A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1284 DEL 10 OTTOBRE 2020
























































Di cosa parliamo in questa pagina.























EURO 1.026.392,67
IL COMUNE S’È FATTO RICCO
COI 45 DEFUNTI PER COVID19
Intanto abbiamo aggiornato la lista delle somme che il Comune ha incassato da Stato Protezione Civile e Regione (e quasi niente dai privati): sono arrivati 1.026.392,67 euro come scambio coi 45 defunti per covid19 (ma forse sono almeno 60) che ha colpito il paese bello da vivere.

L'assessore ai negozianti dopo sei mesi di caos e problemi per i suoi riferimenti elettorali (i negozianti) ha deciso di venir loro  in aiuto con 50mila euro da fondi statali  (parte dei 462mila dello Stato).
Il divertente della delibera di giunta lo si legge negli otto punti delle “spese ammissibili” da cui sin evince che alla fine la distribuzione dei fondi sarà a capocchia.
Per esempio  basta leggere il “1.contributo per bollette (es. fornitura acqua, luce, gas, ecc.) dal 09 marzo 2020 al 30 settembre 2020 e per il periodo di cui ai punti 4. e 5” e poi il “4.contribu- to per nuove aperture avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 (anche per aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi entro il 30 settembre 2020)” per comprendere come questa delibera appaia stia nello stile  del… “Reddito di Cittadinanza” ma in senso peggiorativo. Perché se il RdC può avere una motivazione anche nelle zone dove non ci sono occasioni di occupazione non si comprende che livello di professionalità ci sia in quel soggetto che decide di aprire una attività nel pieno di una pandemia dagli esiti del tutto incerti ancora dopo sette mesi dall'insorgere.
Del tutto inammissibili quanto previsto ai punti 2-3 dal momento che erano situazioni che potevano essere già presenti anche prima e quindi è come dare acqua al mare. Data la somma impegnata varrebbe la pena che i cittadini sapessero i nominativi e le parentele dei soggetti che poi riceveranno il sostanzioso contributo.
(...)

PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
FIGURACCIA DELLA MAGGIORANZA: NON HANNO NEMMENO
IL PROGETTO PER ARRIVARCI
Ad oggi 10 ottobre mentre sono già in corso i lavori per la costruzione della passerella che attraversando il torrente Quisa dovrebbe essere la pista pedociclabibile che dall'ex frantoio Benzoni di Treviolo, lungo la sponda del fiume Brembo dovrebbe condurre all'Isolotto di Ponte san Pietro, il Comune di Curno non ha ancora il progetto da mandare in appalto per collegare il tratto di pista a monte del trecciolino che va nel fiume dalla via Brembo fino alla passerella. Dai documenti finora pubblicati dal Comune risulta che ci sarebbe un geometra curnese (libero professionista) con lo studio su quell'autostrada che è la Dalmine-Almè incaricato del costosissimo progetto della pista dall'ex frantoio Benzoni fino al confine coll'ex frantoio Cavagna, a nord del trecciolino che dalla via Brembo arriva nel fiume. Li sotto c'è anche lo scarico terminale della Roggia Curna anche se in Comune fanno finta di nulla. Poi ci sarebbe un altro geometra curnese (stavolta dirigente del settore omologo nel Comune di Presezzo ed ex dipendente del Comune di Curno, di stretta fede della maggioranza curnese) incaricato delle grane per il passaggio della pista pedociclabile (anche) su un terreno privato (che sarebbe invece un uso civico) e poi nella foce del Quisa nel… Brembo.
Per favore non ridete e non fate domande.
Grane spinosissime dal momento che i tre proprietari delle aree oltre che il demanio fluviale pare abbiano accesso politico “in alto loco” dove la coppia Conti&Gamba può solo limitarsi a infilare un dito nell'acqua.
(...)




PDF: 5,0 Mb















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




























































































































































































































Dalla delibera del Consiglio Comunale n.11 del 29-06-2020: “Le destinazioni del fondo di 462 mila sono così indicate: circa 253 mila euro sono destinati alle prestazioni e servizi di emergenza settore servizi alla persona, 50 mila curo ai contributi ad attività economiche, 50 mila euro per spese di sanificazionc spazi ed ambienti di lavoro e spazi comunali, 30 mila curo per acquisti materiale sanitario e DPI, 25 mila euro per prestazioni legate all'emergenza abitativa, 20 mila curo per contributi relativi al rischio esclusione sociale e 20 mila per contributi ordinari alle iniziative sportive o attività ricreative per venire incontro alle Associazioni. Occorre inoltre aggiungere, continua il Sindaco, che le feste e le sagre quest'anno non saranno svolte sia in ragione dell'emergenza sanitaria, sia anche per agevolare in tal modo la ripresa dei ristoratori locali. Si è infatti aderito, da questo punto di vista, anche ad una specifica richiesta di ASCOM proprio a tutela dei bar e ristoratori. Tra le ulteriori destinazioni, continua, 10 mila curo come contributi ad istituzioni varie per emergenza COVID e 5 mila curo per protezione civile”.
Cioè. In nome della trasparenza (ovvio no?)  e della condivisione (ovvio no?) la maggioranza di Vivere Curno ha deciso da sola la spartizione e le destinazioni del malloppone  (UN milione di euro)versato al Comune da Stato Regione Protezione Civile nazionale per superare  la crisi derivata dalla pandemia. Non dimentichiamo che il Comune di Curno s'è fatto vergognosamente straricco sulla pelle dei 45 defunti per covid19 . Una somma del tutto ingiustificata alla luce dei numeri  (famiglie che hanno richiesto aiuto), dei percettori di RdC e della scarsa e nulla partecipazione dei privati.  Vero che il capogruppo della minoranza ha votato a favore della delibera consigliare, ma è evidente che trattasi solo di opportunismo politico immediato visto che poi hanno anche presentato una mozione in merito. I suoi colleghi erano assen

EURO 1.026.392,67
IL COMUNE S’È FATTO RICCO
COI 45 DEFUNTI PER COVID19
Intanto abbiamo aggiornato la lista delle somme che il Comune ha incassato da Stato Protezione Civile e Regione (e quasi niente dai privati): sono arrivati 1.026.392,67 euro come scambio coi 45 defunti per covid19 (ma forse sono almeno 60) che ha colpito il paese bello da vivere.

L'assessore ai negozianti dopo sei mesi di caos e problemi per i suoi riferimenti elettorali (i negozianti) ha deciso di venir loro  in aiuto con 50mila euro da fondi statali  (parte dei 462mila dello Stato).
Il divertente della delibera di giunta lo si legge negli otto punti delle “spese ammissibili” da cui sin evince che alla fine la distribuzione dei fondi sarà a capocchia.
Per esempio  basta leggere il “1.contributo per bollette (es. fornitura acqua, luce, gas, ecc.) dal 09 marzo 2020 al 30 settembre 2020 e per il periodo di cui ai punti 4. e 5” e poi il “4.contribu- to per nuove aperture avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 (anche per aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi entro il 30 settembre 2020)” per comprendere come questa delibera appaia stia nello stile  del… “Reddito di Cittadinanza” ma in senso peggiorativo. Perché se il RdC può avere una motivazione anche nelle zone dove non ci sono occasioni di occupazione non si comprende che livello di professionalità ci sia in quel soggetto che decide di aprire una attività nel pieno di una pandemia dagli esiti del tutto incerti ancora dopo sette mesi dall'insorgere.
Del tutto inammissibili quanto previsto ai punti 2-3 dal momento che erano situazioni che potevano essere già presenti anche prima e quindi è come dare acqua al mare. Data la somma impegnata varrebbe la pena che i cittadini sapessero i nominativi e le parentele dei soggetti che poi riceveranno il sostanzioso contributo.

Non si comprende nemmeno il punto “3.contributo per l'accessibilità (servizi/prodotti per persone con menomazioni fisiche, psichiche, sensoriali - celiaci - stomizzati, ecc.) dal 09 marzo al 30 settembre 2020” dal momento che anche qui siamo nel campo del premiare chi doveva già essersi svegliato prima.
Al punto “7.contributo per consegne a domicilio, investimenti a partire dal 01 luglio 2019 e sino al 30 giugno”  ci vediamo una contraddizione  evidente dal momento che abbiamo letto sul giornale del comune un enorme iniziativa del  volontariato per poi vedere che qualcuno viene pagato e qualcun altro si becca due dita negli occhi (solo perché è generoso: a meno che non faccia parte dell' “esercito delle madamine” che si becca dieci euro all'ora come  prestazione civile.
Altrettanto folle il punto “5.contributo aggiuntivo per nuove aperture avvenute dal 01 luglio 2019 al 30 giugno 2020 se in negozi sfitti (anche per aperture temporanee nel corso del 2020, con almeno 4 mesi entro il 30 settembre 2020). Che è solo un trasferimento alla rendita immobiliare per aprire un'attività destinata a magri risultati.

La questione è che i destinatari di questo contributo (i 50mila euro stanziati dal Comune) hanno già ricevuto i 600 o mille euro mensili, poi sono hanno ottenuto quel contributo a fondo perduto di 15mila euro (che nessuno in Italia rimborserà mai e resterà come debito a tutti gli Italiani) senza contare gli altri benefici già disponibili per tutti gli Italiani (bonus eco per case auto furgoni).

Non si può affrontare questa crisi mescolando contributi statali comunali regionali SENZA che vi sia una regia e un controllo  pre demandando tutto ad un controllo post che sostanzialmente si ridurrà a qualche scandaletto  sulle pagine della stampa per giustificare che “vedete che ci sono i controlli!” quando non controlleranno nemmeno l'1% delle situazioni.

La giunta Gamba e l'assessore dovrebbero  porsi ( e darsi una risposta!) alcune domande:
-    Come mai nel pieno della crisi economica del covid19 sono partiti in paese  dei cantieri per costruire un centinaio di appartamenti che sono proposti non certo a prezzi economici?
-    Come mai circolano (non solo a Curno) decine di auto nuove dal costo non certo economico?
-    Come si spiega che i tre parcheggi comunali sono sempre pieni notte e giorno di auto quando fino all'anno scorso erano sempre mezzi vuoti?

Diciamo che anche stavolta hanno fatto il solito rebelotto da cui ovviamente –come in tutti i rebelotti- ci saranno quelli furbi e gli ammanigliati che gireranno il manico.
Ci voleva poco e basta ragionarci sopra anche se poi bisogna anche “lavorarci”.
Prima di tutto occorreva raccogliere in una unica delibera TUTTE le riduzioni della tassazione locale in epoca dal primo febbraio al 30 settembre ed unirvi questa distribuzione  di 50mila euro.
Qui davvero occorreva fare un piano finanziario che raccogliesse le informazioni veritiere, altro che rassegnarsi a una mera distribuzione casuale.
Se tu Governo obblighi il mio negozio a stare aperto solo 4 ore al giorno, tu Governo mi devi restituire i maggiori costi di illuminazione e riscaldamento, abbonamento telefonico, TARI che ho dovuto sopportare senza potere incassare e lavorare.
Inammissibile che si finanzino coloro che in piena crisi abbiano deciso l'apertura di una attività dal momento che un Paese che vede un crollo del 20% del proprio PiL dare un aiuto del genere significa solo fare sprecare risorse pubbliche e private.
Sostanzialmente gli aiuti alle imprese dovevano riguardare solo per quelle parti che hanno impedito alle stesse di funzionare pure dovendo  onorare le spese necessarie per tenere in piedi la bottega nelle ore permesse.

PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
FIGURACCIA DELLA MAGGIORANZA: NON HANNO NEMMENO
IL PROGETTO PER ARRIVARCI
Ad oggi 10 ottobre mentre sono già in corso i lavori per la costruzione della passerella che attraversando il torrente Quisa dovrebbe essere la pista pedociclabibile che dall'ex frantoio Benzoni di Treviolo, lungo la sponda del fiume Brembo dovrebbe condurre all'Isolotto di Ponte san Pietro, il Comune di Curno non ha ancora il progetto da mandare in appalto per collegare il tratto di pista a monte del trecciolino che va nel fiume dalla via Brembo fino alla passerella. Dai documenti finora pubblicati dal Comune risulta che ci sarebbe un geometra curnese (libero professionista) con lo studio su quell'autostrada che è la Dalmine-Almè incaricato del costosissimo progetto della pista dall'ex frantoio Benzoni fino al confine coll'ex frantoio Cavagna, a nord del trecciolino che dalla via Brembo arriva nel fiume. Li sotto c'è anche lo scarico terminale della Roggia Curna anche se in Comune fanno finta di nulla. Poi ci sarebbe un altro geometra curnese (stavolta dirigente del settore omologo nel Comune di Presezzo ed ex dipendente del Comune di Curno, di stretta fede della maggioranza curnese) incaricato delle grane per il passaggio della pista pedociclabile (anche) su un terreno privato (che sarebbe invece un uso civico) e poi nella foce del Quisa nel… Brembo.
Per favore non ridete e non fate domande.
Grane spinosissime dal momento che i tre proprietari delle aree oltre che il demanio fluviale pare abbiano accesso politico “in alto loco” dove la coppia Conti&Gamba può solo limitarsi a infilare un dito nell'acqua.

Dal primo sopralluogo al cantiere per realizzare la nuova passerella che le foto documentano purtroppo scarsamente si può trarre la conclusione che se il torrente nel tempo s'è dato una sezione di 70x10 mt (larghezza per profondità) e vogliono fare una passerella 30x5 mt ci si deve aspettare che entro i prossimi cinque-dieci anni  la passerella verrà travolta e demolita da qualche piena (che già adesso ha dimostrato arrivare a livello del progetto). Senza contare che le sponde rigide composte da massi (relitti i marmo di Zandobbio) non sono certo  una soluzione razionale se –visto come hanno fatto il viadotto dell'asse interurbano- dentro un torrente una palificazione su cui poggiare un ponte resta sempre la soluzione più sicura e ragionevole. Male che vada spariscono le sponde ma il ponte resta tal quale.

Il settimanale proto-leghista PrimaBergamo è diventato l'ufficio stampa della sindaca Gamba in barba del comunicatore officiale il consigliere Battaglia laureato alla Cattolica e non all'UniBG. Nell'ultimo articolo (08 ottobre) a firma di Monica Storti questa riferisce che la sindaca Gamba : Il sindaco spiega che, in occasione dell'incontro con la direzione lavori e l'im­presa Vitali, erano stata affron­tate altre due questioni. «La prima riguardava una delle due du­ne sorte con la terra tolta dal cantiere della Villa d'Almè-Dalmine e posizionata vicina al pon­te allargato sopra via Lecco, che era molto più alta delle altre sorte lungo l'asse. Avevamo chiesto di abbassarla e la scorsa settimana sono intervenuti. La duna è stata ridotta in altezza di circa due metri, asportando parecchia terra.
PECCATO CHE SIA UNA BALLA ALTA PIU' DI DUE METRI.
La mattina del 07 ottobre passando in via Lecco abbiamo visto in cima alla duna una ruspa che spianava terreno nuovo, effettuato mezzo quadrifoglio abbiamo visto che c'era un autocarro col cassone alzato (quindi scaricava qualcosa). Per caso abbiamo incontrato un cittadino  il quale ci aveva  informato dell'avvento delle antipatiche dune di terra e  per consolarlo lo abbiamo avvisato che  in quel momento stavano proprio alzandone ancora l'altezza. Oggi abbiamo scattato delle foto. La duna di SE è stata alzata di due-tre metri. Praticamente   nello stesso momento in cui s'asciugava l'inchiostro di stampa della gazzetta leghista… la dichiarazione della sindaca era palesemente smentita. A Trump è accaduto che facendo il bullo col covid19 si sia trovato infetto. Alla Gamba succede lo stesso: detto…e disfatto.