|
|
GIUNTA GAMBA: UNA SERIE DI SUCCESSI
Avete presente il pensionato che mentre aspetta che la consorte esca
dalla esselunga con la spesa nella borsa della lidl pulisce la seicento
color verde oliva ancora coi bellissimi paraurti di acciaio cromato?.
Poi smonta la freccia di sinistra e cambia la lampadina? Poi da una
ripassatina col sidol alla maniglia di destra? Quando leggiamo la
raffica di determinazioni che il Comune di Curno pubblica per i
collegamenti digitali ci torna in mente l'immagine di quel pensionato.
Idem per quanto riguarda l'istallazione dei pannelli solari sugli
edifici comunali: il comune che si mette a produrre corrente per
venderla all'enel. Uno immagina che il Comune chiami una primaria
azienda che faccia il piano per la digitalizzazione (parte fisica) del
comune e poi decida di crearsi la rete magari in tre anni diluendo la
spesa. No. Il Comune di Curno fa una somma di pecette una dopo l'altra
senza uno straccio di progetto complessivo.
Non c'è da meravigliarsi se poi le linee telefoniche saltano per qualche giorno di fila.
Qualcosa del genere si ripete circa l'istallazione dei pannelli solari
sugli edifici. Uno immagina che il Comune chiami una primaria azienda
(non la coop dei miei amici o la onlus delle mie amiche) e si faccia
controllare i consumi elettrici del comune ora per ora giorno per
giorno lungo un anno (che non sia il 2020…) e quindi veda un po' che
fare visto che i pannelli solari istallati producono corrente quando le
scuole sono chiuse (ah! forse la corrente serve per tenere al fresco
gli impiegati…) e quindi la vendono all'enel mentre la debbono comprare
quando è necessaria. Chi ha avuto l'idea non ha mai guardato la
bolletta di casa. I pannelli solari istallati dal comune non servono
per dare corrente agli edifici comunali ma per far guadagnare i furbi
che fanno i progetti, gli installatori, i manutentori e ovviamente
l'enel che ti paga un euro per 100 kw di corrente che le vendi a opera
finita. Sono o non sono geniali delle amministratici del genere che
pure si piccano di essere verdi?.
Il Comune decide che d'ora in poi le pubbliche vie saranno illuminate a
led e quindi fa un mega appalto per cambiare le lampade. Tutt'ap -posto
salvo che sono state cambiate portalampade e led ma non sono state
sostituiti i cavi di alimentazione che sono vecchi ed ammalorati
da mezzo secolo e passa. Uno immagina che in tre o cinque anni siano
sostituiti tutte le cavetterie e le centraline a partire dalle più
anziane. Tranne pochissime situazioni non è accaduto. Tutto regolare e
non è che la ditta abbia fatto la furba: é che nell'appalto si sono
dimenticati (a caso? apposta? chissà!). Succede quando l'appalto lo
metti in mano a uno che di elettricità non ne sa nulla.
Nel rimettere a nuovo la cavetteria di alimentazione (che se è troppo
vechia disperde corente e quindi consuma inutilmente) della pubblica
illuminazione si poteva cogliere l'occasione per inserire anche la
fibra ottica (la possibilità di posare cavi in fibra ottica e/o
microtubi ad essi destinati negli scavi di altre infrastrutture ai fini
della realizzazione di reti di trasmissione dati è permessa dal DL 33
15.02.2016 ai sensi della Direttiva 2014/61/UE). Nossignore. Il paese è
attraversato da centinaia di fasci di onde wifi: un sistema che
ovviamente costa un sacco di soldi come mantenimento e manutenzione
oltre che non essere proprio favorevole alla vita delle persone.
Pare infine che la corrente elettrica al comune non sia fornita dalla
Hera che ha istallato i led ma sia fornita ancora dalla vecchia e cara
(nel senso di simpatica, non costosa…) Enel probabilmente per via di
qualche legge nazionale. A parte il fatto che nel caso la Hera sarebbe
solo una rivenditrice di energia prodotta da chissà chi, proveniente da
chissà dove e acquistata minuto per minuto al minor prezzo
possibile sul mercato. Il tragicomico è che il comune ha una sfraccata
di soldi e in 5 anni poteva dotarsi di pannelli solari e accumulo per
il suo intero fabbisogno. Ma a Conti ed alle madamine non piacciono
forse i girasoli.
L'ultima (non in ordine di tempo ma solo di racconto) riguarda
l'istallazione della colonnina di ricarica delle auto elettriche: uno
dei grandi amorazzi della ex sindaca Serra oggi autorevole capogruppo
della maggioranza. Il cittadino normale si domanda, prima di comprare
un auto elettrica, quanto gli costerà di energia per chilometro
percorso (con l'energia delle batterie ricaricate in casa o alla
colonnina). E scopre che costa di più di quella casalinga e può anche
costare il doppio. Basta una semplice ricerca in rete per accertarsi.
Oltre a essere coglione perché compra un'auto che da lavoro e ricchezza
altrove e lo toglie agli italiani, la compra facendo aumentare il
debito pubblico di qualche migliaio di euro: ma sai la
soddisfazione!?.
Un altro dei grandi amorazzi dell'ex sindaca Serra è stata
l'introdu-zione del bidoncino col microcip. Per realizzare tale impresa
abbiamo dovuto diventare azionisti di una società di raccolta che fosse
dotata degli autocarri allestiti ad hoc. La relazione del dirigente che
motivava la scelta di passare dalla raccolta col sistema fino allora
dedicato a questo nuovo modo prevedeva una differenza minima di costi
sui 5-7 mila euro… perché le aziende fanno cartello. I cittadini di
Curno, subito dal primo anno di applicazione del nuovo sistema di
raccolta, si sono trovati 70-80mila euro in più in bolletta da pagare
perché… il materiale mandato al riciclo non aveva più mercato e quindi
non c'era l'introito del venduto ad abbattere i costi. Fortunata-mente
le lautissime regalie dello Stato a fronte della pandemia hanno
consentito al Comune di destinare a coprire quel maggiore costo con
altre entrate (non destinate quindi alla cura delle famiglie colpite
dal covid). Aumento quindi schivato per un colpo di fortuna. Ma ci sono
ancora tre problemi di cui la sindaca Serra manco s'era interessata in
quanto a certe cose lei non c'arriva che… dopo quando le casca la
tegola in testa. L'azienda che raccoglie la rumenta comunale NON ha ne
un proprio impianto di trattamento ne una propria discarica:
sostanzialmente deve andare a cercare qualcuno che gli “lavori” la
rumenta nostrana. Ovviamente l'A2A è li con gli occhi bene aperti ad
aspettare il… cliente e quindi fare i prezzi di… mercato. C'è di più.
La politica nazionale delle grandi imprese pubbliche e private che
trattano la rumenta è quella di comprare le imprese private (quindi
anche la micro spa intercomunali come quella di cui siamo azionisti)
strangolandole delicatamente appunto coi prezzi dello
smaltimento-trattamento. Tutto questo NON è governato solo dal
“mercato” che da solo sarebbe già una jattura ma c'è il fatto che
queste c.d. spa intercomunali e private e i grandi smaltitori pubblici
e privati nazionali sono sostanzialmente delle società in mano ai
partiti che si lottizzarono i cda. La terza gabola ce l'ha propinata
l'Arera: metà degli incassi delle materie che vanno al riciclo spetterà
al raccoglitore e non più al Comune.
In via Dalmine all'ingresso della stradina dei pozzi c'è da qualche
anno un palo della pubblica illuminazione divelto e scaraventato nel
campo. Segnalato quattro volte è ancora li. Adesso comincio a dubitare
che il paese bello da vivere abbia un terreno così fertile che vi
crescono anche i pali della pubblica illuminazione. Chissà.
Dopo oltre un anno dall'inizio della pandemia. Covid-19: le ATS daranno
dati sensibili dei contagiati a sindaci e forze dell'ordine per i
controlli. Adesso -20 marzo 21- una nota della Protezione civile
nazionale chiarisce il da farsi «È consentita la comunicazione dei dati
personali nei casi in cui ciò risulti indispensabile ai fini dello
svolgimento delle attività connesse alla gestione dell'emer-genza
sanitaria». La nuova disposizione è contenuta in una nota inviata nei
giorni scorsi dalla Protezione civile nazionale alle Aziende sanitarie
locali. Il testo, a firma del presidente del dipartimento Angelo
Borrelli, affronta un problema con cui, in queste prime settimane di
contenimento della diffusione del nuovo coronavirus, si sono scontrate
amministrazioni comunali e autorità locali, comprese le forze
dell'ordine: riuscire a sorvegliare in maniera costante le persone che
si trovano in quarantena obbligatoria perché positive al tampone che
diagnostica il Covid-19 o perché conviventi con soggetti per cui è
stato necessario il ricovero.
|
|
DOPO CONTE E ZINGARETTI TOCCHERA' A SALVINI
Tra-scrive oggi sul Bugiardino la Benedetta Ravizza a proposito delle
dimissioni del segretario PD Zingaretti e dall'intervento del sindaco
Gori: «Servono visione e idee, sulle quali dobbiamo confrontarci
in modo aperto e solidale, senza pregiudizi e fantasmi del passato -
scrive Gori. L'avvio del governo Draghi cambia il quadro politico e
chiama il Pd a un ruolo da protagonista, come soggetto trainante del
processo di riforme di cui l'Italia ha assoluta necessità. Abbiamo
l'occasione per rilanciare il nostro partito ed essere davvero utili
al Paese. Dobbiamo assolutamente coglierla». Lo stesso sindaco ammette
di non aver condiviso alcune scelte di indirizzo politico di
Zingaretti e di aver sempre espresso con franchezza il suo punto di
vista diverso. Un eufemismo, perché proprio Gori, nel giugno scorso,
aveva spiazzato tutti chiedendo un cambio di leadership nazionale per
il Pd, criticando soprattutto un partito sempre più succube dei 5
Stelle e privo di identità. Un'entrata a gamba tesa, subito stoppata
dal ministro Dario Franceschini e da altri big, ma che comunque aveva
fatto di Gori il promotore ante litteram di un nuovo congresso. A
seguire l'inutile lamentazione del vicesindaco Gandi che non vale
neppure la pena di citare.
Negli ultimi venti anni il PD ha governato per tre lustri e l'Italia
che ci consegna l'abbiamo sotto gli occhi. Pandemia a parte e in
sovrappiù. L'affermazione iniziale di Gori è la solita minestra che
leggiamo ad ogni nuovo governo: “l'avvio del governo Draghi cambia il
quadro politico e chiama il Pd a un ruolo da protagonista, come
soggetto trainante del processo di riforme di cui l'Italia ha assoluta
necessità”. La novità sarebbe qualcuno che rievoca di tornare al 1947:
forse ce la caveremmo meglio con politici di quella (quella del '47)
tempra piuttosto che i poltronari incapaci di oggi.
Dire che le posizioni di Gori e Gandi ci fanno (sor)ridere serve a
nulla dal momento che basta che un pirla qualsiasi assuma una carica
nel PD o diventi un amministratore che automaticamente crede di essere
toccato dalla grazia divina. Quindi che possiamo valere noi che non ci
hanno neppure battezzato?.
Caduto Conte era ovvio che cadesse anche il segretario del PD che ne
era sostanzialmente la colonna vertebrale. Nei M5S non può cadere
nessuna crapa perché di teste li dentro non ce ne sono. Invece va posta
molta attenzione a quanto succede nella Lega perché la c.d. conversione
europeista del fanigottone Salvini, indubbiamente tattica nelle sue
attuali intenzioni, lo costringerà a fare i conti con quella parte di
Paese che europeo lo è davvero, altro che micro partite IVA ed evasori
conclamati. Altro che ristoranti aperti anche la sera e aiuti ai
gestori di impianti sci.
Noi abbiamo scritto che dopo due governi Conte 1,2 a trazione
meridionale, cioè formati da politici e funzionariato prevalentemente
uscito da regioni e università meridionali, siamo passati a una governo
Draghi uno a trazione settentrionale seppure un po' mitigato dalla
foresta dei sottosegretari. Draghi uno non è un governo europeista
(solo o ) per via delle storiche e accertate posizioni di Draghi ma
perché quella parte d'Italia che ormai è strutturalmente omogenea e
integrata in quell'Europa che ha nella Germania il ruolo trainante, ha
deciso di prendere in mano la situazione. Era già nell'aria quando la
Germania merkeliana aveva dato il via libera alla coppia Sassoli -
Ursula von der Leyen al bilancio 2021-2027 dell'UE.
Adesso il fanigottone si trova davanti al bivio di salvare i consensi
guadagnati concedendo il reddito di cittadinanza del Conte uno in
quanto quota 100 ormai l'ha persa definitivamente e non ci sarà
verso di salvare la miriade di micro partite IVA create e mantenute
dall'evasione fiscale e contributiva.
Una volta DC e PCI raccoglievano il consenso della classe operaia e
impiegatizia pubblica ma oggi il PD è ormai il partito dei pensionati,
degli impiegati pubblici e delle partite IVA che sarebbe meglio
definire colletti bianchi. Oggi la classe operaia vota Lega e
buona parte del pubblico impiego si divide tra i fascisti della Meloni
e il M5S.
E' la classe operaia del nord che impone al fanigottone la svolta
europeista perché gli operai delle fabbriche sanno leggere benissimo
sugli imballi gli indirizzi per dove sono diretti i prodotti contenuti.
Non è casuale che nel PD si facciano avanti un Bonaccini –che preside
una regione dove industria turismo e agricoltura fanno i conti col
mondo intero- mentre nella Lega si facciano avanti il veneto Zaia
assieme ad un varesotto Giorgetti vicesegretario della Lega e ministro
dello sviluppo economico. Non è per domani ma di sicuro nei prossimi
mesi –questo autunno?- se il governo Draghi uno riuscirà almeno a
centrare le vaccinazioni di massa, anche nella Lega si faranno i conti
con la dismissione di un ormai inutile Salvini.
Mentre l'elettorato del PD è sostanzialmente stabile e statico perché
fortemente garantito- pensioni, stipendio del pubblico impiego, rapina
dei colletti bianchi che si sono fabbricati una legislazione ad hoc- e
semmai destinato a diminuire per via della questione morale, nella Lega
si apre un contrasto fortissimo tra chi vuole la salvezza del Paese
unitamente a quella del proprio posto di lavoro e futuro e chi ormai va
dato (quasi) per perso perché il mercato globale abbatterà
gran parte delle micropartite IVA. Semplificando l'industria italiana
guarda alla Germania. L'agricoltura e il turismo guardano al mondo.
Pensionati e statali aspettano le pompe funebri. E il Centro e il
Meridione? O s'attaccano al Nord oppure s'accontentino di turismo e del
reddito di cittadinanza.
Se il governo Draghi uno sopravviverà riuscendo a smorzare la pandemia
e spendere velocemente i 209 miliardi del Recovery Found appare
abbastanza possibile che ne esca un quadro politico del tutto scomposto
rispetto all'attualità e ricomposto con maggiore chiarezza. Possibile
che il PD perda la parte attiva del suo elettorato che si troverà
sintonia con la sua omologa parte in area leghista. Possibile che la
parte delle partite IVA sconfitte della Lega vadano verso FdI.
Possibile che la disoccupazione meridionale si conservi fedele al M5S
ed a FdI.
Queste scomposizioni – ricomposizioni del quadro politico nazionale
seguendo le varie filiere economiche non sarà solo un fatto italiano ma
coinvolgerà tutte le nazioni europee. L'ex Germania est è
sostanzialmente la versione tedesca del nostro Meridione; tutti gli
stati dell'Est europeo sono sostanzialmente una Cina alla tedesca; il
nord dell'Italia è sostanzialmente una copia della Germania e
viceversa. In Francia le filiere economiche sono più diluite ma anche
li turismo agricoltura e industria se la battono esattamente come
Italia e Germania.
Ecco: il futuro sarà abbastanza curioso e divertente.
|
|
IL CAVALLO NON BEVE
Dalla protezione civile nazionale è arrivato un secondo finanziamento
di quasi 40mila euro (uno c'era stato nella primavera 2020) per buoni
spesa alimentare destinati alle famiglie in difficoltà per via della
pandemia. Sono pervenute al comune 60 domande, di cui 58 sono state
accettate. Il totale delle somme erogate tramite card, su cui vengono
caricati gli importi assegnati, è di 16.950 euro. In totale sono state
distribuite fino ad ora 83 card: 52 da 150 euro, 17 da 250 euro e 14 da
350 euro. Rimangono disponibili ulteriori 23.000 che non sono stati
assegnati e per i quali verrà aperto a breve un nuovo bando.
Se solo 58 domande sono state accettate perché sono state distribuite 83 card? Non c'è qualcosa che non quadra?
C'era stato un bando per la concessione di contributi a fondo perduto
alle pmi a sostegno dell'attivita' economica compromessa a causa del
covid-19: 100mila euro sono arrivati al Distretto dei Colli (quindi al
gruppo dei vari comuni) dalla Regione Lombardia e poi il Comune ha
stanziato 50mila euro destinati alle sole pmi curnesi per un
“Ripartiamo Insieme” al primo di ottobre 2020. Che è che non è di quei
50mila euro ne sono stati distribuiti solo 19mila perché
esaminato l'insieme delle domande (non da parte del comune ma da parte
della solita coop-onlus) non arrivava ad esaurire quanto disponibile.
Ne sono avanzati sostanzialmente 30mila che a fine gennaio di
quest'anno sono stati di nuovo messi a disposizione delle PMI. Vedremo
se anche stavolta le domande esauriranno o meno il disponibile.
Insomma il cavallo non beve. Non bevono le famiglie che dei 39mila euro
disponibili ne hanno chiesto e ottenuti solo 16 mila. Non bevono per la
seconda volta le PMI che dei 50mila disponibili ne hanno
chiesti-ottenuti solo 19mila. A prima vista alla sindaca Gamba ed agli
altri assessori verrà da fregarsi le mani per il risparmio (mi pare che
le somme non spese entro l'anno vadano restituite) ma c'è qualcosa che
non quadra e che i due assessori deputati – Cavagna per le PMI e Rota
per il covid- non spiegano. Hai voglia che questi due abbiano il
coraggio di esporsi. Quanto alla PMI la situazione genera un quadro
abbastanza significativo leggendo i nominativi di chi ha chiesto e
ottenuto (e perché…) il contributo: si comprendono le ragioni interne
alle stesse PMI dello stato (o meno) di crisi. Quanto ai contributi
alle famiglie uno potrebbe pensare che la situazione sia
sostanzialmente positiva visti i numeri. Oppure che l'welfare comunale
non ha molti collegamenti coll'idea di “stare sufficientemente bene”
che hanno le famiglie.
Sostanzialmente le PMI non si sono fatte avanti perché nel solito mix
italiano di evasione fiscale, arretratezza culturale, sfiducia nel
futuro non hanno mosso un dito di fronte alla botta pandemica: salvo
accusare il comune di volere troppe carte. E qui casca l'asino.
Quanto alle famiglie appare evidente come il comune non conosca come
“gira” oggi l'economia di una famiglia, specie dal lato
dell'occupazione femminile. C'è un terribile mix di precarietà, lavoro
in nero, occasioni colte al volo che molte famiglie stanno li ad
aspettare l'italico stellone.
Oppure così come nelle PMI c'è una innata antipatia per questa giunta
anche nelle famiglie il rapporto col comune non è visto di buon occhio.
Del resto ci sarà qualche ragione se addirittura più della metà dei
primini curnesi non si iscrive alla lussuosa scuola Rodari.
nsomma anche quando c'è da regalare via pacchi di euro floppano.
|