A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1295 DEL 12 NOVEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.
























COVID&DINTORNI
Scrive il prof. Paolo Buonanno, ordinario di Economia all'Università di Bergamo nello studio del Covid 19 in proposito dell'avvento della seconda ondata della pandemia che proietta un'immagine della stessa regione in due versioni che paiono l'una il negativo dell'altra a distanza di sei mesi che gli paiono emergere due fattori (ma separati): «Una sorta di maggiore immunità in quella popolazione dove nella prima fase il virus si era diffuso di più e gli aspetti di natura comportamentale. Ovvero quella particolare attenzione all'uso della mascherina o al distanziamento: un livello di attenzione più alto e quasi automatico, frutto dall'essere stati più esposti nella prima fase». Va vanti nel suo ragionamento  ed a proposito descrive di un effetto comportamentale (che lo studio definisce «capitale civico») emerso in modo evidente nello studio «insieme appunto al probabile fatto che la popolazione più colpita nella prima fase abbia sviluppato una maggiore immunità». Del resto, come si legge «alcune province lombarde hanno riportato livelli molto elevati di infezioni previste: considerando un ipotetico tasso di mortalità dell'1%, la quota di popolazione contagiata si stima essere il 40% in provincia di Bergamo, 36% Cremona, 29% in Lodi e il 19% a Brescia». Un fattore «che ha rallentato in modo significativo la diffusione del virus in questi territori nella seconda ondata».
Lombardi buoni o perlomeno opportunisti che si riparano rispetto ad altri lombardi più approssimativi e assai disattenti.
(...)

IL FUTURO DI BERGAMO
Bergamo si appresta a riprogettare il proprio futuro dei prossimi dieci anni e sul Bugiardino Benedetta Ravizza scrive: La città della ripartenza. È quella che disegna il Pgt, il nuovo piano di governo del territorio che immagina Bergamo da qui a dieci anni. Quando il peggio del Covid sarà passato, e bisognerà fare i conti con l'eredità (nel bene e nel male) che la pandemia ci ha lasciato. «Lavoriamo perché il Piano venga adottato nell'autunno del 2021 ed entri in vigore a inizio 2022 - l'assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini scandisce la tabella di marcia -. Sarà uno strumento per una vera e propria “ricostruzione”, dando risposte a quei fenomeni che erano già in corso e che l'esperienza tragica che stiamo vivendo ha accelerato».
 Scrive la Ravizza raccontando le parole del sindaco Gori “Non siamo più di fronte a una città che si espande, basti vedere il trend di crescita economica e demografica. È una città che guarda se stessa, in chiave di rigenerazione e riuso, a zero consumo di suolo». L'amministrazione Gori mette a sistema quanto fatto nei primi cinque anni di mandato. «Un esempio su tutti è l'Ambito 1, il polo dell'arte, della cultura e del tempo libero, con Montelungo, Gamec e Parco Suardi - spiega l'ass.Valesini -. A breve acquisiremo la proprietà dell'area degli orti di San Tomaso e quindi avremo tutti gli ingredienti per quella che definirei la “terza gamba” della città, dopo il centro piacentiniano e Città Alta». Un progetto che condensa i temi fondamentali del futuro: «I contenitori culturali come traino per una nuova identità della città (nuova Gamec e Carrara), spazio pubblico aperto (la corte della Montelungo) e il verde (con l'ampliamento del parco Suardi in un continuum con l'ex caserma e piazzale Oberdan)».
Diciamo che se il Gori 1 e il Gori 2 riusciranno nella ventura a concludere una città che attraverso tre grandi poli di attrazione riesce alla fine a darsi un'anima che leghi passato presente e futuro sarà un grande risultato. Una città alta che sbocca da sant'Agostino verso il polo culturale della Carrara che si stende fino all'università della Montelungo e penetra nel centro cittadino attraverso i parchi Suardi Marenzi Caprotti fino in via Tasso e al Teatro Donizzetti con davanti il Centro Piacentiniano costituiranno un quid che poche città potranno disporre ed offrire sia ai Bergamaschi che al milione di visitatori che transitano ogni mese dal Caravaggio.
Avessero perfino l'idea –magari definibile dozzinale contadina pauperistica di creare un percorso con una pavimentazione unica che da Porta Nuova arriva fino a San Vigilio- sarebbe come prendere per mano il visitatore e mostrargli il bello e il buono di casa.
Sono transitati nel 2019…
(...)


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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




























































































































































































































UOMINI D'ONORE 1,2
a il 7 dicembre del 2018 quando il generale (di corpo d’armata) dei Carabinieri Saverio Cotticelli veniva nominato commissario alla sanità calabrese. Una carica ottenuta dopo l’uscita di scena di Massimo Scura, in contrasto con l’allora presidente di giunta Oliveiro e, dato ancor più rilevante, inviso ai Cinque Stelle. In quell’occasione fu proprio l’ex ministra della salute pentastellata Giulia Grillo a presentare con toni trionfalistici il generale Cotticelli, definendo quella del neo commissario come una «nomina cruciale per il territorio», l’uomo che finalmente avrebbe messo a posto la sanità calabrese. Adesso non passa giorno che non ci si metta, metaforicamente e non, le mani nei capelli. Il commissario alla Sanità calabrese (ex) Saverio Cotticelli che cade dalle nuvole, balbetta, si imperla, si agita, e poi si difende (in tivù) dicendo che “non ero io” e “forse sono stato drogato”, è caso così ridicolo e clamoroso da farne una specie di paradigma. Cotticelli non era un piantone qualsiasi di una caserma in cima alla valle ma è stato il potentissimo comandante del comando unità mobili e speciali “Palidoro”, il reparto da cui dipendono tutti i reparti speciali dell’Arma, dal Nas, al Noe, al Tpc, al Ros, e, appunto i contingenti destinati a garantire l’ordine pubblico in Italia e nelle missioni all’estero. Ma non solo. Cotticelli è stato anche il capo del Cocer, prima della sentenza della Consulta che sdoganerà l’associazionismo con le stellette, il sindacato unico dell’Arma. Divenuto a ottobre del 2008 comandante della Legione Lazio, Cotticelli non viene neppure lontanamente sfiorato da quello che accade nelle caserme a poche centinaia di metri dal suo ufficio. Durante il suo periodo di comando si verificano due episodi che segneranno per sempre la storia dell’Arma. La morte di Stefano Cucchi e il porno ricatto al presidente della regione Lazio Piero Marrazzo.


2 - Sta facendo discutere il video dell'audizione di venerdì scorso davanti alla commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, in cui si vede Giuseppe Tiani, segretario nazionale del sindacato di Polizia Siap e presidente di Innovapuglia, la società in house che gestisce gli appalti sotto il controllo della Regione Puglia, presentare un ciondolo "neutralizzatore di batteri".
"Oggi porto al collo questo micro purificatore d’aria che costa 50 euro, di tecnologia israeliana, che per un metro cubo attorno a chi lo indossa genera cationi che inibiscono qualsiasi virus abbia segno positivo". Verso la fine del suo intervento, Siani ha poi illustrato le presunte proprietà e utilità del 'ciondolo': "E' una tecnologia che andrebbe distribuita alle forze di polizia e a tutti i sanitari impegnati perché ci darebbe una mano a fare il nostro lavoro. E' un neutralizzatore di batteri”.
Il video è diventato virale in un batter d'occhio, facendo il giro della rete. Nel pomeriggio è arrivata la replica dello stesso Tiani all'agenzia di stampa Ansa: "Non è mai stato fatto alcun accostamento tra l'utilizzo del purificatore d'aria individuale di ultima generazione ed il contrasto al Covid-19.
La proposta, ripete il sindacalista e presidente di InnovaPuglia, "era chiaramente finalizzata alla sanificazione a largo spettro individuale e degli ambienti ove lavorano gli operatori di polizia, e soltanto a causa del poco tempo a disposizione e dell'interruzione non è stato possibile argomentarla al meglio".

COVID&DINTORNI
Scrive il prof. Paolo Buonanno, ordinario di Economia all'Università di Bergamo nello studio del Covid 19 in proposito dell'avvento della seconda ondata della pandemia che proietta un'immagine della stessa regione in due versioni che paiono l'una il negativo dell'altra a distanza di sei mesi che gli paiono emergere due fattori (ma separati): «Una sorta di maggiore immunità in quella popolazione dove nella prima fase il virus si era diffuso di più e gli aspetti di natura comportamentale. Ovvero quella particolare attenzione all'uso della mascherina o al distanziamento: un livello di attenzione più alto e quasi automatico, frutto dall'essere stati più esposti nella prima fase». Va vanti nel suo ragionamento  ed a proposito descrive di un effetto comportamentale (che lo studio definisce «capitale civico») emerso in modo evidente nello studio «insieme appunto al probabile fatto che la popolazione più colpita nella prima fase abbia sviluppato una maggiore immunità». Del resto, come si legge «alcune province lombarde hanno riportato livelli molto elevati di infezioni previste: considerando un ipotetico tasso di mortalità dell'1%, la quota di popolazione contagiata si stima essere il 40% in provincia di Bergamo, 36% Cremona, 29% in Lodi e il 19% a Brescia». Un fattore «che ha rallentato in modo significativo la diffusione del virus in questi territori nella seconda ondata».
Lombardi buoni o perlomeno opportunisti che si riparano rispetto ad altri lombardi più approssimativi e assai disattenti.
Mah.
Ricondurre tutto ad un mero fattore  comportamentale da parte di una popolazione che per lavoro ricchezza abitudini relazioni appartiene alla parte più mobile dell'intera Europa mi pare più una speranza che una certezza scientifica: perché poi il covid ha ranzato solo un certo tipo di popolazione : anziana e con due tre o più patologie- che con la realtà lombarda di un paese mobilissimo ha solo rapporti famigliari.
Poi si dimenticano sempre di dire per una ragione di “correttezza politica” due altri fattori propri della popolazione ranzata massicciamente dal covid19: la scarsa cultura o scolarizzazione e un  certa tendenza politica abbastanza omogenea.
Bonanno a mio avviso sottovaluta che proprio la ranzata inflitta la prima volta in certi territori prima di tutto ha esaurito le proprie “prede” ed ha educato i loro eredi e vicini ad un comportamento “forse” (con le virgolette perché interrogativo) più attento nei mesi successivi: ma non esiste alcuna prova che lo siano davvero stati tenendo anche conto che per esempio le valli lombarde hanno avuto un revival turistico  inatteso questa estate.
In questa seconda fase la situazione s'è capovolta prima di tutto perché il sistema industriale  della regione  s'è completamente rimesso in moto come testimoniano i dati economici del terzo trimestre e nel frattempo il covid19 ha cominciato a girare forsennatamente coll'avvio delle scuole e  dei trasporti connessi allo spostamento degli alunni. Che sono minimi laddove –nelle valli per esempio- minima è la popolazione.
Un terzo aspetto da tenere conto è che dopo sei mesi di infezione nella regione  sono arrivati a tamponare meno di un decimo della popolazione e forse  meno di un dodicesimo della popolazione presente. Cioè troppo pochi visto che pressochè la totalità della popolazione è venuta a contato col virus e vi ha reagito diversamente non tanto per la museruola indossata, il distanziamento e le mani lavate spesso ma per un migliore stato della propria salute.
Scuola trasporti affollati e rimessa in moto dell'intero sistema produttivo sono stati la centrifuga che hanno inflitto alla parte di regione non troppo mazzuolata nella prima fase la pandemia.
Probabilmente occorreva decidere di rafforzare il sistema trasporti aggiungendo al trasporto normale i bus turistici fermi nei depositi. Occorreva decidere che a scuola (almeno dalla scuola media in su) ci si andasse in doppi turni e che una settimana le lezioni fossero in presenza e l'altra settimana in dad. Buon ultimo chiudere gli spazi di assembramento dalle 20 in avanti.
Inoltre  erano tutti da rivedere gli impianti di riscaldamento e trattamento aria dei grandi magazzini e impianti collettivi (sport, aziende, ecc.) perché a nostro avviso proprio quelli  contribuiscono ad omogeneizzare concentrare e diffondere massicciamente il virus: ma non si può dire sennò ci sono problemi di finanze dopo l'adozione dello scontrino elettronico (dei cui risultati siamo tagliati fuori  da qualche mese…).
Un'ultima stupidaggine nei DPCM è stata la quarantena rispetto all'attività motoria. La popolazione doveva essere lasciata libera di  fare sport all'aperto –anche semplicemente camminare specie se anziani- anche lontano da casa
Detto questo stiamo sentendo da qualche giorno che a gennaio 2021 ci saranno (almeno) due vaccini avviati alla produzione e quindi disponibili.
Non ci crediamo: ci speriamo solo.
La nostra idea è che oltre alle balle della politica a questa pandemia cominceremo a sopportarla dopo la terza ondata di infezione combinata con la vaccinazione. Mettiamoci quindi il cuore in pace rispettando le quattro regolette che ci insegnarono (in prima elementare): mani pulite, stare lontani uno dagli altri, museruola,vivere in ambienti con aria pulita.
Senza contare che da gennaio 2021 comincerà nel BelPaese un'altra lagna: il crollo delle nascite.

IL FUTURO DI BERGAMO
Bergamo si appresta a riprogettare il proprio futuro dei prossimi dieci anni e sul Bugiardino Benedetta Ravizza scrive: La città della ripartenza. È quella che disegna il Pgt, il nuovo piano di governo del territorio che immagina Bergamo da qui a dieci anni. Quando il peggio del Covid sarà passato, e bisognerà fare i conti con l'eredità (nel bene e nel male) che la pandemia ci ha lasciato. «Lavoriamo perché il Piano venga adottato nell'autunno del 2021 ed entri in vigore a inizio 2022 - l'assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini scandisce la tabella di marcia -. Sarà uno strumento per una vera e propria “ricostruzione”, dando risposte a quei fenomeni che erano già in corso e che l'esperienza tragica che stiamo vivendo ha accelerato».
 Scrive la Ravizza raccontando le parole del sindaco Gori “Non siamo più di fronte a una città che si espande, basti vedere il trend di crescita economica e demografica. È una città che guarda se stessa, in chiave di rigenerazione e riuso, a zero consumo di suolo». L'amministrazione Gori mette a sistema quanto fatto nei primi cinque anni di mandato. «Un esempio su tutti è l'Ambito 1, il polo dell'arte, della cultura e del tempo libero, con Montelungo, Gamec e Parco Suardi - spiega l'ass.Valesini -. A breve acquisiremo la proprietà dell'area degli orti di San Tomaso e quindi avremo tutti gli ingredienti per quella che definirei la “terza gamba” della città, dopo il centro piacentiniano e Città Alta». Un progetto che condensa i temi fondamentali del futuro: «I contenitori culturali come traino per una nuova identità della città (nuova Gamec e Carrara), spazio pubblico aperto (la corte della Montelungo) e il verde (con l'ampliamento del parco Suardi in un continuum con l'ex caserma e piazzale Oberdan)».
Diciamo che se il Gori 1 e il Gori 2 riusciranno nella ventura a concludere una città che attraverso tre grandi poli di attrazione riesce alla fine a darsi un'anima che leghi passato presente e futuro sarà un grande risultato. Una città alta che sbocca da sant'Agostino verso il polo culturale della Carrara che si stende fino all'università della Montelungo e penetra nel centro cittadino attraverso i parchi Suardi Marenzi Caprotti fino in via Tasso e al Teatro Donizzetti con davanti il Centro Piacentiniano costituiranno un quid che poche città potranno disporre ed offrire sia ai Bergamaschi che al milione di visitatori che transitano ogni mese dal Caravaggio.
Avessero perfino l'idea –magari definibile dozzinale contadina pauperistica di creare un percorso con una pavimentazione unica che da Porta Nuova arriva fino a San Vigilio- sarebbe come prendere per mano il visitatore e mostrargli il bello e il buono di casa.
Sono transitati nel 2019…

E quanto a infrastrutture e accessibilità Valesini aggiunge. La «scelta forte» del Pgt è legare i progetti di rigenerazione urbana alle infrastrutture del trasporto pubblico su ferro, in particolare le linee del tram T1 e T2. «Sono le dorsali lungo cui si concentreranno le future trasformazioni della città», conferma Valesini. Due già in corso, come il cantiere di Chorus Life (ex Ote) e la riqualificazione dello stadio. E una per eccellenza, in prospettiva: Porta Sud. Il Pgt pone l'accento sull'accessibilità, declinata in una doppia scala: le grandi infrastrutture, come appunto la T1 e la T2, ma anche le opere a misura di quartiere. Dove entra in gioco lo slogan del «position paper» della Giunta: «La città in 15 minuti». «Un'idea tutta da sviluppare - entra nel merito Valesini -, incrementando la dotazione dei servizi e la qualità dello spazio pubblico». Un ruolo chiave lo avranno ad esempio le scuole, oggi edifici utilizzati solo per la formazione, in futuro immaginate con una funzione più continuativa.
Sulle infrastrutture a nostro avviso Gori sbaglia alla grande partendo da un'idea errata enunciata all'inizio: «Non siamo più di fronte a una città che si espande, basti vedere il trend di crescita economica e demografica. È una città che guarda se stessa, in chiave di rigenerazione e riuso, a zero consumo di suolo».
Formalmente è vero che Bergamo non cresce come non cresce la provincia e nemmeno l'Italia ma puntare sulla T1-T2 quali grandi infrastrutture ci pare troppo modesto. La città è ferma perché ci sono due potenti infrastrutture che la bloccano ai piedi della collina: la ferrovia e l'A4 e l'idea goriana di fare invadere i due fondovalli dalla città con le due T è una visione miope. Miopissima.
Bergamo deve avere il coraggio di interrare la ferrovia da Mozzo a  Seriate e cancellarla dal paesaggio . L'A4 deve terminare a Dalmine e proseguire lungo la circonvallazione sud fino a Seriate dove si reinnesta dell'attuale A4.
Questa scelta non prefigura una distesa di costruzioni ma la “liberazione” della città che potrà così' destinare molte aree troppo dense a verde. Non più la città arroccata ai piedi della collina blindata da RFI ed A4 che aggredisce  e staripa nei due fondovalli ma una città più ampia, che respira senza quell'autostrada che è il viale Papa Giovanni.
Del resto Caravaggio, G5, banda larga e Freccia Rossa saranno le arterie che la legheranno all'Europa ed al mondo mentre. L'idea di una città che stia ancora al vertice economico politico industriale terziario nella provincia con quelle quattro funzioni - Caravaggio, G5, banda larga e Freccia Rossa- ne ridurranno significato e valore anche perché i poli commerciali che le sorgono attorno ormai rendono obsoleta anche l'idea di uno schopping da 10mila euro nelle botteghe di via XX settembre


UOMINI D'ONORE 3
Theodore McCarrick, classe 1930, ex cardinale americano accusato di aver compiuto abusi su giovani seminaristi e su minorenni, privato della porpora da papa Francesco nel luglio 2018 e, un anno dopo al termine di un processo canonico,  ridotto a laico. 2020 meno 1930 fanno 90 anni in cui sua eccellenza ha potuto scorazzare liberamente nell’abuso sessuale. Probabilmente reduce da uno o più casi identici proprio durante la sua vita prima (e dopo) di entrare in seminario. Nel 1977, McCarrick, fu promosso da papa Paolo VI vescovo ausiliare di New York; nel 1981, da Giovanni Paolo II vescovo di Metuchen; nel 1986, arcivescovo metropolita di Newark; nel 2000, arcivescovo metropolita di Washington e, nel 2001, fu innalzato a cardinale.
Papa Francesco ha ridotto allo stato laicale l’ex cardinale Theodore Edgar McCarrick per pedofilia. Un provvedimento che non ha precedenti nella storia della Chiesa cattolica. Era stato lo stesso Bergoglio, nel luglio 2018, a togliere la porpora a McCarrick. Un provvedimento, quello di togliere la porpora a un membro del Collegio cardinalizio, che non veniva applicato dal 1927, ovvero da quando Pio XI tolse la berretta rossa al cardinale francese Louis Billot, ma per motivi politici. “In data 11 gennaio 2019, – si legge in un comunicato vaticano – il Congresso della Congregazione per la dottrina della fede ha emanato il decreto conclusivo del processo penale a carico di Theodore Edgar McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, D.C., con il quale l’accusato è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in confessione e violazioni del sesto comandamento del decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale.
Francesco, appena verificata la veridicità delle accuse di abusi sessuali su minori, ha tolto immediatamente la porpora a McCarrick e, al termine del processo della Congregazione per la dottrina della fede, lo ha ridotto allo stato laicale. Una decisione che arriva alla vigilia del vertice sulla pedofilia del clero convocato dal Papa in Vaticano e al quale prenderanno parte tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo. Ma anche all’indomani della nomina a camerlengo di Santa Romana Chiesa del cardinale Kevin Joseph Farrell, che fu ordinato vescovo proprio da McCarrick e che fu suo ausiliare a Washington. Farrell, che nella capitale degli Stati Uniti ha condiviso l’appartamento insieme con McCarrick, è stato accusato più volte di aver coperto gli abusi commessi dall’ex cardinale di Washington.