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EURO 1.026.392,67
IL COMUNE S’È FATTO RICCO
COI 45 DEFUNTI PER COVID19
Intanto abbiamo aggiornato la lista delle somme che il Comune ha
incassato da Stato Protezione Civile e Regione (e quasi niente dai
privati): sono arrivati 1.026.392,67 euro come scambio coi 45 defunti
per covid19 (ma forse sono almeno 60) che ha colpito il paese bello da
vivere.
L'assessore ai negozianti dopo sei mesi di caos e problemi per i suoi
riferimenti elettorali (i negozianti) ha deciso di venir loro in aiuto
con 50mila euro da fondi statali (parte dei 462mila dello Stato).
Il divertente della delibera di giunta lo si legge negli otto punti
delle “spese ammissibili” da cui sin evince che alla fine la
distribuzione dei fondi sarà a capocchia.
Per esempio basta leggere il “1.contributo per bollette (es. fornitura
acqua, luce, gas, ecc.) dal 09 marzo 2020 al 30 settembre 2020 e per il
periodo di cui ai punti 4. e 5” e poi il “4.contribu- to per nuove
aperture avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 (anche per
aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi entro il 30
settembre 2020)” per comprendere come questa delibera appaia stia nello
stile del… “Reddito di Cittadinanza” ma in senso peggiorativo. Perché
se il RdC può avere una motivazione anche nelle zone dove non ci sono
occasioni di occupazione non si comprende che livello di
professionalità ci sia in quel soggetto che decide di aprire una
attività nel pieno di una pandemia dagli esiti del tutto incerti ancora
dopo sette mesi dall'insorgere.
Del tutto inammissibili quanto previsto ai punti 2-3 dal momento che
erano situazioni che potevano essere già presenti anche prima e quindi
è come dare acqua al mare. Data la somma impegnata varrebbe la pena che
i cittadini sapessero i nominativi e le parentele dei soggetti che poi
riceveranno il sostanzioso contributo.
(...)
PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
FIGURACCIA DELLA MAGGIORANZA: NON HANNO NEMMENO
IL PROGETTO PER ARRIVARCI
Ad oggi 10 ottobre mentre sono già in corso i lavori per la costruzione
della passerella che attraversando il torrente Quisa dovrebbe essere la
pista pedociclabibile che dall'ex frantoio Benzoni di Treviolo, lungo
la sponda del fiume Brembo dovrebbe condurre all'Isolotto di Ponte san
Pietro, il Comune di Curno non ha ancora il progetto da mandare in
appalto per collegare il tratto di pista a monte del trecciolino che va
nel fiume dalla via Brembo fino alla passerella. Dai documenti finora
pubblicati dal Comune risulta che ci sarebbe un geometra curnese
(libero professionista) con lo studio su quell'autostrada che è la
Dalmine-Almè incaricato del costosissimo progetto della pista dall'ex
frantoio Benzoni fino al confine coll'ex frantoio Cavagna, a nord del
trecciolino che dalla via Brembo arriva nel fiume. Li sotto c'è anche
lo scarico terminale della Roggia Curna anche se in Comune fanno finta
di nulla. Poi ci sarebbe un altro geometra curnese (stavolta dirigente
del settore omologo nel Comune di Presezzo ed ex dipendente del Comune
di Curno, di stretta fede della maggioranza curnese) incaricato delle
grane per il passaggio della pista pedociclabile (anche) su un terreno
privato (che sarebbe invece un uso civico) e poi nella foce del Quisa
nel… Brembo.
Per favore non ridete e non fate domande.
Grane spinosissime dal momento che i tre proprietari delle aree oltre
che il demanio fluviale pare abbiano accesso politico “in alto loco”
dove la coppia Conti&Gamba può solo limitarsi a infilare un dito
nell'acqua.
(...)
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PDF: 5,0 Mb
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Dalla
delibera del Consiglio Comunale n.11 del 29-06-2020: “Le destinazioni
del fondo di 462 mila sono così indicate: circa 253 mila euro sono
destinati alle prestazioni e servizi di emergenza settore servizi alla
persona, 50 mila curo ai contributi ad attività economiche, 50 mila
euro per spese di sanificazionc spazi ed ambienti di lavoro e spazi
comunali, 30 mila curo per acquisti materiale sanitario e DPI, 25 mila
euro per prestazioni legate all'emergenza abitativa, 20 mila curo per
contributi relativi al rischio esclusione sociale e 20 mila per
contributi ordinari alle iniziative sportive o attività ricreative per
venire incontro alle Associazioni. Occorre inoltre aggiungere, continua
il Sindaco, che le feste e le sagre quest'anno non saranno svolte sia
in ragione dell'emergenza sanitaria, sia anche per agevolare in tal
modo la ripresa dei ristoratori locali. Si è infatti aderito, da questo
punto di vista, anche ad una specifica richiesta di ASCOM proprio a
tutela dei bar e ristoratori. Tra le ulteriori destinazioni, continua,
10 mila curo come contributi ad istituzioni varie per emergenza COVID e
5 mila curo per protezione civile”.
Cioè. In nome della trasparenza (ovvio no?) e della condivisione
(ovvio no?) la maggioranza di Vivere Curno ha deciso da sola la
spartizione e le destinazioni del malloppone (UN milione di
euro)versato al Comune da Stato Regione Protezione Civile nazionale per
superare la crisi derivata dalla pandemia. Non dimentichiamo che
il Comune di Curno s'è fatto vergognosamente straricco sulla pelle dei
45 defunti per covid19 . Una somma del tutto ingiustificata alla luce
dei numeri (famiglie che hanno richiesto aiuto), dei percettori
di RdC e della scarsa e nulla partecipazione dei privati. Vero
che il capogruppo della minoranza ha votato a favore della delibera
consigliare, ma è evidente che trattasi solo di opportunismo politico
immediato visto che poi hanno anche presentato una mozione in merito. I
suoi colleghi erano assen
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EURO 1.026.392,67
IL COMUNE S’È FATTO RICCO
COI 45 DEFUNTI PER COVID19
Intanto abbiamo aggiornato la lista delle somme che il Comune ha
incassato da Stato Protezione Civile e Regione (e quasi niente dai
privati): sono arrivati 1.026.392,67 euro come scambio coi 45 defunti
per covid19 (ma forse sono almeno 60) che ha colpito il paese bello da
vivere.
L'assessore ai negozianti dopo sei mesi di caos e problemi per i suoi
riferimenti elettorali (i negozianti) ha deciso di venir loro in
aiuto con 50mila euro da fondi statali (parte dei 462mila dello
Stato).
Il divertente della delibera di giunta lo si legge negli otto punti
delle “spese ammissibili” da cui sin evince che alla fine la
distribuzione dei fondi sarà a capocchia.
Per esempio basta leggere il “1.contributo per bollette (es.
fornitura acqua, luce, gas, ecc.) dal 09 marzo 2020 al 30 settembre
2020 e per il periodo di cui ai punti 4. e 5” e poi il “4.contribu- to
per nuove aperture avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 (anche
per aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi entro il
30 settembre 2020)” per comprendere come questa delibera appaia stia
nello stile del… “Reddito di Cittadinanza” ma in senso
peggiorativo. Perché se il RdC può avere una motivazione anche nelle
zone dove non ci sono occasioni di occupazione non si comprende che
livello di professionalità ci sia in quel soggetto che decide di aprire
una attività nel pieno di una pandemia dagli esiti del tutto incerti
ancora dopo sette mesi dall'insorgere.
Del tutto inammissibili quanto previsto ai punti 2-3 dal momento che
erano situazioni che potevano essere già presenti anche prima e quindi
è come dare acqua al mare. Data la somma impegnata varrebbe la pena che
i cittadini sapessero i nominativi e le parentele dei soggetti che poi
riceveranno il sostanzioso contributo.
Non si comprende nemmeno il punto “3.contributo per l'accessibilità
(servizi/prodotti per persone con menomazioni fisiche, psichiche,
sensoriali - celiaci - stomizzati, ecc.) dal 09 marzo al 30 settembre
2020” dal momento che anche qui siamo nel campo del premiare chi doveva
già essersi svegliato prima.
Al punto “7.contributo per consegne a domicilio, investimenti a partire
dal 01 luglio 2019 e sino al 30 giugno” ci vediamo una
contraddizione evidente dal momento che abbiamo letto sul
giornale del comune un enorme iniziativa del volontariato per poi
vedere che qualcuno viene pagato e qualcun altro si becca due dita
negli occhi (solo perché è generoso: a meno che non faccia parte dell'
“esercito delle madamine” che si becca dieci euro all'ora come
prestazione civile.
Altrettanto folle il punto “5.contributo aggiuntivo per nuove aperture
avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 se in negozi sfitti
(anche per aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi
entro il 30 settembre 2020). Che è solo un trasferimento alla rendita
immobiliare per aprire un'attività destinata a magri risultati.
La questione è che i destinatari di questo contributo (i 50mila euro
stanziati dal Comune) hanno già ricevuto i 600 o mille euro mensili,
poi sono hanno ottenuto quel contributo a fondo perduto di 15mila euro
(che nessuno in Italia rimborserà mai e resterà come debito a tutti gli
Italiani) senza contare gli altri benefici già disponibili per tutti
gli Italiani (bonus eco per case auto furgoni).
Non si può affrontare questa crisi mescolando contributi statali
comunali regionali SENZA che vi sia una regia e un controllo pre
demandando tutto ad un controllo post che sostanzialmente si ridurrà a
qualche scandaletto sulle pagine della stampa per giustificare
che “vedete che ci sono i controlli!” quando non controlleranno nemmeno
l'1% delle situazioni.
La giunta Gamba e l'assessore dovrebbero porsi ( e darsi una risposta!) alcune domande:
- Come mai nel pieno della crisi economica del
covid19 sono partiti in paese dei cantieri per costruire un
centinaio di appartamenti che sono proposti non certo a prezzi
economici?
- Come mai circolano (non solo a Curno) decine di auto nuove dal costo non certo economico?
- Come si spiega che i tre parcheggi comunali sono
sempre pieni notte e giorno di auto quando fino all'anno scorso erano
sempre mezzi vuoti?
Diciamo che anche stavolta hanno fatto il solito rebelotto da cui
ovviamente –come in tutti i rebelotti- ci saranno quelli furbi e gli
ammanigliati che gireranno il manico.
Ci voleva poco e basta ragionarci sopra anche se poi bisogna anche “lavorarci”.
Prima di tutto occorreva raccogliere in una unica delibera TUTTE le
riduzioni della tassazione locale in epoca dal primo febbraio al 30
settembre ed unirvi questa distribuzione di 50mila euro.
Qui davvero occorreva fare un piano finanziario che raccogliesse le
informazioni veritiere, altro che rassegnarsi a una mera distribuzione
casuale.
Se tu Governo obblighi il mio negozio a stare aperto solo 4 ore al
giorno, tu Governo mi devi restituire i maggiori costi di illuminazione
e riscaldamento, abbonamento telefonico, TARI che ho dovuto sopportare
senza potere incassare e lavorare.
Inammissibile che si finanzino coloro che in piena crisi abbiano deciso
l'apertura di una attività dal momento che un Paese che vede un crollo
del 20% del proprio PiL dare un aiuto del genere significa solo fare
sprecare risorse pubbliche e private.
Sostanzialmente gli aiuti alle imprese dovevano riguardare solo per
quelle parti che hanno impedito alle stesse di funzionare pure
dovendo onorare le spese necessarie per tenere in piedi la
bottega nelle ore permesse.
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PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
FIGURACCIA DELLA MAGGIORANZA: NON HANNO NEMMENO
IL PROGETTO PER ARRIVARCI
Ad oggi 10 ottobre mentre sono già in corso i lavori per la costruzione
della passerella che attraversando il torrente Quisa dovrebbe essere la
pista pedociclabibile che dall'ex frantoio Benzoni di Treviolo, lungo
la sponda del fiume Brembo dovrebbe condurre all'Isolotto di Ponte san
Pietro, il Comune di Curno non ha ancora il progetto da mandare in
appalto per collegare il tratto di pista a monte del trecciolino che va
nel fiume dalla via Brembo fino alla passerella. Dai documenti finora
pubblicati dal Comune risulta che ci sarebbe un geometra curnese
(libero professionista) con lo studio su quell'autostrada che è la
Dalmine-Almè incaricato del costosissimo progetto della pista dall'ex
frantoio Benzoni fino al confine coll'ex frantoio Cavagna, a nord del
trecciolino che dalla via Brembo arriva nel fiume. Li sotto c'è anche
lo scarico terminale della Roggia Curna anche se in Comune fanno finta
di nulla. Poi ci sarebbe un altro geometra curnese (stavolta dirigente
del settore omologo nel Comune di Presezzo ed ex dipendente del Comune
di Curno, di stretta fede della maggioranza curnese) incaricato delle
grane per il passaggio della pista pedociclabile (anche) su un terreno
privato (che sarebbe invece un uso civico) e poi nella foce del Quisa
nel… Brembo.
Per favore non ridete e non fate domande.
Grane spinosissime dal momento che i tre proprietari delle aree oltre
che il demanio fluviale pare abbiano accesso politico “in alto loco”
dove la coppia Conti&Gamba può solo limitarsi a infilare un dito
nell'acqua.
Dal primo sopralluogo al cantiere per realizzare la nuova passerella
che le foto documentano purtroppo scarsamente si può trarre la
conclusione che se il torrente nel tempo s'è dato una sezione di 70x10
mt (larghezza per profondità) e vogliono fare una passerella 30x5 mt ci
si deve aspettare che entro i prossimi cinque-dieci anni la
passerella verrà travolta e demolita da qualche piena (che già adesso
ha dimostrato arrivare a livello del progetto). Senza contare che le
sponde rigide composte da massi (relitti i marmo di Zandobbio) non sono
certo una soluzione razionale se –visto come hanno fatto il
viadotto dell'asse interurbano- dentro un torrente una palificazione su
cui poggiare un ponte resta sempre la soluzione più sicura e
ragionevole. Male che vada spariscono le sponde ma il ponte resta tal
quale.
Il settimanale proto-leghista PrimaBergamo è diventato l'ufficio stampa
della sindaca Gamba in barba del comunicatore officiale il consigliere
Battaglia laureato alla Cattolica e non all'UniBG. Nell'ultimo articolo
(08 ottobre) a firma di Monica Storti questa riferisce che la sindaca
Gamba : Il sindaco spiega che, in occasione dell'incontro con la
direzione lavori e l'impresa Vitali, erano stata affrontate altre due
questioni. «La prima riguardava una delle due dune sorte con la terra
tolta dal cantiere della Villa d'Almè-Dalmine e posizionata vicina al
ponte allargato sopra via Lecco, che era molto più alta delle altre
sorte lungo l'asse. Avevamo chiesto di abbassarla e la scorsa settimana
sono intervenuti. La duna è stata ridotta in altezza di circa due
metri, asportando parecchia terra.
PECCATO CHE SIA UNA BALLA ALTA PIU' DI DUE METRI.
La mattina del 07 ottobre passando in via Lecco abbiamo visto in cima
alla duna una ruspa che spianava terreno nuovo, effettuato mezzo
quadrifoglio abbiamo visto che c'era un autocarro col cassone alzato
(quindi scaricava qualcosa). Per caso abbiamo incontrato un
cittadino il quale ci aveva informato dell'avvento delle
antipatiche dune di terra e per consolarlo lo abbiamo avvisato
che in quel momento stavano proprio alzandone ancora l'altezza.
Oggi abbiamo scattato delle foto. La duna di SE è stata alzata di
due-tre metri. Praticamente nello stesso momento in cui
s'asciugava l'inchiostro di stampa della gazzetta leghista… la
dichiarazione della sindaca era palesemente smentita. A Trump è
accaduto che facendo il bullo col covid19 si sia trovato infetto. Alla
Gamba succede lo stesso: detto…e disfatto.
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