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FINALMENTE E' ARRIVATO KOCIS ED HA FATTO LO SCALPO AGLI ALBERI
La potatura degli alberi fa parte della gestione ordinaria del verde
urbano. Ma il risultato che ci consegna l'amministra zione comunale con
gli incarichi di affidamento dato alle imprese del verde, per qualsiasi
essere umano dotato di sensibilità e di debita professionalità, a volte
è davvero raccapricciante.
Alberi con la chioma mozzata, scheletri senza foglie, mostri geometrici
alieni al mondo vegetale, che poco hanno a vedere con la vita degli
esseri viventi. Non è certo per una questione puramente estetica che vi
voglio parlare della capitozzatura, o delle potature drastiche inflitte
alle nostre piante. Ma forse dovremmo partire proprio dal fatto che un
bambino, istintivamente non disegnerebbe mai alberi del genere.
Mai mi sarei aspettato che nel mio paese, le vie alberate,
brulicare di camion, gru, e uomini sospesi in aria sui cestelli,
sollevati da potenti braccia di ferro, a effettuare la
capitozzatura, cioè tagliare alberi. Mi sarei aspettato una
protesta popolare.
State sicuri che nessuno alzerà la voce e state altrettanto sicuri che
l'amministrazione scodellerà la solita solfa: ci sono “ i tecnici” che
l'hanno deciso e controllano. Il mito dei tecnici dovrebbe pararci il
didietro. Peccato che facciano sempre finta che… cane non mangia cane.
La perdita economica per queste capitozza ture sul medio-lungo periodo è rilevante.
Se l'albero capitozzato sopravvive, entro pochissimi anni occorrerà
intervenire con una nuova potatura di contenimento della vegetazione
I risultati li vediamo e ci sgomentano.
Ma spesso non conosciamo gli effetti a lungo termine della
capitozzatura che sono inesorabili: indebolimento, invecchiamento
precoce, malattie, insediamento di parassiti sono le conseguenze di una
pratica sconsiderata, che continua a procurare danni alla natura e ai
cittadini, a causa del cedimento improvviso dei rami o il collasso
improvviso degli alberi. Questo però non significa che le piante non si
debbano toccare.Uomini e alberi devono poter convivere, anche nei
contesti urbani.
Ma questo è un motivo in più per fare delle potature corrette, con
cognizione di causa, per evitare di creare danni ancora maggiori per la
cittadinanza, oltre che per la salute stessa degli alberi e di quel po'
di natura rimasta a margine di piazze, strade, parcheggi e marciapiedi.
Le piante sono esseri viventi, che come noi vivono, si sviluppano, si
ammalano, soffrono, lottano per la sopravvivenza, e interagiscono con
gli altri esseri viventi. Ma soprattutto aiutano la qualità della
nostra vita, mostrando una capacità, che non uguali in natura, di
entrare in simbiosi con l'uomo, gli animali, il terreno, funghi e
microrganismi, secondo un'intelligenza che sfugge alla nostra capacità
di comprensione.
La definizione di piante “ornamentali” è piuttosto riduttiva, relega la
loro funzione ad una questione estetica, o di pubblico decoro. Si
dimentica troppo spesso che la presenza della vegetazione in aree
urbane è indispensabile per la purificazione dell'aria, la regolazione
del clima, la difesa del suolo dall'erosione e la riduzione
dell'inquinamento acustico.
Un solo grande albero assorbe 150 chili di CO2 all'anno, filtrando
anche le polveri sottili emesse dal traffico veicolare, dalle industrie
e dalle caldaie domestiche. Lo stesso albero, assimilando circa 5000
litri di acqua all'anno, contribuisce a mantenere il sottosuolo
asciutto, pronto a impregnarsi di altra acqua piovana.
Allora non si continui con capitozzature o abbattimenti di alberi che
purificano il perimetro urbano o per lo meno spiegare le giuste cause a
farlo.
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ROGGIA CURNA: SEMPRE BRUTTE NOTIZIE PER IL PAESE BELLO DA VIVERE
L'assessore ai lavori pubblici del Comune di Bergamo appartiene alla
categoria di quelli che non s'addormentano sulle cose da fare –meglio
se attraverso generosi appalti- ed hanno stampato nel proprio DNA
l'idea che quando sei nominato assessore, automaticamente Dio ti ha
infuso della Grazia.
Su questa pagine avevamo sollevato diverse volte come il tombotto di
scarico di troppo pieno della Roggia Curna che sottopassa via Astino
(50 mt a nord del semaforo di via Longuelo) lungo via Bellini fino a
sotto passare la Rotonda Locatelli per gettarsi nella Roggia Serio
Grande doveva essere ispezionato per verificarne lo stato e soprattutto
“quanto” fosse otturato dal materiale che vi si era accumulato.
Ricordiamo che il Brembilla ci aveva risposto a muso duro su FB che il
tombotto (su buona parte del quale ci hanno anche costruito dei
passaggi auto) era perfettamente a posto e scaricava come doveva.
Infatti!.
Ecco cosa scrive il Bugiardino a seguito di comunicato apposito
dell'assessorato: “Nei mesi scorsi, dalle indagini dei tecnici del
Comune e del Consorzio di Bonifica è emerso il degrado delle strutture
e delle sponde dello scaricatore di Astino. Un situazione che
richiede la messa in sicurezza urgente. Il Comune spiega che il degrado
è dovuto al fenomeno dello spalling. «Ovvero—dice l'amministra zione —
l'espulsione del copriferro di calcestruzzo delle barre d'armatura
della soletta del canale: la causa del fenomeno dello spalling risulta
essere la corrosione delle barre d'armatura, dovuta sicuramente alla
carbonatazione del calcestruzzo». Durante l'intervento si dovranno
consolidare, rinforzare e ricostruire i vari tratti degradati della
soletta dello scaricatore della Valle d'Astino. Poi si dovrà
proteggere tutta la soletta, in modo che possa resistere nel tempo agli
agenti atmosferici, alle alghe e alle muffe. Negli ultimi anni — dice
l'assessore ai Lavori pubblici, Marco Brembilla — le precipitazioni in
città hanno assunto caratteristiche molto diverse rispetto a quelle
dei decenni scorsi ed è necessario intervenire per prevenire ulteriori
disastri come quello del 2016 tra Longuelo e il Villaggio degli Sposi».
Breve spiegazione scientifica.
L'aggressione dovuta alla C02 può manifestarsi in diversi modi in
relazione al contesto. La carbonatazione è la causa di degrado più
comune a cui è legata la porosità della struttura in calcestruzzo
armato. Più il calcestruzzo è poroso e più risulta permeabile
all'anidride carbonica (C02), all'ossigeno e all'umidità presenti
nell'atmo sfera.
Il fenomeno diventa estremamente pericoloso per i ferri d'armatura che vengono a trovarsi in un ambiente acido.
Normalmente nel calcestruzzo, grazie alla calce che si forma per
idratazione del cemento, il pH risulta fortemente basico (pH circa 13)
e i ferri vengono così passivati e protetti dall'ambien te alcalino
tramite la formazione di un film passivante di ossido di ferro molto
aderente e impermeabile che impedisce l'ulteriore ossidazione.
Quando lo strato copriferro in calcestruzzo viene penetrato dalla C02
la calce viene neutralizzata con formazione di carbonato di calcio che
diminuisce il PH iniziando così la corrosione del ferro.
La ruggine che si forma con l'ossidazione dei ferri crea un aumento di
volume che fa lavorare il calcestruzzo a trazione sino a provocare il
distacco dello strato copriferro a causa di questo carico tensionale di
spinta (spalling). I ferri affioranti vengono esposti ad una
corrosione veloce che provoca il deterioramento rapido del
calcestruzzo compromettendo così la stabilità stessa delle strutture.
Che una soletta di calcestruzzo antica di 50-60 anni abbia gli stessi
problemi come sul viadotto di Boccaleone è la scoperta dell'acqua calda
dal momento che in quegli anni la qualità dei materiali –calcestruzzo e
ferro delle armature- non era standardizzata com'è oggi ed anche
l'esecuzione avveniva con maggiore approssimazione.
La questione è che quello scarico, inizialmente scoperto, è stato via
via coperto perché dentro ci finivano illegalmente anche delle fogne e
gli abitanti si lamentavano. La copertura del canale consentì la
creazione di una stradina comoda anche per alcune abitazioni.
Adesso però viene il bello perché per ripulire le pareti e la soletta
del tombotto bisognerà prima di tutto sgombrare il materiale ivi
accumulato e poi via: quindi lavoro UNO sgombrare il materiale e lavoro
DUE scrostare il cemento e lavoro TRE applicare il materiale nuovo.
Sarà interessante verificare chi si infila li sotto in gallerie lunghe
parecchie decine o centinaia di metri per eseguire quei lavori.. ed a
che costi…
La pulizia e il restauro di quel tombotto è anche un segnale per i
Comuni di Mozzo e Curno dal momento che – tombotto per tombotto-
ne hanno uno anche loro –un poco più piccolo- che li interessa ed è
quello che viene chiamato “scaricatore della Cascina Lupo” che parte
nei pressi della omonima cascina (Trattoria Lozza ) ed
arriva nei pressi del passaggio a livello di via Fermi per deviare
lungo la ferrovia verso est fino a sfociare nello scaricatore di Astino.
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IL STTOPASSO DI VIA ROMA ALLA FERROVIA
A titolo di curiosità il sottopasso pedociclabile di via Roma al posto
del passaggio a livello (chiuso) dovrebbe essere un tunnel largo tre
metri ed alto 340 cm e sarebbe lungo 33,5 mt. Il pavimento
dovrebbe stare 480 cm più in basso dei binari. Il corsello dovrebbe
avere (lex dura lex) una pendenza compresa tra l'8% e il 12% ragione
per cui le rampe dovrebbero essere lunghe dai 40 ai 60 metri.
Divertenti i 40 mt. Pare che l'ass. Conti non abbia gradito l'idea del
buco 3x3,4mt ed abbia in mente qualcosa di grandioso e fantasmagorico:
speriamo non replichi Largo Vittoria sennò restiamo nelle pettole.In
effetti un buco largo solo tre metri ci lascia assai perplessi e lo
immaginiamo largo almeno il doppio, rigorosamente diviso da una arnella
in due percorsi separati. La soluzione prospettata nella foto dei
muretti laterali fatti di “culem del Bremb” invece ci pare su
intoni abbastanza con quel che si trova sotto terra e nel fiume. Lungo
i muretti ricaverebbero anche un paio di panchine per lato un po'
incassate rispetto al filo del muro. Il problema è che questo
sottopasso a Curno non può essere diritto perché a sud della ferrovia
lo scivolo dovrebbe stare sul lato del municipio mentre a nord
dovrebbe stare sul lato opposto al mulino. Questo per garantire gli
accessi carrali agli abitanti di via 11 Febbraio. Il disallineamento
degli scivoli rispetto al sottopasso ACCENTUA il problema della
sicurezza personale di chi vi passa nelle ore notturne. La nostra idea?
Istallare nel sottopasso (largo sei metri...) uno schermo da 100pollici
che riproduce continuamente le immagini delle due telecamere che vedono
i passanti. Come dire: Dio ti vede.
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