|
|
LA PESSIMA COMUNICAZIONE
DEL GOVERNO E DELLE TV
SUL COVID19 . I NOVAX
DA SOLI SANNO FARE
MEGLIO.PURTROPPO
Ci si può consolare come ha fatto Bersani quando dalla Gruber ha
sottolineato come la notizia non stia nei 5 milioni di ultra60enni non
ancora vaccinati ma nei 30 milioni di Italiani che sono stati vaccinati
due volte o nei 65 milioni che hanno ricevuto almeno la prima dose.
Oppure ci si può arrabbiare leggendo che –La Repubblica- Il tesoretto
dei No Vax, o meglio dei contrari all'obbligo vaccinale e degli
allergici al Green pass, vale sei milioni di voti. È questa la posta
in palio nella partita sui certificati di immunità che si sta giocando
nel governo. E si tratta di un numero, stimato dagli analisti, che
spiega più di ogni altro le prudenze, soprattutto a destra, nel
prendere posizioni nette, tranchant, sulla vaccinazione di massa.
Perché la maggior parte degli scettici, lo dicono i sondaggi, sta
proprio fra i simpatizzanti di Matteo Sabini e Giorgia Meloni. I dati
di cui disponiamo, al momento, dicono che nell'ultimo anno sono
diminuite sensibilmente le persone che rifiutano di vaccinarsi: è poco
o per nulla propenso il 13 per cento degli italiani, secondo una
ricerca Response Co- vid-19 del laboratorio Sps Trend dell'Università
di Milano. È un dato più che dimezzato rispetto al dicembre 2020,
quando con la campagna vaccinale in partenza questa cifra era al 30 per
cento. La rilevazione (fatta dall'istituto Swg) non si distanzia molto
da quella degli altri istituti demoscopici. Demos&Pi di Ilvo
Diamanti, ad esempio, a fine maggio, aveva calcolato nelfll per cento
la quota dei No Vax.
Tuttavia, il discorso cambia, e di molto, se non ci si sofferma solo
su chi dice no all'iniezione ma se si calcolano tutti i contrari, in
genere, all'obbligo vaccinale. Coloro cioè che reclamano la libertà di
scelta, fra cui in questi giorni si piazzano i critici del Green pass,
visto come obbligo di vaccino camuffato. Questo plotone, sia nelle
stime di Demos&Pi, sia in quelle dell'Università di Milano, è pari
al 20 per cento degli intervistati.
Leggiamo oggi sul Corriere: Sfilano in 80 città italiane.
Manifestazioni contro il green pass nate con il passaparola su canali
Telegram come «Basta dittatura», attraverso post Facebook che chiamano
«i cittadini liberi» contro la «dittatura sanitaria». Sono piazze senza
una chiara identità politica in cui spesso si scivola tra
sovranismo, estrema destra, qualcheduno della sinistra estrema.
Come a Roma dove insieme ai no vax ci sono anche i «muscoli» di
CasaPound. Cortei e presìdi portano a sfilare fin dentro alla Galleria
Vittorio Emanuele di Milano, con i turisti che si rifugiano nelle
boutique del lusso, oltre 9 mila persone. E che — quasi da non credere
— fanno scendere in piazza 2 mila abitanti a Bergamo città epicentro
dell'emergenza della prima ondata, dove si moriva in casa senza aiuto,
senza assistenza, senza medici e senza ossigeno.
L'ora x del «No green pass day» scatta alle 17.30 in contemporanea in
tutte le piazze d'Italia. Tutti insieme, tutti vicini, nessun
distanziamento e, soprattutto, nessuna mascherina. A Roma si punta
verso la sede Rai. A Bari uno striscione recita: «Siamo nati liberi, e
moriremo liberi». Seicento a Trento contro il «passaporto di
schiavitù», coperchi e stoviglie nel corteo per le strade del centro di
Livorno. Slogan e insulti contro il premier Draghi e i virologi. In
tempo reale, su canali e chat social, si condividono fotografie e
filmati: «Genova è un bordello, una marea di gente», racconta un
eccitato manifestante agli amici. Si guarda alle proteste esplose in
Australia e a Parigi. La massa è composita, senza veri leader né
bandiere.
Il governo apprenda questa lezione e impari a comunicare la pandemia e
i suoi provvedimenti. Basta il cartello che viene presentato ogni
giorno nei TG sull'anda- m nto del covid 19 a dimostrare che i
NOVax anche senza televisione sanno comunicare meglio della televisione
e del governo. Alla fine della notizia non comprendi cosa abbiano
voluto dire visto che da 18 mesi in televisione hanno lo stesso copione
e schema. Che ci fossero 600 morti al giorno che ce ne siano sei. Che
schiattassero tutti gli ultra settantenni con almeno una patologia e
che muoiano adesso solo dei non vaccinati nemmeno la prima dose. Poi
tutta questa valanga di comunicazione per una popolazione che ha zero
dimestichezza con la scienza, specialmente le giovani generazioni
uscite dalla scuola a tempo pieno incapaci di capire la differenza tra
un covid19 e un raffreddore. Scuola dove per primi è proprio la
classe dei docenti e del personale tra quelli meno vaccinati.
Sostanzialmente la comunicazione delle TV diffonde l'idea di una doppia
realtà o verità. Da una parte esiste l'interesse di tenere il meno
occupato possibile le strutture ospedaliere e dall'altro lato che per
le persone giovani il pericolo di infettarsi gravemente e rischiare la
pelle sostanzialmente non esiste più. L'unica grana per una sostanziosa
parte della popolazione attuale è quella del passaporto verde che –se
manca- preclude di farsi i cavolacci propri come hanno quasi sempre
fatto anche durante la clausura.
Forse il Governo doveva assumere un'agenzia per la comunicazione
migliore della conferenza stampa settimanale e dei giornalisti
della RAI.
|
|
ASSUNTA/REDENTORE
DUE PROTETTORI
MEGLIO DI UNA SOLA
La prima chiesa di Curno è quella posta a sudest dell’attuale chiesa.
Non si sa esattamente a chi fosse dedicata e nemmeno quando venne
edificata mentre è certo che esistesse prima del tracciamento della
roggia Curna che infatti venne scavata a sud della stessa. Di sicuro la
Roggia Curna alla morte del condottiero Bartolomeo Colleoni la gestione
del canale passò, come indicato nel testamento, alla fondazione del
Luogo Pio della Pietà, a cui pervenne in data 27 ottobre 1475.
Bartolomeo Colleoni aveva avuto queste terre da Venezia come pagamento
delle sue prestazioni mercenarie come capo dell’esercito di terra e
perché le finanze venete ormai non brillavano più come quando il
Colleoni venne chiamato in servizio. Alcuni documenti pare indichino il
periodo attorno al 1450 il tempo della fine lavori di costruzione della
roggia dalla Valle di Astino agli scaricatori (due a Curno) nel Brembo
e nel Quisa (uno a Mozzo).
Per inquadrare meglio la storia, le Mura di Bergamo vennero costruite
da Venezia tra il 1560 e il 1580. Un secolo dopo la costruzione della
Roggia Curna. L’Europa di allora già era orientata a cercare gli
indiani dall’altra parte dell’Atlantico e nel 1492 Colombo arriva a San
Salvador senza sapere che invece degli indiani ha conosciuto gli
americani.
Curno prima dell’arrivo della Roggia Curna, che venne tracciata
per “bonificare” le aree attraversate era un grumo di case con
pochissimi abitanti quindi una zona molto boscata e abbastanza paludosa
tanto è vero che le due necropoli individuate erano poste su dei
piccoli dossi tra casa Naldi-Adragna ed a metà di via Marconi (davanti
alla fermata del bus). La roggia Curna era stata tracciata non solo per
portare l’acqua del Serio sulle terre di Longuelo Curno e
Mozzo-Dorotina ma anche per raccogliere le acque piovane che scendevano
dai colli e rendevano le terre a valle paludose. Quindi nelle stagioni
autunnali invernali servivano a portare le acque piovane e scaricarle
nel fiume mentre nella stagione siccitosa ad irrigare le campagne a
valle della stessa roggia. La funzione di bonificare la zona dalle
acque piovane era talmente importante che dalla Rogia Curna
dipartivano diversi scaricatori che finivano nella Roggia Serio sul
confine con Treviolo.
L’acqua delle roggia serviva anche a impinguare i pozzi delle poche
abitazioni del paese ed è abbastanza facile comprendere come la
disponibilità di acqua per le persone animali e l’irrigazione della
terra abbia stimolato la crescita della popolazione, la deforestazione
e l’avvio di una agricoltura capace non solo di supportare la
popolazione ma anche di aiutare la popolazione della vicina città.
Va detto che la c.d. peste del 1575 non fu solo una peste nei territori
veneziani ma investì tutta l’Europa. La peste è una malattia infettiva
di origine batterica causata dal bacillo Yersinia pestis. È una
zoonosi, il cui bacino è costituito da varie specie di roditori e il
cui principale vettore è la pulce dei ratti (Xenopsylla cheopis), che
può essere trasmessa anche da uomo a uomo. Quindi non si può affermare
che sono i ratti a diffondere la peste ma si deve mettere il contatto
umano come quello utile allo scambio della pulce dei ratti.
Vengo alla doppia dedicazione della chiesa di Curno sia all’Assunta che al Redentore.
Leggiamo sul settimanale proto leghista l’intervista al parroco di
Curno: «La celebrazione di domenica 18 è la nostra festa liturgica a
Curno, che è tradizionalmente chiamata La Tersa de Loi perché si
celebra appunto ogni terza domenica di luglio», racconta don Angelo.
«La solennità, dedicata al Cristo Re¬dentore, ha origini a Venezia,
dove c'è una basilica dedicata al Santissimo proprio sulla Giudecca». I
veneziani nel 1575 erano stati colpiti da una terribile epidemia di
peste che aveva provocato in due anni 50 mila morti, in seguito alla
quale gli abitanti avevano fatto un voto al Cristo Redentore: il giorno
in cui fosse terminata la peste avrebbero dedicato a Lui una grande
chiesa. «Quindi, da allora, anche a Venezia, ogni terza domenica di
luglio si svolge una solenne processione, per mantenere fedeltà al voto
fatto», spiega.
«C'è quindi una specie di gemellaggio simbolico con Curno, e la festa
probabilmente è arrivata qui da noi grazie alla presenza della
Repubblica di Venezia sui nostri territori». Ma non solo. «Il motivo è
stato anche molto più contingente, perché la nostra chiesa era dedicata
in origine a Santa Maria Assunta, festeggiata il 15 agosto, e solo
successivamente al Cristo Redentore. Ma, essendo all’epoca Curno, come
tutti i paesi intorno a Bergamo, agricolo e contadino, in quel periodo
per motivi attribuibili al lavoro nei campi era impossibile celebrare
in quella data la festa della Madonna Assunta come si usava allora,
dando il tempo giusto alle feste». Si era trovato cosi conveniente
celebrarla dopo i grandi raccolti del mese di giugno e della metà di
luglio.
Per chi ha qualche conoscenza delle antiche pratiche di agricoltura, la
metà di agosto, prima che il granoturco entrasse nelle coltivazioni
(diciamo attorno al 1550) e quindi sarebbe diventato il secondo
cereale utile per l’alimentazione umana era sostanzialmente la fine
dell’annata agraria perché entro tale data veniva trebbiato il frumento
(o la segale o l’orzo) e quindi si potevano fare i conti se l’inverno
prossimo ci sarebbe stato abbastanza pane per sopravvivere bene o male.
Al tempo il frumento veniva raccolto in covoni nella seconda metà
di giugno che poi erano ammucchiati sul portico e dopo circa un mese il
frumento veniva trebbiato.
La dedicazione delle chiese all’assunzione della Madonna non era
altro che uno dei tanti collegamenti tra le tradizioni pagane e quelle
religiose cristiane.
Il nome della festa di Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti
(riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore
romano, da cui prende il nome il mese di agosto. Era un periodo di
riposo e di festeggiamenti, istituito dall'imperatore stesso nel 18
a.C., che aveva origine dalla tradizione dei Consualia, feste che
celebravano la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, che, per i
Romani, era il dio della terra e della fertilità.
La ricorrenza fu assimilata dalla Chiesa Cattolica attorno al VII
secolo, quando si iniziò a celebrare l'Assunzione di Maria, festività
che fu poi fissata il 15 agosto. Il dogma dell'Assunzione (riconosciuto
come tale solo nel 1950) stabilisce che la Vergine Maria sia stata
assunta, cioè accolta, in cielo sia con l'anima sia con il corpo.
L’anno della peste -1575- è anche l’anno della vista a Curno di san
Carlo Borromeo che non trova una chiesa assolutamente ben messa e detta
ordini assai severi per mettere a posto le cose e gli uomini.
Finora non c’è traccia che colleghi l’avvento della peste a Curno
(dov’erano in quattro gatti…) e la guarigione con l’ulteriore
dedicazione della parrocchia al Redentore a imitazione della Venezia
padrona delle terre bergamasche. Per esempio la scultura in legno del
Redentore che abbiamo in chiesa è un manufatto (forse) di scuola
fantoniana (Andrea Fantoni (Rovetta, 26 agosto 1659 – Bergamo, 25
luglio 1734) e quindi databile dal 1700 al 1750. Possibile che la
comunità di Curno che in quel periodo visse una lunga stagione di
benessere (basti pensare agli ampliamenti delle cascine Carlinga e
della Marigolda o della Dorotina e Cefis) abbia deciso una spesa in
tale senso per disporre di una scultura di grande valore affettivo.
Negli anni post 1960 –prevosto don Alberto Carrara- questi teneva
particolarmente all’Assunta e da bravo parroco allevato secondo gli
antichi costumi clericali, pose grande cura nelle c.d. opere
parrocchiali: dalla creazione del Cine2000, alla sistemazione degli
edifici ecclesiastici messi abbastanza male, al ricollocamento della
statua dell’Assun ta in cima al campanile previo smontaggio e restauro
(un fulmine le aveva mozzato la testa di metallo fuso che era
precipitata in sacrestia per fortuna senza danni alle persone), al
completo rifacimento della cella campanaria passata da una struttura in
legno a quella in ferro con comandi elettromeccanici delle
campane. Con l’avvento del costume proprio di un Paese
industriale, la celebrazione dell’Assun zione è passata in secondo
piano rispetto al Redentore perché a ferragosto l’andare in ferie era
una importante conquista sociale.
L’impressione che da questa DOPPIA consacrazione desta qualche
perplessità e pare bene adattarsi alla popolazione curnese giudicata
dai vicini piuttosto instabili. Opportuni sti: diciamo. Due meglio che
una sola.
|
|
|