A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1329  DEL 09 MARZO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















QUELLA GRANDE SCOPA CHE E' IL COVID
Scrivevamo il 28 novembre sulla pagina 1301 che il covid19 e' una malattia da benessere.
I numeri nella loro brutalità sono come una mano: chi vedesse solo il dorso non saprebbe mai com'è fatto ed esiste anche un palmo. Per esempio dei  3131 decessi per covid 19 in Bergamasca nel bimestre 21 settembre > 21 novembre ben 2960 (il 94%) si stima fossero pensionati e  di questi ben 2551 (l'86% dei potenziali pensionati) erano malati cronici di qualche patologia.
(...)
Facciamo un salto ad oggi e vediamo che la situazione è del tutto identica a quella di novembre dell'anno passato. Però andando a leggere il sito epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2 si colgono alcune informazioni che la massa di  specialisti che  televisioni e i giornali ci sbattono in faccia ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, con diritto di re-visione su raipaly non ci raccontano mai: infettarsi e morire di covid19 è l'ultimo tratto vitale del nostro benessere abusato.
Se si leggono in parallelo la tabella delle “Patologie preesistenti osservate più frequentemente per sesso pazienti deceduti e positivi all'infezione da SARS-CoV-2” e quella del “Numero di decessi per fascia di età pazienti deceduti e positivi all'infezione da SARS-CoV-2”  ci si rende conto che (1) l'ipertensione arteriosa seguito dal (2) diabete mellito di tipo 2, seguito dalle (3) cardiopatie ischemiche e poi (4) dalla fibrillazione atriale queste quattro patologie pre-esistenti sono fatali quando compaiono in due-tre-quattro casi sul paziente anziano e lo mandano semplicemente al creatore senza alcuna possibilità di salvargli la pelle.
Quindi sicuramente è necessario evitare che la diffusione del covid19 INNESCHI la condizione perché assieme alla gravi patologie pre esistenti determini la fine dell'ammalato.
(...)

QUEL BALLISTA DI SPERANZA
Con un'intervista alla Stampa di fine anno, il ministro della Sanità Roberto Speranza aveva promesso solennemente che entro marzo sarebbero stati vaccinati tredici milioni di italiani. A ieri, otto marzo 2021, sono soltanto 5.417.678 gli italiani che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, il 9 per cento della popolazione, mentre solo 1.652.031 sono quelli a cui sono state somministrate entrambe le dosi. Improbabile, all'attuale ritmo di 100 mila vaccini a settimana, che in tre settimane si vaccinino altri otto milioni di persone.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






















PORTATE I RAGAZZI NEI BOSCHI!










































































































































































































QUELLA GRANDE SCOPA CHE E' IL COVID
Scrivevamo il 28 novembre sulla pagina 1301 che il covid19 e' una malattia da benessere.
I numeri nella loro brutalità sono come una mano: chi vedesse solo il dorso non saprebbe mai com'è fatto ed esiste anche un palmo. Per esempio dei  3131 decessi per covid 19 in Bergamasca nel bimestre 21 settembre > 21 novembre ben 2960 (il 94%) si stima fossero pensionati e  di questi ben 2551 (l'86% dei potenziali pensionati) erano malati cronici di qualche patologia.
Nel dettaglio, sul campione analizzato, 168 pazienti (il 3,5% del campione) non presentavano patologie pregresse, 631 (il 13,3%) presentavano una sola patologia, 928 (il 19,6%) presentavano 2 patologie e 3011 (il 63,6%) presentavano 3 o più patologie. Sempre secondo questi dati aggiornati al 22 ottobre 2020 e su un campione di 36. 806 pazienti deceduti, nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,6 negli uomini il numero medio di patologie osservate è di 3,4.
Se questo è il dorso della mano il palmo della stessa ci dice brutalmente che l'INPS dovrà pagare 2960 pensioni di meno e il servizio sanitario nazionale non dovrà più pagare  medicinali cure medici condotti a 2551 persone.
Fortuna anche maggiore – sia per le RSA e per i Comuni – visto che gran parte di loro costituiva la porzione più gravosa-costosa dell'accudimento nelle RSA e gravavano anche sui Comuni.
Chi segue le statistiche sanitarie potrebbe benissimo calcolare quante risorse economiche si siano liberate con quella maledetta “scopa” che è  il covid19.
Se poi  si abbandona il politicamente corretto per cui non si può mai guardare in faccia alla realtà e soprattutto raccontarla anche ai parenti dei morti (non riusciamo a chiamarli “vittime”) , gran parte delle patologie che hanno accompagnato alla morte queste persone sono tutte patologie frutto del benessere in cui viviamo da mezzo secolo.
Basta guardare la tabella che abbiamo estratto da una pagina dell'ISTAT.
In linea più generale, per malattie del benessere si intendono tutte quelle patologie legate all'abbondanza del cibo ed alla scarsa mobilità delle persone: patologie cardiovascolari (ipertensione, arteriosclerosi, angina pectoris, infarto miocardico, ictus cerebri, stasi venosa) tumori (in particolare al colon, stomaco, seno, endometrio, cistifellea, prostata e utero), diabete, gotta, patologie autoimmuni (dolori articolari, lupus, sclerosi) sono quelle che oggi vengono definite le malattie del benessere. Cause comuni di tali malattie sono oltre ad una alimentazione eccessiva, anarchica, squilibrata e disordinata, l'abuso di sostanze voluttuarie (the, caffè, sigarette, alcolici) e la sedentarietà.
Adesso il conto è arrivato sia pure di traverso e siccome l'industria farmaceutica e la sanità privata sopravvivono comodamente proprio su questo mazzo di patologie e su questo mazzo ci costruiscono le proprie fortune, si può dire che il Paese non c'ha perso del tutto: tutto fa PIL. Morti compresi.

Scrivevamo il 28 novembre sulla pagina 1301 che il covid19 e' una malattia da benessere.
I numeri nella loro brutalità sono come una mano: chi vedesse solo il dorso non saprebbe mai com'è fatto ed esiste anche un palmo. Per esempio dei  3131 decessi per covid 19 in Bergamasca nel bimestre 21 settembre > 21 novembre ben 2960 (il 94%) si stima fossero pensionati e  di questi ben 2551 (l'86% dei potenziali pensionati) erano malati cronici di qualche patologia.
Nel dettaglio, sul campione analizzato, 168 pazienti (il 3,5% del campione) non presentavano patologie pregresse, 631 (il 13,3%) presentavano una sola patologia, 928 (il 19,6%) presentavano 2 patologie e 3011 (il 63,6%) presentavano 3 o più patologie. Sempre secondo questi dati aggiornati al 22 ottobre 2020 e su un campione di 36. 806 pazienti deceduti, nelle donne il numero medio di patologie osservate è di 3,6 negli uomini il numero medio di patologie osservate è di 3,4.
Se questo è il dorso della mano il palmo della stessa ci dice brutalmente che l'INPS dovrà pagare 2960 pensioni di meno e il servizio sanitario nazionale non dovrà più pagare  medicinali cure medici condotti a 2551 persone.
Fortuna anche maggiore – sia per le RSA e per i Comuni – visto che gran parte di loro costituiva la porzione più gravosa-costosa dell'accudimento nelle RSA e gravavano anche sui Comuni.
Chi segue le statistiche sanitarie potrebbe benissimo calcolare quante risorse economiche si siano liberate con quella maledetta “scopa” che è  il covid19.
Se poi  si abbandona il politicamente corretto per cui non si può mai guardare in faccia alla realtà e soprattutto raccontarla anche ai parenti dei morti (non riusciamo a chiamarli “vittime”) , gran parte delle patologie che hanno accompagnato alla morte queste persone sono tutte patologie frutto del benessere in cui viviamo da mezzo secolo.
Basta guardare la tabella che abbiamo estratto da una pagina dell'ISTAT.
In linea più generale, per malattie del benessere si intendono tutte quelle patologie legate all'abbondanza del cibo ed alla scarsa mobilità delle persone: patologie cardiovascolari (ipertensione, arteriosclerosi, angina pectoris, infarto miocardico, ictus cerebri, stasi venosa) tumori (in particolare al colon, stomaco, seno, endometrio, cistifellea, prostata e utero), diabete, gotta, patologie autoimmuni (dolori articolari, lupus, sclerosi) sono quelle che oggi vengono definite le malattie del benessere. Cause comuni di tali malattie sono oltre ad una alimentazione eccessiva, anarchica, squilibrata e disordinata, l'abuso di sostanze voluttuarie (the, caffè, sigarette, alcolici) e la sedentarietà.
Adesso il conto è arrivato sia pure di traverso e siccome l'industria farmaceutica e la sanità privata sopravvivono comodamente proprio su questo mazzo di patologie e su questo mazzo ci costruiscono le proprie fortune, si può dire che il Paese non c'ha perso del tutto: tutto fa PIL. Morti compresi.

Facciamo un salto ad oggi e vediamo che la situazione è del tutto identica a quella di novembre dell'anno passato. Però andando a leggere il sito epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2 si colgono alcune informazioni che la massa di  specialisti che  televisioni e i giornali ci sbattono in faccia ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, con diritto di re-visione su raipaly non ci raccontano mai: infettarsi e morire di covid19 è l'ultimo tratto vitale del nostro benessere abusato.
Se si leggono in parallelo la tabella delle “Patologie preesistenti osservate più frequentemente per sesso pazienti deceduti e positivi all'infezione da SARS-CoV-2” e quella del “Numero di decessi per fascia di età pazienti deceduti e positivi all'infezione da SARS-CoV-2”  ci si rende conto che (1) l'ipertensione arteriosa seguito dal (2) diabete mellito di tipo 2, seguito dalle (3) cardiopatie ischemiche e poi (4) dalla fibrillazione atriale queste quattro patologie pre-esistenti sono fatali quando compaiono in due-tre-quattro casi sul paziente anziano e lo mandano semplicemente al creatore senza alcuna possibilità di salvargli la pelle.
Quindi sicuramente è necessario evitare che la diffusione del covid19 INNESCHI la condizione perché assieme alla gravi patologie pre esistenti determini la fine dell'ammalato.

La faccenda è  che nessuno dei dottoroni e dei giornalisti spelacchiati (vedi gli inviati nelle varie città: paiono pidocchi scappati alla lisciva…) che fanno infodemia (circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento) non hanno il coraggio di dire alla gente che se ha svaccato fino ieri a partire da qualche decennio indietro – dieci venti trenta quaranta cinquanta anni- e adesso si debbono rimpinzare di qualche decina di pillole per tenere sotto controllo una due tre quattro di quelle patologie prima scritte, non c'è ospedale e nemmeno buondio che li salva dal covid19.
Insomma finchè la popolazione non comprenderà che la svolta finale per eradicare il covid19 non sarà una vaccinazione  ogni anno parte dal piatto che sbafano –oh i mitici hamburger multipiano e le appetitosissime patatine!- e dal troppo stare svaccati sul divano, non ci sarà sconfitta per il covid19.
Il covid19 è per certi versi come il riscaldamento globale del pianeta.
Non esiste una soluzione oggi (il vaccino) per domani ma la soluzione deve essere applicata ogni giorno a partire – se ci riferiamo alle 4 patologie che fanno schiattare chi s'infetta di covid19- dal primo sorso di latte (materno).

QUEL BALLISTA DI SPERANZA
Con un'intervista alla Stampa di fine anno, il ministro della Sanità Roberto Speranza aveva promesso solennemente che entro marzo sarebbero stati vaccinati tredici milioni di italiani. A ieri, otto marzo 2021, sono soltanto 5.417.678 gli italiani che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, il 9 per cento della popolazione, mentre solo 1.652.031 sono quelli a cui sono state somministrate entrambe le dosi. Improbabile, all'attuale ritmo di 100 mila vaccini a settimana, che in tre settimane si vaccinino altri otto milioni di persone.
Sempre il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Mezz'ora in più condotto da Lucia Annunziata su Rai3 domenica scorsa:"Pensiamo che il prossimo trimestre sia quello decisivo per le vaccinazioni. Dal 1 aprile inizia il secondo trimestre in cui ci aspettiamo l'arrivo di oltre 50 milioni di dosi, e puntiamo a raggiungere almeno metà della popolazione. Tra queste dosi ci sarà anche il vaccino di J&J che è monodose. quindi alla fine del secondo trimestre dell'anno ci troveremo in una situazione in cui la maggioranza sarà vaccinata e entro l'Estate conto che tutti gli italiani che lo vorranno potranno essere vaccinati".
Insomma di promessa in promessa intanto si vaccina pochissimo e soprattutto i soliti raccomandati presi ovviamente come essenziali per la vita del paese.
Non guardiamo Israele, per carità, una nazione sempre straordinaria che ha già vaccinato il 98 per cento dei suoi cittadini, ma negli Stati Uniti dell'odiosa sanità privata e dell'assenza di uno stato sociale, se non proprio di uno Stato, in un paese peraltro colpito dalla pandemia parecchi mesi dopo di noi e governato fino all'altro ieri da un negazionista del virus, sono oltre novanta milioni i vaccinati, più del 27 per cento della popolazione, con oltre due milioni di somministrazioni al giorno che, di questo passo, porteranno all'immunità di gregge a luglio, tanto che le autorità federali hanno già diramato le linee guida per il ritorno alla vita normale e senza mascherina dei vaccinati.
Noi siamo indietro, indietrissimo, dotati di regole grottesche per cui un professore di 39 anni è stato già vaccinato, nonostante le scuole siano chiuse, e molti ottantenni ancora no. Secondo un sito che calcola i tempi di attesa, io che ho appena compiuto 53 anni riceverò la prima dose di vaccino tra novembre 2021 e aprile 2022. Anche se poi c'è da considerare la variabile regionale, perché le Regioni fanno ciascuna come gli pare, con modalità diverse e confuse, grazie a quell'altra volta, precedente alla mutilazione del Parlamento di settembre scorso, che la sinistra decise di assecondare il populismo e cambiò il Titolo V della Costituzione con i disastrosi risultati di autonomia federale cui stiamo assistendo.
Ci sono il Lazio di Zingaretti e il Veneto di Zaia che procedono bene e la Lombardia di Fontana e la Sicilia di Musumeci in condizioni allarmanti, eppure ancora non sono state centralizzate le attività anti Covid, come suggerito autorevolmente da Sabino Cassese e come previsto dagli articoli 117 e 120 della Costituzione in caso di profilassi internazionale, cioè di una pandemia, e di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica.

Mario Draghi ha da poco accentrato le operazioni di approvvigionamento e di somministrazione dei vaccini, ha nominato il generale Antonio Figliuolo Commissario straordinario all'emergenza al posto di Domenico Arcuri e ha cambiato il vertice della Protezione civile, con Speranza rimasto a prendere appunti per un secondo volume di memorie su come ha guarito il paese.
Che cosa stiano davvero preparando i nuovi vertici di Palazzo Chigi non si sa, perché la linea di comunicazione è quella spiegata ieri da Draghi in un video messaggio in occasione della festa dell'otto marzo: «Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile».
Benissimo. Nessuno ha nostalgia delle tonitruanti promesse quotidiane dei narcisi che lo hanno preceduto, ma siamo sicuri  che sia rassicurante, che sia sufficiente?
Il punto è che al ritmo attuale anche noi raggiungeremo l'immunità di gregge a luglio, come gli Stati Uniti, ma dell'anno successivo, del 2022. Quanti altri lockdown ci possiamo permettere da qui a luglio 2022?
Forse sarebbe il caso di accelerare, di dare il segno di una svolta visibile, magari schierando l'esercito per strada, utilizzando le farmacie, gli oratori, i teatri, i cinema, i palazzi dello sport, con i militari, i medici di famiglia, gli studenti di medicina e i volontari impegnati in una grande campagna nazionale di vaccinazione di massa di stampo bellico, operativa ininterrottamente ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, quartiere per quartiere, casa per casa, non con venti diversi sistemi di prenotazione online progettati dagli assessori regionali. E, soprattutto, senza lasciare nei frigoriferi milioni di dose perché si procede burocraticamente con orari da ufficio pubblico. Mandi l'esercito, presidente Draghi.

Christian Rocca