A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1368 DEL 12LUGLIO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















RADDOPPIO FERROVIARIO E SOTTOPASSI
I PROSSIMI CINQUE ANNI DI FUOCO
CHE ATTENDONO I CURNESI
In teorìa i lavori del raddoppio della: ferrovia dovrebbero terminare entro il 2026. Neanche cinque anni.; Lavori che dovrebbero cominciare quando il paese bello da vivere sarà in piena campagna elet-per l'elezione del sindaco successore dejlla "Gambo ■(lei'ovvia-■ ambisce a succedere a se stessa per passare anche in ambi-» provinciale e poi nazionale). C'è da scommettere che nei prassi- u i cinque anni Cumo vivrà parecchi disagi da tutti questi cantieri non sarà una bella stagione per il jprossimo sindaco o sindaca ì arriverà. Soprattult) con quel casino che è l'ufficio tecnico in ino ad funzionari pcirt time e - a nostro sindacabile avviso- non ll'altezza di affrontare questa mole; di lavori. Come non ce l'ha uesta maggioranza.

E UN TEMPORALE METTE A POSTO QUELLO CHE COMUNE E PRIVATI NON METTONO MAI A POSTO

Noi crediamo fermamente che i temporali siano governati dal buondio e non dal riscaldamento globale. Quindi per fortuna ogni tanto arriva il buondio a mettere a posto le cose che l'uomo lascia per troppo tempo abbandonate a se stesse. Magari la mano di dio arriva con un temporalone che mette un cagotto della malora ad una popolazione fatta di polli allevati in batteria con l'aria condizionata. Ma non disperate: il biondio vede e provvede. Stavolta non c'è neanche un ferito e quindi la mano di dio è stata leggera e solo rumorosa. L'unico soggetto (inanimato) che è stato abbattuto è stato il povero san Giorgio martire protettore della Parrocchia di Treviolo –stava li appollaiato dal 1923!- che vento e fulmine hanno abbattuto addosso alle biciclette dei ragazzini del CRE. Lui ammazza il drago ma il vento l'atterra.
Invece pare che l'Assunta sul campanile della chiesa di Curno non abbia fatto una piega nonostante il suo svolazzante grembiulone di rame: chissà che non venga in mente a qualcuno – tra una festa del raviolo e l'altra- di andare su con una scala a fare delle verifiche. In Italia si aspetta sempre la disgrazia per mettere mano a quello che si doveva fare anche qualche decennio prima ed a ripetizione ogni tot anni.
Nel paese bello da vivere pare che il temporalone abbia solo abbattuto  dei rami e qualche albero che ormai aspettava solo la mano del buondio a toglierlo di mezzo dopo mezzo secolo e passa che cresceva senza che nessuno provvedesse ad una ragionevole potatura. Si sa:  a Curno sono abituati alle capitozzature radicali –vedi Largo Vittoria o via S. Jesus- oppure  nisba. Newl paese bello da vivere c'è gente decisa e radicale e un po' Colleoni. Quello di Solza.
Il danno peggiore pare sia stata la vetrata della palestra delle scuola media che stava li da trenta anni  (è made by Lega)  e cadendo ha rivelato che… fosse già rifatta meglio quanto a risparmio energetico… dopo 30 anni di onorato servizio.
Del resto basta dare un'occhiata più o meno a tutti gli edifici comunali per verificare quanta manutenzione sia mancata negli anni, viste le loro pareti annerite dallo smog e marcite nere.
(...)

NEL PAESE DEGLI IMPOSTORI CATTOLICI SAI QUANTO GLI IMPORTA DEL DDL ZAN

Nel Paese degli impostori cattolici dove il 999.999 su un milione sono battezzati cresimati e in buona parte sposati in chiesa sai quanto gli importa del ddl Zan. Immaginare che basti una legge a cambiare le teste  (e il cuore e la cultura) solo per la minaccia di una possibile condanna penale fa  sorridere. Del resto basta osservare come questo popolo di impostori cattolici ammetta con minori remore un rapporto amoroso e sentimentale tra due donne rispetto a quello tra due uomini. Eh, già: perché le donne sono esseri inferiori e quindi – da bravo impostore cattolico- si possono perdonare più degli uomini.
Poi è ovvio che una raddrizzata a certe tragedie che leggiamo ogni giorno bisogna darla  e siccome la variabilità umana l'ha creata uno davvero intelligente, è difficile che la nostra limitazione riesca a darle un contorno legale finito. Fin qui si. Da li in avanti no.
L'unica cosa in cui l'impostore cattolico eccelle è l'ipocrisia e basta un'occhiata al mondo della prostituzione per capirlo e siccome è un mondo che dura da sempre, vorrà pur dire qualcosa.
Non c'è niente da fare: nel mondo degli impostori cattolici non c'è spazio e accoglienza normale per pratiche sessuali ed amorose che non siano  direttamente o indirettamente miranti alla procreazione. Perché poi la sostanza è quella: fate molti figli per la guerra e il lavoro da schiavi.
Il massimo del politicamente corretto che gli impostori cattolici adottano verso  gay e lesbiche sono il sorriso e l'isolamento. Riescono perfino ad essere gentili  ed educati. Non li picchiano nemmeno. Ma dentro di loro suonano le trombe del Levitico 20, 13.


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!























LA CRISI AFGANA


















ESSICATA!































































































































































































RADDOPPIO FERROVIARIO E SOTTOPASSI
I PROSSIMI CINQUE ANNI DI FUOCO
CHE ATTENDONO I CURNESI

Ferrovie, raddoppio Bergamo-Ponte «Rfi chiarisca l'impatto dell'opera»
Curno Il ministero recepisce le osservazioni del Comune su ambiente e viabilità: richiesta documentazione integrativa. Il sindaco: «La mobilità sia sostenibile ma rispetti le realtà locali»
di Giorgio Lazzari
Dopo le osservazioni, inviate a Regione e ministero dal Comune di Curno, sul progetto relativo al raddoppio della linea ferroviaria tra Bergamo e Ponte San Pietro, che coinvolge anche gli altri paesi sulla tratta, la palla torna nelle mani di Rete ferroviaria italiana. La «Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via e Vas», che fa capo al ministero della Transizione ecologica, ha infatti chiesto a Rfi una documentazione integrativa per spiegare meglio l'impatto del progetto ed eventuali soluzioni alternative.
Un normale rapporto tra istituzioni e cittadini imporrebbe che il Comune renda noti – su un blocco di pagine ad hoc nel sito web comunale- tutti i documenti inerenti il problema del raddoppio della linea ferroviaria e dei sotpassi. Non aspettatevi questo livello minimo di trasparenza da parte della giunta Gamba. Lasciano filtrare solo quello che fa comodo loro e se chiedi l'accesso al documento, ti rinviano a chi l'ha emesso.
L'amministrazione comunale di Curno ha ottenuto in primis la necessità di uno studio di trasporto per il traffico, oltre a studi trasportistici delle stazioni che non rispondono alle esigenze dei soli cittadini dei Comuni in cui sono previste, che hanno condiviso il lavoro, ma anche di quelli limitrofi.
Il raddoppio della linea ferroviaria NON servirà per nulla agli abitanti di Curno e nemmeno a quelli di Mozzo. Per precisare meglio: Curno zero, Mozzo un 2%. Il motivo è semplice. Chi sarà quell'imbecille che prende bici o moto o macchina o monopattino e partendo dalla Merena arriva in fondo a via Donizetti per prendere il treno per arrivare alla stazione di Bergamo? Idem per i mozzesi della Dorotina bassa e alta cui il comune  ha promesso una stazione.
«Siamo soddisfatti delle richieste fatte dal ministero, alle quali dovrà rispondere il gestore dell'infrastruttura ferroviaria nazionale - commenta il sindaco Luisa Gamba -. Abbiamo ricevuto e letto con attenzione la richiesta di documentazione integrativa fatta dalla commissione del ministero della Transizione ecologica a Rfi nell'ambito del procedimento di Via, la Valutazione di impatto ambientale del progetto definitivo che porterà al raddoppio della linea ferroviaria da Curno a Bergamo. La commissione ha chiesto approfondimenti su alcune criticità del progetto da noi più volte segnalate, dopo che abbiamo combattuto duramente nelle sedi opportune per far valere i diritti dei cittadini a una mobilità sostenibile, ma che sia rispettosa delle realtà locali».
Parole vuote utili a rimbambire la popolazione. Ridotte alla sostanza: RFI farà come cacchio vuole dal momento che da 100 metri a est del municipio (dove termina il raddoppio e i due binari tornano uno) la linea ferroviaria resterà tal quale è adesso.
Di fondamentale importanza è la richiesta per valutare soluzioni per l'interscambio modale all'esterno delle stazioni, soprattutto perché i servizi ferroviari progettati rendono le fermate più simili a stazioni tranviarie e metropolitane.
Altra cazzata scritta da chi parla senza conoscere… i treni. Impossibile in base alla legislazione vigente che un treno tipo metropolitana possa viaggiare sui binari RFI. Qualcuno avvisi la Gamga e la sua corte che su questa linea transitano treni che partendo da Sondrio arrivano a Brescia. Senza contare che vista la popolazione presente nel tratto Bergamo-Ponte non esiste una ragione che giustifichi una struttura tipo metropolitana.
«In particolare per la stazione di Curno - prosegue Gamba -, in relazione alle ridotte dimensioni dei parcheggi, riteniamo importante la richiesta di integrare il progetto con soluzioni di collegamenti ciclopedonali con il centro abitato.
Altra balla. Esiste una pista ciclabile inutilizzata da almeno vent'anni lungo via Donizetti fino all'attuale passaggio a livello ed alla futura stazione di Curno. Semmai il problema è del comune che non saprebbe dove far passare una pista in sede protetta e nemmeno tracciare una “corsia ciclabile” viste le dimensioni di via Mascagni. Ma poi resta sempre il problema: per chi abita in centro al paese oppure dalle parti dei Briaschi conviene andare alle Crocette e prendere l'ATB o il treno a Longuleo? E chi viene dalla Merena o Marigolda  prende l'ATB e non va quasi a Bergamo a prendere il treno dei desideri della Gamba.
Per il sottopasso di via Roma è stato chiesto di valutare e redigere una soluzione diversa,
Fuori dubbio che tra un tunnel di 3x3 mt ed uno strutturato meglio anche in quella infausta posizione (con gli ingressi auto e pedonali degli edifici e la piazza del municipio) qualcosa si può fare, ma di miracoli non ce n'è da aspettarsi. Buco è buco resterà con la consueta dose di pattume e scritte che accompagnano urbi et orbi questo tipo di struttura.
 inoltre abbiamo proposto interventi di integrazione dell'impatto dei trasporti, determinato dalla soppressione dei passaggi a livello di via Fermi e di via Martin Luther King, che rischiano di avere pesanti conseguenze sulla viabilità di accesso all'ospedale Papa Giovanni XXIII».
Altra cazzata sparata per creare inutilmente spavento nelle persone anziane. Con un asse interurbano  accessibile da ben due punti del paese l'accesso  dei mezzi di soccorso all'ospedale è più che sufficiente visto che siamo un paese di 7.500 abitanti.
Per il Comune, un altro punto fondamentale è rappresentato dalle barriere antirumore, «che non potranno essere quelle standard di Rfi - conclude il primo cittadino di Curno -, ma dovranno garantire la visibilità dei luoghi e tener conto delle realtà locali.
Bellissime la barriere antirumore trasparenti con le decalcomanie delle rondini che volano (ferme: però…). Il fatto è che  nel trato interessato dal raddoppio nessuna delle abitazioni presenti riesce a vedere ol Mut di Gob e San Vigilio o la Benaglia. Invece riesce benissimo a vedere il retro dei capannoni allineati a nord della ferrovia.
Ringraziamo anche Regione Lombardia per aver tenuto conto, nel contributo fornito alla commissione ministeriale, delle segnalazioni e dei suggerimenti portati all'attenzione regionale nel gennaio 2021. Come Comune continueremo a spronare Rfi affinché questi studi si trasformino in operazioni concrete, certi di avere dall'altra parte un interlocutore capace di ascoltare e di fare tesoro delle nostre osservazioni come avvenuto in questa fase».

Sarà interessante verificare come si svilupperà il rapporto triangolare tra le quattro donne coinvolte nella faccenda. Da una parte la sindaca di Curno con a fianco l'ex sindaca Serra, dall'altra parte l'assessore regionale leghista Terzi e di fronte la commissaria nazionale per i lavori RFI in provincia di Bergamo: Vera Fiorani, adesso a capo della direzione Amministrazione Finanza e Controllo di RFI.

Vero che la Gamba è arrivata in comune nel 2012 ma altrettanto vero che il partito che è il suo maggiore azionista elettorale sia stato quello che avendo governato o co-governato con la Lega il paese in realtà NON ha mai creduto  che la ferrovia avesse qualche valore per il paese. Semmai  l'ha sempre vista come una scocciatura benché predicasse sempre di privilegiare il trasporto su ferro al posto dell'auto privata. In realtà in nessuno di piani urbanistici sono state mai inserite le opere –primi tra tutti i due sottopassi- e quello per la stazione ferroviaria. Se Curno avesse già inserito queste opere, RFI adesso si troverebbe davanti al fatto compiuto approvato anche dalla Regione per cui il comune non dovrebbe litigare sulla dimensione del sottopasso pedonale o sul sottopasso di via Fermi. Per mezo secolo hanno lasciato fare per non perdere voti e adesso reclamano che RFI tolga le castagna dal fuoco: infantili come sempre.

SE UN TEMPORALE METTE A POSTO QUELLO CHE COMUNE E PRIVATI NON METTONO MAI A POSTO

Noi crediamo fermamente che i temporali siano governati dal buondio e non dal riscaldamento globale. Quindi per fortuna ogni tanto arriva il buondio a mettere a posto le cose che l'uomo lascia per troppo tempo abbandonate a se stesse. Magari la mano di dio arriva con un temporalone che mette un cagotto della malora ad una popolazione fatta di polli allevati in batteria con l'aria condizionata. Ma non disperate: il biondio vede e provvede. Stavolta non c'è neanche un ferito e quindi la mano di dio è stata leggera e solo rumorosa. L'unico soggetto (inanimato) che è stato abbattuto è stato il povero san Giorgio martire protettore della Parrocchia di Treviolo –stava li appollaiato dal 1923!- che vento e fulmine hanno abbattuto addosso alle biciclette dei ragazzini del CRE. Lui ammazza il drago ma il vento l'atterra.
Invece pare che l'Assunta sul campanile della chiesa di Curno non abbia fatto una piega nonostante il suo svolazzante grembiulone di rame: chissà che non venga in mente a qualcuno – tra una festa del raviolo e l'altra- di andare su con una scala a fare delle verifiche. In Italia si aspetta sempre la disgrazia per mettere mano a quello che si doveva fare anche qualche decennio prima ed a ripetizione ogni tot anni.
Nel paese bello da vivere pare che il temporalone abbia solo abbattuto  dei rami e qualche albero che ormai aspettava solo la mano del buondio a toglierlo di mezzo dopo mezzo secolo e passa che cresceva senza che nessuno provvedesse ad una ragionevole potatura. Si sa:  a Curno sono abituati alle capitozzature radicali –vedi Largo Vittoria o via S. Jesus- oppure  nisba. Newl paese bello da vivere c'è gente decisa e radicale e un po' Colleoni. Quello di Solza.
Il danno peggiore pare sia stata la vetrata della palestra delle scuola media che stava li da trenta anni  (è made by Lega)  e cadendo ha rivelato che… fosse già rifatta meglio quanto a risparmio energetico… dopo 30 anni di onorato servizio.
Del resto basta dare un'occhiata più o meno a tutti gli edifici comunali per verificare quanta manutenzione sia mancata negli anni, viste le loro pareti annerite dallo smog e marcite nere.
Altro esempio degno di nota sono le pareti della chiesa parrocchiale, nere e sconce peggio di una stalla. Chissà quante feste del raviolo occorrono ancora per darci un aspetto un filo migliore visto che stanno proprio… in piazza. Un bel biglietto da visita ma al prete si perdona tutto.
Naturalmente quando succedono questi  piccoli casini ci sono sempre gli alpini della protezione civile che intervengono salvo che alla fine della fiera fanno da spazzini. I quali esistono già in due versioni e lautamente pagati.
Finale di partita: meno male che non c'è scappato il morto e nemmeno un ferito. Ne negli spazi pubblici ne in quelli privati.
A un popolo allevato a  stare al mondo seguendo il modello consumista dell'”usa e getta” proprio nelle ore in cui viveva in pieno orgasmo la soddisfazione di essere il 31esimo comune riciclone della provincia il buondio non ha dimenticato di sbattergli in faccia che anche la natura e le cose vanno curate: non basta non sbagliare nel riempire i bidoncino della rumenta.
Si, perché se non l'avete capita, quei rami quegli alberi quelle vetrate e perfino il san Giorgio abbattuti sono il segno di una popolazione abituata ad usare senza cura fino all'ultimo e poi gettare via quello che non ha mantenuto. Una società consumista appunto, alla faccia del 71% di riciclo della rumenta.a.

NEL PAESE DEGLI IMPOSTORI CATTOLICI SAI QUANTO GLI IMPORTA DEL DDL ZAN

Nel Paese degli impostori cattolici dove il 999.999 su un milione sono battezzati cresimati e in buona parte sposati in chiesa sai quanto gli importa del ddl Zan. Immaginare che basti una legge a cambiare le teste  (e il cuore e la cultura) solo per la minaccia di una possibile condanna penale fa  sorridere. Del resto basta osservare come questo popolo di impostori cattolici ammetta con minori remore un rapporto amoroso e sentimentale tra due donne rispetto a quello tra due uomini. Eh, già: perché le donne sono esseri inferiori e quindi – da bravo impostore cattolico- si possono perdonare più degli uomini.
Poi è ovvio che una raddrizzata a certe tragedie che leggiamo ogni giorno bisogna darla  e siccome la variabilità umana l'ha creata uno davvero intelligente, è difficile che la nostra limitazione riesca a darle un contorno legale finito. Fin qui si. Da li in avanti no.
L'unica cosa in cui l'impostore cattolico eccelle è l'ipocrisia e basta un'occhiata al mondo della prostituzione per capirlo e siccome è un mondo che dura da sempre, vorrà pur dire qualcosa.
Non c'è niente da fare: nel mondo degli impostori cattolici non c'è spazio e accoglienza normale per pratiche sessuali ed amorose che non siano  direttamente o indirettamente miranti alla procreazione. Perché poi la sostanza è quella: fate molti figli per la guerra e il lavoro da schiavi.
Il massimo del politicamente corretto che gli impostori cattolici adottano verso  gay e lesbiche sono il sorriso e l'isolamento. Riescono perfino ad essere gentili  ed educati. Non li picchiano nemmeno. Ma dentro di loro suonano le trombe del Levitico 20, 13.


Locatelli dixit.
La maggior parte dei casi segnalati in Italia, del resto, sono stati identificati negli ultimi 14 giorni in soggetti non vaccinati, che non hanno ricevuto alcuna dose di vacci­no contro il Sars-Cov-2 o che sono stati vaccinati con la prima dose o con il vaccino monodose entro 14 giorni dalla diagnosi stessa, ovvero prima del tempo necessario a sviluppare una risposta im­munitaria completa al vacci­no.
Nello specifico, nella fascia d'età degli over 80, negli ulti­mi 14 giorni, il 35% delle dia­gnosi di Covid, il 59% delle ospedalizzazioni, il 78% dei ricoveri in Terapia intensiva e il 70% dei decessi sono av­venuti proprio in persone che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino e che sono at­tualmente l'8% della popola­zione in questa fascia d'età.
Il 62,6% dei casi segnalati al sistema di sorveglianza nelle ultime due settimane ha un'età compresa tra 20 e 59 anni. Il 13,5% dei casi ha un'età superiore a 60 anni e il 23,8% dei casi ha meno di 19 anni (età media 33 anni).

Siamo tutti d'accordo che le Mura di Bergamo, dichia­rate Patrimonio dellaUmanità dall'Unesco debbano essere salvaguardate e difese dalle piante che, insinuandosi fra le pietre, le possono sgre­tolare. Ma tutte le piante so­no dannose o sono oppor­tune delle distinzioni? Sono solo le piante legnose, dotate di radici robuste, a crescita rapida, come il fico, l'olmo, il rovo, l'edera, la paulonia, la buddleja, l'ailanto (le ultime tre esotiche invasive) ad es­sere pericolose per la sta­bilità dei muri in generale e dovrebbero essere eliminate. Altre piante, come il mediterraneo cappero, l'esube­rante valeriana rossa, le car­nose borraccine, la cimba- laria, le piccole felci dalle fronde eleganti (come la ruta di muro, la cedracca comune e l'asplenio tricomane), la fu­maria officinale, la chelido­nia, il geranio di San Roberto, la vistosa bocca di leone e la graziosa cespica karvinskiana, non provocano danni e, fra l'altro, sono molto de­corative, ingentilendo con i loro colori la cortina delle Mura. Esiste addirittura una piantina modesta, ma estre­mamente rara, che conta una sola stazione in tutta la Lom­bardia e cresce proprio qui: è il giusquiamo bianco, una er­bacea pelosetta dai fiori cam­panulati di un giallo pallido, che meriterebbe di essere protetta. Chiaramente, per distinguere le specie da eli­minare o da conservare bi­sogna conoscerle e non far di ogni erba un fascio! Espe­rienze ormai pluridecennali condotte su numerosi ma­nufatti in muratura in diverse città italiane hanno indivi­duato per ogni specie un in­dice di pericolosità variabile da 1 a 10; gli interventi di eliminazione si rendono ne­cessari per valori superiori a 6, tipicamente attribuibili a tutte le piante legnose, men­tre quelle erbacee, salvo ec­cezioni, raggiungono valori decisamente inferiori. Ope­razioni di pulitura delle Mura effettuate in passato, già a distanza di pochi anni si sono rivelate di scarsa efficacia, perché la vegetazione spon­tanea è più o meno rapi­damente ricomparsa; a fron­te di interventi onerosi e di non semplice realizzazione, a maggior ragione quando si dispone di risorse limitate, è opportuno valutare attenta­mente dove eseguirli sulla base della pericolosità delle piante presenti, risparmian­do le altre, spesso esteticamente pregevoli e importanti per la biodiversità cittadina: prima di effettuare lavori di ripulitura indiscriminati, bi­sognerebbe rivolgersi ad esperti botanici e tener conto delle loro indicazioni.

Luca Mangili,  Presidente del Gruppo Fab (Flora Alpina Bergamasca)