A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1356 DEL 27 MAGGIO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.




















A CURNO LE MADAMINE ISTALLANO I PANNELLI SOLARI PER VENDERE LA CORRENTE ALL'ENEL ALTROVE OTTENGONO I FONDI GRATIS PER L'ACCUMUMULO DEL FOTOVOLTAICO

E così alle madamine amministratrici del comune bello da vivere hanno “bagnato il naso”* un'altra volta. Quando hai a che fare con delle amministratrici bulle e incompetenti e dei dirigenti altrettanto incompetenti, stai sicuro che sei di Curno. Basta leggere l'articolo di oggi sul Bugiardino e se pensiamo che quasi tutti gli edifici comunali hanno appiccicato sul tetto qualche dozzina di pannelli solari, scopri che quando noi scrivevamo che il Comune di Curno produceva corrente per venderla  (praticamente a gratis) all'Enel avevamo visto giusto. Ci deve essere una solida manina che guida non vista quelle (le amministratrici)  che s'inventano e i dirigenti (maschi o femmine che siano) redigono le determinazioni costosissime per istallare pannelli solari comunali sugli edifici comunali perché solo delle autentiche genialità possono immaginare di istallare (a pagamento) pannelli solari che producono corrente in massima parte quando… non serve e quindi la immettono in rete vendendola all'enel. IMHO l'operazione serve a pagare quegli uffici tecnici che redigono i progetti e danno le consulenze… inutili. Che ci sia una manina proveniente anche dal consiglio comunale?.
(...)

MORANDI PIOLTELLO MOTTARONE: NON CI SONO CON LA TESTA MA COL PORTAFOGLIO SI
(...)
Noi non crediamo che sia colpa della pandemia e della necessità e della avventatezza di volere ripartire e guadagnare. Indubbiamente  c'è di mezzo anche la necessità di tornare a guadagnare ma al Mottarone come per il viadotto Morandi  oppure per l'incidente ferroviario di Pioltello si sommano una serie di concause che non hanno solo il denaro come molla scatenante ma soprattutto il pressapochismo di chi deve gestire certi servizi senza averne la necessaria cultura preparazione affidabilità provata.
In tutti questi casi chi sapeva doveva recarsi dai carabinieri ed avvisare che per il Morandi era stata preparato un progetto di riarmo per il pericolo di crollo imminente che venne abbandonato nel cassetto: ma il progettista che doveva essere il primo a cantare era stata pagato la prestazione. A Pioltello il problema era già stato indivdutao dal manutentore della linea che aveva provveduto a…calare un pezzo di asse per ridurre le vibrazioni del binario rotto in testata. Qualcuno sapeva ma non ha parlato. Al Mottarone addirittura c'erano  probabilmente una dozzina di persone che sapevano che la funivia ogni tanto si bloccava inavvertitamente. Ma la Leitner aveva soprasseduto perché non  era stata pagata e quindi il problema era rimasto in mano ai locali i quali … se il freno si blocca senza ragioni  che facciamo? Impediamo al freno di bloccare. Seguono 14 morti che potevano essere 15.
Il tragico è che perfino chi aveva manomesso il sistema aveva utilizzato la funivia per se e la sua famiglia.
Un po' come quei manutentori di RFI che sapevano, viaggiavano e… tanto tocca agli altri. Stessa storia del Morandi: lo sapeva il progettista che aveva raccomandato il che fare.
Lo sapeva l'ANAS quando aveva ceduto le autostrade e il Morandi ai Benetton e dintorni. Lo sapevano i padroni di Autostrade che avevano affrontato il problema alla pila 11. Sapevano che lo stesso problema c'era per la pila 10 e la 9. I padroni dell'autostrada avevano fatto fare il progetto per sistemare le due pile ma poi… lasciamolo li che tanto se non è successo niente finora cosa vuoi che succeda d'ora in poi?!.

Ecco: non c'entra la pandemia. E' solo una questione da 'mpustur catolec”.


19 MB















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






































































































































































































































A CURNO LE MADAMINE ISTALLANO I PANNELLI SOLARI PER VENDERE LA CORRENTE ALL'ENEL ALTROVE OTTENGONO I FONDI GRATIS PER L'ACCUMUMULO DEL FOTOVOLTAICO

E così alle madamine amministratrici del comune bello da vivere hanno “bagnato il naso”* un'altra volta. Quando hai a che fare con delle amministratrici bulle e incompetenti e dei dirigenti altrettanto incompetenti, stai sicuro che sei di Curno. Basta leggere l'articolo di oggi sul Bugiardino e se pensiamo che quasi tutti gli edifici comunali hanno appiccicato sul tetto qualche dozzina di pannelli solari, scopri che quando noi scrivevamo che il Comune di Curno produceva corrente per venderla  (praticamente a gratis) all'Enel avevamo visto giusto. Ci deve essere una solida manina che guida non vista quelle (le amministratrici)  che s'inventano e i dirigenti (maschi o femmine che siano) redigono le determinazioni costosissime per istallare pannelli solari comunali sugli edifici comunali perché solo delle autentiche genialità possono immaginare di istallare (a pagamento) pannelli solari che producono corrente in massima parte quando… non serve e quindi la immettono in rete vendendola all'enel. IMHO l'operazione serve a pagare quegli uffici tecnici che redigono i progetti e danno le consulenze… inutili. Che ci sia una manina proveniente anche dal consiglio comunale?.

Sostanzialmente i consumi correnti di energia elettrica negli edifici non coincidono coi momenti di produzione da parte dei pannelli solari. Non solo per via dell'alternanza notte-giorno ma per il fatto che per esempio nelle scuole la maggiore produzione di energia elettrica avviene nella stagione in cui le scuole sono chiuse. Lo stesso per i centri sportivi i quali operano prevalentemente di sera oppure nei due giorni di fine settimana. Idem per la pubblica illuminazione.
Un Comune per operare con debita intelligenza ed economia deve fare un bilancio dei propri consumi energetici elettrici (da tutti i punti di prelievo intestati al comune) registrandoli ora minuto per minuto in una annata “normale” (il 2020 NON è stata un'annata “normale”…) e da li partire per fare un progetto che calcoli quanti mq di pannelli solari istallati su tetti fissi o su girasoli, quante batterie d'accumulo deve istallare per distribuire l'energia auto-prodotta ed accumulata e crearsi una linea propria di alimentazione dei propri edifici e infrastrutture in modo da garantirsi una autonomia. Ovvio che un investimento del genere, del tutto sostenibile da parte di un comune come il nostro, si può realizzare anche passo passo in due-tre anni. E si poteva già realizzare quando il Comune ha messo all'incanto la ristrutturazione dell'impianto di illuminazione pubblica.
La questione è che non si sa se la consigliera Serra (delegata allo “sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente”) abbia anche questo compito oppure che addirittura non esista un politico delegato allo scopo. Sappiamo che la Serra è stata una delle sostenitrici del progetto di affidare l'illuminazione pubblica attraverso un contrato ad hoc salvo poi scoprire che l'ha vinto una società produttrici di energia elettrica ma il comune acquista la corrente dall'enel. Un mistero. nDel resto, tanto per capire cosa intende la Serra per “competenza” la stesura dell'appalto di affido della pubblica illuminazione NON è stato affidato a un ingegnere elettrotecnico o almeno un perito (elettrotecnico e non un dentista) ma a un… geometra. Perché costava di meno. Hai voglia!.

Leggiamo sul Bugiardino che “Sul piatto poco meno di 200.000 euro per i nuovi impianti per centro socioculturale, auditorium, municipio, palestra, scuola elementare, centro civico e centro sportivo di Barzana; 118.000 per le scuole primarie e secondarie di Brembate Sopra; 64.000 per i sistemi di accumulo di municipio e biblioteca di Calusco d'Adda; 37.576 per quello del palasport di Mapello; 22.240 per il risparmio energetico del palazzo comunale di Bottanuco e 39.772 per la manutenzione dell'impianto fotovoltaico già esistente a Chignolo d'Isola.

Il contributo più corposo va ad Ambivere con circa 212.000 euro, a fronte dei 233.000 richiesti, per la realizzazione d'impianti fotovoltaici con sistema di accumulo a centro socioculturale, centro sportivo, municipio e scuola primaria «Papa Giovanni XXIII». Finanziati con circa 182.000 euro anche i progetti di Villa d'Adda per centro sportivo, municipio e scuola media. Centosessantamila euro invece per il Comune di Carvico, per interventi pari a 172.000 euro su scuola materna, scuola media e palestra di via Gramsci. Quattro i progetti finanziati di Sotto il Monte con 178.000 euro complessivi a fronte dei 196.000 necessari per gli impianti di sala civica, centro sportivo, scuola primaria e secondaria. Il bando finanzia con 166.000 euro dei 172.000 necessari anche i progetti di Presezzo che interessano gli impianti di municipio, falde est e ovest del bocciodromo, scuole medie ed elementari, palestra e cimitero. A Palazzago un contributo di 121.000 euro per gli impianti di municipio ed elementari. E infine 20.000 euro per scuole medie e protezione civile di Cisano, con il Comune che parteciperà alla spesa con i 4.000 mancanti a coprire il costo totale degli interventi.” C'è da aggiungere che pure Cavernago ha partecipato al bando ed otterrà 140mila euro a fondo perduto.

Del resto lo stesso casino è successo con la parte hardware della digitalizzazione del Comune. Anche li uno immagina che il Comune si faccia fare un progetto complessivo da parte di una azienda di livello internazionale (e non dall'elettricista vicino di casa di qualche addetto) e poi istalli la fibra ottica, usando anche i cavidotti esistenti, per mettere in rete tutto gli edifici comunali e le scuole. Niente di tutto questo è accaduto: invece hanno messo insieme un patchwork che va un po' a pedali e poco a F1.

Sia nel caso dei pannelli solari che nel caso dell'hardware della digitalizzazione il Comune non ha svolto il ruolo di esempio e di traino ma è stato “al traino” degli interessi della mafietta professionale e artigianale che ha in mano il settore. Mafietta che non consente che si faccia un salto di uno step tecnologico ma  ti impone che si percorra tutto l'itinerario di spesa (progetti e impianti e manutenzione e softwhare) che fanno comodo loro perché così s'ingrassano tanto paga sempre pantalone.

E così succede che per misteriosi misteri scopriamo che proprio i comuni bergamaschi che stanno dieci punti indietro la media delle vaccinazioni contro il covid19 sono riusciti a battere  in tema di utilizzo razionale  dell'energia solare il comune “bello di vivere” retto da uno stuolo di madamine che si credono l'alfa e l'omega della scienza  della democrazia della partecipazione.


*[«ti hanno bagnato il naso» è un modo di dire che qualcuno ti ha superato in qualcosa cui tenevi molto]

MORANDI PIOLTELLO MOTTARONE: NON CI SONO CON LA TESTA MA COL PORTAFOGLIO SI
Davanti ad una strage con 14 ammazzati attorno alla quale i media si sono avventati come lupi sulle tre prede ci sarebbe poco da aggiungere tranne due considerazioni che non mi pare siano state prese in considerazione dagli imbrattacarte.
La prima considerazione parte da un fatto banale: chi ha una caldaia a gas per il riscaldamento domestico è obbligato ad effettuare ogni due anni la manutenzione ordinaria e il controllo fumi. In genere il tecnico che fa queste due verifiche alla fine rilascia la ricevuta di pagamento e il bollino affisso alla caldaia. La domanda che sorge immediatamente è: se il giorno successivo alla manutenzione la caldaia  scoppia facendo danni enormi alla casa ed alle persone chi paga?. Al cittadino non viene rilasciata nessuna indicazione per trovare il contratto di assicurazione che il manutentore dovrebbe possedere. Basterebbe un qrcode ma quel contratto nessuno lo conosce.
Io sono convinto che nella maggioranza dei casi le caldaie domestiche stanno più o meno nella stessa situazione della funivia del Mottarone. Tutte le carte sono a posto ma nessuno sa se sia davvero a posto la caldaia domestica così come gli utenti della funivia del Mottarone non potevano leggere prima dell'acquisto del biglietto il contratto di assicurazione del gestore  nei confronti dei viaggiatori e la dichiarazione di conformità dell'impianto rispetto alle normative vigenti.
E non è privo di significato il fatto che dopo mezzo secolo dell'avvento del riscaldamento a metano o dopo un secolo dalla costruzione delle funivie non sia MAI diventato OBBLIGATORIO esporre sia il contratto di assicurazione che le autorizzazioni necessarie alle scadenze obbligatorie.

La seconda osservazione che mi viene da fare sulla tragedia del Mottarone è la quantità di tronchi segati a macchina (con motosega, quindi non caduti per la tempesta Vaia) distesi lungo il percorso dove s'è sfracellata  a terra la cabina. Si sono visti benissimo nei filmati dei vigili del fuoco e nelle numerose fotografie pubblicate dai giornali.  Mi pare ovvio che quella strage di alberi abbandonati a terra da chissà quanti mesi od anni siano stati visti dai passeggeri oltre che dai chi li aveva tagliati e NON raccolti. Tra l'altro proprio nel corridoio di passaggio della funivia. La mancata raccolta e sgombero di quegli abeti e pini accelera l'infezione da bostrico. Ma tanto vale: se non importa nulla tenere sotto controllo una funivia volete che abbiano qualche timore che il bostrico distrugga le selve?.

Stamane Ezio Mauro scrive ci sarebbe stato “uno scambio — l'ennesimo — tra sicurezza e profitto, come se sotto l'urto della crisi le due ragioni non riuscissero più a comporsi e a stare insieme. Una logica privata portata agli estremi, con effetti pubblici imprevisti e devastanti.
(…) Forse non abbiamo misurato fino in fondo gli effetti della pandemia, ipnotizzati dal contagio. Siamo schiacciati da tre crisi, una sanitaria, con l'assedio del virus, una sociale, con la nuova distanza fisica e psicologica tra gli individui, una economica, con l'attività produttiva e commerciale disarticolata e soffocata, e l'occupazione minacciata e colpita di conseguenza. Questa emergenza cambia la scala delle nostre priorità, com'è ovvio e come sappiamo: ma questo sommovimento nella gerarchia di valori, impegni, obblighi e opportunità sta mutando anche la nostra sensibilità sociale, la relazione tra noi e gli altri, il rapporto tra gli interessi e gli obblighi. (…)Nell'ansia di riaprire (finalmente), di ripartire, di recuperare il tempo e il guadagno perduto, la sicurezza diventa comprimibile, le misure che comporta sono rinviabili, le compatibilità tra le garanzie e il lavoro possono essere modificate. I diritti nati nel lavoro, come i diritti mai nati del cittadino-consumatore di beni e servizi, diventano una variabile dipendente della crisi, diritti-ombra, o almeno diritti-nani, comprimibili e sacrificabili nelle fasi di difficoltà: come se riguardassero soltanto i loro diretti beneficiari, e non fossero invece espressione della cifra complessiva di qualità di una democrazia”.

Noi non crediamo che sia colpa della pandemia e della necessità e della avventatezza di volere ripartire e guadagnare. Indubbiamente  c'è di mezzo anche la necessità di tornare a guadagnare ma al Mottarone come per il viadotto Morandi  oppure per l'incidente ferroviario di Pioltello si sommano una serie di concause che non hanno solo il denaro come molla scatenante ma soprattutto il pressapochismo di chi deve gestire certi servizi senza averne la necessaria cultura preparazione affidabilità provata.
In tutti questi casi chi sapeva doveva recarsi dai carabinieri ed avvisare che per il Morandi era stata preparato un progetto di riarmo per il pericolo di crollo imminente che venne abbandonato nel cassetto: ma il progettista che doveva essere il primo a cantare era stata pagato la prestazione. A Pioltello il problema era già stato indivdutao dal manutentore della linea che aveva provveduto a…calare un pezzo di asse per ridurre le vibrazioni del binario rotto in testata. Qualcuno sapeva ma non ha parlato. Al Mottarone addirittura c'erano  probabilmente una dozzina di persone che sapevano che la funivia ogni tanto si bloccava inavvertitamente. Ma la Leitner aveva soprasseduto perché non  era stata pagata e quindi il problema era rimasto in mano ai locali i quali … se il freno si blocca senza ragioni  che facciamo? Impediamo al freno di bloccare. Seguono 14 morti che potevano essere 15.
Il tragico è che perfino chi aveva manomesso il sistema aveva utilizzato la funivia per se e la sua famiglia.
Un po' come quei manutentori di RFI che sapevano, viaggiavano e… tanto tocca agli altri. Stessa storia del Morandi: lo sapeva il progettista che aveva raccomandato il che fare.
Lo sapeva l'ANAS quando aveva ceduto le autostrade e il Morandi ai Benetton e dintorni. Lo sapevano i padroni di Autostrade che avevano affrontato il problema alla pila 11. Sapevano che lo stesso problema c'era per la pila 10 e la 9. I padroni dell'autostrada avevano fatto fare il progetto per sistemare le due pile ma poi… lasciamolo li che tanto se non è successo niente finora cosa vuoi che succeda d'ora in poi?!.

Ecco: non c'entra la pandemia. E' solo una questione da 'mpustur catolec”.