A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1305  DEL 13 DICEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.





















L'INFEZIONE SI PROPAGA E SI ALIMENTA CIRCOLARMENTE DAL LAVORO ALLE SCUOLE E ALLE FAMIGLIE
(....)
Basta osservare qualsiasi cantiere oppure andare in un capannone per verificare come nessuno indossi la mascherina e curi men che meno il distanziamento.
Sostanzialmente in questo momento  è passato il messaggio nella popolazione che il covid19 non è poi così pericoloso come veniva descritto, che adesso sta arrivando il vaccino, che il decesso per covid 19 è soprattutto legato all'avanzata età ed alla compresenza di quelle fatidiche 3-4 patologie tipiche di una società anziana che ha sganassato nel benessere e risulta essere  tra le categorie più disordinate nell'assunzione dei farmaci necessari a ridurre i danni delle 3-4 patologie coesistenti all'infezione dal virus .
E quindi…
Scuola e lavoro  sono sostanzialmente dei potenti omogeneizzatori (perchè le persone stanno insieme molte ore) che continuano a disseminare infezione. La dimostrazione la si evince in maniera chiara leggendo sul sito ISS come il 42,9% delle infezioni rilevate avvengano nella fascia d'età tra i 19 e i 50 cui si aggiunge un 29,2% nella fascia d'età tra i 51 e i 70 anni. Quindi il 72,1% delle infezioni avvengono proprio in età lavorativa e poi dalle famiglie si spandono nelle scuole per tornare nelle famiglie.

La questione è che finora non si dispone di alcune informazioni fondamentali che non sono nemmeno raccolte.
Per esempio non sappiamo in che attività sono coinvolti quel 72,1% di infettati.
Per esempio non sappiamo la concentrazione di virus nell'aria dei supermercati normalmente aperti. Concentrazione che ovviamente comporta danni differenti in base alle condizioni della clientela presente.
Tutto questo indipendentemente dal fatto che quel 72,1% abbia sempre indossato la museruola. Museruola che impedisce la diffusione diretta del virus (non ce lo si sputa in faccia…)  ma che non impedisce che l'aria inspirata ed espirata dalle persone si omogeneizzi ben bene nell'ambiente chiuso. Non solo i bus.

DALL'AMBITO LOCALE A QUELLO NAZIONALE E VICEVERSA
Fuori dubbio che l'avvento del covid19 abbia imposto una pesante prova di organizzazione e riorganizzazione anche della politica locale. Ancora più pesante per gli enti locali dove il personale è abituato da secoli a una dipendenza pressoché totale dalla politica.
(...)
Come si comprende benissimo  mentre le famiglie italiane coll'avvento della pandemia ha mutato in maniera  sostanziale il proprio modo di gestire le proprie risorse economiche, il Comune di Curno ha preso un'altra direzione.
Invece di concentrare gli investimenti sugli elementi fondamentali tenendo anche conto che nessuno finora può fare  previsioni sul futuro, decide di spendere generosamente per i circenses ovviamente applicando la motivazione che lo sport ha una fondamentale importanza sociale. Che è come dire che quando piove non c'è il sole.
Uno immaginerebbe che un Comune davanti ad una legnata come il covid19 sospenda per qualche tempo ogni investimento sportivo e si concentri sulla scuola e sulla qualità dell'ambiente.
Tornano quindi d'attualità che nel nostro comune le scuole per l'infanzia siano frequentate solo per il 75% degli aventi diritto: i bambini della primaria frequentino solo al 68% mentre quelli della secondaria di primo grado (le medie) crollino al 60%.
C'è quindi la necessità che invece di due nuovi impianti sportivi  il Comune abbia un edificio di proprietà pubblica dove ospitare la scuola per l'infanzia e tra l'altro, con una intelligente operazione di scambio d'uso ed una buona ristrutturazione, il Comune potrebbe scambiare l'edificio della S.G.B. con la vecchia Rodari (ristrutturata dal Comune) e destinare l'attuale S.G.B. come centro anziani  del paese vecchio.

Poi c'è la questione del c.d. “Orto Botanico” vale a dire l'ampia zona pubblica e privata incuneata tra il centro storico, il centro commerciale, il CVI1 e via Curnasco. Una zona sostanzialmente sotto utilizzata (se non semiabbandonata) sia per la parte pubblica che quella privata che in tempi di Next Generetion EU –PNRR bisognerebbe che il Comune si desse maledettamente da fare per portare a casa progetto soldi interventi mentre invece la maggioranza resta li ad emettere raffiche di determinazioni che danno piccoli piccoli e grandi premi alle clientele elettorali.


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





























L'ESATTO CONTRARIO DELL'UNIBG


































































































































































































Certo è che con 7-800 morti al giorno (media di una decina per provincia italiana…) per covid19 e con l'indice di contagio Rt che passa da 0,91 a 0,82 (ma non viene specificata la variazione che potrebbe anche arriva da zero a due) come si legge nel report settimanale dell'Istituto superiore di sanità (diffuso venerdì 11 e che si riferisce al periodo 18 novembre-1 dicembre) non siamo proprio messi bene.
Come sappiamo l'indice Rt, pur essendo molto affidabile, non può essere l'unico parametro da prendere in considerazione per assumere decisioni importanti, che impattano sulla vita di tutti. L'Rt viene calcolato solo sui sintomatici, ovvero sui pazienti che, trasferiti in ospedale o rimasti a casa, hanno avuto sintomi riconducibili al Covid. Non vengono presi in considerazione gli asintomatici che, come sappiamo, costituiscono una grande fetta dei positivi. La scelta di non considerare gli asintomatici è saggia perché in questo modo l'indice Rt viene calcolato con criteri stabili nel tempo: la popolazione degli asintomatici, invece, non può essere stimata con certezza.[
Scrivevano l'altroieri Guido Artom e Robetto Battiston che in Lombardia per esempio sta accadendo qualcosa di strano: da una decina di giorni, nella regione l'indice Rt, ha smesso di scendere. Dopo aver raggiunto intorno al 25 novembre il valore minimo dall'inizio dell'autunno, sotto 0.7, l'indice Rt continua ad oscillare attorno a 0,8 mentre in molte altre regioni continua a scendere verso valori più bassi. Si tratta di , soprattutto perché non risulta facile spiegare la ragione di questa stasi. Proseguivano i due: “Se consideriamo che il numero di infetti rappresenta l'effetto di dinamiche sociali risalenti a una decina di giorni precedenti, si capisce come la rapida ripresa del contagio avuta dall'inizio di ottobre e che identifichiamo come 'seconda ondata' non sia dovuta ai comportamenti estivi, bensì a quanto è accaduto nelle nostre città a partire da metà settembre, vale a dire alla riapertura degli uffici e alla ripresa dell'attività scolastica”, scrivono Battiston e Artom sul Corriere. Dal 27 novembre l'Rt si blocca, non scende più. Ma qual è la ragione? Gli scienziati ipotizzano: “Non si può escludere che le nuove misure abbiano avuto effetti controproducenti: costringere gli abitanti di città medio-grandi entro i confini dei propri comuni può aver in qualche modo favorito nuovi contatti o assembramenti tali da determinare una ripresa del contagio”.
Ovviamente un fenomeno così complesso non deriva da un solo fattore ma la conclusione del duo Artom-Battistom ci pare non  tenga conto del fatto che il contagio non viene diffuso e si mantiene alto assieme alle vittime per via degli apericena abusivi ma nasce e si mantiene sui luoghi di lavoro e nella scuola.

Basta osservare qualsiasi cantiere oppure andare in un capannone per verificare come nessuno indossi la mascherina e curi men che meno il distanziamento.
Sostanzialmente in questo momento  è passato il messaggio nella popolazione che il covid19 non è poi così pericoloso come veniva descritto, che adesso sta arrivando il vaccino, che il decesso per covid 19 è soprattutto legato all'avanzata età ed alla compresenza di quelle fatidiche 3-4 patologie tipiche di una società anziana che ha sganassato nel benessere e risulta essere  tra le categorie più disordinate nell'assunzione dei farmaci necessari a ridurre i danni delle 3-4 patologie coesistenti all'infezione dal virus .
E quindi…
Scuola e lavoro  sono sostanzialmente dei potenti omogeneizzatori (perchè le persone stanno insieme molte ore) che continuano a disseminare infezione. La dimostrazione la si evince in maniera chiara leggendo sul sito ISS come il 42,9% delle infezioni rilevate avvengano nella fascia d'età tra i 19 e i 50 cui si aggiunge un 29,2% nella fascia d'età tra i 51 e i 70 anni. Quindi il 72,1% delle infezioni avvengono proprio in età lavorativa e poi dalle famiglie si spandono nelle scuole per tornare nelle famiglie.

La questione è che finora non si dispone di alcune informazioni fondamentali che non sono nemmeno raccolte.
Per esempio non sappiamo in che attività sono coinvolti quel 72,1% di infettati.
Per esempio non sappiamo la concentrazione di virus nell'aria dei supermercati normalmente aperti. Concentrazione che ovviamente comporta danni differenti in base alle condizioni della clientela presente.
Tutto questo indipendentemente dal fatto che quel 72,1% abbia sempre indossato la museruola. Museruola che impedisce la diffusione diretta del virus (non ce lo si sputa in faccia…)  ma che non impedisce che l'aria inspirata ed espirata dalle persone si omogeneizzi ben bene nell'ambiente chiuso. Non solo i bus.

Dall'ambito generale passiamo in ambito locale.
Fuori dubbio che l'avvento del covid19 abbia imposto una pesante prova di organizzazione e riorganizzazione anche della politica locale. Ancora più pesante per gli enti locali dove il personale è abituato da secoli a una dipendenza pressoché totale dalla politica.

Il Paese Bello da Vivere –Curno- ha ricevuto nei primi 10 mesi della pandemia e per “merito” della medesima l'enorme somma di 1.049.112,92 euro. Adesso ne dovrebbero arrivare altri 40mila. Dalle imprese locali sono arrivati pochissimi denari: meno di 15mila euro. Finora non esiste un quadro  dettagliato di come sono state utilizzate queste risorse. Per raccapezzarsi bisogna fare un percorso ad ostacoli nella ricerca delle mille delibere-determinazioni e la sindaca ne ha dato una sommaria spiegazione verbale in una seduta consigliare. Strano che una  così amante delle diapositive non ne abbia presentata una ad hoc.
Sempre a fine ottobre di quest'anno il comune del “Paese Bello da Vivere” ha stanziato 2.368.741,43 euro (tra risorse proprie e risorse da regione e privati:830mila euro) destinati a investimenti per il rifacimento di gran parte degli impianti sportivi nei due CVI.

Poi abbiamo leggiamo sul Sole24Ore: Le famiglie italiane reggono alla crisi, complici i risparmi dovuti al lockdown. In aumento i nuclei con una situazione economica positiva (41%), in calo quelli in difficoltà (dal 21 al 18%). Sale dall'8 al 19% la propensione al risparmio e la preferenza per la liquidità. Il 65% degli italiani ha paura dei contagi dal Covid. E su BII: Con la pandemia del Covid-19 aumenta il denaro sui conti correnti, di ben 126 miliardi nel giro di un anno. È una delle tendenze che emergono dall'Indagine sul risparmio e le scelte finanziarie degli italiani nel 2020, curata dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo e dal Centro Einaudi. “Nonostante una riduzione del Pil che dovrebbe essere valutata in circa 168 miliardi di euro (122 dei quali già accertati nei primi nove mesi dell'anno) – si legge nello studio – sono disponibili sui conti 126 miliardi in più a settembre 2020″ rispetto a un anno prima.
Per meglio comprendere la portata del fenomeno, può essere utile ricordare i dati forniti a settembre dalla Banca d'Italia, che alla fine dello scorso giugno fotografavano la presenza di quasi 1.904 miliardi di euro sui depositi bancari (contando anche Bancoposta) degli italiani, prendendo in considerazione sia le famiglie sia le imprese (1.160 miliardi circa riconducibili alle sole famiglie).
Sempre nei 12 mesi terminati a settembre, dall'indagine emerge che il reddito medio mensile disponibile dichiarato dagli intervistati è cresciuto da 2.157 a 2.329 euro, superando il precedente massimo del 2004 pari a 2.253 euro. “Tuttavia – precisa lo studio – a inizio 2020, il saldo tra la percentuale degli intervistati che giudicavano il proprio reddito sufficiente a sostenere il tenore di vita corrente scende leggermente a causa del rallentamento dell'economia in corso”.
Più nel dettaglio, il saldo di intervistati che dichiara che le entrate correnti sono sufficienti a sostenere il tenore di vita corrente è passato dal 66,1 al 63,8% del campione, mentre la quota campionaria che dichiara di aver perduto completamente le entrate normali è del 3,1 per cento. In definitiva, tira le somme lo studio, “considerando i 25,8 milioni di famiglie italiane, stimiamo tra 600 mila e 700 mila le famiglie che sono entrate in concreta difficoltà economica”. Ebbene, dall'indagine firmata da Intesa e Centro Einaudi viene fuori per gli intervistati una ricchezza finanziaria media pari a 116 mila euro (4,1 volte il reddito medio, in crescita rispetto al 3,9 del 2019), mentre quella immobiliare auto-stimata è pari a 162 mila euro. Ne deriva una ricchezza complessiva per intervistato di 278 mila euro, in aumento di 8 mila euro rispetto alla stima del 2019.

 
Come si comprende benissimo  mentre le famiglie italiane coll'avvento della pandemia ha mutato in maniera  sostanziale il proprio modo di gestire le proprie risorse economiche, il Comune di Curno ha preso un'altra direzione.
Invece di concentrare gli investimenti sugli elementi fondamentali tenendo anche conto che nessuno finora può fare  previsioni sul futuro, decide di spendere generosamente per i circenses ovviamente applicando la motivazione che lo sport ha una fondamentale importanza sociale. Che è come dire che quando piove non c'è il sole.
Uno immaginerebbe che un Comune davanti ad una legnata come il covid19 sospenda per qualche tempo ogni investimento sportivo e si concentri sulla scuola e sulla qualità dell'ambiente.
Tornano quindi d'attualità che nel nostro comune le scuole per l'infanzia siano frequentate solo per il 75% degli aventi diritto: i bambini della primaria frequentino solo al 68% mentre quelli della secondaria di primo grado (le medie) crollino al 60%.
C'è quindi la necessità che invece di due nuovi impianti sportivi  il Comune abbia un edificio di proprietà pubblica dove ospitare la scuola per l'infanzia e tra l'altro, con una intelligente operazione di scambio d'uso ed una buona ristrutturazione, il Comune potrebbe scambiare l'edificio della S.G.B. con la vecchia Rodari (ristrutturata dal Comune) e destinare l'attuale S.G.B. come centro anziani  del paese vecchio.

Poi c'è la questione del c.d. “Orto Botanico” vale a dire l'ampia zona pubblica e privata incuneata tra il centro storico, il centro commerciale, il CVI1 e via Curnasco. Una zona sostanzialmente sotto utilizzata (se non semiabbandonata) sia per la parte pubblica che quella privata che in tempi di Next Generetion EU –PNRR bisognerebbe che il Comune si desse maledettamente da fare per portare a casa progetto soldi interventi mentre invece la maggioranza resta li ad emettere raffiche di determinazioni che danno piccoli piccoli e grandi premi alle clientele elettorali.