A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1311  DEL 05GENNAIO 2021
























































Di cosa parliamo in questa pagina.


















LUIGI SNOZZI  RIP


CONSIGLIO COMUNALE DEL 39 OTTOBRE PUBBLICATO A CAPODANNO
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Deve essere apparso geniale il ragionamento della maggioranza –Gamba Conti Serra Cavagna- assieme al segretario del partito –Pelizzoli- maggiore azionista elettorale: siccome i due capogruppo della minoranza sono un po' coglioni, vediamo se riusciamo a fargli firmare una lettera unitaria così gli facciamo fare la figura dei pirla in contraddizione con la Terzi assessore regionale leghista  alle Infrastrutture trasporti e mobilità sostenibile. La quale, leggermente più scafata politicamente di loro ha elegantemente risposto: visto che  chi governa Curno è dello stesso colore del Governo, fatevi avanti a chiedere che la ministra Micheli fermi i lavori di abolizione dei due passaggi a livello. Siccome la polpetta avvelenata non è riuscita,  il quartetto Gamba Serra Conti Cavagna pensavano che tutto fosse finito li e invece ecco che quella rompi di Carrara scodella il fattaccio nientemeno che in una interrogazione. Il Cavagna (l'assessore) che normalmente al mattino va al ex-bar del Pelizzoli e prendere le dritte del che fare, ha pensato bene di non venire alla seduta (che c'avesse il covid? Sperem de no). Resisteremo resisteremo resisteremo ha cantato ripetendosi enne volte –forse per convincere anche se stessa?- la Gamba alle pretese di RFI di abolire il due passaggi a livello. Non contenti di questo il Conti ha scodellato l'ideona che l'abolizione dei due passaggi a livello sia un problema del tutto diverso e scollegato dalla creazione della viabilità e pedonalità alternativa. Invece il Comune deve porre la creazione della viabilità-pedonalità alternative come  primo intervento prima di abolire i passaggi a raso. Perché ci sono di mezzo 2-3-4 milioni di euro per risolvere questo problema e… chi ce li mette?

LA STORIA DELLA BIBLIOTECA DI CURNO:DAL COLLETTIVO BIBLIOTECA DEGLI ANNI '70 ALLA NUOVA SEDE

Non c'è maggiore soddisfazione per quelli che hanno sempre lottato da mezzo secolo in qua per avere una sede dignitosa per la biblioteca comunale vedere che questa dovrà essere inaugurata proprio dalla maggioranza politica che l'aveva e la odia  maggiormente. L'attuale giunta Gamba non è altro che la prosecuzione politica  ieri della DC e PCI oggi delle varie finte liste civiche in cui si nasconde il c.d. centrosinistra.
La Regione Lombardia nasce a fine maggio 1970 ed ha come primo presidente il dc Bassetti. Sarà la seconda giunta Bassetti ad approvare legge regionale n. 41 del 04 settembre 1973, Norme in materia di biblioteche di enti locali o di interesse locale a creare le biblioteche sparse sul territorio.
Anche a Curno c'era un Collettivo Biblioteca formato da giovani di differente estrazione politica sociale e scolastica che- sulla scorta della buonissima esperienza allora in pieno svolgimento- del Cineforum invernale presso il Cine 2000- faceva pressione sull'amministrazione comunale per avere la biblioteca. La proposta  del Collettivo Biblioteca  venne accolta dalla DC quando  le scuole elementari abbandonarono la prima sede in Largo Vittoria per trasferirsi nel nuovo e più ampio edificio di via DeAmicis.  La prima Biblioteca venne alloggiata in due aule della vecchia scuola, col riscaldamento ancora con le antiche stufe in cotto. Stanze ampie luminosissime e… freddissime d'inverno.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

























































































































































































































RICORDO DI LUIGI SNOZZI

Nei giorni scorsi è morto l' architetto ticineseLuigi Snozzi all'istituto per anziani Casa Rea di Minusio. La causa della morte è il Covid-19. Aveva 88 anni. Con Livio Vacchini, Aurelo Galfetti, Tita Carloni e Mario Botta rappresentavano la nuova scuola ticinese di architettura immediatamente successiva al movimento moderno di Rino Tami e Alberto Canenzind. Luigi Snozzi venne a Curno su invito del mitico dentista urbanista Daniele Consolandi,  assessore dell'ultima amministrazione dc-psi della prima repubblica nel paese bello da vivere. Snozzi presentò le sue opere in una mostra e –se non ricordo male- doveva essere l'autore del progetto o piano di intervento per la ricostruzione dello spazio dell'ex cinema 2000 e della unita palazzina dell'acli in piazza della chiesa. Da notare che lo schema operativo (volumetrie) della trasformazione edilizia del posto era stato elaborato originariamente col contributo dell'arch. Chiara Mazzoleni, cittadina di Curno, oggi insegnante allo IUAV veneziano. 
L'arrivo di un professionista straniero non venne affatto gradito alla classe politica locale ed apparve subito evidente il netto rifiuto tanto è vero che il piano de quo venne concretizzato più domesticamente-formalmente nella terra del riso lombardo o più prosaicamente all'ombra del gonnellone di santa Maria Assunta.
L'architettura pulita essenziale nuda e cruda di Snozzi non apparteneva all'idea barocca dei villettari nostrani, per i quali il modello ideale erano gli gnomi di cemento colorato in giardino. Non era una architettura adatti agli impostori cattolici che stavano per concludere la loro esperienza politica di governo con la morte  della prima repubblica. La questione comunque era più banale. Ed è la stessa tuttora: basta vedere come si scelgono i progettisti delle opere pubbliche.

CONSIGLIO DEL 30 OTTOBRE PUBBLICATO A CAPODANNO

1 - Varrebbe la pena che i curnesi dedicassero un’ora del loro tempo ad ascoltare-vedere quella parte della seduta consigliare del 30 novembre 2020 in cui la consigliera di minoranza FdI Carrara presenta una sua interpellanza sulla questione dei passaggi a livello che RFI. La trovano qui: https://www.wim.tv/embed/?vod=ec067b3b-55dc-4799-aaa4-57adbf820b7c e non si arrabbino  della pessima ripresa e quindi di come il nostro comune spenda male i soldi per questo tipo di impianto di videoregistrazione e  quanta poca cura ci mettono i loro eletti a imparare a gestirsi in video conferenza.
Non va nemmeno dimenticato il ritardo di oltre un mese della pubblicazione della pessima registrazione (nel frattempo c’è stato un altro consiglio comunale: non sono in grado nemmeno di rendere noto quello vecchio prima di quello nuovo!) ma –pensiamo noi che ragioniamo  come Andreotti- la pubblicazione a cavallo di capodanno serve a farlo passare meglio nelle cose da non far sapere al cittadino.
Ci divertiremo anche nel leggere la sintesi intelligente che ne farà la segretaria comunale.

2 - Chiariamo subito al lettore gli aspetti della questione “passaggi a livello”.
UN primo aspetto è quello impostato da RFI che intende abolirli in applicazione di una norma di sicurezza europea “anche” in vista del futuro raddoppio della linea ferroviaria da Seriate a Curno (sic…).
IL secondo aspetto concerne il raddoppio della linea tra Bergamo e Curno (sic…) che comporterà il raddoppio delle corse e quindi il passaggio di almeno un convoglio ogni dieci minuti. Si  comprende come l’intreccio tra frequenza delle corse e tempi di chiusura dei passaggi a livello rende impraticabile  mantenere una gestione del passaggio governato dalle sbarre.
IL terzo aspetto della questione è che in RFI la gestione dei due problemi avviene (probabile) da parte di due DIVERSE divisioni che pare  non abbiano grande abitudine a ragionare tra di loro. Anche perché operano su differenti capitoli di spesa.
C’è anche un quarto aspetto: secondo l’ass. Zenoni alla viabilità della Città di Bergamo e RFI “entro il 2020 si sarebbero sistemati i sottopassi ai passaggi a livello cittadini di via MLKing, Moroni e Pizzo Recastello”  MA a fine 2020 non hanno ancora mosso un mattone e non hanno nemmeno pronti i tre progetti.
Per RFI l’abolizione dei due passaggi a livello di Curno –chissà perché tale fregola- deve avvenire al più presto.

3 - Nel frattempo ci sono state decine di conferenze chiacchiere lettere tra Comune Regione RFI in merito fino all’ultima conferenza nella quale –presenti oltre un paio di RFI (tra cui un ingegnere donna) anche i sindaci dei dintorni (Mozzo Treviolo e Ponte  oltre Curno) e diversi assessori (Zenoni per Bergamo) nonché il Prefetto, la comandate la Polizia Stradale di Bergamo e financo l’ass. regionale alla mobilità Terzi. Nella riunione appare certo che RFI non intende fermarsi sull’abolizione imminente dei due passaggi a livello… a meno che il sindaco di Curno o qualcun altro emetta una ordinanza di sospensione dei lavori quando quelli cominceranno. Davanti a questa proposta-provocazione la sindaca di Curno ha fatto il gambero invocando  la piramide di governo: stato regione provincia comune. Mai e poi mai la sindaca sarebbe disposta a firmare tale ordinanza.

4 - Se durante la riunione tutti hanno cantato in coro all’unisono che l’abolizione dei due passaggi a livello di Curno metterebbe  in ginocchio l’intera mobilità nella zona ovest dell’Ospedale fino a Ponte  mentre la sindaca di Curno ha sollecitato l’ass. regionale Terzi a farsi portavoce presso il Governo per organizzare un incontro e rappresentare il problema alla ministra più sveglia del governo giallo rosso. La Terzi risponde senza imbarazzo che siccome la maggioranza che governa Curno è PIU’ prossima politicamente alla ministra, che “vadi avanti da sola”.
In questo momento la sindaca ha dato il meglio (o il peggio) di se perché per farle ripetere la frase della Terzi  ha subito dei potentissimi e dolorosissimi  intorcioni di pancia.

5 - Ma la consigliera Carrara non aveva finito la presentazione della sua interrogazione ed ecco che arriva il botto. Riferisce che un autorevole dirigente locale del partito che ha partorito Vivere Curno le avrebbe telefonato per proporle di firmare congiuntamente tra la maggioranza di centrosinistra e la minoranza di centrodestra un documento comune per chiedere udienza alla intelligentissima ministra. Aggiunge soft che pure  l’altro capogruppo di minoranza Locatelli avrebbe ricevuto simile proposta. Locatelli conferma.



6 - Qui scoppia un casino della madonna perché appare evidente il DOPPIO gioco della maggioranza per sputtanare la minoranza. Se la maggioranza va da sola dalla ministra leva le castagne dal fuoco alla Terzi e al duo Carrara-Locatelli a Curno mentre se riesce a far passare fessi la coppia Carrara-Locatelli può sventolare in paese la bandierina: ecco che il CDX+FdI a Curno è CONTRO il CDX in regione.
Per vie traverse viene fuori  che il misterioso autore della telefonata a Carrara e Locatelli (ma anche alla Serra e alla Sindaca: dicono loro…) sarebbe stato l’attuale segretario del PD locale, l’inossidabile ottantenne Giuseppe Pelizzoli.

7 - A questo punto anche i più ingenui capiscono com’è stata montata la panna e tutto il ragionamento della sindaca e della maggioranza va a pallino. La maggioranza era perfettamente  a conoscenza dell’operazione avviata da Pelizzoli e siccome quella non  era riuscita, hanno gestito  la discussione in consiglio come un mero fatto triangolare comune-regione- rfi mentre invece dietro c’era la solita porcata politica.

8 - La conferma viene dai due interventi di Cavagna (assessore di maggioranza che partecipa al consiglio vie web e quasi sicuramente ha chiamato il Pelizzoli informandolo che la minoranza ne aveva spiattellato la faccenda…) e Conti di Vivere Curno.
Il quale fa l’ennesimo bluff e scarta bruscamente avvertendo il consiglio che il trucco lo stanno facendo quelli di RFI in quanto i due problemi – chiusura dei passaggi a livello- e soluzioni alternative- vanno esaminati in due contesti e tempistiche differenti. Il che è una balla.

9 – Non è vero che l’abolizione delle sbarre e la soluzione viabilistica alternativa siano due problemi distinti. Senza dubbio in ordine all’origine dei finanziamenti ma non come decisione in se. L’unica sensatezza era-è che il Comune pretenda che PRIMA si realizzi la soluzione viabilistica alternativa e DOPO si chiudano i passaggi a livello.
La maggioranza sa però che sta infilando la crapa in un cappio perché probabilmente al momento delle prossime elezioni comunali (metà 2022) il traffico locale sarà in pieno caos per via dei lavori sulla linea e… Vivere Curno perderà le elezioni perché l’elettorato va per le spicce.

LA STORIA DELLA BIBLIOTECA DI CURNO:DAL COLLETTIVO BIBLIOTECA DEGLI ANNI '70 ALLA NUOVA SEDE

Non c'è maggiore soddisfazione per quelli che hanno sempre lottato da mezzo secolo in qua per avere una sede dignitosa per la biblioteca comunale vedere che questa dovrà essere inaugurata proprio dalla maggioranza politica che l'aveva e la odia  maggiormente. L'attuale giunta Gamba non è altro che la prosecuzione politica  ieri della DC e PCI oggi delle varie finte liste civiche in cui si nasconde il c.d. centrosinistra.
La Regione Lombardia nasce a fine maggio 1970 ed ha come primo presidente il dc Bassetti. Sarà la seconda giunta Bassetti ad approvare legge regionale n. 41 del 04 settembre 1973, Norme in materia di biblioteche di enti locali o di interesse locale a creare le biblioteche sparse sul territorio.
Anche a Curno c'era un Collettivo Biblioteca formato da giovani di differente estrazione politica sociale e scolastica che- sulla scorta della buonissima esperienza allora in pieno svolgimento- del Cineforum invernale presso il Cine 2000- faceva pressione sull'amministrazione comunale per avere la biblioteca. La proposta  del Collettivo Biblioteca  venne accolta dalla DC quando  le scuole elementari abbandonarono la prima sede in Largo Vittoria per trasferirsi nel nuovo e più ampio edificio di via DeAmicis.  La prima Biblioteca venne alloggiata in due aule della vecchia scuola, col riscaldamento ancora con le antiche stufe in cotto. Stanze ampie luminosissime e… freddissime d'inverno. Ovviamente la DC affidò la gestione della biblioteca a un suo iscritto di rara intelligenza ed equilibrio. Così il Collettivo Biblioteca che era nato sulla scorta delle lotte operaie e studentesche del '68 decise non solo una serie di incontri conferenze con grandi intellettuali del tempo - per esempio da Lidia Menapace a Laura Conti senza dimenticare Angelo Bendotti- ma l'iniziativa più di valore furono i corsi per dare alla popolazione il diploma di terza media. Non tutti in quel periodo avevano potuto frequentare le medie e diplomarsi e sentivano il bisogno-utilità di disporre di quel titolo. In tre anni riuscimmo a portare al diploma 130 persone coll'aiuto un po' di tutti.
Alcuni degli autori che scrivevano nelle collane “ i nuovi testi” della Feltrinelli oppure nella “piccola biblioteca Einaudi” fino al “le idee” degli Editori Riuniti vennero a fare conferenze in quello che stava per diventare un paese brutto da vivere dal momento che sul finire degli anni '60 scoppiò il problema dell'inquinamento delle acque della Roggia Curno per demerito della Sigma di Mozzo che sostanzialmente ridusse a zero l'agricoltura locale. Sul finire degli anni'80 scoppia  a livello mondiale e nazionale e provinciale e comunale la questione dell'atrazina e siccome in paese c'erano dei pozzi di acqua potabile del'acquedotto del comune e della città, il Collettivo fu in primo piano a combattere questi problemi.
Negli stessi anni piomba sul paese brutto da vivere il primo centro commerciale, qui insediato sulla scorta dell'accordo tra la DC provinciale e cittadina di spostare fuori dal Comune di Bergamo i “grandi magazzini” visto che la Fiata era già piombata in via Carducci.
Sul tappeto la questione della biblioteca pare chiudersi quando la Dc ricostruisce il vecchio municipio nelle forme attuali e la biblioteca può quindi spostarsi dall'aula della prima scuola elementare del paese nella sede nuova dove c'è rimasta  quarant'anni.
Nel frattempo però appare evidente come l'incapienza della sede fosse evidente e si pose il problema di una sede propria.

(continua)

MORTE DI UN PADRE PADRONE

Pensavo che Franco Colleoni fosse più grande del sottoscritto e invece scopro che è più giovane di me. Pare l'abbia ucciso suo figlio. Un (altro) figlio che ammazza il padre padrone. Conobbi il Colleoni quando entrambi frequentammo quella che era una (sorta di) comunità alloggiata presso una cascina alla Piana di Mapello. Non eravamo ospiti stabili di quella comunità ma  siccome era composta in buona parte da gente amica e più o meno coetanei ed ex compagni di scuola. La comunità era stata creata da colui che mi aveva iniziato all'alpinismo. Sostanzialmente non vi erano grandi idee comuni tranne il fatto che la maggioranza di quelli che vi abitavano stabilmente avevano trovato un alloggio a basso costo in cui vivere discretamente riducendo all'essenziale le spese per la casa. Attorno ai  vent'anni se vivi da solo non disponi di grandi risorse ci si adatta.
Mi resi conto che la generosità non era pratica comune ma semmai ciascuno cercava il massimo vantaggio dal basso costo del vivere insieme. L'unico comunanza stava nel fatto che nessuno fumava marianna. E tutti  eravamo tendenzialmente- erano primi anni '70- chi più chi meno vicino o lontano dal PCI visto che erano in gran parte di Ponte san Pietro, dove stavano due fondatori del Manifesto: Milani e Moioli. Del Colleoni mi pare  coltivasse una  amicizia con una delle belle ragazze del gruppo ma… le donne stanno di qua e  i maschi stiano di la. Poi ovviamente spine e prese si congiungono.
Agli inizi della frequentazione della comunità il Colleoni era un (giovanissimo) commesso in un negozio salvo che a un certo punto comunicò la notizia di avere acquistato un furgone per fare i mercati da formaggiaio. Aveva del manico nel suo mestiere e come tutti i bottegai aveva sempre ragione perché lui “sentiva quel che diceva o voleva il popolo”. Una decina d'anni e la comunità chiuse e ciascuno se ne andò per conto proprio o in coppia. Più tardi leggendo i giornali lessi della sua (del Colleoni) carriera politica e ne trassi conferma, osservando anche il destino degli altri ex compari della comunità- ciascuno non s'era contraddistinto per cura molto attenta e poco generosa dei propri interessi personali di carriera ed economici. Diventando grandi e cominciando a convivere e condividere una relazione, mutano le prospettive di ciascuno ma il dna originale già si vedeva. Leggo dai giornali che adesso il Colleoni aveva messo in piedi una sorta di  casa da padre padrone dove c'era l'ex compagna e ci lavoravano anche i figli decisamente uomini fatti. Tutto sotto il governo del pater familias. Nessun stupore rispetto alle prime conoscenze.