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AFGANISTAN: SE IL MERLO DA FUORI DI MATTO CON GLI "ITALIBANI"
Oggi il Francesco Merlo dalle pagine di Repubblica spiana il suo
kalashnikov di 967 parole contro quelli che “sedotti dai mullah
arrivano gli italiban di destra e di sinistra dimenticano che
l'ingresso della NATO in Afaganistan fu la prima necessaria risposta
alla guerra contro l'Occidente che l'islamismo fanatico aveva
dichiarato con l'attacco alle due torri e l'eccidio di quei nostri
fratelli, bianchi, neri, ispanici, e anche arabi”. Quindi anche noi
apparteniamo secondo Merlo al gruppo dei “talebanini, gli “italiban”,
quelli che l'orrore del terrorismo è comunque meglio dell'orrore
dell'Occidente.
Capisco che Merlo debba difendere il proprio posto di lavoro e quindi
debba stare dalla parte della Fiat ma a Merlo e a tutta la stampa
mainstream schierata in un solo coro in difesa dell'intervento NATO gli
ricordiamo alcuni passaggi.
1 - Viene detto da media mainstream che la fuga della NATO e dei suoi
accoliti dall'Afganistan poteva essere organizzata meglio. Primo tra
tutti fare partire tutta la popolazione afgana che aveva collaborato
cogli occidentali. Però nessuno sa quanti siano : 10mila? 50mila?
100mila? e nemmeno nessuno sa dove sarebbero stati collocati visto che
poi non sono pacchi ma occorre anche tenere conto dei loro desideri. Il
problema è che quel “meglio” non esiste ma esiste solo il caos che
vediamo. Tutto si può fare meglio ma siccome non è fatto, conta zero.
(...)
BERGAMASCHI CON 37,3 MILIARDI IN BANCA
MA SENZA STRADE E FERROVIE E DUE OSPEDALI MEZZO CHIUSI
(...)
INDOTTRINAMENTO DI UNA MINORE
(...)
L'ORGANO PALESTRATO DI SANTA MARIA ASSUNTA
(...)
LA STORIACCIA DELLA CURNO-VALBREMBO
Mentre la Provincia colleziona un'altra figuraccia imponendo agli
sfortunati abitanti e turisti della Valle Brembana tre settimane di
chiusura della galleria di Zogno in quanto l'azienda che dovrebbe
tenere sotto controllo l'arteria (sta nelle Marche e i controlli li
effettua da remoto) perché il presidente “scadente” della provincia non
ha avuto ne la forza di convincerla a non mandare tutto il personale in
ferie e nemmeno il coraggio di aprire la tratta al traffico (ai primi
di agosto) mettendo sul posto tre pattuglie della polizia provinciale e
delle forze dell'ordine, ecco che viene scodellata l'ultima notizia
sulla Curno-Valbrembo, sempre per stare in tema.
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AFGANISTAN: SE IL MERLO DA FUORI DI MATTO COGLI "ITALIBANI"
Oggi il Francesco Merlo dalle pagine di Repubblica spiana il suo
kalashnikov di 967 parole contro quelli che “sedotti dai mullah
arrivano gli italiban di destra e di sinistra dimenticano che
l'ingresso della NATO in Afaganistan fu la prima necessaria risposta
alla guerra contro l'Occidente che l'islamismo fanatico aveva
dichiarato con l'attacco alle due torri e l'eccidio di quei nostri
fratelli, bianchi, neri, ispanici, e anche arabi”. Quindi anche
noi apparteniamo secondo Merlo al gruppo dei “talebanini, gli
“italiban”, quelli che l'orrore del terrorismo è comunque meglio
dell'orrore dell'Occidente.
Capisco che Merlo debba difendere il proprio posto di lavoro e quindi
debba stare dalla parte della Fiat ma a Merlo e a tutta la stampa
mainstream schierata in un solo coro in difesa dell'intervento NATO gli
ricordiamo alcuni passaggi.
1 - Viene detto da media mainstream che la fuga della NATO e dei suoi
accoliti dall'Afganistan poteva essere organizzata meglio. Primo tra
tutti fare partire tutta la popolazione afgana che aveva collaborato
cogli occidentali. Però nessuno sa quanti siano : 10mila? 50mila?
100mila? e nemmeno nessuno sa dove sarebbero stati collocati
visto che poi non sono pacchi ma occorre anche tenere conto dei loro
desideri. Il problema è che quel “meglio” non esiste ma esiste solo il
caos che vediamo. Tutto si può fare meglio ma siccome non è fatto,
conta zero.
2 – L'accordo di Doha è del 29 febbraio 2020. Quel giorno, mentre il
mondo sta precipitando nell'epidemia che la dittatura cinese ha
nascosto per settimane, le delegazioni mettono fine a un'occupazione
militare cominciata l'8 ottobre 2001. Era la risposta all'attacco a New
York e Washington dell'11 settembre, quasi tremila morti nel giro di
una mattinata, orchestrato dai terroristi di Osama Bin Laden, ben
protetto nelle sue roccaforti afghane. Viene immediata una domanda:
come mai in 18 mesi nessun afgano che collaborava cogli
occidentali ha deciso di allontanarsi dal paese e chiedere asilo
politico negli USA o altrove o tornare a casa?. Questo fatto, coniugato
col crollo immediato dell'esercito agfano, dimostra come quel Paese
fosse del tutto convinto di essere sotto dominazione e quindi
protezione NATO che NON sarebbe mai terminata.
3 –Nessuno ma proprio nessuno dei paesi della NATO aveva pensato a un
Piano A e un Piano B convinti non fossero necessari… tanto noi
resteremo per sempre li…
4 – Fuori dubbio che i talibani non sono credibili nelle loro promesse
ma nei primi giorni vediamo una forza di occupazione che
lascia partire tutti quelli che vogliono ma il problema sta nel fatto
che chi deve portarli via non é… in grado ne sa dove portarli. Quindi
tutto lo starnazzare dei media contro i tagliagole per adesso resta
solo uno starnazzare.
5 – Domani ?. Il domani è nelle mani di dio, si dovrebbe dire dal
momento che bisogna attendere lo sviluppo della situazione. Certo è che
l'Occidente non ha ancora deciso quanti come dove accogliere gli
eventuali esuli. Della serie: io sono talmente convinto di avere
ragione che non m'importa di pensare di avere forse anche torto:
ovviamente i padroni sono quelli che hanno sempre ragione.
6 – L'improvvisa presa del potere da parte dei talibani dimostra che la
NATO era presente con una concezione imperialista nel Paese tanto
da essere convinta di essere il dominus perpetuo. Dio è convinto di
essere l'inizio e la fine del mondo. Talibani a parte.
7 – Scrive Merlo che “gli italiban di destra e di sinistra dimenticano
che l'ingresso della NATO in Afaganistan fu la prima necessaria
risposta alla guerra contro l'Occidente che l'islamismo fanatico aveva
dichiarato con l'attacco alle due torri e l'eccidio di quei nostri
fratelli, bianchi, neri, ispanici, e anche arab”. Basta aprire la
pagina di wikipedia sugli attentati del terrorismo islamico post 2001
per verificare che l'ingresso della NATO in Afganistan non ha
debellato un bel nulla. C'è in atto uno scontro tra due mondi
differenti e questo scontro va gestito non trasformandolo in un
formidabile strumento per creare PIL sia nei paesi occupanti che
in quello occupato.
8 – La questione energetica e ambientale. Nel 2001 gli USA dipendevano
dall'estero per il 30-40% delle proprie esigenze energetiche. Nel
2021 gli USA sono o possono essere perfettamente autosufficienti. Per
adesso le risorse energetiche e minerarie del territorio afgano non
sono state del tutto individuate quantificate e non esiste nemmeno
l'idea del che farne. Probabile che diventi anch'esso un pozzo di
metano e di petrolio come le nazuioni circostanti ma per adesso
l'Afganistan sta in piedi coi soldi ricavati dall'oppio e dagli aiuti
NATO. L'Occidente abbia il coraggio di dire che non ha ne soldi ne
voglia di investire in Afganistan per levare di mezzo l'oppio e
sostituire i 100 miliardi che venivano spesi ogni mese per
l'occupazione militare.
9 - Filippo Grandi commissario UNHCR dice che in Afganis-
tan esistono già 3-4 milioni di cittadini che si sono allontanati da
casa per salvarsi su una popolazione di 38 milioni e che l’UNHCR
assiste circa 16 milioni di Afgani. Tutto questo dopo 20 anni di
presenza dell’Occidente.
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BERGAMASCHI CON 37,3 MILIARDI IN BANCA
MA SENZA STRADE E FERROVIE
E DUE OSPEDALI MEZZO CHIUSI
Basta scorrere il Bugiardino o le pagine bergamasche del Corriere per
rendersi conto della “fame di soldi” che affligge la Provincia di
Bergamo (non l'istituzione di via Tasso: il popolo bergamasco)
per quanto riguarda trasporti e infrastrutture stradali.
Ci occorre l'interramento della ferrovia da Curno a Seriate e il raddoppio tra Carnate e Bergamo
Ci occorre deviare l'A4 da Dalmine a Seriate lungo la
circonvallazione sud (senza pedaggio) e il rafforzamento delle tratte
in ingresso-uscita dalla città. Questo per “liberare” la Città di
Bergamo da quelle “Due Mura” che sono la ferrovia e l'autostrada.
Ci occorrono le due tratte delle T2 e T1 da Bergamo a Piazza Brembana e da Albino ad Ardesio.
Occorre finire il tratto della SP470 dir da Paladina e Sedrina dentro una canna diretta.
Occorre un potenziamento dell'Asse Interurbano da Bonate Sopra a
Seriate con l'aggiunta di una corsia (da due a tre) per ogni ordine di
marcia.
Trassi di trovare almeno tre miliardi di fondi per realizzare
gran parte di queste opere, tenendo conto che una parte potrebbe
arrivare dalla Regione e dallo Stato.
Non si comprende come mai non sia possibile che la Repubblica Italiana
non decida che un parte di questi risparmi delle famiglie e delle
imprese “provinciali” anziché stare parcheggiate in mano alle banche
che comunque li usano per speculazioni continue e sulle quali ci
guadagnano, che sia possibile che fino al 10% del “risparmio
provinciale” non sia destinabile ad un titolo di debito pubblico
da remunerare p.e. 1/2 o ¼ di punto superiore al corrispondente
nazionale qualora sia impiegato per infrastrutture locali
INDOTTRINAMENTO DI UNA MINORE
Ieri è comparso sul sito di Vivere Curno questo post per mano della
sindaca Gamba. Sarebbe stato interessante leggere la (ormai famosa?)
tesina di promozione di fine terza media, fatto salvo che abbiamo
qualche perplessità nel porre a una ragazzina e per di più minorenne
temi così complessi che sicuramente –a meno non siano ispirati dalle
Suore Orsoline o da L'Eco di Bergamo- hanno qualcosa a che fare
coll'indirizzamento ideologico. Famigliare o scolastico. Vero che le
ragazzine a 13 anni sono più sveglie di noi maschietti. Vero che in
tempo di telebani meglio svegliarle alla svelta prima finiscano
involontarie spose bambine. Vero che dalle parti di Treviglio una
14enne ha accoltellato ed ammazzato la madre. Vero che è comune vedere
passeggiare ragazzine con le braghe che coprono solo le mezze chiappe
superiori. Ma qui c'è puzza di indirizzamento ideologico. Un po' come
quando le mandavano obbligatoriamente a dottrina dalle suore.
L'ORGANO PALESTRATO
Da parecchi mesi la chiesa parrocchiale del paese bello da vivere ha il
suo organo collocato sopra la porta principale. Le pie donne del
cappuccino ante prima Messa ciacolano sia stato un dono post
mortem di un parrocchiano generoso. Chi regala gli scaffali al
comune, chi regala un pianoforte di cartone pressato al comune che lo
piazza in biblioteca (sic!?). Chi regala un organo alla chiesa anche se
-sempre per diceria degli addetti ai lavori- pare che l'organo gli sia
venuto via ad un prezzaccio in quanto chi l'aveva fatto fabbricare (da
una ditta di Curno con sede a Mapello?) all'origine non l'ha più voluto
e quindi il dono a Curno ha fatto guadagnare mezzo paradiso al donatore
e un buon incasso all'organaro. Probabile che abbiamo bisogno di un
paio di occhiali nuovi ma ci pare che l'oggetto piuttosto siffredico
sia leggermente sproporzionato con l'insieme anche se questo ci fa
comprendere le lodi delle pie donne. Pensavamo che per l'inaugurazione
chiamassero il tedesco Christoph Schönfelder oppure la russa (per
parità di genere) Marina Tchebourkina e invece non abbiamo
visto-sentito nulla. Certo è che anche stavolta i cittadini del paese
bello da vivere non hanno mancato di farsi notare: chi ce
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LA STORIACCIA DELLA CURNO-VALBREMBO
Mentre la Provincia colleziona un'altra figuraccia imponendo agli
sfortunati abitanti e turisti della Valle Brembana tre settimane di
chiusura della galleria di Zogno in quanto l'azienda che
dovrebbe tenere sotto controllo l'arteria (sta nelle Marche
e i controlli li effettua da remoto) perché il presidente “scadente”
della provincia non ha avuto ne la forza di convincerla a non mandare
tutto il personale in ferie e nemmeno il coraggio di aprire la
tratta al traffico (ai primi di agosto) mettendo sul posto tre
pattuglie della polizia provinciale e delle forze dell'ordine, ecco
che viene scodellata l'ultima notizia sulla Curno-Valbrembo,
sempre per stare in tema. Del pezzo che potete leggere intero
riprodotto a noi interessa solo la parte relativa agli allagamenti
possibili del tratto di Valbrembo, che scorre in trincea per 1,7km e
250 mt in galleria sottoterra per ordine del Parco dei Colli e per
creare la “Rotonda delle Cornelle” tra Mozzo e Valbrembo. Sempre sotto
terra lateralmente alla strada a Valbrembo verranno realizzate tre
vasche per complessivi 700mc (più o meno il volume di tre
trilocali…) per raccogliere le acque degli straventi e in aggiunta è
prevista a sud del torrente Riolo, in Comune di Mozzo, una vasca
di laminazione di 7.500 mq consistente in uno scavo che abbassa il
terreno di qualche metro lasciandolo coltivabile. Pare che nella zona
del Pascolo dei Tedeschi saranno necessarie non meno di 6-7 di queste
vasche di laminazione e chissà come cambierà il paesaggio della
zona oltre che il meteo.
Contrariamente alla vulgata in tema noi siamo convinti che sia la
Rotonda delle Cornelle che le gallerie e il tratto in trincea e adesso
queste tre vasche interrate e le sette vasche di laminazione, nonché la
sistemazione del corso del Riolo, non costituiscano delle scelte
razionali ma siano il solito gioco per incrementare i costi facendo
leva sullo spavento che i media inducono nella popolazione di
fronte a degli allagamenti. Di sicuro ne le tre vasche interrate
ne le 7 vasche di laminazione risolveranno il problema: il torrente
Riolo andava intubato sotto via Briolo e condotto dentro la Quisa
all'altezza del cimitero di Valbrembo. E la Rotonda delle Cornelle
bastava metterla metà interrata e metà fuori terra e lasciare tutto il
resto della tratta a quota zero. Il Parco si lamentava? Lasciarlo
piangere e i Bergamaschi risparmiavano i 15 milioni di maggiori costi.
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