A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1294 DEL 10 NOVEMBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.
























PASSAGGI A LIVELLO:RFI VA AVANTI A DA SOLA E PROBABILE CHE CURNO DEBBA ARRANGIARSI SUI SUOI PROBLEMI VIABILISTICI
(...)
Se il Comune di Curno avesse inserito dai primi anni '70 quando si cominciò a parlare della stazione in paese  sia gli spazi ed una soluzione per i due passaggi a livello, siamo sicuri che RFI avrebbe “preso atto” senza troppi problemi.
Invece ancora adesso Curno non ha un'idea di come risolvere i di passaggi a livello: pone il problema ma non indica una soluzione. O ne indica una del tutto cervellotica come quella in via Fermi-Donizetti.
Poi si mette a fare la piagnina invocando le difficoltà delle autoambulanze per recarsi al Papa Giovanni  tanto, per farsi ridere alle spalle.
La sindaca è una di quella che faccio tutto io da sola: fredda testarda saccente. Salvo beccarsi una pesciata dopo l'altra.L'ultima da RFI.
Perché la conclusione dell'articolo è chiara: RFI raddoppierà la linea senza fare le opere riparatrici.

COME MAI CURNO TIENE  FERMI MILIONI DI LAVORI PER OPERE PUBBLICHE
TUTTE GIA’ FINANZIATE? CHI TIRA IL FRENO?
Per capire i “misteri” dei prezzi di certi appalti non c'è bisogno di essere laureati al Politecnico ed avere frequentato il liceo classico prima. Se un'impresa calabrese vince l'appalto di fare i lavori in Colle Aperto e per ben quattro volte sposta i mezzi dalla Calabria a Bergamo e ritorno (con due tir e due mezzi di soccorso) vuol dire che in quei prezzi ci sta dentro comodamente e chissà perché nessuna impresa bergamasca invece “ci stava dentro”. Lo stesso dicasi per la palestra della new Rodari. Andò in appalto ad un prezzo a metro quadro pari a quello di vendita di una villetta a schiera di finiture più che discrete: peccato che nel prezzo di mercato della villetta a schiera ci fosse anche il costo del terreno, degli oneri, del progetto, gli interessi sul capitale anticipato, un po' di tasse (magari). Immaginare di spostare un cantiere da un magazzino romano a Curno vuol dire assumersi costi che incidono per almeno un buon 10% sul prezzo pattuito. Chissà perché nessuno –dirigenti e politici- nel Comune di Curno si interroga su questi misteri economici. O miracoli.
Scorrendo la colonna qui di fianco vedete come il Comune abbia in corso una gran numero di progetti che se fossero in mano a chi li vuole davvero realizzare sarebbero stati in gran parte in via di esecuzione e invece… aspettiamo e speriamo.
A Curno filano via come razzi solo i mille incarichi e i mille lavori assegnati con microppalti attorno alla bretella tra via IV Novembre e via Carlinga.
Il resto è tutto fermo a partire dalla telenovela quinquennale della pista pedociclabile lungofiume Brembo.
Oramai Curno fa sghignazzare a livello planetario visto che stanno costruendo la passerella sul Quisa ma il Comune –che pure ne paga metà dei lussuosi costi- non ha nemmeno il progetto per arrivarci.
Idem per la passerella sull'asse interurbano  laterale via Carlinga: passerella dolorosamente e lungamente costruita con una generosissima quantità di calcestruzzo (l'avessimo progettata noi c'avremmo messo il doppio di travi e pilastri visto che siamo azionisti dell'Italcementi) ma il Comune di Curno non ha nemmeno il progetto della pista pedociclabile da via Gandhi fino al confine con Albegno.



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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






























































































































































































































RFI VA AVANTI DA SOLA SENZA TENER CONTO DI CURNO
Dalla lettura dell'articolo sulla abolizione dei due passaggi a livello e il raddoppio (fino a… via Roma di Curno !) della ferrovia tra Montello e Ponte san Pietro potremmo trarre due soddisfazioni. La prima è che anche a Curno abbiamo un emulo del mitico Danilo Toninelli (addetto ai passaggi a livello) o comunque una sua concorrente: fredda testarda saccente. La seconda è che RFI  sostiene –come abbiamo già scritto su queste pagine- di risolvere il problema dell'abolizione del passaggio a livello di via Fermi creando una bretella di collegamento tra via Ruffilli e la rotonda ad ovest dell'ospedale Papa Giovanni.

L'articolo appare evidente che é stato “buttato giù” sommariamente e rivela la miopia  politica dei nostri amministratori circa quella che è la piramide dello stato (leggi: Repubblica Italiana). Nel senso che in ogni democrazia le istituzioni che sono nate prima dell'ultimo o penultimo ordinamento  istituzionale e costituzionale hanno sempre una prevalenza. Noi l'abbiamo appreso da piccolini quando nostro padre coltivava i campi attorno al passaggio a livello dietro il municipio e quelli nelle Alene basse. Poi l'abbiamo appreso quando abbiamo letto la delibera della giunta Bianchi che stanziava 125milioni di lire (di allora…) da versare alle FFSS per potere fare passare la fognatura proprio sotto il passaggio a livello di via Fermi.
Le maggioranze  -fossero dc, fossero dc-psi, fossero dc-psi-pci, fossero leghiste, fossero cattocomuniste-  hanno sempre predicato bene “vogliamo la fermata del treno” ma al dunque  siccome erano tutte e sempre espressione della categoria dei bottegai… vade retro fermata del treno che ci scappano anche i pochi pensionati che cui possiamo ancora depredare la pensione e la liquidazione.
Non si distingue nemmeno la giunta Serra ieri e Gamba oggi che hanno fatto MAXI varianti del PGT ma hanno… dimenticato di inserire la stazione e il relativo parcheggio. Chissà perchè?.

La classe politica che ha governato il paese bello da vivere ne ha raccontate di ogni colore. Dalle pensionate che in graziella (la mitica biciclettina anni '60) andavano a fare la spesa al centro commerciale passando la ciclabile di via sant'Jesus (copyright by Giuseppe Pelizzoli, bottegaio rosso). Recentemente  la coppia Serra-Conti hanno spacciato l'idea che all'ospedale si va in bicicletta attraverso i campi di Curnasco ieri con la puttana in camper ed oggi infestati di spacciatori. L'ultimissima che hanno spacciato (sul giornale comunale) è quella che i bergamaschi assieme a qualche milione di passeggeri del Caravaggio arrivino in treno a Curno, prendano un'auto elettrica e vadano a fare la spesa al centro commerciale.
Oddio che sbadati!.  Infatti una fermata l'hanno prevista –MA solo nella loro crapa e ce lo comunicano adesso- laddove brucavano gli asinelli . Siccome verde si ma non troppo, l'area degli asinelli hanno pensato bene di verla per un pezzo e incassare soldini da destinare a beneficenza.
La questione è che il nostro assessore urbanista esattamente come canna da 30 ANNI le piazze, le piste ciclabili, i lampioni , la varianti del PGT non riesce ad alzare lo sguardo oltre l'ombra del campanile e del gonnellone di rame dorato della Madonna che vi sta appollaiata in cima. Adesso all'urbanista nostrano si sono aggiunte le madamine ambientaliste da carta patinata che – armatevi e partite- hanno diffidato perfino quella piccolezza che sarebbe RFI.
Il comune di Curno mena a colpi di diffide un nonnulla che si chiama RFI.

Il buonsenso suggerisce che i problemi vanno affrontati con un largo anticipo quando c'è di mezzo la politica ma a Curno invece di studiare  le soluzioni per togliere di mezzo di due passaggi a livello indipendentemente delle operazioni di RFI (inserendole fin da 25 anni or sono nel PRG-PGT), hanno sempre pensato che fosse più profittevole gonfiare i piani del diritto allo studio, largheggiare con le regalie ai poveri (poveri in un paese con 55 RdC?) e non meglio se anziani, far finta di niente e lasciare i due CVI in mano alle associazioni purché non chiedessero (troppi) soldi e impegni e restituissero valanghe di voti.
Così come  se ne sono fregati del problema ferrovia se ne sono fregati del raddoppio della 470dir  e se ne sono fregati della pista pedo-ciclabile lungo il  fiume  e relativa passerella sul Quisa, se ne sono fregati della biblioteca auditorium e pure della new Rodari: cantieri  durati tre quattro cinque lustri.
Dove non rientrano voti  non c'è interesse a portare vanti i lavori.

Salvo che poi alla fine i problemi ti cascano addosso anche se li vorresti schivare com'è costume del vicesindaco Conti. Scrive la sindaca: “le cose brutte succedono da sole, quelle belle solo se programmate” e siccome lei è un'abile programmatrice uscita da UniBG, ecco che le è cascata addosso la tegola dei 650mila euro da pagare per una sentenza contro il comune che gliel'hanno regalata i suoi sponsor politici; le è cascata addosso l'abolizione dei due passaggi a livello; le è scappata MediaWorld; le è scappata anche buona parte di Auchan; le è scappata Cartemani ai tedeschi. I suoi fans ne avevano fatto scappare altre due che oggi sono leaders internazionali –Tesmec e Bossong nel loro settore . Senza contare le 17 opere già coi soldi stanziati messe in frigo per quest'anno o forse anche il prossimo perché… non c'é l'esercito per farle partire.

Se il Comune di Curno avesse inserito dai primi anni '70 quando si cominciò a parlare della stazione in paese  sia gli spazi ed una soluzione per i due passaggi a livello, siamo sicuri che RFI avrebbe “preso atto” senza troppi problemi.
Invece ancora adesso Curno non ha un'idea di come risolvere i di passaggi a livello: pone il problema ma non indica una soluzione. O ne indica una del tutto cervellotica come quella in via Fermi-Donizetti.
Poi si mette a fare la piagnina invocando le difficoltà delle autoambulanze per recarsi al Papa Giovanni  tanto, per farsi ridere alle spalle.
La sindaca è una di quella che faccio tutto io da sola: fredda testarda saccente. Salvo beccarsi una pesciata dopo l'altra.L'ultima da RFI.
Perché la conclusione dell'articolo è chiara: RFI raddoppierà la linea senza fare le opere riparatrici.

COME MAI CURNO TIENE  FERMI MILIONI DI LAVORI PER OPERE PUBBLICHE
TUTTE GIA’ FINANZIATE? CHI TIRA IL FRENO?
Per capire i “misteri” dei prezzi di certi appalti non c'è bisogno di essere laureati al Politecnico ed avere frequentato il liceo classico prima. Se un'impresa calabrese vince l'appalto di fare i lavori in Colle Aperto e per ben quattro volte sposta i mezzi dalla Calabria a Bergamo e ritorno (con due tir e due mezzi di soccorso) vuol dire che in quei prezzi ci sta dentro comodamente e chissà perché nessuna impresa bergamasca invece “ci stava dentro”. Lo stesso dicasi per la palestra della new Rodari. Andò in appalto ad un prezzo a metro quadro pari a quello di vendita di una villetta a schiera di finiture più che discrete: peccato che nel prezzo di mercato della villetta a schiera ci fosse anche il costo del terreno, degli oneri, del progetto, gli interessi sul capitale anticipato, un po' di tasse (magari). Immaginare di spostare un cantiere da un magazzino romano a Curno vuol dire assumersi costi che incidono per almeno un buon 10% sul prezzo pattuito. Chissà perché nessuno –dirigenti e politici- nel Comune di Curno si interroga su questi misteri economici. O miracoli.
Scorrendo la colonna qui di fianco vedete come il Comune abbia in corso una gran numero di progetti che se fossero in mano a chi li vuole davvero realizzare sarebbero stati in gran parte in via di esecuzione e invece… aspettiamo e speriamo.
A Curno filano via come razzi solo i mille incarichi e i mille lavori assegnati con microppalti attorno alla bretella tra via IV Novembre e via Carlinga.
Il resto è tutto fermo a partire dalla telenovela quinquennale della pista pedociclabile lungofiume Brembo.
Oramai Curno fa sghignazzare a livello planetario visto che stanno costruendo la passerella sul Quisa ma il Comune –che pure ne paga metà dei lussuosi costi- non ha nemmeno il progetto per arrivarci.
Idem per la passerella sull'asse interurbano  laterale via Carlinga: passerella dolorosamente e lungamente costruita con una generosissima quantità di calcestruzzo (l'avessimo progettata noi c'avremmo messo il doppio di travi e pilastri visto che siamo azionisti dell'Italcementi) ma il Comune di Curno non ha nemmeno il progetto della pista pedociclabile da via Gandhi fino al confine con Albegno