A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1314  DEL 11GENNAIO 2021
























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















INAUGURATA LA BIBLIOTECA:E' GIA' TROPPO PICCOLA
tituto Luce della giunta Gamba ha mandato in onda ieri il CineGiornale della cerimonia d'inaugurazione della biblioteca. Una diretta FB doppiamente censurata: a Curno c'erano solo donne e in politica c'è solo la giunta Gamba. Cancellato tutto il resto. La cerimonia ha visto un assembramento eccessivo dentro e fuori l'edificio, alla faccia delle note iper cautele della sindaca, che non appena c'è uno stormir di foglie, sotto a emettere un comunicato di “state a casa”. Faceva un bel vedere il pistolone di cemento rosso tra la scuola e la biblioteca, scelta molto attentamente studiata in un mondo –quello scolastico e quello della maggioranza- fatto in assoluta maggioranza di femmine. Non fa nulla se quel pistolone-totem qualcuno l'abbia piazzato proprio li per violare la bellezza della biblioteca, nonostante i suoi drammatici ventitre anni di abbandono. La signora tutto sommato li porta bene e il cemento colorato con pigmenti di metallo è ancora rosso, colore che manda in bestia  gli impostori cattolici del posto. Sullo sfondo della cerimonia l'ingresso della scuola media, assai malmessa anche per i suoi 50anni.
(...)
Il pomeriggio dopo la cerimonia è stato tutta una alluvione di immagini della cerimonia sulle varie pagine di FB. L'unico messaggio che se ne ricava è che la biblioteca è piccola –la sala lettura a piano terra non esiste- e messa a punto soprattutto in funzione della comodità di chi ci lavora e meno di chi dovrebbe usarla per studiare. Pare che la presenza degli studenti e dei lettori non sia troppo gradita alle operatrici: fanno casino. Da quel che si vede –hanno sostanzialmente abolito la principale sala lettura per piazzare gli scaffali porta libri in mezzo- occorre un'altra sala di almeno 250 mq se vogliono accogliere quegli studenti  che praticano la DAD e gli universitari che hanno bisogno di uno spazio perché abitano in case troppo piccole. Operatrici ed amministrazione hanno davanti una scelta: fare della biblioteca uno spazio per chi studia oppure fare della biblioteca un'edicola che presta libri. Loro hanno scelto questa seconda strada. Esattamente come hanno fatto in Italia con la sanità: curare il comodo degli operatori e i bilanci piuttosto che i malati.

COME TI FACCIO FESSO IL PUPO
I due pezzi che stanno ai lati di questo provengono dal Corriere della Sera e –quello a destra- è un estratto di una determinazione del Comune di Curno. Modello che è comune dappertutto. Anche per chi non sia esperto di contratti-appalti pubblici la lettura in parallelo dei due pezzi suscita qualche sconcerto perché entrambi, partendo da una applicazione formale della normativa vigente, in buona sostanza… ciascun lettore è in grado di leggerne le conseguenze.
Si comprende come mai nonostante l'alluvione di modifiche (17 !) della legislazione italiana dal 2016 in avanti, questa non sia contestata ne dalla politica ne dal funzionariato pubblico.
L'ultimo muro a tutela della legalità è stato definitivamente abbattuto col c.d. decreto Semplifica zioni del luglio 2020.
Come si legge nell'articolo intervista a Marco Granelli segretario della Confartigianato nazionale, ormai le forniture e gli appalti da parte degli enti pubblici italiani – mai dimenticare che sono circa 10mila tra comuni provincie ed altri enti- non vengono affidati mediante una gara aperta a tutte le aziende italiane ed europee ma sostanzialmente al funzionariato viene affidato il compito di scegliere a capoccia.
Chiunque opera nel settore sa benissimo che la base per una buona fornitura o un buon appalto sta nella qualità del bando e quindi nella competenze, nella capacità di essere trasparente e nell'onestà del funzionario che stende il bando e procede nell'appalto.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

























































































































































































































IL presidente Granelli di ConfArtigia nato«Appalti a chilometro zero, adesso i bond di territorio»
di Rita Querzè /Corriere della Sera/ 09 gennaio 2021
Marco Granelli, 58 anni, emiliano di Salsomag giore, è stato eletto al vertice di Confartigia nato lo scorso 3 dicembre. È quindi nell'invidiabile posizione di chi ha davanti un intero quadriennio per orientare l'attività della Confederazione. Spiega che il suo primo obiettivo è «fare capire in profondità l'importanza delle piccole imprese nel nostro Paese perché troppo spesso nei convegni si ricorda che il 94% delle attività ha meno di 10 dipendenti, ma poi non sempre si fanno politiche coerenti».
Con il suo predecessore, Giorgio Merletti, Granelli condivide la richiesta di un allineamento alla normativa europea che permette alle imprese di definirsi artigiane fino ai 49 addetti (oggi il limite varia a seconda delle lavorazioni, si parla di 9 dipendenti per quelle in serie, ndr;). «Il criterio per cui un'azienda si possa dire artigiana dovrebbe essere legato all'unicità dei prodotti. No alla ghettizzazione delle imprese a partire da criteri dimensionali», dice. Una chiara sfida nell'ambito della rappresentanza.
Al momento l'urgenza per Confartigianato resta però un'altra: la gestione della crisi Covid. In queste fasi più che mai l'efficacia della rappresentanza si misura dalla capacità di essere utili agli iscritti. Anche con proposte concrete per uscire dalla crisi. «Noi ne abbiamo portate avanti 44 nel confronto con il governo sul Recovery fund — racconta —. Vedo dalle bozze che circolano in queste ore che alcune sono state utilmente prese in considerazione. Penso per esempio all'idea degli appalti a chilometri zero. Oggi la chiamata diretta può avvenire per commesse fino a 150 mila euro. La nostra richiesta è che si raddoppi fino ad arrivare a 300 mila. In generale ci aspettiamo che il Recovery plan affianchi agli investimenti riforme coraggiose, a partire da fisco, credito, burocrazia»

INAUGURATA LA BIBLIOTECA:E' GIA' TROPPO PICCOLA
tituto Luce della giunta Gamba ha mandato in onda ieri il CineGiornale della cerimonia d'inaugurazione della biblioteca. Una diretta FB doppiamente censurata: a Curno c'erano solo donne e in politica c'è solo la giunta Gamba. Cancellato tutto il resto. La cerimonia ha visto un assembramento eccessivo dentro e fuori l'edificio, alla faccia delle note iper cautele della sindaca, che non appena c'è uno stormir di foglie, sotto a emettere un comunicato di “state a casa”. Faceva un bel vedere il pistolone di cemento rosso tra la scuola e la biblioteca, scelta molto attentamente studiata in un mondo –quello scolastico e quello della maggioranza- fatto in assoluta maggioranza di femmine. Non fa nulla se quel pistolone-totem qualcuno l'abbia piazzato proprio li per violare la bellezza della biblioteca, nonostante i suoi drammatici ventitre anni di abbandono. La signora tutto sommato li porta bene e il cemento colorato con pigmenti di metallo è ancora rosso, colore che manda in bestia  gli impostori cattolici del posto. Sullo sfondo della cerimonia l'ingresso della scuola media, assai malmessa anche per i suoi 50anni.

Trascriviamo dall'articolo del bravo Traina : numerosi i rappresentanti delle istituzioni presenti: i sindaci di Mozzo Paolo Pelliccioli, di Treviolo Pasquale Gandolfi, la consigliera di Lallio Laura Lombarda, l'assessore alle Politiche sociali di Bergamo Marcella Messina, la consigliera provinciale delegata alla Cultura Romina Russo, il viceministro dell'Economia Antonio Misiani, l'onorevole Elena Carnevali, l'ex senatore Gilberto Bonalumi e il comandante della stazione dei carabinieri di Curno maresciallo Bruno Tanieli. Peccato  che il bravo Traina abbia dimenticato di dire che il presidente della Provincia Gafforelli era al funerale dell'ex leghista Colleoni il padre padrone ammazzato da uno dei figli.
I due migliori interventi di concelebrazione sono stati quelli della sottosegretaria di stato ai beni culturali, Laura Orrico, contributo filmato ripreso discretamente nel tinello di casa, in abbigliamento da casalinga e alle pareti tre importanti opere di Carrà. Bellissimo anche quello della consigliera provinciale Romina Russo la quale ha lasciato a casa il compagno, un cane e due gatti ed è venuta a congelarsi nella bruma del paese bello da vivere. A un certo punto quelli della protezione civile sono scattati in allarme per la ragazza stava per andare in apnea.

Gli interventi meriterebbero una tesi di laurea sulla composizione ricchezza e proprietà del linguaggio di questi laureati usciti dalla scuola media dell'obbligo, della scuola a tempo pieno, dalle università di massa e così si capirebbe anche come mai per terminare una biblioteca siano stati necessari 23 anni. C'è sempre un inizio ed una fine: anche se magari stanno su piani differenti.
Il vicesindaco Conti ha avuto uno sprazzo di sincerità quando ha confessato che –preso il “potere” nella giunta Morelli, si trovarono davanti un cantiere fermo davanti al bivio: fermiamo tutto e demoliamo oppure continuiamo. Con atto di virile coraggio – non erano i tempi della madamine attuali- decisero di proseguire se non altro – questo lo diciamo noi- per non incorrere in una causa e condanna per danno erariale. Peccato che la lite con l'impresa finì in un arbitraggio che costò al comune trecento milioni di lire come l'ex sindaco Morelli confessò pubblicamente: se avessero scelto un professionista in difesa nella causa dell'arbitrato più ferrato, non avrebbero subito una legnata del genere.
Che ci possiamo fare? Con la sindaca Morelli abbiamo preso la legnata da 150mila euro e con la sindaca Serra ne abbiamo aggiunta un'altra da 160mila euro dei danni da allagamento della vicina Rodari. Tanto paga pantalone.

Conti ha anche confessato quel che s'era capito fin da subito: che la cementificazione dell'ex parcheggio zebra –l'unico risultato del TS2- avrebbe fatto arrivare al Comune i dindini per riparare i danni del fermo decennale.
Casualmente toccò proprio ad una impresa di Albino metterci soldi e la mano per riparare quei danni e non è senza significato il fatto che Curno quando va in m***a sia sempre salvato da qualcuno-qualcosa che viene da Albino. Cinque secoli or sono arrivò in paese l'acqua del Serio con la roggia colleonesca – che parte da una derivazione ad Albino-e ne determino finalmente la rinascita. Stavolta hanno risolto in gran parte la grana della biblioteca.

Il pomeriggio dopo la cerimonia è stato tutta una alluvione di immagini della cerimonia sulle varie pagine di FB. L'unico messaggio che se ne ricava è che la biblioteca è piccola –la sala lettura a piano terra non esiste- e messa a punto soprattutto in funzione della comodità di chi ci lavora e meno di chi dovrebbe usarla per studiare. Pare che la presenza degli studenti e dei lettori non sia troppo gradita alle operatrici: fanno casino. Da quel che si vede –hanno sostanzialmente abolito la principale sala lettura per piazzare gli scaffali porta libri in mezzo- occorre un'altra sala di almeno 250 mq se vogliono accogliere quegli studenti  che praticano la DAD e gli universitari che hanno bisogno di uno spazio perché abitano in case troppo piccole. Operatrici ed amministrazione hanno davanti una scelta: fare della biblioteca uno spazio per chi studia oppure fare della biblioteca un'edicola che presta libri. Loro hanno scelto questa seconda strada. Esattamente come hanno fatto in Italia con la sanità: curare il comodo degli operatori e i bilanci piuttosto che i malati.

COME TI FACCIO FESSO IL PUPO
I due pezzi che stanno ai lati di questo provengono dal Corriere della Sera e –quello a destra- è un estratto di una determinazione del Comune di Curno. Modello che è comune dappertutto. Anche per chi non sia esperto di contratti-appalti pubblici la lettura in parallelo dei due pezzi suscita qualche sconcerto perché entrambi, partendo da una applicazione formale della normativa vigente, in buona sostanza… ciascun lettore è in grado di leggerne le conseguenze.
Si comprende come mai nonostante l'alluvione di modifiche (17 !) della legislazione italiana dal 2016 in avanti, questa non sia contestata ne dalla politica ne dal funzionariato pubblico.
L'ultimo muro a tutela della legalità è stato definitivamente abbattuto col c.d. decreto Semplifica zioni del luglio 2020.
Come si legge nell'articolo intervista a Marco Granelli segretario della Confartigianato nazionale, ormai le forniture e gli appalti da parte degli enti pubblici italiani – mai dimenticare che sono circa 10mila tra comuni provincie ed altri enti- non vengono affidati mediante una gara aperta a tutte le aziende italiane ed europee ma sostanzialmente al funzionariato viene affidato il compito di scegliere a capoccia.
Chiunque opera nel settore sa benissimo che la base per una buona fornitura o un buon appalto sta nella qualità del bando e quindi nella competenze, nella capacità di essere trasparente e nell'onestà del funzionario che stende il bando e procede nell'appalto.
Tutte qualità di cui dubitare –ci riferiamo alla competenza- dal momento che diecimila potenziali estensori di bandi col livello di istruzione, densità e competenze dei funzionari pubblici italiani è una pura illusione.
Ma il vulnus peggiore alla legalità arriva al momento della scelta del possibile vincitore dell'appalto, vincitore che sostanzialmente è predeterminato dal funzionario.
Quando non sia (in)direttamente suggerito dal politico: operazione che si può realizzare in mille modi eleganti e formalmente corretti.
Se poi ci aggiungiamo che i prezzi praticati nelle forniture e nei contratti pubblici sono mediamente superiori a quelli praticati in ambito privato (pur essendo mediamente inferiori come qualità del prodotto) con la giustificazione dei ritardi nei pagamenti della P.A. (veri per una minoranza bene individuata e quindi lasciata al proprio destino) ci si rende conto di come via via dal 2016 in avanti si sia sostanzialmente autorizzata la corruzione.
Che non è la corruzione antica e patetica del tipo che consegna il pacco dei 500 euro al politico con la telecamera dei CC che riprende la scena anonimamente ma avviene alla luce del sole. In maniera pulita. Chi mai andrà a verificare se il televisore 8K da ottomila euro che è arrivato a casa del funzionario B sia stato pagato da lui oppure dalla ditta che ha vinto l'appalto da 360mila euro per la manutenzione del verde?. Una ricerca di un ago in un pagliaio. Chi mai potrà contestare al partito A di avere ricevuto dall'imprenditore B una finanziamento  che è iscritto regolarmente a bilancio con tanto di provenienza?.
Ecco: leggendo le 17 varianti della normativa su appalti-contratti uno si domanda se sia stata stilata da un valdese tedesco oppure da un napoletano di Milano.
Soluzione per una maggiore trasparenza? (1) fare un capitolato con debita intelligenza e professionalità (2) fare una iscrizione delle imprese che sono interessate (3) sceglierne un numero adeguato (p.e. il 20% dei candidati) e richiedere l'offerta (4) procedere alla scelta e (5) pubblicare albo pretorio i nominativi (e relative offerte) e gli atti di ogni passaggio.

Comune di Curno. Determinazione n. 633 del 22-12-2020 a cura della Responsabile settore territorio patrimonio ll.pp. ecologia
Interpellata al riguardo la ditta P. R. con sede a R. in quanto ditta che ha dato la propria disponibilità ad eseguire i lavori in tempi brevi e conoscitrice dello stato dei luoghi e delle problematiche connesse all'intervento di cui trattasi;
Ravvisata la necessità di affidare detti lavori mediante affidamento diretto alla ditta sopra citata in relazione al grado di soddisfazione maturato in occasione di precedenti interventi ed al fine di garantire le condizioni di sicurezza della copertura attraverso il mantenimento in efficienza delle travi portanti;
Visto il Dlgs. 50/2016 e smi ed in particolare l'art. 36, comma 2 del D.Lgs. 50/2016 come modificato da ultimo dal correttivo di cui al D.Lgs.56/2017 che così recita: “Le stazioni appaltanti procedono all'affidamento di lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di cui all'articolo 35, secondo le seguenti modalità: a) per affidamenti di importo inferiore a 40.000 euro, mediante affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici” e che introduce, secondo i principi chiariti anche da recente giurisprudenza (cfr. Tar Lazio- Roma Sez. Ili n. 6929 del 13.06.2017) procedure semplificate alle quali, anche ai sensi dell'art. 36, comma 1 del D.Lgs. 50/2016, non si applicano le puntuali disposizioni del nuovo Codice degli Appalti ma soltanto i principi generali di contrattualistica pubblica di cui all'art. 30 del Codice stesso;
Preso attO che con lettera di invito prot. n. 17818 del 17.12.2020 si è quindi attivata un richiesta di offerta mediante piattaforma SINTEL ARCA di Regione Lombardia (identificativo procedura 132765518) per ('affidamento dei lavori di cui trattasi per l'importo pari a € 34.300,00 oltre Iva 22%;
A seguito della suddetta procedura la ditta ha presentato la propria offerta che prevede uno sconto pari a 7,00% e inviato altresì la documentazione amministrativa richiesta;