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PENSATE SE...
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SVOLTA
DI 180° DELLA MAGIORANZA SUL FUTURO DEI CVI: HA COMPRESO CHE SENZA UNO
SCAMBIO POLITICO ELETTORALE COI SOCI DEI CVI PERDERA' LE ELEZIONI
(...)
Scontato che adesso con dei fitti miserrimi come quelli proposti come
base, anche i due gruppi sportivi locali possono tornare in gara ed è
sicuro che se li prenderanno dal momento che nessun operatore
minimamente attento ha il coraggio di mettersi in mezzo tra una
politica casinista e dei gruppi sportivi ferocissimi.
La svolta si è colta quando la maggioranza ha messo in piedi la
commissione sport e –guarda caso!- ha messo la clausola per cui nella
commissione non potevano entrare persone non residenti in paese.
Scontato che pure la minoranza non voleva prendersi in gobba un
problema del genere, la maggioranza si è prima contraddetta (qualche
componente della commissione non è residente in paese) ma è stato
evidente come quella commissione dovesse funzionare per contrattare “al
riparo di orecchie maliziose” lo scambio tra politica ed associazioni
per arrivare ad una “elegante convivenza” e quindi in commissione NON
dovevano starci occhi ed orecchie indiscrete.
Magari di A.GUARDARE.ALLE.COLLINE.
Ed eCco scodellata la vergogna della maggioranza: hanno incassato un
milione di euro per il covid 19 e vanno a investire quasi 2,4 milioni
nel rifacimento degli impianti sportivi per riaffidarli –ci
scommettiamo!- a quelli di oggi e di ieri.
Non è detto però che la ciambella riesca col buco perché la giunta
Gamba che già gongola davanti all'idea di arrivare alle prossime
elezioni inaugurando la palestra della nuova Rodari ed avendo
riassegnato il due CVI alle due vecchie società, adesso deva fare i
conti col fatto che la palestra della Rodari è in mano a un'impresa
romana mentre la ristrutturazione del CVI2 è andata in mano ad
un'impresa di Sarno. Siccome il paese bello da vivere ha il triste
primato che i grandi lavori finiscono tutti in vacca e si fermano per
decenni: la biblioteca oppure la nuova Rodari, meglio che la
maggioranza inizi delle grandi novene all'Assunta.
Cui la maggioranza ha avuto la faccia tosta di negarle il concerto di ferragosto.
MISTERI & ROTONDE
Presto! una rotonda per via Zaccagnini!
Il Comune ha deciso di (NON) sistemare quel grande modello di viabilità
curnese che è l'incrocio tra via Natta, Jotti (campestre) e Zaccagnini.
Manca ancora via Nenni ma non è detto che prima o poi arrivi anche
quella. Il problema deriva dalla presenza sovrastante di una mega linea
elettrica che serve a fornire energia alla plaga ovest della città e
che ha un terminale nella sottostazione lungo via Fermi. Da 50-60 anni
nessuna amministrazione ha mai affrontato il problema di quella linea
elettrica (interrarla dal pasco letto di Mozzo alla sottostazione di
Curno?) e siccome tutta quella zona è stata urbanizzata col PRG
scritto con le zampine dei padroni dei terreni… il casino è servito.
Deve essere divertente abitare nei pressi di una linea dove scorrono
almeno 250mila Volt. Adesso è comparso su una pagina FB l'avviso che
quello snodo verrà sistemato e… non si sistemerà praticamente nulla
tranne la creazione degli scivoli dai marciapiedi e poche cose (solita
piantumazione a caso).
Fuori dubbio che nel paese bello da vivere e soprattutto nel quartiere
dove abita il quarantennale assessore all'urbanis tica del
centrosinistra (ma vi opera anche un altro professionista quale
assessore esterno in giunte CDX-Leghiste) è una cosa bella che ci sia
un po' di disordine stradario.
Uno immagina che una giunta che ha ricevuto 1,049 milioni di euro come
contributi ex covid 19 e si sia subito decisa a investire la bellezza
di 2,368 milioni di euro (sperando di non avere sbagliato le
addizioni…) non abbia difficoltà a trovare la somma necessaria, magari
spostando in avanti certi investimenti, per creare una soluzione
definitiva di quell'incrocio a X, magari collegando anche via Volta e
finendo via Jotti.
Era l'occasione per il comune con le “rotonde a fagiolo” di creare o
ripetersi nello spirito creativo progettando una rotonda a fagiolo
appunto o a chicco di riso se proprio volevano essere meno creativi e
invece ecco scodellati solo degli scivoli per i marciapiedi e poco
altro.
Noi avanziamo una proposta con la certezza che costerà di più ma sarà finalmente definitiva: toh! é una rotonda!.
Ragassi, ghé mia i solcc! Ghè ol cövid desnoff!.
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PDF: 4,8Mb
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SVOLTA
DI 180° DELLA MAGIORANZA SUL FUTURO DEI CVI: HA COMPRESO CHE SENZA UNO
SCAMBIO POLITICO ELETTORALE COI SOCI DEI CVI PERDERA' LE ELEZIONI
Tutta convinta del suo antipatico decisionismo, manco fosse la Merkel,
la sindaca Gamba era andata alla guerra col GS Marigolda e l'aveva
spintonato fuori dalla gestione. E questi aveva colto l'occasione
di sbarazzarsi definitivamente di un mezzo rudere (basta vedere le foto
nella relazione tecnica) ormai cinquantennale che come tutti i
cinquantenni corre il serio rischio di collassare per un colpetto.
Costava un sacco di lavoro, di spese e non ci si cavava un'unghia di
soddisfazione. Col di più di avere in casa un Centro Sportivo Gamba cui
i CVI del comune non annodano nemmeno le stringhe.
Come tutte le opere pubbliche che sono state progettate costruite
e gestite dalla dc dal psi dal pci da soli o in associazione dopo
l'avvento del centro commerciale erano fatte da scarse idee, finanziate
col braccino corto, manutenzionate al minimo. Con un importante barista
gelataio e politico importante, che predicava come i CVI fossero
delle galline dalle uova d'oro per le due società sportive. Si sa
che in Italia gutta cavata lapidem. Questo perché i bar dei due
CVI avevano il giardino fuori e d'estate erano frequentatissimi.
La maggioranza –giunta Serra- aveva schivato l'obbligo di mettere a
gara il CVI1 in base alla legislazione CE per “puro caso”: la dirigente
del servizio sportivo “aveva sbagliato” a interpretare una
delibera di consiglio ed aveva regalato due anni di durata in più della
convenzione Comune/Polisportiva. E così era arrivata prima a scadenza
la convenzione del CVI2 col GS Marigolda e la sindaca Gamba è andata
all'attacco facendosi paravento della normativa europea e nazionale.
Così si fa fare da un collega una relazione da cui risulta che il CVI2
è una struttura che può rendere e quindi va messa a gara per la
gestione.
L'idea della maggioranza con la Gamba come sindaca è esemplare: chi
prende in mano il CVI2 non pagherà l'affitto ma investirà soldi suoi
nella sua radicale ristrutturazione. Purtroppo chi legge la relazione
del tecnico e chi vede i costi della ristrutturazione manda un
maramao alla maggioranza e l'appalto va a vuoto. Allora la
maggioranza ha un'ideuzza. Siccome le banche davanti al rudere ed al
progetto muratorio ed al piano finanziario presentato dai qualche
concorrente aggrottano le ciglia e girano il capo, la maggiorana decide
di finanziare una parte delle opere – sostanzialmente si mette a fare
il banchiere per il futuro gestore. Neanche stavolta la faccenda va in
porto.
Nel frattempo il CVI2 deve essere gestito e viene quindi affidato alla
solita cooperativa ma la situazione è ormai deteriorata, la
popolazione della Marigolda si sente defraudata dal metodo adottato
dalla maggioranza e nel frattempo ha girato sguardi e interessi altrove.
La situazione è drammatica perché ormai è chiaro che gli impianti del
centro, quand'anche siano rinnovati, saranno per sempre un debito a
carico del gestore dal momento che sarebbe come se nel 2019 la
Fiati si mettesse a costruire di nuovo tal quale la prima cinquecento:
roba da matti.
La maggioranza sfrutta le occasioni ed ecco che raccoglie una enorme
quantità di soldi 2.368.741,43 di euro che “getta letteralmente” tutti
negli impianti sportivi.
Nel frattempo piomba addosso agli italiani anche il covid19 ed al
Comune arrivano in tasca la bellezza di 1.049.112,92 euro come
contributo avverso il covid e basta leggere l'albo pretorio 2020 per
capire con che larghezza di maniche la maggioranza ha distribuito
regalie ed ha risparmiato un sacco di soldi per via del lockdown. Una
fortuna insperata per certi versi.
La tragica farsa dell'assegnazione del CVI arriva ai giorni
nostri e la leggete sulla tabella allegata. La maggioranza rifarà
da cima a fondo i due CVI mettendoci una montagna di soldi :
2.368.741,43 di euro e poi ha deciso che metterà in affitto i due CVI.
Scontato che adesso con dei fitti miserrimi come quelli proposti come
base, anche i due gruppi sportivi locali possono tornare in gara
ed è sicuro che se li prenderanno dal momento che nessun operatore
minimamente attento ha il coraggio di mettersi in mezzo tra una
politica casinista e dei gruppi sportivi ferocissimi.
La svolta si è colta quando la maggioranza ha messo in piedi la
commissione sport e –guarda caso!- ha messo la clausola per cui nella
commissione non potevano entrare persone non residenti in paese.
Scontato che pure la minoranza non voleva prendersi in gobba un
problema del genere, la maggioranza si è prima contraddetta (qualche
componente della commissione non è residente in paese) ma è stato
evidente come quella commissione dovesse funzionare per contrattare “al
riparo di orecchie maliziose” lo scambio tra politica ed associazioni
per arrivare ad una “elegante convivenza” e quindi in commissione NON
dovevano starci occhi ed orecchie indiscrete.
Magari di A.GUARDARE.ALLE.COLLINE.
Ed eCco scodellata la vergogna della maggioranza: hanno incassato un
milione di euro per il covid 19 e vanno a investire quasi 2,4 milioni
nel rifacimento degli impianti sportivi per riaffidarli –ci
scommettiamo!- a quelli di oggi e di ieri.
Non è detto però che la ciambella riesca col buco perché la
giunta Gamba che già gongola davanti all'idea di arrivare alle prossime
elezioni inaugurando la palestra della nuova Rodari ed avendo
riassegnato il due CVI alle due vecchie società, adesso deva fare i
conti col fatto che la palestra della Rodari è in mano a un'impresa
romana mentre la ristrutturazione del CVI2 è andata in mano ad
un'impresa di Sarno. Siccome il paese bello da vivere ha il triste
primato che i grandi lavori finiscono tutti in vacca e si fermano per
decenni: la biblioteca oppure la nuova Rodari, meglio che la
maggioranza inizi delle grandi novene all'Assunta.
Cui la maggioranza ha avuto la faccia tosta di negarle il concerto di ferragosto.
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MISTERI & ROTONDE
Presto! una rotonda per via Zaccagnini!
Il Comune ha deciso di (NON) sistemare quel grande modello di viabilità
curnese che è l'incrocio tra via Natta, Jotti (campestre) e Zaccagnini.
Manca ancora via Nenni ma non è detto che prima o poi arrivi anche
quella. Il problema deriva dalla presenza sovrastante di una mega linea
elettrica che serve a fornire energia alla plaga ovest della città e
che ha un terminale nella sottostazione lungo via Fermi. Da 50-60 anni
nessuna amministrazione ha mai affrontato il problema di quella linea
elettrica (interrarla dal pasco letto di Mozzo alla sottostazione di
Curno?) e siccome tutta quella zona è stata urbanizzata col PRG
scritto con le zampine dei padroni dei terreni… il casino è servito.
Deve essere divertente abitare nei pressi di una linea dove scorrono
almeno 250mila Volt. Adesso è comparso su una pagina FB l'avviso che
quello snodo verrà sistemato e… non si sistemerà praticamente nulla
tranne la creazione degli scivoli dai marciapiedi e poche cose (solita
piantumazione a caso).
Fuori dubbio che nel paese bello da vivere e soprattutto nel quartiere
dove abita il quarantennale assessore all'urbanis tica del
centrosinistra (ma vi opera anche un altro professionista
quale assessore esterno in giunte CDX-Leghiste) è una cosa
bella che ci sia un po' di disordine stradario.
Uno immagina che una giunta che ha ricevuto 1,049 milioni di euro come
contributi ex covid 19 e si sia subito decisa a investire la
bellezza di 2,368 milioni di euro (sperando di non avere sbagliato le
addizioni…) non abbia difficoltà a trovare la somma necessaria, magari
spostando in avanti certi investimenti, per creare una soluzione
definitiva di quell'incrocio a X, magari collegando anche via Volta e
finendo via Jotti.
Era l'occasione per il comune con le “rotonde a fagiolo” di creare o
ripetersi nello spirito creativo progettando una rotonda a fagiolo
appunto o a chicco di riso se proprio volevano essere meno creativi e
invece ecco scodellati solo degli scivoli per i marciapiedi e poco
altro.
Noi avanziamo una proposta con la certezza che costerà di più ma sarà finalmente definitiva: toh! é una rotonda!.
Ragassi, ghé mia i solcc! Ghè ol cövid desnoff!.
Misteri
Il documento ufficiale proveniente dall'ufficio è individuato come
“determinazione n. n.512 del 21-11-2020. Poi vai sull'albo pretorio del
comune e leggi lo stesso documento che é una: determina(zione) n.172
“Erogazione contributo economico cittadino cod. 614”.
Sempre sull'albo pretorio c'è determina(zione) n.173 “Erogazione
contributo economico cittadino cod. 19.492” e poi apri il documento e
leggi: Determinazione n.513 del 21.11.2020.
Magari varrebbe la pena che la dirigente dell'ufficio spiegasse:
1 – come mai questa numerazione differente del medesimo documento?
2 – i soggetti beneficiari del provvedimento sono individuati con dei numeri: c'è il cittadino n.513 e il cittadino n.19.492.
Domande spontanee:
3 - quanti anni ha il 513 rispetto al 19.492?
4 - Con che criterio sono numerati i beneficiari di una determinazione?
5 - lo stesso cittadino che p.e. faccia cento domande lungo 10 anni verrà individuato con cento numeri differenti?
Ai posteri l’ardua sentenza. La dirigente dell’uffico non risponde mai.
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GLI UOMINI DELL'IRPINIA
Il terremoto dell'Irpinia del 1980 si verificò il 23 novembre 1980 e
colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale. Il
sisma –durò 90 secondi e fu di una magnitudo di 6,9
(corrispondente al X° grado della scala Mercalli) con epicentro tra i
comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza della Campania, causò
circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, secondo le stime più
attendibili, 2.914 morti.
Reduce da pochi anni del terremoto nel Friuli dove la prima scossa,
avvertita in tutto il Nord Italia, provocò 990 morti, coinvolgendo una
popolazione di 80mila abitanti e creando 45mila sfollati. Alla prima
scossa di magnitudo 6,5 ne seguirono altre 5 sempre della stessa
magnitudo poco meno.
Quando lo scorso inverno è scoppiata la pandemia e quasi immediatamente
il sistema sanitario è collassato mi sono venuti in mente
Trasaghis e Lioni. Avevo negli occhi centinaia di immagini come quelle
che vedete in questa pagina e riflettevo su tutta la battaglia
mediatica e personale che stavano vivendo il personale coinvolto:
medici vigili del fuoco volontari della Protezione Civile che ai tempi
non c'era ancora strutturata com'è adesso. La prima bozza di protezione
civile cominciò col terremoto del Friuli ma in Irpinia non c'era ancora
nulla. Vero che un volontario nel terremoto non corre il rischio
di fare il soccorso come durante l'attuale pandemia MA queste due
immagini grazie e dio quest'anno non le abbiamo più viste anche se ci
siamo scandalizzati e spaventati perché un burocrate cretino –da
mettere in galera!- decise di trasportare le salme con degli autocarri
militari che potevano trasportare cannoni senza riflettere sull'effetto
che una colonna del genere avrebbe indotto nella popolazione.
Quest'anno siamo rimasti letteralmente sconcertati
dall'atteggiamento piagnone di medici infermieri primari dirigenti
davanti a una situazione gravissima ma che maturava man mano
giorno dopo giorno.
I volontari in Friuli e in Irpinia così pure come il personale medico
–militare o civile che fosse- non avevano a disposizione nulla perchè
tutto era collassato e minacciava di collassare dal momento che già
allora sapevano tutti che dopo la prima scossa ce ne sarebbe stata uno
sciame e… noi sotto a scavare!.
Francamente mi ha deluso vedere e sentire le lamentazione di personale
cresciuto negli agi del benessere che di fronte a un evento grave si,
ma che NON aveva distrutto persone materiali edifici, non
sapevano controllare e controllarsi.
Mi sono domandato come avrebbero re bisognava raccogliere persone morte
o ferite e il loro sangue ti colava addosso e non ti preoccupavi
dell'aids, della del tetano (qualcuno era vaccinato, altri
gli facevano la vaccinano “sul posto”…). Può sembrare retorico ma non è
la stesa cosa estrarre un moto schiacciato dal terremoto e portarlo a
braccia nude su un asse e estragli di tasca il fazzoletto e posarglielo
sugli occhi. Poi venne anche il tempo di quando i corpi cominciavano a
deteriorarsi. E siamo stati li.
Se qualcuno o se i giornali si fossero permessi di chiamare “eroi” chi
stava li a rischiare ogni momento per un potenziale crollo, l'avremmo
picchiato. Stavamo li perché venivamo da una filosofia che “oggi a te
domani forse anche a me” e non ci ponevano nemmeno il problema terroni
polentoni ma li ci stavamo solo per recuperare e salvare uomini animali
oggetti
Ecco: l'Italia di allora era di un'altra tempra.
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