A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1365 DEL 30GIUGNO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















CENTRO.VIVERE.INSIEME.UNO
LA TELENOVELA CONTINUA
LO DAREBBERO VIA GRATIS
Certo è che ci vuole un'intelligenza e un coraggio leonino per fare una gara per l'asse- gnazione del CVI1 in affitto –dal primo luglio 202- a qualche operatore disposto a subire le angherie dei c.d. sportivi indigeni (e non) quando nel centro sono previste le seguen ti opere di ristrutturazione:
(1) Pista d'atletica, con ultimazione salvo imprevisti dovuti anche alle condizioni meteo al 30.10.202.
(2) realizzazione nuovo blocco spogliatoi, con ultimazione entro l'annualità 2022. L'area cantiere sarà confinata all'es- terno degli impianti sportivi esistenti .

E non bastasse questo, rispetto al bando precedente, ecco una pericolosissima chicca all'art. 25:
(3). Il Concessionario potrà altresì riqualificare o modificare la destinazione d'uso oppure installare nuove strutture sportive nell'area ex parcheggio antistante l'entrata del centro sportivo) a proprie spese spazi del centro sportivo-con la finalità di promozione di attività sportive diverse da quelle attualmente praticate sul territorio di Curno.
Uno immaginava che quello spazio fintamente liberato dal parcheggio (a Curno tutte le pedonalizzazioni inventate dall'ass. Conti sono sempre tutte FINTE: come le piste ciclabili) venisse trasformato a spese del Comune a giardino pubblico in modo da collegare il verde della scuola media con il verde del CVI1 e invece anche quello spazio sarà cementificato.
(...)

COSA FARA' IL PD DA GRANDE COI 5STELLE?
La faida interna di un partito morente probabilmente si risolverà oppure no, ma protagonisti, ominicchi e quaquaraquà a cinquestelle sono destinati a tornare nell'anonimato. La cosa che non si capisce è perché la sinistra insista nel tentativo di salvarli e redimerli, anziché dare rappresentanza politica al governo Draghi
Riassunto: Giuseppe Conte, già segnaposto di Davide Casaleggio, già vice di Luigi Di Maio e già portatore della voce di Rocco Casalino, dice che non si merita il trattamento che sta ricevendo da Beppe Grillo e per una volta non si può che essere d'accordo con l'ex premier-per-caso: non si meritava che Grillo lo scegliesse dall'elenco del telefono per piazzarlo a Palazzo Chigi e non si meritava nemmeno di essere individuato come leader fortissimo di tutti i progressisti dagli imbelli del Partito democratico. Nessun merito, come quando si vince a tombola.
Giustamente Beppe Grillo non vuole smettere di sbigliettare e non vuole regalare all'avvocato di Volturara Appula la sua creatura, sua di Grillo, tra l'altro popolata dai talenti scovati dalla Casaleggio Associati per costruire un'impostura che non ha precedenti nella storia delle dottrine politiche, ma che alla lunga è stata svelata dalle incapacità palesi degli stessi protagonisti nonostante faccia ancora fessi i baluba di sinistra, tra cui il prossimo sindaco di Bologna e molti firmatari di appelli contro il neoliberismo.
Stando alle veline che arrivano dalla sponda Conte, quindi affidabili quanto un dpcm, Grillo non vuole cedere la titolarità della politica estera del Movimento, quella politica estera stravagante che va dalla resa al regime cinese all'amore per gli ayatollah iraniani, passando dal Venezuela che è stato il modello Roma della Raggi ma con i cinghiali al posto del petrolio, fino all'antieuropeismo da operetta, all'annessione russa della Crimea e a tutte le banalità da terzomondismo ginnasiale di cui scrive Dibba.
(...)

TOTEM
Quello che vedete è un box poggiato per terra fissato ad un chiosco edicola alto più di due metri. In gergo si chiama totem. E' sostanzialmente un grande cellulare e se è vero quel che ci ha raccontato l'omino che faceva manutenzione in Bergamasca di identici ce ne sarebbero istallati (per adesso solo) due dozzine. Lo schermo è esattamente quello di un cellulare: solo che è più grande. Lo schermo è protetto da un cristallo  di sicurezza antisfondamento. Nello scatolotto –sostanzialmente del tutto vuoto- oltre la solita minuscola alimentazione digitale  ed una doppia ventola (per il raffreddamento dello schermo) non c'è niente altro e francamente non comprendiamo come mai lo scatolotto sia così spesso.
Appartiene a una società che veicola pubblicità a pagamento (imparentata con L'Eco anche se l'omino che lo manipolava non me l'ha voluto dire). Se è vero, lo scatolotto costa (istallato e funzionante) niente meno che 15mila euro ed in base ai piani dell'azienda proprietaria si ripaga interamente in un anno facendo scorrere pubblicità . Lo schermo ha una definizione molto alta e la frequenza di aggiornamento dello schermo è altissima e l'immagine ha dei colori assai gradevoli. L'insieme è gestito come un cellulare cui mandare in sequenza la pubblicità da spacciare. Ovviamente può mandare qualsiasi pagina web.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































CENTRO.VIVERE.INSIEME.UNO
LA TELENOVELA CONTINUA
LO DAREBBERO VIA GRATIS
Certo è che ci vuole un'intelligenza e un coraggio leonino per fare una gara per l'asse- gnazione del CVI1 in affitto –dal primo luglio 202- a qualche operatore disposto a subire le angherie dei c.d. sportivi indigeni (e non) quando nel centro sono previste le seguen ti opere di ristrutturazione:
(1) Pista d'atletica, con ultimazione salvo imprevisti dovuti anche alle condizioni meteo al 30.10.202.
(2) realizzazione nuovo blocco spogliatoi, con ultimazione entro l'annualità 2022. L'area cantiere sarà confinata all'es- terno degli impianti sportivi esistenti .

E non bastasse questo, rispetto al bando precedente, ecco una pericolosissima chicca all'art. 25:
(3). Il Concessionario potrà altresì riqualificare o modificare la destinazione d'uso oppure installare nuove strutture sportive nell'area ex parcheggio antistante l'entrata del centro sportivo) a proprie spese spazi del centro sportivo-con la finalità di promozione di attività sportive diverse da quelle attualmente praticate sul territorio di Curno.
Uno immaginava che quello spazio fintamente liberato dal parcheggio (a Curno tutte le pedonalizzazioni inventate dall'ass. Conti sono sempre tutte FINTE: come le piste ciclabili) venisse trasformato a spese del Comune a giardino pubblico in modo da collegare il verde della scuola media con il verde del CVI1 e invece anche quello spazio sarà cementificato

Siccome ogni tribù nel paese bello da vivere ha diritto ad avere la propria osteria dove pratica i propri prezzi ed evadere allegramente ecco un'altra chicca all'art. 25bis:
(4) Nel rispetto del vigente regolamento di settore e delle norme igienico sanitario sarà possibile (a seguito di presentazione di idonea scia) installare un chiosco/container per la somministrazione di alimenti e bevande- tipologia bar caffè e simili con una superficie massima di mq 20. E sarà altresì possibile usufruire di una area di somministrazione esterna per complessivi mq 50.
Cioè: non basta il bar ristorante dentro la ex stalla nel CVI1. Siccome gli sportivi del CVI1 sono bestie normalmente nate stanche, hanno bisogno del bar… in campo. Alla faccia possono aprire un ristorante concorrente?. Prevedo casini.

Come avete già letto su queste pagine la gara per l'assegna- zione in affitto del CVI1 è andata deserta anche se ci sono stati operatori che  accompagnati dal Comune hanno  visitato il centro ed hanno interloquito col Comune facendo presente “come-cosa” avrebbero fatto loro. Ovvio che non si pubblichi il “come-cosa” dal momento che li sta la chiave per cui il Comune –alla faccia della prossima gara- possa scegliersi l'operatore politicamente gradito.
Come fossimo tutti  fessi da non capire il gioco.

Vale la pena di leggere l'enne- sima determinazione volta “a contrarre per l'affidamento della concessione per la ges- tione del CVI 1 tramite procedura negoziata indetta dalla CUC di Brescia”.
La “procedura negoziata” senza previa indizione di gara é attivabile unicamente quando (a) , non sia stata presentata alcuna offerta o domanda di partecipazione, oppure nessuna si sia rivelata appropriata; (b) i lavori, le forniture o i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato operatore economico; (c) per ragioni di estrema urgenza derivante da eventi imprevedibili non imputabili alla stazione appaltante, i termini per le procedure aperte o ristrette o per le procedure competitive con negoziazione non possono essere rispettati.
Se non l'avete compreso al volo non c'è molto da spiegare: basta la«dottrina Davigo».

Non abbiamo esaminato negli altri dettagli i due capitolati di gara e forse ci sono anche altri particolari interessanti.
Dobbiamo invece informare che il redattore del mitico PEF (piano economico finanziario: ovvero un calcolo degli incassi e delle spese potenziali lungo il decennio di durata del contratto) ha stimato un valore della concessione di 5,372 milioni e la determina prevede che  il Concessionario versi un canone annuo fissato in € 11.000,00 (ovviamente da aumentare nell'offerta…) dando atto che il canone è fuori campo Iva. Simmetricamente il contributo annuale massimo che il Comune corrisponderà all'affittuario di anno in anno per l'applicazione delle tariffe di favore a favore delle società sportive locali e della scuola è quantificato in complessivi Euro 15.000,00. Ovviamente il contributo sarà erogato solo previa presentazione della rendicontazione ed in assenza di debiti pregressi con l'Amministrazione.

In buona sostanza il Comune … da via aggratis il CVI1 e in sovrappiù faranno tutti i lavori descritti usando soldi pubblici. Soldi risparmiati dalle risorse proprie e contributo regionale sfruttando invece gli incassi nazionali e regionali ricevuti per la pandemia. Brutalmente si può sintetizzare che… i morti di covid19 finanziano la ristrutturazione del CVI1.

A distanza di mezzo secolo dalla costruzione  del CVI1 si può dire che sia ormai un mezzo rottame esattamente come era diventato un mezzo rottame il CVI2. E' un prodotto fuori mercato: una cinquecento rifatta a pezzi fuori recuperati da trovarobe che vuole fare concorrenza ad un'auto elettrica. Basta osservare come perfino le alberature ormai siano completamente fuori misura ragion per cui ormai non si può pensare ne a un diradamento ne ad una sostituzione (immaginate il posto “scalpato”…). Del resto il tipo di impianti presenti NON hanno più alcun senso che stiano in un centro sportivo comunale che deve sopravvivere facendo e subendo la concorrenza coi centri privati che hanno un'offerta assai più ampia e qualificata.  Il CVI era la combinazione dello sport per i poveri e quello della c.d. middle class ed oggi l'unico sport per i poveri sono le pochissime ore di utilizzo degli impianti da parte delle scuole e del calcio (che non è proprio il massimo come scuola di civismo e convivenza nel panorama).
Ha senso che a Curno ci siano SEI campi da tennis comunali e DUE campi privati?. Non valeva la pena di mettere in vendita i quattro campi da tennis del CVI1?.

Detto questo la telenovela dell'assegnazione dei due CVI continua nel bel mezzo degli scienziati che fanno i conti usando la sfera di cristallo e un mondo sportivo che… cazzo vado a fare in un cesso se c'è il Centro Gamba?.
E tanto per dimostrare come il Comune sia attento ai propri beni, chissà perché in vista della scadenza delle convenzioni e in vista della messa in appalto  per l'affitto il Comune  (nel 2018 o nel 2019) non ha monitorato esattamente l'utilizzo degli impianti in modo da avere un quadro esaustivo piuttosto che arrivare nel 2019-2020 ad inventarsi degli improbabili PEF che poi, coll'avvento della pandemia, sono diventati ancora più delle inutili esercitazioni prove di senso?.
Senza contare che prima di mettere mano con oltre un milione di spesa ai due CVI valeva la pena di effettuare una ricerca  per capire “dove va lo sport, dove vanno gli sportivi” anziché continuare con modelli degli anni sessanta o settanta?.
Insomma tutte ma proprio tutte le cose che fanno le fanno coi piedi. Capovolte.

COSA FARA' IL PD DA GRANDE COI 5STELLE?
La faida interna di un partito morente probabilmente si risolverà oppure no, ma protagonisti, ominicchi e quaquaraquà a cinquestelle sono destinati a tornare nell'anonimato. La cosa che non si capisce è perché la sinistra insista nel tentativo di salvarli e redimerli, anziché dare rappresentanza politica al governo Draghi

Riassunto: Giuseppe Conte, già segnaposto di Davide Casaleggio, già vice di Luigi Di Maio e già portatore della voce di Rocco Casalino, dice che non si merita il trattamento che sta ricevendo da Beppe Grillo e per una volta non si può che essere d'accordo con l'ex premier-per-caso: non si meritava che Grillo lo scegliesse dall'elenco del telefono per piazzarlo a Palazzo Chigi e non si meritava nemmeno di essere individuato come leader fortissimo di tutti i progressisti dagli imbelli del Partito democratico. Nessun merito, come quando si vince a tombola.
Giustamente Beppe Grillo non vuole smettere di sbigliettare e non vuole regalare all'avvocato di Volturara Appula la sua creatura, sua di Grillo, tra l'altro popolata dai talenti scovati dalla Casaleggio Associati per costruire un'impostura che non ha precedenti nella storia delle dottrine politiche, ma che alla lunga è stata svelata dalle incapacità palesi degli stessi protagonisti nonostante faccia ancora fessi i baluba di sinistra, tra cui il prossimo sindaco di Bologna e molti firmatari di appelli contro il neoliberismo.
Stando alle veline che arrivano dalla sponda Conte, quindi affidabili quanto un dpcm, Grillo non vuole cedere la titolarità della politica estera del Movimento, quella politica estera stravagante che va dalla resa al regime cinese all'amore per gli ayatollah iraniani, passando dal Venezuela che è stato il modello Roma della Raggi ma con i cinghiali al posto del petrolio, fino all'antieuropeismo da operetta, all'annessione russa della Crimea e a tutte le banalità da terzomondismo ginnasiale di cui scrive Dibba.
Insomma Grillo difenderebbe una politica estera da pazzi, anti italiana e anti occidentale, ma non più credibile della linea putinian-trumpiana-cinese del Conte di governo. In tutto questo, Luigi Di Maio e Manlio Di Stefano, due interpreti di questo delirio, sono ministro e sottosegretario agli Esteri, mentre quell'altro che non crede allo sbarco sulla Luna è sottosegretario all'Interno, anche se adesso che a Palazzo Chigi c'è Draghi e non più Conte nessuno di loro tocca più palla.
Questo spettacolo circense messo in piedi da Grillo e da Casaleggio sarà ricordato nei libri di storia quanto quello leggendario di Buffalo Bill, con Fofò Dj al posto del suo amico culo di gomma famoso meccanico, con Di Battista mangiatore di fuoco, con la donna cannone Vito Crimi senza fame e senza sete, senza aria e senza rete, senza arte e senza mete.
Nel circo a cinque stelle un ruolo ce l'ha avuto, appunto, anche Giuseppe Conte, personaggio pirandelliano come nessuno mai. Conte è passato da Pirandello a Buñuel nel momento esatto in cui ha creduto di potersi emancipare dall'impresario che sbiglietta, non accorgendosi di essere rimasto un burattino senza fili associati, privo della sponda di Salvini e della scialuppa di salvataggio di Zingaretti, abbandonato al suo destino dagli amici Trump e Putin.
Gli è rimasto solo Marco Travaglio, il quale vive il suo momento magico e se ne compiace come neanche davanti a un mandato di cattura. Travaglio, per questo, va ringraziato moltissimo perché facendo credere a Conte di essere diventato il leader fortissimo di tutti i babbei è riuscito ad arrestare (pardon) il processo (pardon) ricostituente di quel che è rimasto dei Cinque- stelle, il movimento che, parlandone da vivo, voleva fare dell'aula parlamentare sorda e grigia un bivacco di manipoli, sprangandola per costituire un governo di soli grillini, ma è finito col dimostrare a tutti di essere il partito più trasformista della storia unitaria italiana.
I grillini hanno intossicato il dibattito pubblico, vilipeso le istituzioni e purtroppo anche squarciato il Parla-
mento con la complicità del Partito democratico per poi attaccarvisi come parassiti analfabeti della democrazia. Grillo è un guitto, Casaleggio un mattacchione, Conte una caricatura di Azzeccagarbugli, Di Maio un furbetto e tutti gli altri dei quaquaraquà che noi umani non possiamo immaginare al largo dei bastioni di Chigi: o davvero qualcuno avrebbe mai potuto pensare di vivere un tempo in cui Paola Taverna è vicepresidente del Senato, Alfonso Bonafede ministro della Giustizia, Laura Castelli vicesegretario all'Economia, Mimmo Parisi from Mississippi alle politiche attive del lavoro e tutto il resto del cocuzzaro al posto sbagliato al momento sbagliato?
Impresario e commedianti probabilmente troveranno un accordino per un altro giro di giostra, ma in ogni caso sono tutti destinati a tornare nell'anonimato degli elenchi del telefono. La questione, di nuovo, è quella del Partito democratico: resta incomprensibile perché il Pd si ostini da oltre un anno a tentare di salvare i Cinquestelle dall'autocombustione.
Non so se sia fair play o cecità ideologica, ma anziché accelerare la crisi di un partito concorrente che per quasi un decennio ha professato il superamento della democrazia rappresentativa e dei partiti costituzionali, il Pd si affanna a tenerlo in vita. L'unica spiegazione è che l'odio nei confronti di Matteo Renzi e Carlo Calenda, e più in generale dello spirito originario del Partito democratico, offuschi la vista, alimenti la nostalgia dell'avvocato del popolo e dei suoi ominicchi e lo costringa a non fare l'unica cosa sensata, semplice, adulta che dovrebbe fare: lasciar perdere gli eversori grillini, archiviare le recrudescenze anticapitaliste e costruire una rappresentanza politica intorno alla straordinaria esperienza del governo Draghi.

Christian Rocca.

TOTEM
Quello che vedete è un box poggiato per terra fissato ad un chiosco edicola alto più di due metri. In gergo si chiama totem. E' sostanzialmente un grande cellulare e se è vero quel che ci ha raccontato l'omino che faceva manutenzione in Bergamasca di identici ce ne sarebbero istallati (per adesso solo) due dozzine. Lo schermo è esattamente quello di un cellulare: solo che è più grande. Lo schermo è protetto da un cristallo  di sicurezza antisfondamento. Nello scatolotto –sostanzialmente del tutto vuoto- oltre la solita minuscola alimentazione digitale  ed una doppia ventola (per il raffreddamento dello schermo) non c'è niente altro e francamente non comprendiamo come mai lo scatolotto sia così spesso.
Appartiene a una società che veicola pubblicità a pagamento (imparentata con L'Eco anche se l'omino che lo manipolava non me l'ha voluto dire). Se è vero, lo scatolotto costa (istallato e funzionante) niente meno che 15mila euro ed in base ai piani dell'azienda proprietaria si ripaga interamente in un anno facendo scorrere pubblicità . Lo schermo ha una definizione molto alta e la frequenza di aggiornamento dello schermo è altissima e l'immagine ha dei colori assai gradevoli. L'insieme è gestito come un cellulare cui mandare in sequenza la pubblicità da spacciare. Ovviamente può mandare qualsiasi pagina web.

Recentemente il Comune ha istallato in giro per il paese (ed uno anche OSCENAMENTE  sulla facciata del municipio: se c'è da rovinare qualcosa state sicuri che la giunta Gamba arriva!) degli schermi informativi dotati di una tecnologia talmente antica che ti fa scappare. Da informazioni ufficiali raccolte costerebbro istallati 4mila euro ciascuno e sostanzialmente trattasi di una messaggistica elementare e del tutto sgraziata.

Noi siamo convinti che con la stessa cifra spesa dal nostro comune  potevano istallare degli schermi da 65” 4K, protetti da un cristallo blindato e da fare funzionare appunto con un cellulare . La prima osservazione che ci farete: tra 4mila a 15mila c'é a una distanza siderale!. Vero. Però se l'operazione è bene gestita ed affidata ad una ditta coi debiti attributi, sullo schermo comunale ci può benissimo passare anche della pubblicità commerciale a pagamento e quindi magari non si ripaga in un anno ma in due visto che almeno 5-7 anni campa benissimo. Ci possono passare le sedute in diretta del consiglio comunale. Già: non si può per via del regolamento di censura preventiva.  Possono passare le determinazioni le slides gambiane quelle della consigliera Serra e se Dio vuole anche le interpellanze della minoranza. Una cosa è certa: non vedrete e non sentirete MAI un intervento dei giovani consiglieri di Vivere Curno. Pare gli abbiamo tagliato la lingua.