A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1352 DEL 15MAGGIO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















A

NUOVA TEGOLA IN VISTA PER I CURNESI:
L’APPALTO DEL COMUNE ALLA SERVIZI AMBIENTALI NON È CORRETTO.
MEGLIO CHE LA SERRA VADA IN PENSIONE
La notizia la da oggi il Bugiardino: “Una sentenza che sta facendo discutere in media Valle Seriana. Le società Bergamelli Srl, Zanetti Arturo & C. Srl, SEA Servizi Ambientali Srl e AVR Spa hanno vinto il ricorso al Tar di Brescia contro il Comune di Albino riguardo la scelta di quest'ultimo di affidare per dieci anni il servizio di igiene ambientale «in house» alla partecipata Servizi Comunali Spa, anziché rivolgersi al mercato attraverso la procedura di evidenza pubblica. La sentenza del Tar di Brescia ha annullato la deliberazione del Consiglio comunale del Comune di Albino 23/2018 di affidamento alla società Servizi Comunali Spa del servizio di gestione ambientale, e la deliberazione della Giunta comunale 80/2018 in merito.”
Il riflesso su Curno è evidente anche se non immediato: siccome anche il nostro Comune su indicazione  della consigliera delegata alla rumenta, l'ex sindaca Serra (attuale capogruppo di Vivere Curno)  il Comune è diventato azionista della predetta partecipata Servizi Comunali spa e le ha affidato la raccolta senza gara nazionale, siamo in procinto di ricevere un sonoro ceffone.
(...)

L'ORTO BOTANICO:UN'ALTRA OCCASIONE PERSA DELLA GIUNTE SERRA E GAMBA
Un articolo del Bugiardino comunica che è in vista un ampliamento del Vivaio forestale re­gionale di Curno, che da feb­braio ha registrato un + 30% di richieste per l'acquisto di al­beri rispetto all'anno prece­dente. Questo vivaio nel paese bello da vivere é l'unico vivaio rimasto di proprietà di Regione Lombardia, gestito da Ersaf, con 8 dipendenti che curano nello specifico la raccolta del seme, la sua conservazione, la coltivazione delle piante e la distribuzione ad enti pubblici e privati.  Il bilancio non è  entusiasmante  non per il vivaio ma per la Lombardia intesa come popolazione: l'anno scorso solo sei mila piante sono state distribuite a comuni e scuole, mentre 65 mila a famiglie, im­prese e altri vivaisti: carpino bianco, biancospino, quercia alberi da frutto le più gettona­te - che crescono principal­mente sotto tunnel di coltiva­zione, su un'area di circa un ettaro e mezzo, sui sette in to­tale a disposizione.
(...)

UN PERCORSO DA SAN VIGLIO AL SENTIERONE ATTRAVERSO I LUOGHI PIU' NOBILI DELLA CITTA'
(...)
Va dato atto che con la creazione della GAMeC (due) la giunta Gori nei suoi due mandati di governo cittadino ha portato a termine un’idea niente affatto disprezzabile. Anzi!. In buona sostanza chi sbarca al Caravaggio oppure chi arriva alla stazione RFI può prendere un mezzo pubblico ed arrivare fino a san Vigilio per poi scendere su un percorso a piedi di grande valore fino a Città Alta, attraversarla tutta per uscire dal Porta s. Agostino, scendere via della Noca sfociando davanti all’Accademia Carrara ed alla GAMeC (uno) per poi passare da questa nel Parco Suardi e gli orti delle Canossiane poi entrare nel complesso publico dell’Università dentro la ex Montelungo e –attraversato Vicolo san Giovanni entrare nel Parco Marenzi e passare attraverso le corti dell’ “ex Principe di Napoli” (l’edificio, di proprietà comunale dal 1998 con un lascito, era un ex asilo e, prima ancora, un monastero. Diviso di tre corti tra loggiati e porticati, da diversi anni è abbandonato e dismesso sarà ristrutturato da un privato come onere aggiuntivo di una speculazione sull’area del parco Ovest) per poi arrivare in via Pignolo quindi via Tasso e il Sentierone.
 A nostra “gloria” possiamo dire che questo “itinerario da san Vigilio al Sentierone”  venne presentato la prima volta su questo blog quando ancora il Comune di Bergamo non aveva deciso il futuro della Montelungo, del Palazzetto dello Sport  e nemmeno quello dell’”ex Principe di Napoli”.





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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































PERCORSO DA SAN VIGILIO AL SENTIERONE PER I POSTI NOBILI DELLA CITTA'






























































































































































































NUOVA TEGOLA IN VISTA PER I CURNESI:
L’APPALTO DEL COMUNE ALLA SERVIZI AMBIENTALI NON È CORRETTO.
MEGLIO CHE LA SERRA VADA IN PENSIONE
La notizia la da oggi il Bugiardino: “Una sentenza che sta facendo discutere in media Valle Seriana. Le società Bergamelli Srl, Zanetti Arturo & C. Srl, SEA Servizi Ambientali Srl e AVR Spa hanno vinto il ricorso al Tar di Brescia contro il Comune di Albino riguardo la scelta di quest'ultimo di affidare per dieci anni il servizio di igiene ambientale «in house» alla partecipata Servizi Comunali Spa, anziché rivolgersi al mercato attraverso la procedura di evidenza pubblica. La sentenza del Tar di Brescia ha annullato la deliberazione del Consiglio comunale del Comune di Albino 23/2018 di affidamento alla società Servizi Comunali Spa del servizio di gestione ambientale, e la deliberazione della Giunta comunale 80/2018 in merito.”
Il riflesso su Curno è evidente anche se non immediato: siccome anche il nostro Comune su indicazione  della consigliera delegata alla rumenta, l'ex sindaca Serra (attuale capogruppo di Vivere Curno)  il Comune è diventato azionista della predetta partecipata Servizi Comunali spa e le ha affidato la raccolta senza gara nazionale, siamo in procinto di ricevere un sonoro ceffone.

Riavvolgiamo il nastro.
La Serra aveva chiamato da Albino l'arch. Maggioni e si era fatta confezionare uno studio per giustificare la decisione del Comune di Curno di diventare azionista della SC spa proprio partendo dal fatto che Albino  ne era già diventato azionista ed aveva cominciato l'operazione del bidoncino cippato per passare alla tariffa puntuale per la TARI.
Lo studio della Maggioni aveva dimostrato che la differenza sui 5mila euro nei due sistemi differenti di raccolta e smaltimento rifiuti non era significativa dal momento che le aziende facevano cartello e quindi addio miglior prezzo per i comuni.
Davanti a quello studio un'amministratrice (furba come la Serra…) con appena appena due dita di normale  intelligenza avrebbe preso lo studio e l'avrebbe consegnato ai Carabinieri affinché verificassero e stabilissero se le ditte facevano cartello oppure no.
Ovvio che facciano cartello e si suddividano –trattando col coltello tra i denti tra di loro- la spartizione del malloppone della rumenta: solo dei falsi ingenui possono credere il contrario.

Alla pagina 1310 di questo blog pubblicata il primo gennaio 2021 scrivevamo:
Certe determinazioni meglio pubblicarle a capodanno così sfuggono meglio all'attenzione di chi sarebbe utile non le vedessero. La determinazione n. 632 del 22-12-2020 a cura della responsabile settore territorio patrimonio ll.pp. ecologia arch. Roberta Maggioni ha per  oggetto una sostanziosissima integrazione della spesa per il servizio di igiene urbana e connessi affidato secondo la modalità in house alla società' servizi comunali di Sarnico. Società di cui il Comune possiede delle azioni. E così “richiamata la richiesta di variazione di bilancio del 25.09.2020 con la quale il settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio ha richiesto una integrazione di euro 73.500,00 sul capitolo n. 2850 per oggetto canone di appalto servizio di smaltimento rifiuti solidi urbani al quale risulta necessario inoltre impegnare l'importo di euro 70.000,00 sul capitolo 2880 per oggetto spese di gestione dell'impian to di smaltimento rifiuti in riferimento all'affidamento in house per le motiva zioni espresse in sede di variazione di bilancio.
Morale della favola. A fine settembre la consigliera delegata alla rumenta ci aveva fatto ingoiare un aumento della spesa di 73.500 euro perché nel2019 era crollato il mercato delle materie seconde e quindi non c'era il corrispondente abbattimento dei costi e adesso piomba addosso ai cittadini anche quest'altra botta di 70mila euro per le “spese di gestione dell'impianto di smaltimento rifiuti”. Ovvio: se non vendi le materie seconde devi smaltirle.
Il passaggio  da un appalto affidato a una ditta esterna ad una azienda in house per il solo motivo IDEOLO GICO della maggioranza ci ha comportato subito al primo anno un aumento di 143.500 euro su un totale di 600mila euro. Un aumento di quasi il 24%.
Sarà meglio che la consigliera Serra levi alla svelta il culo dal consiglio comunale del Paese bello da Vivere perché di danni ne ha già combinati troppi. Una disgraziata combinazione tra ideologia e incapacità ha fatto si che da assessore prima e da sindaca poi si sia esercitata con la solita caparbietà femminile facendo strage delle finanze comunale e nelle tasche dei Curnesi. La Serra aveva alle spalle assieme alla sua collega Morelli (al tempo sindaca)  ed all'ass. Conti la magnifica idea della nuova Rodari, la scuola elementare con la vasca da idromassaggio incorporato (forse per questa soggetta ad alluvioni?). Una scuola costata l'ira di dio a metro quadrato e con una storia del cantiere altrettanto difficoltosa che si distende per la lunghezza di 1,5 volte un campo di calcio: tanto per non occupare suolo. Durante la costruzione – nell'ultima fase - il cantiere della scuola viene allagato durante uno stravento estivo e le riparazioni costeranno al Comune la bellezza di 160mila euro. Nel baillamme di perizie appare chiaramente che (1) il progetto prevedeva degli spazi più bassi del terreno ed era ovviamente a rischio di allagamenti (2) l'impresa che gestiva il cantiere era responsabile dei danni che vi succedevano (3) il sistema di raccolta e smaltimento delle acque piovane del piazzale non bastava a raccogliere e smaltire le piogge.
L'allagamento provoca anche una alluvione di perizie cartacee del tutto inattendibili dal momento che NON esistendo in paese una stazione meteo, nessuna previsione meteo sulle precipitazioni durante un temporale risulta attendibile. Alla fine la sindaca Serra, anziché avviare una causa contro l'impresa che aveva in mano il cantiere, addossa al Comune i 160mila euro di spesa pur di finire alla svelta l'opera. Noi abbiamo sempre sostenuto che le perizie sulle piogge erano del tutto inattendibili così come l'impresa doveva  rifondere le spese dei danni. La Serra pur di aprire la scuola durante il suo mandato supera tutto per la sola ragione ideologica: sventolare la bandierina dell'inaugurazione. In teoria la Regione avrebbe dovuto versare qualche soldo per i danni da quello stravento, ma non si è mai saputo nulla. Cosa fatta capo ha e solo per capriccio politico ideologico della Serra.

Non bastavano queste due cappellate (nuova scuola Rodari e prolungamento abusivo della convenzione Polisportiva per il CVI1) ecco che adesso piove addosso questa notizia. Non è questione della spesa che il Comune ha sostenuto per diventare azionista (poche migliaia di euro…) ma è evidente che se la Serra si limitasse a fare l'insegnante pensionata che arrotonda l'introito della propria pensione facendo la guida di Città Alta (una variante degli umarelli che controllano i cantieri cittadini…)  nessuno potrebbe mormorare. Il fatto è che tutte ma proprio tutte le sue c.d. iniziative “ambientali” sono scelte di natura puramente ideologica che non poggiano su un minimo livello di conoscenza scientifica ed economica del problema. Ma lei è una fatta così: vuole dimostrare che c'ha gli attributi giusti… facendoli pagare ai suoi concittadini.

L'ORTO BOTANICO:UN'ALTRA OCCASIONE PERSA DELLA GIUNTE SERRA E GAMBA
Un articolo del Bugiardino comunica che è in vista un ampliamento del Vivaio forestale re­gionale di Curno, che da feb­braio ha registrato un + 30% di richieste per l'acquisto di al­beri rispetto all'anno prece­dente. Questo vivaio nel paese bello da vivere é l'unico vivaio rimasto di proprietà di Regione Lombardia, gestito da Ersaf, con 8 dipendenti che curano nello specifico la raccolta del seme, la sua conservazione, la coltivazione delle piante e la distribuzione ad enti pubblici e privati.  Il bilancio non è  entusiasmante  non per il vivaio ma per la Lombardia intesa come popolazione: l'anno scorso solo sei mila piante sono state distribuite a comuni e scuole, mentre 65 mila a famiglie, im­prese e altri vivaisti: carpino bianco, biancospino, quercia alberi da frutto le più gettona­te - che crescono principal­mente sotto tunnel di coltiva­zione, su un'area di circa un ettaro e mezzo, sui sette in to­tale a disposizione.
Le ultime parole sono  un'altra parte spiacevole dopo quella della ridotto sfruttamento del materiale vivaistico da parte di comuni e privati. Scarso interesse derivato dal fatto che le piante cedute sono piccole e costano un sacco di soldi per allevarle finché diventano autonome.
Come si vede dalla mappa google riportata gran parte della zona ERSAF non è sfruttata e nemmeno data in uso al Comune. Che sta bene attento a chiederne l'uso visto che preferisce gettonare i servizi sociali di un paese con meno di 50 redditi di cittadinanza. Col verde lo scambio elettorale funziona meno che cogli aiutini.
Ma Curno ha previsto genericamente  nelle sue destinazioni urbanistiche che le aree a+b+c diventino genericamente “orto botanico” una scelta fatta a suo tempo dalla Lega e fintamente approvata dalla minoranza di sinistra che poi l'ha sempre dimenticata asserendo che la Regione (che avrebbe messo a disposizione la propria area) non era affatto orientata in tale senso. La c.d.”sinistra” di Curno – il vicesindaco Conti è l'urbanista di fiducia da trenta anni per la c.d. sinistra curnese- quando non condivide delle scelte di comune interesse che non ha deciso lei adotta la tecnica della freddezza, del fare le cose tanto al tocco: vedi il caso emblematico della biblioteca auditorium o l'abbandono in cui ha versato i due CVI e la vecchia Rodari. Invece chissà perché ha avuto mille occhi di attenzioni per il casotto di via Galilei dietro il parcheggio della chiesa.
L'idea di creare in quest'area: a+b+c parte pubblica e parte privata un “orto botanico” nacque 15 anni prima dell'invenzione della Valle della Biodiversità” nata su terreni in affitto presso Astino. Sostanzialmente la Valle della Biodiversità è un'idea brutalmente scippata al paese bello da vivere per merito della manina di certi cattocomunisti che allignano nella Bergamo bene e in Regione. Sostanzialmente l'operazione sarebbe stata –a parte il terreno- della CE che da sempre finanzia la creazione di questo tipo di strutture. Naturalmente occorre che chi di dovere ci si metta di buona volontà a seguire il problema dal momento che l'UE manco sa dove stia Curno. Quale fosse il progetto reale della zona  come orto botanico in genere viene stabilito mediante un concorso di idee internazionale e –figurarsi!- se la politica locale si può permettere di non gestire una polpetta del genere.
Con una struttura naturale (di grande valenza culturale scientifica e turistica) di questa ampiezza  Curno non si presentava più come il paese dei centri commerciali ma poteva esibire dei valori complessivi ben maggiori. Per fortuna finora la destinazione urbanistica ha preservato l'area. C'è sempre  da sperare.

GAMEC UNO E GAMEC DUE
Dopo trent’anni dalla creazione della GAMeC (uno) nei prossimi 2-3 anni nascerà la GAMeC (due). Così come la GAMeC (uno) era nata in un edificio di non particolare valore che fu convento delle suore Dimesse e delle Servite alla metà del XV secolo, poi caserma (Caserma Camozzi dal 1921 il 5º Reggimento Alpini viene inserito nella 2ª Divisione alpina é di stanza a Bergamo fino al 1926). Abbandonato a se stesso dopo il 1930, cadde in rovina. Per questo, negli anni '70 è stato assoggettato a un intervento di consolidamento che ha definitivamente snaturato le caratteristiche originarie. Alla fine degli anni '80 il complesso architettonico è stato destinato a ospitare il nuovo museo. In tal modo è stato sottoposto a un radicale intervento di ristrutturazione. Il progetto, affidato allo Studio Gregotti Associati International, ha comportato la destinazione degli spazi alle diverse attività previste. In generale, non ha creato particolari problemi di conservazione, data la mancanza di omogeneità del complesso. I progettisti hanno, però, dovuto tener conto dell'inserimento del fabbricato nel borgo antico, soprattutto a livello strada.
La GAMeC (due) nascerà dalla completa ristrutturazione del palazzetto dello sport di via Pitentino progettato dall’arch. Giancarlo Eynard e finito nel 1962, partendo da uno schema elaborato dagli uffici tecnici comunali per definirsi attraverso un concorso internazionale. La GAMeC (due) costerà quasi 13 milioni di euro di cui sei milioni come contributo ex UBI.
La realizzazione del palazzetto dello sport nel 1962 fu al centro di un vasto intervento del Comune di Bergamo che dal Piazzale Oberdan vide la copertura della roggia Morla, l’ampliamento della via C. Battisti in danno del Parco Suardi e la creazione del parcheggio tra via Pitentino-Battisti. Il manufatto del palazzetto dello sport manifestava lo scarso convincimento della DC cittadina verso lo sport ed anche il progetto nel suo insieme manifesta-manifestava una sorta di rigidità creativa del progettista o forse una  scarsa capacità nell’immaginare una mano più forte. Le scale esterne sono troppo scolastiche.
Vedremo quindi il progetto finale una volta esitato il concorso.
Va dato atto che con la creazione della GAMeC (due) la giunta Gori nei suoi due mandati di governo cittadino ha portato a termine un’idea niente affatto disprezzabile. Anzi!. In buona sostanza chi sbarca al Caravaggio oppure chi arriva alla stazione RFI può prendere un mezzo pubblico ed arrivare fino a san Vigilio per poi scendere su un percorso a piedi di grande valore fino a Città Alta, attraversarla tutta per uscire dal Porta s. Agostino, scendere via della Noca sfociando davanti all’Accademia Carrara ed alla GAMeC (uno) per poi passare da questa nel Parco Suardi e gli orti delle Canossiane poi entrare nel complesso publico dell’Università dentro la ex Montelungo e –attraversato Vicolo san Giovanni entrare nel Parco Marenzi e passare attraverso le corti dell’ “ex Principe di Napoli” (l’edificio, di proprietà comunale dal 1998 con un lascito, era un ex asilo e, prima ancora, un monastero. Diviso di tre corti tra loggiati e porticati, da diversi anni è abbandonato e dismesso sarà ristrutturato da un privato come onere aggiuntivo di una speculazione sull’area del parco Ovest) per poi arrivare in via Pignolo quindi via Tasso e il Sentierone.
 A nostra “gloria” possiamo dire che questo “itinerario da san Vigilio al Sentierone”  venne presentato la prima volta su questo blog quando ancora il Comune di Bergamo non aveva deciso il futuro della Montelungo, del Palazzetto dello Sport  e nemmeno quello dell’”ex Principe di Napoli”.