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L’ASS.
CONTI NARRA LA SUA VERSIONE SULLA FREGATURA SUBITA DAL PAESE BELLO DA
VIVERE COL MEZZO RADDOPPIO DELLA FERROVIA TRA LA CITTÀ E VIA ROMA E CON
LA STAZIONE A... LONGUELO. IL BELLO È CHE È CONTENTO. NON UNA PAROLA
SULLE PROTESTE DI MOZZO. ALLA FINE RFI FARÀ SOLO IL RADDOPPIO FINO A
CURNO, CHIUDERÀ IL DUE PASSAGGI A LIVELLO E LASCERÀ IN GOBBA AL CURNO
DI FARE I SOTTOPASSI A NOSTRE SPESE
L'urbanista che ha la maggiore responsabilità della bellezza del
Paese Bello di Vivere – attualmente assessore e vicesindaco-
racconta in un lungo monologo sul settimanale proto-leghista
PrimaBergamo le sue soddisfazioni e le insoddisfazioni sul
progetto RFI di ristrutturazione della linea Montello-Ponte san Pietro
orginariamente spacciata dai politici curnesi di destra centro
sinistra come un raddoppio delle linee (non si é mai saputo a cosa
servisse) sulla quale avrebbe sferragliato un qualche tipo di “un
sistema di connessione a metropolitana leggera”.
Un primo aspetto che emerge da questo lungo soliloquio è che
sostanzialmente certe scelte sono fatte da uno solo o al massimo
d'accordo col gruppo di madamine che di urbanistica e storia del paese
ne conoscono zero.
La mitica “condivisione”, vale a dire quel prezzemolo che la congerie
delle madamine spruzzano per ogni dove ed in ogni momento, da quelle
parole proprio non emerge. Semmai emerge la solitudine del Re che,
forte della marea di soldi che fa entrare in comune come oneri, può
dettare legge all'alto ed al basso.
Non siamo nemmeno più ai tempi della DC quando almeno c'era una
“commissione urbanistica” e bene o male li dentro dc pci psi si
scambiavano pareri e favori mentre il paese ribolliva di discussioni.
No. Adesso che è di moda la “condivisone” i cittadini
per sapere come pensa la maggioranza (la maggioranza: nemmeno il
consiglio comunale!) deve comprare un settimanale proto leghista.
Del resto quando una sindaca si fa fare dei PEF sui CVI da suoi
autorevoli colleghi che poi il mercato sfancula alla grande,
sorgono dei dubbi che quella conosca qualcosa di quel che deve fare
come sindaca.
In realtà i politici degli anni '60 di Curno mentre i loro partiti
nazionali lavoravano in combutta con la grande distribuzione
nazionale (che abbiano ricevuto qualche lecito finanziamento?) nel fare
di Curno il polo commerciale provinciale, i locali dovevano da un lato
obbedire ai superiori e dall'altro lato, essendo dei bottegai bianchi e
rossi indigeni, erano del tutto contrari sia al trasporto
pubblico su gomma che allo sviluppo – qualsiasi sviluppo!- del sistema
ferroviario in quanto avrebbe fatto scappare anche quei pochi che ormai
erano i soli polli da spennare rimasti ai bottegai indigeni.
Attraversando i trent'anni di chiacchiere e promesse mai mantenute
della futura “stazione ferroviaria di Curno” dagli amministratori di
Curno siamo arrivati non si comprende nemmeno il perché a quest'idea di
raddoppiare i binari appunto tra Montello e Ponte san Pietro, idea che
arriva dopo circa vent'anni dalla conclusione dell'asse interurbano che
nacque come frutto delle Colombiadi ed è stato terminato dieci anni or
sono e – guarda il caso!- parte proprio da Mapello ed arriva a
Montello-Trescore con un percorso sostanzialmente parallelo alla
ferrovia esistente e lungo il quale ci sono tutti i principali nosocomi
di interesse provinciale e nazionale: l'ospedale di Ponte, quello di
Bergamo, le Gavazzeni, quello di Seriate e c'è pure a Trescore.
Diciamo che l'idea del raddoppio è un ordine politico a RFI e questo
serve solo a fare spendere mezzo miliardo a RFI e premiare di
conseguenza la nota pletora di imprese del settore che giustamente non
dimenticheranno di finanziare legalmente i partiti che l'hanno deciso.
Questa del raddoppio è un classico italiano: una costosa opera inutile
che serve ai soliti noti e i cittadini non la prendono nemmeno in
considerazione. Forse gli extracomunitari che la usano senza pagare il
biglietto.
L'urbanista Conti s'è accorto rammaricandosi che «Questa linea di
potenziamento della connessione Bergamo-Milano si rivolge a una
funzionalità sovralocale, dimenticando l'effettiva domanda del
territori. Tant'è che, immediatamente, scompaiono tutti i passaggi a
livello e le intersezioni, perché questo treno veloce è incompatibile
con quello che incrocia». Non ci voleva molto a capirlo da momento che
RFI da sempre serve un sistema di trasporti sovra locale: non ha mai
progettato costruito e gestito metropolitane. Basta leggerne lo statuto.
Conclude solennemente la prima parte del ragionamento: «Noi siamo in
disaccordo con questa idea generale e, come tutti gli altri comuni,
insistiamo con la nostra idea di struttura a servizio del territorio.
Che, connettendo Seriate a Ponte San Pietro, permetta poi da quei due
nodi di muoversi verso l'esterno con facilità, grazie al fatto che
ogni cinque minuti ci sarebbe il passaggio di un treno».
Emozionante che Conti non sia d'accordo coi doveri fondanti di RFI.
Va bene che il grande urbanista Conti ha progettato pure l'idea della
pista ciclabile in mezzo ai campi di melgotto per andare a trovare i
malati all'ospedale – già immaginiamo donne nonne nonni in bicicletta
coi borsoni dei ricambi appesi al manubrio che pedalano verso il
Papa Giovanni schivando bruti che escono dal melgotto a
mostrare le proprie “grazie” alle malcapitate- ma forse nessuno lo ha
avvertito che nel frattempo tutti ma proprio tutti i bergamaschi si
sono dotati di auto e monopattino a noleggio ed alla sequenza di
ospedali illustrata: Ponte, Bergamo, Gavazzeni, Seriate, Trescore ci
vanno ed arrivano prima in auto che in bici o treno interprovinciale
(visto che su questa linea ci passano treni che provengono da Brescia
Lecco e Milano).
Poi Conti comincia a trattare la questione dei due passaggi a livello
che sostanzialmente sono anche le due “porte” del paese. Confessa
pensieroso il nostro urbanista: «L'ingresso in paese sarebbe avvenuto
tramite una bretella che passava dietro il Centro Commerciale e ogni
connessione tra Bergamo a Curno sarebbe saltata. Noi abbiamo fatto una
grande battaglia».
La descrizione non è chiara ma pensiamo si riferisca alla bretella che
da via Fermi usando anche via Ruffilli arrivasse – attraversando
una parte di Treviolo- alla Rotonda Leuceriano dell'ospedale.
Idea aborrita dal nostro dal momento che quando c'è da andare a trattare coi comuni vicini, niente da fare.
Prosegue il nostro: Abbiamo presentato un pre progetto di sottopasso che fortunatamente è passato».
Non è vero ovviamente. Ma. Peccato che –se è quello messo nella bacheca
del partito- avesse qualche difettuccio come invadere l'area della
Esselunga e interromperle l'accesso dalla via Fermi, interrompere uno
mega scarico di troppo pieno della Roggia Curna e nientemeno che la
mega fognatura comunale del nord-est del paese a ridosso di Longuelo.
Stupidaggini! Dopo il Mose e il SanGiorgio tutto è possibile.
Racconta il nostro urbanista:Il progetto di Rfi prevede infatti che,
dall'uscita del sottopasso carrabile, si vada dritti con uno sbocco
all'altezza dello Sport Più, senza la possibilità di deviare verso il
centro. «È prevista l'eliminazione dello sbocco su via Donizetti. Ma
questa corsia, anche solo in entrata verso il paese, risulta
fondamentale. La nostra osservazione punta a modificare il sottopasso
in modo che l'ingresso al paese resti. È risolvibile». Per quanto
riguarda la stazioncina ai fronte allo Sport Più, aggiunge: «È carina,
con una buona architettura. È previsto anche il sottopasso per
raggiungere il secondo binario. Nella nostra visione di metropolitana
leggera, sarebbe stata sufficiente anche una cosa un po' meno
impegnativa, ma riconosciamo che è ben fatta. Lì puntiamo su
parcheggio per biciclette».
La descrizione fa acqua in più parti (si veda la pagina 1253 di
questo blog) ma oltre a non comprendere a cosa serva ai Curnesi una
stazione in quella posizione, tutte le idee confuse narrate dal nostro
urbanista non stanno in piedi per la ristrettezza dei luoghi e la
presenza di importanti infrastrutture fuoriterra e interrate di
interesse privato e sovra comunale che… hai voglia che RFI ci metta un
milione di euro per spostarle per la bella faccia dei Curnesi.
Questa della stazione accessibile solo con le biciclette e posta al
confine orientale del paese é un'offesa anche all’intelligenza
dei Curnesi: chi sarebbe quel cittadino che parte in bici dalla Merena
ed arriva al confine di Bergamo, la lascia in deposito a
pagamento per poi prendere il treno per arrivare in piazzale Marconi
quando c'è un bus che dalla Merena Lungobrembo Marigolda attraversa il
paese fino al centro città? .
Non si comprende se il Conti prende per il culo i suoi concittadini o a queste puttanate ci crede davvero.
Non contento delle bubbole raccontate finora non poteva mancare
di parlare del sottopasso di via Roma. Leggiamo: Il sottopasso carrale
in via Roma Rfi non lo ipotizzerà mai. E questo è già un problema,
perché quel tratto di strada è la nostra connessione storica tra due
parti del paese. Ci sono dei servizi come le poste e la farmacia che si
trovano al di là del passaggio a livello, oltre a un pezzo cu
residenza importante. Un bel po' di abitanti che devono andarsene in
comune, in chiesa, alle scuole. Sarebbe proprio una frattura in mezzo
al paese».
Per quel passaggio a livello purtroppo, c'é già una rampa che scende
vicino al mulino. La nostra proposta è di connetterci a quella. Deve
essere un passaggio ampio, luminoso, che non si identifichi come
sottopasso. Vorremmo un pezzo di paese con vetrine, luci e arredi
significativi. Noi insistiamo sul fatto che quella progettazione si
connetta con il nostro sistema ciclopedonale, che abbia qualità
architettonica e, in questo senso, abbiamo già dato qualche
indicazione. Invece del tunnel ci dovrebbero essere dei sistemi a
verde che scendono progressivamente, una cosa più piacevole da vedere
e da usare, che non dia l'idea che lì il paese è fratturato. Un tratto
da percorrere volentieri in bici o a piedi.
Anche qui siamo allo spargere fumo dal momento che bisogna tenere
conto delle pendenze e della conseguente lunghezza delle tratte di
pista e al fatto che ci sono abitazioni private ed una caserma dei
carabinieri che hanno bisogni di accessi carrali da fare coesistere col
sottopasso.
Quanto poi alla “alle Crocette ci sono dei servizi come le poste e la
farmacia che si trovano al di là del passaggio a livello, oltre a un
pezzo di residenza importante. Un bel po' di abitanti che devono
andarsene in comune, in chiesa, alle scuole. Sarebbe proprio una
frattura in mezzo al paese» il nostro fa finta di dimenticare che
poste, farmacia, banca si potevano benissimo spostare nell'ampliamento
della c.d. palazzina ASL di via IV Novembre in maniera da creare lungo
quella via un vero e proprio centro civico (e ci poteva stare anche un
nuovo municipio al posto di quella “capunera” che è l'attuale
municipio…).
Tutto l'assurdo ragionamento dell'ass. Conti parte dall'idea di un
paese immobile dove contano solo gli interessi immediati delle micro
categorie che danno i voti alla maggioranza: tutta gente che bada
all'interesse immediato e chissenefrega del futuro. Come se il futuro
di Curno consistesse solo nelle regalie del piano del diritto allo
studio o nella interminabile serie di aiuti a mille bisognosi che non
si sa mai se siano veri o meno. Un Comune che stimola il cogliere
l'attimo e ciao stai bene: chi ha avuto ha avuto.
Basti pensare a questo particolare. RFI sarà costretta dalla
politica locale a spendere mezzo miliardo di euro per un
raddoppio ferroviario che si ferma all'altezza di via Roma perché non
ci sono i 300 milioni necessari per i ponti (tre) e i viadotti (due) da
Mozzo a Ponte san Pietro. A RFI questo raddoppio importa zero. Non
migliora di un minuto il servizio complessivo delle tratte BG.LC.MI.BS
anzi lo peggiora.
Perché si fa il raddoppio allora? Perché l'attuale maggioranza
gialloverde nazionale non vuole perdere il bastione antileghista di
Bergamo e collegati. Ma non vuole nemmeno dimenticare di foraggiare le
decine di imprese che su queste spese pubbliche – tutte a debito
pubblico e di nessuna utilità pratica- ci campano e foraggiano
legalmente i partiti.
L'immagine riflessa di questa illimpida politica nazionale la si
ritrova localmente dove dinanzi a interventi pesantissimi si risponde
con aggiustamenti banali: non sai se ridere o piangere immaginando quel
sottopasso pedonale come “una cosa più piacevole da vedere e da usare”
alla luce del risultato di Largo Vittoria, della Piazza della Chiesa o
di quella del Comune (firmati anche quelli da Conti).
Conti in trenta anni che sta in ogni tipo di maggioranza ed opposizione
in municipio (più in maggioranza che opposizione) mentre
spacciava l'idea del raddoppio ferroviario e della stazione a Curno non
ha MAI posto questi due temi nei PRG e nel PGT perché i due maggiori
azionisti politici –(ieri il PCI oggi quel che resta del pci e della
dc) delle varie maggioranze-minoranze di cui ha fatto parte proprio NON
volevano ne il raddoppio della ferrovia ne la stazione in paese. Che
frega zero anche a tutti gli operatori lungo via fermi-Europa.
E di nuovo, così come negli anni '70 i tre partiti maggiori di allora
-dc.pci e psi- decisero a livello nazionale che Curno doveva
diventare il polo commerciale provinciale imponendolo ai
dirigenti di allora e ingolosendoli adeguatamente, di nuovo la politica
nazionale per interessi “superiori” ha deciso una spaventosa spesa
lasciando nelle pettole la politica locale. Questa per 30-40 anni
ha fatto finta di fare lo gnorri e recitare a pappagallo la solita
promessa ed al momento opportuno è arrivata la stangata. Che ovviamente
sarà “una cosa piacevole da vedere e da usare”.
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SENZA TITOLO
Negli anni ’70 i tre grandi partiti nazionali Dc, PCI e PSI decisero
che Curno sarebbe diventato il primo polo commerciale della bergamasca,
ricavandone tutti i vantaggi che poi li avrebbero massacrati nei primi
anni ’90. Ci fu una timida opposizione locale di quei partiti che
attraverso una serie di leader appartenenti in gran parte alla
categoria bottegaia vedevano sfumare il saccheggio delle paghe operaie
e impiegatizie dalle mani locali ma ne ebbero personalmente ampi
vantaggi fino alla sentenza Leggeri che li obbligherà a rimborsare
600mila euro e passa al Comune. Per adesso però se la sono filata via.
Tutto finì c.on una modesta condanna per un finanziamento illecito di
pochissimi milioni per la campagna elettorale della dc al locale boss
della dc di allora. A lievvllo nazionale durante Mani Pulite, Citaristi
- all'epoca tesoriere della DC - ricevette 74 avvisi di garanzia, il
primo il 12 maggio 1992, un record per cui divenne il simbolo
dell'inchiesta Tangentopoli. Fu condannato in Cassazione a 16 anni di
carcere e oltre 8 miliardi di ammende; il 15 giugno del 1994 venne
anche arrestato nell'ambito dell'inchiesta su tangenti pagate dai
fratelli Caltagirone per gli appalti per la costruzione di una delle
torri al Portello-Fiera, ma a causa delle sue avverse condizione di
salute fu rimesso in libertà dopo 8 giorni di arresti domiciliari.
L’opposizione locale interna al pci venne mandata tutta a fare
carriera nel sindacato e che non mettesse naso sui temi locali.
Chi poteva diventare un avversario venne comprato promettendo e dando
dei buoni posti di lavoro o minacciandolo di licenziamento se ce
l’aveva.
Adesso ci siamo di nuovo. RFI sarà costretta dalla politica
locale a spendere mezzo miliardo di euro per un raddoppio ferroviario
che si ferma all’altezza di via Roma perché non ci sono i 300 milioni
necessari per il raddoppio dei viadotti sul Quisa e il Brembo. A RFI
questo raddoppio interessa zero. Non migliora di un minuto il servizio
complessivo delle tratte BG-LC-MI-BS anzi lo peggiora.
Perché si fa il raddoppio allora? Perché l’attuale maggioranza non
vuole perdere il bastione antileghista di Bergamo e poteri locali
collegati:l’aeroporto Caravaggio. Ma non vuole nemmeno dimenticare di
foraggiare le decine di imprese che su queste spese pubbliche – tutte a
debito pubblico e di nessuna utilità pratica- ci campano e foraggiano
legalmente i partiti.
Il cerchio nazionale regionale locale si chiude in bellezza: insomma.
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