A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1321  DEL 02FEBBRAIO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















I POTATORI DEGLI ALBERI DEL COMUNE DI CURNO


NO AL CONTE TER
E tuttavia la strada resta quella: fare oggi quel che non si è fatto ieri, perché la tutela della salute è la chiave di tut­to, anche dell'economia. L'analisi dei dati rivela che la re­lazione fra salute ed economia è diretta, non inversa: ogni dieci morti in più per 100 mila abitanti costano circa mezzo punto di PIL, il che - tradotto nel caso dell'Italia - significa che la nostra incapacità di contenere il numero dei decessi è costata tra i 2 e i 3 punti di caduta addizionale di prodot­to interno lordo (circa 50 miliardi).
Man mano che aumenta il numero di morti si fa più for­te la caduta del PIL. Nei paesi che, come la Nuova Zelanda e la Corea del Sud, hanno registrato un numero ridottissi­mo di decessi l'economia regge (-2,3 per cento di caduta media del prodotto interno lordo). Nei paesi che, come la Germania, sono riusciti a contenere il numero di morti gra­zie al proprio sistema sanitario e a scelte oculate nella ge­stione dell'epidemia la caduta prevista del PIL 2020 è più forte, ma non drammatica (-5,8 per cento). Nei paesi che, come l'Italia, hanno un sistema sanitario debole e non sono stati capaci di evitare un'ecatombe, le perdite economiche medie sono catastrofiche (-9,0 per cento).
La ragione è chiara: il motore fondamentale dell'eco­nomia è l'assenza di paura. Pochi morti implica basso ti­more di infettarsi, perché bassa è la probabilità oggettiva di incontrare soggetti positivi. Servizi sanitari funzionanti significano basso timore di essere abbandonati in caso di infezione, perché elevata è la probabilità di essere curati e guariti in caso di bisogno.
Peccato che le due probabilità - infettarsi ed essere cu­rati - più che da noi stessi dipendano da chi ci governa.
Luca  Ricolfi/La notte delle ninfee.

IL BOSCO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID  IN FRONT OFF LA CAMERA MORTUARIA DELL'OSPEDALE DI BERGAMO
Sarà posizionato proprio davanti alla camera mortuaria dell'ospedale di Bergamo il “Bosco della Memoria” a ricordo dei morti per il covid19. Della serie  facciamoci del male. Scrivono.Il progetto, pensato dall'Associazione Comuni Virtuosi, è stato adottato dall'amministrazione comunale di Bergamo e vedrà la luce il prossimo autunno presso il Parco della Trucca.
L'idea di fondo è quella di creare un luogo vivo, altamente simbolico, capace di accogliere la memoria e al contempo costruire uno spazio di comunità, dove realizzare iniziative culturali, didattiche e ricreative pensate per il mondo della scuola, ma anche per tutti i cittadini che vorranno far crescere il bosco.
L'intervento è previsto con una cerimonia di posa del primo albero, giovedì 18 marzo, in concomitanza con la prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
































LA SOLITUDINE DEL MEDICO CONTEGGIATORE
































































































































































































NO AL CONTE TER: OCCORRE UN GOVERNO ATTENTO ALL'ITALIA CHE LAVORA E PRODUCE
Inutile giraci attorno: quando Salvini in vena di mojito forse troppo alcolico decise finalmente di mandare a carte quarantotto l’alleanza spuria coi pentastellati, il PD anziché correre a fare la crocerossina per salvare soprattutto i debiti elettorali contratti dai suoi eletti e altri tre anni di ottime prebende, avrebbe fatto bene a mandare il Paese alle elezioni perché desse  il giudizio sulla fallimentare alleanza. Breve riassunto. Dopo alcune settimane di tensione nella maggioranza giallo-verde, l'8 agosto 2019 il segretario federale della Lega Matteo Salvini annuncia l'intenzione di ritirare il sostegno del suo partito al governo. Salvini innesca così la crisi di governo e chiede la convocazione di elezioni anticipate, prospettando la nascita di una coalizione di centro-destra aperta anche a Silvio Berlusconi e a Giorgia Meloni. Il giorno dopo il gruppo parlamentare della Lega presenta al Senato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente del Consiglio; nondimeno, gli esponenti leghisti mantengono tutti i loro incarichi all'interno dell'esecutivo. Il 20 agosto, Conte riferisce al Senato in merito alla crisi di governo in atto, annunciando le proprie dimissioni; nel corso del dibattito la Lega ritira la sua stessa mozione di sfiducia, ma Conte decide ugualmente di porre fine all'esperienza di governo, formalizzando le dimissioni la sera stessa.
In modo che anche l’elettorato si assumesse anche la responsabilità delle proprie scelte elettorali. E dire che il PD oltre alle offese  subite dalla coppia Lega&5S – basta ricordare Bibbiano?- nei tempi appena trascorsi, aveva constatato l’incapacità di governare da parte della maggioranza. Nessuna delle crisi industriali prese in carico come governo Conte 1 vennero risolte – erano oltre 150-  e soltanto l’assalto alla diligenza del debito pubblico con Quota100 e il Reddito di Cittadinanza –uno scambio  tra i due partiti al governo-  fu il risultato del Conte 1. Quota100 fu l’occasione per una fuga in massa dei dipendenti pubblici (probabilmente i più professionalizzati e meno riconosciuti) mentre il RdC è diventato una sorta di pensione anticipata. Il compito principale del navigator (o tutor del reddito di cittadinanza) era-è quello di fare in modo che il proprio assistito trovi un lavoro il prima possibile, e quindi che riceva il reddito di cittadinanza per meno tempo possibile. Di conseguenza, dovrà seguire il beneficiario del sussidio e accompagnarlo nei centri di formazione o presso le agenzie per l’impiego, cercando i corsi di qualificazione e le offerte di lavoro più adatte al suo profilo, sulla base delle esperienze precedenti e delle sue competenze. Ecc. ecc. Peccato che le varie agenzie del lavoro pubbliche e private non siano mai state mese in grado di scambiarsi le informazioni (ovvio…) e siccome di imprese che assumono non ce ne sono, anche la funzione di tutor-navigator è diventata a sua volta una pensione  a scadenza.

Già il Conte 2 non funzionava –non ha risolto nessuna delle crisi industriali e nel frattempo se ne sono aggiunte  altre tre-quattro dozzine- quando è arrivata la pandemia. Così s’è scoperto che il ministro della salute –un altro di quegli eletti che non si sa bene cosa sappia fare nella vita- non sapeva nemmeno che dovesse esistere un Piano antipandemico –sotto il naso gli hanno camuffato quello del 2007 cambiandogli la data in 2017…- mentre il funzionario  deputato all’incombenza era stato promosso dal ministero alla vicedirezione dell’OMS. Che poi s’è scoperto essere una carica pari a quella di ambasciatore con relative guarentigie.
Il Conte 2 nella gestione della pandemia ha dimostrato totale incompetenza e nel palleggiamento aperture-chiusure –soprattutto nei ritardi accumulati per le chiousure- abbia contribuito ad almeno metà dei morti per covid19 e per metà del crollo del reddito del Paese. Lo scrive  Luca Ricolfi e lo confermano tutti gli studiosi esterni –fin dall’inizio della pandemia- alla cerchia del c.d. CTS. Ecco cosa scrive Ricolfi nella


Il Conte 2 non contento di questo stillicidio di aperture-chiusure che comunque ha prodotto 100mila morti e un crollo del reddito di quasi 10 punti da un lato non è stato in grado di dare i ristori necessari agli obbligati e dall’altra parte ha concesso agli enti locali una massa enorme di soldi (a debito…)  spesi in buona parte clientelarmente sfruttando soprattutto il laisser faire introdotto col decreto semplificazioni del luglio 2020 ed agli impiegati pubblici un anno sabbatico di smart working. Una pacchia  spropositata soprattutto nel settore più  delicato: la scuola contrapposta alla mazzata caduta sul personale sanitario e connessi.

In queste ore – martedi mattino- non sappiamo cosa sortirà dalle consultazioni dell’ingessato Fico e nemmeno da un tavolo che sembra creato apposta per distrarre e non arrivare da nessuna parte. Il solo fatto certo è che basta dare un’occhiata alla tabella in questo pezzo per capire che un governo della settima ottava potenza economica mondiale e della quinta per surplus commerciale che sia composto da personale politico che proviene dalle regioni  con un Pil pari alla metà del resto dell’Italia, beh… non va da nessuna parte.
Nemmeno un Conte 3.
Letizia Moratti,  dopo che Intesa le aveva comprato la banca di cui era stata nominata presidente del consiglio di gestione a gennaio 2021 come assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia ha scritto  una lettera a Domenico Arcuri: "(...) Gli ho proposto quattro criteri: le zone più colpite, la mobilità, la densità abitativa e il tema del contributo che le Regioni danno al Pil. Questi criteri dovrebbero essere tenuti in considerazione non per modificare la distribuzione dei vaccini ma per accelerare per quelle regioni che rispondono a questi criteri".
Sappiamo che caos ha messo in piedi quest’idea.
Vale la pena di adottarla nella composizione del prossimo governo. Meglio ancora se esce da nuove elezioni.

IL BOSCO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID  IN FRONT OFF LA CAMERA MORTUARIA DELL'OSPEDALE DI BERGAMO
Sarà posizionato proprio davanti alla camera mortuaria dell'ospedale di Bergamo il “Bosco della Memoria” a ricordo dei morti per il covid19. Della serie  facciamoci del male. Scrivono.Il progetto, pensato dall'Associazione Comuni Virtuosi, è stato adottato dall'amministrazione comunale di Bergamo e vedrà la luce il prossimo autunno presso il Parco della Trucca.
L'idea di fondo è quella di creare un luogo vivo, altamente simbolico, capace di accogliere la memoria e al contempo costruire uno spazio di comunità, dove realizzare iniziative culturali, didattiche e ricreative pensate per il mondo della scuola, ma anche per tutti i cittadini che vorranno far crescere il bosco.
L'intervento è previsto con una cerimonia di posa del primo albero, giovedì 18 marzo, in concomitanza con la prima giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid.
Ovviamente il tutto proprio all'esterno della camera mortuaria dell'ospedale. Segue la solita frase che va bene dappertutto: “Abbiamo scelto non di realizzare un monumento, ma di piantare alberi, perché gli alberi ci ricordano qualcosa attraverso la vita – sostiene Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni Virtuosi e ideatore del progetto – Vogliamo che il bosco si riempia di cose belle, in grado di affiancare alla memoria un pezzo di futuro, per quando sarà possibile ricominciare a stare insieme, vicini, in sicurezza.”
Il progetto prevede la piantumazione complessiva di circa 750 tra alberi e arbusti: 130 alberi da frutta, 70 da bosco, 90 piccoli alberi e gli arbusti.  Verranno realizzati dei camminamenti interni alle isole alberate e alcune sedute, per consentire alle persone che faranno visita al bosco di potersi fermare in raccoglimento. Quegli stessi spazi saranno anche i naturali punti di riferimento per l'organizzazione di eventi e iniziative pensate per valorizzare il bosco. Tutte le iniziative pubbliche saranno pensate e organizzate per coinvolgere prioritariamente bambini e famiglie.
Mancano le parole simbolo: partecipazione condivisione.
Non si comprende cosa centrino i “Comuni Virtuosi” coi morti per covid19 visto che “L'Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi è una rete di Enti locali, che opera a favore di una armoniosa e sostenibile gestione dei propri Territori, diffondendo verso i cittadini nuove consapevolezze e stili di vita all'insegna della sostenibilità, sperimentando buone pratiche attraverso l'attuazione di progetti concreti, ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del territorio, all'efficienza e al risparmio energetico, a nuovi stili di vita e alla partecipazione attiva dei cittadini.
Ma forse si comprende meglio la faccenda se si pensa che proprio l'ex sindaca Serra e attuale capogruppo di maggioranza, colei che pensava di avere come mission chiamata da Dio quella di dedicarsi alla redenzione politica della gente di Curno (lo annunciava in un quaresimale su youtube), dicevamo che  fu proprio la Serra a fare aderire il nostro comune – appena reduce dell'approvazione di un incremento di 300-350mila mc di commerciale in paese- a quella associazione.
L'ambientalismo della Serra è in perfetto stile del fiorentino. La raccolta della plastica tra la merda essicata sugli albero del Brembo. Le piste ciclabili che partono da qui e finiscono li in attesa del sol dell'avvenir.  Il comune che diventa azionista di una azienda per la raccolta e lo smaltimento della rumenta locale salvo poi scoprire la botta della maggiorazione per i costi di smaltimento. Il “Bosco degli Asinelli” dove piazza la stazione del treno così che il Comune frega due con un colkpo solo. Prima vende un pezzo di terreno a un cittadino che adesos gli verrà portato via dalla stazione del treno e poi si fa finanziare dall'ERSAF la piantumazione del bosco che adesos verrà distrutto sempre per la stazione del treno. Per non dire  della stazione del treno che sarà utilissima soprattutto a quei Curnesi che abitano alla Merena Lungobrembo Marigolda che andranno  a prendere il treno… sul confine con Bergamo.ciazione.