
(...)

BIBLIOTECARI FORNITORI DI SERVIZI? FORSE. A SAN PELLEGRINO CURNO NON C'ERA
Pochi comuni lombardi dispongono di un teatro comunale e quasi tutti dispongono di una biblioteca comunale: in Provincia di Bergamo ce n'erano 244 secondo il censimento regionale del 2017 e 1353 in tutta la Lombardia. In bergamasca i comuni con una biblioteca sono 244 e in Lombardia sono 1.509 (nel 2019). Sopravvivendo nonostante tutto alle amministrazioni leghiste o di centrodestra ed anche a quelle del centrosinistra, le biblioteche lombarde sono ormai delle mere dispensatrici di libri tramite il prestito interbibliotecario. Quando ampliano l'attività paiono delle succursali delle scuole elementari o degli oratori visto il genere di iniziative che propongono ai cittadini. L'idea o il progetto che in ogni comune la biblioteca sia uno spazio dove si va a leggere studiare conoscersi è scomparsa nei 50 anni (1973-2021) di esistenza della legge regionale sulle biblioteche. Ormai l'addetto alla biblioteca è un commesso che riceve registra distribuisce e ciao stai bene.
(...)

IN BERGAMASCA LE RISORSE CI SONO MA NON SI SA DOVE SONO INVESTITE

Basta scorrere il Bugiardino o le pagine bergamasche del Corriere per rendersi conto della “fame di soldi” che affligge la Provincia di Bergamo  (non l'istituzione di via Tasso: il popolo bergamasco) per quanto riguarda trasporti su ferro e infrastrutture stradali.
 1 - Occorre l'interramento della ferrovia da Curno a Seriate e il raddoppio tra Carnate e Bergamo
2 - Occorre deviare l'A4 da Dalmine a Seriate lungo la circonvallazione sud (senza pedaggio) e il rafforzamento delle tratte in ingresso-uscita dalla città nelle 4 direttrici dalla circonvallazione sud. Questo per “liberare” la Città di Bergamo da quelle “Due Mura” che sono la ferrovia e l'autostrada.
3 - Occorrono le due tratte delle T2 e T1  da Bergamo a Piazza Brembana e da Albino ad Ardesio.
4 - Occorre finire il tratto della SP470 dir da  Paladina e Sedrina dentro una canna diretta.
5 - Occorre un potenziamento dell'Asse Interurbano da Bonate Sopra a Seriate con l'aggiunta di una corsia (da due a tre) per ogni ordine di marcia.
6 – Occorre finanziare completamente la Variante di Cisano.
7 – Occorre finanziare il ponte stradale di Paderno.
Trattasi di trovare almeno tre miliardi di fondi per realizzare gran parte di queste opere, tenendo conto che una parte potrebbe arrivare dalla Regione e dallo Stato.


Non si comprende come mai non sia possibile che la Repubblica Italiana non decida che un parte di questi risparmi delle famiglie e delle imprese “provinciali” anziché stare parcheggiate in mano alle banche che comunque li usano per speculazioni continue e sulle quali ovviamente ci guadagnano, che sia possibile che fino al 10% del “risparmio provinciale”  non sia destinabile ad un titolo di debito pubblico da remunerare p.e. 1/2 o  ¼ di punto superiore al corrispondente nazionale qualora sia impiegato per infrastrutture locali.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































A FERRAGOSTO IL BUGIARDINO DEDICA CINQUE PAGINE CONSOLATORIE A REDDITO DI CITTADINZA ED ALL'OCCUPAZIONE IN BERGAMASCA

Due articoli del Bugiardino del 18-19 agosto ci avvertono che la disoccupazione in bergamasca si ferma a quota 3%: è il valore più contenuto degli ultimi 5 anni. Avvertenza: il dato Istat è riferito al 2020 e sarebbe il tasso di disoccupazione più basso d'Italia dal 2016.
Nonostante la buona volontà dei due autori Maurizio Ferrari e Francesca Belotti si legge in controluce che non solo non è tutto oro quel che brilla ma trattasi di una patacca piuttosto evidente. Il lavoro di qualità cresce poco mentre è ripreso quello meno qualificato nei servizi agricoltura edilizia. Soprattutto l'ultima che viaggia nella bolla del 110% salvo che poi scopriremo quanto polistirolo c'è in giro.
Siamo profondamente scettici  a credere veritiero questo 3%  a fine 2020 considerando l'”esplosione” delle infezioni negli ultimi tre messi dell'anno scorso.
E poi: che senso ha pubblicare dopo otto mesi questo risultato (imho taroccato)?.


A seguire il 22 agosto sempre sul Bugiardino altre due pagine dedicate ai risultati per occupare i percettori del reddito di cittadinanza. Ne diamo una sintesi.
Le famiglie residenti nella Bergamasca che, ad oggi, percepiscono il reddito sono 6.937, per un totale di 15.502 persone e un assegno medio mensile di 506 euro per nucleo familiare (dati Inps aggiornati a giugno 2021). Al netto di coloro che, per motivi di età, malattia o altre fragilità sono in carico ai Servizi sociali dei Comuni, sono 8.886 le persone che invece sono seguite dai dieci Centri per l'impiego gestiti dalla Provincia . Di questi, però, ce ne sono oltre 2.500 che risultano esclusi (1.519) o esonerati temporaneamente (1.034) dall'obbligo di sottoscrivere il Patto per il lavoro e, dunque, di cercare un'occupazione, per motivi di salute, oppure perché - pur ricevendo il Reddito di cittadinanza - stanno già lavorando. In circa 2.500 casi degli interpellati è emersa la totale mancanza di esperienze lavorative precedenti alla richiesta del Reddito di cittadinanza; persone che non hanno mai lavorato, nella maggior parte dei casi senza qualifiche, senza competenze digitali e pure sprovvisti di patente (addirittura 3 su 4 non possono guidare). «Da un'indagine condotta utilizzando la banca dati delle comunicazioni obbligatorie - spiega Silvano Gherardi, dirigente della Provincia del settore Sviluppo e lavoro - a 1.533 persone, pari al 64% di coloro che hanno trovato un lavoro, è stato offerto un contratto a tempo determinato, mentre ad altri 308, pari al 13%, un contratto a tempo indeterminato (gli altri hanno invece sostenuto un periodo di tirocinio, ndr). Possiamo dire pertanto che il 24% dei bergamaschi che usufruiscono del Reddito di cittadinanza e che sono in carico ai Centri per l'impiego sono stati avviati al lavoro. È un risultato che ci sembra soddisfacente, soprattutto considerato il periodo di crisi economica che stiamo vivendo per la pandemia».
L'età media è di 42 anni, sette su dieci sono italiani e più della metà ha in tasca solo la licenza media. Le donne sono in maggioranza (il 54%), mentre tra gli stranieri, che rappresentano il 30% della platea, uno su tre (il 37%) è di origine marocchina e l'8,7% senegalese. Seguono rumeni, albanesi, pakistani, egiziani, tunisini, indiani e nigeriani. L'età media, come detto, è di 42 anni, con una significativa presenza della fascia tra i 23 e i 29 anni (13%): questo perché tutti gli under 30 finiscono per essere trattati dai Centri per l'impiego, anche se fanno parte di nuclei familiari in carico ai Servizi sociali. Complessivamente gli under 30 incidono per il 22,5%; i più numerosi sono gli ultracinquantenni (39%), seguiti dalla fascia dei 30-48enni (38,5%).

Ammontano a 15.502 le persone in Provincia di Bergamo – che ha una popolazione di 1,1 milione di abitanti e presumibilmente 1,2 milioni di presenti-  ottengono il reddito di cittadinanza. Mediamente 506 euro. Anche questa informazione risulta del tutto inutile dal momento che non abbiamo i dati comunali, vale a dire quanto pagano i vari comuni ai cittadini attraverso i vari piani dei servizi sociali. Tutto questo conferma che l'welfare in Italia è un gran casino e nessuno ci vuole mettere mano. Non dipende affatto dai percettori abusivi ma soprattutto perché l'welfare italiano  ha alle spalle una possente organizzazione di enti che sono  mantenuti dallo Stato e che operano di concerto con le strutture statuali.

IN BERGAMASCA LE RISORSE CI SONO MA NON SI SA DOVE SONO INVESTITE

Basta scorrere il Bugiardino o le pagine bergamasche del Corriere per rendersi conto della “fame di soldi” che affligge la Provincia di Bergamo  (non l'istituzione di via Tasso: il popolo bergamasco) per quanto riguarda trasporti su ferro e infrastrutture stradali.
 1 - Occorre l'interramento della ferrovia da Curno a Seriate e il raddoppio tra Carnate e Bergamo
2 - Occorre deviare l'A4 da Dalmine a Seriate lungo la circonvallazione sud (senza pedaggio) e il rafforzamento delle tratte in ingresso-uscita dalla città nelle 4 direttrici dalla circonvallazione sud. Questo per “liberare” la Città di Bergamo da quelle “Due Mura” che sono la ferrovia e l'autostrada.
3 - Occorrono le due tratte delle T2 e T1  da Bergamo a Piazza Brembana e da Albino ad Ardesio.
4 - Occorre finire il tratto della SP470 dir da  Paladina e Sedrina dentro una canna diretta.
5 - Occorre un potenziamento dell'Asse Interurbano da Bonate Sopra a Seriate con l'aggiunta di una corsia (da due a tre) per ogni ordine di marcia.
6 – Occorre finanziare completamente la Variante di Cisano.
7 – Occorre finanziare il ponte stradale di Paderno.
Trattasi di trovare almeno tre miliardi di fondi per realizzare gran parte di queste opere, tenendo conto che una parte potrebbe arrivare dalla Regione e dallo Stato.


Non si comprende come mai non sia possibile che la Repubblica Italiana non decida che un parte di questi risparmi delle famiglie e delle imprese “provinciali” anziché stare parcheggiate in mano alle banche che comunque li usano per speculazioni continue e sulle quali ovviamente ci guadagnano, che sia possibile che fino al 10% del “risparmio provinciale”  non sia destinabile ad un titolo di debito pubblico da remunerare p.e. 1/2 o  ¼ di punto superiore al corrispondente nazionale qualora sia impiegato per infrastrutture locali.


La Provincia ha collezionato un'altra figuraccia imponendo agli sfortunati abitanti e turisti della Valle Brembana tre settimane di inutile chiusura della galleria di Zogno  in quanto l'azienda che dovrebbe  tenere sotto controllo  l'arteria (sta all'Aquila e i controlli li effettua da remoto) perché il presidente “scadente” della provincia non ha avuto ne la forza di convincerla a non mandare tutto il personale in ferie  e nemmeno il coraggio di aprire la tratta al traffico (ai primi di agosto) mettendo sul posto delle pattuglie della polizia provinciale e delle forze dell'ordine. Non contenta di questa la Provincia scodella l'ultima notizia sulla Curno-Valbrembo (che è già da sola una putt…) , sempre per stare in tema. Vediamo solo la parte relativa agli allagamenti possibili del tratto di Valbrembo, che scorre in trincea per 1,7 km e 250 mt in galleria sottoterra per ordine del Parco dei Colli e per creare la “Rotonda delle Cornelle” tra Mozzo e Valbrembo. Sempre sotto terra lateralmente alla strada a Valbrembo verranno realizzate tre vasche  per complessivi 700mc per raccogliere le acque degli straventi e in aggiunta è prevista  a sud del torrente Riolo, in Comune di Mozzo, una vasca di laminazione di 7.500 mq ciascuna consistente in una vasca che abbassa il terreno di qualche metro “lasciando però coltivabile l'interno” (coltiveranno riso a Valbrembo?).
Nella zona del Pascolo dei Tedeschi saranno necessarie non meno di 6-7 di queste vasche di laminazione e  chissà come cambierà sia il paesaggio.
Immaginate le Colline di Bergamo che si specchiano nelle sette vasche piene d'acqua? Una visione idilliaca che manderà in orgasmo l'intero consiglio del parco dei Colli e le imprese che le costruiranno. Senza contare la mutazione del meteo in zona visto che 7.500x7=52.500mq. Un lago nel Pascolo dei Tedeschi?. Che ideona!.

Contrariamente alla vulgata in tema noi siamo convinti che  sia la Rotonda delle Cornelle che le gallerie e il tratto in trincea e adesso queste tre vasche interrate e le sette vasche di laminazione, nonché la sistemazione attuata del corso del Riolo,  non costituiscano delle scelte razionali ma siano state inventate per incrementare i costi facendo leva sullo spavento che i media inducono nella popolazione di fronte  agli allagamenti.
Il primo problema che gli straventi creano cogli allagamenti della zona deriva soprattutto dai 50 anni di monocoltura di mais e prato stabile (semiabbandonato) della zona agricola attraverso macchine pesantissime. Un intervento sarebbe quello di ripristinare delle coltivazioni a rotazione e ricostituire la rete dei canali di sgrondo come “c'era una volta”.
Di sicuro ne le tre vasche interrate ne le 7 vasche di laminazione risolveranno il problema delle esondazioni: il torrente Riolo andava intubato sotto via Briolo e condotto dritto dentro alla Quisa all'altezza del cimitero di Valbrembo.  Invece di oltre 50mila metri quadrati di vasche vale la pena di creare una interrata e molto profonda di 30mila mc. che non costituiva impatto verso le colline.
Non si comprende come mai il Parco dei Colli abbia costretto a interrare un gran pezzo della SP470 per questioni ambientali e non faccia una piega ne davanti alla pessima soluzione del torrente Riolo ne per la creazione di un lago di 52.500metri quadrati.
Quanto alla Rotonda delle Cornelle bastava crearla metà interrata e metà fuori terra e lasciare tutto il resto della tratta a quota zero. Il Parco si lamentava? Lo si lasciava piangere e i Bergamaschi risparmiavano i 25 milioni di maggiori costi.

BIBLIOTECARI FORNITORI DI SERVIZI? FORSE. A SAN PELLEGRINO CURNO NON C'ERA
Pochi comuni lombardi dispongono di un teatro comunale e quasi tutti dispongono di una biblioteca comunale: in Provincia di Bergamo ce n'erano 244 secondo il censimento regionale del 2017 e 1353 in tutta la Lombardia. In bergamasca i comuni con una biblioteca sono 244 e in Lombardia sono 1.509 (nel 2019). Sopravvivendo nonostante tutto alle amministrazioni leghiste o di centrodestra ed anche a quelle del centrosinistra, le biblioteche lombarde sono ormai delle mere dispensatrici di libri tramite il prestito interbibliotecario. Quando ampliano l'attività paiono delle succursali delle scuole elementari o degli oratori visto il genere di iniziative che propongono ai cittadini. L'idea o il progetto che in ogni comune la biblioteca sia uno spazio dove si va a leggere studiare conoscersi è scomparsa nei 50 anni (1973-2021) di esistenza della legge regionale sulle biblioteche. Ormai l'addetto alla biblioteca è un commesso che riceve registra distribuisce e ciao stai bene.

Del resto non è immaginabile che le biblioteche diventino il motore delle iniziative culturali nel proprio Comune dal momento che i finanziamenti –che governi il CDX, la Lega o il CSX- bastano appena a mantenere un buon patrimonio librario e pagare gli addetti. In mezzo secolo anche il personale s'è via via diversamente orientato e s'è adagiato nel comodissimo tran tran del dare e riceve i libri che girano col prestito interbibliotecario. Al massimo questo personale ha introiettato assai bene il malcostume degli amministratori i quali hanno come mira il consenso politico a breve e quindi il loro obiettivo primario (degli amministratori) è quello di dare ogni sorta di occasione perché le famiglie si liberino dei pargoli anche per mezzo della biblioteca. Naturalmente il tutto viene giustificato in modo politicamente corretto perché… serve a garantire il diritto al lavoro alle donne. Che è il lavacro che candida  qualsiasi.
Neanche  per caso passa per la crapa di un amministratore o di un dirigente dei servizi biblioteca oppure –ultime della piramide- gli addetti alla biblioteca di organizzare un programma culturale comunale sia laddove esiste un teatro che altra struttura.
Per la classe dirigente uscita dalla scuola dell'obbligo, quella del c.d. tempo pieno, quella delle lauree triennali vinte coi punti Star e le lauree magistrali con insegnanti indigeni in cento università  provinciali è scomparsa tutta la cultura che ha formato la classe dirigente e il movimento operaio che hanno voluto e costruito la Repubblica.

Il 99% dei responsabili cultura dei comuni che hanno un teatro o un auditorium comunale non hanno nemmeno la più pallida idea  di come utilizzarlo per la promozione della cultura. Al massimo chiamano il gruppo di amici che replica malamente le cover di un cantante defunto non senza mai dimenticare due o tre o quattro repliche della mitica Rinascerò, Rinascerai ché se non c'è quella, covid non torna.
Non gli passa nemmeno per la testa di sfruttare l'enorme patrimonio messo a disposizione dalla Rai; dai maggiori teatri italiani e non. Solo con quel che c'è su yuotube e vimeo potrebbero organizzare cicli di notevole spessore. Niente.
Prendere il libro prestarlo riceverlo in restituzione e ciao stai bene. Al massimo chiamano l'amica che fa un po' di teatrino per i bimbi e i vecchietti ed hanno imparato benissimo lo scambio interculturale del materiale, imparandolo dai relativi assessori.
Diciamo sconsolati che quasi tutto il personale delle biblioteche lombarde andrebbe pensionato perché nemmeno riprofessionalizzabile. Obsoleto senza rimedio.
Esattamente come la maggior parte degli amministratori e dirigenti di riferimento.

Come leggete un gruppo di Comuni organizza in questi giorni una iniziativa a livello nazionale: la “Summer School per Amministratori”, dedicata a tutti gli amministratori locali della cultura e ai cittadini volontari a supporto delle amministrazioni. Si terrà a San Pellegrino Terme dal 22 al 24 agosto.

La prima novità è che tra i Comuni promotori MANCA il paese bello da vivere quando c'è un Treviolo o un Mozzo  o uno Scanzorosciate (abbiamo dimenticato qualcuno?) che hanno a amministrazioni di  ideale politico identico a quello delle madamine di Curno. Conoscendo la giunta di Curno, la dirigente e il personale della biblioteca la cosa non stupisce. Se non fanno le mosche cocchiere snobbano tutto. Poi scusate: Curno ha come assessora una laureata al DAMS bolognese, mica un avvocato come l'omologa di Treviolo o un semplice diplomato come  l'omologo di Mozzo!.