A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1364 DEL 28 GIUGNO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















VILLEGGIANTI

L'ITALIA E' UNO STATO LAICO
IL SENATO FORSE NO
Mi sono sempre posto due domande. La prima: possibile che qualche Papa non sia all'altezza dei suoi compiti? (non mi riferivo a cose di fede o chiesa). La seconda: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”. Traduzione. Se incontri dei preti o dei frati togliersi il cappello per salutarli e lasciarli andare per la loro strada. Frase proverbiale che pronunciata da un popolo di battezzati  era-é di una laicità straordinaria.  Poi mio padre che da mezzadro del parroco di Calusco, che era stato un bambino orfano poi affigliato da una coppia di borsaneristi e sterile (la coppia, non la borsanera) ed era stato cacciato (mio padre) perché  simpatizzante per Giustizia e Libertà, lui aveva dimenticato di fare battezzare il suo primo figlio maschio.
Dunque  la chiesa che è una delle seconde agenzie culturali italiane  quanto a numero di scuole di ogni ordine e grado gestite con finanziamenti pubblici non se la sente di celebrare un futuro 17 maggio nelle sue  classi-aule. Anzi si sente lesa nel suo diritto a dissentire in materia. Per questo ho deciso di trattare preti e chiesa come della gente dei soggetti comuni.
(...)

LA SINDACA CHE VOLLE FARSI BOSCAIOLA
Dopo tre anni e mezzo –dal 16.11.2017- scopriamo che la sindaca Gamba aveva sottoscritto un'accordo con la Regione Lombardia per diventare boscaiola. Mestiere degnissimo  che  negli ultimi anni è tornato di moda sul mercato visto che due terzi di chi si dedica sono  sostanzialmente delle persone che non hanno in mano un mestiere e quello si può sempre improvvisare. Sindaca boscaiola quindi persona che manutenziona i boschi pubblici. Sindaca versatile: mamma, maestra, laureata in economia, dirigente, assessore che non legge le convenzioni, sindaca che toppa due o tre o quattro assegnazioni dei CVI e adesso anche sindaca boscaiola.  Non ridete perché  è scritto chiaro nell'accordo: la Regione Lombardia concede a titolo gratuito di mq. 4.200 di area demaniale lungo ex alveo Fiume Brembo nel Comune di Curno (BG) per interventi di tutela, valorizzazione e ripristino della connessione ecologica del fiume con esclusivi interventi al patrimonio arboreo ed arbustivo.
L'attenzione va posta sull'aggettivo “ESCLUSIVI” che vuol dire che il Comune potrà-dovrà limitarsi alla manutenzione del patrimonio boschivo nell'area concessa. Da allora il Comune di Curno non ha mai deciso un euro di spesa per intervenire a sistemare quel boschetto che copre due vecchi tratti adesso abbandonati dall'acqua del torrente Quisa.
(...)

IL PD CURNESE SENZA CANDIDATI SI ACCONTENTA DI QUEL CHE C'E'.
Anche  nel Paese Bello da Vivere la Democrazia funziona. Magari non con la celerità che i cittadini si aspettano ma funziona.
La democrazia mise a cuccia  l'esimio avv.Roberto Arnoldi, quello che volle e riuscì a trasformare  Curno nel centro commerciale provinciale da cui DC PSI e PCI trassero non pochi vantaggi. Non capiva un cazzo di amministrazione ma sapeva amministrare pur senza averlo mai fatto. Cosa vuol dire avere gli attributi. Era una sorta di Andreotti indigeno e siccome conosceva come ogni uomo e donna hanno il proprio prezzo, sapeva come comprarli.
La democrazia provvide a mettere a cuccia anche il leghista Pedretti, facendo fallire il suo disegno di diventare sindaco di Curno e poi  disarcionandolo malamente da consigliere regionale.
La democrazia non ha mai permesso che il mitico Sighesù, inossidabile segretario del PCI e succedanei da mezzo secolo in qua di diventare non solo segretario provinciale del PCI (nonostante i soldi arrivati al partito per via del centro commerciale), nemmeno di diventare sindaco e nemmeno di diventare deputato  comunista. Un solida carriera nell'ombra come  curato  comunista nel paese bello da vivere in perpetuo: ancora adesso prossimo ai cento anni.
La democrazia  ha anche messo in un angolo il mitico piemme DiPietro, reduce di una tragicomica carriera politica con un proprio partitino. Adesso fa finta di fare il contadino e partecipa a talk show per pensionati su reti aggratis. Ne Conte ne Draghi gli hanno dato uno straccio di sottosegretariato.
La democrazia ha messo in un angolo anche il candidato sindaco del centrodestra curnese come pure la sua concorrente fascio femmminista sostenuta da una fazione leghista.
La democrazia ha messo alle porte anche chi si credeva un fine intellettuale come il bottegai fiorista: tra gli sghignazzi del paese.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































L'ITALIA E' UNO STATO LAICO
IL SENATO FORSE NO
Mi sono sempre posto due domande. La prima: possibile che qualche Papa non sia all'altezza dei suoi compiti? (non mi riferivo a cose di fede o chiesa). La seconda: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”. Traduzione. Se incontri dei preti o dei frati togliersi il cappello per salutarli e lasciarli andare per la loro strada. Frase proverbiale che pronunciata da un popolo di battezzati  era-é di una laicità straordinaria.  Poi mio padre che da mezzadro del parroco di Calusco, che era stato un bambino orfano poi affigliato da una coppia di borsaneristi e sterile (la coppia, non la borsanera) ed era stato cacciato (mio padre) perché  simpatizzante per Giustizia e Libertà, lui aveva dimenticato di fare battezzare il suo primo figlio maschio.

Dunque  la chiesa che è una delle seconde agenzie culturali italiane  quanto a numero di scuole di ogni ordine e grado gestite con finanziamenti pubblici non se la sente di celebrare un futuro 17 maggio nelle sue  classi-aule. Anzi si sente lesa nel suo diritto a dissentire in materia. Per questo ho deciso di trattare preti e chiesa come della gente dei soggetti comuni.

Tornando alla prima domanda penso che anche la chiesa e il suo Papa “non siano più quelli di una volta” e non tanto perché siamo (o rimpiangiamo) della terra di Papa Giovanni XXIII e vicini a Brescia di Paolo VI ma perché a partire dal veneto Albino Luciani per passare poi al polacco Karol Jozef Wojtyla seguito dal tedesco Joseph Alois Ratzinger ed arrivare all'argentino Jorge Mario Bergoglio la chiesa s'è trovata governata da Papi di non eccelsa cultura,  poca conoscenza del mondo che non fosse il cortile della loro diocesi, poca capacità di relazioni internazionali. Giovanni XXIII non avrebbe fatto la mossa di Bergoglio - Gallagher contro l'Italia. Il mondo stava cambiando ed era cambiato mentre gli uomini scelti a capo della chiesa non lo ri-conoscevano più. Al di la delle parole. Del resto basterebbe vedere i guai subiti da Bergoglio sulle finanze vaticane, sulla pedofilia, sulle guerre intestine economiche e pedofile non solo tra gli ultimi preti ma in primis tra le alte gerarchie,  per capire  come non sia in grado di fare sintesi sui temi e problemi ragion per cui crede di poterli risolvere uno dopo l'altro senza comprendere che nel frattempo gliene maturano e scoppiano altri.

Poi  la pedofilia (soprattutto omosessuale maschile) è uno dei caratteri negativi presenti da sempre nelle organizzazioni composte da persone del solo sesso maschile e nei seminari così come fuori da se la chiesa non è mai stata in grado di affrontarla se non col perdono brevimanu  e tre pater ave gloria e non lo fare più. Facile immaginare lo scombussolamento nelle teste di tanto clero e “invidiosi” del clero davanti all'idea che il 17 maggio… sono tutti uguali MA soprattutto tieni giù le mani di dosso dai ragazzetti e dalle bambine.
Si aggiunga  l'irrisolta questione del matrimonio dei sacerdoti e del sacerdozio femminile. Adesso la chiesa sconta ormai quasi tutti i seminari vuoti: Bergamo primo dopo essersi fatto un mega complesso  che avrebbe potuto “sfornare” due tre dozzine di preti l'anno.
Hanno ragione quelli che leggono in questa improvvida iniziativa del Vaticano  versus l'Italia come un segno di debolezza accompagnata dalla usuale furbizia roman-vaticana che valutando il ministro degli esteri poco più che una cacchina fredda, si sentono in diritto di strattonarlo come un vileda pavimenti.
Il silenzio quasi tombale da parte del pollaio parlamentare che ha accolto la “nota vaticana” se da un lato da ragione all'affermazione di Draghi dall'altro indica che il Senato repubblicano non è altrettanto laico.
Ecco perché bisogna dar ragione ai nostri vecchi: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”.

LA SINDACA CHE VOLLE FARSI BOSCAIOLA
Dopo tre anni e mezzo –dal 16.11.2017- scopriamo che la sindaca Gamba aveva sottoscritto un'accordo con la Regione Lombardia per diventare boscaiola. Mestiere degnissimo  che  negli ultimi anni è tornato di moda sul mercato visto che due terzi di chi si dedica sono  sostanzialmente delle persone che non hanno in mano un mestiere e quello si può sempre improvvisare. Sindaca boscaiola quindi persona che manutenziona i boschi pubblici. Sindaca versatile: mamma, maestra, laureata in economia, dirigente, assessore che non legge le convenzioni, sindaca che toppa due o tre o quattro assegnazioni dei CVI e adesso anche sindaca boscaiola.  Non ridete perché  è scritto chiaro nell'accordo: la Regione Lombardia concede a titolo gratuito di mq. 4.200 di area demaniale lungo ex alveo Fiume Brembo nel Comune di Curno (BG) per interventi di tutela, valorizzazione e ripristino della connessione ecologica del fiume con esclusivi interventi al patrimonio arboreo ed arbustivo.
L'attenzione va posta sull'aggettivo “ESCLUSIVI” che vuol dire che il Comune potrà-dovrà limitarsi alla manutenzione del patrimonio boschivo nell'area concessa. Da allora il Comune di Curno non ha mai deciso un euro di spesa per intervenire a sistemare quel boschetto che copre due vecchi tratti adesso abbandonati dall'acqua del torrente Quisa.

Non sappiamo  come sia venuto in mente alla sindaca l'idea di farsi assegnare un pezzo di sponda-letto del fiume portandosi addosso una serie di pericolosi e costosi problemi. Ne leggiamo solo i primi due che bastano ed avanzano: (1) mantenere costantemente in buono stato le aree di cui trattasi; (2) eseguire a sua cura e spese tutte le riparazioni e/o modifiche che il Concedente riterrà di ordinare ai fini del buon regime delle acque.
Sulla manutenzione del verde il Comune di Curno ha una lunga tradizione di pessimo governo confermato anche stavolta nell'abbandono del territorio affidatogli. Non c'è stato un anno negli ultimi cinquanta che sia definibile sufficiente. Ma è il secondo punto che è pericoloso: la Regione può ordinare al Comune l'esecuzione di opere decise da lei stessa. Roba da matti firmare una cosa del genere.  E tutto questo con l'avvertenza: “in particolare qualsiasi altro intervento finalizzato alla realizzazione del percorso ciclopedonale e delle aree di sosta dovrà essere sottoposto a verifica di compatibilità idraulica e oggetto di nuova istanza” con l'aggiunta nella concessione  del 22 ottobre 2020.

Ma è esaminando nell'insieme tutta la produzione cartacea del Comune e dei tecnici da lui assunti che si verifica il marasma in cui naviga la Gamba (pare che la faccenda sia  di esclusiva competenza sua personale del suo personale suggeritore)  anche perché un iter che comincia a fine 2017 non tiene conto che dal momento in cui fu fatto l'ultimo aggiornamento delle mappe ( il fiume sìé spostato verso ovest restituendo parte dei terreni che aveva occupato negli anni precedenti) e della normativa nazionale- regionale sulle aree alluvionabili (2019)  nel frattempo  condizioni e regole sono cambiate


IL PD CURNESE SENZA CANDIDATI SI ACCONTENTA DI QUEL CHE C'E'.
Anche  nel Paese Bello da Vivere la Democrazia funziona. Magari non con la celerità che i cittadini si aspettano ma funziona.
La democrazia mise a cuccia  l'esimio avv.Roberto Arnoldi, quello che volle e riuscì a trasformare  Curno nel centro commerciale provinciale da cui DC PSI e PCI trassero non pochi vantaggi. Non capiva un cazzo di amministrazione ma sapeva amministrare pur senza averlo mai fatto. Cosa vuol dire avere gli attributi. Era una sorta di Andreotti indigeno e siccome conosceva come ogni uomo e donna hanno il proprio prezzo, sapeva come comprarli.
La democrazia provvide a mettere a cuccia anche il leghista Pedretti, facendo fallire il suo disegno di diventare sindaco di Curno e poi  disarcionandolo malamente da consigliere regionale.
La democrazia non ha mai permesso che il mitico Sighesù, inossidabile segretario del PCI e succedanei da mezzo secolo in qua di diventare non solo segretario provinciale del PCI (nonostante i soldi arrivati al partito per via del centro commerciale), nemmeno di diventare sindaco e nemmeno di diventare deputato  comunista. Un solida carriera nell'ombra come  curato  comunista nel paese bello da vivere in perpetuo: ancora adesso prossimo ai cento anni.
La democrazia  ha anche messo in un angolo il mitico piemme DiPietro, reduce di una tragicomica carriera politica con un proprio partitino. Adesso fa finta di fare il contadino e partecipa a talk show per pensionati su reti aggratis. Ne Conte ne Draghi gli hanno dato uno straccio di sottosegretariato.
La democrazia ha messo in un angolo anche il candidato sindaco del centrodestra curnese come pure la sua concorrente fascio femmminista sostenuta da una fazione leghista.
La democrazia ha messo alle porte anche chi si credeva un fine intellettuale come il bottegai fiorista: tra gli sghignazzi del paese.
Adesso il paese bello da vivere si gode la sindaca Gamba, donna indubbiamente di centro-destra, persona che sostanzialmente incarna lo spirito istituzionale grillino. Cioè quel modo di fare politica che combina bulleria e incompetenza condita dal solito spirito di rivendicazione femminista. Divertente vedere una politica scafata come la capogruppo  Serra – una che spenna la gallina senza farla starnazzare-  carezzare ruvidamente la sua sindaca.
Che dire? Quando dei sindaci e delle maggioranze non comprendono che un comune retto da una maggioranza di (c.d.) centrosinistra non può dare in mano ad un sindaco di centrodestra la direzione dei lavori pubblici, che fare?. Quando quello stesso comune  ha permesso che la dirigente della ragioneria facesse anche la commercialista di molti bottegai indigeni, che fare?.  Quando l'ufficio tecnico di questo comune  pare la stazione dei bus dove l'attività principale dei dipendenti presenti è  uscire entrare  mettersi a mezzadria. Insomma non è mai esistito da 30 anni in qua un ufficio stabile, che dire?.
C'é da concludere che c'è ANCHE una mano politica che non vuole.
Non per niente poi arriva una come sindaca che dimentica di controllare che convenzioni firma la sua dirigente. Che si fa fare ennemila PEF per assegnare i CVI che vanno a finire tutti sfanculati dai privati che dovevano arrivare a sollevarne sorti e destino. Che in quattro anni non è ancora riuscita a costruire mille metri di pista ciclabile lungofiume: perché sotto il suo governo le opere pubbliche si fanno seguendo una prassi al contrario. Ma lei non è nemmeno in grado di vederlo.
In otto  nove anni di assessorato e sindaca tura non è riuscita a trovare una destinazione  per l'ex scuola Rodari e nemmeno per l'oratorio laico e nemmeno per la palazzina ATS. Tutti spazi pubblici da mantenere in attesa non si sa bene che destino.
L'unica cosa che sa fare bene è mantenere la contabilità del comune, anche perché è arrivata una dirigente coi controfiocchi.
Il problema è che non governi se non sai fare politica..