A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1358 DEL 05 GIUGNO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















CON LA PALLA DELLE PASSERELLE SUL QUISA E SUL LESINA
I COLLETTI BIANCHI IN COMBUTTA CON LA POLITICA
 SI SONO FATTI DEI GENEROSI REDDITI DI CITTADINANZA
ED AI COMUNI TOCCANO LE SPESE (SENZA CHE LE OPERE SIANO FINITE)
MA QUALCHE COMUNE VISTI I COSTI SE LA SFILA
(...)

AVANTI C'E' POSTO
Un abitante di Curno (e sarebbe interessante sapere da quanti anni abita a Curno: magari è arrivato quest'anno…) che è attualmente ospite di un lussuoso ricovero nel milanese ha chiesto al comune di farsi carico dei gran parte della retta dovuta alla RSA. Il tutto lo leggete nella tabella qui sotto. Di primo acchito viene da dire che quandos ei anziano ed hai bisogno che qualcuno in tegri la retta dell'ospizio… vieni a Curno che   c'è una bella tetta da mingere.
In genere  un terzo della pensione viene lasciata al pensionato e due terzi vengono dati alla RSA. La quota che manca la integra il Comune ovviamente se il tipo non ha soldi in banca (sarà mica scemo a farli vedere…) o non ha proprietà immobiliari. Può avere anche una bella casa ma… la casa è intoccabile dal momento che ci sono di mezzo gli eredi che potrebbero anche dire la loro.
Questo personaggio versa quindi 1.100 € dei suoi e significa quindi che ha una pensione netta di 17-18mila euro l'anno. Oggi come oggi ci sono pochi operai e impiegati che prendono una pensione di 1.500-1.700 € al mese. Che vuol dire che il tipo si beccava perlomeno  oltre 30mila euro netti l'anno. Non pare proprio sia stato uno che ha vissuto nell'indigenza  nera e nemmeno grigia.
Allora il signore decide di andare in una RSA, se ne sceglie una delle migliori nella metropoli, tanto il Comune  paga la differenza. E il Comune paga. I cittadini pagano.
Forse è ora di finirla con questo metodo che premia i furbi, non fosse altro perché uno che finoieri ha campato con oltre 30mila euro l'anno, beh… qualche risparmio o una assicurazione se la poteva fare.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






































































































































































































































CON LA PALLA DELLE PASSERELLE SUL QUISA E SUL LESINA
I COLLETTI BIANCHI IN COMBUTTA CON LA POLITICA
 SI SONO FATTI DEI GENEROSI REDDITI DI CITTADINANZA
ED AI COMUNI TOCCANO LE SPESE (SENZA CHE LE OPERE SIANO FINITE)
MA QUALCHE COMUNE VISTI I COSTI SE LA SFILA
1 -Arco Verde rappresenta un progetto di ricucitura ecologica di portata provinciale-regionale, con uno sviluppo complessivo “lineare” a livello dell'alta pianura Bergamasca di oltre 35 km. I contesti collinari e pedemontani interessati da Arco Verde si collocano al margine meridionale del distretto biogeografico insubrico, ambito che costituisce una delle aree di maggior interesse biogeografico ed ecologico delle Alpi e dell'Italia intera. Su quest'area, grazie a uno studio di fattibilità (2015) che ha interessato un totale di 44 comuni, 6 Plis, 4 Comunità montane, 1 Riserva Naturale e 4 Parchi Regionali, sono stati individuati 17 ambiti, per i quali sono già stati elaborati progetti preliminari di intervento.

2 - All'interno di Arco Verde il Comune di Curno s'era messo assieme a quello di Ponte san Pietro e quello di Presezzo per ottenere un finanziamento dalla Fondazione Cariplo 2015 per la creazione di un connessione ecologica tra il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco (la collina che da Pontida scavalca e scende nella piana dell'Isola per congiungersi col Parco del Basso Brembo cui stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord dello stesso fino ad arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte san Pietro era il capofila che governava l'operazione che  comprendeva anche la realizzazione di due passerelle. Una sul torrente Lesina per passare da Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa per passare dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era  un'idea assai tirata per i capelli dal momento che la cementificazione tra Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla molto cartacea e poco reale: ma tanto vale nel gran vortice dei 475mila euro messi a disposizione dalla Fondazione.

6 - Del resto praticamente tutto il progetto provinciale complessivo denominato ARCO VERDE (F.A.R.E. Arco Verde - Favorire l'Attuazione della Rete Ecologica: primi interventi di concretizzazione delle proposte progettuali individuate dallo Studio di Fattibilità Arco Verde finanziato complessivamente Fondazione Cariplo con 475mila euro (dall'Adda all'Oglio)  non era che una distribuzione clientelare di soldi ad una marea di professionisti che con un'audace operazione di copia-incolla hanno scodellato  quello che era noto da mezzo secolo visto che tutti – ma proprio tutti- gli studi che hanno supportato FARE era già stati prodotti dal 1900 in avanti e quindi bastava solo collezionarli e trascriverli: dalla botanica all'idraulica alla faunistica.

7 - Possiamo dire che tutta l'operazione è stata inventata a tavolino da qualcuno che aveva ottimi legami col potere per incassare parcelle in un periodo di massima magra per il settore: insomma hanno venduto alla politica un'idea che poteva farci guadagnare voti quando non era assolutamente necessaria viste le poche opere  pratiche da realizzare peraltro quasi interamente a carico degli enti locali.

Certuni colletti bianchi bergamaschi bene ammanigliati con la politica –dal centrodestra al centrosinistra non dimenticando anche la fetta leghista- sono riusciti a scroccare alla Fondazione Cariplo la bellezza di 475mila euro per una operazione che sostanzialmente ha distribuito a pioggia ad un tutto sommato ristretto gruppo di professionisti di incerto successo professionale una serie di incarichi professionali che per loro natura si sono concretizzati con una audace raccolta di copia-incolla di studi già eseguiti e pubblicati da  terzi. In buona parte studiosi-professionisti privati della specie che tra di loro si odiano gratuitamente: provate a mettere d'accordo tra di loro due botanici o due esperti della fauna. Bisogna riconoscere a chi s'è inventato questo “lavoro” una grande fantasia combinata col favore del popolo della ZTL  (e oggi delle biciclette elettriche o dei monopattini…)  che  se gli parli di certi temi, cade a terra tramortito da un orgasmo irrefrenabile. Alla fine della fiera  non siamo stati in grado di sapere come siano stati effettivamente spesi quei 475mila euro tranne che per i 130mila interessanti l'areale dal Monte Canto di Pontida al fiume Brembo.
Quei 130mila euro hanno prodotto solo fotocopie e studi del tutto inutile che alla fine si sono concretizzati con opere a totale carico dei Comuni.
Di tutto quello che si vede finora, oltre la carta digitale del tutto inutile in quanto RI-pubblica quanto già era noto, TUTTO ma proprio TUTTO il progetto del corridoio verde non è stato fatto nulla tranne la passerella sul Quisa. Cui non si sa nemmeno come arrivarci almeno dalla parte di Curno.

Ma chi ha inventato questo “progetto di ricucitura ecologica di portata provinciale-regionale, con uno sviluppo complessivo “lineare” a livello dell'alta pianura Bergamasca di oltre 35 km. I contesti collinari e pedemontani interessati da Arco Verde si collocano al margine meridionale del distretto biogeografico insubrico, ambito che costituisce una delle aree di maggior interesse biogeografico ed ecologico delle Alpi e dell'Italia intera” in realtà proponeva e sapeva di vendere alla politica una bufala enorme che faceva gran comodo alla politica per spacciarla ed avere un ottimo ritorno elettorale. Anche la barrocca passerella sul Quisa che costa almeno il doppio del necessario si inserisce in quest'ottica:consentire da un lato al politico di spacciare politicamente come “opera di alto valore architettonica inserita adeguatamente nell'ambiente” quella che poi alla fine resta solo una sostanziosa parcella per il progettista. E non è nemmeno detto che quel professionista non si sia legittimamente ricordato di fare una adeguata offerta economica per la campagna del politico di turno.

Il progetto delle due passerelle è stata pagato dai tre comuni interessati con un contributo di 48mila euro da parte del BIM ed anche la realizzazione delle due opere sarà interamente  a carico dei comuni. Non per nulla Presezzo –nel cui comune lavora uno di quelli che s'è beccato uno dei mille incarichi professionali (adeso prolungato…) - se l'é svignata all'atto di appaltare la sua opera.

Curno poi ha riconfermato  il metodo adottato dall'assessore Conti che è stato  vicesindaco sia con la Serra che con la Gamba: Conti NON finisce mai un lavoro, un'opera.
Ed infatti la passerella sul Quisa parte dal sentiero di Ponte san Pietro ed approda a Curno… dentro il vecchio letto del Quisa. Non è collegato con la pista ciclabile che viene da Treviolo.
Si legge senza ombra di dubbio come ci sia dietro tutto questo sfarfallare di idee promesse opere una sola cosa: usare i soldi pubblici per mantenere la categoria dei professionisti, specie quelli di scarso successo professionale, per mantenerli durante la crisi. E soprattutto fare le opere in modo che… non finiscano mai nel senso che tutti questi soldi della Fondazione Cariplo non sono solo un investimento per l'oggi ma anche per il domani. Infatti quelle due passerelle dovranno pure collegarsi con una pista ciclabile e quindi bisognerà fare un'altra serie di studi studi studi progettini progetti pro gettoni e forse tra dieci anni, quando i fondi saranno esauriti… chissà cosa resterà in piedi e cosa non si sarà  fatto.

Nei giorni scorsi pure il capogruppo CDX Locatelli Giovanni è ricomparso sulla scena politica indigena con un volantino che inizia così: “I Farò di Curen. Il titolo fa riferimento ad antichi soprannomi degli abitanti dei paesi bergamaschi, tra i più noti vi sono i Giupi de Sanga, i Gacc de Put, i Bigoi de Lai e i Farò de Curen. Ecco questo è l'appellativo che si addice all'attuale Amministrazione Comunale che utilizza lo slogan "Curno, un paese bello da Vivere" mentre, invece, è un paese a cementificazione, soprattutto commerciale, incontrollata, con il relativo aumento esponenziale dell'inquinamento, che annuncia una serie di opere pubbliche che, ad oggi, dopo 4 anni di mandato elettorale, sono solo sulla carta”.  Di opere “incompiute” a distanza di qualche anno ne elenca quattro: 1- la riqualificazione degli spazi integrati per anziani in via IV novembre; 2. la realizzazione della pista ciclabile sul fiume Brembo, ad oggi solo un progetto di fattibilità; 3. le sistemazione della cascina "Santini”; 4. la [compiuta] realizzazione di un sistema di piste ciclabili.

Conti  -oggi vicesindaco ed assessore all'urbanistica ed ai lavori pubblici- e la giunta Serra ieri e Gamba oggi stanno mettendo in atto qualcosa di politicamente molto scorretto e illegale:  cominciano delle opere e non  le finiscono dopo avere combinato attorno un sacco di casini per lasciarle in groppa a chi verrà dopo di loro. Sembra quasi che scommettano sulla loro sconfitta alle prossime amministrative. Abbiamo da un lato una sindaca Gamba che ha già lanciata una campagna per la propria riconferma come candidata di Vivere Curno e dall'altro lato c'è un vicesindaco (una cartapecora della politica che da trent0anni sta in consiglio comunale ed è sostanzialmente l'artefice della bruttezza e della povertà del paese) che lavora per creare un sacco di problemi alla stessa Gamba oppure a chi verrà dopo di lui.
Perché –come stiamo scrivendo da sempre. Tutte ma proprio tutte le opere che ha messo insieme Conti dovranno essere riprese in mano ed aggiustate perché sono finite alla cazzo di cane quando non sono neanche iniziate nei debiti modi o sono state realizzate in parte lasciando indietro la parte più complessa.


AVANTI C'E' POSTO
Un abitante di Curno (e sarebbe interessante sapere da quanti anni abita a Curno: magari è arrivato quest'anno…) che è attualmente ospite di un lussuoso ricovero nel milanese ha chiesto al comune di farsi carico dei gran parte della retta dovuta alla RSA. Il tutto lo leggete nella tabella qui sotto. Di primo acchito viene da dire che quandos ei anziano ed hai bisogno che qualcuno in tegri la retta dell'ospizio… vieni a Curno che   c'è una bella tetta da mingere.
In genere  un terzo della pensione viene lasciata al pensionato e due terzi vengono dati alla RSA. La quota che manca la integra il Comune ovviamente se il tipo non ha soldi in banca (sarà mica scemo a farli vedere…) o non ha proprietà immobiliari. Può avere anche una bella casa ma… la casa è intoccabile dal momento che ci sono di mezzo gli eredi che potrebbero anche dire la loro.
Questo personaggio versa quindi 1.100 € dei suoi e significa quindi che ha una pensione netta di 17-18mila euro l'anno. Oggi come oggi ci sono pochi operai e impiegati che prendono una pensione di 1.500-1.700 € al mese. Che vuol dire che il tipo si beccava perlomeno  oltre 30mila euro netti l'anno. Non pare proprio sia stato uno che ha vissuto nell'indigenza  nera e nemmeno grigia.
Allora il signore decide di andare in una RSA, se ne sceglie una delle migliori nella metropoli, tanto il Comune  paga la differenza. E il Comune paga. I cittadini pagano.
Forse è ora di finirla con questo metodo che premia i furbi, non fosse altro perché uno che finoieri ha campato con oltre 30mila euro l'anno, beh… qualche risparmio o una assicurazione se la poteva fare.

Come molti avranno sentito, dal mese prossimo entra in funzione l'assegno unico per i figli. Si legge “La misura transitoria è legata all'Isee la cui soglia viene alzata fino a 50 mila euro. Quindi una famiglia con Isee fino a 7mila euro avrà diritto all'importo massimo di 167,5 euro per figlio; dai 15mila euro, l'importo si dimezza e scende a 83,5 euro (a figlio); con un Isee tra 40 e 50mila euro l'assegno sarà di 30 euro a figlio. Aumenta in parallelo anche l'importo degli assegni familiari percepiti da 4 milioni di famiglie: +37,5 euro a figlio, +55 euro dal terzo figlio. L'«assegno ponte» sarà destinato a lavoratori autonomi, disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza, immigrati con il permesso di soggiorno e residenti in Italia da almeno due anni. La cifra massima per figlio con un Isee fino a 7mila euro è di 167,5 euro mensili. Ma dal terzo figlio in poi l'importo base aumenta del 30%: quindi per una famiglia con Isee fino a 7mila euro e 3 figli l'assegno mensile sarà di 653 euro. Per figli con disabilità, all'importo base vengono aggiunti 50 euro così da arrivare ad un massimo di 217,5 euro a figlio”.
 In buona sostanza in Italia  non siamo tutti uguali, ragion per cui se sei ricco anziano e vai  in un ricovero di lusso  (ma esistono ricoveri di lusso? Si!) il Comune ti pagherà la differenza indipendentemente dal tuo reddito mentre se fai un figlio per la patria (scusate: ci è scappata…) ti darà il contributo in base all'Isee.
Un buon modo di governare vorrebbe che ciascun cittadino venisse trattato nello stesso modo e non in base all'Isee, specie se oltre a contribuire al PIL nazionale come fanno i ricoverati nelle RSA, pure quelli che decidono da fare uno due tre quattro enne figli venissero premiati tal quali senza che lo Stato pretenda lo sconto.
Conclusione. Se siete  anziani e volete andare in una RSA lussuosa, venite ad abitare a Curno: ce n'è in abbondanza per tutti.