A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1341 DEL 12APRILE 2021 |
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Di cosa parliamo in questa pagina. |
INDICE 3 |
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APERTA LA NUOVA SEDE DEI SERIVZI SOCIALI Adesso abbiamo capito come mai la sindaca da un mese in qua era scomparsa: stava facendo l'umarello* dei lavori nel nuovo ufficio dei servizi sociali spostato dal buco in cui era relegato allo spazio dell'ex biblioteca. In questo paese certe informazioni (quanti metri quadrati è quello spazio?) non te le danno mai ma osservando la superficie degli spazi e pensando ai 140mila euro spesi e vedendo l'insieme degli arredi, non c'è che da confermare che nel paese bello da vivere si sciala alla grande. Oppure si fanno fregare altrettanto alla grande. Che quell'ufficio stia sull'ombe- lico della sindaca ormai lo san- no anche le pietre della piazza e che la dirigente del servizio le stia nella bulrina dell'occhio è altrettanto noto ma che in un edificio vecchio di oltre mezzo secolo si spendano 140mila euro per arredare uno spazio che a prezzi di mercato non ne vale nemmeno un terzo forse c'è qualcosa che non quadra. Ma questo genere di riflessione non toccano alla sindaca. L'aspetto più divertente dell'in- sieme che si ricava dalle immagini pubblicate è che gli arredi ricordano le cucine economiche e i tinelli delle case anni '50-'60. Meravigliosissimo il tavolo di truciolato rivestito di un foglio di plastica che vorrebbe figurare come Formica vera (hai vo- glia con quel che costa!) e il bordo incollato col nastro simil-legno di obi. Che dire del meraviglioso divanetto con cuscini di 6 cm di spugna cinese? E il pavimento di parquet da svendita leroy merlin? Non lo usano nemmeno più nei bar di periferia. E quelle poltroncine girevoli con SOLO QUATTRO gambe quando ce ne dovrebbero essere almeno cinque per non ribaltare? Che le abbiano scovate da un modernariato?. Dell'illumi- nazione c'è poco da dire se non che è spaziale. Importante soprattutto se si rompe qualcosa per cui bisognerà cambiare tutto e quindi avremo zoccole e scarpe. (...) SETTIMA EDIZIONE ALLE PORTE DELLA CITTA' Ci sono tre autori: Bailo Cremaschi e Serra. Ci sono altri dodici contributori Benedetti Brambilla Morzenti Brolis Chiesa Cremaschi Rota Ferrari Fornoni Pedalopolis Rinaldi e Scuppa. C'è un fotografo Brambilla. C'è chi ha fatto il progetto grafico e l'impagina- zione: boabab. Ci sono i cartografi Vavassori&Vavassori e infine la parte botanica di Arzuffi. Un coro di 16 persone per uno dei mille copia&incolla che sono le guide di una qualsiasi città: in questo caso Città Alta ed alcune appendici esterne. Quando abbiamo letto sul Corriere che : «il libro raccoglie itinerari spesso sconosciuti anche ai bergamaschi. Quanti sanno, per esempio, dove si trova via del Pavione?». Abbiamo avuto un sussulto perché noi avevamo visto una volta una via del pavone dalle parti di Fontana ed invece avevamo visto male: non era un pavone ma un Pavione. Che non si è ancora compreso chi sia codesto signore. Via del Pavione è la via (di una parte) della “Bergamo bene” fatta di lussuosissime villette a schiera molto ampie disposte ai piedi della collina con vicino un campo sportivo: male lingue dicono che siano di personale medico dell'ospedale. Che gli autori appartengano alla c.d. sinistra al caviale cui vengono aggregati anche gli autori?. La parte più interessante dell'articolo (che ha poca relazione con la guida) ci pare questa: “La scoperta dei Colli è uno dei temi che potrebbero essere sviluppati in vista del 2023, quando Bergamo sarà con Brescia Capitale italiana della cultura. Anche per questo, i tre autori rilanciano un'idea, la creazione di un percorso pedonale ai piedi delle Mura. «Oggi—spiega Cremaschi— si può fare il percorso quasi integrale sulle Mura, ma non si può fare altrettanto sotto. Qualche colpa storica delle amministrazioni c'è, perché forse era possibile salvaguardare una fascia di terreno e mantenerla a uso pubblico, anche solo a scopo manutentivo». Per creare il percorso, il Comune dovrebbe trovare accordi con i privati, facendosi cedere dei tratti larghi due o tre metri e lunghi, in totale, un paio di chilometri”. (...) |
18 MB |
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza! |
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CONTRIBUTO DEI CURNESI AL RISANAMENTO DEL BREMBO |
NON SIAMO A CURNO |
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PENSIAMO NON SAREBBE CONTENTO Chi ama il politicamente corretto non legga questo post. La giunta Gamba (assenti dalla seduta Conti e Bellezza) non si smentisce mai. Se andate in una qualsiasi chiesa entrando hanno ai lati degli altari dentro apposite cappelle dedicate a quei santi e madonne che le comunità giudicano più utili alla salute del corpo e del portafoglio. Pare che le canonizzazioni effettuate dai diversi Papi dopo che Papa Sisto V aveva istituito la Sacra Congregazio- ne dei Riti nel 1588 con la Costituzione Apostolica Immensa Aeterni Dei. Da allora ad oggi infatti dicono siano stati proclamati 1726 Santi. Volete che la giunta Gamba sia da meno? Si fa quel che si può: ci si accontenta. Siccome non dispongono ancora di una chiesa, ecco scodellata l'idea di dedicare a un morto curnese qualche pezzo del patrimonio pubblico. L'inizio tocca ad un democristiano aclista classe 1952 e fortunato bancario di professione, pure assessore allo sport, presidente della Polis- portiva e –non essendo prete e quindi potenziale curato d'oratorio- ha seguito molti giovani nella disciplina dell'atletica leggera. La giunta Gamba “richiamata la competenza autorizzativa in virtù della succitata norma ad opera del Prefetto delibera di intitolare la pista di atletica, sita a Curno in via IV Novem- bre. 23 all'interno del Centro Vivere Insieme n.l, a G.B.L. nato a Mozzo nel 1952 e morto ad Alzano Lombardo il 26 marzo 2020 (…)3) di dare atto che l'efficacia del presen- te provvedimento è subordinata all'autorizzazione del Prefetto, acquisita la quale si provvederà alla posa della relativa targa”. La targa è stata posata – ci informa il settimanale proto leghista con inserti dei fratellini d'Italia- giovedì 8 aprile, alle 18.30, con una semplice cerimonia e alla presenza di poche persone tra cui il sindaco di Curno Luisa Gamba e il presidente della Polisportiva Curno Angelo Brembilla. A parte la sfortuna del defunto di cuccarsi il covid proprio a marzo 2020 e finire ricoverato in quel patibolo che era in quel momento l'Ospedale di Alzano, stupisce che si cominci a dedicare pezzi di immobili comunali a persone morte da pochi mesi. Adesso c'è da aspettarsi che p.e. il campo di calcio lo dedichino a qualche altro defunto, le tribune a qualcun altro, gli spogliatoi a un terzo, i cessi dei CVI ad un quarto e via dedicando: cosa non si fa per beccare qualche voto. Quel covo di intelligenze che ci amministra così come ha dedicato alla Montalcini ed a DeAndre la biblioteca-auditorium (ma dalle facce affisse pare che ce ne siano altri tre pretendenti in attesa…: sai che novità?!?!) dimenticando un certo Pietro Spini che oltre ad essere stato il primo biografo del Colleoni, uno che scambiava lettere col Bembo ed altri autori del tempo contribuì non poco alla fortuna economica delle genti di Marigolda e Dorotina, come ha dimenticato di dedicare i CVI1 ai fondatori della Polisportiva (uno dei quali morto di recente cui non hanno dedicato nemmeno una partecipazione pubblica al lutto: costo di una riga sul Bugiardino!) e del GS Marigolda, non hanno dimenticato di dedicare a un ex democristiano la pista di atletica. Casualmente i fondatori delle due società sportive non erano democristiani e nemmeno aclisti e forse piuttosto laici. Sarà un caso?. SETTIMA EDIZIONE ALLE PORTE DELLA CITTA' Ci sono tre autori: Bailo Cremaschi e Serra. Ci sono altri dodici contributori Benedetti Brambilla Morzenti Brolis Chiesa Cremaschi Rota Ferrari Fornoni Pedalopolis Rinaldi e Scuppa. C'è un fotografo Brambilla. C'è chi ha fatto il progetto grafico e l'impagina- zione: boabab. Ci sono i cartografi Vavassori&Vavassori e infine la parte botanica di Arzuffi. Un coro di 16 persone per uno dei mille copia&incolla che sono le guide di una qualsiasi città: in questo caso Città Alta ed alcune appendici esterne. Quando abbiamo letto sul Corriere che : «il libro raccoglie itinerari spesso sconosciuti anche ai bergamaschi. Quanti sanno, per esempio, dove si trova via del Pavione?». Abbiamo avuto un sussulto perché noi avevamo visto una volta una via del pavone dalle parti di Fontana ed invece avevamo visto male: non era un pavone ma un Pavione. Che non si è ancora compreso chi sia codesto signore. Via del Pavione è la via (di una parte) della “Bergamo bene” fatta di lussuosissime villette a schiera molto ampie disposte ai piedi della collina con vicino un campo sportivo: male lingue dicono che siano di personale medico dell'ospedale. Che gli autori appartengano alla c.d. sinistra al caviale cui vengono aggregati anche gli autori?. La parte più interessante dell'articolo (che ha poca relazione con la guida) ci pare questa: “La scoperta dei Colli è uno dei temi che potrebbero essere sviluppati in vista del 2023, quando Bergamo sarà con Brescia Capitale italiana della cultura. Anche per questo, i tre autori rilanciano un'idea, la creazione di un percorso pedonale ai piedi delle Mura. «Oggi—spiega Cremaschi— si può fare il percorso quasi integrale sulle Mura, ma non si può fare altrettanto sotto. Qualche colpa storica delle amministrazioni c'è, perché forse era possibile salvaguardare una fascia di terreno e mantenerla a uso pubblico, anche solo a scopo manutentivo». Per creare il percorso, il Comune dovrebbe trovare accordi con i privati, facendosi cedere dei tratti larghi due o tre metri e lunghi, in totale, un paio di chilometri”. Siccome il perimetro delle Mura è uno dei nostri percorsi preferiti l'aspetto che ci ha sempre colpito negativamente è che sotto le mura meridionali vi stanno le ville della borghesia cittadina e provinciale restiamo meravigliati della fattura dei giardini che le attorniano. E' vero che la natura del posto non è proprio adatta a creare giardini lussureggianti ma di giardini non si può proprio parlare. C'è di tutto e soprattutto c'è quanto di peggio può creare il fai da te. La situazione (dal punto di vista del paesaggio inteso come giardino o agricoltura o anche semplici orti) peggiora quando da Porta S. Agostino si comincia il periplo del monastero e si passa a osservare il lato settentrionale delle mura. Vi basti dire che qualcuno ha addirittura captato abusivamente una sorgente (piccola). Il paesaggio delle recinzioni negli ultimi dieci anni s'è infittito e s'è manifestata appieno l'italica creatività obistyle. Non meraviglia che le varie amministrazioni comunali che si sono succedute nel 2° dopoguerra non abbiano mai posto attenzione alla qualità del verde a valle delle mura ( ma avevano la scusa del dopoguerra e del boom economico…) come nemmeno ci meraviglia che non c'abbia messo occhio e mano la giunta Gori visto che la sua attenzione è fissata soprattutto nel trasformare città alta in una appendice delle gallerie di oriocenter. E gli autori della guida a cuccare un po’ di quella gente come clienti. La proposta di creare un circuito pedonale sotto le Mura è interessante SE contemporaneamente pubblico e privati ricostruiscono minimamente il paesaggio della zona perché altrimenti – oltre alle ferocissime resistenze della borghesia che vi abita- quel circuito pedonale sarebbe una strada tra mostri. Non di palazzetti e delle ville mostruose (che anzi sono più che discrete se non di buon valore) ma proprio del verde e dei giardini in genere. Siamo arrivati al limite di creare un orto dentro aiuole di legno sotto le mura di Porta san Giacomo. Cioè se coltivi il terreno a quota 100 è che a quota 99,80?. E li vicino un campo con piano sintetico non si sa bene per cosa. Tranne la parte settentrionale che si trova in condizioni davvero pietose soprattutto per gli interventi improvvidi e quasi sempre inutili che hanno applicato i proprietari, il problema di Bergamo sta nel fatto che non esiste un piano per rimettere in piedi il paesaggio del colli. Basta solo confrontare l'IGM 1954 con una ortofoto attuale per capirlo. Ovvio che per il 2023 Bergamo non riuscirà nemmeno a completare di un metro un percorso pedonale intero sotto le Mura ma forse è il caso di iniziare a pensarci e cercare di trovare fondi un UE. Detto questo il volumetto ha una brutta impaginazione, una brutta carta, una brutta rilegatura, una eccessiva varietà di caratteri e una dimensione errata degli uni rispetto agli altri. Inutile la parte botanica (gravisissssimo! ha dimenticato il cappero e il luppolo!), bellissime le foto a doppia pagina, inutili le immagini francobollo, bruttine le foto a pagina intera e i toni troppo marroni. Insomma qualcosa di spannometrico. Per il resto del contenuto si descrive ma non si spiega: vale per chi a Bergamo morde e fugge. |
APERTA LA NUOVA SEDE DEI SERIVZI SOCIALI Adesso abbiamo capito come mai la sindaca da un mese in qua era scomparsa: stava facendo l'umarello* dei lavori nel nuovo ufficio dei servizi sociali spostato dal buco in cui era relegato allo spazio dell'ex biblioteca. In questo paese certe informazioni (quanti metri quadrati è quello spazio?) non te le danno mai ma osservando la superficie degli spazi e pensando ai 140mila euro spesi e vedendo l'insieme degli arredi, non c'è che da confermare che nel paese bello da vivere si sciala alla grande. Oppure si fanno fregare altrettanto alla grande. Che quell'ufficio stia sull'ombe- lico della sindaca ormai lo san- no anche le pietre della piazza e che la dirigente del servizio le stia nella bulrina dell'occhio è altrettanto noto ma che in un edificio vecchio di oltre mezzo secolo si spendano 140mila euro per arredare uno spazio che a prezzi di mercato non ne vale nemmeno un terzo forse c'è qualcosa che non quadra. Ma questo genere di riflessione non toccano alla sindaca. L'aspetto più divertente dell'in- sieme che si ricava dalle immagini pubblicate è che gli arredi ricordano le cucine economiche e i tinelli delle case anni '50-'60. Meravigliosissimo il tavolo di truciolato rivestito di un foglio di plastica che vorrebbe figurare come Formica vera (hai vo- glia con quel che costa!) e il bordo incollato col nastro simil-legno di obi. Che dire del meraviglioso divanetto con cuscini di 6 cm di spugna cinese? E il pavimento di parquet da svendita leroy merlin? Non lo usano nemmeno più nei bar di periferia. E quelle poltroncine girevoli con SOLO QUATTRO gambe quando ce ne dovrebbero essere almeno cinque per non ribaltare? Che le abbiano scovate da un modernariato?. Dell'illumi- nazione c'è poco da dire se non che è spaziale. Importante soprattutto se si rompe qualcosa per cui bisognerà cambiare tutto e quindi avremo zoccole e scarpe. Uno immaginava che quello spazio venisse destinato all'uffi- cio tecnico (visto che è l'ufficio che porta a casa tantissimi euro..) e che quello dei servizi sociali venisse spostato nella palazzina ASL (anche solo temporaneamente in vista non si sa bene quale destino). L'ufficio tecnico è una sorta di bunker-magazzino che se viene un mezzo terremotino le impiegate vengono travolte dai faldoni. La ragioneria è un buco e gli impiegati paiono dell'ISIS: quando ti rivolgi loro si spaventano come se li avessi beccati con le dita nella marmellata. La segreteria è messa meglio ma è un accrocco anche quella. Gli assessori stanno negli uffici a strati come ingredienti degli hamburger. In complesso il municipio è una capunera sotto il profilo energetico. Una maggioranza che governa da 20 anni con un solo intermezzo ha la palazzina ASL sostanzialmente inutilizzata di giorno (tranne i dottori). Altrettanto vuoto è il vicino “oratorio del sindaco leghista”. Vuoto l'edifi- cio della ex Rodari. Un palazzetto dello sport inutilizzato al 70% delle ore. E davanti a questa desolazione e questo spreco la giunta scodella un ampliamento non sa ancora destinato a cosa della palazzina ASL. Un paese privo dell'edificio della scuola da zero a sei anni investe due milioni in due centri sportivi: roba da matti. Una giunta con gli attributi della politica si manifesta con opere di gran pregio e mira a ridurre ogni spreco. La giunta Gamba ama invece fare del “patöss”. Che poi sarebbe compito-dovere normale dei burocrati. Allargare il marciapiedi qui. Fare la gobbina li. Il lampione la. Le telecamere su. Non hanno una “scala di valori” ragion per cui concentrarsi su certi problemi mentre le pulizie di casa, il lavare i pavimenti, cambiare le lampadine, lavare i piatti e fare il bucato… tocca alla ai marescialli sergenti caporali soldati. No: in questo casino vediamo una dirigente dei servizi sociali che si mette a fare l'architetto dei CVI. Manco fossimo in Zambia per farci accusare di razzismo. Vediamo dei geometri che fanno i progetti e non sanno neppure che il catasto italiano NON è probatorio. Manco fossimo nel 1910. Vediamo sempre dei geometri ma anche degli architetti che fanno il PGT e dei progetti di opere pubbliche utilizzando delle planimetrie comunali del 1990. Trenta anni or sono. Insomma patöss patöss patöss patöss. |
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