A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1327  DEL 03 MARZO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CONTI, GAMBA E SERRA CI LASCIANO
UN PAESE DA RIMETTERE IN PIEDI
Basta fare un giro per il paese per vedere la quantità di opere lavori e mancate manutenzioni che le due sindacature Serra e Gamba con la coppia degli assessori addetti Conti&Cavagna lasceranno in eredità a chi verrà dopo di loro, l'anno venturo. Senza contare le 19 opere incompiute che elenchiamo a parte: opere per le quali sono già stati investiti centinaia di migliaia di euro per progetti  studi tempo impiegato (da parte degli uffici) e lavori e che non si sa che destino avranno.
Non c'è niente da fare: la tragiche esperienze della mala gestione dei lavori della biblioteca e della nuova Rodari non hanno insegnato nulla ne alla politica e neppure ai due dirigenti che sostanzialmente hanno avuto in mano dette opere e le attuali “incompiute”. Anzi: nemmeno iniziate.
Il bello è che i due dirigenti che hanno avuto in mano quei due lavori sono ancora li al proprio posto. Colpa di tutti e quindi di nessuno: salvo che le imprese ci hanno fatto il paiolo e il comune ha dovuto pagare.
La sindaca Gamba tutta golotta golotta petto in fuori s'era permessa di entrare in casa altrui (senza domandare) per farsi fare un'intervista per annunciare che l'indomani li si sarebbe realizzato niente meno che “l'approdo al Brembo” ma dopo cinque anni di chiacchiere sue e tre anni di chiacchiere della sua predecessora Serra la fine delle due sindacature non vedrà ne la pista ciclabile lungofiume e neppure l'approdo  che pare nel frattempo, dal fondo pista sia stato spostato in testa della medesima.
(...)

GOVERNO DRAGHI UNO: UN VIA-VAI DI GENERALI
Con Draghi è arrivata l’ora dei generali. Era ora!. I politici spediscono  i generali in ignote missioni all’estero di cui nessuno deve sapere il meno possibile tranne che della patria e dell’esercito bisogna sempre parlare bene. Ma questo Figliuolo –generale a tre stelle- vanta un pedregre di tutto rispetto. Prima di tutto è nato a Potenza esattamente come il ministro della salute Speranza. Secondo è un generale dell’artiglieria alpina uscito dall’Accademia di Modena e giustamente è degli Alpini visto che Potenza è una città a 819 metri di altezza sul livello del mare. Quarto è un generale che meno male non ha mai fatto la guerra: ai miei tempi generali così erano chiamati “della sussistenza”. Se fossero stati soldati semplici sarebbero stati graziosamente nominati come “sciaquini”.
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PASSATEMPI GIOVANILI IN TEMPI DI LOKDOWN
Una cosa è certa: chi ha messo a segno un discreto lancio di uova (magare öff sculubiù?) sul ingresso del personale del comune se ne è fregato alla grande delle telecamere piazzate dall'assessore Cavagna e  dei Carabinieri alloggiati nella palazzina di fronte. Tanto per dare soddisfazione a quelli che invocano telecamere dappertutto. [A proposito di telecamere: l'appalto e l'istallato coincidono?] Adesso vedremo se le costosissime telecamere stellari renderanno possibile beccare i mascalzoncelli. Il Comune ha impiegato almeno quattro cinque ore per decidersi a pubblicare la news e fossimo stati negli amministratori non l'avremmo nemmeno pubblicata.
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L'E' PROPE DE FER
Il bello della nuova passerella sul Quisa per la pedociclabile da Curno all'Isolotto di  Ponte è che proprio per essere ECO non è proprio a chilometri zero. L'hanno realizzata a 69 km di distanza. Se poi consideriamo che gran parte del pesantissimo manufatto è costituito da tre tubi in quattro sezioni ciascuno, probabile che quelli provengano da stabilimenti della bassa: altri 70 km. Non bastasse questo chilometraggio le due imprese edili che hanno vinto l'appalto sono una dell'alto Varesotto e l'altra della Valle Seriana: chissà come si sono conosciute e incontrate. Primo o ultimo il progettista è un architetto di cui non compare da nessuna parte l'indirizzo dello studio. Forse ce l'ha nel cloud.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!































































































































































































































PASSATEMPI GIOVANILI
IN TEMPI DI LOKDOWN
Una cosa è certa: chi ha messo a segno un discreto lancio di uova (magare öff sculubiù?) sul ingresso del personale del comune se ne è fregato alla grande delle telecamere piazzate dall'assessore Cavagna e  dei Carabinieri alloggiati nella palazzina di fronte. Tanto per dare soddisfazione a quelli che invocano telecamere dappertutto. [A proposito di telecamere: l'appalto e l'istallato coincidono?] Adesso vedremo se le costosissime telecamere stellari renderanno possibile beccare i mascalzoncelli. Il Comune ha impiegato almeno quattro cinque ore per decidersi a pubblicare la news e fossimo stati negli amministratori non l'avremmo nemmeno pubblicata.
Da qualche tempo ci sono cittadini malmostosi che si lamentano per la chiassate dei ragazzini in certe vie (ormai i ragazzini sono nel mirino di troppi…) e siccome ci sarà stato qualche “disturbo” da parte dei vigili verso i casinisti, ecco che scatta una reazione ben mirata: la porta d'ingresso dei dipendenti comunali. Messaggio inequivocabile.
Certo è che dopo un anno di abbandono da parte degli adulti  nei confronti dei ragazzi (tranne un po' d'estate) c'è da restare stupiti che esistano persone che protestano CONTRO il casino di pochi giovanissimi.  C'è stato e c'è tuttora un evidente ritardo da parte delle associazioni sportive, della scuola e del comune nel pensare (soluzioni) che non è possibile “tenere fermi” dei ragazzi che non vanno più a scuola, non vanno più a fare sport e non si incontrano neppure fisicamente coi coetanei. Solita scusa: i DPCM. Come se prendere una dozzina di ragazzini e fare un giro sulle sponde del Brembo o per i Colli fosse un delitto di leso DPCM. Ah! Già: è inverno e i ragazzi si sporcano. Va bene. I cani si i ragazzini no.

La reazione della sindaca manifesta la difficoltà di dialogare e capire la popolazione da parte della maggioranza che non ha quel minimo di empatia per cui sia credibile: quando una sindaca lamenta che “non sappiamo cosa si possa fare di più per avere la possibilità di un confronto civile” vuol dire che sono arrivati alla classica frutta. Vuol dire che c'è una parte della popolazione che non sopporta più l'ipocrisia di una sindaca che colloquia solo con chi vuole lei e solo sugli argomenti che sceglie lei. Oppure costringe i cittadini a comprare un settimanale proto-leghista per sapere cosa combina il Comune. Oppure costringe i cittadini ad accontentarsi delle sedute censurate o depurate delle sedute consigliari pubblicate anche due mesi di ritardo: per chi ci crede. La Serra prima e la Gamba dopo sono riuscite a disfare tutto l'associazionismo sostituendolo con dei lanzichenecchi stipendiati dieci euro l'ora. Avanti così che dopo le uova, nel frigo di casa c'é sempre qualcosa di scorta.

CONTI, GAMBA E SERRA CI LASCIANO
UN PAESE DA RIMETTERE IN PIEDI
Basta fare un giro per il paese per vedere la quantità di opere lavori e mancate manutenzioni che le due sindacature Serra e Gamba con la coppia degli assessori addetti Conti&Cavagna lasceranno in eredità a chi verrà dopo di loro, l'anno venturo. Senza contare le 19 opere incompiute che elenchiamo a parte: opere per le quali sono già stati investiti centinaia di migliaia di euro per progetti  studi tempo impiegato (da parte degli uffici) e lavori e che non si sa che destino avranno.
Non c'è niente da fare: la tragiche esperienze della mala gestione dei lavori della biblioteca e della nuova Rodari non hanno insegnato nulla ne alla politica e neppure ai due dirigenti che sostanzialmente hanno avuto in mano dette opere e le attuali “incompiute”. Anzi: nemmeno iniziate.
Il bello è che i due dirigenti che hanno avuto in mano quei due lavori sono ancora li al proprio posto. Colpa di tutti e quindi di nessuno: salvo che le imprese ci hanno fatto il paiolo e il comune ha dovuto pagare.
La sindaca Gamba tutta golotta golotta petto in fuori s'era permessa di entrare in casa altrui (senza domandare) per farsi fare un'intervista per annunciare che l'indomani li si sarebbe realizzato niente meno che “l'approdo al Brembo” ma dopo cinque anni di chiacchiere sue e tre anni di chiacchiere della sua predecessora Serra la fine delle due sindacature non vedrà ne la pista ciclabile lungofiume e neppure l'approdo  che pare nel frattempo, dal fondo pista sia stato spostato in testa della medesima.
Come non vedranno un mattone mosso nella palazzina dell'asl destinata ancora non sanno bene per cosa e nel tabiotto di via Marconi-Gamba che tanto intrippa l'ass. Conti che dopo avere rovinato le piazze del paese non vede l'ora di mettere a posto anche quel tabiotto.
Quello che stupisce di più sono i lavori male conclusi, finiti male apposta, dimenticati a metà. Vedi come hanno permesso alla provincia di finire l'opera del sottopasso di via Brembo: a che è servito ampliarlo e la strada  resta sempre della medesima strettezza? Forse perché c'è qualche giardino di un importante elettore leghista legato all'ex assessore che con la lista civetta della Carrara ha fatto vincere la Gamba?. Che dire della pista ciclabile di via Marconi all'altezza di casa Farina con quelle tre-quattro villette costruite in maniera tale che adesso hai voglia di allargare la strada. Che dire della balla spacciata dal Conti sul sottopasso alla ferrovia in via Mascagni verso la Esselunga che aveva giustificato il maxi intervento di villette a schiera adiacente, del tutto casualmente nel terreno di un elettore piddino?. E cosa uscirà della pista ciclabile  in via Ruffilli che dovrebbe condurre quella di via Marconi oltre la Roggia Serio?. E la storiaccia letteralmente folle del c.d raddoppio della ferrovia da Montello a Ponte che si ridurrà al tratto Bergamo- Curno  con la stazione nel “Prato degli asinelli”?. E che verrà fuori dei due sottopassi alla ferrovia in via Roma e Fermi di cui finora si sono visti solo planimetrie cartacee?. E quanto tempo dovranno ancora aspettare gli abitanti della Merena Marigolda e Lungobrembo per avere una pista ciclabile fino in centro al paese?. E cosa ne sarà della ex scuola Rodari, della palazzina ASL e del c.d “Oratorio Comunale” dietro le case popolari di via S. Jesus?. E che ne sarà delle stesse case popolari che hanno mezzo secolo (1975-2021) e che dovrebbero essere ribaltate e rifatte ex novo?. E la zona delle Crocette ridotta  come una periferia niuiorchese dove l'ultima pavimentazione venne eseguita prima che slattassero i quattro: Conti Cavagna Serra e Gamba?. E sarà vero che il futuro gestore del CVI potrebbe  proporre al comune di fabbricare un palazzo sull'ex parcheggio del CVI1?. E il casino in cui si sono ficcati con la storia della pista ciclabile lungofiume?. Li s'è visto di nuovo come l'inefficienza politica e tecnica del come il comune ha affrontato un problema certamente complesso che se fosse stato gestito da personale politico e professionale adeguato dopo quasi sei-sette anni di cartoffie  pareri incontri scontri che girano sarebbe stato risolto mentre la combinazione tra la testardaggine  e l'impreparazione ha fatto si che ancora una volta il comune dovrà calare le braghe riuscendo a scontentare tutte le parti in causa. Figuratevi che hanno deciso un'opera SENZA tenere conto che nelle zone lungofiume dove sono previste esondazioni ad alto livello e intensità non si possono tracciare percorsi stabili mentre hanno escogitato trovate degne della fiaba dei sette mani e di cappuccetto rosso.
Il casino nel comune di Curno specie adesso che c'è la sindaca Gamba è arrivato a tale livello che perfino la segretaria comunale scrive che in comune “sono inoltre state depositate alcune richieste di mobilità in uscita da parte di dipendenti del settore urbanistica e lavori pubblici e del settore polizia locale e protezione civile” senza contare le figure professionali che proprio da li sono scappate già due o tre funzionari.
Nel Comune di Curno, maggioranza minoranza e dipendenti sono ormai cotti e stracotti. Tranne pochi di loro. Il paese li ha sorpassati e loro non se ne sono nemmeno resi conto che stanno li a mangiare la polvere senza neppure sapere che è polvere.

GOVERNO DRAGHI UNO: UN VIA-VAI DI GENERALI
Con Draghi è arrivata l’ora dei generali. Era ora!. I politici spediscono  i generali in ignote missioni all’estero di cui nessuno deve sapere il meno possibile tranne che della patria e dell’esercito bisogna sempre parlare bene. Ma questo Figliuolo –generale a tre stelle- vanta un pedregre di tutto rispetto. Prima di tutto è nato a Potenza esattamente come il ministro della salute Speranza. Secondo è un generale dell’artiglieria alpina uscito dall’Accademia di Modena e giustamente è degli Alpini visto che Potenza è una città a 819 metri di altezza sul livello del mare. Quarto è un generale che meno male non ha mai fatto la guerra: ai miei tempi generali così erano chiamati “della sussistenza”. S e fossero stati soldati semplici sarebbero stati graziosamente nominati come “sciaquini”. Quinto non si capisce cosa serva nel 2021 l’artiglieria alpina ma questa è una domanda retorica altrimenti gli alpini s’incazzano (p.s.: siamo stati alpini). Ultimo e forse il primo motivo è che l’esercito al tempo della pandemia non è stato con le zampine congiunte. In sei mesi il bravo Figliuolo ha dovuto ricostruire la sanità militare, praticamente smantellata dai tagli dell’ultimo decennio: il policlinico romano del Celio è stato rivitalizzato; l’ospedale di Milano è stato rimesso in funzione e sono stati creati 43 ambulatori specializzati. Allo stesso tempo, ha garantito gli interventi in sostegno della popolazione: i medici e gli infermieri con le stellette mandati nelle corsie e negli ospizi, gli ospedali da campo, l’allestimento dei 140 “Drive Through” per i tamponi in tutta la Penisola. Sempre lui poi ha supervisionato l’operazione vaccini, smistando nelle Regioni le forniture che sbarcano nella base di Pratica di Mare: nello scorso weekend 838.700 dosi in poche ore sono state trasferite in 102 destinazioni.
Per un generale (Figliuolo) che arriva un generale se ne va: Salvatore Farina, capo di stato maggiore dell’Esercito, affronta la settimana più lunga della sua vita: lunedì per volontà del ministro Guerini sono partite le vaccinazioni anti-Covid alla città militare
Il governo ha appena nominato il generale Pietro Serino suo successore. Ma per il generale Farina, 63 anni, sarà una settimana speciale anche perché venerdì prossimo scoccherà per lui l’ora della pensione: «D’ora in avanti seguirò le vicende del mio Paese dagli spalti, non più in prima linea, sicuro di aver fatto il mio dovere fino in fondo. E con l’amore immutato di un soldato che s’è sentito sempre ricambiato». A questo punto, però, nell’ora dei ricordi e dei bilanci, è impossibile evitare di chiedergli dell’operazione Fidelium, scattata il 21 marzo di un anno fa, quando 100 uomini e 50 veicoli vennero impiegati per aiutare la Prefettura di Bergamo nell’opera di movimentazione di 957 feretri in poco più di un mese: quell’immagine tremenda delle bare a bordo dei camion militari che lasciano di notte il cimitero comunale diretti verso altre province e regioni del Nord Italia rimarrà impressa per sempre negli occhi di tutti. «Quella notte — ricorda il generale — la passai davanti al televisore, anch’io ero ammalato di Covid a quel tempo e stavo nella mia stanza in isolamento. Normale la commozione, perché dentro quelle bare, pensavo, c’erano tanti nonni d’Italia, uomini e donne vinti dalla malattia. Così ai miei uomini ordinai una cosa soltanto: il silenzio. Nessuna intervista, nessuna dichiarazione pubblica, solo rispetto e riservatezza. Furono i soldati a tributare l’estremo saluto a quelle povere salme, private fino all’ultimo del conforto dei propri cari. Suonando per loro il silenzio militare d’ordinanza».
Ma quell’operazione non  doveva essere effettuata così. L’idea di usare quei mastodontici autocarri dell’esercito caricati peraltro ciascuno di poche bare è stato un errore grandissimo e gravissimo sotto tutti i punti di vista. Etico comunicativo formale. Anche un bambino avrebbe compreso che una sfilata di autocarri dell’esercito avrebbe messo ulteriormente in ginocchio un Paese proprio in un momento in cui occorreva semmai seminare certezza e speranza. Chiunque sia stato ad avere quell’idea meriterebbe il licenziamento immediato. Uno Stato che si era mostrato incapace di curare e salvare la sua gente la portava via cadavere in un mega silenzioso fracasso sperando che la cosa filasse via senza clamore. Ovvio che non poteva essere e così e proprio l’utilizzo di mezzi militari avrebbe generato ancora più paura di non farcela. Non ci voleva molto a trovare una decina di autocarri frigoriferi CIVILI e allestirli all’esterno in maniera acconcia. E farli filare via, previa adeguata informazione ai famigliari dei defunti, uno ad uno, il più possibile alla spicciolata senza che  l’evento diventasse un MEGA trasporto bestiame fintamente anonimo. Non fosse bastata la orribile cazzata dei camion militari ecco che addirittura le televisioni furono lasciate entrare nei cimiteri dove c’erano i forni crematori. Divieto ai parenti e si alle televisioni. Non c’è nulla di più intimo e privato della morte e quelle persone erano trapassate sole come animali nel canile. Il funerale che doveva essere  un momento altrettanto intimo diventato una parata militare. L’ultimo atto sotto gli occhi delle telecamere. Quei convogli non furono ne un ultimo gesto d’amore ne un atto di pietà. Solo una vergogna.

L'E' PROPE DE FER
Il bello della nuova passerella sul Quisa per la pedociclabile da Curno all'Isolotto di  Ponte è che proprio per essere ECO non è proprio a chilometri zero. L'hanno realizzata a 69 km di distanza. Se poi consideriamo che gran parte del pesantissimo manufatto è costituito da tre tubi in quattro sezioni ciascuno, probabile che quelli provengano da stabilimenti della bassa: altri 70 km. Non bastasse questo chilometraggio le due imprese edili che hanno vinto l'appalto sono una dell'alto Varesotto e l'altra della Valle Seriana: chissà come si sono conosciute e incontrate. Primo o ultimo il progettista è un architetto di cui non compare da nessuna parte l'indirizzo dello studio. Forse ce l'ha nel cloud.
La passerella contrariamente a quanto scritto sulle gazzette non è tutta del prezioso acciaio corten. Di corten non c'è nemmeno il 10%. La struttura portante pare di acciaio normale zincato mentre in corten sono solo i pretenziosi “baffetti” che fanno da seconda balaustra. Utili per impiccarsi.
Bisogna dire che il carpentiere Damioli di Darfo in Valcamonica ha lavorato molto bene. Fare dell'arte con la tecnologia. Osservando il progetto della passerella non ci pare sia stata una grande idea. Non certo per ragioni di bassa spesa dal momento che pare fatto apposta per pesare molte tonnellate e quindi dare consistenza all'appalto ed alla parcella del progetto. Senza contare il piccolo problema della dilatazione del metallo sotto l'azione della temperatura visto che pare fissato da una selva di viti alle due estremità. Inoltre sarebbe difficile levarlo di mezzo per salvarlo in caso  ci sia una piena del torrente.
Una struttura inutilmente massiccia rispetto ai carichi potenziali con un disegno primitivo.

Come abbiamo già scritto una passerella su un torrente come il Quisa –basta scorrere  le immagini di Google Earth  e dell'IGM per verificarne la cattiveria- doveva essere impostato come il viadotto dell'asse interurbano sul Brembo. Un pilastro circolare per ogni sponda bene arretrati rispetto al letto del Quisa con sopra poggiato un arco costituito da un unico pezzo di tubo piegato ad arco su cui erano saldate le ali per creare la pista pedociclabile. L'arco poggiava dentro due forcelle in testa ai due pilastri circolari in maniera da essere completamente libero nella flessione per i carichi e le deformazioni.
Poi siccome siamo in una zona classificata ad alto pericolo di esondazione del torrente Quisa e del fiume Brembo (così classificato da una legge nazionale), la passerella doveva partire dal prato del Colombi (lato Curno) e atterrare alla prima curva della stradina lato Isolotto. Cogli attuali livelli della passerella potrebbe accadere che una piena del Quisa (l'ultima piena che abbiamo visto superava di un paio di metri il livello più basso degli accessi sulla passerella attuale) renda impossibile accedere alla passerella a meno di… entrare in mezzo alla corrente. Che non è proprio una bella idea. Anche la passerella ne sarebbe travolta.
Buon ultimo (o primo…) il Comune di Curno NON ha idea di come collegare la passerella alla pista ciclabile proveniente dai terreni Merelli a valle di quelli del Colombi. L'ass. Conti ha dichiarato che faranno un sentierino nel bosco: vedremo come si concretizzerà la trovata.elli a valle di quelli del Colombi.