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I POTATORI DEGLI ALBERI DEL COMUNE DI CURNO
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NO AL CONTE TER
E tuttavia la strada resta quella: fare oggi quel che non si è fatto
ieri, perché la tutela della salute è la chiave di tutto, anche
dell'economia. L'analisi dei dati rivela che la relazione fra salute
ed economia è diretta, non inversa: ogni dieci morti in più per 100
mila abitanti costano circa mezzo punto di PIL, il che - tradotto nel
caso dell'Italia - significa che la nostra incapacità di contenere il
numero dei decessi è costata tra i 2 e i 3 punti di caduta addizionale
di prodotto interno lordo (circa 50 miliardi).
Man mano che aumenta il numero di morti si fa più forte la caduta del
PIL. Nei paesi che, come la Nuova Zelanda e la Corea del Sud, hanno
registrato un numero ridottissimo di decessi l'economia regge (-2,3
per cento di caduta media del prodotto interno lordo). Nei paesi che,
come la Germania, sono riusciti a contenere il numero di morti grazie
al proprio sistema sanitario e a scelte oculate nella gestione
dell'epidemia la caduta prevista del PIL 2020 è più forte, ma non
drammatica (-5,8 per cento). Nei paesi che, come l'Italia, hanno un
sistema sanitario debole e non sono stati capaci di evitare
un'ecatombe, le perdite economiche medie sono catastrofiche (-9,0 per
cento).
La ragione è chiara: il motore fondamentale dell'economia è l'assenza
di paura. Pochi morti implica basso timore di infettarsi, perché bassa
è la probabilità oggettiva di incontrare soggetti positivi. Servizi
sanitari funzionanti significano basso timore di essere abbandonati in
caso di infezione, perché elevata è la probabilità di essere curati e
guariti in caso di bisogno.
Peccato che le due probabilità - infettarsi ed essere curati - più che da noi stessi dipendano da chi ci governa.
Luca Ricolfi/La notte delle ninfee.
IL BOSCO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID IN FRONT OFF LA CAMERA MORTUARIA DELL'OSPEDALE DI BERGAMO
Sarà posizionato proprio davanti alla camera mortuaria dell'ospedale di
Bergamo il “Bosco della Memoria” a ricordo dei morti per il covid19.
Della serie facciamoci del male. Scrivono.Il progetto, pensato
dall'Associazione Comuni Virtuosi, è stato adottato
dall'amministrazione comunale di Bergamo e vedrà la luce il prossimo
autunno presso il Parco della Trucca.
L'idea di fondo è quella di creare un luogo vivo, altamente simbolico,
capace di accogliere la memoria e al contempo costruire uno spazio di
comunità, dove realizzare iniziative culturali, didattiche e ricreative
pensate per il mondo della scuola, ma anche per tutti i cittadini che
vorranno far crescere il bosco.
L'intervento è previsto con una cerimonia di posa del primo albero,
giovedì 18 marzo, in concomitanza con la prima giornata nazionale in
memoria delle vittime del Covid.
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NO AL CONTE TER: OCCORRE UN GOVERNO ATTENTO ALL'ITALIA CHE LAVORA E PRODUCE
Inutile giraci attorno: quando Salvini in vena di mojito forse troppo
alcolico decise finalmente di mandare a carte quarantotto l’alleanza
spuria coi pentastellati, il PD anziché correre a fare la crocerossina
per salvare soprattutto i debiti elettorali contratti dai suoi eletti e
altri tre anni di ottime prebende, avrebbe fatto bene a mandare il
Paese alle elezioni perché desse il giudizio sulla fallimentare
alleanza. Breve riassunto. Dopo alcune settimane di tensione nella
maggioranza giallo-verde, l'8 agosto 2019 il segretario federale della
Lega Matteo Salvini annuncia l'intenzione di ritirare il sostegno del
suo partito al governo. Salvini innesca così la crisi di governo e
chiede la convocazione di elezioni anticipate, prospettando la nascita
di una coalizione di centro-destra aperta anche a Silvio Berlusconi e a
Giorgia Meloni. Il giorno dopo il gruppo parlamentare della Lega
presenta al Senato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente
del Consiglio; nondimeno, gli esponenti leghisti mantengono tutti i
loro incarichi all'interno dell'esecutivo. Il 20 agosto, Conte
riferisce al Senato in merito alla crisi di governo in atto,
annunciando le proprie dimissioni; nel corso del dibattito la Lega
ritira la sua stessa mozione di sfiducia, ma Conte decide ugualmente di
porre fine all'esperienza di governo, formalizzando le dimissioni la
sera stessa.
In modo che anche l’elettorato si assumesse anche la responsabilità
delle proprie scelte elettorali. E dire che il PD oltre alle
offese subite dalla coppia Lega&5S – basta ricordare
Bibbiano?- nei tempi appena trascorsi, aveva constatato l’incapacità di
governare da parte della maggioranza. Nessuna delle crisi industriali
prese in carico come governo Conte 1 vennero risolte – erano oltre
150- e soltanto l’assalto alla diligenza del debito pubblico con
Quota100 e il Reddito di Cittadinanza –uno scambio tra i due
partiti al governo- fu il risultato del Conte 1. Quota100 fu
l’occasione per una fuga in massa dei dipendenti pubblici
(probabilmente i più professionalizzati e meno riconosciuti) mentre il
RdC è diventato una sorta di pensione anticipata. Il compito principale
del navigator (o tutor del reddito di cittadinanza) era-è quello di
fare in modo che il proprio assistito trovi un lavoro il prima
possibile, e quindi che riceva il reddito di cittadinanza per meno
tempo possibile. Di conseguenza, dovrà seguire il beneficiario del
sussidio e accompagnarlo nei centri di formazione o presso le agenzie
per l’impiego, cercando i corsi di qualificazione e le offerte di
lavoro più adatte al suo profilo, sulla base delle esperienze
precedenti e delle sue competenze. Ecc. ecc. Peccato che le varie
agenzie del lavoro pubbliche e private non siano mai state mese in
grado di scambiarsi le informazioni (ovvio…) e siccome di imprese che
assumono non ce ne sono, anche la funzione di tutor-navigator è
diventata a sua volta una pensione a scadenza.
Già il Conte 2 non funzionava –non ha risolto nessuna delle crisi
industriali e nel frattempo se ne sono aggiunte altre tre-quattro
dozzine- quando è arrivata la pandemia. Così s’è scoperto che il
ministro della salute –un altro di quegli eletti che non si sa bene
cosa sappia fare nella vita- non sapeva nemmeno che dovesse esistere un
Piano antipandemico –sotto il naso gli hanno camuffato quello del 2007
cambiandogli la data in 2017…- mentre il funzionario deputato
all’incombenza era stato promosso dal ministero alla vicedirezione
dell’OMS. Che poi s’è scoperto essere una carica pari a quella di
ambasciatore con relative guarentigie.
Il Conte 2 nella gestione della pandemia ha dimostrato totale
incompetenza e nel palleggiamento aperture-chiusure –soprattutto nei
ritardi accumulati per le chiousure- abbia contribuito ad almeno metà
dei morti per covid19 e per metà del crollo del reddito del Paese. Lo
scrive Luca Ricolfi e lo confermano tutti gli studiosi esterni
–fin dall’inizio della pandemia- alla cerchia del c.d. CTS. Ecco cosa
scrive Ricolfi nella
Il Conte 2 non contento di questo stillicidio di aperture-chiusure che
comunque ha prodotto 100mila morti e un crollo del reddito di quasi 10
punti da un lato non è stato in grado di dare i ristori necessari agli
obbligati e dall’altra parte ha concesso agli enti locali una massa
enorme di soldi (a debito…) spesi in buona parte clientelarmente
sfruttando soprattutto il laisser faire introdotto col decreto
semplificazioni del luglio 2020 ed agli impiegati pubblici un anno
sabbatico di smart working. Una pacchia spropositata soprattutto
nel settore più delicato: la scuola contrapposta alla mazzata
caduta sul personale sanitario e connessi.
In queste ore – martedi mattino- non sappiamo cosa sortirà dalle
consultazioni dell’ingessato Fico e nemmeno da un tavolo che sembra
creato apposta per distrarre e non arrivare da nessuna parte. Il solo
fatto certo è che basta dare un’occhiata alla tabella in questo pezzo
per capire che un governo della settima ottava potenza economica
mondiale e della quinta per surplus commerciale che sia composto da
personale politico che proviene dalle regioni con un Pil pari
alla metà del resto dell’Italia, beh… non va da nessuna parte.
Nemmeno un Conte 3.
Letizia Moratti, dopo che Intesa le aveva comprato la banca di
cui era stata nominata presidente del consiglio di gestione a gennaio
2021 come assessore al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia
ha scritto una lettera a Domenico Arcuri: "(...) Gli ho proposto
quattro criteri: le zone più colpite, la mobilità, la densità abitativa
e il tema del contributo che le Regioni danno al Pil. Questi criteri
dovrebbero essere tenuti in considerazione non per modificare la
distribuzione dei vaccini ma per accelerare per quelle regioni che
rispondono a questi criteri".
Sappiamo che caos ha messo in piedi quest’idea.
Vale la pena di adottarla nella composizione del prossimo governo. Meglio ancora se esce da nuove elezioni.
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IL BOSCO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL COVID IN FRONT OFF LA CAMERA MORTUARIA DELL'OSPEDALE DI BERGAMO
Sarà posizionato proprio davanti alla camera mortuaria dell'ospedale di
Bergamo il “Bosco della Memoria” a ricordo dei morti per il covid19.
Della serie facciamoci del male. Scrivono.Il progetto, pensato
dall'Associazione Comuni Virtuosi, è stato adottato
dall'amministrazione comunale di Bergamo e vedrà la luce il prossimo
autunno presso il Parco della Trucca.
L'idea di fondo è quella di creare un luogo vivo, altamente simbolico,
capace di accogliere la memoria e al contempo costruire uno spazio di
comunità, dove realizzare iniziative culturali, didattiche e ricreative
pensate per il mondo della scuola, ma anche per tutti i cittadini che
vorranno far crescere il bosco.
L'intervento è previsto con una cerimonia di posa del primo albero,
giovedì 18 marzo, in concomitanza con la prima giornata nazionale in
memoria delle vittime del Covid.
Ovviamente il tutto proprio all'esterno della camera mortuaria
dell'ospedale. Segue la solita frase che va bene dappertutto: “Abbiamo
scelto non di realizzare un monumento, ma di piantare alberi, perché
gli alberi ci ricordano qualcosa attraverso la vita – sostiene Marco
Boschini, coordinatore dell'Associazione Comuni Virtuosi e ideatore del
progetto – Vogliamo che il bosco si riempia di cose belle, in grado di
affiancare alla memoria un pezzo di futuro, per quando sarà possibile
ricominciare a stare insieme, vicini, in sicurezza.”
Il progetto prevede la piantumazione complessiva di circa 750 tra
alberi e arbusti: 130 alberi da frutta, 70 da bosco, 90 piccoli alberi
e gli arbusti. Verranno realizzati dei camminamenti interni alle
isole alberate e alcune sedute, per consentire alle persone che faranno
visita al bosco di potersi fermare in raccoglimento. Quegli stessi
spazi saranno anche i naturali punti di riferimento per
l'organizzazione di eventi e iniziative pensate per valorizzare il
bosco. Tutte le iniziative pubbliche saranno pensate e organizzate per
coinvolgere prioritariamente bambini e famiglie.
Mancano le parole simbolo: partecipazione condivisione.
Non si comprende cosa centrino i “Comuni Virtuosi” coi morti per
covid19 visto che “L'Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi è una
rete di Enti locali, che opera a favore di una armoniosa e sostenibile
gestione dei propri Territori, diffondendo verso i cittadini nuove
consapevolezze e stili di vita all'insegna della sostenibilità,
sperimentando buone pratiche attraverso l'attuazione di progetti
concreti, ed economicamente vantaggiosi, legati alla gestione del
territorio, all'efficienza e al risparmio energetico, a nuovi stili di
vita e alla partecipazione attiva dei cittadini.
Ma forse si comprende meglio la faccenda se si pensa che proprio l'ex
sindaca Serra e attuale capogruppo di maggioranza, colei che pensava di
avere come mission chiamata da Dio quella di dedicarsi alla redenzione
politica della gente di Curno (lo annunciava in un quaresimale su
youtube), dicevamo che fu proprio la Serra a fare aderire il
nostro comune – appena reduce dell'approvazione di un incremento di
300-350mila mc di commerciale in paese- a quella associazione.
L'ambientalismo della Serra è in perfetto stile del fiorentino. La
raccolta della plastica tra la merda essicata sugli albero del Brembo.
Le piste ciclabili che partono da qui e finiscono li in attesa del sol
dell'avvenir. Il comune che diventa azionista di una azienda per
la raccolta e lo smaltimento della rumenta locale salvo poi scoprire la
botta della maggiorazione per i costi di smaltimento. Il “Bosco degli
Asinelli” dove piazza la stazione del treno così che il Comune frega
due con un colkpo solo. Prima vende un pezzo di terreno a un cittadino
che adesos gli verrà portato via dalla stazione del treno e poi si fa
finanziare dall'ERSAF la piantumazione del bosco che adesos verrà
distrutto sempre per la stazione del treno. Per non dire della
stazione del treno che sarà utilissima soprattutto a quei Curnesi che
abitano alla Merena Lungobrembo Marigolda che andranno a prendere
il treno… sul confine con Bergamo.ciazione.
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