L'ESTATE DEI RAGAZZI:ARRANGIATEVI!
Per il tempo libero dei ragazzi minorenni questa estate il Comune
consegna tutto in mano ai privati. Fatevi avanti ed arrangiatevi è la
filosofia che anima il comune del paese bello da vivere e noi (comune)
vi assegniamo un contributo di 100.00 euro una tantum a sostegno
dell'iniziativa per ogni associazione che organizzerà l'attività, a
condizione che almeno un corso o attività si svolga effettivamente con
un minimo di n. 5 iscritti adulti residenti in paese che si svolga nei
5 parchi comunali (parchi comunali' sic!).
Non vi basta questo si debbono essere domandate l'assessora competente
assieme alla sindaca competente ed alla dirigente competente? Si
rispondono: noi comune vi diamo un contributo per l'abbattimento quote
di partecipazione attività' ludico, ricreative, educative e sportive
rivolte ai bambini e ragazzi. E quindi richiamati i progetti sul
territorio di Curno: “MULTISPORT”: di attività ludico ricreativa
all'aria aperta organizzato da Airone cooperativa sociale rivolto agli
utenti di età compresa fra i 4 e gli 11 anni; e“READY, SET, GO!”: corsi
pomeridiani educativi - sportivi organizzati dall' asd Indysciplinati
del locale Oratorio rivolti ai ragazzi della scuola secondaria. Tutto
questo per (a) favorire lo svolgimento di attività sportive sul
territorio rivolte specificatamente ai ragazzi e ai giovani, e
sostenere le stesse concretamente, in ragione delle loro ricadute
positive sulla salute psico-fisica dei propri cittadini e per la
Comunità in finizione dei valori propri dello sport quali lealtà,
rispetto, crescita sociale, inclusione, cultura ed educazione; (b)
sostenere le famiglie, abbattendo le disuguaglianze economiche
nell'accesso allo sport da parte dei bambini e dei ragazzi con
particolare attenzione alla grave crisi economica correlata a quella
sanitaria; (c) sostenere le associazioni sportive, soprattutto in
questo periodo di grave crisi dovuta all'emergenza Covid - 19, che ha
messo in grande difficoltà le organizzazioni sportive a livello
nazionale, regionale ed ancor di più le piccole realtà locali.
Questo premesso il Comune contribuirà per abbattere le quote di
partecipazione a “MULTISPORT” per uno sconto di 19,00 euro per ogni
pacchetto di 8 incontri mentre per il progetto di “READY, SET,
GO!” agli iscritti residenti sarà richiesto solo un contributo di euro
5,00 per ogni corso per l'iscrizione da versare al Comune ed euro 5,00
per la quota assicurativa da versare ad Indysciplinati mentre il Comune
pensa di investire 1380 euro destinati all'Indysciplinati.
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LETTA SI GIOCA LE PROSSIME ELEZIONI MENTRE
COL DECRETO SEMPLIFICAZIONI VIA LIBERA ALLA CORRUZIONE
POLITICI E BRUROCRATI FESTEGGIANO: MENO LAVORO
E MAGGIORI SODDISFAZIONI
Enrico Letta propone di finanziare una dote per i giovani con una
tassa fino al 20 per cento sulle eredità immobiliari che valgano dai 5
milioni in su, una misura che “riguarderebbe l'1% della popolazione“.
Questo concetto lo ha ripetuto prima al telefono con il presidente del
Consiglio, poi su Twitter: “Traggo la triste ennesima conferma che non
siamo un Paese per giovani. E non mollo”, ha scritto. Intanto il
premier gli ha risposto serafico via Ansa che prima si deve disegnare
una riforma complessiva “nel segno della progressività” e dello stimolo
alla crescita. Hai voglia.
Probabilmente con quest'idea di primo acchito niente affatto malvagia
il PD s'è giocato le prossime elezioni e forse addirittura la
segreteria prima di arrivarci.
Lo scrivo non appartenendo alla categoria di quelli che non hanno
ricevuto una eredità così consistente (oltre 5 milioni di euro) e senza
nemmeno lasciarne una altrettanto consistente.
Più rudemente, ed efficacemente, il vignettista del Foglio, Makkox, ha
tradotto così la risposta del presidente del Consiglio: “Enrico, questo
è il momento di consolare i coglioni, non di romperli”.
Letta non ha compreso al volo che gli Italiani –notoriamente
proprietari immobiliari di casa propria- appena sentono una proposta
del genere la traducono sinteticamente: fregheranno ancora chi ha uno o
due appartamenti mentre le assicurazioni e le immobiliari la
svicoleranno.
Certo è che un segretario così furbo e capace di parlare cogli elettori
delle ZTL che arriva ad articolare una buonissima proposta in maniera
così scalcinata, beh… meglio che torni a Parigi. Non fosse altro che ai
giovani viene già lasciato un debito pubblico niente affatto modesto.
Debito che è servito anche a quei giovani.
Qui si innesta il dibattito sulla riforma fiscale. Da noi rispetto agli
altri Paesi, tassiamo poco le case (non tassiamo, per la prima casa, né
il valore della stessa, né il suo reddito imputabile, cosa che si
faceva una volta), ma tassiamo tanto il lavoro. Tassiamo poco la
ricchezza ereditata, ma tassiamo più degli altri Paesi il reddito
prodotto. Credo quindi che una riforma ampia della tassazione
richieda un mandato elettorale. Certo, aggiustamenti possono esserci
(ho citato sopra la riduzione del salto tra il secondo e terzo
scaglione Irpef), ma non potranno che essere limitati. A meno che… Si
potrebbe fare tutti contenti, o quasi, con una soluzione drastica:
finanziare in deficit e per importi elevati la riforma fiscale.
Insomma, perché dover scegliere se detassare gli autonomi o i
dipendenti quando si possono detassare in deficit entrambi i
gruppi? Le tasse in Italia vanno tagliate, ma per tagliarle
occorre trovare finanziamenti, riducendo gli sprechi nella spesa e
riducendo l'evasione fiscale. In conclusione, la riforma fiscale (a
parte cose minori) non si farà prima delle prossime elezioni. O, se si
farà, sarà in deficit, cioè pagheranno le generazioni future.
In questo contesto compare il decreto semplificazioni che dovrebbe
essere il lievito madre della crescita futura. Il decreto riguarda
esclusivamente le opere del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E
non potrebbe essere diversamente. In realtà siccome la fame vien
mangiando, c'è da scommettere che resterà in piedi anche per il resto
soprattutto perché le spese del PNRR vanno rendicontate a quegli
smarronatori di Bruxelles mentre per le cose domestiche ci si aggiusta
sempre. Infatti il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini ha
fatto capire che il Pnrr potrebbe essere un laboratorio, per dimostrare
che in Italia le opere pubbliche si possono fare presto e bene anche in
situazioni di normalità. Vedremo i risultati.
A titolo consolatorio per questo ennesimo crimine si dice che sono
soltanto misure eccezionali per una situazione eccezionale, anche se
alcune di esse potrebbero lasciare tracce profonde.
Facile immaginare l'orgasmo delle categorie imprenditoriali e
politiche per la parte che riguarda il meccanismo degli appalti e
delle forniture pubbliche. Si prevede che gli affidamenti delle opere
previste dal Pnrr avverranno sulla base della sola fattibilità tecnico
economica. Cioè sul niente. E poi perché non estendere anche ai
lavori o forniture di Regioni Provincie Comuni ATS ecc. ecc. questa
comoda normativa?
In elfetti, nella bozza di decreto salta la deroga al Codice degli
appalti (fino al prossimo 30 giugno) che consente i subappalti fino al
40% del valore complessivo dell'opera. Il testo contiene invece la
proroga di 5 anni delle altre deroghe al Codice previste dal decreto
Semplificazioni del 2020 fino al 31 luglio 2021, con alcune varianti.
In particolare, salirebbero i tetti sotto i quali si potrebbero
affidare gli appalti senza gara: da 75mila a 130mila quello per i
contratti di servizi e forniture, mentre l'affidamento dei lavori
avverrà con procedura negoziata senza bando per i contratti di importo
tra 150mila euro e un milione di euro e con la consultazione di almeno
dieci operatori solo per le opere di valore superiore.
Se questo potrà ridurre drasticamente i tempi per aprire i cantieri, al
tempo stesso è chiaro che aumenterà l'incertezza sui tempi della
realizzazione, nonché sugli stessi costi. Vero è che quasi sempre vanno
normalmente a gara progetti che di definitivo hanno ben poco, per come
sono fatti male. E in fin dei conti non sono molto distanti dalla
semplice fattibilità.
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LA CONFERENZA SU DEANDRE: MA IL MEDITERRANEO DEGLI ANNI ‘80 NON È QUELLO DEL 2020. IERI CI SI MESCOLAVA, OGGI CI SI SCONTRA.
Per non smentirsi la video registrazione della conferenza –la parola
che unisce- del professore Persio Tincani è uno dei soliti macelli in
cui eccelle il Comune quando c’è da registrare le sedute comunali
o il canale youtube gestito dall’assessora Bellezza. Non è
bastato agli assessori un anno per imparare decentemente quel che
l’oratorio sa fare benissimo trasmettendo le dirette delle Messe
riprese con un cellulare. Stavolta hanno chiamato in aiuto anche un
“tecnico” che non pare abbia dato prova di grande abilità. Siamo
sempre comunque più indietro anche rispetto alla manualità di un Leidi.
Quando abbiamo letto la locandina in cui si annunciava la conferenza di
un professore di filosofia del diritto su DeAndre ci domandammo: che
c’azzecca?”. Infatti non c’azzecca nulla tranne le origini liguri del
cantautore e del professore all’UniBG ed una comune simpatia politica
verso l’anarchia.
Carlo Massarini scriveva che l’album Creuza de Ma (e già qui nessuno sa
cosa significhi davvero) di De André era-è-sarebbe un’odissea
moderna nel Mar Mediterraneo. Album incomprensibile e autentico, una
sorta di miscuglio di fantasie espresse in sette canzoni con cui il
cantautore svela nuovi mondi da cui farsi ammaliare e lungo i quali
sognare.
DeAndre diceva che nella stessa Genova qualcuno gli chiedesse “ma in
che lingua hai cantato?”. Rispose “in una lingua del sogno che suonasse
come idioma comune a tutti i popoli del Mediterraneo”. Anche quella
speranza si è ovviamente rivelata un sogno… Le ho scritte per molti
motivi, fra cui riconoscermi in una etnìa in un universo più vasto,
quello del Mar Mediterraneo.
Poi, perché la mia bussola mi ha sempre indicato qualsiasi direzione
che non fosse la più sicura, quella scelta dalla maggioranza, mi ha
sempre indicato mondi marginali, minoranze, differenze dalla norma,
anche linguistiche: quei suoni strani, quelle parole inusuali che
sembravano strappi di arpa, richiami di volpe, fruscii di foglie, sono
sicuramente più vicini agli echi della natura di quanto non suonino le
parole delle lingue colte…». Terminando il pensiero con una citazione
dedotta da Pasolini: «Il dialetto è l’autenticità».
Di questi tempi il Mediterraneo è attraversato da barchini di disperati
che dal sud e dall’est di quel mare vogliono approdare in Italia ed è
disseminato di centinaia di migliaia di morti affogati, ricordare
questo lavoro sembrerebbe qualcosa di attuale.
Nel 1984 nessuno immaginava che trenta quaranta anni dopo dal sud
del Mediterraneo non sarebbero arrivati solo petrolio e gas ma qualche
milione di persone
Dalla conferenza abbiamo appreso due aspetti. Uno che il Tincani è
prossimo ai movimenti anarchici e due che pure DeAndre era prossimo a
quei movimenti e li ha anche finanziati. Che sarebbe come fare il figo
circolare con la due cavalli adesso.
Quando il disco venne prodotto nel 1984 il Mediterraneo era visto
dall’Europa come il mare a basso costo dove (le nazioni al nord del
Mediterraneo) potevano cavare dalla sponda sud perfino il sangue pur di
arricchirsi. Oltre che petrolio e un mare di tangenti sull’oro nero e
sul commercio delle armi.
La realtà è che nessuno ha ben compreso ne i testi delle canzoni ne il
significato complessivo. Hai voglia di leggere e interpretare questo o
quella frase e cercare di ricostruirne il significato: alla fine è
sempre e solo il tuo pensiero-interpretazione e chissà cosa intendeva
l’autore. Accade dappertutto che quando i popoli si muovono mescolano
parole linguaggio ideali comportamenti e non è detto che ciascuno di
loro faccia un corso di lingue ma ne inventano da se una per loro
e per gli altri e la modificano all’istante pur di intendersi.
Il fatto è che negli anni ’80 il Mediterraneo lo si poteva definire un
mare in relativa pace mentre oggi –oltre le migrazioni dal sud e
dall’est- il Mediterraneo è terreno di scontro militare per l’arrivo in
forze di Turchia e della Russia.
Oggi il Mediterraneo è diventato il serbatoio energetico del mondo occidentale rispetto al nulla che era nel 1984.
Alla fine della conferenza s’è compreso che il Tincani non aveva mai
nemmeno conosciuto o intervistato DeAndre e tutto quel che asseriva era
una personale costruzione o ricostruzione o interpretazione a
posteriori. Legittima. Un po’ poco per dedicarci un auditorium visto
che un altro menestrello – va bene: è americano!- Robert Allen
Zimmerman ha ricevuto dieci Grammy Award, tra cui quello
alla carriera nel 1991, il Polar Music Prize nel 2000, il Premio Oscar
nel 2001 (per la canzone Things Have Changed, dalla colonna sonora del
film Wonder Boys, per la quale si è aggiudicato anche il Golden Globe),
il Premio Principe delle Asturie nel 2007, il Premio Pulitzer nel 2008,
la National Medal of Arts nel 2009, la Presidential Medal of Freedom
nel 2012[ e la Legione d'Onore nel 2013 fino al 13 ottobre 2016 quando
gli è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura con la
seguente motivazione: per aver creato nuove espressioni poetiche
all'interno della grande tradizione della canzone americana. Non pare
che De Andre, senza premio Nobel, abbia “creato nuove espressioni
poetiche all'interno della grande tradizione della canzone italiana”.
Dopo l’allocuzione del Tincani ci sono state una serie di domande da
parte di qualcuno tra le due dozzine di pubblico presente in sala che
non si sono sentite per via della citata disorganizzazione. Del resto
basti pensare che s’è scoperto –parole della Bellezza- che esiste
una “commissione comunale cultura” che avrebbe suggerito
l’intitolazione dell’auditorium e il programma delle manifestazioni.
Peccato che non esista delibera in merito ma che la commissione sia
formata solo dai suoi amici ed amiche.
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INCENDI
La sindaca Gamba (oggi: 21 maggio '21) si lamenta sulla pagina FB di Vivere Curno.
A parte la violazione di qualche regolamento (che sono frutto della
società dei consumi e del profitto: qualcuno la avverta) non vedo nulla
di così tremendo: da prima che venisse al mondo l'uomo “cittadino” quel
materiale faceva quella fine perché non è sempre detto faccia letame
buono. Nonostante tutti i limiti dei “vecchi” siamo arrivati perfino al
vaccino per il covid19. Quindi non siamo stati tutti asini. La protesta
della sindaca è solo un inutile can can per farsi vedere: non si
sarebbe incendiato nulla e bruciato nessuno, per vendere l'immagine
dell'ambientalista geo&geo. Oltretutto se c'è qualcuno che potrebbe
lamentarsi quella persone dovrebbe essere il proprietario del fondo che
per abitudine tollera questi piccoli sgarbi perché al mondo non si sta
col coltello… tra i denti. Semmai bisogna armarsi contro il potere
quello vero e non quello rappresentato da un maleducato cittadino che
dispone solo di … un voto.
Quando vediamo che brutto posto ha messo in piedi il Comune di Treviolo
sull'ex frantoio Benzoni, quando vediamo che pessimo parcheggio hanno
creato (che il progettista sia un alcolista?), quando vediamo lo
scarico fognario dei curnesi nel fiume e leggiamo una sindaca che si
lamenta perché uno stronzo s'è permesso di bruciare delle foglie, beh…
ci cascano gli attributi nelle scarpe (visto che normalmente portiamo i
calzini). Se poi pensiamo ai cinque anni ed al pacco di euro (200
mila?) spesi per raccattare decine di metri quadrati di carta di studi
copia&incolla a supporto di una passerella e di una pista ciclabile
(soldi succhiati dalla Fondazione Cariplo) stavolta gli attributi ci
cascano sotto le scarpe e li pestiamo. Se poi pensiamo che in cinque
anni di studi&progetti studi&progetti studi&progetti della
pista ciclabile lungofiume… hanno generato metri e metri quadrati di
carta digitale ma non hanno messo in piedi un solo mattone, beh…
Dulcis in fundo. Noi se la sindaca di Curno decide di bruciare gli
arbusti dei fagioli, le piantine delle pomate, gli steli dei
crisantemi a fine vite raccolti nel proprio orto o giardino, non
ci lamentiamo su una pagina FB perché lo consideriamo una pratica
utile e corretta. Magari se lo fa tutti i giorni e ci affumica le
telefoniamo.
Quando ero piccolo la mia famiglia in autunno provvedeva a tagliare il
“fieno magro” essicato nei boschi e lo raccoglieva assieme al
fogliame per farne strame per il letto delle mucche. Nei boschi
soprattutto nei castagneti c'era talmente “pulito” che “ci si
poteva mangiare”.
Uno immagina che anche i giardini comunali siano messi allo steso modo:
li invece non ci brucherebbero nemmeno le capre. Ecco sindaca: curi
“casa sua” prima di mettere il naso altrove.
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