A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1320  DEL 01FEBBRAIO 2021

























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















CUCINA CASALINGA DEL PRIMO FEBBRAIO
I nostri governanti non perdono occasione per esaltare il ruolo della condivisione e della trasparenza  ma poi, all'atto pratico, quando il cittadino comune si fa avanti chiedendo informazioni dettagliate ed avanzando proposte alternative concrete , scelgono di rifugiarsi nel­la loro strategia preferita: il muro di gomma. Al posto del­la tanto spesso lodata accountability, ovvero il dovere dei pubblici poteri di render conto delle proprie azioni, vige in Italia una sorta di “diritto a non rispondere”. Governanti e funzionari non replicano, non dissentono, non discuto­no, non avanzano controproposte. Per loro è più semplice ignorare, far cadere, lasciar evaporare ogni voce che provi a farsi ascoltare.
Non sarebbe poi così grave, e denoterebbe semplicemente arroganza e scarsa educazione, se il diritto a non ri­spondere venisse esercitato quando le richieste riguardano temi minori, o che tali pos­sono esser considerati. Ma non è mai questo il caso. Qui sia­mo di fronte a richieste di informazioni  richieste su appalti che fanno girare decine di migliaia di euro assegnati sostanzialmente a discrezione del dirigente (che non si degnano nemmeno di elencare le imprese interpellate) e senza che il Comune non si faccia mai carico di fare certificare da un soggetto qualificato  ed esterno all'amministrazione quale risultato abbia dato al Paese quella spesa.

TELEFONATE ALLA SINDACA
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Nonostante la sindaca abbia dichiarato più volte di non gradire il digitale adesso ha scodellato "Il sindaco a casa tua” che è il nuovo progetto messo in campo dall'amministrazione e partito mercoledì 13 gennaio, con i primi tre cittadini che avevano richiesto un appuntamento in video conferenza col sindaco. Segue intervista sul settimanale proto leghista dove la nostra se la canta e se la suona da sola dal momento che… come sia andata lo sa solo lei e i tre interlocutori. I quali sono attentamente selezionati: ovviamente. E infatti se vede.
Qual'è il primo problema di Curno? Eccolo: due signore che abitano nella zona di via Gandhi hanno segnalato la presenza, anche in ore diurne, di situazioni poco piacevoli. «Ci sono ragazzini che fumano, fanno baccano, mangiano e lasciano i rifiuti per terra. Abbiamo consigliato di chiamare i carabinieri non appena si verificano questi episodi risponde la sindaca. In effetti questi giovinastri che distrubano le madamine di via Gandi vanno mazzuolati. Segue promessa di istallare una telecamera che pare nel frattempo miracolosamente arrivata in meno di 24 ore. Via Gandhi è la viuzza a fondo chiuso dove sta sorgendo la palestra della Rodari e i suoi abitanti la considerano proprietà privata quindi raus a tutti gli estranei. Peccato perché se si apre la palestra, anche i parcheggi della via saranno in qualche modo  occupati da chi frequenta l'impianto nelle ore post scolastiche.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

























PIAZZA MILANESE









L'IDEA E' UNA GRAN CACCHIATA MA I DUE PROGETTISTI SONO NOTEVOLI





























































































































































































CUCINA CASALINGA
Agostino Miozzo oggi sul Corriere
L’errore più grave nella battaglia alla pandemia?
«L’assenza della medicina del territorio oltre all’incapacità e all’impreparazione del sistema a vivere situazioni di emergenza. La gestione delle crisi non si improvvisa, mai. O sei preparato o soccombi e ne sei travolto».
La campagna vaccinale è in ritardo. Possiamo farcela?
«Più che ritardo vedo ancora molta improvvisazione e poca preparazione del territorio nell’affrontare la campagna vaccinale. Non ho elementi per giudicare se abbiamo fatto tutto ciò che era necessario fare o se avremmo potuto fare di più o meglio; gran parte di quei dossier sono secretati, non mi permetto quindi di giudicare. Vedo però disordine e cattiva gestione del processo: i furbi del vaccino, la scarsa informazione sulle prospettive, la poca comunicazione dedicata a fasce diverse della popolazione».
Riusciremo a raggiungere l’immunità di gregge?
«Finora le vaccinazioni sono state effettuate in luoghi protetti e destinate ad una popolazione ben individuata, sanitari e persone residenti nelle Rsa. Non posso immaginare cosa succederà quando dovremo andare a vaccinare persone non deambulanti, anziani che non hanno un pc per accreditarsi. Non mi pare di aver visto una banca dati nazionale, sento molta preoccupazione tra i medici di famiglia. Prevale infine una narrativa negativa, dove i no vax hanno facile sopravvento».
Che cosa bisogna fare?
«Usare la Protezione civile e i suoi volontari e con le sue migliaia di organizzazioni presenti in modo capillare sul territorio, che dovranno ovviamente interagire con il sistema sanitario territoriale, i militari, la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza. Soltanto questo sistema ha le risorse e le capacità logistiche e sanitarie per affrontare una campagna di questa dimensione».
Ci apre che vi sia qualche contraddizione ma va bene, prendiamolo per buono.

L'Università pronta a sbarcare anche in valle
Il rettore Morzenti Pellegrini: «Vogliamo delocalizzare i nostri corsi intensivi sul territorio». L'idea di una laurea magistrale sulla montagna.
I borghi si preparano a vivere la loro nuova primavera, grazie anche alle opportunità date dal telelavoro che molti di noi hanno cominciato a sperimentare con il lockdown?
Ma se ora fosse l'Università a «prendere casa» sotto la Presolana o l'Alben, dalle parti del Curò o sotto il Resegone? «Noi siamo pronti» annuncia il rettore dell'Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini, e non dice poco. L'idea, spiega, è di «delocalizzare esperienze formative residenziali come summer e winter school, ma anche aprire, in montagna, un nuovo corso di laurea specialistica proprio sulla montagna».
Che Unibg sia «sul pezzo» è confermato anche dal progetto Power, acronimo (in inglese) di «Strategie Progettuali e prototipi Operativi per il WElfare e la Rigenerazione spaziale delle aree interne» che la vede coinvolta insieme a Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Napoli Federico II e Università degli Studi di Palermo.
Ricerca dunque, ma anche il passo concreto di creare un'università diffusa sul territorio: è il doppio binario su cui l'Università di Bergamo si impegna «a incentivare lo sviluppo territoriale - prosegue Morzenti Pellegrini -. La volontà di avere una presenza stabile sul territorio, non soltanto in città, segue tra l'altro un modello già in uso in altre università». Gli esempi arrivano dal Veneto: l'Università di Verona ha una sua sede distaccata anche ad Alba di Canazei, dove nella bassa stagione organizza corsi intensivi, mentre Padova a Bressanone.
I percorsi residenziali proposti finora da Unibg hanno avuto la cornice di Bratto, Gromo e il Passo del Tonale: corsi di perfezionamento, percorsi di formazione per i direttori generali di Regione Lombardia delle aziende ospedaliere.
Già!. Come se UniBG fosse paragonabile a quella di Padova oppure alla Cattolica. Dopo la cazzata di disperdere l’università in tutti i buchi liberi nella città per  soddisfare (1) i palazzinari che affittano e (2) bottegai che vendono pizzette e (3) liberare comune e provincia di immobili che non servivano ormai a nulla e non avevano i soldi per riconvertirli  e (4) soprattutto evitare che la creazione di una concentrazione di studenti in un campus generi un qualche sessantotto (questa la ragione per cui la DC “provincializzò” le università favorendone una crescita assurda) ecco che avanzano le pretese anche delle valli: perchè tutto voi e noi nulla?. Ed allora ecco che l’università sale in valle. Speriamo che non ci si metta pure la pianura –dopo l’autostrada BG-Treviglio- a pretendere qualche distaccamento.

Crescita ignorata: gli errori sul debito
di Francesco Giavazzi
È un errore continuare a ripetere che il nostro problema maggiore è il debito pubblico: il nostro problema maggiore sta nell’assenza di crescita. Se la nostra economia crescesse più rapidamente del nostro debito, ripagarlo non sarebbe necessario. Certo, i titoli quando scadono devono essere rimborsati, ma siccome l’unica variabile che davvero conta è il rapporto fra il debito e il Prodotto interno lordo, il problema si risolverebbe da sé.
Insistere sull’equivoco che il nostro problema maggiore è il debito pubblico significa concentrarsi su un obiettivo di politica economica errato. Significa compiere un errore di prospettiva che nel mezzo di una crisi sanitaria, sociale ed economica, come ben sottolineato dal presidente Mattarella, può indurre a dare all’emergenza risposte sbagliate.
E se invece fosse proprio il debito la causa della nostra assenza di crescita? In parte è vero, ma allora il problema non è il livello del debito, bensì i motivi per cui il debito è stato creato, cioè come lo Stato spende le sue risorse. Consideriamo due esempi: se il governo, come sembra, prorogherà fino alla fine dell’anno «Quota 100», il debito che ne consegue non aiuta la crescita. Consentire alle persone di andare in pensione a 62 anni non significa affatto sostituirle con altrettanti giovani, significa solo ridurre ulteriormente la partecipazione al mercato del lavoro che in Italia è già esigua.




La 11.a variazione al Bilancio  2020-2022 pronta il 01 ottobre 2020 è stata approvata nella seduta consigliare del 28 ottobre 2020 ed è stata pubblicata il 29 gennaio 2021. Due mesi dopo. In delibera NON è previsto anche la fornitura ai dipendenti comunali di saponi allo zolfo e deodoranti per l’eccessiva sudorazione ex smartwork.


Il Comune decide in data 15.12.2020 di fare una MEGA gara per affidare il servizio comunale di segretariato sociale e professionale per si  propongono solo tre cooperative sociali che prevede nel triennio una modestissima spesa di  425mila euro. MA due giorni dopo la chiusura del bando il Comune scopre che “per un mero errore materiale, nella procedura Sintel non è stato reso possibile allegare la documentazione richiesta da parte dei partecipanti, e che pertanto in data 07.01.2021, ad iter di gara ancora in corso, è stata annullata la procedura con promessa di una nuova procedura Sintel corretta”. Ale!.
MA in data 07.01.2021, successivamente alla chiusura anticipata della procedura negoziata in Sintel, il RUP è venuto a conoscenza dell’avvenuta pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della L. 178 del 30.12.2020, il cui art. 1 comma 797 prevede la possibilità per i Comuni di assumere assistenti sociali con oneri a carico dello Stato; quindi il Comune decide di procedere alla revoca della procedura negoziata di cui alla propria Determinazione n. 604 del 15.12.2020, annullando di fatto il relativo CIG e le relative prenotazioni di spesa.
Vero che il Bilancio di previsione dello Stato 2021 (L. n.178/2020) è stato approvato il 23 dicembre 2020 e che la corsa a infilare in quel calderone le mille misure clientelari è una regola (in questo caso si vedano i commi 797-804) ma quella frase incomprensibile: “nella procedura Sintel non è stato reso possibile allegare la documentazione richiesta da parte dei partecipanti” a noi puzza di mero trucco in attesa che…
Chi va a leggere quali saranno le incombenze del vincitore della gara (mai dimenticare: trattasi di una polpetta da 425mila euro spartiti su tre anni) scopre che dice tutto e niente. Tranne che non possono picchiare i cittadini che si rivolgeranno allo sportello. Soprattutto è interessante sapere che NON ci sarà un rigoroso controllo a valle dei risultati da parte di un soggetto terzo sia rispetto al Comune che all’operatore.
Alla gara hanno mandato la candidatura SOLO tre onlus-coop. Non ci vuole molto a capire al volo la faccenda perché se vai a vedere tutti gli appalti vinti dalle stesse, li vedi sventagliati tra decine di  comuni della bergamasca. Il resto lo lasciamo alla vostra immaginazione.
Il terzo aspetto che balza all’occhio è che nel Bilancio di previsione dello Stato 2021 (L. n.178/2020) il contributo statale previsto per ogni assistente sociale assunto fisso ammonta a 40mila euro l’anno. Ragione per cui se lo stesso lavoro lo fa un dipendente fisso del comune può costare SOLO 40mila euro l’anno mentre se lo affidi a una coop costerà 142mila euro. Un affarone.


TELEFONATE ALLA SINDACA:SE LA CANTA E SE LA SUONA DA SOLA
Non importa se a fine gennaio il Comune non abbia pubblicato ne l'ultima pagina di Notizie in breve e neppure il secondo numero 2020 di Curno IN Comune versione digitale. Non importa se ci siano stati due consigli comunali senza cittadini presenti  e ne abbiano convocato un altro senza che abbiano pubblicato le due video-registrazioni. Sono fermi al 30 novembre. Non importa  se hanno speso 22 o 23 o 25 mila euro per le videoregistrazioni delle sedute consigliari e riescano a fare peggio della Messa granda ripresa con un cellulare e trasmessa in diretta.
Nonostante la sindaca abbia dichiarato più volte di non gradire il digitale adesso ha scodellato "Il sindaco a casa tua” che è il nuovo progetto messo in campo dall'amministrazione e partito mercoledì 13 gennaio, con i primi tre cittadini che avevano richiesto un appuntamento in video conferenza col sindaco. Segue intervista sul settimanale proto leghista dove la nostra se la canta e se la suona da sola dal momento che… come sia andata lo sa solo lei e i tre interlocutori. I quali sono attentamente selezionati: ovviamente. E infatti se vede.
Qual'è il primo problema di Curno? Eccolo: due signore che abitano nella zona di via Gandhi hanno segnalato la presenza, anche in ore diurne, di situazioni poco piacevoli. «Ci sono ragazzini che fumano, fanno baccano, mangiano e lasciano i rifiuti per terra. Abbiamo consigliato di chiamare i carabinieri non appena si verificano questi episodi risponde la sindaca. In effetti questi giovinastri che distrubano le madamine di via Gandi vanno mazzuolati. Segue promessa di istallare una telecamera che pare nel frattempo miracolosamente arrivata in meno di 24 ore. Via Gandhi è la viuzza a fondo chiuso dove sta sorgendo la palestra della Rodari e i suoi abitanti la considerano proprietà privata quindi raus a tutti gli estranei. Peccato perché se si apre la palestra, anche i parcheggi della via saranno in qualche modo  occupati da chi frequenta l'impianto nelle ore post scolastiche.
Il secondo appuntamento è stato con un cittadino che abita lungo la linea ferroviaria ed era interessato a un approfondimento per quanto riguarda il raddoppio. «Con lui, visto che i venti minuti non sono stati sufficienti, abbiamo fissato un incontro la prossima settimana in Comune. Gli mostreremo i tracciati e quello che ci è stato detto, per approfondire in particolare la questione degli espropri che verranno fatti per il raddoppio». Speriamo che questo sfortunato cittadino non sia quello che qualche anno or sono decise di acquistare dal Comune un triangolino di terreno –nel c.d. Prato degli Asinelli- per far quadrare il giardino di casa e adesso gli verrà sostanzialmente espropriato del tutto per edificare una struttura di servizio alla linea ferroviaria… che gli arriverà in casa. Sarà contentissimo.
Segue. Il terzo cittadino ha invece sottoposto tutta una serie di questioni sulla viabilità, in particolare sulla mobilità alternativa e le piste ciclabili. Parlare di queste cose a Curno è come tracciare segni sull'acqua: infatti non viene detto nulla.
Prosegue. Si è parlato poi di via Donizetti e della sistemazione della pista ciclabile che va verso l'ospedale, oltre che della connessione tra il centro commerciale e la zona di via Zac- cagnini, dove adesso c'è solo una strada sterrata. «Alla fine è intervenuto anche il figlio di 11 anni, che ha voluto farci una domanda, chiedendoci se pianteremo altri alberi». Il ragazzino era stato infatti uno dei bambini che avevano partecipato sei anni fa al progetto grazie al quale era stata piantumata la zona vicino a via Fermi. «L'avevamo chiamato Un Bosco in Comune ed era stato realizzato in collabora­zione con l'Ersaf e la Scuola Materna San Giovanni Bosco.  Qui c'è una gran confusione ma la confusione serve al potere per avere sempre ragione (glielo ha detto anche Sala a Fontana in merito a certi casini numerici regionali).
Dulcis in fundo la sindaca comunica che da febbraio ricominceranno anche gli incontri della giunta coi cittadini al… mercato del mercoledi.
Insomma la sindaca se la canta e se la suona da sola. Meglio di così!.