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DUE ARCHITETTI E UN VIGILE ARRIVANO DA ALBINO
DUE ARCHITETTI DA TREVIOLO E SERIATE
UN GEOMETRA DA PRESEZZO
COME MAI NEL PAESE BELLO DA VIVERE
NON CI STA NESSUNO FISSO?
Vero è che Curno erano sempre state quattro case con quattro anime
morte di fame in mezzo ai boschi ed alle alene finchè non arrivò la
seriola, che poi era un ramo minore della roggia Morlana. Questa fu
tracciata a partire dal fiume Serio ad Albino fin dal 1193 e i lavori
si conclusero nel 1219. Il Colleoni che era stato liquidato per
le sue prestazioni mercenarie da Venezia con la cessione di grandi
spazi nella Bergamasca, nel 1468 fa un accordo la Compagnia della
Roggia Morlana per derivarne la Roggia Curna seguendo il principio che
corresse al maggior livello possibile ai piedi del colle su cui sorgeva
la città da est verso ovest. La roggia Curna aveva appunto il compito
di portare le acque potabili del Serio per impinguare i pozzi
della città bassa e le sue campagne e nel contempo- specie nella
stagione autunno vernina, di portare via le acque che scorrevano dai
colli verso valle creando appunto delle alene. Non proprio paludi ma
terreni troppi permeabili alle acque che vi stagnavano copiose. La
Roggia Curna era una importante opera di bonifica che rendeva abitabili
gli spazi pedecollinari e coltivabili le terre a valle.
Quando la roggia Curna arriva alle Crocette non scavalca il dossello ma
lo aggira. Il ramo principale scende verso sud ed aggira la prima
chiesa curnese e poi si dirige verso ovest fino alla coda che –passando
davanti alla cascina Frigeni- termina nel Brembo dove c’era la
filaressa della roggia che partendo dal Brembo di Curno arrivava a
sfociare nella Roggia Brembilla.
All’altezza del mulino (di Curno) la Roggia Curna si divide in un ramo
che punta verso il Masot, via Repubblica, alle spalle del Cascinetto
(adesso sta ad sudovest della collina su cui hanno creato una
discarica di terra) e poi verso la Dorotina fino ad avere la coda
che si versa nella Quisa.
Si può agevolmente pensare che a Curno l’acqua della roggia arriva dopo
il 1500 tenendo conto che al tempo lavoravano di piccone badile ed
asini coi basti per spostare la terra. Che il posto non fosse proprio
accogliente lo si rileva anche dalla presenza di due necropoli romane
poste su dei piccoli colli. Una al piedi della colloina che
scendeva dalle crocette fino all’attuale via Buelli e l’altra a
metà via marconi, la strada che –prima arrivasse la roggia Curna,
portava i Curnesi a rifornirsi della sorgente che stava nei pressi
della chiesina oltre Serio in fondo a via Marconi-Ruffilli.
Morale della favola esiste un legame da almeno sette secoli tra
Albino e Curno (ma è ignoto come si chiamasse al tempo del tracciamento
della roggia: forse non aveva nemmeno denominazione) e non c’è da
meravigliarsi affermando che l’acqua del Serio ha contribuito
fino al 1950 alla crescita ed allo sviluppo di Curno.
Importanti industriali del tessile della Valle Seriana furono
proprietari di ampi terreni agricoli a Curno, per esempio proprio la
zona tra le Crocette e il centro del paese. Finita la seconda guerra
mondiale questi sbolognarono la terra come fonte di reddito per
concentrarsi sul settore industriale.
Nei primi anni del secondo dopoguerra anche tre famiglie della
ValSeriana arrivarono a Curno ad acquistare o affittare dei terreni e
venivano proprio da dove erano state derivate le prime rogge dal Serio
per rifornire la città: l’alzanese e l’albinese.
Dopo otto secoli il Comune di Curno torna a far tesoro delle risorse
messe a disposizione dal Comune di Albino ed ecco che ormai
l’ufficio più importante del comune –l’ufficio tecnico- è in mano a due
architetti femmine che qui lavorano in condominio con Albino.
Adesso arriverà anche in vigile urbano sempre in condominio con Albino
e ci sono anche due architetti di altri comuni che lavorano a tempo
determinato per Curno.
Insomma dal-nel mitico comune dov’è bello vivere non ci sta nessuno o
se ne vanno appena possibile e la maggioranza tutta femmine che lo
governa deve ricorrere a soldati di ventura raccolti qui e li: due
donne da Albino e quattro maschi da Treviolo Seriate Presezzo Albino.
Che dio ce la mandi buona com’è accaduto con l’acqua della roggia Curna.
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HANNO FATTO IL DESERTO E LO CHIAMANO CONDIVISIONE
C’erano gli Amici della Lirica ma con la morte del suo ultimo fondatore
ai tempi della giunta Serra quella non hanno lavorato per tenere in
piedi (il Gruppo, non il fondatore…) ed è scomparso. C’era il mitico
GAP Gruppo Anziani e Pensionati e quando è finito in mano a due ferrei
democristiani -uno era la mente politica più raffinata che la DC
curnese aveva saputo estrarre in 70 anni di Repubblica- è diventato
obsoleto e il comune s’è inventato –per distribuire un po’ di quattrini
a qualche coop? boh!- il caffè socializzante con lo strizza cervelli
comunale a disposizione dei potenziali suicidi. C’era una commissione
biblioteca demolita prima dalla giunta Morelli-Serra, poi dal
Gandolfi fascio leghista e poi è arrivato l’olio santo della
giunta Serra. Il funerale definitivo l’ha organizzato la giunta Gamba
appaltando la cultura a una società esterna. Pare che il sindaco Gori
si stia informando per fare qualcosa del genere col teatro Donizetti.
Con la passata dirigente scolastica era tutto uno pomiciare politico
tra le madamine della giunta Serra&Gamba salvo che quand’é
arrivata la nuova dirigente, questa ha messo in riga: qui comando io e
voi comandate a casa vostra. La giunta Gamba ha reagito creandosi
una scuola media comunale gestita –c’è da domadarselo?- dalla solita
coop-onlus assieme all’oratorio.
C’era il GS Marigolda che s’era inventato lo sport di base per il
quartiere alla faccia di un comune col braccino dell’ebreo genovese ed
aveva retto all’inverosimile per mezzo secolo salvo che quando la
miriade di centri sportivi privati hanno dimostrato che il CVI2
ormai era una scassata cinquecento che doveva viaggiare come un F1
mercedes se lo sono visti scippare come fosse la gallina dalle uova
d’oro (certificato da apposito professionista) anziché un debito. E
così la giunta Gamba ha rotto pure col GS Marigolda. Invece la giunta
Gamba non ha rotto con la Polisportiva alla quale ha pure regalato un
generoso e “casuale” prolungamento della convenzione, prolungamento che
era stato negato al GS Marigolda. Tutta colpa di una funzionaria
che non aveva ben compreso una delibera di consiglio
comunale mentre sindaca assessore e segretaria comunali
–oibò!- s’erano dimenticate di controllare. Peccato che a presiedere in
quel momento la Polisportiva ci fosse un piddino, cioè del maggior
partito azionista elettorale di maggioranza della giunta Serra prima e
Gamba dopo.
Qui la giunta Gamba –il futuro della gestione dei due CVI- è riuscita a
parare il colpo comprando il consenso a suon di debito pubblico
nazionale e spreco risorse locali: da una parte incassava 1.049.112,92
euro per il covid19 (tutto debito pubblico) e di contro decideva di
spenderne BEN 2.368.741,43 euro (+o - metà e metà a debito pubblico e
risorse locali) per la ristrutturazione globale dei due CVI. La giunta
Gamba aveva cannato totalmente il suo progetto di privatizzazione
ed allora ecco entrare in campo il governo giallorosso nazionale a
sborsare soldi per far fare le opere al comune: cosa non si fa per non
perdere l’amministrazione di un comune. Ovviamente i due CVI del tutto
rimessi in piedi a debito pubblico e risorse proprie finiranno di
nuovo in mano alle vecchie società sportive i cui soci ridaranno
la vittoria elettorale a Vivere Curno.
Adesso sono rimasti sulla breccia il gruppo Alpini (in attesa che ci
sia un esaurimento naturale…) e la Protezione Civile (diciamo sono
sostanzialmente intercambiabili) ma paiono essersi incazzati non
poco dopo avere verificato che il loro volontariato è considerato
assai meno di quello della Parrocchia, cui il Comune ha riconosciuto la
bellezza di 35mila euro come compenso perché il vari DPCM hanno
impedito le Sagre del Raviolo per la Festa del Redentore e di San
Gaetano.
Non contenta di questa strage del volontariato la giunta Gamba ha
escogitato il “volontariato a dieci euro l’ora” creandosi un proprio
esercito mercenario di 28 giovini senza neanche pensare che “forse”
valeva la pena di aiutare di più Alpini e Protezione Civile che erano e
sono soggetti riconosciuti in ambito nazionale. Ma la Gamba a certe
finezze istituzionali non c’arriva salvo che invece c’arrivano
bene i volontari i quali sanno fare ben i conteggi delle ore
prestate e gli euro ricevuti da questo e da quello.
Tutto quel tessuto di legami amicizie interessi socio culturali che
avevano messo in piedi un forte volontariato “volontario” negli anni
‘60-’90 è stato via via accantonato e smantellato e i loro servizi via
via sostituiti da appaltini assegnati a questo o quel gruppo fino alla
mega put***ta di pagare 10 euro all’ora i volontari comunali. Che non
sono i volontari volontari.
Per dirne un’altra: durante la pandemia i mezzi del Trasporto Amico
anziché essere ricoverati al coperto sono stai abbandonati nel cortile
all’acqua e al sole. Non hanno trovato posto nemmeno dove stanno i
mezzi del comune. Sei mesi in vacca.
C’è da scommettere che la biblioteca verrà gestita non da dipendenti
comunali ma sarà anch’essa assegnata in gestione ad una coop esterna
coi risultati già verificati altrove. Il vuoto dopo le due ridicole
intitolazioni.
Che dire del fatto che mentre in città ci sono già le luminarie
natalizie e gli alberi al primo di dicembre il comune lancia una
gara tra la Rete delle Associazioni, Istituzioni e Gruppi Informali di
Curno -Concorso "Addobba un albero 2020"
per l’addobbo dei miseri alberelli in piazza: era l’anno in cui il
Comune doveva spendersi di più ed invece è ancora li imbambolato a
giocare a fare l’oratorio. Tanta miseria (culturale) e (nessuna)
nobiltà politica.
Non potevano mancare altre pennellate. Un vigile urbano viene chiamato
in condominio con Albino. Cinque tigli vecchi di oltre mezzo secolo in
via Marigolda sono segati a zero per creare l’accesso a un cantiere.
Stessa sorte a due in via Donizetti. Come se mezzo secolo di crescita
si potesse comprare domani al mercato e sostituire: forse per farsi
perdonare la put***ta chiamano l’Orto Botancio per fare lezione
di come si fanno gli orti urbani. Due va***te in un colpo solo. 1-Curno
trasformato in un quartiere di Bergamo. 2-A Curno dove c’era sempre
stata una grande abilità nella coltivazione orticola che finiva al
mercato di Borgo Palazzo arrivano dei professorini che non
prendono in mano la vanga per via delle bolle che nascono a lavorare e
li promuovono professori di orticoltura. Che vanno a farsi prestare le
zucche altrove per magnificarle come fatte nella propria aiuola.
Ecco il paese bello da vivere in mano alle madamine della giunta Gamba: una strage al cui confronto RAI2 o Rete4 fanno un baffo.
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