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NUOVA TEGOLA IN VISTA PER I CURNESI:
L’APPALTO DEL COMUNE ALLA SERVIZI AMBIENTALI NON È CORRETTO.
MEGLIO CHE LA SERRA VADA IN PENSIONE
La notizia la da oggi il Bugiardino: “Una sentenza che sta facendo
discutere in media Valle Seriana. Le società Bergamelli Srl, Zanetti
Arturo & C. Srl, SEA Servizi Ambientali Srl e AVR Spa hanno vinto
il ricorso al Tar di Brescia contro il Comune di Albino riguardo la
scelta di quest'ultimo di affidare per dieci anni il servizio di igiene
ambientale «in house» alla partecipata Servizi Comunali Spa, anziché
rivolgersi al mercato attraverso la procedura di evidenza pubblica. La
sentenza del Tar di Brescia ha annullato la deliberazione del Consiglio
comunale del Comune di Albino 23/2018 di affidamento alla società
Servizi Comunali Spa del servizio di gestione ambientale, e la
deliberazione della Giunta comunale 80/2018 in merito.”
Il riflesso su Curno è evidente anche se non immediato: siccome anche
il nostro Comune su indicazione della consigliera delegata alla
rumenta, l'ex sindaca Serra (attuale capogruppo di Vivere Curno) il
Comune è diventato azionista della predetta partecipata Servizi
Comunali spa e le ha affidato la raccolta senza gara nazionale, siamo
in procinto di ricevere un sonoro ceffone.
(...)
L'ORTO BOTANICO:UN'ALTRA OCCASIONE PERSA DELLA GIUNTE SERRA E GAMBA
Un articolo del Bugiardino comunica che è in vista un ampliamento del
Vivaio forestale regionale di Curno, che da febbraio ha registrato un
+ 30% di richieste per l'acquisto di alberi rispetto all'anno
precedente. Questo vivaio nel paese bello da vivere é l'unico vivaio
rimasto di proprietà di Regione Lombardia, gestito da Ersaf, con 8
dipendenti che curano nello specifico la raccolta del seme, la sua
conservazione, la coltivazione delle piante e la distribuzione ad enti
pubblici e privati. Il bilancio non è entusiasmante non per il
vivaio ma per la Lombardia intesa come popolazione: l'anno scorso solo
sei mila piante sono state distribuite a comuni e scuole, mentre 65
mila a famiglie, imprese e altri vivaisti: carpino bianco,
biancospino, quercia alberi da frutto le più gettonate - che crescono
principalmente sotto tunnel di coltivazione, su un'area di circa un
ettaro e mezzo, sui sette in totale a disposizione.
(...)
UN PERCORSO DA SAN VIGLIO AL SENTIERONE ATTRAVERSO I LUOGHI PIU' NOBILI DELLA CITTA'
(...)
Va dato atto che con la creazione della GAMeC (due) la giunta Gori nei
suoi due mandati di governo cittadino ha portato a termine un’idea
niente affatto disprezzabile. Anzi!. In buona sostanza chi sbarca al
Caravaggio oppure chi arriva alla stazione RFI può prendere un mezzo
pubblico ed arrivare fino a san Vigilio per poi scendere su un percorso
a piedi di grande valore fino a Città Alta, attraversarla tutta per
uscire dal Porta s. Agostino, scendere via della Noca sfociando davanti
all’Accademia Carrara ed alla GAMeC (uno) per poi passare da questa nel
Parco Suardi e gli orti delle Canossiane poi entrare nel complesso
publico dell’Università dentro la ex Montelungo e –attraversato Vicolo
san Giovanni entrare nel Parco Marenzi e passare attraverso le corti
dell’ “ex Principe di Napoli” (l’edificio, di proprietà comunale dal
1998 con un lascito, era un ex asilo e, prima ancora, un monastero.
Diviso di tre corti tra loggiati e porticati, da diversi anni è
abbandonato e dismesso sarà ristrutturato da un privato come onere
aggiuntivo di una speculazione sull’area del parco Ovest) per poi
arrivare in via Pignolo quindi via Tasso e il Sentierone.
A nostra “gloria” possiamo dire che questo “itinerario da san
Vigilio al Sentierone” venne presentato la prima volta su questo
blog quando ancora il Comune di Bergamo non aveva deciso il futuro
della Montelungo, del Palazzetto dello Sport e nemmeno quello
dell’”ex Principe di Napoli”.
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NUOVA TEGOLA IN VISTA PER I CURNESI:
L’APPALTO DEL COMUNE ALLA SERVIZI AMBIENTALI NON È CORRETTO.
MEGLIO CHE LA SERRA VADA IN PENSIONE
La notizia la da oggi il Bugiardino: “Una sentenza che sta facendo
discutere in media Valle Seriana. Le società Bergamelli Srl, Zanetti
Arturo & C. Srl, SEA Servizi Ambientali Srl e AVR Spa hanno vinto
il ricorso al Tar di Brescia contro il Comune di Albino riguardo la
scelta di quest'ultimo di affidare per dieci anni il servizio di igiene
ambientale «in house» alla partecipata Servizi Comunali Spa, anziché
rivolgersi al mercato attraverso la procedura di evidenza pubblica. La
sentenza del Tar di Brescia ha annullato la deliberazione del Consiglio
comunale del Comune di Albino 23/2018 di affidamento alla società
Servizi Comunali Spa del servizio di gestione ambientale, e la
deliberazione della Giunta comunale 80/2018 in merito.”
Il riflesso su Curno è evidente anche se non immediato: siccome anche
il nostro Comune su indicazione della consigliera delegata alla
rumenta, l'ex sindaca Serra (attuale capogruppo di Vivere Curno)
il Comune è diventato azionista della predetta partecipata Servizi
Comunali spa e le ha affidato la raccolta senza gara nazionale, siamo
in procinto di ricevere un sonoro ceffone.
Riavvolgiamo il nastro.
La Serra aveva chiamato da Albino l'arch. Maggioni e si era fatta
confezionare uno studio per giustificare la decisione del Comune di
Curno di diventare azionista della SC spa proprio partendo dal fatto
che Albino ne era già diventato azionista ed aveva cominciato
l'operazione del bidoncino cippato per passare alla tariffa puntuale
per la TARI.
Lo studio della Maggioni aveva dimostrato che la differenza sui 5mila
euro nei due sistemi differenti di raccolta e smaltimento rifiuti non
era significativa dal momento che le aziende facevano cartello e quindi
addio miglior prezzo per i comuni.
Davanti a quello studio un'amministratrice (furba come la Serra…) con
appena appena due dita di normale intelligenza avrebbe preso lo
studio e l'avrebbe consegnato ai Carabinieri affinché verificassero e
stabilissero se le ditte facevano cartello oppure no.
Ovvio che facciano cartello e si suddividano –trattando col coltello
tra i denti tra di loro- la spartizione del malloppone della rumenta:
solo dei falsi ingenui possono credere il contrario.
Alla pagina 1310 di questo blog pubblicata il primo gennaio 2021 scrivevamo:
Certe determinazioni meglio pubblicarle a capodanno così sfuggono
meglio all'attenzione di chi sarebbe utile non le vedessero. La
determinazione n. 632 del 22-12-2020 a cura della responsabile settore
territorio patrimonio ll.pp. ecologia arch. Roberta Maggioni ha
per oggetto una sostanziosissima integrazione della spesa per il
servizio di igiene urbana e connessi affidato secondo la modalità in
house alla società' servizi comunali di Sarnico. Società di cui il
Comune possiede delle azioni. E così “richiamata la richiesta di
variazione di bilancio del 25.09.2020 con la quale il settore
Pianificazione e Sviluppo del Territorio ha richiesto una integrazione
di euro 73.500,00 sul capitolo n. 2850 per oggetto canone di appalto
servizio di smaltimento rifiuti solidi urbani al quale risulta
necessario inoltre impegnare l'importo di euro 70.000,00 sul capitolo
2880 per oggetto spese di gestione dell'impian to di smaltimento
rifiuti in riferimento all'affidamento in house per le motiva zioni
espresse in sede di variazione di bilancio.
Morale della favola. A fine settembre la consigliera delegata alla
rumenta ci aveva fatto ingoiare un aumento della spesa di 73.500 euro
perché nel2019 era crollato il mercato delle materie seconde e quindi
non c'era il corrispondente abbattimento dei costi e adesso piomba
addosso ai cittadini anche quest'altra botta di 70mila euro per le
“spese di gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti”. Ovvio: se non
vendi le materie seconde devi smaltirle.
Il passaggio da un appalto affidato a una ditta esterna ad una
azienda in house per il solo motivo IDEOLO GICO della maggioranza ci ha
comportato subito al primo anno un aumento di 143.500 euro su un totale
di 600mila euro. Un aumento di quasi il 24%.
Sarà meglio che la consigliera Serra levi alla svelta il culo dal
consiglio comunale del Paese bello da Vivere perché di danni ne ha già
combinati troppi. Una disgraziata combinazione tra ideologia e
incapacità ha fatto si che da assessore prima e da sindaca poi si sia
esercitata con la solita caparbietà femminile facendo strage delle
finanze comunale e nelle tasche dei Curnesi. La Serra aveva alle spalle
assieme alla sua collega Morelli (al tempo sindaca) ed all'ass.
Conti la magnifica idea della nuova Rodari, la scuola elementare con la
vasca da idromassaggio incorporato (forse per questa soggetta ad
alluvioni?). Una scuola costata l'ira di dio a metro quadrato e con una
storia del cantiere altrettanto difficoltosa che si distende per la
lunghezza di 1,5 volte un campo di calcio: tanto per non occupare
suolo. Durante la costruzione – nell'ultima fase - il cantiere della
scuola viene allagato durante uno stravento estivo e le riparazioni
costeranno al Comune la bellezza di 160mila euro. Nel baillamme di
perizie appare chiaramente che (1) il progetto prevedeva degli spazi
più bassi del terreno ed era ovviamente a rischio di allagamenti (2)
l'impresa che gestiva il cantiere era responsabile dei danni che vi
succedevano (3) il sistema di raccolta e smaltimento delle acque
piovane del piazzale non bastava a raccogliere e smaltire le piogge.
L'allagamento provoca anche una alluvione di perizie cartacee del tutto
inattendibili dal momento che NON esistendo in paese una stazione
meteo, nessuna previsione meteo sulle precipitazioni durante un
temporale risulta attendibile. Alla fine la sindaca Serra, anziché
avviare una causa contro l'impresa che aveva in mano il cantiere,
addossa al Comune i 160mila euro di spesa pur di finire alla svelta
l'opera. Noi abbiamo sempre sostenuto che le perizie sulle piogge erano
del tutto inattendibili così come l'impresa doveva rifondere le
spese dei danni. La Serra pur di aprire la scuola durante il suo
mandato supera tutto per la sola ragione ideologica: sventolare la
bandierina dell'inaugurazione. In teoria la Regione avrebbe dovuto
versare qualche soldo per i danni da quello stravento, ma non si è mai
saputo nulla. Cosa fatta capo ha e solo per capriccio politico
ideologico della Serra.
Non bastavano queste due cappellate (nuova scuola Rodari e
prolungamento abusivo della convenzione Polisportiva per il CVI1) ecco
che adesso piove addosso questa notizia. Non è questione della spesa
che il Comune ha sostenuto per diventare azionista (poche migliaia di
euro…) ma è evidente che se la Serra si limitasse a fare l'insegnante
pensionata che arrotonda l'introito della propria pensione facendo la
guida di Città Alta (una variante degli umarelli che controllano i
cantieri cittadini…) nessuno potrebbe mormorare. Il fatto è che
tutte ma proprio tutte le sue c.d. iniziative “ambientali” sono scelte
di natura puramente ideologica che non poggiano su un minimo livello di
conoscenza scientifica ed economica del problema. Ma lei è una fatta
così: vuole dimostrare che c'ha gli attributi giusti… facendoli pagare
ai suoi concittadini.
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L'ORTO BOTANICO:UN'ALTRA OCCASIONE PERSA DELLA GIUNTE SERRA E GAMBA
Un articolo del Bugiardino comunica che è in vista un ampliamento del
Vivaio forestale regionale di Curno, che da febbraio ha registrato un
+ 30% di richieste per l'acquisto di alberi rispetto all'anno
precedente. Questo vivaio nel paese bello da vivere é l'unico vivaio
rimasto di proprietà di Regione Lombardia, gestito da Ersaf, con 8
dipendenti che curano nello specifico la raccolta del seme, la sua
conservazione, la coltivazione delle piante e la distribuzione ad enti
pubblici e privati. Il bilancio non è entusiasmante
non per il vivaio ma per la Lombardia intesa come popolazione: l'anno
scorso solo sei mila piante sono state distribuite a comuni e scuole,
mentre 65 mila a famiglie, imprese e altri vivaisti: carpino bianco,
biancospino, quercia alberi da frutto le più gettonate - che crescono
principalmente sotto tunnel di coltivazione, su un'area di circa un
ettaro e mezzo, sui sette in totale a disposizione.
Le ultime parole sono un'altra parte spiacevole dopo quella della
ridotto sfruttamento del materiale vivaistico da parte di comuni e
privati. Scarso interesse derivato dal fatto che le piante cedute sono
piccole e costano un sacco di soldi per allevarle finché diventano
autonome.
Come si vede dalla mappa google riportata gran parte della zona ERSAF
non è sfruttata e nemmeno data in uso al Comune. Che sta bene attento a
chiederne l'uso visto che preferisce gettonare i servizi sociali di un
paese con meno di 50 redditi di cittadinanza. Col verde lo scambio
elettorale funziona meno che cogli aiutini.
Ma Curno ha previsto genericamente nelle sue destinazioni
urbanistiche che le aree a+b+c diventino genericamente “orto botanico”
una scelta fatta a suo tempo dalla Lega e fintamente approvata dalla
minoranza di sinistra che poi l'ha sempre dimenticata asserendo che la
Regione (che avrebbe messo a disposizione la propria area) non era
affatto orientata in tale senso. La c.d.”sinistra” di Curno – il
vicesindaco Conti è l'urbanista di fiducia da trenta anni per la c.d.
sinistra curnese- quando non condivide delle scelte di comune interesse
che non ha deciso lei adotta la tecnica della freddezza, del fare le
cose tanto al tocco: vedi il caso emblematico della biblioteca
auditorium o l'abbandono in cui ha versato i due CVI e la vecchia
Rodari. Invece chissà perché ha avuto mille occhi di attenzioni per il
casotto di via Galilei dietro il parcheggio della chiesa.
L'idea di creare in quest'area: a+b+c parte pubblica e parte privata un
“orto botanico” nacque 15 anni prima dell'invenzione della Valle della
Biodiversità” nata su terreni in affitto presso Astino. Sostanzialmente
la Valle della Biodiversità è un'idea brutalmente scippata al paese
bello da vivere per merito della manina di certi cattocomunisti che
allignano nella Bergamo bene e in Regione. Sostanzialmente l'operazione
sarebbe stata –a parte il terreno- della CE che da sempre finanzia la
creazione di questo tipo di strutture. Naturalmente occorre che chi di
dovere ci si metta di buona volontà a seguire il problema dal momento
che l'UE manco sa dove stia Curno. Quale fosse il progetto reale della
zona come orto botanico in genere viene stabilito mediante un
concorso di idee internazionale e –figurarsi!- se la politica locale si
può permettere di non gestire una polpetta del genere.
Con una struttura naturale (di grande valenza culturale scientifica e
turistica) di questa ampiezza Curno non si presentava più come il
paese dei centri commerciali ma poteva esibire dei valori complessivi
ben maggiori. Per fortuna finora la destinazione urbanistica ha
preservato l'area. C'è sempre da sperare.
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GAMEC UNO E GAMEC DUE
Dopo trent’anni dalla creazione della GAMeC (uno) nei prossimi 2-3 anni
nascerà la GAMeC (due). Così come la GAMeC (uno) era nata in un
edificio di non particolare valore che fu convento delle suore Dimesse
e delle Servite alla metà del XV secolo, poi caserma (Caserma Camozzi
dal 1921 il 5º Reggimento Alpini viene inserito nella 2ª Divisione
alpina é di stanza a Bergamo fino al 1926). Abbandonato a se stesso
dopo il 1930, cadde in rovina. Per questo, negli anni '70 è stato
assoggettato a un intervento di consolidamento che ha definitivamente
snaturato le caratteristiche originarie. Alla fine degli anni '80 il
complesso architettonico è stato destinato a ospitare il nuovo museo.
In tal modo è stato sottoposto a un radicale intervento di
ristrutturazione. Il progetto, affidato allo Studio Gregotti Associati
International, ha comportato la destinazione degli spazi alle diverse
attività previste. In generale, non ha creato particolari problemi di
conservazione, data la mancanza di omogeneità del complesso. I
progettisti hanno, però, dovuto tener conto dell'inserimento del
fabbricato nel borgo antico, soprattutto a livello strada.
La GAMeC (due) nascerà dalla completa ristrutturazione del palazzetto
dello sport di via Pitentino progettato dall’arch. Giancarlo Eynard e
finito nel 1962, partendo da uno schema elaborato dagli uffici tecnici
comunali per definirsi attraverso un concorso internazionale. La GAMeC
(due) costerà quasi 13 milioni di euro di cui sei milioni come
contributo ex UBI.
La realizzazione del palazzetto dello sport nel 1962 fu al centro di un
vasto intervento del Comune di Bergamo che dal Piazzale Oberdan vide la
copertura della roggia Morla, l’ampliamento della via C. Battisti in
danno del Parco Suardi e la creazione del parcheggio tra via
Pitentino-Battisti. Il manufatto del palazzetto dello sport manifestava
lo scarso convincimento della DC cittadina verso lo sport ed anche il
progetto nel suo insieme manifesta-manifestava una sorta di rigidità
creativa del progettista o forse una scarsa capacità
nell’immaginare una mano più forte. Le scale esterne sono troppo
scolastiche.
Vedremo quindi il progetto finale una volta esitato il concorso.
Va dato atto che con la creazione della GAMeC (due) la giunta Gori nei
suoi due mandati di governo cittadino ha portato a termine un’idea
niente affatto disprezzabile. Anzi!. In buona sostanza chi sbarca al
Caravaggio oppure chi arriva alla stazione RFI può prendere un mezzo
pubblico ed arrivare fino a san Vigilio per poi scendere su un percorso
a piedi di grande valore fino a Città Alta, attraversarla tutta per
uscire dal Porta s. Agostino, scendere via della Noca sfociando davanti
all’Accademia Carrara ed alla GAMeC (uno) per poi passare da questa nel
Parco Suardi e gli orti delle Canossiane poi entrare nel complesso
publico dell’Università dentro la ex Montelungo e –attraversato Vicolo
san Giovanni entrare nel Parco Marenzi e passare attraverso le corti
dell’ “ex Principe di Napoli” (l’edificio, di proprietà comunale dal
1998 con un lascito, era un ex asilo e, prima ancora, un monastero.
Diviso di tre corti tra loggiati e porticati, da diversi anni è
abbandonato e dismesso sarà ristrutturato da un privato come onere
aggiuntivo di una speculazione sull’area del parco Ovest) per poi
arrivare in via Pignolo quindi via Tasso e il Sentierone.
A nostra “gloria” possiamo dire che questo “itinerario da san
Vigilio al Sentierone” venne presentato la prima volta su questo
blog quando ancora il Comune di Bergamo non aveva deciso il futuro
della Montelungo, del Palazzetto dello Sport e nemmeno quello
dell’”ex Principe di Napoli”.
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