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VILLEGGIANTI
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L'ITALIA E' UNO STATO LAICO
IL SENATO FORSE NO
Mi sono sempre posto due domande. La prima: possibile che qualche Papa
non sia all'altezza dei suoi compiti? (non mi riferivo a cose di fede o
chiesa). La seconda: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”.
Traduzione. Se incontri dei preti o dei frati togliersi il cappello per
salutarli e lasciarli andare per la loro strada. Frase proverbiale che
pronunciata da un popolo di battezzati era-é di una laicità
straordinaria. Poi mio padre che da mezzadro del parroco di Calusco,
che era stato un bambino orfano poi affigliato da una coppia di
borsaneristi e sterile (la coppia, non la borsanera) ed era stato
cacciato (mio padre) perché simpatizzante per Giustizia e Libertà, lui
aveva dimenticato di fare battezzare il suo primo figlio maschio.
Dunque la chiesa che è una delle seconde agenzie culturali italiane
quanto a numero di scuole di ogni ordine e grado gestite con
finanziamenti pubblici non se la sente di celebrare un futuro 17 maggio
nelle sue classi-aule. Anzi si sente lesa nel suo diritto a dissentire
in materia. Per questo ho deciso di trattare preti e chiesa come della
gente dei soggetti comuni.
(...)
LA SINDACA CHE VOLLE FARSI BOSCAIOLA
Dopo tre anni e mezzo –dal 16.11.2017- scopriamo che la sindaca Gamba
aveva sottoscritto un'accordo con la Regione Lombardia per diventare
boscaiola. Mestiere degnissimo che negli ultimi anni è tornato di
moda sul mercato visto che due terzi di chi si dedica sono
sostanzialmente delle persone che non hanno in mano un mestiere e
quello si può sempre improvvisare. Sindaca boscaiola quindi persona che
manutenziona i boschi pubblici. Sindaca versatile: mamma, maestra,
laureata in economia, dirigente, assessore che non legge le
convenzioni, sindaca che toppa due o tre o quattro assegnazioni dei CVI
e adesso anche sindaca boscaiola. Non ridete perché è scritto chiaro
nell'accordo: la Regione Lombardia concede a titolo gratuito di mq.
4.200 di area demaniale lungo ex alveo Fiume Brembo nel Comune di Curno
(BG) per interventi di tutela, valorizzazione e ripristino della
connessione ecologica del fiume con esclusivi interventi al patrimonio
arboreo ed arbustivo.
L'attenzione va posta sull'aggettivo “ESCLUSIVI” che vuol dire che il
Comune potrà-dovrà limitarsi alla manutenzione del patrimonio boschivo
nell'area concessa. Da allora il Comune di Curno non ha mai deciso un
euro di spesa per intervenire a sistemare quel boschetto che copre due
vecchi tratti adesso abbandonati dall'acqua del torrente Quisa.
(...)
IL PD CURNESE SENZA CANDIDATI SI ACCONTENTA DI QUEL CHE C'E'.
Anche nel Paese Bello da Vivere la Democrazia funziona. Magari
non con la celerità che i cittadini si aspettano ma funziona.
La democrazia mise a cuccia l'esimio avv.Roberto Arnoldi, quello che
volle e riuscì a trasformare Curno nel centro commerciale provinciale
da cui DC PSI e PCI trassero non pochi vantaggi. Non capiva un cazzo di
amministrazione ma sapeva amministrare pur senza averlo mai fatto. Cosa
vuol dire avere gli attributi. Era una sorta di Andreotti indigeno e
siccome conosceva come ogni uomo e donna hanno il proprio prezzo,
sapeva come comprarli.
La democrazia provvide a mettere a cuccia anche il leghista Pedretti,
facendo fallire il suo disegno di diventare sindaco di Curno e poi
disarcionandolo malamente da consigliere regionale.
La democrazia non ha mai permesso che il mitico Sighesù, inossidabile
segretario del PCI e succedanei da mezzo secolo in qua di diventare non
solo segretario provinciale del PCI (nonostante i soldi arrivati al
partito per via del centro commerciale), nemmeno di diventare sindaco e
nemmeno di diventare deputato comunista. Un solida carriera nell'ombra
come curato comunista nel paese bello da vivere in perpetuo: ancora
adesso prossimo ai cento anni.
La democrazia ha anche messo in un angolo il mitico piemme DiPietro,
reduce di una tragicomica carriera politica con un proprio partitino.
Adesso fa finta di fare il contadino e partecipa a talk show per
pensionati su reti aggratis. Ne Conte ne Draghi gli hanno dato uno
straccio di sottosegretariato.
La democrazia ha messo in un angolo anche il candidato sindaco del
centrodestra curnese come pure la sua concorrente fascio femmminista
sostenuta da una fazione leghista.
La democrazia ha messo alle porte anche chi si credeva un fine
intellettuale come il bottegai fiorista: tra gli sghignazzi del paese.
(...)
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L'ITALIA E' UNO STATO LAICO
IL SENATO FORSE NO
Mi sono sempre posto due domande. La prima: possibile che qualche Papa
non sia all'altezza dei suoi compiti? (non mi riferivo a cose di fede o
chiesa). La seconda: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”.
Traduzione. Se incontri dei preti o dei frati togliersi il cappello per
salutarli e lasciarli andare per la loro strada. Frase proverbiale che
pronunciata da un popolo di battezzati era-é di una laicità
straordinaria. Poi mio padre che da mezzadro del parroco di
Calusco, che era stato un bambino orfano poi affigliato da una coppia
di borsaneristi e sterile (la coppia, non la borsanera) ed era stato
cacciato (mio padre) perché simpatizzante per Giustizia e
Libertà, lui aveva dimenticato di fare battezzare il suo primo figlio
maschio.
Dunque la chiesa che è una delle seconde agenzie culturali
italiane quanto a numero di scuole di ogni ordine e grado gestite
con finanziamenti pubblici non se la sente di celebrare un futuro 17
maggio nelle sue classi-aule. Anzi si sente lesa nel suo diritto
a dissentire in materia. Per questo ho deciso di trattare preti e
chiesa come della gente dei soggetti comuni.
Tornando alla prima domanda penso che anche la chiesa e il suo Papa
“non siano più quelli di una volta” e non tanto perché siamo (o
rimpiangiamo) della terra di Papa Giovanni XXIII e vicini a Brescia di
Paolo VI ma perché a partire dal veneto Albino Luciani per passare poi
al polacco Karol Jozef Wojtyla seguito dal tedesco Joseph Alois
Ratzinger ed arrivare all'argentino Jorge Mario Bergoglio la chiesa s'è
trovata governata da Papi di non eccelsa cultura, poca conoscenza
del mondo che non fosse il cortile della loro diocesi, poca capacità di
relazioni internazionali. Giovanni XXIII non avrebbe fatto la mossa di
Bergoglio - Gallagher contro l'Italia. Il mondo stava cambiando ed era
cambiato mentre gli uomini scelti a capo della chiesa non lo
ri-conoscevano più. Al di la delle parole. Del resto basterebbe vedere
i guai subiti da Bergoglio sulle finanze vaticane, sulla pedofilia,
sulle guerre intestine economiche e pedofile non solo tra gli ultimi
preti ma in primis tra le alte gerarchie, per capire come
non sia in grado di fare sintesi sui temi e problemi ragion per cui
crede di poterli risolvere uno dopo l'altro senza comprendere che nel
frattempo gliene maturano e scoppiano altri.
Poi la pedofilia (soprattutto omosessuale maschile) è uno dei
caratteri negativi presenti da sempre nelle organizzazioni composte da
persone del solo sesso maschile e nei seminari così come fuori da se la
chiesa non è mai stata in grado di affrontarla se non col perdono
brevimanu e tre pater ave gloria e non lo fare più. Facile
immaginare lo scombussolamento nelle teste di tanto clero e “invidiosi”
del clero davanti all'idea che il 17 maggio… sono tutti uguali MA
soprattutto tieni giù le mani di dosso dai ragazzetti e dalle bambine.
Si aggiunga l'irrisolta questione del matrimonio dei sacerdoti e
del sacerdozio femminile. Adesso la chiesa sconta ormai quasi tutti i
seminari vuoti: Bergamo primo dopo essersi fatto un mega
complesso che avrebbe potuto “sfornare” due tre dozzine di preti
l'anno.
Hanno ragione quelli che leggono in questa improvvida iniziativa del
Vaticano versus l'Italia come un segno di debolezza accompagnata
dalla usuale furbizia roman-vaticana che valutando il ministro degli
esteri poco più che una cacchina fredda, si sentono in diritto di
strattonarlo come un vileda pavimenti.
Il silenzio quasi tombale da parte del pollaio parlamentare che ha
accolto la “nota vaticana” se da un lato da ragione all'affermazione di
Draghi dall'altro indica che il Senato repubblicano non è altrettanto
laico.
Ecco perché bisogna dar ragione ai nostri vecchi: “precc e frà leaga ol capel e lasai 'nda”.
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LA SINDACA CHE VOLLE FARSI BOSCAIOLA
Dopo tre anni e mezzo –dal 16.11.2017- scopriamo che la sindaca Gamba
aveva sottoscritto un'accordo con la Regione Lombardia per diventare
boscaiola. Mestiere degnissimo che negli ultimi anni è
tornato di moda sul mercato visto che due terzi di chi si dedica
sono sostanzialmente delle persone che non hanno in mano un
mestiere e quello si può sempre improvvisare. Sindaca boscaiola quindi
persona che manutenziona i boschi pubblici. Sindaca versatile: mamma,
maestra, laureata in economia, dirigente, assessore che non legge le
convenzioni, sindaca che toppa due o tre o quattro assegnazioni dei CVI
e adesso anche sindaca boscaiola. Non ridete perché è
scritto chiaro nell'accordo: la Regione Lombardia concede a titolo
gratuito di mq. 4.200 di area demaniale lungo ex alveo Fiume Brembo nel
Comune di Curno (BG) per interventi di tutela, valorizzazione e
ripristino della connessione ecologica del fiume con esclusivi
interventi al patrimonio arboreo ed arbustivo.
L'attenzione va posta sull'aggettivo “ESCLUSIVI” che vuol dire che il
Comune potrà-dovrà limitarsi alla manutenzione del patrimonio boschivo
nell'area concessa. Da allora il Comune di Curno non ha mai deciso un
euro di spesa per intervenire a sistemare quel boschetto che copre due
vecchi tratti adesso abbandonati dall'acqua del torrente Quisa.
Non sappiamo come sia venuto in mente alla sindaca l'idea di
farsi assegnare un pezzo di sponda-letto del fiume portandosi addosso
una serie di pericolosi e costosi problemi. Ne leggiamo solo i primi
due che bastano ed avanzano: (1) mantenere costantemente in buono stato
le aree di cui trattasi; (2) eseguire a sua cura e spese tutte le
riparazioni e/o modifiche che il Concedente riterrà di ordinare ai fini
del buon regime delle acque.
Sulla manutenzione del verde il Comune di Curno ha una lunga tradizione
di pessimo governo confermato anche stavolta nell'abbandono del
territorio affidatogli. Non c'è stato un anno negli ultimi cinquanta
che sia definibile sufficiente. Ma è il secondo punto che è pericoloso:
la Regione può ordinare al Comune l'esecuzione di opere decise da lei
stessa. Roba da matti firmare una cosa del genere. E tutto questo
con l'avvertenza: “in particolare qualsiasi altro intervento
finalizzato alla realizzazione del percorso ciclopedonale e delle aree
di sosta dovrà essere sottoposto a verifica di compatibilità idraulica
e oggetto di nuova istanza” con l'aggiunta nella concessione del
22 ottobre 2020.
Ma è esaminando nell'insieme tutta la produzione cartacea del Comune e
dei tecnici da lui assunti che si verifica il marasma in cui naviga la
Gamba (pare che la faccenda sia di esclusiva competenza sua
personale del suo personale suggeritore) anche perché un iter che
comincia a fine 2017 non tiene conto che dal momento in cui fu fatto
l'ultimo aggiornamento delle mappe ( il fiume sìé spostato verso ovest
restituendo parte dei terreni che aveva occupato negli anni precedenti)
e della normativa nazionale- regionale sulle aree alluvionabili
(2019) nel frattempo condizioni e regole sono cambiate
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IL PD CURNESE SENZA CANDIDATI SI ACCONTENTA DI QUEL CHE C'E'.
Anche nel Paese Bello da Vivere la Democrazia funziona. Magari
non con la celerità che i cittadini si aspettano ma funziona.
La democrazia mise a cuccia l'esimio avv.Roberto Arnoldi, quello
che volle e riuscì a trasformare Curno nel centro commerciale
provinciale da cui DC PSI e PCI trassero non pochi vantaggi. Non capiva
un cazzo di amministrazione ma sapeva amministrare pur senza averlo mai
fatto. Cosa vuol dire avere gli attributi. Era una sorta di Andreotti
indigeno e siccome conosceva come ogni uomo e donna hanno il proprio
prezzo, sapeva come comprarli.
La democrazia provvide a mettere a cuccia anche il leghista Pedretti,
facendo fallire il suo disegno di diventare sindaco di Curno e
poi disarcionandolo malamente da consigliere regionale.
La democrazia non ha mai permesso che il mitico Sighesù, inossidabile
segretario del PCI e succedanei da mezzo secolo in qua di diventare non
solo segretario provinciale del PCI (nonostante i soldi arrivati al
partito per via del centro commerciale), nemmeno di diventare sindaco e
nemmeno di diventare deputato comunista. Un solida carriera
nell'ombra come curato comunista nel paese bello da vivere
in perpetuo: ancora adesso prossimo ai cento anni.
La democrazia ha anche messo in un angolo il mitico piemme
DiPietro, reduce di una tragicomica carriera politica con un proprio
partitino. Adesso fa finta di fare il contadino e partecipa a talk show
per pensionati su reti aggratis. Ne Conte ne Draghi gli hanno dato uno
straccio di sottosegretariato.
La democrazia ha messo in un angolo anche il candidato sindaco del
centrodestra curnese come pure la sua concorrente fascio femmminista
sostenuta da una fazione leghista.
La democrazia ha messo alle porte anche chi si credeva un fine
intellettuale come il bottegai fiorista: tra gli sghignazzi del paese.
Adesso il paese bello da vivere si gode la sindaca Gamba, donna
indubbiamente di centro-destra, persona che sostanzialmente incarna lo
spirito istituzionale grillino. Cioè quel modo di fare politica che
combina bulleria e incompetenza condita dal solito spirito di
rivendicazione femminista. Divertente vedere una politica scafata come
la capogruppo Serra – una che spenna la gallina senza farla
starnazzare- carezzare ruvidamente la sua sindaca.
Che dire? Quando dei sindaci e delle maggioranze non comprendono che un
comune retto da una maggioranza di (c.d.) centrosinistra non può dare
in mano ad un sindaco di centrodestra la direzione dei lavori pubblici,
che fare?. Quando quello stesso comune ha permesso che la
dirigente della ragioneria facesse anche la commercialista di molti
bottegai indigeni, che fare?. Quando l'ufficio tecnico di questo
comune pare la stazione dei bus dove l'attività principale dei
dipendenti presenti è uscire entrare mettersi a mezzadria.
Insomma non è mai esistito da 30 anni in qua un ufficio stabile, che
dire?.
C'é da concludere che c'è ANCHE una mano politica che non vuole.
Non per niente poi arriva una come sindaca che dimentica di controllare
che convenzioni firma la sua dirigente. Che si fa fare ennemila PEF per
assegnare i CVI che vanno a finire tutti sfanculati dai privati che
dovevano arrivare a sollevarne sorti e destino. Che in quattro anni non
è ancora riuscita a costruire mille metri di pista ciclabile
lungofiume: perché sotto il suo governo le opere pubbliche si fanno
seguendo una prassi al contrario. Ma lei non è nemmeno in grado di
vederlo.
In otto nove anni di assessorato e sindaca tura non è riuscita a
trovare una destinazione per l'ex scuola Rodari e nemmeno per
l'oratorio laico e nemmeno per la palazzina ATS. Tutti spazi pubblici
da mantenere in attesa non si sa bene che destino.
L'unica cosa che sa fare bene è mantenere la contabilità del comune, anche perché è arrivata una dirigente coi controfiocchi.
Il problema è che non governi se non sai fare politica..
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