A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1282 DELLO 04 OTTOBRE 2020
























































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L’ASS. CONTI NARRA LA SUA VERSIONE SULLA FREGATURA SUBITA DAL PAESE BELLO DA VIVERE COL MEZZO RADDOPPIO DELLA FERROVIA TRA LA CITTÀ E VIA ROMA E CON LA STAZIONE A... LONGUELO. IL BELLO È CHE È CONTENTO. NON UNA PAROLA SULLE PROTESTE DI MOZZO. ALLA FINE RFI FARÀ SOLO IL RADDOPPIO FINO A CURNO, CHIUDERÀ IL DUE PASSAGGI A LIVELLO E LASCERÀ IN GOBBA AL CURNO DI FARE I SOTTOPASSI A NOSTRE SPESE

L'urbanista che ha la maggiore responsabilità  della bellezza del Paese Bello di Vivere – attualmente assessore  e vicesindaco- racconta in un lungo monologo sul settimanale proto-leghista PrimaBergamo le sue soddisfazioni e le insoddisfazioni  sul progetto RFI di ristrutturazione della linea Montello-Ponte san Pietro orginariamente spacciata  dai politici curnesi di destra centro sinistra come un raddoppio delle linee (non si é mai saputo a cosa servisse) sulla quale avrebbe sferragliato un qualche tipo di “un sistema di con­nessione a metropolitana leg­gera”.
Un primo aspetto che emerge da questo lungo soliloquio è che sostanzialmente certe scelte sono fatte da uno solo o al massimo d'accordo col gruppo di madamine che di urbanistica e storia del paese ne conoscono zero.

La mitica “condivisione”, vale a dire quel prezzemolo che la congerie delle madamine spruzzano per ogni dove ed in ogni momento, da quelle parole proprio non emerge. Semmai emerge la solitudine del Re che, forte della marea di soldi che fa entrare in comune come oneri, può dettare legge all'alto ed al basso.
Non siamo nemmeno più ai tempi della DC quando almeno  c'era una “commissione urbanistica” e bene o male li dentro dc pci psi si scambiavano pareri e favori mentre il paese ribolliva di discussioni.
No. Adesso che  è di moda la “condivisone”  i cittadini  per sapere come pensa la maggioranza (la maggioranza: nemmeno il consiglio comunale!) deve comprare un settimanale proto leghista.
Del resto quando una sindaca si fa fare dei PEF sui CVI  da suoi autorevoli colleghi che poi il mercato sfancula alla grande,  sorgono dei dubbi che quella conosca qualcosa di quel che deve fare come sindaca.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


































































































































































































































L’ASS. CONTI NARRA LA SUA VERSIONE SULLA FREGATURA SUBITA DAL PAESE BELLO DA VIVERE COL MEZZO RADDOPPIO DELLA FERROVIA TRA LA CITTÀ E VIA ROMA E CON LA STAZIONE A... LONGUELO. IL BELLO È CHE È CONTENTO. NON UNA PAROLA SULLE PROTESTE DI MOZZO. ALLA FINE RFI FARÀ SOLO IL RADDOPPIO FINO A CURNO, CHIUDERÀ IL DUE PASSAGGI A LIVELLO E LASCERÀ IN GOBBA AL CURNO DI FARE I SOTTOPASSI A NOSTRE SPESE

L'urbanista che ha la maggiore responsabilità  della bellezza del Paese Bello di Vivere – attualmente assessore  e vicesindaco- racconta in un lungo monologo sul settimanale proto-leghista PrimaBergamo le sue soddisfazioni e le insoddisfazioni  sul progetto RFI di ristrutturazione della linea Montello-Ponte san Pietro orginariamente spacciata  dai politici curnesi di destra centro sinistra come un raddoppio delle linee (non si é mai saputo a cosa servisse) sulla quale avrebbe sferragliato un qualche tipo di “un sistema di con­nessione a metropolitana leg­gera”.
Un primo aspetto che emerge da questo lungo soliloquio è che sostanzialmente certe scelte sono fatte da uno solo o al massimo d'accordo col gruppo di madamine che di urbanistica e storia del paese ne conoscono zero.

La mitica “condivisione”, vale a dire quel prezzemolo che la congerie delle madamine spruzzano per ogni dove ed in ogni momento, da quelle parole proprio non emerge. Semmai emerge la solitudine del Re che, forte della marea di soldi che fa entrare in comune come oneri, può dettare legge all'alto ed al basso.
Non siamo nemmeno più ai tempi della DC quando almeno  c'era una “commissione urbanistica” e bene o male li dentro dc pci psi si scambiavano pareri e favori mentre il paese ribolliva di discussioni.
No. Adesso che  è di moda la “condivisone”  i cittadini  per sapere come pensa la maggioranza (la maggioranza: nemmeno il consiglio comunale!) deve comprare un settimanale proto leghista.
Del resto quando una sindaca si fa fare dei PEF sui CVI  da suoi autorevoli colleghi che poi il mercato sfancula alla grande,  sorgono dei dubbi che quella conosca qualcosa di quel che deve fare come sindaca.

In realtà i politici degli anni '60 di Curno mentre i loro partiti nazionali lavoravano in combutta con la grande distribuzione  nazionale (che abbiano ricevuto qualche lecito finanziamento?) nel fare di Curno il polo commerciale provinciale, i locali dovevano da un lato obbedire ai superiori e dall'altro lato, essendo dei bottegai bianchi e rossi indigeni, erano del tutto contrari  sia al trasporto pubblico su gomma che allo sviluppo – qualsiasi sviluppo!- del sistema ferroviario in quanto avrebbe fatto scappare anche quei pochi che ormai erano i soli polli da spennare rimasti ai bottegai indigeni.

Attraversando i trent'anni di chiacchiere e promesse mai mantenute della futura “stazione ferroviaria di Curno” dagli amministratori di Curno siamo arrivati non si comprende nemmeno il perché a quest'idea di raddoppiare i binari appunto tra Montello e Ponte san Pietro, idea che arriva dopo circa vent'anni dalla conclusione dell'asse interurbano che nacque come frutto delle Colombiadi ed è stato terminato dieci anni or sono e – guarda il caso!-  parte proprio da Mapello ed arriva a Montello-Trescore con un percorso sostanzialmente parallelo alla ferrovia esistente e lungo il quale ci sono tutti i principali nosocomi di interesse provinciale e nazionale: l'ospedale di Ponte, quello di Bergamo, le Gavazzeni, quello di Seriate e c'è pure a Trescore.
Diciamo che l'idea del raddoppio è un ordine politico a RFI e questo serve solo a fare spendere mezzo miliardo a RFI e premiare di conseguenza la nota pletora di imprese del settore che giustamente non dimenticheranno di finanziare legalmente i partiti che l'hanno deciso.
Questa del raddoppio è un classico italiano: una costosa opera inutile che serve ai soliti noti e i cittadini non la prendono nemmeno in considerazione. Forse gli extracomunitari che la usano senza pagare il biglietto.

L'urbanista Conti  s'è accorto rammaricandosi che «Questa linea di potenziamento della con­nessione Bergamo-Milano si rivolge a una funzio­nalità sovralocale, dimenti­cando l'effettiva domanda del territori. Tant'è che, immedia­tamente, scompaiono tutti i passaggi a livello e le inter­sezioni, perché questo treno veloce è incompatibile con quello che incrocia». Non ci voleva molto a capirlo da momento che RFI da sempre serve un sistema di trasporti sovra locale: non ha mai progettato costruito e gestito metropolitane. Basta leggerne lo statuto.
Conclude solennemente la prima parte del ragionamento: «Noi siamo in disaccordo con que­sta idea generale e, come tutti gli altri comuni, insistiamo con la nostra idea di struttura a servizio del territorio. Che, connettendo Seriate a Ponte San Pietro, permetta poi da quei due nodi di muoversi ver­so l'esterno con facilità, grazie al fatto che ogni cinque minuti ci sarebbe il passaggio di un treno».
Emozionante che Conti non sia d'accordo coi doveri fondanti di RFI.
Va bene che il grande urbanista Conti ha progettato pure l'idea della pista ciclabile in mezzo ai campi di melgotto per andare a trovare i malati all'ospedale – già immaginiamo donne nonne nonni in bicicletta coi borsoni dei ricambi appesi al manubrio che  pedalano verso il Papa Giovanni schivando  bruti che  escono dal melgotto a mostrare le proprie “grazie” alle malcapitate- ma forse nessuno lo ha avvertito che nel frattempo tutti ma proprio tutti i bergamaschi si sono dotati di auto e monopattino a noleggio ed alla sequenza di ospedali illustrata: Ponte, Bergamo, Gavazzeni, Seriate, Trescore ci vanno ed arrivano prima in auto che in bici o treno interprovinciale (visto che su questa linea ci passano treni che provengono da Brescia Lecco e Milano).

Poi Conti comincia a trattare la questione dei due passaggi a livello che sostanzialmente sono anche le due “porte” del paese. Confessa pensieroso il nostro urbanista: «L'in­gresso in paese sarebbe av­venuto tramite una bretella che passava dietro il Centro Commerciale e ogni connes­sione tra Bergamo a Curno sarebbe saltata. Noi abbiamo fatto una grande battaglia».
La descrizione non è chiara ma pensiamo si riferisca alla bretella che da via Fermi  usando anche via Ruffilli arrivasse – attraversando una parte di Treviolo- alla Rotonda Leuceriano dell'ospedale.
Idea aborrita dal nostro dal momento che quando c'è da andare a trattare coi comuni vicini, niente da fare.
Prosegue il nostro: Ab­biamo presentato un pre pro­getto di sottopasso che for­tunatamente è passato».
Non è vero ovviamente. Ma. Peccato che –se è quello messo nella bacheca del partito- avesse qualche difettuccio come invadere l'area della Esselunga e interromperle l'accesso dalla via Fermi, interrompere uno mega scarico di troppo pieno della Roggia Curna e nientemeno che la mega fognatura comunale del nord-est del paese a ridosso di Longuelo.
Stupidaggini! Dopo il Mose e il SanGiorgio tutto è possibile.

Racconta il nostro urbanista:Il pro­getto di Rfi prevede infatti che, dall'uscita del sottopasso car­rabile, si vada dritti con uno sbocco all'altezza dello Sport Più, senza la possibilità di de­viare verso il centro. «È pre­vista l'eliminazione dello sbocco su via Donizetti. Ma questa corsia, anche solo in entrata verso il paese, risulta fondamentale. La nostra os­servazione punta a modificare il sottopasso in modo che l'in­gresso al paese resti. È risol­vibile». Per quanto riguarda la stazioncina ai fronte allo Sport Più, aggiunge: «È carina, con una buona architettura. È pre­visto anche il sottopasso per raggiungere il secondo bina­rio. Nella nostra visione di me­tropolitana leggera, sarebbe stata sufficiente anche una co­sa un po' meno impegnativa, ma riconosciamo che è ben fatta. Lì puntiamo su parcheg­gio per biciclette».
La descrizione fa acqua in più parti (si veda  la pagina 1253 di questo blog) ma oltre a non comprendere a cosa serva ai Curnesi una stazione in quella posizione, tutte le idee confuse narrate dal nostro urbanista non stanno in piedi per la ristrettezza dei luoghi e la presenza di importanti infrastrutture fuoriterra e interrate di interesse privato e sovra comunale che… hai voglia che RFI ci metta un milione di euro per spostarle per la bella faccia dei Curnesi.

Questa della stazione accessibile solo con le biciclette e posta al confine orientale del paese é  un'offesa anche all’intelligenza dei Curnesi: chi sarebbe quel cittadino che parte in bici dalla Merena ed arriva  al confine di Bergamo, la lascia in deposito a pagamento per poi prendere il treno per arrivare in piazzale Marconi quando c'è un bus che dalla Merena Lungobrembo Marigolda attraversa il paese fino al centro città? .
Non si comprende se il Conti prende per il culo i suoi concittadini o a queste puttanate ci crede davvero.

Non contento delle bubbole raccontate finora non poteva mancare  di parlare del sottopasso di via Roma. Leggiamo: Il sottopasso carrale in via Roma Rfi non lo ipotizzerà mai. E questo è già un pro­blema, perché quel tratto di strada è la nostra connessione storica tra due parti del paese. Ci sono dei servizi come le poste e la farmacia che si tro­vano al di là del passaggio a livello, oltre a un pezzo cu re­sidenza importante. Un bel po' di abitanti che devono an­darsene in comune, in chiesa, alle scuole. Sarebbe proprio una frattura in mezzo al pae­se».
Per quel passaggio a livello purtroppo, c'é già una rampa che scende vicino al mulino. La nostra proposta è di con­netterci a quella. Deve essere un passaggio ampio, luminoso, che non si identifichi come sottopasso. Vorremmo un pezzo di paese con vetrine, luci e arredi significativi. Noi insistiamo sul fatto che quella progettazione si connetta con il nostro sistema ciclopedo­nale, che abbia qualità architettonica e, in questo senso, abbiamo già dato qualche in­dicazione. Invece del tunnel ci dovrebbero essere dei sistemi a verde che scendono pro­gressivamente, una cosa più piacevole da vedere e da usa­re, che non dia l'idea che lì il paese è fratturato. Un tratto da percorrere volentieri in bici o a piedi.
Anche qui siamo allo spargere fumo  dal momento che bisogna tenere conto delle pendenze e della conseguente lunghezza delle tratte di pista e al fatto che ci sono abitazioni private ed una caserma dei carabinieri che hanno bisogni di accessi carrali da fare coesistere col sottopasso.
Quanto poi alla “alle Crocette ci sono dei servizi come le poste e la farmacia che si tro­vano al di là del passaggio a livello, oltre a un pezzo di re­sidenza importante. Un bel po' di abitanti che devono an­darsene in comune, in chiesa, alle scuole. Sarebbe proprio una frattura in mezzo al pae­se» il nostro fa finta di dimenticare che poste, farmacia, banca si potevano benissimo spostare nell'ampliamento della c.d. palazzina ASL di via IV Novembre in maniera da creare lungo quella via un vero e proprio centro civico (e ci poteva stare anche un nuovo municipio al posto di quella “capunera” che è l'attuale municipio…).

Tutto l'assurdo ragionamento dell'ass. Conti parte dall'idea di un paese immobile dove contano solo gli interessi immediati delle micro categorie che danno i voti alla maggioranza: tutta gente che bada all'interesse immediato e chissenefrega del futuro. Come se il futuro di Curno consistesse solo nelle regalie del piano del diritto allo studio o nella interminabile serie di aiuti a mille bisognosi che non si sa mai se siano veri o meno. Un Comune che stimola il cogliere l'attimo e ciao stai bene: chi ha avuto ha avuto.

Basti pensare a questo particolare. RFI sarà costretta dalla politica  locale a spendere mezzo miliardo di euro per un raddoppio ferroviario che si ferma all'altezza di via Roma perché non ci sono i 300 milioni necessari per i ponti (tre) e i viadotti (due) da Mozzo a Ponte san Pietro. A RFI questo raddoppio importa zero. Non migliora di un minuto il servizio complessivo delle tratte BG.LC.MI.BS anzi lo peggiora.
Perché si fa il raddoppio allora? Perché l'attuale maggioranza gialloverde nazionale non vuole perdere il bastione antileghista di Bergamo e collegati. Ma non vuole nemmeno dimenticare di foraggiare le decine di imprese che su queste spese pubbliche – tutte a debito pubblico e di nessuna utilità pratica- ci campano e foraggiano legalmente i partiti.

L'immagine riflessa di questa illimpida politica nazionale la si ritrova localmente dove dinanzi a interventi pesantissimi si risponde con aggiustamenti banali: non sai se ridere o piangere immaginando quel sottopasso pedonale come “una cosa più piacevole da vedere e da usa­re” alla luce del risultato di Largo Vittoria, della Piazza della Chiesa o di quella del Comune (firmati anche quelli da Conti).
Conti in trenta anni che sta in ogni tipo di maggioranza ed opposizione in municipio (più in maggioranza che opposizione)  mentre spacciava l'idea del raddoppio ferroviario e della stazione a Curno non ha MAI posto questi due temi nei PRG e nel PGT perché i due maggiori azionisti politici –(ieri il PCI oggi quel che resta del pci e della dc) delle varie maggioranze-minoranze di cui ha fatto parte proprio NON volevano ne il raddoppio della ferrovia ne la stazione in paese. Che frega zero anche a tutti gli operatori lungo via fermi-Europa.

E di nuovo, così come negli anni '70 i tre partiti maggiori di allora -dc.pci e psi-  decisero a livello nazionale che Curno doveva diventare il polo commerciale provinciale  imponendolo ai dirigenti di allora e ingolosendoli adeguatamente, di nuovo la politica nazionale per interessi “superiori” ha deciso una spaventosa spesa lasciando nelle pettole la politica locale. Questa per  30-40 anni ha fatto finta di fare lo gnorri e recitare a pappagallo la solita promessa ed al momento opportuno è arrivata la stangata. Che ovviamente sarà “una cosa piacevole da vedere e da usare”.

SENZA TITOLO
Negli anni ’70 i tre grandi partiti nazionali Dc, PCI e PSI decisero che Curno sarebbe diventato il primo polo commerciale della bergamasca, ricavandone tutti i vantaggi che poi li avrebbero massacrati nei primi anni ’90. Ci fu una timida opposizione locale di quei partiti che attraverso una serie di leader  appartenenti in gran parte alla categoria bottegaia vedevano sfumare il saccheggio delle paghe operaie e impiegatizie dalle mani  locali ma ne ebbero personalmente ampi vantaggi fino alla sentenza Leggeri che li obbligherà a rimborsare 600mila euro e passa al Comune. Per adesso però se la sono filata via. Tutto finì c.on una modesta condanna per un finanziamento illecito di pochissimi milioni per la campagna elettorale della dc al locale boss della dc di allora. A lievvllo nazionale durante Mani Pulite, Citaristi - all'epoca tesoriere della DC - ricevette 74 avvisi di garanzia, il primo il 12 maggio 1992, un record per cui divenne il simbolo dell'inchiesta Tangentopoli. Fu condannato in Cassazione a 16 anni di carcere e oltre 8 miliardi di ammende; il 15 giugno del 1994 venne anche arrestato nell'ambito dell'inchiesta su tangenti pagate dai fratelli Caltagirone per gli appalti per la costruzione di una delle torri al Portello-Fiera, ma a causa delle sue avverse condizione di salute fu rimesso in libertà dopo 8 giorni di arresti domiciliari. L’opposizione locale interna al pci  venne mandata tutta a fare carriera  nel sindacato e che non mettesse naso sui temi locali. Chi poteva diventare un avversario venne comprato promettendo e dando dei buoni posti di lavoro o minacciandolo di licenziamento se ce l’aveva.
Adesso ci siamo di nuovo. RFI sarà costretta dalla politica  locale a spendere mezzo miliardo di euro per un raddoppio ferroviario che si ferma all’altezza di via Roma perché non ci sono i 300 milioni necessari per il raddoppio dei viadotti sul Quisa e il Brembo. A RFI questo raddoppio interessa zero. Non migliora di un minuto il servizio complessivo delle tratte BG-LC-MI-BS anzi lo peggiora.
Perché si fa il raddoppio allora? Perché l’attuale maggioranza non vuole perdere il bastione antileghista di Bergamo e poteri locali collegati:l’aeroporto Caravaggio. Ma non vuole nemmeno dimenticare di foraggiare le decine di imprese che su queste spese pubbliche – tutte a debito pubblico e di nessuna utilità pratica- ci campano e foraggiano legalmente i partiti.
Il cerchio nazionale regionale locale si chiude in bellezza: insomma.