A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1343  DEL 18APRILE 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



INDICE 3
















ATB:CONTANO LE PERSONE MA NON CI SONO I BUS
Si sono fatti fare articoloni copia&incolla sui giornali nazionali e locali per informare il popolo e andare incontro alla necessità di offrire agli utenti servizi più ampi e puntuali  come ha detto Stefano Zenoni, assessore comunale alla Mobilità.
Peccato che siano una spesa inutile e probabilmente clientelare visto che non c'era assolutamente bisogno di inventarla. Brevemente: l'ultima cazzata dello Zenoni.
Leggiamo dal Corriere Bergamo che sui bus di ATB e Ariva verranno installati dei sensori vicino alle porte dei mezzi Atb che contano il numero di persone che salgono e scendono dai pullman e dai tram. Lo faranno in tempo reale, con precisione (è stata misurata un'accuratezza pari al 97,96%) e anche se c'è buio (grazie alla rilevazione basata sul calore corporeo). Può essere così tenuto sotto controllo — dall'azienda, dagli autisti e anche dai passeggeri — l'affollamento dei mezzi. Una necessità in questo periodo di emergenza sanitaria e anche per il post Covid.
La prima botta si prende leggendo questo pezzo è che  ATB e Comune di Bergamo ritengono che della pandemia non ci libereremo mai e nei secoli a venire sui mezzi pubblici dovremo sempre viaggiare a metà  afflusso. Non ci pare una gran bella premessa.
(...)

LA PISTA CICLABILE LUNGOFIUME NON ARRIVA ALL'ISOLOTTO
Tutto come previsto: la pista pedociclabile di Curno che dalla Roncola di Treviolo avrebbe dovuto portare all'Isolotto di Ponte san Pietro parte dall'ex frantoio Benzoni ed arriva all'ex frantoio Cavagna-Regazzoni in fondo a via Brembo. Lo scrivemmo già nel novembre 2019. Quindi i bravi pedoni e ciclisti una volta arrivati contro la recinzione dovranno scendere nel boschetto che copre il letto del fiume sperando che non ci sia un piena del Quisa o del Brembo. Sperando che non gli arrivi addosso. E se vengono da Ponte, una volta scavalcata la passerella possono gettarsi nella corrente e nuotare.
Il bello è che il Comune ha pagato metà del costo della passerella, che é un altro di quei progetti che fanno mettere le mani nei capelli (per la sua bellezza, cosa state pensando malfidenti?).
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!










































POI QUALCUNO SUGGER' DI CHIUDERE LA PARTITA PER NON FINIRE TUTTI IN GATTABUIA?





























































































































































































L'unica soluzione è quella di licenziarli tutti.

Leggiamo: «È una situazione che va contro ogni logica e che non ci saremmo mai aspettati – ammette Emilio Grassi, direttore dell'Agenzia provinciale del Trasporto pubblico locale –. Eravamo pronti ad arrivare al 75%, ma andare oltre diventa impensabile: ci sarebbero da recuperare dai privati almeno altri 40-50 autobus, organizzare i turni, reperire le risorse». Alle seimila corse giornaliere attuali, ne servirebbero almeno altre 4-500, da inserire in uno scacchiere già molto complesso. Un ulteriore potenziamento, dopo le 1.300 corse in più messe in campo per il piano attuale, per cui andrebbe trovato almeno un altro mezzo milione di euro in più (solo per le settimane che mancano alla fine della scuola), che si aggiungerebbe ai 7 milioni in più già calcolati per il 2021, rispetto alle previsioni.
Oppure: Parla di buonsenso il direttore generale di Atb, Gianni Scarfone, secondo cui «se la logica è quella di ricreare delle condizioni normali nelle scuole, credo che l'aspettativa sia anche quella di aumentare la capacità degli autobus, almeno all'80%». Anche perché dopo la riapertura completa delle classi, il cronoprogramma del governo per il mese di maggio prevede la ripartenza di altre attività, che porteranno sugli autobus anche altri passeggeri, oltre a quelli delle scuole. «Per questo è improbabile che la capienza sui mezzi resterà al 50% – prosegue Scarfone –. Neanche attivando servizi aggiuntivi, si potrà colmare la differenza tra capacità di trasporto e domanda. I ministeri competenti stanno già ragionando su questo tema, vedremo cosa decideranno».
E così a distanza di un anno dall'inizio della pandemia siamo ancora in braghe di tela: tutti aspettano che dal cielo scenda la soluzione.
«Oggi ci sono autobus interurbani e privati che viaggiano con molti posti a sedere vuoti – spiega Grassi –. Una deroga sulla possibilità di utilizzarli tutti potrebbe essere utile, anche se non risolutiva». I bus turistici potrebbero trasportare circa 25 persone in più, mentre quelli interurbani una decina, «e senza alterare le condizioni del distanziamento», puntualizza Grassi. «Viceversa, una deroga che aumenterebbe a priori il carico (senza dunque distinzioni tra passeggeri seduti e in piedi, ndr), ci riporterebbe nella situazione di settembre, e non sarebbe accettabile».
I vecchi hanno passato un anno a trastullarsi nel rimpallo delle responsabilità: comincia tu, vai avanti tu, non vado avanti io, i bus privati sono fermi, ecc. ed al momento del bisogno, non c'è niente di pronto.

Si sono fatti fare articoloni copia&incolla sui giornali nazionali e locali per informare il popolo e andare incontro alla necessità di offrire agli utenti servizi più ampi e puntuali  come ha detto Stefano Zenoni, assessore comunale alla Mobilità.
Peccato che siano una spesa inutile e probabilmente clientelare visto che non c'era assolutamente bisogno di inventarla. Brevemente: l'ultima cazzata dello Zenoni.
Leggiamo dal Corriere Bergamo che sui bus di ATB e Ariva verranno installati dei sensori vicino alle porte dei mezzi Atb che contano il numero di persone che salgono e scendono dai pullman e dai tram. Lo faranno in tempo reale, con precisione (è stata misurata un'accuratezza pari al 97,96%) e anche se c'è buio (grazie alla rilevazione basata sul calore corporeo). Può essere così tenuto sotto controllo — dall'azienda, dagli autisti e anche dai passeggeri — l'affollamento dei mezzi. Una necessità in questo periodo di emergenza sanitaria e anche per il post Covid.
La prima botta si prende leggendo questo pezzo è che  ATB e Comune di Bergamo ritengono che della pandemia non ci libereremo mai e nei secoli a venire sui mezzi pubblici dovremo sempre viaggiare a metà  afflusso. Non ci pare una gran bella premessa.
Poi il  presidente di Atb, Enrico Felli spiega che l'uso dei più avanzati strumenti tecnologici che danno informazioni consente in tempo reale di conoscere il loro effettivo orario d'arrivo.
Che deve essere una grande soddisfazione perché se un viaggiatore sta aspettando il bus, sapere quando arriverà il mezzo è un'altra cazzata dal momento che “sapere” non significa potere decidere dal momento che il mezzo arriva traffico permettendo  mentre il viaggiatore dispone delle sole gambe: ragion per cui se il mezzo ritarda o va a piedi oppure chiama un taxi (se ha i soldi e  se lo trova).
Spiega il Felli che il numero dei passeggeri a bordo e, di conseguenza, quello dei posti liberi non è stimato, ma effettivo. Il direttore generale del Gruppo Atb  Gianni Scarfone spiega che l'idea di un sistema per contare i passeggeri è nata con il Covid. Una soluzione già pronta non esisteva .Il sistema attivato è uno dei progetti di innovazione più importanti degli ultimi decenni per l'azienda. Non lo dubitiamo perché per i burocrati inventare qualcosa di inutile ma soprattutto assai costoso deve essere di grande soddisfazione. Se non altro per  godere della notorietà data da  qualche dozzina di articoli senza contare le interviste.
Prosegue il comunicato copiato e debitamente incollato dalle gazzette: dal pc di bordo, collegato ai sensori, il conducente conosce in ogni istante il numero dei passeggeri a bordo e i posti disponibili. La centrale operativa di Atb monitora tutte le informazioni, anche la posizione del mezzo, attraverso la piattaforma «Fleet&Info».
Peccato che i bravi gazzettieri non abbiano dimenticato di chiedere al Felli allo Scarfone ed a mons. Zenoni come funziona il sistema dal momento che quando l'autista apre le porte del bus alla fermata se sul mezzo ci sono (per esempio) 55 (covid permettendo) e quindi ne scendono 10 e ce ne sono 15 che vogliono salire cosa succede agli… ultimi cinque sfigati (che generalmente sono gli anziani con difficoltà non solo a correre ma a stare in piedi? Magari cuccandosi anche qualche gomitata di baldi studenti levrieri?.
Gli ultimi cinque restano a terra in attesa della prossima corsa –che leggeranno con grandissima soddisfazione sul display- sperando che la prossima volta non succeda lo stesso trambusto di prima.
Roba da matti solo a pensarlo.
Ecco il sermoncino finale di mons. Zenoni assessore comunale alla mobilità: «Questi investimenti tecnologici rispondono alle nuove esigenze dettate della pandemia e anche alla necessità di offrire agli utenti servizi sempre più ampi e puntuali. Si fa così un grande passo verso la smart mobility ovvero la possibilità per tutti i cittadini di scegliere la modalità di spostamento più sostenibile in ogni momento, con informazioni tempestive su tutte le possibile forme di trasporto».
In effetti non si spiega com'è che questo sistema consenta di offrire agli utenti servizi sempre più ampi e puntuali e nel contempo di dare a tutti i cittadini di scegliere la modalità di spostamento più sostenibile in ogni momento. Cioè: se il bus ti lascia a terra perché è pieno  che fa il cittadino? Prende il monopattino di Zenoni oppure chiama un taxi oppure gambe in spalla e s'arrangia?.
Non manca lo sguardo al futuro per non farsi mancare nulla: questo sistema fa parte di un percorso più ampio che è iniziato permettendo agli utenti di comprare biglietti a bordo con la carta contactless e porterà, tra il 2022 e il 2023, alla bigliettazione elettronica per la quale si stanno investendo 4,6 milioni (di cui 2,8 di Atb e 1,8 della Regione). In questi 4,6 milioni, ci sono 500 mila euro che sono stati dedicati al contapasseggeri e all'infomobilità.

Riassumendo. Installare un sistema di conteggio dei passeggeri che costa mezzo milione di euro significa dare per scontato che dovremo fare i conti con la pandemia vita natural durante: non è certo una  bella notizia. Semmai il problema dei bus ATB e Ariva deriva  in primis dalla mancanza di puntualità legata al traffico piuttosto che all'affollamento. Secondo: il Governo ha stanziato 300 milioni di euro per incrementare i mezzi (ma i comuni ne hanno dovuto anticipare 120 e il governo per adesso s'è dimenticato di stanziare il resto…) ma siccome produrre bus non è come aprire un rubinetto per aumentare la portata, semmai il problema  è quello di ridurre il più possibile il numero di portoghesi che non pagano il biglietto.
La soluzione è a portata di mano dal momento che ormai tutti hanno un cellulare… specie i portoghesi che si individuano tra studenti ed extracomunitari. Tutte persone che sono dotate di cellulari 99999:100000. Siccome gli operatori telefonici che dispongono di una rete propria sono pochissimi (gli altri sono dei rivenditori) basta fare un accordo per cui il costo del biglietto viene tolto dall'abbonamento che il portoghese ha fatto col suo operatore. Il portoghese sale sul bus, il sistema intercetta il cellulare e annota la posizione e quindi a fine corsa preleva dall'abbonamento la spesa del biglietto. Finora se uno viene beccato senza biglietto hai voglia che domani paghi la sanzione (c'é un'evasione del 99% tra chi non ha un lavoro fisso…). Di sicuro la pressoché totalità dei portoghesi però on rinuncia al cellulare e quindi  se dai 10 euro di abbonamento mensile gli vengono tolti 4 biglietto per sei euro… l'abbonamento dura 12 giorni piuttosto che 30 e quindi deve ricaricare.
Immagino che si alzino le altissime lamentazioni circa la violazione della privatezza: quindi evadere il biglietto sarebbe meno grave del togliere la somma dall'abbonamento?.
Non poteva mancare un altro aspetto di questa “puntuale” informazione: il nuovo sistema è stato ideato e coordinato dal Gruppo Atb con il supporto di alcuni fornitori: Conduent Transportation per la parte tecnologica, Aesys per i pannelli informativi e Soluzione1 per i sistemi di infomobilità delle pensiline smart e dell'app. Ecco: adesso ci possiamo Sfregare le zampine.

Tutto come previsto: la pista pedociclabile di Curno che dalla Roncola di Treviolo avrebbe dovuto portare all'Isolotto di Ponte san Pietro parte dall'ex frantoio Benzoni ed arriva all'ex frantoio Cavagna-Regazzoni in fondo a via Brembo. Lo scrivemmo già nel novembre 2019. Quindi i bravi pedoni e ciclisti una volta arrivati contro la recinzione dovranno scendere nel boschetto che copre il letto del fiume sperando che non ci sia un piena del Quisa o del Brembo. Sperando che non gli arrivi addosso. E se vengono da Ponte, una volta scavalcata la passerella possono gettarsi nella corrente e nuotare.
Il bello è che il Comune ha pagato metà del costo della passerella, che é un altro di quei progetti che fanno mettere le mani nei capelli (per la sua bellezza, cosa state pensando malfidenti?).

Il progetto quindi NON rispetta quanto deliberato dalla giunta e dalla funzionaria che prevedeva appunto una pista ciclabile Treviolo-Ponte e non solo un pezzo.
Il progetto non rispetta nemmeno quanto previsto dai vincoli di polizia idraulica dei corsi d'acqua che prevedono che non possono esistere percorsi d'ogni tipo nelle aree alluvionabili da qualche corso d'aqua.
Così come per non avere problemi sulla presenza della vasca liquami addosso alla pista ciclabile, anche la decisone in contrasto con l'incari- co di non fare il progetto della pista dalla via Brembo alla passerella risponde alla medesima doppiezza tipica della giunta Gamba: sircà de pelà la poia sensa fala cridà.
Del resto basta prendere in esame tutta la pratica a partire da cinque anni or sono per capire che finora questa servita soprattutto a pagare parcelle ad una raffica di professionisti (con un frazionamento pazzesco di progettini ergo di incarichi) scelti dai funzionari e quindi baciati dalla fortuna politica.

La grandiosa idea di qualche burocrate di inventarsi un percorso naturalistico che colleghi il Monte Canto tra Sotto il Monte e Pontida col fiume Brembo e poi il Parco dei Colli è previsto per il transito di uccelli greggi cammelli elefanti testicoli.  Transiteranno sulla mitica passerella del Quisa sotto gli occhi di TVBergamo e il commento della LeylaCiagà e poi non si sa dove andranno: forse migreranno lungo fiume verso Brembate (Sotto) a gettarsi nell'Adda.

Non basta questa furbata tipica della setta che governa  malamente il Comune ma osservando il progetto per esempio sono riusciti a dimenticare una planimetria completa dell'azienda agricola Merelli che ha una bella vasca di liquami nei pressi  della pista. Non è colpa dei Merelli ma di chi manderà pedoni e ciclisti ad annusarne gli effluvi proprio nella stagione migliore.

Comunque stia la faccenda finora il Comune in cinque anni ha speso un sacco di soldi per distribuire inutili incarichi di progettazione che alla fine della fiera non hanno concluso nulla tranne un “costosissima” passerella sul torrente che manca poco sia necessaria un'intera fabbrica di tubi per fabbricarla e quindi costare di meno e con la sicurezza che siccome la quota d'attacco è già stata inondata nel 2014: c'è da giocarsi al lotto se durerà per i prossimi dieci anni prima di essere divelta e travolta nel Brembo.

Resta sempre il mistero del perché passano nei terreni di due proprietari con la pista pedociclabile e non abbiano toccato il terzo: forse che sia protetto da un ex  consigliere regionale leghista?. Boh. I lavori da muratore da mettere a gara ammontano a 112.784 euro a corpo. Adesso comincia il balletto della gara d'appalto e si capisce al volo la ragione per cui la pista arriva SOLO all'altezza di via Brembo. Leggiamo  da Altalex la chiave di lettura: “Con la previgente normativa derogatoria infatti, la soglia prevista ai sensi dell' art 36, per i contratti con un valore inferiore a 40.000 euro, è stata estesa fino ai 150.000. In particolare è stato previsto l'affidamento diretto - con la possibilità di non richiedere alcun preventivo agli operatori economici -  " per lavori, servizi e forniture di importo inferiore ai 150.000 euro e comunque, per i servizi e forniture nei limiti delle soglie di cui al citato articolo 35".
Adesso faccio una telefonata a degli amici così ci mettiamo d'accordo.

La lobby di impiegati pubblici, professionisti ammanigliati, pseudo scienziati copia&incolla che è già riuscita a fare spendere 130mila euro della Fondazione Cariplo per sparare carta copia&incolla di studi e progettini sull'Isolotto e contorno adesso ne sta studiando un'altra: creare una sorta di oasi naturalistica nella zona che indichiamo con l'ovale segmentato blu (praticamente dentro il letto del fiume…)  e tentare di farsela finanziare da Regione Stato Europa curando soprattutto i legami della Serra col suo collega  e co-autore di guide (vedi: alle porte di città alta) che lavora in Regione. Il co-autore non è persona qualsiasi: Roberto Cremaschi è il responsabile comunicazione ERSAF Lombardia e cura la  gestione, l'organizzazione, la comunicazione nelle Direzioni Generali Formazione e lavoro, Sanità, ERSAF. Che non è proprio fare il passacarte.
Del resto la Serra, ferrata nella sua condivisione, è quella che ha portato a Curno gli “amici dell'orto botanico: diretto da un altro co-autore della sua guida- e va a organizzare i festini e gli webinar coi bambini nei micro spazi verdi del paese bello da vivere (magari i giardini sono curati coi piedi ma importante vendere la palle). Del resta una che s'è fatta una scuola elementare con la vasca da idromassaggio unica in Italia (non per insegnanti e dipendenti ma per probabili sfigati alunni…) e che va a raccattare la rumenta dagli alberi del fiume che è fatta di merda secca del valbrembanini, dove immaginate arrivi? a un seggio parlamentare almeno.