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TARI CON ELEZIONI IN VISTA
1 - La lettura della delibera n.26 del Consiglio Comunale nella seduta
del 29 maggio 2021 nella quale vengono stabilite le tariffe TARI per
l'anno 2021 fa pensare dapprima ai polli di Renzo e poi di come –dopo
mezzo secolo di raccolta pubblica della rumenta- si proceda ancora
spannometricamente. In un'epoca dove i cellulari hanno una potenza dei
migliori PC da tavolo di 10 anni or sono.
Il problema non è per il 2021 ma per l'anno successivo quando ci
saranno le elezioni comunali e la bolletta TARI sarà aumentata del
20%-30%.
Sostanzialmente in questa delibera vengono stabilite alcune regole:
(1) i costi complessivi del PEF per la gestione dei rifiuti, era
suddiviso al 60% a carico delle utenze domestiche, e per il 40% a
carico di quelle non domestiche. Con questa delibera, invece, si
mettono a carico delle utenze domestiche il 55% e spostando un 5% sulle
utenze non domestiche. Tutto questo sulla base di valutazioni
“utili ma non assolute” .
(2) i dati della raccolta 2020, in termini di volume, visto che ci sono
i numeri degli svuotamenti dei bidoncini dell'indifferenziata e ciascun
svuotamento è pari a 40 litri, non importa che dentro ci siano
più o meno kg.
(3) Il numero di svuotamenti obiettivo dei bidoncini
dell'indifferenziata sono fissati a 8, 10, 12, 14, 16, 18 a seconda del
numero di componenti del nucleo famigliare 1,2,3,4,5,6). Per l'AC sono
ancora dei numeri alti, che vorrebbe ulteriormente diminuire.
(4) La delibera è stata votata dagli 8 consiglieri di maggioranza
presenti mentre era presente un solo capo capogruppo delle due
minoranze che si è astenuto.
2 - I polli di Renzo.
“Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle
povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all'in giù,
nella mano d'un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava
col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora
stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo
dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di
fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le
quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade
troppo sovente tra compagni di sventura”. (Alessandro Manzoni, I
promessi sposi, capitolo III).
E già. Immaginate una famiglia che va a fare la spesa al supermercato:
compera la frutta, la carne, il pane, ecc. e quando il pranzo viene
servito in tavola soppia una bega tra i vari componenti perchè uno ha
mangiato l'uva che costa 3 euro al chilo e invece l'altro ha mangiato
le mele che adesso costano un euro al chilo. E via di seguito: uno ha
mangiato il Parma viene rimbrottato da quello che ha mangiato la
Bologna.
Alla fine della bega l'unico che canta è il supermercato che ha staccato lo scontrino.
3 - Traduzione per il mondo della rumenta. Il problema sta nel costo
della bolletta singola oppure nel costo della raccolta e
smaltimento della rumenta totale… chissà dove e da chissà chi?. Siccome
noi abitanti del paese bello da vivere amiamo fare le mosche cocchiere
sull'onda degli amorazzi ambientalisti che qualcuno suggerisce alla
consigliera delegata alla rumenta abbiamo fatto la cazzata di diventare
smaltitori in proprio della nostra rumenta. Traduzione anche qui per
uso degli intelligenti: noi dobbiamo andare a cercare qualcuno che ce
la smaltisca al minor prezzo e siccome gli smaltitori autorizzati non
sono ingenui, fanno cartello e quindi o così o pomì.
4 - I 40 litri del bidoncino con etichetta RFID.
La delibera assegna il numero di bidoncini con etichetta RFID che
ciascuna famiglia, in base ai suoi componenti, può consegnare
annualmente stando dentro l'ammontare complessivo della bolletta
(due persone=10 bidoncini all'anno indipendentemente che siano pieni
rasi di materiale e pesino 50 kg oppure ce ne sia 1/3 e solo tre kg).
L'amministrazione punta però a diminuire anche il numero di questi
bidoncini nell'intendimento di aumentare la raccolta differenziata.
Certo è che all'alba del 2021 non siano utilizzabili autocarri
per la raccolta della rumenta che mentre leggono l'etichetta RFID
pesano anche il contenuto del bidoncino la dice lunga su come la
intende il mondo… fuori dalle mura casalinghe e quelle del consiglio
comunale. Non solo quello di Curno.
Poi siamo d'accordo che anche pesando il bidoncino RFID sia giusto che
chi espone 52 bidoncini l'anno paghi anche il costo della raccolta.
5 - Ma la lettura della delibera sottintende invece tutt'altro
intendimento, peraltro già annunciato in altre occasioni
dalla consigliera delegata alla rumenta.
L'ARERA ha stabilito che i proventi ai Comuni per la vendita delle
materie seconde non vanno interamente ai comuni ma si spartiscono a
metà con l'impresa che fa la raccolta. Quindi si dimezzano quelle
entrate potenziali che vanno coperte con un aumento delle tariffe.
Il ricavo delle vendita dei materiali riciclabili (ferro legno carta
alluminio plastica ecc.) è collegato all'andamento
dei relativi prezzi di mercato e nel 2020 quei prezzi si sono
azzerati: quindi nessun incasso e maggiorazione della spesa in
quanto si è dovuto pagare lo smaltimento.
Nel 2020 il Comune ha provveduto a ripianare i maggiori costi (130mila
euro?) non caricandoli sulle famiglie ma ricorrendo alla disponibilità
di bilancio (i morti per covid 19 hanno reso oltre un milione al Comune
e quindi passa la …).
Ecco quindi escogitata l'idea per cui i costi complessivi del PEF per
la gestione dei rifiuti, che era suddiviso al 60% a carico delle utenze
domestiche, e per il 40% a carico di quelle non domestiche, con questa
delibera, invece, si mettono a carico delle utenze domestiche il 55% e
spostando un 5% sulle utenze non domestiche. Tutto questo sulla base di
valutazioni “utili ma non assolute” .
Siccome sono i componenti delle famiglie che votano e quindi non
gradiscono un aumento della bolletta, ecco scodellata l'idea
geniale: aumentiamo la bolletta alle utenze non domestiche che sono in
gran parte di non abitanti/elettori a Curno.
Mah.
6 - Noi restiamo del parere che l'organizzazione della raccolta della
rumenta sia solo un gran casino non solo perché il costo è determinato
dagli smaltitori effettivi ma perché tutto il sistema a monte è un mix
di medioevo e di finta modernità.
https://www.raccoltapuntualefacile.com/peso-e-volume-raccolta-puntuale/
“Nel processo della raccolta puntuale, “la misurazione puntuale della
quantità di rifiuti conferiti si ottiene determinando, come requisito
minimo, il peso o il volume della quantità di RUR conferito da ciascuna
utenza al servizio pubblico di gestione dei rifiuti”, come definito
dall'articolo 4 del D.M. del 20 aprile 2017 sulla tariffa puntuale.
Ancora, l'articolo 6 del decreto stabilisce che “la misurazione della
quantità di rifiuto conferito avviene mediante pesatura diretta, con
rilevazione del peso, o indiretta mediante la rilevazione del volume
dei rifiuti conferiti da ciascuna utenza e può essere: a) effettuata a
bordo dell'automezzo che svolge la raccolta, attraverso
l'identificazione del contenitore o del sacco; b) effettuata da un
dispositivo in dotazione all'operatore addetto alla raccolta attraverso
l'identificazione del contenitore o del sacco; c) integrata nel
contenitore adibito alla raccolta; d) effettuata presso un centro di
raccolta”. In particolare:
“Nei casi di pesatura diretta, la quantità di rifiuti, per frazione di
rifiuto oggetto di misurazione prodotta dalla singola utenza (RIFut), è
calcolata come sommatoria delle registrazioni del peso conferito
(PESconf) per ciascuna utenza espresso in chilogrammi”. La rilevazione
del peso del RUR (rifiuto urbano residuo) viene effettuata mediante
bilance omologate o sistemi elettronici/computerizzati di pesatura su
elevatori, installati a bordo del camion per la raccolta.
7 - Il fatto è che questo processo per cui dalla raccolta
generica -fino ieri- si passa alla raccolta con pesatura indiretta il
volume dei rifiuti conferiti (determinato dalle dimensioni del
contenitore esposto dall'utente o dalla capacità del sacco conferito
ovvero ritirato dall'utente) –quella in corso adesso- e domani (forse)
alla pesatura diretta è solo un favore fatto alle imprese che hanno
poca o nulla voglia di modernizzarsi salvo scaricare la loro bassa
innovazione sui costi all'utente.
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UNA DECO PER I CARCIOFI E I CAPPERI BERGAMASCHI
SCOVATI DA BERGAMONEWS
Chissà se n’è accorto l’esimio direttore dell’Orto Botanico Lorenzo
Rota e della Valle della Biodiversità di Astino che ormai Bergamo
è nel contesto internazionale per due antichi prodotti orticoli : i
carciofi e i capperi. Quanto ai capperi le mura dei colli sono ormai
abbastanza colonizzati da questa brassicacea. Scrivono i sacri testi
che “si tratta di una pianta perenne suffruticosa, vale a dire con una
parte basale legnosa sulla quale si formano ogni anno nuovi germogli
che non lignificano ma restano erbacei e che, alla fine della buona
stagione, si seccano per ricrescere l'anno successivo. Generalmente la
ritroviamo appesa a muretti a secco o lungo le spaccature della roccia.
E' tipico, nell'isola di Pantelleria e di Salina trovare piante di
capperi nei più nascosti e impervi affratti rocciosi. Questo è dovuto
al fatto che geghi (Tarentola mauritanica) e lucertole (Podacris
sicula) sono ghiotte degli essudati zuccherini del frutto e quindi
ingerendoli, ingeriscono anche i semi che passano indenni attraverso il
loro apparato digestivo e sono espulsi con la defecazione ed è in
questo modo che le piante si propagano e si ritrovano nei posti più
impensabili”.
E’ fatto comune che nei negozietti di Città Alta lungo la Corsarola
siano in vendita le classiche confezioni di plastica coi capperi
sottosale, esattamente come per i confratelli siciliani. A migliaia i
turisti appena sbarcati al Caravaggio si imbarcano sul bus per Colle
Aperto ed appena scesi a terra chiedono agli umarelli stravaccati
sulle panchine dove trovare questo fortunato ortaggio (si può chiamare
così?).
Per i più volenterosi c’è anche l’occasione di trovarli gratis –previa
giusta offerta- al mercato parallelo presso la Valle della Biodiversi-
tà di Astino ma questo è possibile solo agli ardimentosi disposti al
viaggio nella valle dei Benedettini.
Il carciofo bergamasco deCO (denominazione comunale di origine) è
invece una recentissima scoperta dei giornalisti di Bergamo news.
Infatti è apparso in prima pagina la prima volta il 27 luglio 2021 a
illustrare i danni subiti dall’agricoltura bergamasca dai recenti
temporali. L’immagine del campo con la coltivazione di carciofi pare
provenga –osservando le colline sullo sfondo- dall’oltre Serio verso
l’Oglio. L’interessante è che a fine luglio nella terra dei Mille
siano in fiore dei meravigliosi e carnosi capolini di carciofo come
vediamo nella foto di BergamoNews.
Scrivono i sacri testi che “il carciofo è una pianta erbacea perenne alta fino a 1,5 metri,
ed i suoi fiori sono riuniti in un capolino di 5–15
cm di diametro, con un ricettacolo carnoso e concavo nella parte
superiore. La parte edule del carciofo è rappresentata dalla base delle
brattee e dal ricettacolo, quest'ultimo comunemente chiamato cuore.
Noi che siamo ghiotti di carciofi tagliati a fettine sottili, condite
con olio d’oliva e scaglie di grana padano avevamo smesso di
cibarle quando abbiamo scoperto che spacciavano carciofi egiziani come
carciofi pugliesi (il nome della ditta italiana che li trafficava era
scritto in corpo 14 mentre la provenienza in corpo 5…). Adesso
scopriamo che li producono addirittura dalle parti di Orio Grassobbio
Calcinate!.
Se c’era bisogno di un’altra piccola o grande dimostrazione di
come sia cambiato il tempo la scoperta dei capperi e dei carciofi deCO
da una parte ci ha consolati e dall’altra ci ha spaventato dal momento
che se comprendiamo l’avanzata del cappero sulle Mura di Bergamo
(dopo tutto il can can pubblicitario come Patrimonio dell’Unesco,
giustamente saranno venuti anche loro –i capperi!- a vederle ed
abitarle…) come segno dell’aumento eccessivo della temperatura media,
la presenza di una coltivazione di carciofo, pianta che ama climi senza
troppi sbalzi di temperatura e senza inverni rigidi o gelate, ci ha
lasciati perplessi e temiamo che siano una sorta di cavallo di troia
che le multinazionali usa-cinesi delle sementi hanno rifilato alla
periferia dell’impero.
Dunque la presenza del cappero e del carciofo originali della
Terra dei Mille oltre a renderli prodotti disponibili a chilometri zero
(altro che carciofi egiziani e capperi siciliani!) rendono questo Paese
ancora più inserito nel contesto internazionale, come la Luna Rossa di
Persico da Nembro o la Brembo da Curno. Per non dimenticare lo Strachi
Tunt dalla Valle Taleggio.
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