|
|
CON LA PALLA DELLE PASSERELLE SUL QUISA E SUL LESINA
I COLLETTI BIANCHI IN COMBUTTA CON LA POLITICA
SI SONO FATTI DEI GENEROSI REDDITI DI CITTADINANZA
ED AI COMUNI TOCCANO LE SPESE (SENZA CHE LE OPERE SIANO FINITE)
MA QUALCHE COMUNE VISTI I COSTI SE LA SFILA
1 -Arco Verde rappresenta un progetto di ricucitura ecologica di
portata provinciale-regionale, con uno sviluppo complessivo “lineare” a
livello dell'alta pianura Bergamasca di oltre 35 km. I contesti
collinari e pedemontani interessati da Arco Verde si collocano al
margine meridionale del distretto biogeografico insubrico, ambito che
costituisce una delle aree di maggior interesse biogeografico ed
ecologico delle Alpi e dell'Italia intera. Su quest'area, grazie a uno
studio di fattibilità (2015) che ha interessato un totale di 44 comuni,
6 Plis, 4 Comunità montane, 1 Riserva Naturale e 4 Parchi Regionali,
sono stati individuati 17 ambiti, per i quali sono già stati elaborati
progetti preliminari di intervento.
2 - All'interno di Arco Verde il Comune di Curno s'era messo assieme a
quello di Ponte san Pietro e quello di Presezzo per ottenere un
finanziamento dalla Fondazione Cariplo 2015 per la creazione di un
connessione ecologica tra il PLIS (Parco Locale di Interesse
Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco (la collina che da Pontida
scavalca e scende nella piana dell'Isola per congiungersi col Parco del
Basso Brembo cui stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord
dello stesso fino ad arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte
san Pietro era il capofila che governava l'operazione che
comprendeva anche la realizzazione di due passerelle. Una sul torrente
Lesina per passare da Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa
per passare dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era
un'idea assai tirata per i capelli dal momento che la cementificazione
tra Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla
molto cartacea e poco reale: ma tanto vale nel gran vortice dei 475mila
euro messi a disposizione dalla Fondazione.
6 - Del resto praticamente tutto il progetto provinciale complessivo
denominato ARCO VERDE (F.A.R.E. Arco Verde - Favorire l'Attuazione
della Rete Ecologica: primi interventi di concretizzazione delle
proposte progettuali individuate dallo Studio di Fattibilità Arco Verde
finanziato complessivamente Fondazione Cariplo con 475mila euro
(dall'Adda all'Oglio) non era che una distribuzione clientelare
di soldi ad una marea di professionisti che con un'audace operazione di
copia-incolla hanno scodellato quello che era noto da mezzo
secolo visto che tutti – ma proprio tutti- gli studi che hanno
supportato FARE era già stati prodotti dal 1900 in avanti e quindi
bastava solo collezionarli e trascriverli: dalla botanica all'idraulica
alla faunistica.
7 - Possiamo dire che tutta l'operazione è stata inventata a tavolino
da qualcuno che aveva ottimi legami col potere per incassare parcelle
in un periodo di massima magra per il settore: insomma hanno venduto
alla politica un'idea che poteva farci guadagnare voti quando non era
assolutamente necessaria viste le poche opere pratiche da
realizzare peraltro quasi interamente a carico degli enti locali.
Certuni colletti bianchi bergamaschi bene ammanigliati con la politica
–dal centrodestra al centrosinistra non dimenticando anche la fetta
leghista- sono riusciti a scroccare alla Fondazione Cariplo la bellezza
di 475mila euro per una operazione che sostanzialmente ha distribuito a
pioggia ad un tutto sommato ristretto gruppo di professionisti di
incerto successo professionale una serie di incarichi professionali che
per loro natura si sono concretizzati con una audace raccolta di
copia-incolla di studi già eseguiti e pubblicati da terzi. In
buona parte studiosi-professionisti privati della specie che tra di
loro si odiano gratuitamente: provate a mettere d'accordo tra di loro
due botanici o due esperti della fauna. Bisogna riconoscere a chi s'è
inventato questo “lavoro” una grande fantasia combinata col favore del
popolo della ZTL (e oggi delle biciclette elettriche o dei
monopattini…) che se gli parli di certi temi, cade a terra
tramortito da un orgasmo irrefrenabile. Alla fine della fiera non
siamo stati in grado di sapere come siano stati effettivamente spesi
quei 475mila euro tranne che per i 130mila interessanti l'areale dal
Monte Canto di Pontida al fiume Brembo.
Quei 130mila euro hanno prodotto solo fotocopie e studi del tutto
inutile che alla fine si sono concretizzati con opere a totale carico
dei Comuni.
Di tutto quello che si vede finora, oltre la carta digitale del tutto
inutile in quanto RI-pubblica quanto già era noto, TUTTO ma proprio
TUTTO il progetto del corridoio verde non è stato fatto nulla tranne la
passerella sul Quisa. Cui non si sa nemmeno come arrivarci almeno dalla
parte di Curno.
Ma chi ha inventato questo “progetto di ricucitura ecologica di portata
provinciale-regionale, con uno sviluppo complessivo “lineare” a livello
dell'alta pianura Bergamasca di oltre 35 km. I contesti collinari e
pedemontani interessati da Arco Verde si collocano al margine
meridionale del distretto biogeografico insubrico, ambito che
costituisce una delle aree di maggior interesse biogeografico ed
ecologico delle Alpi e dell'Italia intera” in realtà proponeva e sapeva
di vendere alla politica una bufala enorme che faceva gran comodo alla
politica per spacciarla ed avere un ottimo ritorno elettorale. Anche la
barrocca passerella sul Quisa che costa almeno il doppio del necessario
si inserisce in quest'ottica:consentire da un lato al politico di
spacciare politicamente come “opera di alto valore architettonica
inserita adeguatamente nell'ambiente” quella che poi alla fine resta
solo una sostanziosa parcella per il progettista. E non è nemmeno detto
che quel professionista non si sia legittimamente ricordato di fare una
adeguata offerta economica per la campagna del politico di turno.
Il progetto delle due passerelle è stata pagato dai tre comuni
interessati con un contributo di 48mila euro da parte del BIM ed anche
la realizzazione delle due opere sarà interamente a carico dei
comuni. Non per nulla Presezzo –nel cui comune lavora uno di quelli che
s'è beccato uno dei mille incarichi professionali (adeso prolungato…) -
se l'é svignata all'atto di appaltare la sua opera.
Curno poi ha riconfermato il metodo adottato dall'assessore Conti
che è stato vicesindaco sia con la Serra che con la Gamba: Conti
NON finisce mai un lavoro, un'opera.
Ed infatti la passerella sul Quisa parte dal sentiero di Ponte san
Pietro ed approda a Curno… dentro il vecchio letto del Quisa. Non è
collegato con la pista ciclabile che viene da Treviolo.
Si legge senza ombra di dubbio come ci sia dietro tutto questo
sfarfallare di idee promesse opere una sola cosa: usare i soldi
pubblici per mantenere la categoria dei professionisti, specie quelli
di scarso successo professionale, per mantenerli durante la crisi. E
soprattutto fare le opere in modo che… non finiscano mai nel senso che
tutti questi soldi della Fondazione Cariplo non sono solo un
investimento per l'oggi ma anche per il domani. Infatti quelle due
passerelle dovranno pure collegarsi con una pista ciclabile e quindi
bisognerà fare un'altra serie di studi studi studi progettini progetti
pro gettoni e forse tra dieci anni, quando i fondi saranno esauriti…
chissà cosa resterà in piedi e cosa non si sarà fatto.
Nei giorni scorsi pure il capogruppo CDX Locatelli Giovanni è
ricomparso sulla scena politica indigena con un volantino che inizia
così: “I Farò di Curen. Il titolo fa riferimento ad antichi soprannomi
degli abitanti dei paesi bergamaschi, tra i più noti vi sono i Giupi de
Sanga, i Gacc de Put, i Bigoi de Lai e i Farò de Curen. Ecco questo è
l'appellativo che si addice all'attuale Amministrazione Comunale che
utilizza lo slogan "Curno, un paese bello da Vivere" mentre, invece, è
un paese a cementificazione, soprattutto commerciale, incontrollata,
con il relativo aumento esponenziale dell'inquinamento, che annuncia
una serie di opere pubbliche che, ad oggi, dopo 4 anni di mandato
elettorale, sono solo sulla carta”. Di opere “incompiute” a
distanza di qualche anno ne elenca quattro: 1- la riqualificazione
degli spazi integrati per anziani in via IV novembre; 2. la
realizzazione della pista ciclabile sul fiume Brembo, ad oggi solo un
progetto di fattibilità; 3. le sistemazione della cascina "Santini”; 4.
la [compiuta] realizzazione di un sistema di piste ciclabili.
Conti -oggi vicesindaco ed assessore all'urbanistica ed ai lavori
pubblici- e la giunta Serra ieri e Gamba oggi stanno mettendo in atto
qualcosa di politicamente molto scorretto e illegale: cominciano
delle opere e non le finiscono dopo avere combinato attorno un
sacco di casini per lasciarle in groppa a chi verrà dopo di loro.
Sembra quasi che scommettano sulla loro sconfitta alle prossime
amministrative. Abbiamo da un lato una sindaca Gamba che ha già
lanciata una campagna per la propria riconferma come candidata di
Vivere Curno e dall'altro lato c'è un vicesindaco (una cartapecora
della politica che da trent0anni sta in consiglio comunale ed è
sostanzialmente l'artefice della bruttezza e della povertà del paese)
che lavora per creare un sacco di problemi alla stessa Gamba oppure a
chi verrà dopo di lui.
Perché –come stiamo scrivendo da sempre. Tutte ma proprio tutte le
opere che ha messo insieme Conti dovranno essere riprese in mano ed
aggiustate perché sono finite alla cazzo di cane quando non sono
neanche iniziate nei debiti modi o sono state realizzate in parte
lasciando indietro la parte più complessa.
|
|
AVANTI C'E' POSTO
Un abitante di Curno (e sarebbe interessante sapere da quanti anni
abita a Curno: magari è arrivato quest'anno…) che è attualmente ospite
di un lussuoso ricovero nel milanese ha chiesto al comune di farsi
carico dei gran parte della retta dovuta alla RSA. Il tutto lo leggete
nella tabella qui sotto. Di primo acchito viene da dire che quandos ei
anziano ed hai bisogno che qualcuno in tegri la retta dell'ospizio…
vieni a Curno che c'è una bella tetta da mingere.
In genere un terzo della pensione viene lasciata al pensionato e
due terzi vengono dati alla RSA. La quota che manca la integra il
Comune ovviamente se il tipo non ha soldi in banca (sarà mica scemo a
farli vedere…) o non ha proprietà immobiliari. Può avere anche una
bella casa ma… la casa è intoccabile dal momento che ci sono di mezzo
gli eredi che potrebbero anche dire la loro.
Questo personaggio versa quindi 1.100 € dei suoi e significa quindi che
ha una pensione netta di 17-18mila euro l'anno. Oggi come oggi ci sono
pochi operai e impiegati che prendono una pensione di 1.500-1.700 € al
mese. Che vuol dire che il tipo si beccava perlomeno oltre 30mila
euro netti l'anno. Non pare proprio sia stato uno che ha vissuto
nell'indigenza nera e nemmeno grigia.
Allora il signore decide di andare in una RSA, se ne sceglie una delle
migliori nella metropoli, tanto il Comune paga la differenza. E
il Comune paga. I cittadini pagano.
Forse è ora di finirla con questo metodo che premia i furbi, non fosse
altro perché uno che finoieri ha campato con oltre 30mila euro l'anno,
beh… qualche risparmio o una assicurazione se la poteva fare.
Come molti avranno sentito, dal mese prossimo entra in funzione
l'assegno unico per i figli. Si legge “La misura transitoria è legata
all'Isee la cui soglia viene alzata fino a 50 mila euro. Quindi una
famiglia con Isee fino a 7mila euro avrà diritto all'importo massimo di
167,5 euro per figlio; dai 15mila euro, l'importo si dimezza e scende a
83,5 euro (a figlio); con un Isee tra 40 e 50mila euro l'assegno sarà
di 30 euro a figlio. Aumenta in parallelo anche l'importo degli assegni
familiari percepiti da 4 milioni di famiglie: +37,5 euro a figlio, +55
euro dal terzo figlio. L'«assegno ponte» sarà destinato a lavoratori
autonomi, disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza,
immigrati con il permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno
due anni. La cifra massima per figlio con un Isee fino a 7mila euro è
di 167,5 euro mensili. Ma dal terzo figlio in poi l'importo base
aumenta del 30%: quindi per una famiglia con Isee fino a 7mila euro e 3
figli l'assegno mensile sarà di 653 euro. Per figli con disabilità,
all'importo base vengono aggiunti 50 euro così da arrivare ad un
massimo di 217,5 euro a figlio”.
In buona sostanza in Italia non siamo tutti uguali, ragion
per cui se sei ricco anziano e vai in un ricovero di lusso
(ma esistono ricoveri di lusso? Si!) il Comune ti pagherà la differenza
indipendentemente dal tuo reddito mentre se fai un figlio per la patria
(scusate: ci è scappata…) ti darà il contributo in base all'Isee.
Un buon modo di governare vorrebbe che ciascun cittadino venisse
trattato nello stesso modo e non in base all'Isee, specie se oltre a
contribuire al PIL nazionale come fanno i ricoverati nelle RSA, pure
quelli che decidono da fare uno due tre quattro enne figli venissero
premiati tal quali senza che lo Stato pretenda lo sconto.
Conclusione. Se siete anziani e volete andare in una RSA
lussuosa, venite ad abitare a Curno: ce n'è in abbondanza per tutti.
|
|
|