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CENTRO.VIVERE.INSIEME.UNO
LA TELENOVELA CONTINUA
LO DAREBBERO VIA GRATIS
Certo è che ci vuole un'intelligenza e un coraggio leonino per fare una
gara per l'asse- gnazione del CVI1 in affitto –dal primo luglio 202- a
qualche operatore disposto a subire le angherie dei c.d. sportivi
indigeni (e non) quando nel centro sono previste le seguen ti opere di
ristrutturazione:
(1) Pista d'atletica, con ultimazione salvo imprevisti dovuti anche alle condizioni meteo al 30.10.202.
(2) realizzazione nuovo blocco spogliatoi, con ultimazione entro
l'annualità 2022. L'area cantiere sarà confinata all'es- terno degli
impianti sportivi esistenti .
E non bastasse questo, rispetto al bando precedente, ecco una pericolosissima chicca all'art. 25:
(3). Il Concessionario potrà altresì riqualificare o modificare la
destinazione d'uso oppure installare nuove strutture sportive nell'area
ex parcheggio antistante l'entrata del centro sportivo) a proprie spese
spazi del centro sportivo-con la finalità di promozione di attività
sportive diverse da quelle attualmente praticate sul territorio di
Curno.
Uno immaginava che quello spazio fintamente liberato dal parcheggio (a
Curno tutte le pedonalizzazioni inventate dall'ass. Conti sono sempre
tutte FINTE: come le piste ciclabili) venisse trasformato a spese del
Comune a giardino pubblico in modo da collegare il verde della scuola
media con il verde del CVI1 e invece anche quello spazio sarà
cementificato.
(...)
COSA FARA' IL PD DA GRANDE COI 5STELLE?
La faida interna di un partito morente probabilmente si risolverà
oppure no, ma protagonisti, ominicchi e quaquaraquà a cinquestelle sono
destinati a tornare nell'anonimato. La cosa che non si capisce è perché
la sinistra insista nel tentativo di salvarli e redimerli, anziché dare
rappresentanza politica al governo Draghi
Riassunto: Giuseppe Conte, già segnaposto di Davide Casaleggio, già
vice di Luigi Di Maio e già portatore della voce di Rocco Casalino,
dice che non si merita il trattamento che sta ricevendo da Beppe Grillo
e per una volta non si può che essere d'accordo con l'ex
premier-per-caso: non si meritava che Grillo lo scegliesse dall'elenco
del telefono per piazzarlo a Palazzo Chigi e non si meritava nemmeno di
essere individuato come leader fortissimo di tutti i progressisti dagli
imbelli del Partito democratico. Nessun merito, come quando si vince a
tombola.
Giustamente Beppe Grillo non vuole smettere di sbigliettare e non vuole
regalare all'avvocato di Volturara Appula la sua creatura, sua di
Grillo, tra l'altro popolata dai talenti scovati dalla Casaleggio
Associati per costruire un'impostura che non ha precedenti nella storia
delle dottrine politiche, ma che alla lunga è stata svelata dalle
incapacità palesi degli stessi protagonisti nonostante faccia ancora
fessi i baluba di sinistra, tra cui il prossimo sindaco di Bologna e
molti firmatari di appelli contro il neoliberismo.
Stando alle veline che arrivano dalla sponda Conte, quindi affidabili
quanto un dpcm, Grillo non vuole cedere la titolarità della politica
estera del Movimento, quella politica estera stravagante che va dalla
resa al regime cinese all'amore per gli ayatollah iraniani, passando
dal Venezuela che è stato il modello Roma della Raggi ma con i
cinghiali al posto del petrolio, fino all'antieuropeismo da operetta,
all'annessione russa della Crimea e a tutte le banalità da
terzomondismo ginnasiale di cui scrive Dibba.
(...)
TOTEM
Quello che vedete è un box poggiato per terra fissato ad un chiosco
edicola alto più di due metri. In gergo si chiama totem. E'
sostanzialmente un grande cellulare e se è vero quel che ci ha
raccontato l'omino che faceva manutenzione in Bergamasca di identici ce
ne sarebbero istallati (per adesso solo) due dozzine. Lo schermo è
esattamente quello di un cellulare: solo che è più grande. Lo schermo è
protetto da un cristallo di sicurezza antisfondamento. Nello
scatolotto –sostanzialmente del tutto vuoto- oltre la solita minuscola
alimentazione digitale ed una doppia ventola (per il raffreddamento
dello schermo) non c'è niente altro e francamente non comprendiamo come
mai lo scatolotto sia così spesso.
Appartiene a una società che veicola pubblicità a pagamento
(imparentata con L'Eco anche se l'omino che lo manipolava non me l'ha
voluto dire). Se è vero, lo scatolotto costa (istallato e funzionante)
niente meno che 15mila euro ed in base ai piani dell'azienda
proprietaria si ripaga interamente in un anno facendo scorrere
pubblicità . Lo schermo ha una definizione molto alta e la frequenza di
aggiornamento dello schermo è altissima e l'immagine ha dei colori
assai gradevoli. L'insieme è gestito come un cellulare cui mandare in
sequenza la pubblicità da spacciare. Ovviamente può mandare qualsiasi
pagina web.
(...)
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CENTRO.VIVERE.INSIEME.UNO
LA TELENOVELA CONTINUA
LO DAREBBERO VIA GRATIS
Certo è che ci vuole un'intelligenza e un coraggio leonino per fare una
gara per l'asse- gnazione del CVI1 in affitto –dal primo luglio 202- a
qualche operatore disposto a subire le angherie dei c.d. sportivi
indigeni (e non) quando nel centro sono previste le seguen ti opere di
ristrutturazione:
(1) Pista d'atletica, con ultimazione salvo imprevisti dovuti anche alle condizioni meteo al 30.10.202.
(2) realizzazione nuovo blocco spogliatoi, con ultimazione entro
l'annualità 2022. L'area cantiere sarà confinata all'es- terno degli
impianti sportivi esistenti .
E non bastasse questo, rispetto al bando precedente, ecco una pericolosissima chicca all'art. 25:
(3). Il Concessionario potrà altresì riqualificare o modificare la
destinazione d'uso oppure installare nuove strutture sportive nell'area
ex parcheggio antistante l'entrata del centro sportivo) a proprie spese
spazi del centro sportivo-con la finalità di promozione di attività
sportive diverse da quelle attualmente praticate sul territorio di
Curno.
Uno immaginava che quello spazio fintamente liberato dal parcheggio (a
Curno tutte le pedonalizzazioni inventate dall'ass. Conti sono sempre
tutte FINTE: come le piste ciclabili) venisse trasformato a spese del
Comune a giardino pubblico in modo da collegare il verde della scuola
media con il verde del CVI1 e invece anche quello spazio sarà
cementificato
Siccome ogni tribù nel paese bello da vivere ha diritto ad avere la
propria osteria dove pratica i propri prezzi ed evadere allegramente
ecco un'altra chicca all'art. 25bis:
(4) Nel rispetto del vigente regolamento di settore e delle norme
igienico sanitario sarà possibile (a seguito di presentazione di idonea
scia) installare un chiosco/container per la somministrazione di
alimenti e bevande- tipologia bar caffè e simili con una superficie
massima di mq 20. E sarà altresì possibile usufruire di una area di
somministrazione esterna per complessivi mq 50.
Cioè: non basta il bar ristorante dentro la ex stalla nel CVI1. Siccome
gli sportivi del CVI1 sono bestie normalmente nate stanche, hanno
bisogno del bar… in campo. Alla faccia possono aprire un ristorante
concorrente?. Prevedo casini.
Come avete già letto su queste pagine la gara per l'assegna- zione in
affitto del CVI1 è andata deserta anche se ci sono stati operatori
che accompagnati dal Comune hanno visitato il centro ed
hanno interloquito col Comune facendo presente “come-cosa” avrebbero
fatto loro. Ovvio che non si pubblichi il “come-cosa” dal momento che
li sta la chiave per cui il Comune –alla faccia della prossima gara-
possa scegliersi l'operatore politicamente gradito.
Come fossimo tutti fessi da non capire il gioco.
Vale la pena di leggere l'enne- sima determinazione volta “a contrarre
per l'affidamento della concessione per la ges- tione del CVI 1 tramite
procedura negoziata indetta dalla CUC di Brescia”.
La “procedura negoziata” senza previa indizione di gara é attivabile
unicamente quando (a) , non sia stata presentata alcuna offerta o
domanda di partecipazione, oppure nessuna si sia rivelata appropriata;
(b) i lavori, le forniture o i servizi possono essere forniti
unicamente da un determinato operatore economico; (c) per ragioni di
estrema urgenza derivante da eventi imprevedibili non imputabili alla
stazione appaltante, i termini per le procedure aperte o ristrette o
per le procedure competitive con negoziazione non possono essere
rispettati.
Se non l'avete compreso al volo non c'è molto da spiegare: basta la«dottrina Davigo».
Non abbiamo esaminato negli altri dettagli i due capitolati di gara e forse ci sono anche altri particolari interessanti.
Dobbiamo invece informare che il redattore del mitico PEF (piano
economico finanziario: ovvero un calcolo degli incassi e delle spese
potenziali lungo il decennio di durata del contratto) ha stimato un
valore della concessione di 5,372 milioni e la determina prevede
che il Concessionario versi un canone annuo fissato in €
11.000,00 (ovviamente da aumentare nell'offerta…) dando atto che il
canone è fuori campo Iva. Simmetricamente il contributo annuale massimo
che il Comune corrisponderà all'affittuario di anno in anno per
l'applicazione delle tariffe di favore a favore delle società sportive
locali e della scuola è quantificato in complessivi Euro 15.000,00.
Ovviamente il contributo sarà erogato solo previa presentazione della
rendicontazione ed in assenza di debiti pregressi con l'Amministrazione.
In buona sostanza il Comune … da via aggratis il CVI1 e in sovrappiù
faranno tutti i lavori descritti usando soldi pubblici. Soldi
risparmiati dalle risorse proprie e contributo regionale sfruttando
invece gli incassi nazionali e regionali ricevuti per la pandemia.
Brutalmente si può sintetizzare che… i morti di covid19 finanziano la
ristrutturazione del CVI1.
A distanza di mezzo secolo dalla costruzione del CVI1 si può dire
che sia ormai un mezzo rottame esattamente come era diventato un mezzo
rottame il CVI2. E' un prodotto fuori mercato: una cinquecento rifatta
a pezzi fuori recuperati da trovarobe che vuole fare concorrenza ad
un'auto elettrica. Basta osservare come perfino le alberature ormai
siano completamente fuori misura ragion per cui ormai non si può
pensare ne a un diradamento ne ad una sostituzione (immaginate il posto
“scalpato”…). Del resto il tipo di impianti presenti NON hanno più
alcun senso che stiano in un centro sportivo comunale che deve
sopravvivere facendo e subendo la concorrenza coi centri privati che
hanno un'offerta assai più ampia e qualificata. Il CVI era la
combinazione dello sport per i poveri e quello della c.d. middle class
ed oggi l'unico sport per i poveri sono le pochissime ore di utilizzo
degli impianti da parte delle scuole e del calcio (che non è proprio il
massimo come scuola di civismo e convivenza nel panorama).
Ha senso che a Curno ci siano SEI campi da tennis comunali e DUE campi
privati?. Non valeva la pena di mettere in vendita i quattro campi da
tennis del CVI1?.
Detto questo la telenovela dell'assegnazione dei due CVI continua nel
bel mezzo degli scienziati che fanno i conti usando la sfera di
cristallo e un mondo sportivo che… cazzo vado a fare in un cesso se c'è
il Centro Gamba?.
E tanto per dimostrare come il Comune sia attento ai propri beni,
chissà perché in vista della scadenza delle convenzioni e in vista
della messa in appalto per l'affitto il Comune (nel 2018 o
nel 2019) non ha monitorato esattamente l'utilizzo degli impianti in
modo da avere un quadro esaustivo piuttosto che arrivare nel 2019-2020
ad inventarsi degli improbabili PEF che poi, coll'avvento della
pandemia, sono diventati ancora più delle inutili esercitazioni prove
di senso?.
Senza contare che prima di mettere mano con oltre un milione di spesa
ai due CVI valeva la pena di effettuare una ricerca per capire
“dove va lo sport, dove vanno gli sportivi” anziché continuare con
modelli degli anni sessanta o settanta?.
Insomma tutte ma proprio tutte le cose che fanno le fanno coi piedi. Capovolte.
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COSA FARA' IL PD DA GRANDE COI 5STELLE?
La faida interna di un partito morente probabilmente si risolverà
oppure no, ma protagonisti, ominicchi e quaquaraquà a cinquestelle sono
destinati a tornare nell'anonimato. La cosa che non si capisce è perché
la sinistra insista nel tentativo di salvarli e redimerli, anziché dare
rappresentanza politica al governo Draghi
Riassunto: Giuseppe Conte, già segnaposto di Davide Casaleggio, già
vice di Luigi Di Maio e già portatore della voce di Rocco Casalino,
dice che non si merita il trattamento che sta ricevendo da Beppe Grillo
e per una volta non si può che essere d'accordo con l'ex
premier-per-caso: non si meritava che Grillo lo scegliesse dall'elenco
del telefono per piazzarlo a Palazzo Chigi e non si meritava nemmeno di
essere individuato come leader fortissimo di tutti i progressisti dagli
imbelli del Partito democratico. Nessun merito, come quando si vince a
tombola.
Giustamente Beppe Grillo non vuole smettere di sbigliettare e non vuole
regalare all'avvocato di Volturara Appula la sua creatura, sua di
Grillo, tra l'altro popolata dai talenti scovati dalla Casaleggio
Associati per costruire un'impostura che non ha precedenti nella storia
delle dottrine politiche, ma che alla lunga è stata svelata dalle
incapacità palesi degli stessi protagonisti nonostante faccia ancora
fessi i baluba di sinistra, tra cui il prossimo sindaco di Bologna e
molti firmatari di appelli contro il neoliberismo.
Stando alle veline che arrivano dalla sponda Conte, quindi affidabili
quanto un dpcm, Grillo non vuole cedere la titolarità della politica
estera del Movimento, quella politica estera stravagante che va dalla
resa al regime cinese all'amore per gli ayatollah iraniani, passando
dal Venezuela che è stato il modello Roma della Raggi ma con i
cinghiali al posto del petrolio, fino all'antieuropeismo da operetta,
all'annessione russa della Crimea e a tutte le banalità da
terzomondismo ginnasiale di cui scrive Dibba.
Insomma Grillo difenderebbe una politica estera da pazzi, anti italiana
e anti occidentale, ma non più credibile della linea
putinian-trumpiana-cinese del Conte di governo. In tutto questo, Luigi
Di Maio e Manlio Di Stefano, due interpreti di questo delirio, sono
ministro e sottosegretario agli Esteri, mentre quell'altro che non
crede allo sbarco sulla Luna è sottosegretario all'Interno, anche se
adesso che a Palazzo Chigi c'è Draghi e non più Conte nessuno di loro
tocca più palla.
Questo spettacolo circense messo in piedi da Grillo e da Casaleggio
sarà ricordato nei libri di storia quanto quello leggendario di Buffalo
Bill, con Fofò Dj al posto del suo amico culo di gomma famoso
meccanico, con Di Battista mangiatore di fuoco, con la donna cannone
Vito Crimi senza fame e senza sete, senza aria e senza rete, senza arte
e senza mete.
Nel circo a cinque stelle un ruolo ce l'ha avuto, appunto, anche
Giuseppe Conte, personaggio pirandelliano come nessuno mai. Conte è
passato da Pirandello a Buñuel nel momento esatto in cui ha creduto di
potersi emancipare dall'impresario che sbiglietta, non accorgendosi di
essere rimasto un burattino senza fili associati, privo della sponda di
Salvini e della scialuppa di salvataggio di Zingaretti, abbandonato al
suo destino dagli amici Trump e Putin.
Gli è rimasto solo Marco Travaglio, il quale vive il suo momento magico
e se ne compiace come neanche davanti a un mandato di cattura.
Travaglio, per questo, va ringraziato moltissimo perché facendo credere
a Conte di essere diventato il leader fortissimo di tutti i babbei è
riuscito ad arrestare (pardon) il processo (pardon) ricostituente di
quel che è rimasto dei Cinque- stelle, il movimento che, parlandone da
vivo, voleva fare dell'aula parlamentare sorda e grigia un bivacco di
manipoli, sprangandola per costituire un governo di soli grillini, ma è
finito col dimostrare a tutti di essere il partito più trasformista
della storia unitaria italiana.
I grillini hanno intossicato il dibattito pubblico, vilipeso le istituzioni e purtroppo anche squarciato il Parla-
mento con la complicità del Partito democratico per poi attaccarvisi
come parassiti analfabeti della democrazia. Grillo è un guitto,
Casaleggio un mattacchione, Conte una caricatura di Azzeccagarbugli, Di
Maio un furbetto e tutti gli altri dei quaquaraquà che noi umani non
possiamo immaginare al largo dei bastioni di Chigi: o davvero qualcuno
avrebbe mai potuto pensare di vivere un tempo in cui Paola Taverna è
vicepresidente del Senato, Alfonso Bonafede ministro della Giustizia,
Laura Castelli vicesegretario all'Economia, Mimmo Parisi from
Mississippi alle politiche attive del lavoro e tutto il resto del
cocuzzaro al posto sbagliato al momento sbagliato?
Impresario e commedianti probabilmente troveranno un accordino per un
altro giro di giostra, ma in ogni caso sono tutti destinati a tornare
nell'anonimato degli elenchi del telefono. La questione, di nuovo, è
quella del Partito democratico: resta incomprensibile perché il Pd si
ostini da oltre un anno a tentare di salvare i Cinquestelle
dall'autocombustione.
Non so se sia fair play o cecità ideologica, ma anziché accelerare la
crisi di un partito concorrente che per quasi un decennio ha professato
il superamento della democrazia rappresentativa e dei partiti
costituzionali, il Pd si affanna a tenerlo in vita. L'unica spiegazione
è che l'odio nei confronti di Matteo Renzi e Carlo Calenda, e più in
generale dello spirito originario del Partito democratico, offuschi la
vista, alimenti la nostalgia dell'avvocato del popolo e dei suoi
ominicchi e lo costringa a non fare l'unica cosa sensata, semplice,
adulta che dovrebbe fare: lasciar perdere gli eversori grillini,
archiviare le recrudescenze anticapitaliste e costruire una
rappresentanza politica intorno alla straordinaria esperienza del
governo Draghi.
Christian Rocca.
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TOTEM
Quello che vedete è un box poggiato per terra fissato ad un chiosco
edicola alto più di due metri. In gergo si chiama totem. E'
sostanzialmente un grande cellulare e se è vero quel che ci ha
raccontato l'omino che faceva manutenzione in Bergamasca di identici ce
ne sarebbero istallati (per adesso solo) due dozzine. Lo schermo è
esattamente quello di un cellulare: solo che è più grande. Lo schermo è
protetto da un cristallo di sicurezza antisfondamento. Nello
scatolotto –sostanzialmente del tutto vuoto- oltre la solita minuscola
alimentazione digitale ed una doppia ventola (per il
raffreddamento dello schermo) non c'è niente altro e francamente non
comprendiamo come mai lo scatolotto sia così spesso.
Appartiene a una società che veicola pubblicità a pagamento
(imparentata con L'Eco anche se l'omino che lo manipolava non me l'ha
voluto dire). Se è vero, lo scatolotto costa (istallato e funzionante)
niente meno che 15mila euro ed in base ai piani dell'azienda
proprietaria si ripaga interamente in un anno facendo scorrere
pubblicità . Lo schermo ha una definizione molto alta e la frequenza di
aggiornamento dello schermo è altissima e l'immagine ha dei colori
assai gradevoli. L'insieme è gestito come un cellulare cui mandare in
sequenza la pubblicità da spacciare. Ovviamente può mandare qualsiasi
pagina web.
Recentemente il Comune ha istallato in giro per il paese (ed uno anche
OSCENAMENTE sulla facciata del municipio: se c'è da rovinare
qualcosa state sicuri che la giunta Gamba arriva!) degli schermi
informativi dotati di una tecnologia talmente antica che ti fa
scappare. Da informazioni ufficiali raccolte costerebbro istallati
4mila euro ciascuno e sostanzialmente trattasi di una messaggistica
elementare e del tutto sgraziata.
Noi siamo convinti che con la stessa cifra spesa dal nostro
comune potevano istallare degli schermi da 65” 4K, protetti da un
cristallo blindato e da fare funzionare appunto con un cellulare . La
prima osservazione che ci farete: tra 4mila a 15mila c'é a una distanza
siderale!. Vero. Però se l'operazione è bene gestita ed affidata ad una
ditta coi debiti attributi, sullo schermo comunale ci può benissimo
passare anche della pubblicità commerciale a pagamento e quindi magari
non si ripaga in un anno ma in due visto che almeno 5-7 anni campa
benissimo. Ci possono passare le sedute in diretta del consiglio
comunale. Già: non si può per via del regolamento di censura
preventiva. Possono passare le determinazioni le slides gambiane
quelle della consigliera Serra e se Dio vuole anche le interpellanze
della minoranza. Una cosa è certa: non vedrete e non sentirete MAI un
intervento dei giovani consiglieri di Vivere Curno. Pare gli abbiamo
tagliato la lingua.
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