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IL FESTIVAL DEL PASTORALISMO: UNA SCEMEGGIATA
PER INFINOCCHIARE CHI É POLITICAMENTE CORRETTO
The italian model breding’s cattle sfila tra Bergamo e Gorgonzola sotto
gli occhi della solita pletora di cittadini che immortaleranno la
sceMeggiata in miliardi di bytes che passeranno istantaneamente sulle
pagine di face book. Per la gioia delle madamine e dei signorini che
domani si precipiteranno al mercato agricolo chilometri zero a comprare
qualcosa, sentendosi così soddisfatte di avere contribuito alla
riduzione della ciodue.
Stavolta a sfilare c’è un allevatore di Serina tale Fabrizio
Bertolazzi, “che ha messo a disposizione gli animali della sua azienda.
Cappello nero in feltro ad ala larga a proteggere da sole e intemperie-
il famoso capèl di bergamì- la scussala, il grembiale del casaro,
bastone e zoccoli: così si presentano i bergamini sulle tracce dei loro
antenati che, dalla fine del 1300 fino ai primi del 2000, compivano
questo tragitto (Bergamo-Dal- mine-Brembate-Canonica d’Adda-Cassano
dAdda-Inzago e Gorgonzola) per svernare nelle aziende della bassa in
cambio dell’acquisto di interi fienili.
(...)
OTTOBRE: SI RIPARLA DI RIDUZIONE DELLE TASSE
MAGARI UN PAESE CON OLTRE 100 MILIARDI DI TASSE EVASE
CHE VUOLE FARSI PRESTARE I SOLDI (GRATIS) DALL’UE PER RIDURLE
FA ARRABBIARE GLI ALTRI PAESI
L'inizio non è nostro ma va bene lo stesso. Anche quest'anno, come ogni
anno, è arrivato il tempo del taglio di tasse per gli italiani.
Immaginario, ovviamente. Perché un paese serio dovrebbe evitare di
farlo in deficit coi soldi prestati dagli altri Paesi. Tra fine
settembre e inizio ottobre il governo pro tempore scrive la Nota di
aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF), sulla scorta
della quale provvede a tratteggiare la legge di bilancio per l'anno
successivo. Anche quest'anno, malgrado la pandemia (o forse a causa di
essa), e un deficit da brivido ma necessario, sui media imperversa il
dibattito sulle virtù taumaturgiche dell'ennesimo “taglio delle tasse”.
Ovvio che il taglio delle tasse non sia la preoccupazione principale di
quei cittadini e società che evadono-eludono mediamente 100-120
miliardi di tasse e contributi vari ogni anno. Mica per nulla una delle
paure degli italiani è quella dei ladri che entrano in casa a
svaligiargliela con particolarissime attenzioni alle case di certuni
professionisti o lavoratori autonomi. Ovvio che ogni anno la luce sia
puntata sui cinque scaglioni di reddito e in particolare sul
terzo-quarto che prevede un brusco passaggio dal 27% al 38% quando tra
gli altri scaglioni la crescita è compresa tra il 3-4%. Ovvio che ogni
anno i Comuni nello stabilire l'addizionale IRPEF comunale (che non può
superare lo 0,7%) “dimenticano” di rimodulare il numero degli
scaglioni. Vero che non è quello 0,7% che migliora la vita dei
contribuenti passando dai 27.999 ai 28.001 ma basterebbe dividere in
cinque scaglioni prima e dopo il vertice dei 28mila per aggiustare al
meglio la situazione. Visto che poi tutto accade via PC e non a mano e
cervello.
(...)
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PDF: 3,9Mb
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IL FESTIVAL DEL PASTORALISMO: UNA SCEMEGGIATA
PER INFINOCCHIARE CHI É POLITICAMENTE CORRETTO
The italian model breding’s cattle sfila tra Bergamo e Gorgonzola sotto
gli occhi della solita pletora di cittadini che immortaleranno la
sceMeggiata in miliardi di bytes che passeranno istantaneamente sulle
pagine di face book. Per la gioia delle madamine e dei signorini che
domani si precipiteranno al mercato agricolo chilometri zero a comprare
qualcosa, sentendosi così soddisfatte di avere contribuito alla
riduzione della ciodue.
Stavolta a sfilare c’è un allevatore di Serina tale Fabrizio
Bertolazzi, “che ha messo a disposizione gli animali della sua azienda.
Cappello nero in feltro ad ala larga a proteggere da sole e intemperie-
il famoso capèl di bergamì- la scussala, il grembiale del casaro,
bastone e zoccoli: così si presentano i bergamini sulle tracce dei loro
antenati che, dalla fine del 1300 fino ai primi del 2000, compivano
questo tragitto (Bergamo-Dal- mine-Brembate-Canonica d’Adda-Cassano
dAdda-Inzago e Gorgonzola) per svernare nel¬le aziende della bassa in
cambio dell’acquisto di interi fienili.
«La loro storia e le loro tradi¬zioni rischiano di perdersi per¬ché chi
le conosce le dà per scon¬tate», racconta Michele Corti, presidente del
Festival del Pastoralismo Bergamo. La sceneggiata è completa. C’è
l’odore del letame, c’è il suono del baghèt, la cornamusa bergamasca
che accompagna la transuman¬za insieme al corno. Non può mancare la
cazzata del Giovanni Malanchini, consi¬gliere segretario dell’ufficio
di presidenza del Consiglio regio¬nale della Lombardia, che ha
patrocinato l’iniziativa:
«La Lombardia è ricca di pra¬tiche e saperi agricoli, patrimo¬ni
radicati nel territorio che de-vono essere custoditi». A ogni tappa
degustazioni, mostre, film e mercatini invaderanno i borghi storici,
insieme all’asino Nausicaa e a Tania, un cavallo Haflinger: hai
presente nel 1300 come avessero conoscenza e confidenza con le varie
Nausica, Tania e i cavalli Haflinger che i Bergamaschi hanno conosciuto
quando sono andati a fare il soldato a Merano dopo il 1950?.
Non può mancare una bella figa col reggiseno a balconcino che pare la
pubblicità di Intimissimi e non ha mai troitate le tette di una vacca o
una pecora per mungerle: spiega Carla Ferliga nella veste di bergamina:
«Era una popolazione seminomade. quando scendeva dall’alpeggio (a
Serina?) li accompagnavano figli e mogli, donne forti che
aiutavano a tenere a bada le vacche oggi si fa più fatica a trovare
giovani interessati». Ci credo: pensano soprattutto ad un ITIS.
Ma qualche illuso o fesso c’è: a 11 anni Cristian Vistalli ha già
progettato la stalla in cui lavorerà in futuro: «Voglio fare il
bergamino».
«Siamo stati contenti di ospitare la carovana», afferma Dario
Carnevali, assessore all'Urbanistica di Dalmine. La visita è stata
organizzata in collaborazione con l'associazione storica dalminese per
riscoprire il passato agricolo di una città conosciuta soprattutto per
l'industria. «Basti pensare che nello spazio che oggi occupa Tenaris,
400 anni fa veniva coltivato il guado (isatis tinctoria), una pianta da
cui si ricava il colore blu - racconta Claudio Pesenti presidente
dell'associazione -: qui negli anni, almeno fino al 1700, si fermavano
le mandrie, soprattutto alla fornace di Sforzatica Sant'Andrea, a
Guzzanica e a Cimaripa». Sul gualdo è un balla dal momento che la
crucifera era coltivata dappertutto in Europa, quindi… anche a Dalmine
e sul concentramento delle vacche è come dire che alle fermate dei bus
c’è più gente che sui marciapiedi in generale. Dalmine Brembate Trezzo
e poi la bassa Brianza.
Stavolta le mucche non hanno (tutte) il mantello grigio ma ce ne sono
di pezzate di rosso arancione, che non è proprio delle brune alpine ma
semmai delle frisone. Le brunalpine adesso hanno il filone della
schiena tirato orizzontale con la livella, a segnare che c’è un
abbondate dose di sangue americano. Ma non è importante che le cose
siano ordinate a chiare tanto ai signorini ed alle madamine che siano
brunalpine o frisone, di origine italiana o USA che importa? Sono
vacche e tanto basta.
Contrariamente a quanto asserito dai fondatori del Festival del
Pastoralismo (https://festivalpastoralismo.org/chi-siamo/ ) queste
operazioni servono soprattutto vendere un’immagine che poi in
realtà è solo una sceMeggiata dal momento che ai consumatori
viene venduto un modello che non trova certo ne sui banchi del
supermercato ne sui banchetti a chilometro zero.
Basta accendere le TV per trovare centinaia di trasmissioni di cucine e
sui prodotti agricoli che portano a far credere al consumatore che le
derrate alimentari che porta in tavola siano quasi dei miracoli ma non
mostrano mai come funziona davvero un caseificio o una fabbrica
di pelati o un salumificio da dove proviene poi il 99.999.999 su
100.000.000 porzioni di quel che effettivamente mangia. Tanto poi c’è
sempre l’ASL.
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OTTOBRE: SI RIPARLA DI RIDUZIONE DELLE TASSE
MAGARI UN PAESE CON OLTRE 100 MILIARDI DI TASSE EVASE
CHE VUOLE FARSI PRESTARE I SOLDI (GRATIS) DALL’UE PER RIDURLE
FA ARRABBIARE GLI ALTRI PAESI
L'inizio non è nostro ma va bene lo stesso. Anche quest'anno, come ogni
anno, è arrivato il tempo del taglio di tasse per gli italiani.
Immaginario, ovviamente. Perché un paese serio dovrebbe evitare di
farlo in deficit coi soldi prestati dagli altri Paesi. Tra fine
settembre e inizio ottobre il governo pro tempore scrive la Nota di
aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF), sulla scorta
della quale provvede a tratteggiare la legge di bilancio per l'anno
successivo. Anche quest'anno, malgrado la pandemia (o forse a causa di
essa), e un deficit da brivido ma necessario, sui media imperversa
il dibattito sulle virtù taumaturgiche dell'ennesimo “taglio
delle tasse”.
Ovvio che il taglio delle tasse non sia la preoccupazione principale di
quei cittadini e società che evadono-eludono mediamente 100-120
miliardi di tasse e contributi vari ogni anno. Mica per nulla una delle
paure degli italiani è quella dei ladri che entrano in casa a
svaligiargliela con particolarissime attenzioni alle case di certuni
professionisti o lavoratori autonomi. Ovvio che ogni anno la luce
sia puntata sui cinque scaglioni di reddito e in particolare sul
terzo-quarto che prevede un brusco passaggio dal 27% al 38% quando tra
gli altri scaglioni la crescita è compresa tra il 3-4%. Ovvio che ogni
anno i Comuni nello stabilire l'addizionale IRPEF comunale (che non può
superare lo 0,7%) “dimenticano” di rimodulare il numero degli
scaglioni. Vero che non è quello 0,7% che migliora la vita dei
contribuenti passando dai 27.999 ai 28.001 ma basterebbe dividere in
cinque scaglioni prima e dopo il vertice dei 28mila per aggiustare al
meglio la situazione. Visto che poi tutto accade via PC e non a mano e
cervello.
Poi realisticamente ai cittadini importa zero se le tasse siano
alte o basse dal momento che la grande massa di agevolazioni possibili
stanno li a dimostrarlo. Per esempio i bergamaschi che sono stati
abbandonati al loro destino nel corso della pandemia- da seimila a
ottomila morti- hanno perfino deciso di donare a chi li aveva ammazzati
alla grande la bellezza di 30 milioni di euro. Non gli importa nulla
nemmeno di essere obbligati a ricorrere alla sanità privata dal momento
che avendo la fortuna di abitare dove c'è lavoro, possono applicare le
detrazioni sulla busta paga. Un po' di burocrazia ma si aggiusta
abbastanza bene tutto.
Senza contare la favolosa idea del super bonus al 110% che ha permesso
alle imprese di raddoppiare il costo dell'intervento incassando
gratis la metà del prezzo pagato dal privato. E tutti a far finta di
niente.
Diciamo che tutti i ragionamenti fatti in questo primo scorcio
d'autunno non hanno nemmeno idea della complessità della
tassazione nel Belpaese che va sempre coniugata con le migliaia
di benefit che stato regioni ed enti locali concedono ai cittadini. A
nostro avviso non si troverà mai una soluzione dal momento che la
tassazione è l'aspetto primario della lotta di classe nel paese. Di
volta in volta si creano gruppi che riescono a ritagliarsi propri
vantaggi e finchè dura… tengono duro. Pensiamo alla ventina di miliardi
di benefici goduti dalle imprese che inquinano e che si potrebbero
abolire di botto senza fare granche danno e invece queste – essendo tra
le prime esattrici di tasse per conto del governo- hanno un grandissimo
potere escludente. Facciamo una risata amara sull'abolizione delle
accise assurde sui carburanti promessa da Salvini.
Fuori dubbio che sostituirei cinque scaglioni di reddito con una curva
più sensata “anche” a parità di entrate sarebbe la prima riforma
possibile dal momento che oggi abbiamo i PC. Poi bisogna
intervenire drasticamente sui benefit no-ambiente per le imprese.
Infine introdurre una tassazione della casa che partendo da dati base
esenti sostituiscono l'attuale irpef comunale con qualcosa di
maggiormente proporzionale.
Poi abbiamo sperimentato “abbastanza bene” con la tragedia del covid19
che quando si da ascolto ai suggerimenti degli esperti, si procede
meglio dell'improvvisazione. Ed anche in tema di revisione dell'irpef
varrebbe la pena di accettare anche i consigli di un Carlo
Cottarelli dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Con questi pochi aggiustamenti non avremmo un fisco nuovo ma
ricondurremmo il Paese ad una maggiore serietà e serenità che potrebbe
essere podromica a qualcosa ancora migliore.
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