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PASSAGGI A LIVELLO:RFI VA AVANTI A DA SOLA E PROBABILE CHE CURNO DEBBA ARRANGIARSI SUI SUOI PROBLEMI VIABILISTICI
(...)
Se il Comune di Curno avesse inserito dai primi anni '70 quando si
cominciò a parlare della stazione in paese sia gli spazi ed una
soluzione per i due passaggi a livello, siamo sicuri che RFI avrebbe
“preso atto” senza troppi problemi.
Invece ancora adesso Curno non ha un'idea di come risolvere i di
passaggi a livello: pone il problema ma non indica una soluzione. O ne
indica una del tutto cervellotica come quella in via Fermi-Donizetti.
Poi si mette a fare la piagnina invocando le difficoltà delle
autoambulanze per recarsi al Papa Giovanni tanto, per farsi ridere
alle spalle.
La sindaca è una di quella che faccio tutto io da sola: fredda testarda
saccente. Salvo beccarsi una pesciata dopo l'altra.L'ultima da RFI.
Perché la conclusione dell'articolo è chiara: RFI raddoppierà la linea senza fare le opere riparatrici.
COME MAI CURNO TIENE FERMI MILIONI DI LAVORI PER OPERE PUBBLICHE
TUTTE GIA’ FINANZIATE? CHI TIRA IL FRENO?
Per capire i “misteri” dei prezzi di certi appalti non c'è bisogno di
essere laureati al Politecnico ed avere frequentato il liceo classico
prima. Se un'impresa calabrese vince l'appalto di fare i lavori in
Colle Aperto e per ben quattro volte sposta i mezzi dalla Calabria a
Bergamo e ritorno (con due tir e due mezzi di soccorso) vuol dire che
in quei prezzi ci sta dentro comodamente e chissà perché nessuna
impresa bergamasca invece “ci stava dentro”. Lo stesso dicasi per la
palestra della new Rodari. Andò in appalto ad un prezzo a metro quadro
pari a quello di vendita di una villetta a schiera di finiture più che
discrete: peccato che nel prezzo di mercato della villetta a schiera ci
fosse anche il costo del terreno, degli oneri, del progetto, gli
interessi sul capitale anticipato, un po' di tasse (magari). Immaginare
di spostare un cantiere da un magazzino romano a Curno vuol dire
assumersi costi che incidono per almeno un buon 10% sul prezzo
pattuito. Chissà perché nessuno –dirigenti e politici- nel Comune di
Curno si interroga su questi misteri economici. O miracoli.
Scorrendo la colonna qui di fianco vedete come il Comune abbia in corso
una gran numero di progetti che se fossero in mano a chi li vuole
davvero realizzare sarebbero stati in gran parte in via di esecuzione e
invece… aspettiamo e speriamo.
A Curno filano via come razzi solo i mille incarichi e i mille lavori
assegnati con microppalti attorno alla bretella tra via IV Novembre e
via Carlinga.
Il resto è tutto fermo a partire dalla telenovela quinquennale della pista pedociclabile lungofiume Brembo.
Oramai Curno fa sghignazzare a livello planetario visto che stanno
costruendo la passerella sul Quisa ma il Comune –che pure ne paga metà
dei lussuosi costi- non ha nemmeno il progetto per arrivarci.
Idem per la passerella sull'asse interurbano laterale via Carlinga:
passerella dolorosamente e lungamente costruita con una generosissima
quantità di calcestruzzo (l'avessimo progettata noi c'avremmo messo il
doppio di travi e pilastri visto che siamo azionisti dell'Italcementi)
ma il Comune di Curno non ha nemmeno il progetto della pista
pedociclabile da via Gandhi fino al confine con Albegno.
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PDF: 4,9Mb
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RFI VA AVANTI DA SOLA SENZA TENER CONTO DI CURNO
Dalla lettura dell'articolo sulla abolizione dei due passaggi a livello
e il raddoppio (fino a… via Roma di Curno !) della ferrovia tra
Montello e Ponte san Pietro potremmo trarre due soddisfazioni. La prima
è che anche a Curno abbiamo un emulo del mitico Danilo Toninelli
(addetto ai passaggi a livello) o comunque una sua concorrente: fredda
testarda saccente. La seconda è che RFI sostiene –come abbiamo
già scritto su queste pagine- di risolvere il problema dell'abolizione
del passaggio a livello di via Fermi creando una bretella di
collegamento tra via Ruffilli e la rotonda ad ovest dell'ospedale Papa
Giovanni.
L'articolo appare evidente che é stato “buttato giù” sommariamente e
rivela la miopia politica dei nostri amministratori circa quella
che è la piramide dello stato (leggi: Repubblica Italiana). Nel senso
che in ogni democrazia le istituzioni che sono nate prima dell'ultimo o
penultimo ordinamento istituzionale e costituzionale hanno sempre
una prevalenza. Noi l'abbiamo appreso da piccolini quando nostro padre
coltivava i campi attorno al passaggio a livello dietro il municipio e
quelli nelle Alene basse. Poi l'abbiamo appreso quando abbiamo letto la
delibera della giunta Bianchi che stanziava 125milioni di lire (di
allora…) da versare alle FFSS per potere fare passare la fognatura
proprio sotto il passaggio a livello di via Fermi.
Le maggioranze -fossero dc, fossero dc-psi, fossero dc-psi-pci,
fossero leghiste, fossero cattocomuniste- hanno sempre predicato
bene “vogliamo la fermata del treno” ma al dunque siccome erano
tutte e sempre espressione della categoria dei bottegai… vade retro
fermata del treno che ci scappano anche i pochi pensionati che cui
possiamo ancora depredare la pensione e la liquidazione.
Non si distingue nemmeno la giunta Serra ieri e Gamba oggi che hanno
fatto MAXI varianti del PGT ma hanno… dimenticato di inserire la
stazione e il relativo parcheggio. Chissà perchè?.
La classe politica che ha governato il paese bello da vivere ne ha
raccontate di ogni colore. Dalle pensionate che in graziella (la mitica
biciclettina anni '60) andavano a fare la spesa al centro commerciale
passando la ciclabile di via sant'Jesus (copyright by Giuseppe
Pelizzoli, bottegaio rosso). Recentemente la coppia Serra-Conti
hanno spacciato l'idea che all'ospedale si va in bicicletta attraverso
i campi di Curnasco ieri con la puttana in camper ed oggi infestati di
spacciatori. L'ultimissima che hanno spacciato (sul giornale comunale)
è quella che i bergamaschi assieme a qualche milione di passeggeri del
Caravaggio arrivino in treno a Curno, prendano un'auto elettrica e
vadano a fare la spesa al centro commerciale.
Oddio che sbadati!. Infatti una fermata l'hanno prevista –MA solo
nella loro crapa e ce lo comunicano adesso- laddove brucavano gli
asinelli . Siccome verde si ma non troppo, l'area degli asinelli hanno
pensato bene di verla per un pezzo e incassare soldini da destinare a
beneficenza.
La questione è che il nostro assessore urbanista esattamente come canna
da 30 ANNI le piazze, le piste ciclabili, i lampioni , la varianti del
PGT non riesce ad alzare lo sguardo oltre l'ombra del campanile e del
gonnellone di rame dorato della Madonna che vi sta appollaiata in cima.
Adesso all'urbanista nostrano si sono aggiunte le madamine
ambientaliste da carta patinata che – armatevi e partite- hanno
diffidato perfino quella piccolezza che sarebbe RFI.
Il comune di Curno mena a colpi di diffide un nonnulla che si chiama RFI.
Il buonsenso suggerisce che i problemi vanno affrontati con un largo
anticipo quando c'è di mezzo la politica ma a Curno invece di
studiare le soluzioni per togliere di mezzo di due passaggi a
livello indipendentemente delle operazioni di RFI (inserendole fin da
25 anni or sono nel PRG-PGT), hanno sempre pensato che fosse più
profittevole gonfiare i piani del diritto allo studio, largheggiare con
le regalie ai poveri (poveri in un paese con 55 RdC?) e non meglio se
anziani, far finta di niente e lasciare i due CVI in mano alle
associazioni purché non chiedessero (troppi) soldi e impegni e
restituissero valanghe di voti.
Così come se ne sono fregati del problema ferrovia se ne sono
fregati del raddoppio della 470dir e se ne sono fregati della
pista pedo-ciclabile lungo il fiume e relativa passerella
sul Quisa, se ne sono fregati della biblioteca auditorium e pure della
new Rodari: cantieri durati tre quattro cinque lustri.
Dove non rientrano voti non c'è interesse a portare vanti i lavori.
Salvo che poi alla fine i problemi ti cascano addosso anche se li
vorresti schivare com'è costume del vicesindaco Conti. Scrive la
sindaca: “le cose brutte succedono da sole, quelle belle solo se
programmate” e siccome lei è un'abile programmatrice uscita da UniBG,
ecco che le è cascata addosso la tegola dei 650mila euro da pagare per
una sentenza contro il comune che gliel'hanno regalata i suoi sponsor
politici; le è cascata addosso l'abolizione dei due passaggi a livello;
le è scappata MediaWorld; le è scappata anche buona parte di Auchan; le
è scappata Cartemani ai tedeschi. I suoi fans ne avevano fatto scappare
altre due che oggi sono leaders internazionali –Tesmec e Bossong nel
loro settore . Senza contare le 17 opere già coi soldi stanziati messe
in frigo per quest'anno o forse anche il prossimo perché… non c'é
l'esercito per farle partire.
Se il Comune di Curno avesse inserito dai primi anni '70 quando si
cominciò a parlare della stazione in paese sia gli spazi ed una
soluzione per i due passaggi a livello, siamo sicuri che RFI avrebbe
“preso atto” senza troppi problemi.
Invece ancora adesso Curno non ha un'idea di come risolvere i di
passaggi a livello: pone il problema ma non indica una soluzione. O ne
indica una del tutto cervellotica come quella in via Fermi-Donizetti.
Poi si mette a fare la piagnina invocando le difficoltà delle
autoambulanze per recarsi al Papa Giovanni tanto, per farsi
ridere alle spalle.
La sindaca è una di quella che faccio tutto io da sola: fredda testarda
saccente. Salvo beccarsi una pesciata dopo l'altra.L'ultima da RFI.
Perché la conclusione dell'articolo è chiara: RFI raddoppierà la linea senza fare le opere riparatrici.
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COME MAI CURNO TIENE FERMI MILIONI DI LAVORI PER OPERE PUBBLICHE
TUTTE GIA’ FINANZIATE? CHI TIRA IL FRENO?
Per capire i “misteri” dei prezzi di certi appalti non c'è bisogno di
essere laureati al Politecnico ed avere frequentato il liceo classico
prima. Se un'impresa calabrese vince l'appalto di fare i lavori in
Colle Aperto e per ben quattro volte sposta i mezzi dalla Calabria a
Bergamo e ritorno (con due tir e due mezzi di soccorso) vuol dire che
in quei prezzi ci sta dentro comodamente e chissà perché nessuna
impresa bergamasca invece “ci stava dentro”. Lo stesso dicasi per la
palestra della new Rodari. Andò in appalto ad un prezzo a metro quadro
pari a quello di vendita di una villetta a schiera di finiture più che
discrete: peccato che nel prezzo di mercato della villetta a schiera ci
fosse anche il costo del terreno, degli oneri, del progetto, gli
interessi sul capitale anticipato, un po' di tasse (magari). Immaginare
di spostare un cantiere da un magazzino romano a Curno vuol dire
assumersi costi che incidono per almeno un buon 10% sul prezzo
pattuito. Chissà perché nessuno –dirigenti e politici- nel Comune di
Curno si interroga su questi misteri economici. O miracoli.
Scorrendo la colonna qui di fianco vedete come il Comune abbia in corso
una gran numero di progetti che se fossero in mano a chi li vuole
davvero realizzare sarebbero stati in gran parte in via di esecuzione e
invece… aspettiamo e speriamo.
A Curno filano via come razzi solo i mille incarichi e i mille lavori
assegnati con microppalti attorno alla bretella tra via IV Novembre e
via Carlinga.
Il resto è tutto fermo a partire dalla telenovela quinquennale della pista pedociclabile lungofiume Brembo.
Oramai Curno fa sghignazzare a livello planetario visto che stanno
costruendo la passerella sul Quisa ma il Comune –che pure ne paga metà
dei lussuosi costi- non ha nemmeno il progetto per arrivarci.
Idem per la passerella sull'asse interurbano laterale via
Carlinga: passerella dolorosamente e lungamente costruita con una
generosissima quantità di calcestruzzo (l'avessimo progettata noi
c'avremmo messo il doppio di travi e pilastri visto che siamo azionisti
dell'Italcementi) ma il Comune di Curno non ha nemmeno il progetto
della pista pedociclabile da via Gandhi fino al confine con Albegno
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