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FINE DEL COVID19?
SIAMO MATTI?
La tabella che vedete proviene da Scienza in rete e illustra le
infezioni da covid19 secondo le classi d'età rispettivamente nelle 10
settimane del 2020 (dalla 42.a alla 51.a ) e nelle 8 settimane del 2021
(dalla 7.a alla 14.a che terminava l'11 aprile). Numeri ufficiali del
Ministero della Salute. Abbiamo concentrato l'attenzione su queste due
fasce di settimane perché racchiudono il massimo delle infezioni nella
seconda e terza ondata. Leggiamo come nella seconda ondata di infezione
il numero più elevato di infezioni -729- era collocata nella fascia
d'età 19-24 anni mentre nella terza ondata, quella attualmente in
corso, è sempre collocata nella stessa classe d'età ma le infezioni
calano a 398.
Se poi andiamo a verificare la % delle vaccinazioni (prime e seconde)
secondo le diverse fasce d'età somministrate al 27 aprile 2021 ci
rendiamo conto che le classi che ancora manifestano il maggior numero
di infetti sono quelle meno vaccinate dell'intera popolazione: non
arrivano nemmeno al 10% (di vaccinati).
Evidente quindi che la gioventù sia ancora quella più a rischio (di
contagiarsi e di spargere l'infezione in circolo) per demerito dei
rispettivi comportamenti ma altrettanto evidente di come il ritardo
nelle vaccinazioni contribuisca a mantenere alto il livello della
pandemia.
Se poi “dobbiamo credere” all'esperienza inglese appare assai
plausibile che valeva la pena di effettuare una sola vaccinazione non
partendo dalle fasce di età anziane e fragili ma partendo da una
qualsiasi lettera dell'alfabeto e seguire quella.
Questi numeri forse indicano che il risultato del metodo adottato in
Italia contribuisce senza dubbio a ridurre la mortalità degli
anziani (che però sono già stati massicciamente “tosati” nella prima
fase e quindi chi resta dispone di buoni sistemi di autodifesa) mentre
prosegue e proseguirà per almeno altri due-tre mesi a tenere elevati il
numero di infetti finchè anche la fasce d'età inferiori saranno
vaccinate almeno una volta.
Fuori dubbio che occorre fare i conti anche con la effettiva
disponibilità del vaccino mentre è sicuro che se si fosse seguito
l'ordine in base alle lettere dell'alfabeto si sarebbero evitati
quell'oltre 2,3 milioni di furbi che si sono fatti vaccinare senza
averne diritto.
Si dirà: cosa cambia?. Cambia che in una stagione tragica anche mantenere l'ordine ha un suo valore sociale.
Andando a verificare (epicentro.iss.it) le caratteristiche dei pazienti
deceduti positivi all'infezione da SARS-CoV-2 in Italia nelle tre
ondate ci si rende conto che le patologie prevalenti presenti nei
deceduti sono le sempre stesse e diminuiscono pochissimo laddove le
morti precedenti hanno già svuotato il serbatoio potenziale.
Il covid 19 si conferma così come l'esito finale di una pre condizione
fortemente disponibile all'infezione che spazzola irrimediabilmente i
soggetti senza tenere conto granche dell'isolamento in cui quelli
possono ritrarsi. Insomma se sei già messo male appena ti si avvicina
l'infetto ci resti secco (se sei anziano e pluri patologico).
A noi pare che ancora una volta –ci riferiamo all'attuale situazione-
l'attenzione del mainstream (governo regioni ATS ospedali media ) sia
stata puntata sulla “comodità” nella gestione della
pandemia mascherandola dalla solita buona volontà che
occorre dare per scontata. I numeri sono quelli e la gestione è stata
evidentemente meno gravosa nella terza ondata rispetto alla seconda
mentre la situazione viene ancora spacciata come “peggiore delle
precedenti”.
Non c'è da stare ovviamente allegri e allentare le difese attive e
passive personali, ma appare evidente come dopo un anno “l'ospedale”
resti ancora il punto di riferimento finale del problema e le cure non
si siano spostate sul territorio nonostante i protocolli messi a punto
dall'Istituto Mario Negri e gli ospedali non abbiano aumentato i posti
letti ma come nelle prime due ondate hanno ridotto i posti letti (di
TI) diminuendo la disponibilità per il resto dei malati. Insomma per la
sanità regionale anche col covid19 “ha da passà la nuttata” e intanto a
chi tocca… tocca. Importante che non crei troppo disturbo ai nosocomi.
Il che conferma l'esistenza di un solido cordone politico economico che
lega politica e industria (farmaceutica, diagnostica, ospedali) che non
permette che quelle macchine per fare soldi che sono gli ospedali e il
sistema di cure “pesanti” ivi presenti non stia saldamente nelle mani
di chi non vuole perdere gli affari. Applicare i protocolli leggeri
possibili col sistema degli interventi a domicilio (vedasi protocollo
messo a punto dal Mario Negri ormai da alcuni mesi) dell'infetto da
parte dei medici curanti non trova risposta ne in questi ultimi e tanto
meno nei grandi ospedali.
Il sistema poggia ancora massicciamente sui ricoveri tradizionali che
sono poi quelli che creano profitto al sistema industriale che usa gli
ospedali come mezzo per farli (i profitti) dal momento che orami tutto
è in mano alla chimica alla diagnostica al computer mentre medici e
personale sono solo burattini che si muovono con le sequenze indicate
dalle tre voci segnalate.
Il malato non deve essere un caso just in time ma deve ammalarsi
secondo una programmazione che fa comodo al sistema ospedaliero che non
è che il bracico operativo del sistema industriale che lo regge
praticamente.
Per il resto è la solita gioppinata all'italiana: i quattro
colori delle regioni, i controlli inesistenti o alla pene di cane sugli
assembramenti, i media che strillano ad ogni ora notizie
contraddittorie e la popolazione frastornata nella propria solitudine e
preoccupatissima del proprio futuro economico e vitale. Non ultima le
ciliegine sulla torta. I cantieri edili –dalle nuove costruzioni a
quelli dei bonus- vedono milioni di persone al lavoro senza alcuna auto
protezione. Mascherina non sai dove sia. Perfino le cerimonie religiose
vedono un ammassamento di persone forse con la certezza che il buonDio
abbia una maggior buon-occhio per i suoi fedeli. Nessun controllo sulla
qualità e intensità dei ricambi d'aria negli ambienti e sui mezzi di
trasporto pubblici.
E come sempre al centro del dibattito sui media non c'è la cura
(cioè: informare il cittadino della cura possibile e quindi del suo
diritto come ammalato e come contribuente) ma c'è solo l'ordine
previsto dagli ospedali e quindi dall'industria. Un sistema che fa
comodo a tutti: dalla Pfizer (una per tutte…) fino all'ultimo
micro-sindacato medici e operatori.
Insomma pare che gli Italiani se lo stiano tenendo bene in serbo questo maledetto covid19: pare che ci piaccia davvero.
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I FA I BULI COLA ROBA DI OTER
La giunta Gamba fa gli auguri per il primo maggio al paese (quello
bello da vivere) e ricorda che “l'Amministrazione comunale si impegna
costantemente ad essere vicina con azioni concrete a tutte
quelle persone che un lavoro non ce l'hanno o hanno lavori precari:
1 - sportello lavoro: per aiutare chi è in cerca di lavoro o per aiutare le imprese del territorio nella selezione del personale
2 - tirocini lavoro: supporto economico alle famiglie in difficoltà
attraverso l'attivazione di tirocini lavoro anziché “semplici”
contributi
3 - leve civiche e progetto #giovanepercurno: attivazione di
progetti sociali e culturali per favorire l'acquisizione di competenze
nei giovani
4 - spazio di coworking “Collaboro”: uno spazio per chi desidera intraprendere un'attività come libero professionista
5 - attivazione di progetti di “prime prove di lavoro” per persone con
disabilità o fragilità presso il centro di riutilizzo “La Miniera – chi
cerca trova” o richiedendo l'inserimento lavorativo di persone fragili
a chi gestisce appalti di servizio per il comune
6 - collaborazione con l'Equipe Inserimenti Lavorativi (EIL) dell'Ambito Territoriale di Dalmine: per le persone più fragili.
Con ben SEI iniziative destinate a trovare lavoro – cui si aggiungono
anche degli addetti ANPAL e quelli regionali dei centri per l'impiego-
saremmo un paese fortunato ma basta leggere l'articolo di Chiara
Brusini sul Fatto del 30 aprile per capire che… tanto rumore per nulla.
Basta incrociare la situazione nazionale e il fai da te comunale per
capirlo. Un Comune che metta in piedi ben sei iniziative per
trovare lavoro a chi non ce l'ha dovrebbe presentare almeno ogni anno
un resoconto certificato del risultato del lavoro di questi uffici ed
invece alla fine restano noti (suppergiù) solo i costi per il
mantenimento ma non i risultati. Che forse si contano con le dita di
una mano di un falegname. Nel paese bello da vivere non si sa nulla.
Non sappiamo quanti siano i cittadini messi in quarantena
covid19; non sappiamo quanti siano i titolari del RdC (l'ultimo numero
che leggemmo: 55); non sappiamo quanti posti di lavoro siano stati in
grado di trovare quei SEI uffici del Comune. Non sappiamo nemmeno
quanti siano i vaccinati ma di sicuro si sa che il Comune non si è
attivatoi per “scovare” quegli ultra70 enni che non sono nemmeno emersi
dal buio profondo: chissà perché.
Del resto è TUTTA l'assistenza sociale e scolastica che a Curno non
presenta un rendiconto certificato nonostante che spanno metricamente
spediamo un milione di euro in merito.
Ormai queste ENORMI spese che vengono tenute segrete invocando il
diritto alla privatezza debbono emergere sotto il controllo da
parte di un soggetto terzo, slegato politicamente, che certifichi il
risultato delle spese ed unisca le correzioni possibili per migliorare
la situazione.
Il “segreto” però ha una sua motivazione: che governi destra o sinistra
quel milione di euro è un formidabile combustibile elettorale. Che
invece va sottratto al controllo della politica e di una funzionaria
che di volta in volta deve fare mille mestieri che non le competono.
Invece si legge una determinazione della dirigente dei servizi sociali
che assegna ad una cooperativa (oh! la novità!) l'incarico di
mantenere la pace tra i litigiosissimi inquilini della case popolari di
via S.Jesus mediante la presenza di 2 educatrici professionali per 5
ore settimanali complessivi per 92 settimane; cui si aggiunge anche 1
coordinatrice del progetto per n. 1 ora settimanale complessiva per 92
settimane, anche del materiale di facile consumo per la realizzazione
di attività educative /e animate, e il tutto costerà al Comune la
bellezza di 14.626,50 euro che saranno versati alla Coopera- tiva
Sociale A.E.P.E.R. con sede a Bergamo a copertura dei costi per il
progetto di intervento educativo in favore di anziani e situazioni di
disagio nel contesto abitativo comunale e territoriale di Curno” per il
periodo da aprile 2021 a marzo 2023.
A parte che non si comprende esattamente SE le due educatrici debbano
essere presenti 2x5=10 ore settimanali oppure SOLO cinque ore in due,
così come non si comprende com'è che sia necessaria una coordinatrice
per fare il mestiere di cui dovrebbero essere già capaci appare
evidente che spese di questo livello nell'anno di (dis)grazia 2020 e
2021 con un sacco di gente cui è stata sospesa (dai DPCM) ogni
possibilità di lavorare in cambio di modesti contributi arrivati
SI&NO, questi qui oltre a godere di una abitazione in affitto a
prezzo agevolato, a ricevere mensilmente (anche) il RdC ed altri aiuti
dal Comune, si permettono perfino di farsi beffe tra di loro e verso
gli altri cittadini e pretendono… assistenze socio-psico per
comporre le beghe tra di loro e verso l'esterno.
Siccome sono tutti adulti, gente siffatta meriterebbe semmai di esser buttata fuori, se si mette a litigare e fare caos.
Siccome la giunta è composta da persone affamate di soldi a ufa, non
gli basta di portare via i beni altrui a prezzi stracciati ma in questo
comune succede che se tu sei un pensionato o un cittadino che hai
ricevuto in eredità un pezzo di terra non edificabile e lo tieni a
prato stabile per dare lavoro alle api (le madamine non sono
ecologiste?) devi pagare l'IMU in quanto … non sei un coltivatore
diretto. Poi loro usano i soldi della tua IMU per pagare una coop
che dovrebbe fare da paciere (da quanti anni c'è bisogno di una
pacificatore?) tra chi usa una casa (quasi) a gratis e per
di più si fa aiutare anche dal comune. Ecco: li bisognerebbe mandare la
NATO come avvenne in Bosnia.
Va bene dare una mano a chi é meno fortunato, ma il troppo stroppia anche a casa di Dio.
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RETATA DI PENSIONATI IN FRANCIA
Non ci fosse di mezzo la pandemia e la durata delle legislatura (che è
l'unico “bene” che interessa a tutti i parlamentari) c'è da stare
sicuri che il governo Draghi dopo l'exploit francese sarebbe a rischio.
Senza contare che dovrebbero rafforzare e non poco la scorta alla
Cartabia. I sette arrestati più i tre fuggitivi dispongono ancora oggi
di almeno due dozzine di sostenitori in Parlamento: una maggioranza
meno raffazzonata dell'attuale sarebbe a rischio di sfiducia in
qualsiasi votazione segreta. Meno male che i parlamentari hanno ancora
un po' di debiti elettorali da onorare e quindi tutto filerà via
liscio. Avranno poi a disposizione i 248 miliardi del PNRR che meritano
maggiore attenzione dei sette più tre.
Ne la Cartabia ministra delle giustizia ne la sua collega Lamorgese
ministra dell'interno si permetteranno di andare in aeroporto ad
accogliere gli arrestati e farvi sopra un filmino con colonna
sovrascritta. Meglio tenere il profilo basso visto che ce ne sarebbero
ancora tre chissà dove. Non sono due idiote come il Bonafede e un
Salvini.
Ha ragione Ascanio Celestini: la galera è moderna, illuminista,
borghese. Piace pure al Beccaria. La galera è democratica perché dà
soddisfazione al popolo ingordo di giustizialismo, mostra i corpi dei
malfattori sui giornali e in televisione per qualche giorno e poi li fa
sparire per sempre. Li infila sotto il tappeto della Storia nel grande
oblio nazionale che ci consola giustificando la nostra personale
distrazione. Questi sette arruolati nel reality che appassionerà (un
pochino) gli italiani rimasero sotto gli occhi di tutti, con facce e
indirizzi noti, in un paese che gli chiese di cambiare vita, di non
delinquere e lasciarsi alle spalle un capitolo chiuso.
L'iter per estradarli e riportarli in Italia si annuncia lungo,
l'eventuale estradizione sarà possibile “non prima di 2 o 3 anni”, ha
avvertito l'Eliseo. Hai voglia: qualcuno nel frattempo potrebbe anche
morire. Di vecchiaia ed acciacchi vari.
Un Paese che dopo 15 mesi di pandemia non riesce ancora a fare
incontrare gli anziani ospiti delle RAS coi propri famigliari vuole
mettersi in groppa anche questa dozzina (meno uno)? L'ennesima presa
per il fondoschiena del popolo bove che grida galera! galera! galera!.
Magari gli scappa anche un fucilateli!. Servirà a qualcosa carcerarli
per un mucchio di anni? Tra le varie misure leggiamo anche di ergastoli
conditi con “isolamento diurno”. E perché? Hanno segreti da confessare?
Tranne qualche irriducibile complottista che cerca risvolti morbosi,
noi sappiamo più o meno quello che c'è da sapere. Non ci resta che
metterci seduti, inforcare gli occhiali e leggere la montagna di testi
di storici, sociologi, testimoni che ormai hanno raccontato tutto e in
tutte le maniere.
La questione è che delle vicende del terrorismo importa zero ed importa
ancora meno a distanza di oltre mezzo secolo. Importare sette più tre
terroristi dalla Francia -dove attualmente sono dei sans papier: vale a
dire che non hanno neanche la mutua e la pensione- significa far loro
un favore dal momento che in Italia dovremo curarli e mantenerli. Tutte
persone ormai a fine corsa esistenziale tra la demenza e la scemenza.
La stagione del terrorismo rosso italiano esattamente come quella del
terrorismo nero non sono mai state ancora chiarite e senza chiarimento
restano schierati i rispettivi eserciti. Vedremo il prossimo autunno
quando il governo dovrà affrontare il problema licenziamenti di massa
cosa accadrà: gli eserciti si ricostituiranno. Col sovrappiù delle
ultime code della pandemia. Perché se nel tuo quartiere in piena crisi
pandemica economica vedi crescere ed essere vendute una dozzina di
ville bifamiliari da un milione duecentomila cadauna, capisci che c'è
ancora parecchio letame da pulire.
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