NEL
PAESE BELLO DA VIVERE È ARRIVATA LA 'NDRANGHETA MA PER LA SINDACA IL
PROBLEMA SONO LE SCRITTE SU UNA BACHECA VECCHIA DI 70 ANNI
Addi 12 febbraio 2021 il principale problema a Curno per la sindaca
Gamba sarebbe la pitturazione da parte dei soliti mascalzoncelli
di una vetrinetta-bacheca nei pressi del CVI1. Ne ha dato notizia sul
sito FB del Comune pubblicando la foto della vetrinetta-bacheca
imbrattata: “Questa è solo inciviltà che costerà ai cittadini e alle
cittadine di Curno la spesa per la pulizia. Se avete qualcosa da
proporre o proteste da fare, vi aspettiamo! Chiamate il comune di Curno
o scriveteci sulla pagina Facebook o utilizzando la App. La modalità
che avete scelto non serve a nulla se non a far spendere soldi ai
cittadini di Curno! Aggiungiamo un dettaglio: la bacheca non è in
vetro, ma in plexiglass, e l'uso di diluenti per pulire lo
rovinerebbero opacizzandolo, perciò sarà necessaria la sostituzione”.
Come al solito chi ha pubblicato il post si ri-conferma
nell'atteggiamento inutilmente autoritario così come s'era già espressa
su FB “contro chi” su lamentava del mancato spazzamento della neve in
paese dopo Natale: “invece di digitare stando al caldo sulla
tastiera andate a spalare neve!”. Chi ha scritto il post provveda
piuttosto a sistemare la bacheca –antica di 40, 50, forse anche 60 anni
e mai manutenzionata- che sta in piedi poggiata al muro e alla
ringhiera come due ubriachi che escono dall'osteria: l'uno regge
l'altro. Poi veda di mettere a posto il muretto e la ringhiera: il
primo non ha visto un centimetro cubo di malta e un grammo di pittura
da quando 40, 50, 60 forse anche 70 anni li hanno messi li. Infine chi
ha scritto il post ringrazi i mascalzoncelli i quali probabilmente
volevano dipingere sui muri della biblioteca un pezzo di una propria
“Creazione” ed invece, presi da un moto di riflessione, hanno deciso di
lordare un così alto oggetto d'arredo urbano.
Non è obbligatorio che tutto il mondo abbia la medesima sensibilità
civile: ma che una sindaca trovi il tempo di lamentarsi di una orribile
bacheca lordata e DIMENTICHI di dire una parola sul sequestro di un
locale pubblico del paese in mano alla 'ndrangheta, beh, vuol dire che
i buoi sono già scappati dalla stalla. Semmai c'arrivi a capire la
battuta.
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NEL
BANDO PER L'AFFITTO DEI CVI C L'INGHIPPO ELETTORALE A FAVORE DELLE DUE
SOCIETÀ SPORTIVE: SI PREVEDONO CASINI DA PARTE DEI CONCORRENTI (SEMMAI
CI SARANNO)
Il Comune ha pubblicato il bando per affittare ai privati i CVI
uno e due. E' stato pubblicato il "Disciplinare di gara procedura
aperta di rilievo comunitario per l'affidamento in concessione di
durata decennale del servizio di gestione dei due Centri sportivi
comunali di Curno (BG), di cui uno con annesso esercizio di
somministrazione lotto 1: “centro vivere insieme 1 - CVI 1” lotto 2:
“centro vivere insieme 2 - CVI 2”.
Tanto per non smentirsi anche stavolta NON hanno fatto le cose al
completo: nel bando indicano la presenza della planimetria dei due
centri che INVECE non è presente. A naso le due planimetrie NON sono
state inserite in quanto nel CVI1 il parcheggio attualmente fintamente
pedonalizzato esterno al CVI –parole dell'ass. Conti- sarebbe dato in
concessione all'affittuario del centro e li quello potrebbe proporre
nuove volumetrie e impianti. Alla faccia della tutela del verde.
1. Il Comune s'è fatto fare da un tecnico di fiducia
uno studio per capire quanto possono rendere i due centri vendendo i
servizi contenuti e quindi per il CVI1 – in questo caso è escluso il
bar- il Comune immagina un giro d'affari di euro 5.372.160,20, IVA al
22% inclusa per una durata di 15 anni (vale a dire circa 1000 euro al
giorno di incassi lordi. Invece per il CVI2 –qui è compreso il bar- il
Comune prevede per 15 anni di gestione un incasso di euro
euro 5.030.677,32, IVA al 22% inclusa. Vale a dire poco più di 900 euro
al giorno.
Nel bando viene però precisato che “tale valore [5,372 milioni per il
CVI1 e 5,03 milioni per il CVI2] risulta dal Piano Economico
Finanziario previsionale a base di gara ed ha carattere meramente
presuntivo, senza che ciò comporti alcun tipo di responsabilità,
neanche precontrattuale, a carico del Comune e senza che il
Concessionario possa vantare titolo ad alcun risarcimento e/o
indennizzo di sorta nel caso di prestazioni ed incassi di valore
complessivo diverso da quello sopra evidenziato. I concorrenti
dovranno, in ogni caso, presentare in sede di gara un proprio Piano
Economico Finanziario (il “PEF'), al fine di garantire l'equilibrio
economico-finanziario della Concessione.
Se c'era bisogno di una qualche illuminazione divina per capire che
questi due bandi sono stati fatti apposta per fare vincere le due
società sportive che hanno gestito finora i due CVI basta riflettere
attentamente sul PRECEDENTE capoverso.
E' infatti papale papale come SOLTANTO le due società che hanno gestito
finora i due CVI sanno con precisione (pressoché) assoluta quanta
occupazione degli impianti possono avere le due strutture e quindi i
relativi incassi. Quindi solo il GS Marigolda e la Polisportiva sono in
grado di approssimare con altissima precisione il PEF che sono
OBBLIGATE a presentare.
Facile immaginare che raffica di cause ne risulteranno da parte
delle società che non hanno mai gestito i due CVI e che –soprattutto in
epoca di pandemia- dovrebbero assumersi non pochi oneri del tutto
ignoti coi debiti rischi imprenditoriali.
Non bastasse l'assenza delle planimetrie dei due CVI dal bando, non
bastasse il trucco facilmente sgamabile del PEF obbligatorio redatto
dall'affittuario, vi sono altre regole contrattuali del tutto a
capocchia. Per esempio non vengono esattamente datati gli impianti
presenti. Vale a dire che p.e. di una caldaia nel verbale di
consegna occorre inserire in che anno è stata istallata, quante ore ha
funzionato, quanti guasti ha subito e quindi per quanti anni
ancora se ne stima la vita prima del cambio. Che potrebbe anche
accadere secondo il contratto al 10° anno: cioé a fine contratto.
Lo stesso si deve prevedere anche per gli edifici così come per le eventuali aggiunte impiantistiche proposte dall'affittuario.
Finale in bellezza la regola della cauzione a tutela del Comune.
La cauzione viene normalmente data con una assicurazione che ogni
anno viene pagata il giorno della scadenza. All'affittuario il
contratto vale dal 10 maggio 2021 (p.e.) al 10 maggio 2031. Ogni anno
il 09 maggio l'affittuario deve pagare l'assicurazione per onorare
la cauzione. Basta che lo stesso giorno 09 maggio l'affittuario
mandi la rinuncia a proseguire l'affitto e non paghi l'assicurazione
(per la cauzione) che il Comune… resta in braghe di tela trovandosi con
un CVI in parte smantellato o ridotto malconcio (cosa facilissima
visto quanto sono capaci i nostri uffici nel controllare il
territorio…).
Poi il Comune farà causa all'affittuario in fuga quando i buoi sono scappati dalla stalla.
Questa è la conclusione di tre anni di casini messi in piedi
dalla giunta Gamba che pareva volesse portare finalmente anche Curno e
i suopi CVI nel regno della libera concorrenza e invece li riconsegnerà
alle società sportive precedenti e in più si prepara a una serie di
casini legali facilissimi da immaginare.
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QUASI
IL 30% DEI BAMBINI DI CURNO NON VA A SCUOLA NELLE BELLISSIME SCUOLE
DEL PAESE BELLO DA VIVERE. L'ASSESSORA FA UN'INCHIESTA: SEMMAI LE
RISPONDERANNO
Nel Piano per il Diritto allo Studio 2020-2021 la giunta Gamba
scrive che “i bambini di Curno nati tra il 2015 e il 2017 sono 169 e il
75% risulta iscritto alle scuole dell'Infanzia del territorio. I
bambini residenti aventi diritto nati dal 2010 al 2014 (scuola
primaria) sono 329, di loro il 67,78% frequenta il nostro I.C. La
percentuale dello scorso anno scolastico 2019/2020 era del 73% (342
aventi diritto).
I ragazzi residenti nati dal 2007 al 2009 (scuola secondaria di I
grado) sono 232, di questi il 60% è iscritto alla scuola Pascoli. La
percentuale dello scorso anno scolastico 2019/2020 era del 78% (258
aventi diritto), pertanto si è registrata una diminuzione nelle
iscrizioni dei residenti”.
Tutto questo nonostante che il Comune spenda la bellezza di
630mila euro per il PdS di cui solo 73mila vanno direttamente alle
scuole come sostegno alla programmazione educativa e didattica.
Vista la mala parta l'ass.Rota responsabile della scuola ha deciso di
procedere a una indagine conoscitiva sulla scelta di una scuola
secondaria fuori Curno per i nati dal 2007 al 2010
Infatti l'amministrazione comunale di Curno, preoccupata per la
costante diminuzione delle iscrizioni presso la scuola secondaria
“Pascoli” di Curno, ha deciso di consultare le famiglie dei ragazzi e
delle ragazze residenti che si sono iscritti altrove, per cercare di
indagare il motivo per cui è stata scelta una scuola diversa da quella
del paese in cui vivono. L'obiettivo è di individuare tali motivi per
potere attuare, possibilmente insieme alla scuola e ognuno per le
proprie competenze, misure che permettano di rendere le scuole del
nostro territorio di nuovo appetibili e rispondenti alle esigenze dei
bambini e delle loro famiglie.
Così è comparso sulla pagina web del comune un modulo inchiesta
che le famiglie che mandano i propri figli fuori paese –se lo vogliono:
ne dubitiamo- possono compilare per permetter al comune di capirne le
ragioni e studiare le soluzioni per RI-attrarre i ragazzini nelle
lussuosissime scuole del paese bello da vivere. Letto e compilato il
modulo siamo stati costretti a correre in bagno e abbassare alla svelta
i pantaloni per non farcela addosso. Leggendo la profondità e cogliendo
appieno lo spessore scientifico di cotanta inchiesta si comprende come
mai –alla faccia dei 630mila euro e passa spesi dal Comune per il Piano
del Diritto allo studio- si capisce come mai dal 25 al 35 per cento dei
ragazzi curnesi venga spedito a scuola in altre scuole extra comune.
Fosse stato un problema di colore delle scarpe delle madamine c'è da
stare certi che avrebbero dato un incarico ad una coop-onlus per fare
uno studio approfondito ma davanti alla «banalità della fuga» dei
bambini dalla scuola locale, bastano quattro domandine in croce anziché
incaricare qualche istituto ad hoc per una indagine “leggermente” più
strutturata e approfondita e quindi utile.
Tutto questo nonostante che il Comune spenda la bellezza di
630mila euro per il PdS di cui solo 73mila vanno direttamente alle
scuole come sostegno alla programmazione educativa e didattica.
Poi se si va a leggere la Variazione n.5 del Bilancio 2021-2023 dell08
gennaio 2021 le spese che il Comune sostiene per l'energia elettrica e
il metano per riscaldare e illuminare le scuole e gli altri edifici
comunali (esclusi giardini e impianti sportivi) si arriva ad una cifra
prossima ai 110-120mila euro ed uno - osservando google maps e
vedendo la distesa di pannelli solari istallati sugli edifici
comunali- uno si domanda se per caso il Comune non si sia messo in
concorrenza per spendere un sacco di soldi per istallare pannelli
solari per… vendere energia elettrica all'enel, viste le enormi spese
elettriche e di metano messe in conto.
Conclusioni. Lo scontro in atto tra la direzione della scuola che vuole
preservare i propri spazi di comando-governo con quel poco o tanto che
il governo gli mette a disposizione e la volontà della giunta Gamba di
sopraffare la scuola (è un costume messo a punto dall'ora preside
Gatti…) per soli interessi elettorali per etero dirigere anche la
scuola fa consumare un sacco di risorse (il comune s'è inventato anche
una scuola comunale…) quando nessuno sa quante siano davvero le
donne che lavorano e come . Quali siano davvero i bisogni delle
famiglie rispetto ai tempi della scuola e dei ragazzi. Meraviglia solo
che un'ideuzza così banale sia venuta ad una professoressa
d'università: stavolta che era davvero il caso di coinvolgere fior di
studiosi sono pervenuti al biglietto da visita.
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DAL CONTE 2 AL DRAGHI1 : DA UN GOVERNO «TERRONE» A UN GOVERNO «POLENTONE». IN ATTESA CHE 11 PD FINISCA AL 10%
Senza il solito rumore di campanacci con cui stampa a politici
allietano da 70 anni il varo di un nuovo governo Draghi 1,
stavolta il silenzio è stato mantenuto fino all'ultimo minuto utile.
Brutalmente e bruscamente siamo passati da un governo “terrone” a un
governo “polentone”: tanto per farci accusare di razzismo e filo
leghismo. Basta dare un'occhiata alla tabella dei ministri per
verificare che l'Italia al governo s'è capovolta.
Questa banale verità la stiamo scrivendo da quando è nato il Conte1 e l'abbiamo riconfermata dopo l'avvento del Conte 2.
In effetti pure la mitica Lombardia non aveva gran bene figurato con
quel cadavere di Fontana come presidente e di quel cretinetto di Giulio
Gallera come assessore all'welfare cui era succeduta la Letizia
Brichetto Arnaboldi in Moratti: i Lombardi avevano premiato quelli che
avevano ammazzato 27mila dei loro parenti la bellezza di 130mila euro
di offerte oltre alle tasse già versate per il SSN. Degli
autentici geni. La Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti è stata
probabilmente premiata dal centrodestra a trazione leghista perché il
Messina AD e CEO di Intesa le aveva appena sfilato UBI Banca di cui era
presidente del CdA. I favori si ricambiano tra gentiluomini e
gentildonne.
Pure da Roma era arrivati dei boatos per far dimettere il Fontana per
la criminale gestione del covid19 così che il governo “terrone” potesse
zompare sui soldi del bilancio della Regione Lombardia. Il Conte
1 e il Conte 2 sono stati talmente impotenti che hanno mosso il
mignolo contro la Lombardia s'è levato un muro: tutti meno Roma hanno
gridato in coro non solo i lombardi leghisti ma anche i piddini e
almeno due terzi degli scappati di casa.
Ovvio che il Draghi 1 non scalfirà l'evasione e l'elusione
fiscale. Ovvio che migliorerà pochissimo della gestione della sanità
regional-nazionale. Ovvio che non farà quasi nulla per la scuola
fino all'università con davanti 150 sigle sindacali. Un esercito già
schierato. Ovvio che il Brunetta non muterà la burocrazia pubblica da
un esercito di ciuchi in un esercito di Varenne. Insomma cambierà poco
salvo spartirsi equamente (tra destra centro e sinistra) ed abbastanza
in silenzio i 210 miliardi di debito prestati dall'Europa. Ovvio che da
questa esperienza il PD ne uscirà massacrato probabilmente con
percentuali ad un solo numero.
Però. Però da questa strana compagine di governo potrebbe uscire
qualcosa di nuovo visto che si troverà in mano un'Italia probabilmente
del tutto differente da com'è entrata nella pandemia un anno or sono.
Un'Italia più sobria perché più povera. Un'Italia dove saranno
sparite milioni di partite IVA che erano cresciute senza costrutto.
Un'Italia purtroppo ancora più divisa tra quella parte che ormai è nei
vertici mondiali nell'industria e nei servizi ed un'Italia che va
avanti ancora tanto al tocco approfittando del nero. Un'Italia che la
furia del covid19 forse è riuscita a fare capire che é una tipica
malattia (in parallelo) del benessere che non si poteva più affrontare
consumando tonnellate di farmaci contro l'ipertensione, la
colesterolemia, il diabete, il fumo.
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