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CALANO LE NASCITE E AUMENTANO LE MORTI
TUTTO (DE)MERITO DEL COVID19
Siccome appartengo ad una classe d'età ranzata abbondantemente dal
covid19 posso usare anche una certa dose di cinismo nel discutere di
demografia post covid. Benché sappia benissimo che mi potrei beccare il
covid anche in modo del tutto involontario, resto convinto che se mi
ammalassi mi dovrei ritenere uno sconfitto. Sarebbe la cosa che mi
scoccia di più. Oggi L'Eco dedica due pagine alla questione con
l'intervento di un giornalista di RAI1 (Marco Valerio lo Prete) ed
altri articoli interni di Luca Bonzanni. Questo mi autorizza a dire la
mia visto che ignorante per ignorante sto benissimo anch'io nella
categoria dei due nominati (in materia).
La mia interpretazione sull'impatto del covid19 sulla popolazione si
può sintetizzare: (1) il covid19 è sostanzialmente l'epilogo delle
innumerevoli malattie del benessere (bisognerebbe nominarlo MALessere
visto che quando uno si trova afflitto da una due tre quattro patologie
mortifere non vive proprio nel BENessere…) (2) complessivamente ha
risolto l'eccessivo accumulo di un numero di persone invalide (oggi si
salvano tutti e poi si abbandonano largamente al loro destino) (3) il
sistema sanitario costruito per il minor costo possibile e la maggiore
libertà degli addetti è sostanzialmente collassato (l'ospedale é
la fabbrica del profitto delle industrie chimiche quelle diagnostiche e
quelle dei personal computer); nella sanità d'oggi non conta l'uomo ma
la macchina (4) la sanità non è un valore etico ma solo un affare (ma
ormai tutte le professioni sono diventate un mestiere per fare soldi).
Non è quindi scomparsa una intera generazione come scrive Bonzanni ma è
scomparsa una piccola parte di popolazione che ormai stava al mondo per
merito della chimica piuttosto che per propria buona volontà. Bisogna
avere il coraggio di dirlo: quando accumuli tante patologie per cui se
ti capita addosso il covid19 vai dritto al cimitero vuol dire che
non hai alle spalle una vita sfortunata (tipo: non hai mai vinto al
lotto) ma hai alle spalle un costume di vita del tutto animale.
Inappropriato: se vogliamo essere politicamente corretti.
Poi aggiungiamoci un altro aspetto che non si nomina mai perché è pure
questo politicamente S-corretto: osserviamo i dati elettorali delle
zone più colpite e vedremo una forte omogeneità politica in una ben
definita direzione. Non è un caso.
Scrive il Bruno Vedovati sociologo e coordinatore del consultorio
familiare «Zelinda» di Trescore e «Basso Sebino» di Sarnico che «A
causa del Covid è venuta a mancare una generazione e gli effetti, oltre
che nel dolore per le comunità, si riflettono anche sui legami
intergenerazionali. La solidarietà intergenerazionale è il meccanismo
che ha retto e che ancora regge il sistema familiare e la natalità,
specie nelle situazioni più precarie. La pandemia ha aumentato la
consapevolezza dell'importanza degli anziani anche su questo versante,
nel sostegno alle famiglie. Contemporaneamente, il sistema è stato
messo ulteriormente in scacco dal fatto che con gli anziani, poiché
fragili e quindi per un principio di precauzione, si è preferito
esporli sempre meno alle relazioni interpersonali».
Definirla una interpretazione ottimistica sarebbe generoso. Direi che è
un po' prendere lucciole per lanterne. La scomparsa degli anziani
libera moltissime risorse per chi resta. Gli anziani lasciano in
eredità una casa ed anche dei sostanziosi risparmi e per una società
che ha certi orientamenti elettorali, quella è la “sostanza” che conta
oltre alla “liberazione” di non dovere tenere dei vecchi costosi e
impedenti addosso. Provate a sondare cosa pensano quei figli che
debbono tassarsi di 200 euro e più ogni mese per concorrere a mantenere
il nonno nelle RSA. Provate a domandare ai sindaci cosa pensano
nel liberarsi di un contributo comunale di mille euro mensile a carico
di chi non può mantenersi nella RSA. Non facciamo gli ipocriti.
Se poi facciamo anche i conti della spesa sanitaria e delle pensioni
perdute con la morte del titolare, Regioni ed INPS fanno salti di
gioia: ma non si può dire.
Poi c'è la questione del calo delle nascite. Parrebbe che nel 2020 la
contrazione sia stata del 7,3% rispetto al 2019. Ma questa diminuzione
se vogliamo attribuirla in primis al covid dobbiamo non spalmarla su
dodici mesi ma solo su 9-10 e quindi bisognerà vedere cosa accade
quanto a nascite nel 2021 perché a mio avviso si raggiungeranno valori
tripli rispetto all'anno passato.
Da 14-15 mesi il Paese è sostanzialmente fermo in attesa che si
allontani la pandemia ma solo dopo che avremo vaccinato ¾ della
popolazione potremo decidere che programmi darci. E se pensiamo che il
PNRR a Bergamo significa la T2 e un po' di palazzi per uffici, hai
voglia che il mondo si metta a posto. Il brodo di cultura su cui s'è
innestato il covid è esattamente lo stesso: dove vai quindi !?.
Se dopo quattro mesi di vaccinazioni hai una zona –l'Isola- che è sotto
di 10 punti percentuali rispetto alla media provinciale bisogna
domandarsi perché se non riesce nemmeno a tenere aperto un hub
vaccinale in continuazione.
Se poi leggiamo Marco Bentivolgi sul Corriere: Da Nord a Sud non
mancano casi di Its di eccellenza, spesso legati al 4.0, con un tasso
di occupazione che arriva a sfiorare il 100%. Il loro successo
occupazionale è legato a elementi chiave: il primo è che questi
istituti si collegano a un reale bisogno delle aziende. Il secondo è
che formano le persone direttamente per un "mestiere". I docenti che
provengono dal mondo del lavoro sono infatti il 70% e in stage si fa il
42% delle ore totali. Quasi il 40%, poi, dei partner degli Its, sono le
imprese stesse. La stragrande maggioranza dei contratti firmati sono
stabili: tempo indeterminato o apprendistato. Gli Its sono governati da
fondazioni che gestiscono queste scuole d'eccellenza con solo 16.400
studenti frequentanti, suddivisi in sei aree tecnologiche: efficienza
energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie della vita, made in
Italy, beni culturali e turismo, informazione e comunicazione.
Prosegue: Volete sapere quale sarebbe un vero Pnrr? Un milione di
studenti in tutta Italia a cui collegare assunzioni con contratto di
apprendistato professionalizzante.
Gli Its funzionano perché hanno un ruolo chiaro e non sono né
surrogabili dai centri di formazione professionale né assimilabili
nella governance universitaria (come su carta scritto nel modello
Emilia-Romagna).
Va bene che Marco Bentivogli è stato segretario generale della
Federazione Italiana Metalmeccanici fino al luglio 2020 (e quindi tira
l'acqua al proprio mulino) però se mancano imprese e manca il
personale, hai voglia che quando due giovani si mettono asime prendano
la briga di fare due-tre figli.
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DIO TI VEDE
Claudio Cavagna, assessore con delega alle politiche per la sicurezza
del territorio ci informa con un certo ritardo (forse per questioni di
collaudo dell'impianto?) che da alcuni giorni presso la sala operativa
della Polizia Locale di Curno è attivo il sistema di videosorveglianza
“Progetto Varchi”. Un monitor (dove però si vedono SOLO SETTE degli
otto portali) consente la visione degli 8 portali che controllano gli
accessi al nostro territorio, nelle vie Roma – Donizetti – Curnasco –
Carlinga – Brembo – Merena – Marigolda – Buelli.Ogni postazione è
dotata di 2 telecamere (1 per la lettura delle targhe e 1 di contesto).
Le 16 telecamere, collegate tramite link wireless dedicati
consentiranno alla nostra Polizia Locale un controllo più efficace del
territorio e potranno visionarne i filmati.
Occhio croce le telecamere “di contesto” sono delle HIKVision mentre
quelle per la lettura delle targhe sono delle Tattile. Ignoto il paese
di fabbricazione ma di sicuro non sono europee.
Ignoto anche chi sia il progettista dell'impianto e nemmeno i modelli dei materiali. Magari li hanno presi anche su wish.
Il sistema è collegato via wifi con l'ufficio dei vigili urbani. Chissà
perché non hanno usato la fibra ottica attraverso i condotti
della pubblica illuminazione.
Interessante la localizzazione delle tlc: danno l'immagine del solito
pensionato asseragliato in casa. Un mia vicina prossima ai 90 anni ne
deve avere una anche davanti alla porta del bagno così che puntualmente
due volte per notte la tipa si alza per andare al cesso e fa scattare
l'allarme e noi le abbiamo hacherato l’IP e ne ammiriamo la vestaglia.
A mezzanotte ed alle tre del mattino. Puntuale.
L'assessore ci informa che così si porta così a compimento un iter
particolarmente difficoltoso per i tanti problemi burocratici e tecnici
che si sono succeduti. Tre anni sono stati necessari per passare dalla
determinazione alla realizzazione. Costata 113mila euro. Vale a dire
oltre 14mila euro ciascuna. Niente male visto che ciascuna coppia di
tlc costa sui 5-600 euro nudi e crudi.
Il progetto è nato da una proposta dell'”Osservatorio partecipato per
la sicurezza urbana e la cura del territorio”, organismo nato nel 2017
e a cui partecipano oltre all'Assessore con delega in materia di
sicurezza Claudio Cavagna, il Sindaco, il comandante della polizia
locale di Curno, il comandante della caserma dei carabinieri di Curno,
il responsabile della Protezione civile di Curno, il rappresentante dei
gruppi “Il vicinato vigila” di Curno e i rappresentanti delle minoranza
consiliari.
Premesso che noi siamo dell'idea che le immagini delle telecamere
dovrebbero essere on line continuamente così da funzionare da
deterrente verso chi abbia cattive intenzioni sarebbe ora
che il Comune illustrasse ai Cittadini:
1 – quanto ha speso finora per l'istallazione di tutte le telecamere
sul territorio tra risorse proprie regionali e nazionali (tutte quelle
nel paese)
2 – quanto ha speso per manutenzione e riparazioni
3 – per quante operazioni antifurto sono state utilizzate e che hanno sortito
4 – quanti veicoli sono stati trovati senza assicurazione e senza revisione
5 – quante multe sono state irrogate e quante sono state effettivamente riscosse.
Scommettiamo che trattasi di un buco nell'acqua?.
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